Afrodite, antica dea greca associata all'amore, alla bellezza, alla sessualità e alla procreazione. Era denominata Venus dagli antichi Romani.
Esiodo fa derivare il nome Afrodite da aphrós (= "schiuma di mare"), interpretando il nome come "nata dalla schiuma", gli studiosi, però, considerano tale nome non di origine greca ma semitico o mesopotamico: il culto di Afrodite derivò da quello della dea fenicia Astarte, affine alla dea semitica orientale Ishtar.
In Grecia i principali centri di culto di Afrodite erano Cythera , Cipro , Corinto e Atene.
Dagli antichi Greci veniva festeggiata per alcuni giorni nella stagione estiva con gli Aphrodisia, dai Romani l'1 aprile con i Veneralia.
Afrodite come dea dell'amore è presente anche nel "Sympòsion" di Platone.
Il testo è strutturato in forma di dialogo narrato, o meglio, in un agone oratorio, in cui ogni interlocutore espone con un ampio discorso la propria teoria su Eros, durante un banchetto offerto dal poeta Agatone.
Il secondo a parlare fra gli ospiti è il politico ed oratore Pausania, il quale critica Fedro per aver lodato Eros in modo generico.
Platone fa dire a Pausania (Simposio, 180c-185c) che ci sono due Afroditi e due Eros: l'Afrodite Urania, "celeste" (spirituale), figlia di Urano ma non ha madre, e l'Afrodite Pandèmia, popolare (sensuale) figlia di Zeus e di Dione; c'è l'Eros Pandemio e l'Eros Uranico.
Anche l'Eros Pandemio è sensuale, rivolto al corpo e non all'anima; gli interessa solo lo scopo e non il modo.
Invece l'Eros uranio è teso alla spiritualità, ha come fine la virtù.
Pausania sviluppa il suo discorso analizzando il rapporto tra amanti omosessuali collegato al relativismo etico, per cui nulla è in sé buono o cattivo, dipende dai modi in cui le scelte vengono fatte. Il suo discorso si conclude con la ricerca della giustificazione dell'amore omofilo.
Per evitare confusione è meglio dire che Afrodite è una, distinta in due suoi aspetti, identificati da due dei suoi numerosi epiteti, idem per Eros.
Afrodite Urania è la dea dell'amore spirituale che sublima la sessualità; è priva di hỳbris, di volgarità, di prevaricazione.
Invece Afrodite Pandémia (Pandémos vulgivaga) è la dea dell'amore sensuale, dell'attività sessuale.
L'amore volgare desidera solo il corpo, quello celeste desidera l'anima.
Esiodo fa derivare il nome Afrodite da aphrós (= "schiuma di mare"), interpretando il nome come "nata dalla schiuma", gli studiosi, però, considerano tale nome non di origine greca ma semitico o mesopotamico: il culto di Afrodite derivò da quello della dea fenicia Astarte, affine alla dea semitica orientale Ishtar.
In Grecia i principali centri di culto di Afrodite erano Cythera , Cipro , Corinto e Atene.
Dagli antichi Greci veniva festeggiata per alcuni giorni nella stagione estiva con gli Aphrodisia, dai Romani l'1 aprile con i Veneralia.
Afrodite come dea dell'amore è presente anche nel "Sympòsion" di Platone.
Il testo è strutturato in forma di dialogo narrato, o meglio, in un agone oratorio, in cui ogni interlocutore espone con un ampio discorso la propria teoria su Eros, durante un banchetto offerto dal poeta Agatone.
Il secondo a parlare fra gli ospiti è il politico ed oratore Pausania, il quale critica Fedro per aver lodato Eros in modo generico.
Platone fa dire a Pausania (Simposio, 180c-185c) che ci sono due Afroditi e due Eros: l'Afrodite Urania, "celeste" (spirituale), figlia di Urano ma non ha madre, e l'Afrodite Pandèmia, popolare (sensuale) figlia di Zeus e di Dione; c'è l'Eros Pandemio e l'Eros Uranico.
Anche l'Eros Pandemio è sensuale, rivolto al corpo e non all'anima; gli interessa solo lo scopo e non il modo.
Invece l'Eros uranio è teso alla spiritualità, ha come fine la virtù.
Pausania sviluppa il suo discorso analizzando il rapporto tra amanti omosessuali collegato al relativismo etico, per cui nulla è in sé buono o cattivo, dipende dai modi in cui le scelte vengono fatte. Il suo discorso si conclude con la ricerca della giustificazione dell'amore omofilo.
Per evitare confusione è meglio dire che Afrodite è una, distinta in due suoi aspetti, identificati da due dei suoi numerosi epiteti, idem per Eros.
Afrodite Urania è la dea dell'amore spirituale che sublima la sessualità; è priva di hỳbris, di volgarità, di prevaricazione.
Invece Afrodite Pandémia (Pandémos vulgivaga) è la dea dell'amore sensuale, dell'attività sessuale.
L'amore volgare desidera solo il corpo, quello celeste desidera l'anima.






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