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Messaggi - Jacopus

#796
Attualità / Re: Il nuovo kippur
26 Ottobre 2023, 09:01:22 AM
No Pio. Non aiuta la loro causa avere dei leader fanatici, ovviamente. Ogni situazione storica e geopolitica ha le sue particolarità. Ma Israele con la sua reazione, fa esattamente il gioco di Hamas. Delle due l'una: o Israele raggiunge la "pax romana", ovvero elimina fisicamente tutti i palestinesi oppure dovrà fare una guerra lunga secoli, con esito incerto e possibilità di estensione. Hai citato Mandela. La commissione per la pace e la riconciliazione fu uno storico esempio di superamento di uno stato di violenza che poteva diventare endemico, ma si raggiunse grazie a figure eccezionali e carismatiche come Mandela e Tutu. Qui si fronteggiano esseri meschini e sanguinari da entrambe le parti.
#797
Attualità / Re: Il nuovo kippur
26 Ottobre 2023, 08:55:34 AM
Quindi Anthonyi, se un giorno arriva un israeliano e, al seguito di un plotone di fucilieri, ti dice "questa casa è mia, tu vai a vivere in quella tenda a Gaza", non avrai nulla da ridire? Questo è accaduto. Milioni di persone nel corso di mezzo secolo sono state deportate. Che poi una minoranza di arabi sia riuscito a rimanere e che qualcuno abbia fatto carriera non cambia le carte in tavola. Anche negli USA vi sono neri procuratori, dirigenti, uno per metà nero, è diventato perfino presidente, ma esiste un problema di disparità. Il problema della disparità ebrei/palestinesi è dieci volte più grave di quello caucasici/afroamericani in USA. Ripeto che dico ciò con grande dolore, non tanto per Israele ma per la profonda stima e gratitudine che ho per tanti artisti e pensatori di origine ebraica che ho amato ed amo tutt'ora.
#798
Attualità / Re: Il nuovo kippur
26 Ottobre 2023, 08:41:33 AM
Davvero Pio? Immaginiamo una situazione come la seguente. I tirolesi vessati dagli italiani (ma in un altro luogo, non in Tirolo) ottengono il riconoscimento dello stato tirolese. Tutti gli italiani del Tirolo vengono deportati nel Comune di Bressanone. Per evitare collegamenti con L'Italia vengono considerati "italiesi". Magari un italiano se ne sta nella sua casa, arriva l'esercito tirolese e gli dice: "ora questa casa è nostra, tu vai a vivere nel campo profughi di Bressanone". Non è una richiesta è un comando con i cannoni spianati. E poi per generazioni, gli italiesi vengono ogni tanto massacrati, imprigionati, ricattati in mille modi. Su due milioni di abitanti di Gaza, oggi tutti hanno dei morti da piangere, parenti imprigionati, o picchiati dall'esercito israeliano e pensi che questo non provochi risentimento? La cosa che va sottolineata è che ciò che dico fortunatamente è condiviso da una larga fetta della stessa opinione pubblica israeliana. Infatti Israele per quanto sia un orribile macchina da guerra, dispone ancora della libertà di espressione e speriamo che le voci contro questa stupida reazione permettano un cambio politico. L'alternativa del resto è cadere tutti nel piano inclinato della violenza e sarà sempre più difficile uscirne. La violenza chiama violenza, la pace chiama pace.
#799
Attualità / Re: Il nuovo kippur
26 Ottobre 2023, 08:29:55 AM
In che senso se ne sono accorti poco? Al tempo della seconda guerra mondiale quasi tutto il mondo arabo/mussulmano, dal Marocco alle Filippine, era una colonia anglo-Italo-francese, tranne Turchia e Arabia Saudita.
#800
Attualità / Re: Il nuovo kippur
26 Ottobre 2023, 06:32:01 AM
Difendere l'attuale politica israeliana significa essere complici di quello che sta diventando un genocidio. La metafisica della guerra è esattamente questo: Disconoscere che tutti i morti di guerra sono uguali. Evidentemente per alcuni (troppi) i morti palestinesi o quelli israeliani sono più "morti" degli altri. Ma non va neppure dimenticata la politica di apartheid che Israele applica da decenni al popolo palestinese. La violenza di Hamas non nasce dal nulla. Il discorso sulla non esistenza di una nazione palestinese è veramente scoraggiante. Come dire che chi non è nazione, in forma di stato,  può essere vessato, trucidato e sottomesso come meglio si crede. Insomma, la politica israeliana legittimerebbe da questa prospettiva,, il trattamento riservato agli ebrei dal nazionalsocialismo. Essere stati vittime di quel terribile genocidio non è la giustificazione eterna per compiere successivi genocidi in scala minore. Dico tutto ciò da profondo amante della cultura ebraica, per quello che ha donato al mondo ed anche per questo protesto di fronte a questo scempio.
Inoltre questo scenario sta sempre più diventando uno scontro fra ricchi contro poveri, coinvolgendo almeno simbolicamente l'Europa intera in questo scontro, se non diciamo chiaramente che Israele sta compiendo atti criminali senza alcuna scusante. Tanto per intenderci la situazione potrebbe essere riassunta in questo modo. Il signor Jaffa bullizza e maltratta per anni il signor Gaza, che arrivato al colmo della sopportazione tira un pugno al signor Jaffa. Il signor Jaffa reagisce e strappa tutti i denti al signor Gaza, gli frattura un femore e lo sequestra in uno scantinato.
#801
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
24 Ottobre 2023, 23:43:13 PM
CitazioneBella domanda che dovrebbe costituire il nucleo di un luogo denominato "Riflessioni". Ho già risposto in vari modi, ma l'importanza della questione merita di essere ribadita e chiarificata. Partendo dall'essere in carne ed ossa, l'essere umano, che permane nel suo divenire autocosciente dalla nascita alla morte. Il cui destino comune genera la categoria filosofica, etica piuttosto che metafisica, dell'umano che si concretizza socialmente, e si imprime spiritualmente, nell'umanesimo.

Buttandola in letteratura, l'umano è la somma di tanti figli senza padre, al massimo una madre, che va dalla matrigna leopardiana alla inesorabile nicciana, comunque assai poco pietosa.

La pietà ce la deve mettere l'essere umano, diventando quello che si è, direbbe FN: un accidente evolutivo cui solo la compassione inscritta nella carne dei senza padre, piuttosto che nella loro metafisica, può offrire una via di redenzione e salvezza. Nel divenire evolutivo di cui, come essere umano, individuale e collettivo, è capace.
Condivido quasi tutto. Forse non sarei così tranchant nei confronti della natura. La natura fa quello che può con quello che ha. Non è matrigna e neppure malvagia. Ha creato una specie che può essere malvagia, ma non c'era una intenzionalità in questo senso. Si sono verificate alcune coincidenze contemporaneamente, uso delle mani, posizione eretta, visione tridimensionale, socialità, sviluppo del cervello, che hanno reso possibile interazioni uniche in natura, compresa la malvagità immotivata e la bontà immotivata. Aspettiamo di vedere cosa combineranno le prossime specie senzienti di questo angolo di universo, con le quali inevitabilmente condivideremo un po' di struttura genetica. La vita è un grande cespuglio ingarbugliato e collegato in ogni sua parte (continuo? Discontinuo?).
#802
Tematiche Filosofiche / Re: La realtà è un continuo.
22 Ottobre 2023, 14:45:02 PM
Continuo e discontinuo coesistono. Il continuo è il mondo nel suo divenire. È il mondo nella sua fattualità totale (va bene anche parente fisico della metafisica). Ma per poter agire nel mondo occorrono anche strumenti interpretativi discontinui che ci permettono di giudicare, scegliere, classificare. Nel mondo del giudizio penale ad esempio, occorre scindere e classificare l'atto, indipendentemente dalla persona che l'ha commesso. Ma poi la persona viene comunque considerata come soggetto "come me", che convive con me, il classificatore, una realtà unica e continua, che mi rende potenzialmente attore dello stesso atto giudicato, pur se in questo caso sono causalmente il giudice. Questo nel mondo delle Geistwissenschaften ma penso che il discorso si possa replicare anche nel mondo delle Naturwissenschaften.
#803
Guarda Bob. Mi permetto di criticarti perché ti considero molto in gamba in tanti tuoi interventi che fanno davvero riflettere nel senso profondo del termine, ma poi certe volte questo tuo atteggiamento di sufficienza è sgradevole. Mi sembra di vederti scuotere la testa e leggere i post con un senso misto di fastidio e sconforto. Eppure siamo quel che siamo. Possiamo provare a migliorarci e a migliorare questa piccola comunità ma senza credere di essere muniti dell'unico lasciapassare della conoscenza. Se poi involontariamente ti ho offeso, mi scuso anch'io. Non è che sono privo di difetti. 
#804
Bobmax. Tu non critichi lo stato del forum ma le persone che lo frequentano, senza nominare nessuno, beninteso, ma facendo capire che il livello è piuttosto basso, fra persone che non sono sufficientemente logiche o profonde o comunicative. Siccome non è la prima volta che lo fai e siccome mi hai bloccato, non potevo far altro che scriverlo sul forum.
P.s.: il "quanto prima" è fuori luogo.
#805
Alberto. Cerco semplicemente di mantenere un livello decente di rispetto fra i frequentatori del forum. Non volevo fare una lezione di etimologia. Tra l'altro l'avrei fatto volentieri privatamente per non sporcare la discussione ma con Bobmax non è possibile visto che mi ha bloccato.
Sul significato del termine, se non è una virtù nel senso classico del termine, la compassione non va neppure confusa con l'empatia. Compassione ha il significato di condivisione di una sofferenza, con l'intento implicito di provare ad alleviarla. Empatia può essere sia negativa che positiva o nulla (come negli autistici). Ad esempio un criminale è perfettamente in grado di mettersi empaticamente nei panni di un poliziotto per evitare di essere arrestato.
#806
Invito Bobmax ad evitare giudizi generici sui partecipanti al forum, esortandolo ad usare per loro, la virtù, molte volte professata ma forse non troppo esercitata, della "compassione". Grazie.
#807
Percorsi ed Esperienze / Re: Sens of humor
16 Ottobre 2023, 23:09:39 PM
Secondo me "O malamente" è Nietzsche-Sade-Pilato-Il discorso al popolo dell'isola di Meli. È tutto ciò che è, perché è forza. Forza come Macht e non come Gewalt. La forza bruta, veniva definita un tempo (che risposta poco umoristica!).
#808
Attualità / Re: Il nuovo kippur
16 Ottobre 2023, 22:57:14 PM
Provo a vedere il problema da una diversa (ma antica) prospettiva. Ovvero del fatto che si tratta di un antagonismo dove "solo uno può vincere" e l'altro sopraffatto, sottomesso, distrutto, devitalizzato. Scegliete voi la squadra che preferite e tifate per essa. In un forum, manifestando, arruolandovi, diventando jhadisti. Scegliete. È una modalità tipica della civiltà umana, che in questo modo ottiene diversi vantaggi. In primo luogo si rinforza l'identità della squadra tifata, che è inevitabilmente giusta, prescelta, dal lato della "forza" e così via. In secondo luogo proiettiamo il nostro male sulla squadra avversaria, che accoglie la nostra malvagità, il nostro odio, la nostra brama di sangue ( e ce la restituisce in un gioco di specchi). In terzo luogo, se la squadra avversaria è il male, dopo averla rimessa al suo posto, possiamo sfruttarla economicamente e culturalmente, fino a sperare che si identifichi nel suo oppressore, come nel caso del maggiordomo nero nel film Django. In quarto luogo, ma questo vale molto di più per i mussulmani, la jihad conduce al paradiso e per quanto questa idea possa apparire, a noi europei, fanciullesca, ciò non toglie la sua capacità nel tagliare gole, soprattutto allorquando, alla tavola imbandita lasciamo "sgocciolare" solo le briciole ai "non invitati".
Se invece, si supera l'idea del "solo uno può vincere", si adotta una prospettiva nuova, quella della condivisione e della reciprocità. Ma in questo modo si mettono in discussione dei pilastri fondanti della società capitalistica, perché condivisione e reciprocità tendono ad avere un influsso negativo sui fatturati e rischiano di avere lo stesso effetto dei "vestiti nuovi dell'imperatore" della favola di Andersen, ovvero far comprendere che il vero nemico dell'umanità non è l'ebreo, il mussulmano, il nero, il giallo, l'induista o il buddista ma la disumanizzazione fondata sulla disuguaglianza economico/culturale del mondo.
#809
Attualità / Re: Il nuovo kippur
13 Ottobre 2023, 17:48:05 PM
Il gran bordello che c'è in medio oriente dal secondo dopoguerra ad oggi è in gran parte dovuto all'innesto dello stato di Israele in Palestina. È vero che il movimento sionista aveva fatto affluire già prima della guerra un considerevole numero di ebrei in Palestina, ma la soluzione sarebbe potuta anche essere quella di donare una fettina di terra tedesca e magari anche italiana agli ebrei come risarcimento diretto di quanto accaduto. Un Tirolo unito, ad esempio, donato agli ebrei, e i residenti spostati nei loro rispettivi paesi. Invece così hanno pagato per crimini non commessi da loro, popolazioni che non avevano spartito nulla con il genocidio degli ebrei. Un po' come dire: "un milanese ti fa un danno e allora io mi faccio risarcire da un bergamasco". Sto semplificando, ovviamente, ma spesso mi frulla in testa questo pensiero. È evidente però che in questo caso non si parla solo di risarcimento economico-morale ma dell'assetto geopolitico del mondo, che preferisce avere eventualmente anche giustificazioni storiche ed etiche. In ogni caso credo che Hamas, Hezbollah et similia sono solo il risultato di politiche segregazioniste dei sionisti. Dovrebbe essere anche una sorta di avvertimento per noi europei, quando umiliamo i migranti. Umiliazione che spesso deriva dalle orrende disparità che il capitalismo impone e che poi cerca di nascondere dietro una conflittualità fra ultimi e penultimi, che oggi rischia di portarsi via il capitalismo stesso (ma credo che il capitalismo prima di morire si agiterà molto di più di quanto si agitò il morente socialismo reale e coloro che ci rimetteranno saranno i soliti noti).
#810
Sono temi discussi dalla filosofia greca dal tempo della sua nascita. La mia posizione è di considerarli tutti esistenti in quanto concetti culturali che hanno plasmato e strutturato, nel corso dei secoli, la nostra mente collettiva. Però non tutti i concetti sono uguali. Alcuni potrebbero avere un valore "tossico" e quindi se è necessario tenerne conto, altrettanto importante stabilire un giudizio di valore. Personalmente sono affine al qualcosa, piuttosto che al nulla/tutto. Il trilemma in realtà può essere riformulato attraverso la dicotomia assoluto/relativo o materiale/immateriale. Ma è pur vero che il nostro vivere per quanto materiale ed organico, deve tener conto della sua inevitabile fine. La nostra condizione, in questo senso, è paradossale. Possiamo usufruire di un sistema cognitivo che ci affranca dai comportamenti automatici di gran parte degli animali, ma questo si ritorce contro di noi, perché ci distacca dal cerchio della natura eterna e senza domande. L'Hybris conquistata la paghiamo alla cassa dell'Angst. Su un altro versante, parallelo, il "qualcosa" è legato al tempo-freccia e alla fine dei fondamenti. Il "tutto/nulla" è legato al tempo-cerchio e al fondamento. In qualche modo si potrebbe dire che il tutto/nulla è il tentativo di ricostituire in un mondo simbolico, quello che il mondo simbolico ha decapitato.