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Messaggi - Ipazia

#7816
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
19 Dicembre 2018, 12:33:29 PM
Citazione di: Phil il 19 Dicembre 2018, 12:11:57 PM
Se parliamo di etica, l'aggettivo «realistico» mi pare in netto fuorigioco; ...

Questa è la maledizione del pensiero occidentale. L'etica, per funzionare, deve incarnarsi. In tal senso il pensiero orientale è decisamente più "realistico", malgrado tutto la sua accentuazione sull'"apparenza". Col risultato che l'apparenza orientale dimostra all'atto pratico, nei comportamenti, una risposta sociale maggiore del "pragmatismo" occidentale, infarcito di ideologismi occultati e mascherati.
#7817
Mi associo all'invito di InVerno di continuare la discussione sulla "naturalezza" e "archetipicità" della diseguaglianza capitalistica al link indicato.
#7818
Certo che se si continua a portare acqua con le orecchie al capitalismo "selvaggio" più che di MODERAZIONE c'è bisogno di "MISTIFICAZIONE". Il populismo sovranista è una risposta emergenziale e limitata al capitalismo globale. Una risposta che confrontandosi con le proprie contraddizioni fa emergere sempre più la natura irreversibile e irredimibile del capitalismo e quindi promuove risposte più incisive.
Piuttosto che social-liberismo niente ...
#7819
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
19 Dicembre 2018, 10:01:16 AM
Citazione di: Phil il 17 Dicembre 2018, 16:12:51 PM
... ecco il dovere morale inteso all'occidentale...
Certo, nel buddismo tale bene-volenza coincide con la volontà "illuminata", che non può non volere ciò che una discriminazione (pre-illuminazione) definirebbe come «bene»; tuttavia, proprio tale volere compassionevole, in quanto tale, non è di fatto né indifferente né neutro.

Estinguere la propria sofferenza (dovuta all'attaccamento), non comporta estinguere anche l'attaccamento alla sofferenza altrui? A questo punto, illuminati e consapevoli della "ruota del karma", perché la sofferenza altrui non ci potrebbe anche lasciare indifferenti e neutrali? Il voto di salvare tutti gli essere senzienti è una missione tutt'altro che indiscriminante e impersonale...
Se estinguiamo anche questo ulteriore attaccamento (alla sofferenza altrui), il mondo ci sarà indifferente e noi saremo indifferenziati dal mondo; l'etica sarà allora solo un "gioco di società" fra esseri senzienti e differenzianti; gioco che ci lascerà... indifferenti  :)

Il "dovere morale inteso all'occidentale" non è univoco. Basti pensare alla teoria della predestinazione fiorente in ambito protestante che "neutralizza" l'altrui malasorte introducendo un fondamento morale simile al karma.

In ambito giapponese (buddista-scintoista) l'altruismo va dosata per non porre in una vergognosa (haji) condizione di obbligo (on) il beneficiato. Il che sarebbe ancora peggio dell'indifferenza.

Mi pare che la posizione buddista descritta da Sari sia più realistica di quella evangelica che, anche in occidente, appartiene più alla teoria che alla prassi. Divaricazione che aprirebbe un vaso di Pandora sull'uso mistificante della teoria nel pensiero occidentale.

#7820
Citazione di: baylham il 18 Dicembre 2018, 14:43:56 PM
La teoria dell'evoluzione è perfettamente falsificabile: basta il ritrovamento di un fossile di un vivente che non sia collocabile nell'ordine della storia dell'evoluzione. Se per esempio si trova un fossile di un ominide databile prima della comparsa dei primati allora l'intera teoria dell'evoluzione darwiniana crolla miseramente.

Questo potrebbe essere e finora non è accaduto. Ma anche se accadesse potremmo benissimo essere una razza di primati a sè. Con un ramo evolutivo indipendente dalle altre specie conosciute di primati. Vero è che la fatidica discendenza dalla scimmia sarebbe falsificata. Ma tutto il resto no.
#7821
Citazione di: viator il 18 Dicembre 2018, 12:59:09 PM
Salve Ipazia, briosa conversatrice purtroppo non troppo democratica.

Non sono ancora riuscito a capire quale filtro dialettico, certamente appunto poco democratico, tu hai deciso di usare nei tuoi interventi.

Male feci a non inziare per tempo una raccolta di tue locuzioni, citazioni in lingua originale, motti, latinismi, siglature, iniziali per iniziati acculturati.

LW per Wittgenstein, FN per Nietzsche, KM perMarx,  FE per Engels, SB per Berlusconi.........latino, tdesco........, tutto ciò mi sembra un modo di esprimersi più elitario che bonariamiente popolaresco.

Io, che non sono l'ultimo degli ignoranti bensì - con grande sforzo - son riuscito a divenirne il penultimo, ti confesso che trovo ogni tanto irto di ciottoli appuntiti il mio percorrere la tua prosa. Benevoli saluti.

Ti svelo un segreto. La citazione di LW (lo scrivo così per non perdermi qualche lettera per strada, così pure FN) in lingua originale ha solo un carattere magico. Un estremo incantesimo nella speranza che la formula in lingua originale (perchè così funzionano le formule magiche) sortisca quell'effetto che la traduzione italiana pare non sortire.

Ho omesso la traduzione per scaramanzia, sapendo comunque che i nostri validi internauti ci avrebbero messo meno che niente a trovarla da soli.

#7822
Engels ne ha parlato esaurientemente nell' Origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato.

In una specie marcatamente sociale come l'uomo, con una precoce divisione del lavoro sociale, l'avvento di caste fu praticamente inevitabile. Eppure abbiamo esempi anche recenti di comunità umane come i nativi nord americani e gli aborigeni australiani in cui la comunità rimase sostanzialmente egualitaria fino a che venne spazzata via dai colonizzatori europei.

Il primo elemento di diseguaglianza fu probabilmente la guerra tra comunità diversa e la riduzione in schiavitù dei perdenti. Poi subentrò la divisione del lavoro all'interno della comunità con le alleanze tra caste al fine di sottomettere una parte della popolazione concentrando la ricchezza e il potere nelle caste superiori. Il processo avvenne quasi ovunque con grandi similitudini: Europa, Asia, popoli andini. Guerrieri, sacerdoti (e intellettuali vari) e masse di lavoratori. La coalizione di guerrieri (aristocrazia) e sacerdoti contro i lavoratori è la prima grande cesura che porta all'ineguaglianza sociale. La differenza la fa la mera violenza: la disponibilità di una forza armata. Su questa differenza si sono retti tutti gli imperi antichi fino ai nostri giorni.

Anche il potere economico, ma solo in quanto strumento di acquisizione di un potere militare, ha saputo svolgere funzioni di dominanza sociale. Oggi pare che possa permettersi di mantenere l'ineguaglianza sociale anche senza i militari. O, più precisamente, la borghesia compradora si è comprata eserciti e politici per cui, pur continuando ad aver bisogno della forza militare (Libia, Iraq, Siria, Palestina) è perfettamente in grado di gestirla in prima persona. Anche attraverso lo strumento già vincente in epoca rinascimentale dei mercenari (contractors e squadroni della morte).

Quindi direi che la diseguaglianza, nata con la primissima divisione delle funzioni sociali, gode tuttora di ottima salute.
#7823
Prendo atto del richiamo di InVerno. Sì è questa la discussione giusta  ;) Ma anche il senso etico della spesa pubblica, soprattutto quando l'interesse privato (capitalismo) è tutto lanciato verso la diseguaglianza.
#7824
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
18 Dicembre 2018, 11:30:07 AM
Caro Sariputra condivido pienamente il tuo lutto. Non è andata meglio ai miei pacifici giganti sul versante della Val d'Assa tra Riviera e Vezzena. Però la resistenza di qualche larice, ancora ben saldo sulle radici, piegato, ma non spezzato, dal peso degli abeti crollati e la strafottente indifferenza di tanti faggi e carpini mi dice che in quei boschi pseudoscandinavi c'era qualcosa di sbagliato, deciso dalle stesse motoseghe che ora corrono ai ripari.

La natura ha parlato con l'unico Grande Spirito di cui dispone, il Vento. Augh. Non resta che ascoltarla e rifare boschi più robusti di quelli che nell'ultimo secolo abbiamo, pensando solo al nostro utile immediato, coltivato.
#7825
Citazione di: baylham il 18 Dicembre 2018, 10:17:20 AM

Insisto su questi aspetti perché rivelano quanto il capitalismo abbia dei caratteri radicati nella biologia e nell'ecologia che altri sistemi economici non hanno. Queste caratteristiche biologiche spiegano la sua persistenza, la sua adattabilità, la sua resilienza.

Ma anche no, perchè il capitalismo ha stravolto il principio etologico legato alla proprietà dei mezzi di produzione, espropriando sempre più il legittimo proprietario di quei mezzi attraverso la scissione tra produttore e capitalista. Questo fatto Marx lo spiega magistralmente nel primo libro del "Capitale" in cui si narra la disfatta del libero contadino e artigiano inglese divenuti schiavi salariati di un capitalista che si è appropriato delle loro terre ed ha ridotto ad articoli da museo i loro ferri del mestiere.

Steinbeck lo mostra magistralmente in "Furore" e Bilderberg lo sta generalizzando su scala globale oggi. La divaricazione tra produttori e proprietari dei mezzi di produzione aumenta sempre più. E sempre più antiche figure di "liberi" lavoratori e piccoli imprenditori precipitano nella palude della proletarizzazione in cui si fatica a sopravvivere anche vivendo solo per lavorare.

Cosa ci sia di biologico in tutto ciò solo Dio Capitale lo sa.
#7826
Citazione di: Il cercatore il 18 Dicembre 2018, 00:16:58 AM

Ultima osservazione: c'è modo per il scienzato moderno di dire che l'approccio scientifico non mira al vero o almeno al verosimile? Dunque, anche lì, il sistema di pensiero "scientifico" non si sottrae in un certo qualmodo al principio di falsificabilità? Secondo me, questo principio non può bastare, da solo, a fare di criterio per definire quel che è scientifico o no, anche se rimane importante.

Il principio di falsificabilità si applica perfettamente alle scienze dure, sperimentali. Un po' meno bene alle scienze umane. Non per una opinabilità delle stesse, ma perchè le variabili sono quantitativamente superiori e sconfinano con l'ignoto. Basterebbe la comparsa di opere perdute della classicità per rivoluzionare la nostra concezione di quell'epoca, asseverando, ma anche falsificando, a raffica.

Sulla psicoanalisi l'argomento da te portato mi pare debole (il doppio, triplo, cieco lo aggirerebbe). Il problema della psicoanalisi è piuttosto la difficoltà di realizzare esperimenti cruciali e risolutivi.

L'evoluzionista darwinista è falsificabile con difficoltà intermedie tra scienze fisiche e umane.

Sulla cosmogonia: mentre il big bang è un punto zero a cui si risale attraverso argomenti scientifici desunti dall'osservazione astronomica, quello che c'era prima - allo stato attuale dei rivelatori scientifici - è solo prodotto di immaginazione umana e pertanto del tutto non falsificabile. Quindi, dal pdv scientifico, ricade totalmente sotto il celebre punto 7.0 del Tractatus di LW, che nella sua formulazione originale recita:

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
#7827
Nessun problema viator. Anche il rischio dell'imprenditore è mitologia. Il capitalismo moderno si è assicurato bene contro il rischio: privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite. Assicurazione assoluta se si è too big to fail. Concetto relativo di big in Italia. Basta essere ammanicati bene con la politica. Assicurazione relativa se si è più piccoli *: si rischia solo il rubato sul lavoro altrui, mentre chi lavora rischia la pagnotta tutti i giorni. Chi rischia di più ?

* Il rischio dei piccoli si è ridotto a zero con le professioni atipiche. Ormai a rischiare è solo il lavoratore individuale dipendente o a partita iva. L'imprenditore è scomparso dall'area di rischio e si limita a prendere appalti per lavori che eseguiranno gli schiavi del mercato. La stessa ristrutturazione della produzione, commercializzazione e servizi sta riducendo il rischio al pony individuale contrapposto a catene economiche tipo Amazon too big to fail. Perfino i taxi hanno la loro Amazon. Ormai l'unico rischio per il capitalista è finire a piazzale Loreto appeso per i piedi. Ma assai remoto.
#7828
L'oggettività - o meglio intersoggettività - della bellezza corporea umana si mostra nella persistenza della statuaria greca come modello. Il corpo dell'atleta e della dea nelle sue giuste proporzioni. Il girovita ha una sua variabilità, ma, di fronte alla nuda veritas, quella variabilità si assottiglia di molto. L'oggettività - oggettiva nella sua animalità - sta nella pienezza di vigore fisico e salute contenuti nel corpo dell'atleta. Oggettività che finalmente, dopo cinquantamila generazioni umane, anche le donne, non ovunque, hanno conquistato.
#7829
Citazione di: Socrate78 il 16 Dicembre 2018, 22:55:43 PM
Dire invece che il progettista è la "natura" non regge molto, poiché la natura non è qualcosa di dotato di coscienza, è semplicemente l'insieme degli esseri esistenti.

Si tratta di una metafora. Utile a circoscrivere il possibile alle leggi naturali. Tutta la genetica basata sul dna ne è la fin qui inconfutata dimostrazione. Essa stessa stabilisce che NOI SIAMO ANIMALI. Evoluti e coscienti come lo sono molte altre speci animali. Noi un po' di più perchè abbiamo sviluppato la nostra autocoscienza e le facoltà intellettive superiori grazie a particolari conformazioni anatomiche come la postura eretta, la morfologia degli arti superiori, e specifici organi di fonazione. Tali conformazioni hanno permesso uno sviluppo delle abilità tecniche (che ogni animale possiede quando realizza la sua tana) comunicative (idem: la vita di branco) molto oltre il livello degli animali superiori sviluppando parimenti la CPU cerebrale fino ai livelli evolutivi attuali.

Purtroppo questa evoluzione cerebrale ha debordato fino all'invenzione di un mondo dietro il mondo popolato di numi. Il che conferma il sacro dogma: impossibile avere la botte piena e il marito ubriaco.
#7830
La bellezza dell'essere ?

Citazione di: F.Nietzsche - Frammenti postumi 87-88
14 [93] ... Critica del concetto di «mondo vero e mondo apparente››. Dei due, il primo è meramente fittizio, formato con cose meramente immaginarie. L'«apparenza›› appartiene anche alla realtà: è una forma del suo essere, cioè in un mondo in cui non c'è un essere, è possibile creare un certo mondo calcolabile di casi identici solo mediante la parvenza: un ritmo in cui siano possibili osservazione e confronto, ecc. L'«apparenza» è un mondo accomodato e semplificato, in cui hanno operato i nostri istinti pratici: esso è per noi perfettamente vero: cioè noi viviamo, possiamo vivere in esso...

Insomma il nostro FN ci spiega perchè l'apparire ha tanto più successo dell'essere. Perchè è più reale, meno opinabile. L'esito del duello è già deciso in partenza. E questo porta ancora più acqua al molino della bellezza, alla sua fatale eticità, al sostegno energico che la bellezza riesce a dare a qualsiasi essenza ed essente, indipendentemente dal suo grado di illusorietà. Parigi val bene una messa e scommettere su dio conviene: ci penserà la grandiosa polifonia sacra o l'ipnotico mantra a convincere gli indecisi.

Mutatis mutandis, il paradiso secolarizzato: il Centro Commerciale e il suo Verbo pubblicitario. Ogni epoca ha l'apparire che si merita. E l'essere ? Mah.