Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Ipazia

#7726
Citazione di: 0xdeadbeef il 02 Gennaio 2019, 16:40:26 PM

Va, in parole povere, preso atto che la "classe" è risultata storicamente perdente (non è dunque questione di giusto o ingiusto; ma, marxianamente, di crudo realismo), e che l'unico soggetto che può efficacemente opporsi alla globalizzazione mercatistica è la comunità come "nazione". E', naturalmente, un discorso molto lungo ed articolato (c'è anche da essere consapevoli di quanto "a destra" esso possa portare...)
saluti

Aspetta che gli operai cinesi e i minatori africani si rendano conto di che cosa può fare la classe operaia e poi ne riparliamo. L'antagonismo "nazionale" può essere solo un momento tattico di una fase storica in cui il Capitale si presenta in forma finanziaria globalizzata. Ma alla lunga (forse mica tanto) bisognerà tornare a fare i conti con l'internazionalismo proletario, con la reale classe dei produttori di ogni ricchezza e bene, globalizzati pur'essi.
#7727
Tematiche Culturali e Sociali / Re:L'istinto paterno.
02 Gennaio 2019, 16:50:57 PM
"Istinto" è concettualizzazione di pulsioni naturali per le quali ogni sistematica lascia il tempo che trova. Possiamo anche riferire l'essenza dell'universo biologico ad un teorico IdC, ma esso non spiegherebbe la complessità dei nostri comportamenti più di quanto faccia il bigbang od un riduzionismo della psicologia alla chimica. Gli istinti con cui abbiamo quotidianamente a che fare e di cui possiamo parlare sono, come affermava Phil, combinazioni di fattori genetici e culturali. Ciò vale anche per quanto riguarda l'istinto paterno e materno e spiega pure le forme molteplici, positive e negative, in cui essi si manifestano.
#7728
Citazione di: Sariputra il 02 Gennaio 2019, 15:24:05 PM
L'amore non ha il desiderio di possedere, sapendo bene che, in senso ultimo, non c'è né ciò che è posseduto né chi possiede: questo è l'amore più grande.
...
L'amore, che è stato definito anche come "la liberazione del cuore" e "la bellezza sublime" è l'amore più grande.

Bello. Viene voglia di glossarci, e magari glassarci, sopra. Sul molto che si è d'accordo e sul poco che non si condivide.
#7729
Ciao Ox
Non vedo alternativa all'umanesimo per opporsi efficacemente all'inumanità del capitalismo. Non l'umanesimo ingenuo dei buonisti, ma un umanesimo che conoscendo il proprio nemico interno adotti gli opportuni correttivi razionali. Cos'altro suggeriresti ?
#7730
Citazione di: viator il 02 Gennaio 2019, 15:52:24 PM
Salve Ipazia. "Intendendo la felicità come consapevolezza di sè e del mondo di cui siamo parte".

Scusa ma trovo fumoso il concetto. Sto pensando alla consapevolezza di sè di chi nasca tetraplegico e cieco ed alla sua eventuale consapevolezza di vivere magari in isolamento all'interno di un mondo a lui circostante in cui regna eventualmente una profonda miseria.

Il grado di felicità di ciascuno non è valutabile da alcuno. Per questo, secondo me, possiamo solo aggrapparci a disgustose, aride, lapidarie definizioni di una felicità astratta e solo tendenziale. Saluti.

Penso che Stephen Hawking sarebbe stato più d'accordo con me che con te. Ma anche un altro fisico, certamente più pessimista, Steven Weinberg si affida alla conoscenza:

«Lo sforzo di capire l'universo è tra le pochissime cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di una farsa, conferendole un po' della dignità di una tragedia.»
#7731
Citazione di: InVerno il 02 Gennaio 2019, 14:10:43 PM
Io non voglio negare i fatti, è ovvio e comprovato che i ricchi si sono arricchiti ancora di più, ma nella maggior parte dei casi questi "ricchi" includono anche me e te, a scapito del 90% della popolazione. La domanda quindi è, perchè tu non fai niente e l'1% dovrebbe mobilitarsi per lanciare soldi dall'aereo?

Io credo, non avendo mai sfruttato nessuno ed essendo sempre vissuta del mio lavoro, di non essere a scapito di nessuno. Ho sempre votato per chi ci avrebbe reso magari più poveri, ma meno rapaci. E ho dato le mie picconate quando quel potere ha scricchiolato un pochino. Oggi mi limito a forme più legali di dissenso. Prendo atto - nè colpa nè merito - di essere nata nella parte "giusta" del pianeta, ma anche che chi è nato nella parte "sbagliata" spesso è corresponsabile delle sue disgrazie, essendo incapace di liberarsi autonomamente dalla barbarie e mettendo il proprio destino, in cambio di un piatto di lenticchie, nelle mani di famelici esportatori di libertà che quella barbarie e miseria rendono eterna. L'evoluzione dell'Estremo Oriente e dell'Africa sono esemplari di questa forbice antropologica tra situazioni provenienti dal medesimo grado di arretratezza socioeconomica.

Citazione
D'altro canto chi decide qual'è la percentuale che identifica solamente i marchesi del grillo? Scommetto che è sempre un punto più bassa di quella dove ricade chi la decide, quindi io che sono nel 7% direi che i marchesi sono nel 6%.

la decide la presenza nella plancia di comando, grazie al potere economico che ne consente l'accesso esclusivo a se stessi e ai propri fantocci. Forse anche l'1% è sovrastimato e comprende portaborse e meretricio oltre ai protagonisti veri.

Citazione
Tralaltro giusto guardando i primi 20 vedo tutti innovatori del loro campo etc nessuno che io definirei precisamente come un marchese del grillo, oppure Bill Gates è un marchese del grillo? Simpaticamente, è quello che ti ha dato la possibilità di scrivere qui , oltre a decine di altre che hanno rivoluzionato la civiltà in una maniera cosi drastica da cominciare una nuova era industriale e civile.

Bill Gates sponsorizza i politicanti americani di entrambi i partiti e le organizzazioni mondiali che stabilizzano il modello sociale di cui la sua ricchezza lo rende imperatore. Non mi permette di usare la sua tecnologia per spirito filantropico, ma perchè ne trae profitto. Ovvero la Grazia secondo il catechismo della religione dominante.

Citazione
Queste generalizzazioni che negano il merito degli individui trasformandoli in saltimbanchi arraffoni solamente perchè ricchi, sono un po infantili..

Infantile generalizzazione è pensare che la critica sociale si riduca ad una sceneggiata napoletana. L'unico merito è il conto che uno riesce ad accumulare in banca. Solo questo gli dà potere, non la sua genialità che potrebbe estrinsecarsi in qualsiasi sistema sociale. Lungi da me pensare che sotto il dio Capitale, come sotto altri dei prima e accanto ad esso, non si sia prodotto e si produca nulla di buono.

Citazione
e te lo dice uno che non ha mai avuto rispetto per la ricchezza ne per i ricchi, e che ha sempre creduto che la proprietà debba coincidere il più possibile con il possesso (cioè con ciò che un individuo può "usare"). La diseguaglianza economica inizia innanzitutto da qui, da quel intricata giungla di idee che permettono ad un individuo di avere in proprietà più sedie di quante può "sedere".

Certamente. (Anche se più che di "idee" si tratta di intricata giungla di diritti classisti acquisiti). Mi sono sempre seduta nell'unica sedia che il mio lavoro mi permetteva di occupare. Quindi rientrerei nel "tipo"

Citazione
Inizia con i riti dell'abbondanza, con la deificazione dei migliori, con l'idea del sacrificio e del tributo..e purtroppo non siamo mai riusciti a trovare niente di meglio.

Auguro agli umani prima che il capitalismo, dopo il luccichio tanto osannato, ci presenti irreversibilmente il suo peggio, riescano a trovare qualcosa di meglio.
#7732
Tematiche Culturali e Sociali / Re:L'istinto paterno.
02 Gennaio 2019, 11:08:19 AM
Con la mia abituale supponenza e invasività dico la mia anche dove dovrei essere totalmente OT. Ma il relativista Phil, di cui ho apprezzato l'apertura relativistica e ampia del contributo (si limitasse alla gnoseologia, invece di infognarsi sul pendio scosceso dell'etica ...  :-\ ) forse mi darà ragione.

Citazione di: viator il 21 Dicembre 2018, 22:48:57 PM

Che l'istinto materno costituisca pulsione reale inestirpabile (almeno per qualche centinaio di migliaia di anni a venire), io lo credo convintamente. Sono invece altrettanto convinto che non esista affatto il suo corrispondente maschile.

Mah. Io non ho figli e credo di non possedere neppure in maniera così inestirpabile l'istinto materno. Non più di certi padri chioccia che ammiro. Per cui dò ragione alla sottolineatura culturale di Phil. Ho dei nipotini acquisiti per parte di compagno che suscitano tutta la mia tenerezza ed empatia umana, ma non riuscirei ad etichettarla genericamente. Dò ragione a viator solo sulla parte della maternità procreativa. Lì davvero si instaura una relazione carnale profonda, che merita di essere culturalmente valorizzata, perchè ha a che fare con la conservazione dell'umanità. Lì certamente la natura opera a fondo.

Condivido anche il commento di sileno su come un padre dovrebbe diventare quello che è. Il che vale anche per la madre: capace di ricoprire il ruolo di "padre" in caso fosse assente. Ciò di cui i cuccioli di una specie così culturalmente imprintata hanno bisogno è di buoni educatori, indipendentemente dal loro sesso. Anzi direi che proprio questo superamento del sessismo genitoriale è oggi veicolo di progresso etico irrinunciabile.
.
#7733
Citazione di: Jacopus il 01 Gennaio 2019, 11:11:59 AM
A mio parere intelligenza/empatia sono prive di nesso con felicità/infelicità. Inoltre si può essere empatici e stupidi e/o non empatici e intelligenti.
Piccola nota a margine: empatico non coincide con altruista/buono. Molti serial killers sono empatici perché devono mettersi nei panni delle vittime per ghermirle o nei panni della polizia per non farsi scoprire.

Interessante questa estensione del concetto di empatia, che la interpreta in combinazione con l'intelligenza. Criminale in questo caso, ma nulla esclude che possa essere anche di segno e carattere opposto. Anche nella sua genesi, intendendo l'intelligenza come veicolo indispensabile per l'empatia. Per essere empatici bisogna, innanzitutto, capire cosa alberga nell'altro. E questo è un esercizio di intelligenza.

Sulla domanda dell'argomento propenderei, illuministicamente, per la risposta positiva. Intendendo la felicità come consapevolezza di sè e del mondo di cui siamo parte. L'approccio al quale non può che essere empatico per essere felice. Col che non intendo il buonismo, ma per ora mi fermo qui.
#7734
Sì esiste. Ogni religione ha il suo inferno e i suoi dannati, così come i suoi angeli e demoni. La religione moderna maggioritaria non fa eccezione. Essa ha spersonalizzato il divino e il malefico, ma ha conservato l'inferno come esperienza tangibile: morire di lavoro e di disoccupazione. Cambiano i numi, ma l'inferno resta reale.
#7735
Citazione di: 0xdeadbeef il 01 Gennaio 2019, 12:50:49 PM

Vorrei, prendendo spunto da questo intervento dell'amico Baylam in: "L'origine della diseguaglianza",
dire qualcosa sul cosiddetto "sistema", e spiegare un attimo perchè, a parer mio, Baylam ha ragione.
La diseguaglianza non è, come molti credono, una scelta politica. O meglio, lo è "anche", ma non
principalmente.
La diseguaglianza è nei fatti; è "naturale";
....
Queste radici concettuali arrivano fino al 900 all'interno di quello che viene comunemente definito "capitalismo".
Nel "capitalismo" comunemente inteso, però, il potere dello "stato", quindi il potere della comunità, è ancora
ben presente (basti guardare, ad esempio, al pensiero di J.Stuart Mill). E' esso, il potere dello stato, che
ancora impone all'economia le sue "regole".
Il capitalismo, cioè, non è ancora diventato "sistema"; lo diventerà durante il 900 per opera del cosiddetto
"Marginalismo", e soprattutto di F.A. Von Hayek.
La base filosofica (quella "tecnica" è in un concetto del valore economico come valore di scambio fra gli
individui) di Von Hayek è che ogni cosa che riguarda la "politica"; gli stati; il Diritto; nasce dal continuo
interscambio fra privati individui. Nulla vi è di "costruito" (Von Hayek infatti parla della filosofia europea
tradizionale come di una filosofia "costruttivista"), cioè di imposto dall'alto da un potere sovrano.
Dunque tutto nasce in maniera "spontanea", dal perseguimento privato di un preciso interesse (si noti come
sia evidente, in Von Hayek, il concetto basilare di Adam Smith).
Il potere politico, lo stato, diventa allora non quel potere che può risolvere i problemi, ma quel potere che
alla risoluzione dei problemi è d'impaccio (come nel celebre: "lo stato non è la soluzione del problema, lo
stato è il problema" di R.Reagan).
Ecco allora che il "capitalismo", cioè quel sistema nel quale lo stato ancora imponeva le sue regole, diventa
"mercatismo", cioè diventa quel sistema in cui è il mercato, è l'economia, a dettare le regole allo stato.
Ora, riprendendo un attimo la tesi di Baylam, come lui osservo che non basta certamente un cambio di politica
"spiccia" per mutare un quadro culturale venuto a formarsi così, in questo modo, nei secoli.
E come lui aggiungo che non vi è nessuna classe dirigente che ha questo potere (alla classe dirigente sta
semmai molto bene questo stato di cose - essendo già classe dirigente che interesse avrebbe a cambiarlo?).
Perchè questo è il "sistema", ed il "sistema" siamo noi stessi.
saluti ed auguri di Buon Anno

Il capitalismo non ha inventato nulla in termini di gestione del potere. L'artificio di rendere "naturale" la disuguaglianza e la iniqua divisione delle funzioni sociali era già maturo all'epoca di Menennio Agrippa che ammansiva la plebe spiegando come funziona il corpo umano. Ma la retorica connessa era derivata direttamente dalla religione che in base ad una presupposta "legge divina" ungeva sovrani e ordinava preti per governare meglio la plebe e convincerla della "naturalezza" del marchingegno.

Il dio Capitale è l'evoluzione attuale della retorica e sostanza della specie dominante coi suoi sovrani-imprenditori e economisti-preti. Con la loro natura-mercato, ribellarsi alla cui "legge naturale" diventa sacrilego e illusorio. Il tutto esercitato dentro i templi della modernità dove si stampano santini monetari e si brucia incenso nei centri commerciali mentre i vescovi-finanzieri si ritrovano full time nelle cattedrali della borsa e delle banche centrali ove troneggiano i papi-governatori avvolti da un'aura di intangibile sacralità. Nulla di nuovo sotto il sole del potere.
#7736
Basta cambiare relativisticamente i numeri e considerare più realisticamente che i marchesi del Grillo sono l'1 e non il 10 % degli umani e tutta la prospettiva politica, economica ed etica cambia.
#7737
@Ox

Se non vado errato, mi pare esista una scienza denominata nutrizionistica e un'altra denominata tossicologia con una specializzazione di tipo alimentare. Sempre di sapere umano si tratta, ma facilmente asseverabile lasciando uno senza cibo o mettendogli il cianuro nel caffè.

Certo che le soluzioni politiche non sono dietro l'angolo, ma neppure lasciarsi marcire è la soluzione. Finchè non provvederà il padreterno saremo noi umani a dover trovare le soluzioni. Tertum, quartum, quintum, non datur. Secondum sì: la natura.

Citazione di: nativo nordamericanoQuando avrete abbattuto l'ultimo albero, pescato l'ultimo pesce, inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.

Sperando di essere rimasta in tema senza eccessi beffardi e supponenti ti auguro Buon Anno. Ops: ma se sei superstizioso ritiro gli auguri e facciamo  finta di niente. Fosse mai che gli auguri delle donne, come le mele, portino male.
#7738
Citazione di: Socrate78 il 31 Dicembre 2018, 11:37:51 AM
Ciò che è oltremodo dolce (in questo caso l'amore che genera dipendenza affettiva) tuttavia non è detto che sia meglio obiettivamente di ciò che lo è di meno, dalle sensazioni non si può ricavare con certezza ciò che è davvero bene, esistono molte cose che non sono affatto di per sé piacevoli eppure producono un bene obiettivo, come lo studio di discipline difficili che incrementa il sapere e le tue competenze, la fatica fisica per rafforzare il corpo, ecc. L'amore che genera dipendenza emotiva non è affatto dolce quando perdi ciò che ami, poiché anzi in quel caso genera un dolore che può diventare atroce, che causa depressioni, sofferenze, persino suicidi a volte.
Comunque sono d'accordo sul fatto che è meglio non insistere su questo piano perché le differenze tra l'amore concepito da un ateo e quello concepito da un credente sono di fatto incolmabili.

Anche lo studio di discipline difficili può diventare una schiavitù quando conduce al dogmatismo. Per cui, come diceva un mio profeta, la scienza ha da essere gaia. La fatica fisica è dolorosa per il pigro, ma è gioiosa per l'atleta e per la natura che vi contribuisce con la chimica endorfinica. Insomma, come diceva Amleto: vi sono più cose in cielo e in terra di quanto ne sappiano le nostre filosofie. Io resto ghiotta di dolci da spartire con chiunque li apprezzi, teisti compresi.
#7739
La schiavitù dell'amore è più dolce di qualsiasi solitaria libertà. Come sanno bene i cuccioli umani anche da cresciuti. Soprattutto è più credibile di una libertà fondata su catene sovrannaturali. Ma ovviamente questo abisso ideologico tra atei e teisti è incolmabile per cui è inutile insistere su questo piano. Meglio ritrovarsi su un altro piano dove le ragioni di eros si manifestano incontrovertibilmente senza sforzo alcuno.
#7740
Tematiche Spirituali / Re:coscienza: cos'è ?
31 Dicembre 2018, 11:11:11 AM
Citazione di: viator il 30 Dicembre 2018, 17:39:19 PM

... All'esterno di noi (il mondo oggettivo) la coscienza non interessa poichè esso continuerà ed esistere anche senza di noi. Quindi diciamo che la coscienza è funzione solamente umana perchè a noi serve per vedere in noi il nostro "sè". Una coscienza oggettiva ed extraumana diciamo non esista poichè la natura non crea ciò che risulterà inutile alla sua totalità ma crea soltanto ciò che è utile (evolutivamente necessario) alle sue parti...


Cosa c'è di più evolutivamente utile e necessario dell'autocoscienza per sopravvivere. Non è una questione metafisica, ma fisica. Solo la nostra antropocentrica presunzione e abissale ignoranza ci impedisce di accedere alla (auto)coscienza di altri viventi. Anche questa distinzione tra autocoscienza e autoconsapevolezza, mi pare non essere del tutto esente da tale pregiudizio che odora assai di sofisma nominalistico. Chiunque abbia avuto un animale domestico per casa sa quanto sviluppato sia il senso di identità del suo compagno non umano.