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Messaggi - doxa

#781
Tematiche Spirituali / Re:Natività
18 Dicembre 2020, 07:36:07 AM
/6

Secondo alcuni studiosi il concepimento verginale è presentato come fatto storico anziché teologico.


Per il teologo svizzero Hans Urs von Balthasar l'idea del concepimento verginale era necessaria, perché il Figlio di Dio non poteva avere due padri: il padre umano avrebbe oscurato il rapporto di Gesù con il Padre eterno.

Il concepimento miracoloso vuole attestare l'origine divina di Gesù, che viene dallo Spirito di Dio anche se nasce attraverso una normale gestazione umana. Il Figlio nasce dal Padre nell'eternità e da Maria nel tempo.

Il biblista francese Frédéric Manns afferma che se non si crede che Gesù sia il Figlio di Dio e il compimento delle antiche Scritture, gli scritti di Matteo e Luca possono apparire come racconti mitologici.
#782
Tematiche Spirituali / Re:Natività
18 Dicembre 2020, 07:32:19 AM
/5

Nel 381 l'imperatore Teodosio I convocò il primo concilio di Costantinopoli, durante il quale fu riaffermato il Credo elaborato nel concilio di Nicea del 325.

Venne ribadita la consustanzialità dello Spirito Santo con il Padre e il Figlio, perciò fu detto "credo niceno-costantinopolitano". Inoltre, questo concilio aggiunse nel Credo il nome di Maria Vergine: [...] "Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, / e per opera dello Spirito Santo / si è incarnato nel seno della Vergine Maria / e si è fatto uomo".


La scelta di aggiungere il nome di Maria nel Credo pose le basi per le discussioni in un ulteriore concilio, quello di Efeso nel 431, per dibattere sulla natura della Madre di Dio: Maria è genitrice di Dio, la "Theotòkos", perché ha fatto nascere non un uomo ma Dio come uomo.

Nel Concilio di Efeso fu anche affrontato un aspro dibattito che minacciava l'unità della Chiesa cristiana, riguardante la persona e la divinità di Gesù. Si confrontarono due ideologie: quella antiochena, capeggiata dal patriarca Nestorio e quella alessandrina, con a capo Cirillo di Alessandria d'Egitto.

Nestorio e i suoi seguaci sostenevano che Gesù Cristo avesse due nature: umana e divina, non unite nel vincolo ipostatico, invece Cirillo era convinto della sola natura divina di Cristo.

Connessa alla disputa su Gesù Cristo, vi era quella collegata all'appellativo Theotòkos dato alla madre di Gesù. I nestoriani affermavano che Maria fosse solamente Christotokos, madre di Gesù-Uomo e non Madre di Dio, che accolse in sé, con l'Uomo-Messia anche il Figlio di Dio unito all'Uomo.

Altro concilio, quello di Calcedonia nel 451, convocato per dibattere le dispute ideologiche sulle due nature di Gesù, quella umana e quella divina....

Nel 553 ci fu il secondo concilio di Costantinopoli per definire la "verginità perpetua di Maria": vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù.

La verginità durante la nascita di Gesù è conseguenza logica (dogmatica) dell'incarnazione di Gesù Cristo nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo, affermata nel prologo del Vangelo di Giovanni (1, 1-18) e nel Credo.

La dottrina della Verginità (perpetua) di Maria prima, durante e dopo il parto fu riaffermata nel 649 dal concilio lateranense, cosiddetto perché svolto a Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano e presieduto dal pontefice Martino I.

Non basta. La verginità perpetua di Maria fu ribadita ancora una volta nel 680 dal III concilio di Costantinopoli.


Cosa dedurre dal travagliato problema del concepimento verginale di Gesù da parte di Maria, avvenuto per volontà divina ?

Ogni religione ha bisogno di stupire i propri seguaci.

La dottrina della verginità  è sostenuta dalla Chiesa cattolica e ortodossa come verità di fede invece alcune Chiese protestanti pur ammettendo il concepimento verginale di Gesù in Maria, non le riconoscono la verginità perpetua, perché credono che Maria e Giuseppe abbiano avuto altri figli dopo la nascita di Gesù.
#783
Tematiche Spirituali / Re:Natività
18 Dicembre 2020, 07:20:42 AM
/4

L'affermazione della divinità di Gesù Figlio di Dio e Dio stesso, e la convinzione della verginità di Maria, Madre di Dio, prima, durante e dopo il parto, crearono eresie e molte dispute nei primi secoli del cristianesimo.

Nel periodo in cui veniva formata la dottrina della Trinità, il presbitero Ario (260 ca – 336) fu il rappresentante di una delle interpretazioni di maggior seguito della relazione tra le persone della Trinità, in particolar modo di quella tra il Padre e il Figlio. Egli non rifiutava la Trinità, ma subordinava il Figlio al Padre, negandone la consustanzialità, che sarà poi formulata nel 325 durante il concilio di Nicea


Alla base della sua tesi c'era la convinzione che Dio, principio unico, indivisibile, eterno e ingenerato, non potesse condividere con altri la propria ousìa, cioè la propria essenza divina. Di conseguenza il Figlio in quanto "generato" e non eterno non ha la stessa sostanza del Padre (negazione della consustanzialità), quindi non può essere considerato Dio allo stesso modo del Padre.

L'arianesimo fu condannato nel primo concilio di Nicea, avvenuto nel 325. Questo concilio venne convocato e presieduto dall'imperatore Costantino I, il quale intendeva ristabilire la pace religiosa e raggiungere l'unità dogmatica, minata da varie dispute.

Con ampia maggioranza venne accolta la "dichiarazione di fede", denominata "Simbolo niceno" o "Credo niceno", il quale stabilisce la dottrina dell'homooùsion, cioè della consustanzialità del Padre e del Figlio; nega che il Figlio sia creato e che la sua esistenza sia posteriore al Padre; dichiara la nascita virginale di Gesù: "nacque da Maria Vergine". In tal modo l'arianesimo venne negato in tutti i suoi aspetti.

Durante il concilio di Nicea del 325 ci furono altre decisioni. Per esempio, fu stabilita la data per la Pasqua, la festa principale della cristianità. La celebrazione deve avvenire nella prima domenica dopo il plenilunio successivo all'equinozio di primavera, quindi in modo indipendente dalla Pesach (la Pasqua ebraica), stabilita in base al calendario ebraico.
#784
Tematiche Spirituali / Re:Natività
18 Dicembre 2020, 07:17:12 AM
/3

Gli evangelisti Marco e Giovanni non descrissero le circostanze della nascita di Gesù Cristo.

Luca nel suo Vangelo scrisse:

26 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei"
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(Lc 1, 26 – 38)

Gesù nacque dalla giovane Miryam (= Maria), che fu concepita dallo Spirito Santo per far nascere Gesù.


La dottrina della verginità perpetua vuole che Maria sia rimasta vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù Cristo.
Verginità intesa come castità, astinenza dai rapporti sessuali fino alla sua assunzione in cielo.

Il dogma della Verginità perpetua non deve essere confuso con quello dell'Immacolata Concezione, che si riferisce al miracoloso concepimento di Maria nel grembo di sua madre, Anna, senza essere coinvolta dal "peccato originale". Invece, secondo la dottrina cattolica, ogni creatura che si forma nel grembo della donna riceve subito un'anima, che reca il peccato originale, ma viene cancellato con il battesimo.
#785
Tematiche Spirituali / Re:Natività
17 Dicembre 2020, 23:24:12 PM
Grazie Kephas per il testo che hai inserito nel tuo post.

CitazioneComunque quel passo di Isaia non è l'unico a sostegno dell'incarnazione.
Quanto dice Isaia non ha nulla a che fare con l'incarnatio Christus.

Quel "sapiente cristiano" mi sembra che mischi le "carte in tavola".

CitazioneOra se volessimo disquisire teologicamente, dovremmo rispondere che il profeta voleva descrivere una vergine di una purezza perfetta, e di un'innocenza che non è stata mai turbata da un pur minimo pensiero disonesto; è per questo che non poteva usare il termine "betula" che non avrebbe reso l'idea.

Il profeta non voleva descrivere la purezza di una vergine. Egli parlava d'altro.

CitazioneE Maria l'augusta figlia di Davide, è il modello più consono di queste virtù, qualificate giustamente angeliche.

Della stirpe di Davide era Giuseppe, non Maria.

CitazioneE' per questo motivo che in S.Matteo viene usato il termine "parthenos", che esprime appunto pure una verginità interiore.

Parthenos non esprime la verginità interiore.
#786
Tematiche Spirituali / Re:Natività
17 Dicembre 2020, 23:01:00 PM
Ciao Bob.

Hai scritto:

CitazioneOgni storia, ogni evento di cui abbiamo notizia... e persino ogni fatto di cui siamo stati diretti testimoni, ha sempre differenti livelli di lettura.
Si, hai ragione. Negli individui la percezione è variabile ed un evento diventa relativo per ognuno di noi.

CitazioneMa oltre alle diverse interpretazioni razionali, che si possono dare dello stesso scritto o fatto, sono convinto che vi si celi pure un messaggio più profondo.

Perché quell'evento è in se stesso segno, cifra che allude ad altro.

E questo altro non è qualcosa là "fuori" da comprendere, ma è messaggio che ci interroga direttamente. Siamo chiamati in causa in prima persona! È infatti messaggio metafisico.

Nei secoli il clero non sapendo spiegare ai fedeli il male degli  accadimenti (perché Dio ha permesso questo...) si è sempre difesa dicendo ai credenti che il volere divino a volte è misterioso...

CitazioneLe sacre scritture, per esempio, sono sostanzialmente lettera morta. Se le leggiamo con gli occhi della logica razionale. Fiabe mediocri che sfidano la disponibilità a sospendere la nostra incredulità.

Condivido. Oltre che fiabe mediocri, nei testi dell'Antico Testamento  ci sono anche errori storici. E li chiamano "sacri"
La maggior parte delle persone che dicono di essere credenti non leggono i testi biblici, anche perché sono noiosi.

Citazioneche Gesù sia figlio di Dio può essere una "verità" opinabile, difficile da accettare, se lasciata lì, sulla carta del Vangelo.
Ma questa stessa "verità" può essere dirompente se la portiamo alle sue estreme conseguenze: quindi anch'io sono figlio di Dio, figlio unigenito...

Io invece non reputo di essere figlio dell'inesistente Dio, per di più unigenito. :)
#787
Tematiche Spirituali / Re:Natività
17 Dicembre 2020, 22:31:53 PM
Socrate ha scritto
CitazioneMa è importante poi il fatto che Gesù sia effettivamente nato da concepimento verginale? Io direi di NO.  Gesù potrebbe benissimo essere un'emanazione di Dio ed essere stato concepito esattamente come tutti noi, anzi se fosse così lo renderebbe ancora di più un vero uomo.
Inoltre non comprendo lo scopo del tuo post, secondo me lo scopo vero non è smontare il solo fatto che Gesù sia nato da concepimento verginale, ma smontare il Cristianesimo tout court.


Ciao Socrate, per me non è importante in che modo fu concepito Gesù.

Detesto che la Chiesa da circa  duemila anni continui a presentare quella nascita come un fatto storico anziché teologico, sfruttando pro domo sua  nei secoli la credulità popolare.

Non solo la nascita di Gesù ma anche su altre menzogne si sorregge la Chiesa. Perciò vorrei che scomparisse perché ha avuto nel tempo troppo potere, spesso nefasto. 

Sono consapevole che al suo posto emergerebbe un'altra religione;  gran parte dell'umanità ha bisogno di credere nelle divinità, nella giustizia divina, nella vita nell'aldilà, ecc..
#788
Tematiche Spirituali / Re:Natività
17 Dicembre 2020, 11:26:47 AM
/2

Nella Bibbia cattolica (versione C.E.I.) il brano di Matteo riferito al profeta Isaia (7, 10–14) è citato in prospettiva messianica.

Secondo l'evangelista il profeta Isaia avrebbe annunciato la miracolosa nascita di Gesù da una vergine molti secoli prima che il fatto si verificasse...

Dal libro di Isaia: [10] "Il Signore parlò ancora ad Acaz  dicendo: [11] "Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto". [12] Ma Acaz rispose: "Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore". [13] Allora Isaia disse: "Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? [14] Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele" (7, 10-14).

Nella Bibbia ebraica quando viene indicata una vergine si usa il termine "betullah";  la parola "haalmàh" significa "giovane donna", però  nella versione in lingua greca dei Settanta della Bibbia  fu tradotta con "parthenos" (= "vergine"). 


Quella di Isaia non è una profezia riferita al Messia, ma promette ad Acaz (re di Giuda dal 732 a. C. circa al 716 a. C. circa) un segno che il suo oracolo è vero. E' opinione degli studiosi ebrei che la profezia si riferisca a Ezechia, figlio del re Acaz, oppure ad uno dei figli dello stesso Isaia.  Invece Matteo cita l'oracolo di Isaia applicandolo a Gesù Cristo. (Mt 1, 18 – 25). 

Numerosi esperti sono concordi nell'affermare che Matteo per il suo vangelo non utilizzò l'Antico Testamento in lingua ebraica, ma usò completamente o in parte la versione biblica in lingua greca, quella cosiddetta dei LXX, scritta tra  il III e il I sec. a. C..  Se Matteo avesse utilizzato il testo ebraico, avrebbe dovuto rendere più correttamente haalmàh con un termine greco più generico di parqšnoj. 


L'interpretazione, da parte di Matteo, di questo passo di Isaia in modo non conforme al testo ebraico è evidente anche alla Chiesa Cattolica. Ne parlò nel 1996 il pontefice Giovanni Paolo II nell'annuncio della maternità messianica. Ovviamente quel papa non intendeva demolire il dogma della nascita verginale di Gesù da Maria, contraddicendo il vangelo di Matteo, ma considerava la nascita verginale di Gesù caratteristica originale del Nuovo Testamento. 


Gli ebrei non credono che Gesù sia il Messia né il figlio di Dio e non credono neanche al suo concepimento verginale.  Ed io concordo con loro.
#789
Tematiche Spirituali / Natività
17 Dicembre 2020, 11:09:02 AM
Gesù di Nazaret nacque da una vergine.

Nell'ambito del  cristianesimo con verginità di Maria (o concepimento virginale di Gesù) s'intende la dottrina secondo cui, stando alla narrazione dei Vangeli di Matteo (1,18-25) e di Luca (1,26-38), Maria concepì Gesù per opera dello Spirito Santo.

Nei primi due post voglio argomentare sul brano 1, 18–25 del Vangelo di Matteo. 

18 "Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20 Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21 Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
22 Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 24 Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 25 la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù".


Il profeta cui allude Matteo nel versetto 22 è Isaia.

Nel versetto 23 l'evangelista  fa una precisazione che non è caratteristica del suo tipico modo di scrivere:  spiega il significato del nome "Emmanuele" (= "Dio con noi").

In precedenza, nel versetto 21 Matteo scrive  che il figlio che sarà partorito sarà chiamato Gesù (= "Yahweh salva") poiché salverà il popolo dai suoi peccati.


Il profeta ebreo Isaia nacque nel 765 a. C. circa. A lui si attribuisce il cosiddetto
"libro di Isaia", tramandato per secoli come testo scritto da un unico autore, invece è una raccolta di testi elaborati da  più mani in diversi periodi di tempo e di diversa origine.

Secondo gli studiosi, la redazione definitiva del libro avvenne in Giudea nel V sec. a. C.. da parte di un autore ignoto. 

Il tema che ha catalizzato la raccolta unitaria è quello della salvezza divina del popolo denominato Israele. 


Il libro di Isaia è diviso in tre parti: 


Proto-Isaia
(capp. 1–39): 740 – 700 a. C., nel contesto della guerra siro-efraimitica, con esortazioni  alla fiducia in Dio; è la parte del libro attribuita al vero profeta Isaia;

Deutero-Isaia
(capp. 40–55): 550-539 a. C. durante l'esilio a Babilonia di una parte del popolo ebraico;

Trito-Isaia (capp. 56–66):  537 – 520 a. C., dopo il ritorno di una parte del popolo di Israele  dall'esilio a Babilonia; contiene oracoli contro l'idolatria, speranza nella conversione delle nazioni pagane.
#790
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
12 Dicembre 2020, 09:18:04 AM


albero di Natale vicino al presepe in piazza San Pietro (Vaticano)

L'albero di Natale evoca l'albero cosmico, considerato l'asse che unisce l'Ade,  la terra e il cielo.

Per la sua estensione sia verso il basso sia verso l'alto,  numerose antiche popolazioni nella loro cosmologia concepirono l'esistenza di un "albero sacro" come asse del mondo, l'axis mundi che unisce il mondo degli dei a quello terrestre, perciò divinità esso stesso.

Nella mitologia nordica l'albero cosmico è denominato Yggdrasill; in area celtica era simboleggiato dal frassino o dalla quercia. Nel Medioevo fu  successivamente collegato dai credenti cristiani all' abete-albero di Natale.

Nell'Antico Testamento si narra dell'Eden, ambiente sacro dove sono presenti l'albero della vita e l'albero conoscenza del bene e del male.   

L'albero della Vita  simbolicamente è considerato entità cosmica interconnessa secondo una linea verticale di collegamento tra il sacro e il profano.




Il pittore danese Viggo Johansen (1851 – 1935)  nel 1891  dipinse "Silent Night".

È Natale a casa della famiglia Johansen, che balla e canta intorno all'albero di Natale nel soggiorno. La moglie dell'artista Martha è in primo piano tra le sue figlie Ellen e la piccola Nanna.  E' ritratto anche il figlio maggiore Fritz.  Nell'angolo si vede la zia di Martha che osserva.
#791
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
11 Dicembre 2020, 18:53:41 PM
Con la poesia del Pascoli avrei voluto concludere il mio intervento  in questo topic aperto da Eutidemo, anche se ci sono altre cose da dire sulla natività.
Un gentile forumista mi ha invitato a dire anche qualcosa sull'albero di Natale. Ma è off topic,  perciò da cancellare se considerato inopportuno.

Adesso  racconto quel che so dell'albero di Natale...: l'abete, conifera dal portamento maestoso, ha le "foglie" chiamate aghi che sono persistenti nel tempo, perciò quest'albero fu collegato nell'antichità al ciclo annuale della Natura e al solstizio d'inverno, festeggiato come giorno della rinascita del Sole.

L'uso dell'albero natalizio ebbe inizio nel nord Europa.

La primogenitura dell'albero di Natale la pretende la città di Riga, capitale  della Lettonia.

Nel centro storico c'è la piazza "Ratslaukums", sulla quale si affaccia anche il municipio. Nel selciato è stata affissa una lastra disegnata che simboleggia i rami d'abete e nel contempo indica in 8 lingue diverse il punto dove nel 1510, nel periodo natalizio, fu collocato il primo "albero di Natale": un abete addobbato, si dice,  con carta colorata  e mele, poi bruciato come auspicio di prosperità per l'anno successivo.






(sui bordi della petrosa lastra ottagonale c'è incisa in otto lingue la scritta: "Il primo albero di Natale, a Riga nel 1510".)


Ma il preteso primato della capitale lettone è contestato dagli estoni, che credono di essere stati loro nel 1441 ad allestire e addobbare il primo abete  a Tallinn, capitale dell'Estonia, in occasione del mercatino dell'Avvento nella loro città, nella piazza del municipio. Lo sostiene lo storico estone Jiri Kūskemā.


Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase nel nord e centro Europa.  I cattolici la consideravano un uso protestante e solo nello scorso secolo questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico. Da alcuni anni viene allestito pure in Vaticano, in piazza San Pietro, insieme al presepe.

Nel 19/esimo secolo la tradizione dell'albero di Natale fu introdotto negli Stati Uniti d'America da immigrati tedeschi.

E dagli Stati Uniti la moda dell'albero di Natale giunse in Italia dopo la seconda guerra mondiale, anche attraverso il cinema, con  commoventi film.   Questa usanza cominciò a diventare fenomeno di massa verso la fine degli anni '50 dello scorso secolo, in coincidenza con l'inizio in Italia delle trasmissioni televisive, nel 1954.

L'abete e non il pino è il vero albero di Natale. Nell'abete gli aghi sono attaccati a mazzetti, invece nel pino gli aghi sono singoli.
L'abete (vero o di plastica) viene addobbato con sfere colorate, luci, festoni, filamenti color oro e argento che simboleggiano i capelli delle fate secondo leggende nordiche.

Spesso vicino l'albero vengono posate sul pavimento le confezioni natalizie con i regali da offrire ai familiari nel giorno di Natale.

Fra  i numerosi canti natalizi alcuni sono diventati famosi, come l'italiano "Tu scendi dalle stelle", , il tedesco "O tannenbaum", l'austriaco "Stille nacht" (in italiano "Astro del ciel")  gli americani "Jingle bells" e "White Christmas". E' invece di origine irlandese il testo e la melodia del canto"Adeste fideles".
#792


Ciao Socrate, nel tuo post di apertura ti chiedi e ci chiedi se "è normale tutto questo?".
Apparentemente ti possiamo rispondere che non "è normale", se si fa il confronto con la moltitudine.

Non conosciamo il tuo passato per desumere degli elementi per "giudicare". E per dirla con papa Bergoglio, "Chi sono io per giudicare ?".

Comprendi da solo che hai bisogno dell'aiuto di uno psicoterapeuta per fare chiarezza in te.

Se ti poni le domande che ci hai esposto significa che la religione cristiana  non soddisfa la tua solitudine affettiva, il tuo deserto interiore. 

Non possiamo  insegnarti ad amare. L'amore è irrazionale.

Non c'è un modo unico per riconoscere la fase dell'innamoramento.

Hai scritto
Citazionein pratica ho provato vera e forte eccitazione solo nella pornografia e nel vedere immagini di donne dal fisico molto sexy

In questa tua frase vedo che usi la parola "eccitazione", ma la strada dell'amore di coppia non comincia con l'eccitazione, inizia con la reciproca attrazione fisica,  la comunicazione interpersonale, e se l'iter non trova ostacoli si può giungere all'innamoramento, ma ci vuole tempo, pazienza, gentilezza, aiuto reciproco.  Non è "toccata e fuga" come con una prostituta.
#793
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
09 Dicembre 2020, 17:37:42 PM
Li chiamiamo "zampognari" perché di solito vanno in due per le strade della città nel periodo natalizio, ma soltanto uno dei due suona la zampogna, l'altro suona  la "ciaramella", strumento musicale della famiglia degli oboi, popolarmente  denominato "piffero".

Il nome "ciaramella"  deriva dalla parola tardo latina "calamĕllus", che è il diminutivo di "calămus" (= canna).
Giovanni Pascoli dedicò a questo strumento musicale la bella poesia titolata


"Le ciaramelle"  

"Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.

Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne' suoi tuguri
tutta la buona povera gente.

Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
accende il lume sotto la trave;
sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio,
di cauti passi, di voce grave.

Le pie lucerne brillano intorno,
là nella casa, qua su la siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
un piccoletto grande presepe.

Nel cielo azzurro tutte le stelle
paion restare come in attesa;
ed ecco alzare le ciaramelle
il loro dolce suono di chiesa;

suono di chiesa, suono di chiostro,
suono di casa, suono di culla,
suono di mamma, suono del nostro
dolce e passato pianger di nulla.

O ciaramelle degli anni primi,
d'avanti il giorno, d'avanti il vero,
or che le stelle son là sublimi,
conscie del nostro breve mistero;

che non ancora si pensa al pane,
che non ancora s'accende il fuoco;
prima del grido delle campane
fateci dunque piangere un poco.

Non più di nulla, sì di qualcosa,
di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
quel pianto grande che poi riposa,
quel gran dolore che poi non duole;

sopra le nuove pene sue vere
vuol quei singulti senza ragione:
sul suo martòro, sul suo piacere,
vuol quelle antiche lagrime buone!"



In questa poesia Pascoli ricorda la sua infanzia, quegli "anni primi" e il suono delle ciaramelle che evocavano l'imminente festività natalizia, il presepe.
#794
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
09 Dicembre 2020, 15:51:16 PM
Le coppie di suonatori che giungevano a Roma di solito avevano ai piedi lunghi calzettoni di lana di pecora, al posto delle scarpe  usavano le "cioce", con lacci a forma di fettucce attorcigliate sulle gambe; indossavano pantaloni di velluto nero lunghi fino al ginocchio,  giacche di lana di pecora o giacconi di montone,  e sulla testa mettevano un cappello nero, di feltro, di forma tronco-conica avvolto da nastro rosso. Si proteggevano dal freddo indossando il tabarro, il mantello a ruota, in panno pesante o di lana ruvida, di colore nero, allacciato al collo con un fermaglio.  A tracolla il tascapane, utilizzato per metterci il cibo nella prima parte del viaggio verso la città, e gli oggetti per la pulizia personale.

Così apparivano i suonatori di piffero e zampogna, che dall'Appennino centrale  andavano per le strade  della città per suonare le tradizionali melodie natalizie   con  la speranza di ricevere in cambio offerte di denaro. Su prenotazione si recavano anche nelle case e nelle botteghe per suonare e cantare davanti al presepio o alle immagini di Maria col Bambino Gesù. Come compenso ricevevano cibo, dolciumi, denaro.

A Roma e a Napoli gli zampognari giungevano dalla valle del Liri  e dalla Val di Comino  (prov. di Frosinone), dal versante meridionale delle Mainarde, da Scapoli e Castelnuovo al Volturno, frazione del Comune di Rocchetta al Volturno (prov. di Isernia), da Fossalto (prov. di Campobasso).

Nel XIX secolo a Roma gli zampognari venivano chiamati "Li piferari" (i pifferai). Arrivavano nella capitale il 25 novembre, giorno in cui la Chiesa cattolica commemora Santa Caterina d'Alessandria (d'Egitto). Solitamente erano in due, talvolta tre: uno suonava la zampogna, un altro il piffero, il terzo cantava.
 
Per la questua giravano per le vie della città, si fermavano a suonare vicino le edicole mariane diffuse nel centro storico. Ce ne ha lasciato il ricordo il noto pittore romano Bartolomeo Pinelli.


Bartolomeo Pinelli: "Li piferari in Roma"; acquaforte, 1815
#795
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
09 Dicembre 2020, 15:45:07 PM
Ho scritto che l'8 dicembre  in concomitanza della celebrazione dell'Immacolata Concezione la tradizione vuole l'allestimento del presepio e/o dell'albero di Natale, ma  nel passato in quel giorno erano attesi anche  gli zampognari, ormai rari.




Sono chiamati zampognari perché almeno uno del gruppo suona la zampogna, antico strumento musicale. Il suo nome deriva dal latino "symphōnĭa" che significa armonia, consonanza di suoni. Le canne sono collegate ad un otre di pelle nella quale il suonatore insuffla l'aria.




Nell'antichità la zampogna era diffusa nel Vicino Oriente e in altre località del Bacino del Mediterraneo.
Nel Libro del profeta Daniele la zampogna  è citata col nome in aramaico: "sumponyàh".
In epoca romana le lunghe marce delle legioni erano accompagnate dal suono di vari strumenti musicali, fra i quali  la  zampogna derivata dal flauto di Pan, denominata In latino "utriculus" o "tibia utricularis".
Nel Medioevo e in epoca moderna la zampogna venne diversificata in varie tipologie territoriali, una delle quali è la cornamusa scozzese ("great highland bagpipe"), di quattro diversi tipi.  Veniva usata anche durante le battaglie.