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Messaggi - Sariputra

#796
cit. Kobayashi:
Notavo come la pornografia abbia avuto un picco di diffusione nello stesso periodo del boom dell'arte culinaria (trasmissioni tv, blog, etc.).
E' un caso o il sintomo di una riduzione degli interessi delle persone alle cose più semplici e di sicuro effetto (cibo e sesso)?


Beh, è evidente che ambedue sono una forma di fame. Fame di soddisfazione dei piaceri sensoriali, che il mercato sta sfruttando a pieni mani in questi tempi che siamo chiamati, purtroppo, a vivere. Non è un caso che ambedue le forme di soddisfazione vadano  ( generalmente, ma non sempre...) lentamente a calare con l'incedere degli anni e la vecchiaia, lasciando spesso, se una persona apprezza qualcos'altro oltre alla gola e a quello che sta nelle mutande, un desiderio più "raffinato", quasi scrostato da questa bulimia godereccia grossolana e "rozza",  così magistralmente raccontato, per esempio,  da Yasunari Kawabata ne "Il suono della montagna"...
#797
Tematiche Spirituali / Re:Buddismo oggi...
31 Gennaio 2018, 15:19:40 PM
cit.InVerno:
... vivo il terzo mese in solitudine perchè la mia partner ha deciso per l'ennesima volta di trovare se stessa in indocina (sisi, ridete delle mie corna, capita a tutti) ...

Ah, ecco..! Adesso capisco tutto... ;D


Scusa...Non è che voglia girare il coltello nella piaga... :(
#798
Tematiche Spirituali / Re:L'enigma del cristianesimo.
31 Gennaio 2018, 13:38:09 PM
Non so se ricordo male, ma mi sembra che Agostino parlasse della fede come 'illuminante'. Ossia è per il credere che Dio mi dà la comprensione autentica del Suo Insegnamento, trasmesso attraverso il Figlio. Lo studio e la lettura biblica  sono visti in una luce diversa dal fatto di 'credere'e il credere è sempre un atto di abbandono di sé, di resa ( qui un buddhista direbbe di resa all'ossessione del controllo...di controllo anche dei testi sacri :) ), che ne Cristianesimo s'intende resa alla Grazia di Dio che investe il cuore nel momento che lo si 'apre' alla Presenza.
Facendo un'analogia con il Buddhismo, non credo nell'Insegnamento perchè trovo senza contraddizioni i vari sutra o il Canone, ma credo perché sperimento nella ma vita la validità dello stesso...
Quindi non credo in Dio perché trovo senza contraddizioni i testi biblici ( scritti probabilmente nell'arco di un millennio...), ma credo perché trovo che la pratica dell'agape/amore ha realmente trasformato la mia vita, o la mia visione della stessa...
Sull'opportunità di inserire anche l'AT nei testi sacri...è stata fatta una scelta dalla Chiesa cristiana delle origini ( forse III sec. d.C.?...non ricordo bene), ma sappiamo, come giustamente ci dice @Apeiron, che era un tema aspramente dibattuto e che ha dato origine a varie 'eresie' ( Marcione in primis che sosteneva che il Dio dell'AT era solo un demiurgo e perciò incapace di creare un mondo 'perfetto' e che il vero Dio si era manifestato solo in Yeoshwa ben Youssefe quindi bisognava rigettare l'AT, perché solo il Nuovo era veramente 'sacro'...)
#799
Tematiche Spirituali / Re:Buddismo oggi...
30 Gennaio 2018, 16:05:09 PM
;D  ;D  ;D  ;D


Ma se fai questo effetto oggi, che potresti definirti un samanera laico ;), cosa succederà quando sarai un arahant? .... ;D  :'(


A parte gli scherzi, bel testo ! E aggiungo che mi ci ritrovo in parecchie esperienze anche della mia giovinezza, anche se...dipende molto dal tipo di donne che frequenti. Alcune sono attratte dagli esseri "spirituali" ( o che si vendono per tali... ;D ) , del genere: " Wow!...Come sei sensibile e affascinante...e alto, come sei "alto". Altro che quel tànghero di mio marito..."   :D
Ho un pò "giocato" con questa storia , insieme al caro Jean, nel topic "Sono un essere inadeguato"...( un pò di pubblicità così arrivo a 5.800 visite... :D ).


Però passare di donna in donna... :(, non va bene  per un aspirante arahant...no...non va bene...decisamente... ( e poi... anche le ammucchiate? :-[ ...No, direi proprio di no... >:(  >:(  >:(  ;D ).

P.S. Sottoscrivo il commento di InVerno. Bisogna farci l'abitudine. Passati i 50 va molto meglio... :D ( ma cercati una brava figliola buddhista, no?...)
#800
Tematiche Spirituali / Re:IO
30 Gennaio 2018, 00:51:40 AM
cit.Apeiron
Volevo solo sottolineare come il buddhismo stesso oltre ad essere una dottrina che ha come obbiettivo quello della cessazione del meccanismo di identificazione/possesso è anche una dottrina che dà in realtà molta importanza all'io - non a caso nel caso dei praticanti laici, come ha sottolineato Sariputra nel topic sul buddhismo nell'altra sezione, la pratica è incentrata sul "kamma" e non sulla "vacuità". Noi in occidente partiamo con uno studio filosofico e vediamo prima la "vacuità". Però è giusto ricordarsi che in Oriente l'approccio è il contrario del nostro e ci sarà un motivo Il Buddha in fin dei conti ha sottolineato entrambi gli aspetti, in fin dei conti. E lo ha fatto in modo da evitare gli estremi. Come ho detto altrove lo considero davvero un genio, anche dal punto di vista pedagogico. In fin dei conti non ha mai dichiarato che "non esiste l'io"

Infatti 'esiste', solo che la sua è un'esistenza vuota di essenza intrinseca ( come ogni aggregato...).
Tornando sul discorso dell'importanza dell'azione (karma) mi viene spesso in mente la famosa allocuzione attribuita tradizionalmente al Buddha (recito a memoria...): "Ecco la virtù, ecco la meditazione, ecco la saggezza. La saggezza sviluppata sulla meditazione è di grande profitto, di grande beneficio. La meditazione sviluppata sulla virtù è di grande profitto, di grande beneficio. Ecc..."
Alla base dell'edificio della pratica buddhista ci sta quindi Sila , che viene tradotto con virtù/moralità. La mancanza di questa inficia l'intero progresso sul Sentiero tracciato da Siddhartha ed è uno dei problemi principali , insieme alla fretta di ottenere risultati 'spettacolari', del Buddhismo attuale, soprattutto in Occidente.  Una delle cose che si notano, per es. nei monasteri zen americani è proprio la pochissima enfasi data all'importanza basilare di sila. Sembra quasi che l'unica cosa importante sia la meditazione. Ma una meditazione non può mai sostenersi  basandosi su un'attività karmica nociva. Così i praticanti, dopo una bella seduta di zazen, se ne vanno a letto tranquillamente tra loro, "Il bene e il male sono vuoti di esistenza intrinseca" recitano, "andiamo ad accoppiarci..." ;D
Un cibo, per quanto buono, se è mal masticato...non viene digerito e provoca dolore allo stomaco!
(E qui @Apeiron ha perfettamente ragione nel ripeterci e sostenere con forza che la "vacuità", se mal compresa e digerita, ti porta dritto spedito al nichilismo pratico...non si parte MAI dalla vacuità. In questo la lezione del Theravada moderno è basilare. hanno riportato un pò di saggezza in una pratica che rischiava d'intellettualizzarsi, costruita su una casa senza fondamenta...e Sila è fondamento solido, affidabile...non si può abbracciare il Dhamma buddhista perché si è stufi e ci sentiamo oppressi dall'insegnamento morale di una Chiesa o della società, come sento spesso dire tra i praticanti buddhisti occidentali... :(  ).
Sila non a caso è la "prima tipologia di perfezionamento" dell'Ottuplice Sentiero e cioè: Retta Parola, Retta azione e Retti mezzi di sussistenza."Purezza" va intesa alla buddhista, cioè come uno stato mentale basato sul non-nuocere, su metta e karuna...
#801
Tematiche Spirituali / Re:IO
29 Gennaio 2018, 20:51:55 PM
cit.Bluemax:
... qui sto' massaggiando il tuo di EGO ammetto )
Un buon massaggio non fa mai male, dopo tutto!  ;D
A parte gli scherzi, chiedi : "se non sono IO ...chi è colui che sperimenta i fenomeni della realtà ultima (non inquinata dall' IO illusorio ?)"
Direi come risposta che è quella cosa che comunemente chiamiamo "mente".  L'Io è una costruzione della mente, ma non è la mente . La mente è una faccenda parecchio più complessa del solo "Io" (infatti funziona anche quando il "ragazzo" non c'è  ;) ). Credo che ci sia parecchia confusione, tra i praticanti buddhisti, su cosa succede alla fine a questo "ragazzo". L'Io non può semplicemente venire 'annientato' e ...puff!! Sparisce come un brutto sogno. Tra l'altro ci è pure indispensabile per vivere in questo bel (sigh!) mondo. Lo scopo della pratica buddhista è quello di "recidere le radici" dell'attaccamento della mente a questa sua costruzione. Perché è importante farlo, per i buddhisti? Perché questa identificazione con il "ragazzo" è la causa dell'azione karmica e quindi, di conseguenza, la matrice della ri-nascita di vinnana nel cerchio del samsara.  Se intendiamo la pratica in questo senso penso sia più facile capire l'obiettivo e il Fine verso cui ci si muove praticando la meditazione. L'io è una struttura mentale necessaria; non è necessario però prenderla per indipendente, durevole, ecc. Tra l'altro l'io non può 'sparire' perché è la manifestazione del precedente karma. La cosa che si fa è quella di 'tagliarne le radici' che s'attaccano tenacemente in avidya e in tanha (ignoranza e , letteralmente, "sete"...). Immaginiamo un grande albero , le cui radici sono conficcate profondamente nel terreno. Queste radici hanno una "sete" d'esistere pressochè infinita, sono letteralmente ipnotizzate da questa sete; hanno una necessità continua di 'appropriarsi' e possedere.  Quando questo albero, che per il Buddhismo è sostanzialmente un tronco di Dolore, smetterà di crescere e quindi di costruire ancora dolore? Non possiamo semplicemente girarci intorno e pregare: bisogna tagliarne le radici!...
Adesso mettiamo l'"io" al posto dell'albero e proviamo a visualizzare il lavoro da fare...
Una volta recise le radici dell'attaccamento, l'albero/io scompare? No, ovviamente, ma non può più generare azione karmica nociva, in quanto non più alimentato da avidya e tanha. Fa il suo corso e , alla fine della vicenda umana, come un albero ormai secco e marcito...cade! Non può più generare ri-nascita. L'attaccamento all'io è quello che Buddha ha definito come "il costruttore della casa della sofferenza".
Cosa succede quando non c'è più ri-essere, quando il costruttore è consumato? Quando le radici sono definitivamente recise? Vi è il Parinibbana...la Cessazione :)


Un'altra pillola. Dall' Arya-Ratnakuda-Sutra :

Egli esamina la mente così: E' una mente che desidera o odia o è illusa? E' una mente del passato, del futuro o del presente? Ciò che è passato, è cessato; il futuro non è ancora venuto e, nella mente presente, non c'è stabilità alcuna. La mente, Kasyapa, non può essere trovata all'interno né all'esterno, né nel mezzo. La mente, o Kasyapa, è senza forma, invisibile, intangibile, inconcepibile, senza sostegno, senza dimora...
#802
Tematiche Spirituali / Re:IO
29 Gennaio 2018, 15:41:03 PM
Ciao Bluemax, ben ritovato! :)


"Tu" chi sei?  ;D...bella domanda!
Intanto  vorrei commentare le difficoltà che incontri praticando la "presenza mentale" che, come sai, si può considerare "il cuore della Dottrina della Mente del Buddha". Nella sua forma di "retta presenza mentale" costituisce il settimo fattore dell'Ottuplice Sentiero, che porta all'Estinzione del Dolore. E' un termine e una presentazione della pratica che compare in numerosi testi buddhisti . Samma-sati è il primo dei sette fattori dell'Illuminazione (bojjhanga), ed è il primo perché è il fondamentale fattore per lo sviluppo degli altri sei ( in particolare per passare poi all'investigazione dei fenomeni...fisici e mentali).
Oltre a questo la 'presenza mentale' è considerata nel buddhismo una delle cinque Facoltà (indriya) necessarie per il progresso nel sentiero: le altre sono la Fiducia, l'Energia ( quella che ci manca sovente e ci fa abbandonare la pratica della meditazione... :( come hai scritto), la concentrazione e la Saggezza. La pratica di Satipatthana , ossia della'attenzione costante, della presenza mentale, è considerata fondamentale perché ha il compito di vigilare sullo sviluppo e ( soprattutto) sull'equilibrio delle altre quattro, affinchè non nascano 'distorsioni' e squilibri "pericolosi".
La prima cosa che si nota, come ben hai raccontato, durante la pratica di Satipatthana è il fatto , di cui ordinariamente siamo inconsapevoli, è che proprio non si riesce a mantenere l'attenzione sull'attività reattiva della mente ( quindi sul contatto, sulla sensazione,sulla volizione, ecc.) per più di pochi minuti. La mente è totalmente 'selvaggia', non addestrata, non esercita mai la 'pura attenzione' senza discrimine. Questa attenzione però serve per prendere consapevolezza di quello che avviene a noi ed in noi, nei momenti successivi alla percezione. Viene detta 'pura' perché riguarda i puri fattori percettivi che investono i cinque sensi e la mente, che per il Buddhismo è il sesto senso. Quindi pura attenzione = pura registrazione dei fatti osservati, senza reagire ad essi con l'azione, la parola o con le critiche mentali ( simile-dissimile, piacevole-spiacevole, amabile-odioso, ecc.).
Visto il grado di complessa e totale abitudine della mente a reagire senza alcuna 'presenza mentale', va da sè che il compito di 'imbrigliarla' per poi tentare di domarla è assai arduo ( e richiede tanta energia e una forte fiducia nell'Insegnamento...). Una pratica saltuaria, debole, ritagliata negli angusti e ridotti spazi giornalieri...non funziona! Alla fine si abbandona tutto, sfiduciati...
Purtroppo nella nostra società attuale non c'è mai il tempo...a meno che non si opti per scelte drastiche ( come ho fatto io... :-[ ), sacrificando anche una buona dose di "benessere economico"...
Una mia cara amica ( non sogghignate come al solito...) , che sta frequentando un corso d'introduzione alla preghiera cristiana, mi confidava di non poter trovare la mezz'ora necessaria per questa attività.
Naturalmente le ho consigliato di licenziarsi, vivere frugalmente ...e dedicarsi a questo se lo riteneva fondamentale...
Ovviamente non mi ha ascoltato, lentamente è 'arretrata' e...ha abbandonato , dopo un pò, il corso che seguiva...
Ecco, caro Bluemax...tu chiedi "Chi è IO per il buddismo ?"...
E' "quella cosa" dentro la nostra mente che...ci fa lentamente arretrare!  :(

Come sai nei testi è detto che, dopo che una persona ha ricevuto le informazioni necessarie sul Sentiero e sul Fine, ci sono solo due regole perché la pratica spirituale ( e in particolare la pratica buddhista...) abbia successo.: 'Inizia!' e 'Continua!'.
Quel 'Continua!' è veramente fondamentale, davvero! Mi vien quasi da aggiungere che, tutti i dubbi e le sfiducie, nascano proprio dal non perseverare... 

Adesso una bella citazione da Shantideva (Bodhicaryavatara):

Colui il quale desidera seguire la Pratica, dovrebbe vigilare con cura la sua mente; egli non può seguire la Pratica se la mente incostante è indifesa,  (V,1)
Gli elefanti selvaggi in amore non causano tanto danno quanto quello causato da una mente sfrenata...  (V,2)
Il Cercatore della verità ( il Buddha) ha proclamato che tutti i pericoli e tutte le paure, e gli immensi dolori (dell'esistenza) sorgono soltanto dalla mente.  (V,6)
Come un ferito proteggerà attentamente la sua ferita nel mezzo di una folla animata, così, in mezzo a gente malvagia, si dovrebbe proteggere la mente che è come una ferita ( delicata).  (V,19)
Coloro che vengono derubati della loro 'presenza mentale' dal ladro dell''Irriflessione' vanno verso un destino infelice, anche se hanno accumulato azioni meritorie.  (V,27)
#803
Citazione di: Angelo Cannata il 29 Gennaio 2018, 13:42:00 PML'amore, amarsi, sarebbe un insegnamento universale? In base a quale criterio?

Ma in base al criterio dell'amore, ovviamente!  :)
#804
Tematiche Spirituali / Re:L'enigma del cristianesimo.
29 Gennaio 2018, 12:02:25 PM
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2018, 11:06:58 AMApeiron nel post 18 ha fra l'altro scritto:
Citazionemi è stato anche detto che Dio vuole sempre il bene per le creature, ergo attribuire a Dio il piano che contempla il male mi sembra completamente errato dal punto di vista teologico"
Errato dal punto di vista teologico ma anche logico. Eppure la mentalità semitica per evitare di introdurre il dualismo di fronte al bene e al male, cioè l'esistenza di due divinità, l'una buona e l'altra malvagia, cerca di porre tutto sotto il controllo dell'unico Dio, bene e male, grazia e tentazione. Dal profeta Isaia sappiamo che da Dio deriva anche il male e non da Satana. In Isaia il Signore non esita a dichiarare: "Sono io che formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e causo il male: io, il Signore, compio tutto questo !" (45, 7). Nei testi cosiddetti testi sacri", in particolare ebraici, ci sono tante contraddizioni che dovrebbero indurre le menti razionali all'ateismo, ma purtroppo l'umanità ha bisogno del trascendente per invocare grazie e rifugio nell'Eden anche dopo la morte. Non accetta la propria finitudine.

Secondo me invece è proprio dalla consapevolezza nell'animo della propria finitudine che nasce il conflitto e la tensione alla trascendenza. Attenzione anche a considerare i testi sacri una sorta di ventriloquio di Dio. Il testo sacro testimonia più che altro semplicemente un incontro tra l'umano e la trascendenza. Con un paragone si potrebbero definire i testi sacri come una foresta percorsa da un vento impetuoso.  Mai fermarsi alla lettera , ma "sentire" la forza di questo vento che fa stormire le foglie dell'animo umano...
Pertanto le "anime" che non siano teatro di conflitti, e tanto più quindi le anime dei credenti in cui questo conflitto si manifesta con più vigore, sono scenari vuoti. Auspicare una concordia , dentro il nostro animo, o esterno ad esso, in un'unica 'visione' della realtà è terribilmente noioso... :)  ;)
#805
Citazione di: Angelo Cannata il 29 Gennaio 2018, 08:59:00 AMIn base a quale criterio l'insegnamento di Gesù sarebbe universale?

Ma...ma...l'amour, l'amour!...Oh, l'amour che move il sole e l' altre stelle...

A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,

l'amor che move il sole e l'altre stelle.

:)  :)
#806
Tematiche Spirituali / Re:L'enigma del cristianesimo.
29 Gennaio 2018, 01:21:46 AM
Citazione di: jsebastianB il 28 Gennaio 2018, 17:30:39 PM
Citazione di: Sariputra il 27 Gennaio 2018, 15:09:46 PMPossiamo vivere liberandoci dall'oppressione di questo continuo cercare una perfezione e una felicità impossibili? Se la nostra testa è continuamente piena di sogni da realizzare, di soddisfazioni da ottenere, possiamo avere un minuscolo spazio libero da tutto ciò ?
Leggendo il tuo post.. per forza di cose non posso che ri-tornare al mio preferito autore.. quel Qoelet - di cui gia' (nel passato..) abbiamo trattato. Ora Qoelet esorta il giovinetto, in procinto di affrontare - da solo - le esperienze della vita, di assecondare i suoi sogni giovanili, i suoi castelli in aria: - Sta lieto giovanotto, e rallegra il tuo cuore nel tempo della tua gioventu'.. / segui pure le tue vie del tuo cuore e i desideri dei tuoi occhi..) MA gli ricorda altresi' che il tempo è tiranno: - (la giovinezza e il tempo dei capelli "neri".. passano come un soffio.)- E soprattutto gli rammenta di NON "strafare" nell' inseguire il "miraggio" della (pseudo)felicita' - perchè cocente e amara sara' la delusione allorquando si rendera' conto delle delusioni: - a ) per le eventuali impossibilita' nel non aver ottenuto quanto progettato: (Come dire NON tutto procede come si era auspicato: l' imprevisto, le circostanze, il caso..eccc..eccc.. sono la costante per tutti: - (l' uomo si sorprende (!) allorquando - all' improvviso - una sventura si abbatte su di lui) - - b ) cosi' come per aver sprecato il suo tempo per accumulare.. e che purtroppo dovra' lasciare Tutto quaggiu' e un altro ereditera' e fara' baldorie alla faccia sua.. ( Nudo sono uscito dal grembo e come tale ritornero' Da dove sono venuto ). E' quanto mai difficile "staccare" la mente dalle irresistibili / quanto seducenti "Tentazioni" (alquanto illusorie, labili, provvisorie, effimere.. transitorie / impermanenti ) quelle stesse che (purtroppo) condizionano pesantemente il nostro comportamento, il nostro agire.. Come dunque poter avere un minuscolo spazio libero ?? / solo la forza di volonta' nel Resistere alla perversa e perdurante "seduzione-ingannatrice" ??

Eh, caro JsebastianB...come darti torto? Dura è la vita e difficile trovare frutti di speranza dentro il nostro cesto ma ...mi vien tra le mani , rovistando ben bene nel fondo di questo che...per meschina e povera che sia ogni vita possiede brevi istanti degni di eternità...
Eternità...che parola profondamente fraintesa...eternità non è un tempo che dura all'infinto ma assenza del tempo...
O quando il tempo non sembra più governare le nostre vite...chissà... :)
#807
Tematiche Spirituali / Re:L'enigma del cristianesimo.
27 Gennaio 2018, 15:09:46 PM
L'esperienza della sofferenza, del dolore umano, non è un problema solo del credente , ma dell'uomo in generale. Di fronte al dolore, al male di vivere, ogni fede viene messa duramente alla prova, e alla prova viene trascinata pure ogni mancanza di fede. Come una persona può perdere la propria fede in un Dio benevolo e misericordioso, così la persona priva di fede nelle stesso può perdere ogni fiducia e speranza nel mondo, che magari non soddisfa le più profonde aspirazioni e desideri. Mi son trovato spesso a constatare come , di fronte alla problematica del dolore, molti s'allontanano dall'idea di Dio e come invece altri, proprio nelle vicende dolorose, vi si avvicinano. Non c'è una regola, ognuno vive personalmente questo nostro stare al mondo e, in un certo senso, "non esserci". Vediamo gente che credeva in Dio arrivare a togliersi la vita e altri che non credevano arrivarci lo stesso. Si può restare delusi da ogni cosa, da ogni esperienza, da ogni rapporto umano, da ogni forma di bellezza. Questo probabilmente perché non si comprende la natura del desiderio e di quanta parte ha nella nostra vita, nelle nostre aspirazioni. Più grande è il desiderio , più grande si manifesta la sofferenza. Abbiamo il desiderio di un Dio perfetto che soddisfi il più profondo anelito di giustizia, bellezza e gioia/felicità e invece...ci ritroviamo nell'ingiustizia, nelle brutture e nell'infelicità. C' è qualcosa che non torna nel nostro approccio...
Prima di investigare su questa cosa di Dio, dovremmo, a mio parere, approfondire la radice di questa insoddisfazione, di questo voler la vita ( e Dio) a nostra misura di felicità. Arrivare a chiederci se non ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui veniamo educati, nel modo in cui si insegna ai piccoli a stare al mondo. Possiamo vivere liberandoci dall'oppressione di questo continuo cercare una perfezione e una felicità impossibili? Se la nostra testa è continuamente piena di sogni da realizzare, di soddisfazioni da ottenere, possiamo avere un minuscolo spazio libero da tutto ciò? Uno spazio non toccato da questo incessante lavorìo mentale? Questo 'ammalarsi l'anima' ( fino a togliersi la vita...come vediamo anche in artisti con personalità molto sensibili) che, alla fine, non ci permette di gustare quel 'qualcosa' non toccato dal pensiero, dai desideri, dall'ossessione continua dell'uomo? E' il Silenzio che ci interroga e chiede spazio in noi, vuole farci uscire dalla nostra Ur dei Caldei e affrontare il deserto ( spazio arido privo di piaceri e soddisfazioni materiali...) per vedere se c'è veramente un roveto ardente di un fuoco che non consuma... :)
#808
Tematiche Spirituali / Re:L'enigma del cristianesimo.
26 Gennaio 2018, 16:03:59 PM
La "salvezza"  portata dal Cristo, da quel che intendo del Cristianesimo, è quella dalla "separazione" dal Padre, che è morte. Una nuova alleanza tra Cielo e Terra viene stabilita nel Figlio che permette l'irruzione nel tempo e nella storia dello Spirito consolatore, ossia la Terza persona , lo Spirito Santo. Il tempo riacquista un significato, diventa tempo dell'attesa, tempo escatologico del riscatto in cui cieli nuovi e terra nuova, finalmente redenti dal 'peccato' ( separazione) , saranno Vita nuova per coloro che "Egli ama ". Nell'adesione a questa speranza e nell'opera d'agape da portare avanti, quel lavare i piedi al prossimo che Yeoshwa ha così praticato e insegnato, si compie il cammino spirituale del cristiano, camminatore d'amore nel mondo senza essere del mondo; giullare deriso e osteggiato per l'assurdità della sua pretesa di dare un senso al dolore e al divenire, che diventa così per il credente prova , privata però dell'ultima parola dal Sacrificio del Cristo che, morendo, ha vinto la Morte ( quella spirituale s'intende, la morte data dal vivere lontani dall'amore del Padre...). La difficoltà che vive la fede , a mio parere, sta anche nell'aver smarrito la dimensione propriamente escatologica; il credente, privato del senso maestoso dell'attesa, che era senso anche al suo vivere quotidianamente la sofferenza, si riduce alla pratica di una filantropia smarrita, timida  e sulla difensiva, quando invece sarebbe chiamato a "gridare il Vangelo sopra i tetti", ad essere 'sale della terra' e , naturalmente, a cadere sotto i colpi della maggioranza che odia questo messaggio, che preferisce illudersi di "essere"...

Un giorno Ramakrshna , parlando delle definizioni umane di Dio, disse che, se venisse chiamato come "Madre" invece che "Padre", forse sarebbe meno difficile per molti avvicinarsi alla fede, in quanto tutti noi abbiamo dei bei problemi irrisolti con la figura 'paterna', che si mettono come macigni  pregiudiziali tra noi e l'approccio  alla spiritualità teistica. Trovo che ci sia del vero in questa affermazione... :)
#809
Riflessioni sull'Arte / Re:Laila e il Califfo
22 Gennaio 2018, 00:53:58 AM
Che piacere, cuore, questo liberarti
giorno dopo giorno, dal tuo guscio,
questo andare incontro alla tua forma vera,
tenera, nuda, palpitante,
con quel profondo incanto, eterna calamita
delle cose che generano!

              Cuore al vento,
resistente nella tua forte vita debole
all'impeto di tutto il sentimento,
all'impeto di tutto il pensiero
- ideale, istinto, sogno; queste
cento ansie centimane-,
come la giovane moglie
all'impeto completo dell'amore!

Sogni d'altro emisfero
dell'infinito!

(Juan Ramòn Jiménez)


Quello che io vedo di te, cielo...quello è il Mistero;
quel che sta dall'altra parte, sono io qui, in sogno.
#810
Citazione di: Kobayashi il 18 Gennaio 2018, 17:35:01 PMLa spiritualità come esperienza interiore mi sembra una definizione troppo generale. Io proporrei che ci siano tre condizioni per ammettere che un'esperienza possa essere ritenuta spirituale: 1. un cambiamento di se' 2. che questo cambiamento vada nella direzione di un distacco dal proprio Io, dalla propria individualità 3. che questo cambiamento sia vissuto come un movimento che sembra unirci a qualcosa che ci trascende, ad una forza che sentiamo essere qualcosa tipo una sorgente di vera vita etc.  

Condivido in toto i tre punti "base" a cui ne aggiungerei un altro:
4. che questo cambiamento vada verso una diminuzione dell'egoismo e un aumento della generosità e benevolenza (quella che, in termini più postmoderni, si definisce come 'empatia'...).
E ne aggiungo un altro di facoltativo ( ma non troppo...):
5. che questo cambiamento irrompa sotta forma di una sana "follia" esistenziale... :)