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Messaggi - Ipazia

#7906
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
23 Novembre 2018, 08:49:39 AM
Citazione di: 0xdeadbeef il 22 Novembre 2018, 21:16:33 PM
...
A mio modo di vedere non c'è traccia alcuna di critica, ma solo una, diciamo, sistemazione concettuale per meglio inquadrare il
discorso dell'evolversi storico dei concetti di soggetto e oggetto.
Se poi uno la prende come uno: "scherza coi fanti e lascia stare i santi" allora beh, è un'altro discorso.
saluti

E' proprio questa sistemazione concettuale che non rende onore alla "verità" marxista nella relazione tra soggetto e oggetto. L'errore interpretativo più evidente è quello cui ho risposto nel post precedente, ma la materia concettuale richiede un approfondimento, anche per non illudersi che si possa chiudere la faccenda così, per quanto ci si avvicini di più alla verità:

Citazione di: Lou il 22 Novembre 2018, 18:28:54 PM
Sul materialismo storico, beh per quanto mi riguarda sono anche le idee a fare la storia e Marx tutto sommato è figlio, sebbene edipico :P, dell'idealismo.

Essendo Lou, tutto sommato, figlia legittima dell'idealismo, trascura la quantità di scienza materialistica, - martello, scalpello e dinamite - necessaria per decostruire la dura materia in cui il puro spirito umano tende a cristallizzarsi.

Tornando a Marx, fin dall'origine il suo pensiero individua un soggetto incosificabile nella classe (... tutta la storia è storia di lotta di classi...) cui si oppone dialetticamente un oggetto potente nella struttura economico-politica storicamente data. Ma quanto oggetto è questo "oggetto" ? Il merito di Marx, partendo dalla teorie sul valore-lavoro dell'economia classica, è di avere totalmente destrutturato questo oggetto nei suoi elementi soggettivi costituiti dalle relazioni umane che hanno determinato quei rapporti di produzione. Quindi la sintesi marxiana riporta la storia dalla parte del soggetto, contro le velleità oggettivistiche dell'ideologia economica capitalistica che da lì non si è mai schiodata e costituisce il suo dogma più irrinunciabile.

Laddove Lou glissa è sulla natura materica di tale decostruzione, che non avviene certo per merito delle acrobazie dialettiche dello Spirito hegeliano, ma col sangue, sudore e lacrime del soggetto decostruente e con la dura, atomica, resistenza dell'oggetto reificato da decostruire. L'energia in gioco (altro che nicciana volontà di potenza  ;D ) è corrispondente alla famosa formula di Einstein e, dopo la decostruzione, altrettanto titanica è la ricostruzione senza la quale non si mantiene alcuna comunità umana. Qui la materia - l'oggetto - torna sovrana, ma si vince la scommessa antropologica se la si mantiene nella trasparenza (glasnost) delle relazioni umane che la compongono. Cosa del tutto impossibile per l'Economics borghese, qualunque sia il processo di riforma adottato.

(L'avversario non sta certo a guardare e dimostra, oggi più che mai, scienza e sapienza nel decostruire praticamente (ricomposizione di classe su scala globale), teoricamente (la fine della storia di Fukuyama) e scientificamente (finanziarizzazione dell'economia e uso della tecnoscienza nella produzione) il soggetto avverso, disinnescando così il processo rivoluzionario, ma, restando nel campo teorico, il materialismo storico continua, antiscientisticamente, a rendere trasparenti i rapporti tra soggetti umani all'interno delle forme costituite, oggettivate, del divenire storico)
#7907
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
22 Novembre 2018, 21:38:41 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 22 Novembre 2018, 21:16:33 PM


"In particolare ciò è evidente nell'Idealismo, a cominciare con l'"io" fichtiano fino ad arrivare ad Hegel, il quale sentenziando la sintesi di reale e razionale di fatto sentenzia la sintesi di soggetto e
oggetto (una sintesi, in Hegel, che coincide con il soggetto laddove nel "materialista" Marx, che "rovescia" Hegel, coincide nell'oggetto).
Nessuna polemica di bottega. E' che questa sussunzione totale (sintesi) del soggetto all'oggetto in Marx é una lettura sbagliata. La dialettica tra soggettività e oggettività permane ed è coerente con la centralità del soggetto rivoluzionario concretizzato dal leninismo.
#7908
Concordo pienamente. E' il negativo, la morte (quel che ne consegue, perché l'atto di morire é ancora un momento della vita), a riempire di senso la vita. A maggior ragione per chi non crede nell'aldilà. Fossimo immortali (sul serio) il senso della vita sarebbe totalmente differente.
#7909
Attualità / Re:IL POPOLO (secondo Conte)
22 Novembre 2018, 20:58:58 PM
@ viator

Hai dimenticato quello più importante: il potere economico-finanziario, che controlla tutti gli altri poteri e che nessuno vota perché, come cantava Gaber, si fa tutto da sé.
#7910
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
22 Novembre 2018, 20:19:06 PM
L'oggetto del contendere è che il materialismo storico non ha nulla da spartire con la cosificazione nichilistica del soggetto sub specie capitalis e con la mimesis della cosa risultate in individuo la cui onnipotenza apparente è solo la mascheratura del nulla. Sulla denuncia di questo nichilismo caratteristico della modernità Marx ha molto da sparire con Nietzsche. I punti di vista sono complementari e l'uno corregge l'altro quando si tratta di approfondire l'eziologia e stabilire la cura per la patologia sociale in cui siamo immersi.
#7911
Attualità / Re:IL POPOLO (secondo Conte)
22 Novembre 2018, 16:27:31 PM
Se non c'è alternativa, vuol dire che arrivato il momento di cambiare "questo mondo qua", lasciandolo al suo paranoico destino.
#7912
Attualità / Re:IL POPOLO (secondo Conte)
22 Novembre 2018, 13:40:32 PM
Citazione di: cvc il 22 Novembre 2018, 12:49:04 PM
Significa che il popolo non è in grado di giudicare se il reddito di cittadinanza sia un bene per l'Italia o per l'economia in generale. Il popolo giudica solo che è un bene per lui che ne beneficia. Le idee devono essere proposte da persone competenti e non da chi tasta la pancia del popolo e agisce di conseguenza. Che si spieghi allora in modo convincente come il reddito di cittadinanza risolleverà la crescita e diminuirà il debito negli anni futuri.
Sicuramente il reddito di cittadinanza sarà un bene per chi ne ha bisogno. Produrrà una crescita delle retribuzioni visto che diminuiranno i lavoratori disposti a farsi schiavizzare. Quanto al debito: comincino a pagarlo coloro che usano i servizi pubblici senza pagarli, gli evasori fiscali. Li sì ci vorrebbe Robespierre, i tribuni del popolo e la ghigliottina. Ma l'Ancien Régime di Bruxelles si oppone e pensa che il debito debbano pagarlo coloro che hanno sempre pagato, inasprendo ulteriormente le loro condizioni di vita e le condizioni di schiavitù: redditi bassi e vita lavorativa interminabile.
#7913
Attualità / Re:IL POPOLO (secondo Conte)
22 Novembre 2018, 12:24:26 PM
Citazione di: cvc il 22 Novembre 2018, 11:57:45 AM
Ma la democrazia di cui qui si parla è quella particolare forma che risponde al nome di democrazia diretta. La democrazia è sempre stata rappresentativa perché il popolo non può rappresentare se stesso rivolgendosi a se stesso se non si vuol cadere in un discorso circolare. Il popolo deve avere chi lo rappresenta e ha il diritto di premiarlo o punirlo col voto.

Questa proprio non l'ho capita. Che una comunità amministri se stessa mi pare il minimo sindacale della polis. La democrazia diretta è la forma naturale di amministrazione di una piccola comunità. Quella rappresentativa è il dispositivo necessario quando la democrazia diretta diventa inapplicabile per le dimensioni fisiche e territoriali della comunità.

Citazione di: cvc il 22 Novembre 2018, 11:57:45 AM
Ma qui siamo alla realizzazione della profezia di Grillo. I politici non servono più a nulla se non a confezionare le varie problematiche ai milioni di politici da tastiera (il popolo) i quali decidono inopinatamente le sorti della politica. Non ci sono politici con delle idee che cercano di persuadere il popolo a votarli, ma dei meri esecutori delle volontà popolari, umili servi del popolo incapaci di avere un'opinione propria che non sia compiacente della massa che li vota. Questa democrazia comincia ahimè a non piacere più.

La rete ha indubbiamente ampliato le possibilità pratiche della democrazia diretta. Che i delegati siano sempre revocabili, e con vincolo di mandato, appartiene al giusto istinto del popolo fin da tempi remoti per garantirsi contro degenerazioni oligarchiche. Purtroppo in un sistema fortemente oligarchico ed eterodiretto come quello attuale la rete taroccata è sempre dietro l'angolo e quindi anche questa potenzialità di democrazia va guardata con razionale, non demonizzante, sospetto. In altri termini: va gestita. E chi la gestirà meglio vincerà. Magari, pur avendo tutti i poteri reali contro, il popolo. Chissà ...
#7914
Caro sgiombo è la solita storia della buca in cui si precipita guardando il cielo. Che nel caso specifico è quello delle telecomunicazioni in Italia. Un'indagine statistica, con tutte le approssimazioni e bias del caso, sui forum che trattano la questione, ti avrebbe consigliato di stare alla larga da Wind (se non abiti in centro a Milano).  Penso che anche Hume avrebbe fatto così.  :P
#7915
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
22 Novembre 2018, 11:25:09 AM
Citazione di: 0xdeadbeef il 21 Novembre 2018, 17:42:05 PM

Ciao Ipazia
Non sono convinto di aver colto appieno quel che vuoi dire ma provo ugualmente a rispondere...
E chi dice che soggetto "vale" più di oggetto? A parte il significato del termine "valore", io sto piuttosto dicendo
che il soggetto ha, nella contemporaneità, "assorbito" e ridotto a sè l'oggetto (anche se questo, naturalmente, avviene
più che altro nell'inconscio, nelle "profonde strutture del pensare").
L'oggetto però resta eccome. Anzi, da un certo punto di vista continuiamo tutti a pensare il mondo all'antica, cioè come
un mondo di oggetti. A tal proposito, basti l'esempio del dilagante "scientismo", il moderno positivismo che, dimentico
della relatività, sta elevando gli enunciati della scienza a dogmi indiscutibili.
Con quella che a parer mio è una efficace espressione, Severino chiama questa (apparente) contraddizione "ricostituzione
dell'inflessibile" (una ricostituzione inevitabilmente destinata allo scacco).
Ecco quindi spiegato (spiegato per modo di dire, perchè la mia è solo una brevissima sintesi) il motivo per cui un giudizio
inteso come "oggettivo" vale più di un giudizio inteso come soggettivo.
Come sempre Severino spiega, il "sottosuolo filosofico degli ultimi 200 anni" ha demolito (per Severino definitivamente, io
invece non ne sarei così sicuro) qualsiasi "oggettività", cioè qualsiasi "verità" così come intesa dalla tradizione
filosofica. E ciò che rimane non può che essere il "soggetto", la cui volontà, laddove raggiunga la potenza attuale,
decide cosa è oggettivo e cosa non lo è (cioè decide sulla "verità" e sulla "falsità").
saluti

Tutto questo ragionamento resta fisso alle categorie di soggetto e oggetto, sfiorando appena gli attributi di soggettività e oggettività e inquadrando in un fantomatico, non meglio identificato, oggetto a latere, gli attributi ultraideologici, de-compositivi e mistificanti di soggettivismo (individualismo) e oggettivismo (scientismo), ovvero i pilastri della koinè capitalistica, che trasforma il soggetto in individuo alla mercè di una oggettivistica verità che lo riduce, neutralizzandone ogni elemento soggettivo, a cosa materiale (das Ding) mercificabile e sezionabile.

Il mio richiamo a quella che sarebbe meno arcano chiamare cosificazione, piuttosto che reificazione (Verdinglichung), esprime appunto il richiamo ai diritti del soggetto contro ogni forma di alienazione. Tale prospettiva antropologica, fino allora inedita sul soggetto e l'oggetto, deriva proprio dal materialismo storico che riconduce oggettivamente il divenire ai suoi soggetti reali, mai riconosciuti dalla retorica oggettivistica - cosificante nel concetto di gregge, massa inerme, nell'indifferenziato produttore-consumatore della contemporaneità - dominante nella storia e nella sua versione tecnoscientifica ufficiali. Non capire gli elementi umanistici della concezione materialistica della storia è tipico del misunderstanding strumentale del marxismo di cui anche tu ti fai, non so quanto consapevolmente, interprete.
#7916
L'induzione statistica ha vari gradi di affidabilità e il calcolo degli errori aiuta a determinarlo. Ma, in barba a chi la nega, continua a determinare il taglio di vestiti e scarpe che l'industria dell'abbigliamento affida al mercato nella previsione, fin qui fondata, che il 99 e rotti percento di essi troverà un corpo umano idoneo ad indossarli. Risolvendo anche il resto del problema con l'abbigliamento su misura.
#7917
Da WP

Ethos (ἦθος) è un termine greco (il cui significato, in origine, era "il posto da vivere") che può essere inteso in diversi modi. Può significare "inizio", "apparire", "disposizione" e da qui "carattere" o "temperamento". Dalla stessa radice greca deriva il termine ethikos (ἠθικός) che significa "teoria del vivere", da cui il termine moderno etica. Con ethos popolare, nella sua accezione hegeliana e moderna, può intendersi l'insieme di quei valori e quelle norme, di quei codici di comportamento i quali, interiorizzati dall'individuo in funzione della sua integrazione sociale, costituiscono e determinano la disposizione, il carattere, il temperamento culturale di una data popolazione.

Da Treccani

mores: nel diritto romano, antiche consuetudini, di matrice per lo più rituale, che regolavano ogni aspetto della vita cittadina, tanto sul piano religioso quanto su quello profano. Per lungo tempo rappresentarono l'unica fonte del diritto ed erano tramandati oralmente, di generazione in generazione, con la convinzione che solo attività compiute nello scrupoloso rispetto di essi potessero acquisire un qualche rilievo, sul piano giuridico. Custodi dei m., della loro memoria e della loro preservazione nel tempo, erano sacerdoti patrizi esperti di usi rituali, i pontifices, che presto ne monopolizzarono lo studio e l'interpretazione, anche al fine di apportarvi gli aggiornamenti indispensabili a disciplinare i nuovi casi che l'evoluzione della dinamica sociale poneva all'attenzione.

L'individuo è un'invenzione moderna, così come l'etica/morale individuale. Ritengo più corretta, sia storicamente che sostanzialmente, l'accezione antica che correla, senza resto alcuno, l'etica/morale individuale al contesto sociale che la produce. Solo in chiave sociale ha senso il discorso etico, intersoggettivo dalla testa ai piedi. All'individuo rimangono 7 miliardi di gusti diversi, ma le etiche/morali su cui questi gusti si incardinano sono indipendenti da lui. Negare il l.a. e postulare un'etica individuale è un ossimoro "assoluto".
#7918
Citazione di: paul11 il 21 Novembre 2018, 22:30:09 PM
...
Se si pensa che vi sia un senso, il nostro comportamento ne viene influito.
Si può scegliere che non vi sia un senso e "lasciarsi vivere",che è una forma di oblio.

La libertà è un'altro grosso problema.Liberi da che cosa(negativa), liberi per che cosa(positiva)?
Questa società contemporanea in teoria è la più libera: un gran "casino"

La libertà è l'indicatore del senso della vita. Anche una vita obliata, apparentemente senza senso, lo riacquista all'istante mettendola in gabbia: il senso sta fuori dalla gabbia. Vale per ogni animale incluso l'umano. La cui specificità è la creazione di gabbie mentali. Così perfette da non apparire neppure gabbie e così abili da mascherarsi nel loro opposto. Va bene chiamare in causa le istituzioni che hanno prodotto la civiltà: esse danno un senso, ma quale ? Anche qui è sempre il negativo a illuminare il senso della vita. Nella vita antica stava fuori dal binomio astieniti-prega, nella moderna sta fuori del - perfettamente omologo - binomio lavora-consuma.
#7919
Il senso della vita é viverla.
#7920
 Sì, stocasticamente. Sorry  :-\