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Messaggi - Jacopus

#796
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
05 Settembre 2023, 22:27:06 PM
Non seguo direttamente le dinamiche militari odierne della guerra fra Ucraina e Russia, ma mi sembra evidente che l'Ucraina non ha nessuna possibilità di vincere sul campo. Ne ha molte di più la Russia, semplicemente per motivi di estensione geografica e demografica. Ma neppure all'Ucraina sarà concesso di perdere sul campo. Questa guerra, oltre all'indotto economico da guerra, indebolisce contemporaneamente due competitori di USA e Cina e di una ulteriore nuova possibile superpotenza, l'India. Perché interrompere questo gioco paranoico? La guerra probabilmente finirà quando uno dei contendenti imploderà politicamente, come accaduto nel 1991 all'Unione Sovietica. Fino ad allora la guerra potrebbe proseguire ancora per anni.
#797
A mio parere il criterio che discrimina non è "se colui che mi parla ha fede nella verità ", poiché nefandezze terribili sono state compiute in piena buona fede da chi credeva di fare del bene, in nome di una supposta verità. Il criterio che discrimina è se chi mi parla mi concede la sua stessa dignità e riconoscimento, nella consapevolezza che non esiste alcuna verità assoluta per la quale occorre impugnare una spada, per quanto metafisica essa possa essere. Le spade si impugnano per interessi ambivalenti e sempre in bilico fra giusto e ingiusto.
#798
Storia / La lezione della seconda guerra mondiale
03 Settembre 2023, 17:23:45 PM
Pensieri e collegamenti fra pensieri a ruota libera.
Oggi leggevo la notizia di Salvini che vuole riattivare le centrali nucleari in Italia. Non sono competente in materia ma credo che non sia una scelta da condannare, tutt'altro. Serve solo un paese serio, in grado di formare personale tecnico all'altezza del compito. La Francia tramite il nucleare produce il 66 per cento della energia che il paese richiede. Le conseguenze sullo sviluppo della Francia sono intuitive.
Ma prima di costruire le centrali nucleari dovrebbero essere affrontati dei problemi che solo apparentemente non c'entrano, ovvero quello della formazione, della capacità di apprendimento e della capacità di imparare ad imparare. Quello che mi fa dire che l'Italia, a suo tempo, fece bene a bandire il nucleare, dipende dalla scarsa fiducia nel personale italiano, ma non solo. Siamo così avvolti da norme bizantine e da fazioni che si scontrano per il solo gusto di scontrarsi che anche un obiettivo che favorirebbe tutta l'Italia, può diventare un campo di battaglia. Ad esempio, sempre nel settore nucleare è nota la vicenda della SOGIN. (https://www.linkiesta.it/2019/04/rifiuti-radioattivi-centrali-nucleari-sogin/).

Ciò di cui difettiamo è la capacità di percepire che in una società complessa, tutto è interconnesso. Non possiamo fare delle buone cose da soli, mentre la nostra indole ci spinge a fare così (e se n'era accorto già Guicciardini qualche secolo fa). Tutto ciò ci porta ad una arretratezza strutturale rispetto agli altri paesi occidentali. Inoltre se questa è la nostra indole e questi sono i nostri deficit, va considerato che la politica ha spesso vissuto di rendita rispetto a questa arretratezza, che permetteva di controllare meglio il mercato degli elettori.

Questa dinamica è la stessa di quanto accaduto all'Italia nel corso della seconda guerra mondiale. Sono numerosi i resoconti dal fronte di ufficiali sconsolati di fronte a truppe neppure in grado di capire l'italiano, perchè analfabeta. Come era possibile programmare un azione militare? I limiti dell'azione militare italiana erano quindi sia materiali, sia culturali e le due insufficienze non facevano altro che peggiorare la situazione complessiva. Si racconta che Galeazzo Ciano, di fronte al desiderio di guerra di suo suocero, il Duce, gli disse semplicemente di dare un'occhiata all'elenco telefonico di New York, il quale già nel 1940 era un librone composto da centinaia di pagine, a differenza di quello di Roma, composto da qualche foglio protocollo. La retorica della dittatura non fu minimamente sfiorata dal nesso evidente fra diffusione di telefoni privati e tecnologia militare.
A distanza di quasi un secolo la lezione non è stata appresa. Siamo ancora un paese per molti aspetti feudale, non in grado di avere una politica complessiva e sistemica, dove vigono, nella mentalità comune, concezioni arcaiche, come quella tipica del "farsi i fatti propri" (come se nella vita associata fosse possibile. Gli antichi greci, chiamavano coloro che si "facevano i fatti propri" idiotes). Nello stesso tempo ci compiacciamo retoricamente dell'Italia, paese più bello del mondo, come se gli altri ci dovessero riconoscere uno status di nascita, che non deve essere ottenuto sul campo.
Provincialismo, retorica, individualismo, divisione fra fazioni, sistemi giuridici bizantini. In realtà di fronte a ciò, la vera meraviglia è constatare che l'Italia sia comunque ancora l'ottava potenza economica mondiale. Immaginiamo cosa potrebbe essere se fossero stati fatti degli sforzi per correggere i diffetti elencati.
#799
Tematiche Filosofiche / Re: Al di là dell'aldilà
02 Settembre 2023, 23:59:31 PM
CitazioneUn pensiero all'ultima nata tra le infelicità, l'ecoansia, prodotto innovativo della scienza e filosofia di regime. 
Ipazia, "tu c'hai grossa crisi", parafrasando il profeta di Quelo. Di ecoansia non c'è n'è abbastanza in realtà, visto che tutto procede come sempre e fra qualche decina d'anni saremo noi o i nostri figli i profughi, che dovranno scappare da una terra inospitale. Potevo parzialmente capire la guerra ai vaccini, ma il cambiamento climatico è reale e sottolinearlo va contro i poteri forti, non certo a loro favore.
#800
CitazioneDal molteplice - ta onta - deriva l'ontologia che sta alla base del nostro sapere, concreto come filosofia naturale, scienza, e astratto, come filosofia dello spirito, scienza umana e filosofia tout court.

L'Uno è una speculazione metafisica che rimanda al limite Universo, ma detto ciò ha espresso tutto il suo limitato valore epistemico. Peraltro già opinabile di fronte alla teoria del Multiverso.
L'Uno è l'espressione del pensiero paranoico, il Molteplice del pensiero tragico. L'Uno, ancor di più che rispetto al pensiero religioso, è stato fondamentale per il pensiero scientifico e bisognerebbe scavare più a fondo fra le convergenze del pensiero religioso e scientifico, solo apparentemente così lontani. Due figure mitologiche rappresentano queste  inclinazioni, tipiche del nostro SNC, Aiace con la sua logica del "solo Uno può sopravvivere", ed Ulisse, con la sua logica del "il Mondo mi sopravviverà, ma per un po' ci sarò anch'io".
Oggi l'Uno, nelle sue varie declinazioni, rischia di colonizzare tutte le visioni del mondo, aumentando a dismisura il rischio di un mondo paranoideo, dove il bianco e il nero sono sempre in conflitto e dove si accetta il modello negativo del diaballeyn (non a caso nome originario del diavolo).
#801
CitazioneNiko ha scritto:
Per quanto riguarda la tua critica al socialismo, che dire, il vero miracolo del capitalismo, e' stato principalmente quello di convincere gli schiavi a votare per i padroni di schiavi.
Questo è un punto essenziale e, collegato ad esso, l'ideologia riduzionista della democrazia come diritto di voto. La democrazia in realtà è partecipazione ed è aver cura della res-publica. Se destrutturiamo le unità educative della società, dagli asili alle Università, sarà molto più semplice far credere che democrazia=voto e sarà anche più semplice mistificare i veri interessi di molte persone che saranno indotte a votare partiti molto lontani dalle loro esigenze di "gente povera", gente che se avesse più strumenti culturali non esiterebbe a chiamarsi "neo proletariato".
#802
Scienza e Tecnologia / Re: Dialogo nella scienza
25 Agosto 2023, 20:13:26 PM
Quello che potresti aver dimenticato è il piacere di relazionarsi con gli altri a proposito di temi come quelli scientifici o filosofici, rispetto ai quali è difficile trovare interlocutori validi nella cerchia degli amici o dei familiari. Qui siamo tutti dei dilettanti con i pro e i contro del dilettantismo. Chi si atteggia a voler essere il vincitore o l'unico depositario della verità ho imparato con il tempo a non contrastarlo e a cercare di mantenere un rapporto anche con lui.
#803
CitazioneAlberto scrisse:


Il mondo abbonda di sistemi profondi che portano i segni di un lavoro enorme svolto per dar loro forma ed è questo tipo di complessità a dare all universo il suo carattere aperto e a permettere l'esistenza di esseri umani dotati di libero arbitrio. Non c'è un determinismo irregimentato in natura, tutto deve essere aperto a nuove possibilità. 


Molto ben scritto e molto condivisibile e, a mio parere, applicabile sia al mondo fisico che al mondo biologico.
#804
Citazione di: Dario il 25 Agosto 2023, 08:20:43 AMQuindi attribuisci il libero arbitrio all'ignoranza che abbiamo di tutte le concause?

Rispondo alla domanda rivolta ad Ipazia, poi Ipazia è libera di scrivere, ovviamente. La risposta è no. Il libero arbitrio intanto dovrebbe chiamarsi libera volontà poiché l'arbitrio in italiano ha assunto un significato negativo. Il no invece si giustifica sulla base del fatto che noi siamo "parzialmente liberi di agire" perché abbiamo una struttura neurale complessa, che rende possibile la facoltà di pensare altrimenti, facoltà che si scontra con le nostre abitudini o pattern comportamentali e che non è presente allo stesso modo nei singoli individui, per cui esistono soggetti più o meno liberi di agire. Inoltre come ho già detto, le nostre convinzioni, una volta interiorizzate diventano così forti da diventare vere, poiché il metterle in dubbio ci renderebbe identitariamente fragili e pertanto si può affermare che, nei singoli individui è vero sia il determinismo che la libera volontà o il fatalismo e quella credenza condiziona il nostro agire. Il fatto di non essere totalmente determinati è semplicemente dimostrato dalle diversissime società storiche e contemporanee, organizzate dall'uomo e dagli insegnamenti, miti e credenze che l'uomo ha sviluppato nel corso dei secoli. L'influenza della cultura ha ulteriormente dilatato gli aspetti libero-decisionali dell'uomo, che vede in questi diversi approcci alla vita una necessità/possibilità di scelta. Ulteriore precisazione: ciò non significa che siamo totalmente liberi, anzi direi che è notevolmente più influente la parte deterministica, ma ciò non esclude la compresenza di una libertà di agire che ricade sul singolo, oltre ovviamente alla presenza del terzo fattore condizionante, il caso. Solo sulla casualità e sulla causalità potrebbe essere valida la affermazione che non conosciamo esattamente tutte le variabili e che una volta conosciute saremmo in grado di definire l'agire umano, ma è appunto evidente che quel progetto di definizione causale della casualità e della causalità si scontrerà prima o poi con il corpo e con il cervello di un homo sapiens, le cui reazioni non corrispondono a quelle di un robot e neppure a quelle di un animale più semplice (per quanto anche gli animali, seppure in misura minore, sono dotati di questi meccanismi di risposta "liberi"). Se vogliamo possiamo definire questa parte soggettiva della nostra interpretazione sul palco della vita come un ulteriore strumento di adattabilità all'ambiente. Se proprio volessimo essere deterministi allora dovremmo dire che tutto ciò che ci fa agire, determinismo, libera volontà e caso, sono fondati su un principio deterministico fondante che è l'adattamento all'ambiente finalizzato ad una sopravvivenza ottimale.
#805
Perchè vivi Bob? Non è una contraddizione anche questa? Anzi la madre di tutte le contraddizioni? Eppure vivi. La libera volontà può essere spiegata già attraverso questa ambiguità della condizione umana che ci riguarda tutti. Il principio di non contraddizione non va preso alla lettera quando si parla di filosofia etica, poichè tra l'altro è in grado di distruggere il tema della compassione, che invece credo ti sia caro.
#806
CitazioneQuesta è una contraddizione in termini.
Che può essere superata solo facendo appello a fenomeni trascendenti.
Ovvero coesistono nonostante nel mondo immanente siano incompatibili.

Un po' come affermare che vi sono asini che volano, tanto per dare l'idea.
L'essere umano non è una macchina. Se applichi le stesse teorie che applicheresti ad una macchina avresti ragione. Cartesio pensava che gli uomini fossero macchine, e quindi tendenzialmente eterodeterminati, ma poi si salvava in corner, attraverso l'anima racchiusa nella ghiandola pineale.

Ti faccio un esempio personale. Stamattina ho fatto colazione con il caffelatte, una colazione che per me è una abitudine. Il latte però "casualmente" avrebbe potuto rovinarsi, a causa del gran caldo oppure rovesciarsi sul mio piede mentre lo trasportavo sul tavolo. In entrambi i casi vi è un fattore causale e casuale contemporaneamente, ma nello stesso tempo avrei potuto anche avere l'estro di cambiare tipo di colazione.
Questo per l'economia spicciola. Per quanto riguarda il grande tema, affermare che le scelte siano deterministiche o indeterministiche o caotiche non è spiegabile nè dimostrabile in alcun modo. Se tu ci riuscissi, otterresti subito un posto nell'Olimpo dei grandi scienziati del XXI secolo.
Personalmente ho quindi questa mia convinzione, che mi sembra la più ragionevole di una compresenza di diverse eziologie rispetto all'azione umana, poichè siamo esseri complessi che non possono certo rispondere ad una semplicistica spiegazione causa-effetto. Ciò anche in termini di responsabilità etica. Dobbiamo kantianamente sforzarci di pensarci autonomi perchè solo in questo modo possiamo ritenerci slegati dallo stato di minorità. Oltretutto convincerci di questo, comporta effettivamente delle conseguenze in termini proprio di libera volontà, visto che gli schemi comportamentali si nutrono delle nostre stesse convinzioni. E funziona allo stesso modo anche al contrario: lo stato di minorità  ci viene imposto anche attraverso queste teorie del determinismo che deresponsabilizzano l'umanità perchè ogni strada è già scritta e funzionano come una self fullfilling prophecy. Troppo comodo, caro Bob.
Per certi versi gli esperimenti che tentano di spiegare come la scelta umana sia precedente all'azione , come quelli che usano le tecnologie a FRMi, sono sintomatici di un certo approccio scientifico tradizionale al quale si oppongono fortunatamente altri approcci che uniscono le nuove conoscenze neuroscientifiche, bilanciandole attraverso il riconoscimento che la stessa storia della cultura umana, diventa un fattore che pesa sulle scelte umane. Mi spiace ma non siamo nè animali, nè robot e questo lo dico non per rivendicare anima o regni spirituali in cui non credo, ma perchè dobbiamo fare i conti con la nostra struttura e la nostra storia filogenetica.
#807
Lo dico brevemente perché altrimenti rischiamo di riattivare uno "schema cognitivo". Determinismo, casualità e libera volontà coesistono.
#808
La mia posizione è molto simile alla tua, Dario. L'unica obiezione che ti pongo è quella rispetto all'intelleggibilità delle nostre decisioni tramite risonanza magnetica. Ad esempio questo studio dimostra la stupidità dei ricercatori universitari o la loro intelligenza, se lo fanno in modo manipolatorio:

https://www.focus.it/comportamento/psicologia/scelte-visibili-cervello-prima-volonta

Se invece di chiedere quale immagine scegliere fra quella blu e quella rossa, la domanda fosse stata: "Cosa decidi di fare di fronte alla possibilità di ottenere un posto di lavoro vantaggioso ma in questo modo perderai la tua fidanzata?", vedresti che i tempi di anticipo tramite FMRi, si azzererebbero.
Nella everyday life penso che la seconda domanda sia molto più frequente della scelta di immagini blu o rosse a meno che non siamo infanti alle prese per la prima volta con i colori. Ovviamente alla scienza piace semplificare, perchè solo in questo modo si ottengono risultati ripetibili e verificabili. Peccato che la filosofia e certa psicologia e la stessa religione ci dicono che la semplificazione non porta da nessuna parte, al massimo ad ottenere una cattedra universitaria.
#809
Sul fatto che il denudamento sia solo possibile e non un agito sempre presente sono d'accordo, ma la psicosi da delirio persecutorio non è una schizofrenia in senso stretto anche se fa parte dello spettro schizofrenico. Vengono comunque conteggiati come due categorie distinte i malati da delirio persecutorio e i malati schizofrenici.
#810
Citazione"Ipazia scrisse":

Le tecniche di dominio non sono aut-aut, bensì sinergiche: gorilla e indottrinamento vanno di pari passo fin dai tempi dei faraoni. In una società classista non c'è alternativa ad una composita tecnica di dominio perchè i privilegiati delle classi dominanti conservino il potere di fronte ad una massa maggioritaria di sudditi. La "scienza del capitale" consiste appunto nel sostituire quale strumento egemonico principale un mix di propaganda e ricatti sulla sussistenza, prima di arrivare all'uso dei gorilla. In ciò si differenzia dalle forme precedenti di dominio di classe in cui invece la forza bruta era prevalente sulla dissuasione ideologica, fino alla riduzione in schiavitù e alla deportazione.
Io ripartirei da qui, a fronte delle tante possibilità di discussione. La tesi di Gramsci, a mio parere, era una figura retorica, detta iperbole, per far capire meglio un concetto, ma non credo che lui ritenesse ormai inutile il potere coercitivo dei "gorilla", visto che morì in carcere. Ma il trend è quello che ha esattamente descritto Ipazia. Anche in epoca romana, accanto all'hard power vi era un soft power, estremamente raffinato già allora, al punto che le lingue neoromanze attuali sono uno dei risultati di quel soft-power. Ma aveva un ben altro peso l'hard power, quello che faceva dire ai romani "desertum fecerunt et pacem appellaverunt."
Da allora sono cambiate tante cose. Tutto sommato i diritti umani sono una scoperta dei tempi moderni, che hanno contribuito alla inverosimile sconfitta degli USA in Vietnam. La situazione culturale è radicalmente cambiata, paradossalmente anche grazie alla mitologia americana del west e del self-made-man: la visione dell'uomo nel mondo, non più fatalisticamente legato al "sarà quel che Dio vuole", ma connesso al desiderio di compiere il proprio destino. Fino ad un recente passato, la sacralità di idea di stato-nazione era tale da indurre le vedove a portare la loro fede d'oro sull'altare della patria, per trasformare quell'oro in cannoni. Un'azione che in qualche modo univa, seppur patologicamente, le persone in una collettività. La stessa collettività che è il "gregge" della Chiesa. La possiamo definire "il potere della Tradizione". Oggi al posto della collettività e del richiamo alla tradizione vi è una folla solitaria (Riesman), che ha creduto e crede nel proprio individualismo. L'individualismo però ha bisogno di affermarsi in termini di successo, ricchezza e popolarità. Nel momento in cui queste strade si chiudono e l'ascensore sociale si blocca (come sta ora avvenendo), allora si possono usare sostanzialmente quattro strade (Merton): lotta sociale, indifferenza e marginalizzazione, ricerca del successo attraverso la devianza, continuazione della storia di successo perchè facenti parte delle élite. Su ognuno di questi quadranti però, agisce il tamburo battente della propaganda hollywoodiana, comprensiva anche di una sorta di controhollywood, che se "rende" è comunque un valido ed ulteriore puntello egemonico.
Questo è il quadro, a mio parere. Altrimenti non so spiegarmi questo incosciente andare tutti insieme verso la catastrofe finale, che è proprio dietro l'angolo. Forse come hanno già scritto Bob e Inverno, da quella catastrofe verrà qualcosa di nuovo e di eccitante, ma saranno anni molto duri.