Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Jacopus

#781
Tematiche Filosofiche / Metafisica della guerra
13 Settembre 2023, 09:06:44 AM
Inizialmente volevo rispondere nella discussione sull'Ucraina ma mi sono reso conto che il discorso era più generale ovvero relativo al piano paranoico che ogni guerra sviluppa, scindendo con il rasoio affilato della baionetta ciò che è amico e ciò che è nemico.

A proposito di questa guerra posso ripetere quanto già scritto. Che Putin sia un tiranno è evidente, ma l'aver scatenato una guerra dipende anche dalle continue provocazioni dell'altro campo.
È accaduta la stessa cosa che accadde con Pearl Harbour. Una parte finisce per essere creduta vittima, mentre in realtà  erano due imperialismi che si fronteggiavano, uno dei quali più tollerante e (leggermente) meno razzista ma molto più manipolatore. Noi europei dovremmo capire qual'è il nostro interesse in termini di realpolitik e temo che non coincida con il proseguimento di questa guerra.
In secondo luogo scindere fra imperi del bene e imperi del male, può essere consolante, perché riversa sull'altro il "male" che risiede inevitabilmente anche dentro di noi. È l'atteggiamento del "puritano"(purezza del sangue, purezza della razza, purezza del genere sessuale, purezza della cultura, purezza della lingua, purezza dell'attore - cfr Favino -) il meccanismo che innesca la paranoia violenta della guerra. O meglio, questo atteggiamento diventa un moltiplicatore delle necessità di guerra, che possono essere fondate anche su altri motivi molto più prosaici, ma che traggono dal pensiero paranoico la giusta linfa, la motivazione, la giustificazione per infliggere il male. Il paradosso del puritano è usare quel male che voleva apparentemente "estirpare", infliggendo il "male".
Detto questo a scanso di equivoci, amo molti aspetti della cultura americana ma anche di quella russa, ma ancor di più amo la cultura dell'Occidente, così come si è sviluppata nell'Europa ad ovest dell'Elba e soprattutto nella cultura greca classica.
Bisognerebbe rileggere l'Iliade per aver chiara la differenza del rapporto amico/nemico nell'epoca classica ed oggi.
#782
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
12 Settembre 2023, 22:40:31 PM
Ci sono due posizioni possibili rispetto a questa guerra (ma anche per tutte le guerre). Continuare finché ci sarà un solo vincitore oppure mediare e interrompere il piano inclinato della violenza. Personalmente non ho alcuna simpatia verso Putin ma non lasciargli alcuna via di uscita significa ipotecare la dissoluzione della Russia intera, con conseguenze non prevedibili. La parte est dell'Ucraina è russofona come la Crimea, la quale non ha mai scalpitato per essere Ucraina. Se proprio non vogliamo una divisione, bisognerebbe adoperarsi per un cessate il fuoco sull'attuale linea del fronte e poi discutere. L'alternativa è la dissoluzione dell'Ucraina stessa, che non è così remota come possibilità. Il tempo e lo spazio, come negli scacchi, hanno sempre favorito la Russia. Come già insegnava Clausewitz, le guerre sul campo non vanno mai come sono state progettate a tavolino dai generali.
#783
Che dire Niko. Hai scritto un bellissimo post. Non ho niente da aggiungere, al punto che avrei voluto scriverlo io. Complimenti.
#784
Più che la perenne attualità del comunismo, credo che vi sia nell'uomo la perenne attualità nella ricerca della giustizia e questa giustizia può essere trovata solo affermandosi come emancipazione, rispetto, reciprocità ma anche libertà e possibilità. Calvino in "i sentieri dei nidi di ragno" ha scritto una pagina memorabile per distinguere i fascisti dai partigiani e in quell'entità chiamata partigiani non vi erano solo comunisti ma tutti coloro che si riconoscevano nelle seguenti parole:

"C'è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m'intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti; degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l'operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. Io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo."
#785
Penso spesso a come conciliare libertà e giustizia o come diceva Bobbio, libertà ed uguaglianza. Ma mi sono aliene tutte le visioni ideologiche perfette e risolutive, come il comunismo o il liberalismo. Il comunismo assomiglia ad una religione ed è anche per questo che diffido da esso. La conoscenza di molti comunisti di facciata ha rafforzato la diffidenza. Vi sono però persone in buona fede in entrambi i campi, perfino in quello fascista e pertanto alla fine evito di giudicare le singole persone.
Ma andiamo sul teorico. Intanto comunismo, liberalismo e persino il fascismo hanno una visione di fondo comune: lo sfruttamento del mondo materiale per il benessere dell'uomo. Questo sfruttamento che oggettivizza il mondo materiale finisce per oggettivizzare anche l'uomo, sia che si tratti di un deportato in un gulag, sia che si tratti di un campesino, sia che si tratti di un lavoratore coatto in Germania nel 1944.
Il problema principale che l'uomo oggi dovrebbe affrontare è questo. Affrontarlo seriamente però significa stravolgere così in profondità i rapporti di forza sociali che nessuno farà niente. Anche perché banalmente significa non usare più il carbone, non usare più i bambini che cuciono i palloni da calcio, non usare più gli operai senza alcuna sicurezza, fare manutenzione alle autostrade, accogliere i migranti destinando loro ingentissime risorse.
In realtà, globalmente, si potrebbe anche fare, mantenendo addirittura il sistema liberale attuale, ma servirebbe un cambio della mente dell'uomo, che non vedo. Anzi, la direzione pedagogica che la società imprime è esattamente nel verso opposto, in una amplificazione dell' oggettivizzazione dell'uomo e del mondo. Un esempio pratico di riforma ad esempio sarebbe quello di tassare pesantemente, molto pesantemente, le eredità, che sono il principale mezzo di perpetuazione dello sfruttamento, senza che esso sia in qualche modo giustificato dal merito individuale. Ma senza una interiorizzazione della giustizia di una misura del genere, una linea politica del genere, ammesso che sia fattibile, non porterà da nessuna parte a causa delle contromisure elusive adottabili (Simili a quelle che abbassano il gettito fiscale).
#786
Davvero Ipazia, credi di non aver sfruttato nessuno? Credo che ti sbagli, poiché per il solo fatto di aver lavorato in Italia, invece che in Thailandia, hai sfruttato la tua posizione di rendita geografica. Il tuo stesso lavoro in Thailandia o in Zambia avrebbe avuto un ben diverso valore.
Sul fatto che i comunisti non sono la San Vincenzo me ne sono accorto da parecchio tempo e sui diritti credo che l'approccio caritatevole non sia in opposizione ad essi, ma piuttosto un ulteriore movimento verso la comunione fra umani. Aspettare che si compia la giustizia del "sol dell'avvenire" è spesso un alibi o un proclama dietro le scrivanie di professionisti politici (non è il tuo caso ma ce ne sono).
#787
Io penso Anthonyi e non me ne volere, che il pensiero liberale ed i liberali di oggi dovrebbero farsi un esamino di coscienza, altrimenti le conseguenze saranno terribili per tutti e già ne vediamo le prime conseguenze. Con questo però non condivido neppure chi parla di principio universale e metafisico del comunismo. Molto marxisticamente a costoro vorrei chiedere: "ma oltre a scrivere su questo forum cosa fate di marxista/comunista? Avete donato parte dei vostri averi ai poveri? Fate volontariato alla Caritas? Scendete a manifestare per i disoccupati?
In ogni caso vedo poche speranze di miglioramento e grandi catastrofi all'orizzonte, se non cambierà qualcosa ed in fretta.
#788
Fatto sta, Ipazia, che se leggi Luigi Einaudi, liberale, dice "teoricamente" le stesse cose.
#789
Anthonyi, non mi riconosco nella descrizione che fai rispetto a chi profetizza la crisi del capitalismo, anche se hai ragione nel dire che di crisi del capitalismo si parla dai tempi di Marx senza che in realtà si sia mai trasformata in dissoluzione. Nel mio caso le prediche che propongo sulla crisi del capitalismo hanno il fine ingenuo di interrogare le coscienze di chi pur credendo in alcuni principi liberal-capitalistici, si rende conto che non viviamo nel migliore dei mondi possibili e che vi è una grande fame di giustizia, che se non viene sfamata può diventare facilmente violenza e quando la macchina della violenza si mette in moto ha questa tipica modalità della cecità o in romanesco "ndo cojo cojo". E ciò mi dispiacerebbe a causa della mia attitudine piccolo borghese all'ordine e al decoro.
#790
Il progetto comunista non è corretto, a mio modo di vedere, non solo per l'esperienza storica fallimentare di essa, ma per il fondamento implicito di esso: siamo tutti uguali. Il che non è, altrimenti un vero comunista dovrebbe anche essere un fervente antievoluzionista. Solo riconoscendo il merito è possibile migliorare la società, se vogliamo traslare il discorso dal biologico al sociale e questo non significa "darwinismo sociale" ma semplice constatazione che abbiamo dei talenti che non sono stati elargiti uniformemente. Se questo mi distanzia dal comunismo, però non mi fa escludere il marxismo come potente e veritativo strumento interpretativo del mondo capitalista. Il capitalismo odierno infatti è ben lungi da essere fondato sul merito, bensì sulla rendita, sullo sfruttamento e sul narcisismo patologico. A causa di questo decadimento del mondo borghese che concepì il capitalismo, emergono i vecchi spettri rossi, neri o rosso-bruni. Il capitalismo dovrebbe ripensarsi altrimenti sarà spazzato via, anche se non sappiamo come sarà la forma organizzativa che lo sostituirà. Oggi assistiamo ad una spaventosa concentrazione di ricchezza a fronte di sacche di povertà altrettanto spaventose. La mano invisibile nel frattempo è diventata protagonista di un energico "Fist fucking" verso i soliti noti. Sempre più vaste parti del globo vengono investite da ritorni a forme organizzative pre-statali, dovute alla delega del potere statale alle Corporation, che lo esercitano come i predoni del deserto. In alcuni momenti della storia sembrava si potesse accedere a forme di organizzazione sociale capaci di bilanciare la naturale differenza fra i membri della società e la necessaria redistribuzione della ricchezza per evitare posizioni di rendita, sciacallaggi, accumuli che diventano strutturali nel corso del tempo e quindi non facilmente modificabili. Ma oggi il piano inclinato della storia ci suggerisce che il capitalismo, a causa di una assenza reale di alternative e quindi di libera concorrenza nel "mercato delle ideologie", non è più in grado di resistere alle sue pulsioni autodistruttive.
#791
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
07 Settembre 2023, 01:57:11 AM
Citazione di: niko il 06 Settembre 2023, 23:41:24 PME sarebbe pure ora di cambiarli, tali vetusti, e "purissimi", nel senso di "ormai ingiustificati"  rapporti di forza.

L'unico modo coerente per cambiarli, consiste nel rafforzare le istituzioni che rendono più coesa l'Unione Europea ed anche in opposizione a questo scenario è stata scatenata questa guerra da parte degli USA, poichè se inizialmente vi è stato un sentimento di unione e di coalizione di tipo prettamente economico-militare, sul lungo periodo gli effetti di inflazione più stagnazione porteranno gravi problemi specialmente nei paesi periferici dell'Unione, fra cui l'Italia, aumentando le possibili spinte centrifughe.
Rispetto al tuo sogno euroasiatico, niente di più lontano da me. Il pensiero e la cultura asiatica sono il pensiero e la cultura del monoteismo, della tirannia e della sottomissione, a differenza del pensiero occidentale, e questo già a partire dalle guerre persiane. Se vogliamo in qualche modo almeno rallentare una inevitabile decadenza, dovremmo decidere di fare seriamente una Europa Unita. Questo è ciò che penso. Unita non solo commercialmente, ma politicamente e militarmente, magari all'inizio solo con i paesi che ci stanno. Del resto le istituzioni europee sono sempre state create a strati, con possibili ingressi e defezioni successive. E ciò è esemplificativo di quanto siano più evolute le società europee rispetto a quelle asiatiche, dove non esiste neppure la libertà di pensiero, figurarsi la libertà di entrare od uscire da una entità istituzionale.
#792
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
06 Settembre 2023, 21:58:11 PM
Le portaerei americane dovrebbero essere 11, ma ne hanno altre 9 fra progettazione e costruzione. Tutti gli altri paesi del mondo (ripeto "mondo") ne ha altre 11, fra le quali 4 di paesi molto alleati degli USA (uk, Francia e Italia). Al momento non c'è proprio gara e lo dico in modo critico perché questo superpotere non fa bene neppure agli statunitensi.
#793
Non so quali elementi consideri per dichiarare oggettivo questo processo verso la complessità. Dal punto di vista biologico non ci sono prove verso una maggiore complessità essendosi succedute cinque estinzioni di massa che si sono completamente disinteressate del livello di complessità delle forme viventi estinte.


https://it.m.wikipedia.org/wiki/Estinzione_di_massa
#794
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Parole e immagini
06 Settembre 2023, 19:37:35 PM
Sicuramente, biologicamente abbiamo dato importanza alla visualizzazione, visto che quando homo sapiens si è stabilizzato nella attuale forma organica, di sicuro non sapeva ancora scrivere. Ma come ripeto ossessivamente una caratteristica fondamentale di homo sapiens è la sua neuroplasticità. Pertanto se ci si allena a leggere e a ricordare ciò che si legge si avrà presto una struttura cerebrale adatta a ricordare di più le parole che le immagini. Invece è molto vero (e connesso alla neuroplasticità) che ciò che si sperimenta imprime un marchio mnemonico a ciò che si è appreso ed è per questo che solo chi insegna una materia riesce a ricordarla meglio e per questo a trasmetterla meglio. Inoltre a livello di capacità di memorizzare entrano in gioco molti altri fattori. La qualità del sonno, ristruttura e sana l'ippocampo, fondamentale per ricordare. Inoltre riuscire a regolare in modo sano il flusso dei neurotrasmettitori, permette un maggiore solidità delle sinapsi che permettono di ricordare. Ed in ogni caso non facciamoci illusioni. A meno che non si sia affetti da gravi patologie come alcune forme di autismo, andiamo regolarmente incontro quotidianamente al fenomeno del pruning. In ogni caso avere memoria di parole è molto diverso che avere memoria di immagini. Nel primo caso lo sforzo è equiparabile ad una vigorosa attività muscolare. Nel secondo caso ad una placida passeggiata.
#795
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
06 Settembre 2023, 17:53:34 PM
Ipazia, non è una questione di servilismo, anche se in questa attitudine ce la caviamo egregiamente. Gli italiani sono sottoposti agli Stati Uniti d'America a causa di una guerra mondiale persa e dichiarata per un eclatante mix di provincialismo, retorica ed opportunismo, che potrebbero essere gli ingredienti di una degna trama di una commedia tragicomica con protagonista Alberto Sordi, invece che Mascellone Calvo. Ora finchè i rapporti di forza non cambiano (e ci potrebbero volere anche secoli - impero romano docet -) gli americani ce li dobbiamo tenere. Se li tengono i tedeschi che sono "leggermente" più potenti di noi. Si chiama Realpolitik. Poi se vogliamo dirla tutta. Gli americani non sono dei santi, ma rispetto alla mentalità russa media, li preferisco tranquillamente come padroni sopportabili (non certo accettati entusiasticamente). Insomma di "necessità, virtù", sapendo che altri padroni sarebbero molto più tossici degli attuali. In questo forum, ad esempio, molti finirebbero subito agli arresti, mentre tu puoi dire quello che vuoi e non è ancora arrivata la CIA. Non è tanto, ma non è neppure poco.