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Messaggi - Ipazia

#796
Elogiando pure la soluzione teistica di una fattispecie che ha fin da subito un carattere giuridico ed etico in diretta relazione col bene e col male.

Nessuna religione avrebbe avuto successo se avesse imposto all'umano la parte del burattino. Si è giocato con la predestinazione, ma come piano B. Il piano A è quello della responsabilità individuale, con premio e castigo al seguito.

Vale pure per le religioni orientali in cui l'errare condanna al samsara e la via eticamente corretta porta al nirvana.

Tutta un'elaborazione teorica utilizzabile anche in ambito di etica laica (Arendt, Primo Levi,..), a scanso di burattini criminali.
#797
Cosa c'entra la definizione "meccanica quantistica" col principio di indeterminazione di Heisenberg. 

Perche "meccanica" e perchè "quantistica" ?

Mica hanno fatto un referendum per il nome più pittoresco ! Per quanto siano pittoreschi molti che ne parlano.
#798
Il fato sta a chi nega il libero agire come la responsabilità individuale sta a chi lo afferma.

E, secondo ragione, in tribunale si segue ancora la scemenza seconda linea di pensiero.

Concordando pure con Pio in sede non teologica, ma esistenziale umana.
#799
Citazione di: Pensarbene il 16 Marzo 2024, 16:33:13 PML'entanglement quantistico è un fenomeno non cinetico:
Non è un processo cinetico in cui una particella influenza l'altra attraverso una forza o un'onda
Immaginate di avere due fotoni entangled e di misurare la polarizzazione di uno. Se la polarizzazione è verticale, sappiamo(!!!) istantaneamente che la polarizzazione dell'altro fotone sarà orizzontale, indipendentemente dalla distanza tra di loro.
NON ESISTE ALCUNA CINETICA NELL'ENTANGLEMENT, nè discreta ne classica.

polarizzazione verticale e orizzontale, inversione spin elettroni del duetto: cinetica di onde e particelle.

La "quantistica", nasce semanticamente dal salto degli orbitali atomici degli elettroni, fenomeno squisitamente cinetico. Poi il termine si è esteso a tutti i fenomeni subatomici facendo una bella maionese semantica ad usum vili.

Oggi si intende tutta la fenomenologia subatomica, ma la "meccanica" originaria è riferita al salto quantizzato di orbitale degli elettroni atomici. Termine squisitamente fisico per scippare l'atomo ai chimici, che si fermano alle reazioni tra atomi e molecole.
#800
Si chiama "meccanica" perché tratta la cinetica delle particelle subatomiche, "quantistica" perché le transizioni non sono continue, ma discrete: natura facit saltus. Quindi si eseguono misure per "quanti" di transizione tra i vari stati possibili.

Che la natura faccia salti non autorizza i salti mortali dell'immaginario patafisico e  il chiacchiericcio acchiappa clic in rete.
#801
Citazione di: daniele22 il 16 Marzo 2024, 07:35:45 AM... Avrebbe quindi un bel da dire Ipazia che i riscontri oggettivi in tante pagine di discussione hanno portato all'emersione di una libertà relativa. Quasi tutti credono infatti di avere una libertà relativa e pure scontrandosi aspramente l'uno contro l'altro sembra infine che si sia giunti ad un accordo quando invece l'accordo c'era già ... ah ah ah ah aaaaah!.

C'era nei fatti. Che si possono complicare a piacere, ma posti di fronte a qualsiasi tipo di scelta finiamo con esercitare la libertà di agire, assumendoci la responsabilità della nostra decisione. Posizione decisamente meno illusoria e infantile che incolpare il fato.

CitazioneIl problema posto sarebbe infine un falso problema per una impossibilità gnoseologica tale e quale a quella che la fisica quantistica ha messo in evidenza per il mondo subatomico.

Argomento difficilmente risolutivo in un processo per omicidio.
#802
L'evoluzione umana è meno casuale dell'evoluzione naturale perché ha posto la ragione induttiva (con tutti i suoi limiti) al posto del caso.

In tal senso la contrapposizione con la fede mistica permane.

Il punto di intersezione è la fede nella ragione, cioè su uno strumento che richiede dimostrazioni per suffragare la fede. E fonda su ciò l'episteme e la verità.
#803
Citazione di: bobmax il 15 Marzo 2024, 16:23:56 PMMa infatti la difficoltà è proprio nel considerare l'etica ciò che sta "oltre" ogni razionalità.

L'etica sfugge al pensiero logico.
E allora per ammetterne la realtà ci si ritrova costretti a dare per scontato il libero arbitrio individuale.
Almeno un po' ve ne deve essere, se no l'etica...

Se viceversa si incomincia a considerare l'etica la ragione stessa dell'esistenza, allora si può iniziare a cogliere come il nostro esserci, questo stesso mondo, esistano esclusivamente affinché si dispieghi ciò che davvero conta.
E ciò che davvero conta è il Bene.

In questa prospettiva, il libero arbitrio è proprio ciò che, faticosamente e con sofferenza, deve essere messo in discussione.

Non è perciò soltanto una questione di incompatibilità tra natura e libertà.
Che il libero arbitrio individuale non esista è soprattutto richiesto dall'Etica!

Questo ragionamento è coerente se si attribuisce una finalità etica alla "realtà", ma l'unica dimostrazione formulata è un atto di fede: nella Verità, nell'Etica, nel Bene in senso lato.

Se invece l'etica si intende come ethos+techne, il discorso fila anche senza dare intenzionalità alla "realtà"

E' chiaro che questo due visioni si posizionano in maniera opposta rispetto al l.a. . Non è questione di sofferenza o di faticosa rinuncia a qualche pregiudizio, ma di risultato logico differente se si pone l'etica a monte o a valle delle relazioni umane.

Non solo tutte le strade della fede portano al discorso etico, ma pure tutte le strade dell'evoluzione umana, per cui è possibile trovare un punto d'incontro sul fare a prescindere dal provenire. E pure, con un atto di fede "interno" al processo evolutivo, sul divenire: "nati non fuste a viver come bruti ..."

Sbaglia di più l'evoluzione della fede ? Non direi.
#804
La negazione del l.a. è  necessaria nella visione teistica postulante enti divini onnipotenti. Onnipotenza che sarebbe impossibile se un ente inferiore potesse sfidarla. La contraddizione c'è nello sviluppo teologico ma l'impianto favolistico e l'escamotage del mistero rendono il discorso coerente.

Qui siamo però in ambito filosofico, laddove il libero arbitrio diventa discorso sulla libertà individuale e collettiva, non determinabile in modo fideistico, ma necessitante di riscontri oggettivi, i quali, in tante pagine di discussione, hanno portato ell'emersione di una libertà relativa, condizionata sia biologicamente che socialmente, ma coi suoi margini di verità effettuale che culminano nell'etica, la quale non è postulabile razionalmente, in assenza di un seppur limitato l.a. che consenta di scegliere cosa pensare e fare della propria vita, così come la si eredita al momento della nascita.

#805
Citazione di: bobmax il 15 Marzo 2024, 05:34:58 AME invece è proprio in quel "totale" la chiave di volta.
Anche la mente pensa ciò che deve pensare, è totalmente condizionata.

Ciò che è orrore per l'uomo materiale, diventa letizia nell'uomo spirituale.
È l'etica che trova la sua pace.

Ma essendo il nostro stato materiale, la metamorfosi non è indolore.
Sino a quando non è compiuta, grande è lo strazio.
Che si può affrontare solo con la fede nella Verità.

Dal non essere... all'essere.


La fede nella Verità diventa autocondizionamento totale appena si dissocia dalla verità materiale laddove l'essere c'è finché ci sei.

Ciò non preclude una dimensione etica, ovvero spirituale, del tuo esserci, pure fino al martirio, ma in nome di ciò che c'è, non di ciò che si desidererebbe ci fosse.

Dal "conosci te stesso" al "diventare quello che si è" passando per il cogito cartesiano non vedo alternativa "quando si è qualcuno" e non una "canna che soffia nel deserto" mossa dal vento.
#806
Citazione di: bobmax il 14 Marzo 2024, 19:42:33 PMSì, bisognerebbe proprio concentrarsi su cosa significhi "condizionato" piuttosto che "incondizionato".

Ciò che è totalmente condizionato non è neppure schiavo. Perché schiavo è colui che ha comunque in sé una propria incondizionatezza, che non può tuttavia manifestarsi esteriormente.
Invece ciò che è totalmente condizionato è senz'anima, non ha alcun sé individuale. Non è nessuno.

Ma per cogliere cosa significhi davvero l'assenza del libero arbitrio individuale, cioè della totale condizionatezza, occorre un pensiero logico e... etica.

Concordo in linea generale, però a questo punto bisognerebbe spostare il focus su fino a che punto il condizionamento possa essere "totale", perché anche l'umano più omologato, per sua natura biologica, ha un difetto: può pensare (Brecht).

Sull'etica la vedo più difficile perché è il piano dove l'omologazione viene condotta più efficacemente da chi ha interesse a condizionare. L'aforisma del fisico Steven Weinberg è eloquente su questo aspetto:

«La religione rappresenta un insulto alla dignità umana. Con o senza di essa, ci sarebbero sempre buoni che farebbero il bene e cattivi che farebbero il male. Ma perché i buoni facciano del male, occorre la religione.»
#807
Il cuore in pace non può averlo nessuno per ovvi motivi che non sto qui ad elencare e riassumerei nelle contraddizioni del vivere. Una mente che ragiona può aiutare il cuore in guerra a condurla senza eccessivi patemi, che poi sono quelli che fanno sragionare la mente.
#808
Vedo che anche per niko un po', ma pure un eccesso, di sovranismo, non guasta. Chapeu. Tifo anch'io per il sovranismo di palestinesi e russi ucraini e baltici, ma la casa comune è davvero un grosso problema. Non risolvibile con arcobalenate varie, ma piuttosto col crudo realismo del politicante di razza:

"A giudicarli ci pensera Dio, io mi limito a mandarglieli" (cit.apocrifa)
#809
L'illusione dell'immortalità tormenta l'umano fin dalla nascita della sua autocoscienza. Forse riguarda tutte le speci viventi ma noi non abbiamo accesso alla loro psiche. Tutte le forme di teismo e panteismo girano intorno al sole di un Essere immortale ed eterno.

Non mi tormenta più l'una o l'altra perché le ritengo tutte ugualmente infondate. Semmai può avere una attrazione fabulatoria il differenziarsi delle narrazioni trascendenti, delle mitologie.

Le quali sono fatte davvero della stessa sostanza dai sogni, come la nostra psiche nel suo insieme, e proprio dai sogni di antenati defunti nasce probabilmente l'idea di spiriti immortali da cui si sono sviluppate le religioni e le "filosofie dello spirito".

Per sopportare la bruttezza dell'impermanenza abbiamo l'arte dice l'ultimo Nietzsche. La techne in effetti ha fatto passi da gigante per dare sostanza tecnica ai nostri sogni di immortalità, con sempre più sofisticate tecniche di riproduzione di ciò che più non è ma che merita di restare nella memoria individuale e collettiva, quando, attraverso i vari segni tecnici comunicativi o linguaggi, la favola diventava storia. E la storia tornava ad essere favola.
#810
Ancor più arcana la forma della musica che, scritta in un pentagramma, rinasce ogni volta che qualcuno la suona. Meritando l'immortalità più di ogni altra produzione umana, è libera pure dalla necessità dello strumento, di cui un musicista non ha bisogno per sentirla risuonare direttamente leggendola.