Citazione di: InVerno il 14 Agosto 2024, 20:32:39 PMNein, nein, nein!!!! Se l'alienazione è uno stato altamente indesiderabile della condizione umana, ed è esso è la conseguenza della divisione del lavoro e perciò della specializzazione che allontana il lavoratore dall'oggetto prodotto, è sempre desiderabile ridurre la specializzazione per ridurre di conseguenza l'alienazione. Non come coincidenza, evenienza o circostanza, ma come missione dello stato comunista per ridare dignità al lavoratore. Il chirurgo comunista non è stato costretto da nessun a tagliare le aiuole per arrotondare, lo stato già garantisce ogni sua necessità di base, se è andata a tagliare aiuole è perchè quella mattina gli piaceva così.
Spezzando una lancia (di quelle storte) per Marx, chiaramente la vita di chi è costretto a stringere la stessa vite tutto il giorno tutti i giorni è una vita "alienante", ma non è solo Marx ad averlo notato (eufemismo), non è questo l'eventuale merito, il merito al massimo starebbe nella soluzione proposta, che di meriti a mio avviso ne ha ben pochi! Tuttavia suona bene, lo ammetto, sulla pallottola c'è scritto ti amo. Non ho nessun feticismo per violenza e pallottole, gli "esperimenti mentali" sempre accentuano i termini fino all'iperbole per rendere chiaro il problema, il problema del carrello ferroviario non lo ha inventato un feramatore.
Tecnicamente i più importanti esperimenti socialnazionalisti non sono implosi per le loro incongruenze, sono stati battuti in guerra, probabilmente sarebbero falliti dopo ed è uguale, ma mi sembra strano che tiri fuori questo argomento quando non è che sia andata meglio ai comunisti riguardo alla sostenibilità delle proprie idee, ti dai la zappa sui piedi. Che socialismo e nazionalismo siano compatibili lo dice la storia, perchè è successo in tutta europa, la fantasia umana non ha limiti, la compatibilità tra idee non è la stessa di due schede elettroniche.
Il problema non si pone neanche, perche':
> la specializzazione del lavoro e' necessaria e inevitabile in un mondo tecnologico industriale moderno, ed essa implica, altrettanto inevitabilmente, l'esistenza di molti, anzi moltissimi, lavori umani ripetitivi e noiosi
> i lavori ripetitivi e noiosi, in una societa' comunista possono essere fatti a rotazione (oggi io, domani tu) o essere fatti con abbastanza tempo libero a disposizione nel prima e nel dopo da non alienarcisi fisicamente e mentalmente, anche se uno, per mettiamo tre ore al giorno, gira semore la stessa vite per tutta la sua vita.
Egli puo' fare l'uomo vitruviano nel resto del tempo, nessuno glielo impedirebbe in una societa' libera, cioe' in una in cui sia risolto e superato il conflitto di classe.
E' questo, che voleva dire Marx, dicendo che e' bello fare un giorno il pescatore, un giorno il cacciatore.
> permangono comunque, anche nelle societa' industriali tecnologiche dove la specializzazione ha preso piede, dei lavori complicati e difficili, e di responsabilita' implicante il rischio immediato di vita altrui come ad esempio il chirurgo, ma anche per esempio il pilota da aereo di linea.
> fare il chirurgo, o il pilota di linea, e' abbastanza complicato e implicante responsabilita' da richiedere che spesso uno ci dedichi la vita, a farlo, senza nessuna preclusione, etica o di principio, al fatto che un individuo molto eclettico o molto talentuoso, faccia un secondo lavoro anche se gia' fa il chirurgo (preclusione che di fatto gia' non c'e' nelle menti e nei tipi umani migliori della societa' borghese e "alienata" attuale, quindi che ne parliamo a fare). Purche' faccia bene, e verificabilmente bene, quindi con titoli di studio e di aggiornamento riconosciuti, quello che fa.
Marx non ha mai detto di ridurre la specializzazione del lavoro a cazzo fino a produrre professionisti irresponsabili e incompetenti. Questo e' quello che vuoi fargli dire tu.
L' Urss e' stato un esperimento social nazionalista, e ha fallito.
Ti stupisci che io lo dica?
E' dovuta diventare tale per degli sfavorevoli rapporti di forza transnazionali complessivi (il comunismo non ha vinto in tutto il mondo) ma, diventando tale, si e' votata, a lungo termine, al fallimento.
Qui non parliamo di buone intenzioni, parliamo di rapporti di forza e fatti.
Lo slancio rivoluzionario, per un paese non urss, doveva essere, secondo Stalin, sostituito a tempo indefinito, dallo slancio, per quel paese, cioe' per i comunisti organizzati di quel paese, a servire e difendere l'urss. Con queste premesse, e con la cristallizzazione nel tempo di queste premesse, e' possibile "vincere", per quello che vincere significa da un punto di vista comunista, cioe' realizzare una rivoluzione mondiale permanente? La risposta, all'intelligenza di ognuno...
I regimi fascisti e nazisti, e' troppo facile dire "sono stati battuti in guerra".
La cosa corretta da da dire, e' che essi hanno iniziato o scatenato una guerra senza nessuna possibilita' di vincerla, contro avversari immensamente piu' forti, a vantaggio a lungo termine di altri, altre potenze, che poi quella guerra l'hanno vinta. Soprattutto gli usa, che l'hanno vinta restando in piedi. Quindi essi hanno, come l'urss, ma anche piu' dell'urss, un problema intrinseco, tale per cui il loro esageratamente alto livello di violenza interno o esterno, la loro esaltazione della guerra, a cui assolutamente non possono rinunciare, perche' nel loro sistema dall'esaltazione della guerra dipende la cosiddetta "concordia nazionale", cioe' la messa sotto il tappeto del conflitto di classe, li porta, per fortuna, ad auto distruggersi su tempi medio lunghi.
E tutta questa merda, piovuta sulla storia, e sulla filosofia della storia, a danno anche nostro, cioe' di noi contemporanei, non fa che dimostrare che nazionalismo e socialismo non sono compatibili.
Se non bastasse, a dimostrarlo, la teoria e la riflessione seria sulla teoria.