Citazione di: niko il 09 Dicembre 2022, 13:08:15 PMIn realta' la mia posizione e' che il nulla non valorizza ne' svalorizza la vita: per quanto cio' possa essere difficile, bisogna riuscire a pensare oltre il presunto valore salvifico (come ricorreva nella precedente discussione su Schpenahuer) del nulla, e, allo stesso tempo, oltre il problema nichilista e pessimista della morte intesa come un sonno senza sogni eterno, insomma oltre il -cupo- problema del "terminare", dopo la morte, nel nulla.Concordo in un "terzo nichilismo": oltre a quello pessimista che afferma che nulla ha valore (ricavandone, non senza una certa autocontraddizione, un valore negativo per l'esistenza), a quello edonista-volontarista che afferma che tutto il valore positivo è proprio nell'assenza di un meta-valore post-mortem, aggiungerei il nichilismo per cui l'assenza di un valore assoluto è (pre)condizione di possibilità per la non assegnazione di un valore (negativo o positivo che sia).
Con questo terzo nichilismo si esce dal gioco "valore buono / valore cattivo", "spassiamocela di qua / spassiamocela nell'aldilà", etc. per entrare (e magari "risiedere") in una consapevolezza di assenza di valore, sia assoluto sia "libidico", consapevolezza a partire dalla quale ogni valore (sia assoluto che "libidico") traspare per quello che (non) è e per quello che "vale" nel suo contesto culturale di praticanti (e non-praticanti).
Una volta aperto uno schermo e visto cosa non c'è dentro, le immagini che scorrono sulla sua superficie si osservano con più disincanto, ma ciò non toglie che possano comunque affascinare o respingere.
