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Messaggi - doxa

#796
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
09 Dicembre 2020, 08:28:00 AM
raffigurazioni paleocristiane della natività con la presenza del bue e l'asino.


Milano, basilica di Sant'Ambrogio, marmoreo "sarcofago di Stilicone", IV secolo.
Sul coperchio, lato verso l'altare, è scolpita la natività di Gesù, avvolto dalle fasce, come si usava nel passato. Il neonato ha il volto da adulto. Lo guardano un bue ed un asino. Dietro i due animali ci sono uccelli che beccano un grappolo d'uva.

Il cosiddetto "sarcofago di Stilicone" è inglobato in un ambone di epoca medievale.






A Roma, nelle catacombe di S. Sebastiano, in un arcosolio c'è un dipinto del IV secolo deteriorato ma ridisegnato dall'archeologo Giovanni Battista de Rossi nel 1877 per conservarne la memoria. Nel sottarco era dipinto il Bambino fasciato e nimbato, disteso su giaciglio tra il bue e l'asino, mentre un busto giovanile nimbato sovrasta la scena, per impersonare il Cristo adulto e protrarre nel tempo l'evento.






Ed ora in Sicilia.



Marmoreo "sarcofago di Adelfia", del 330, rinvenuto nel 1872 in un cubicolo nelle catacombe sottostanti la chiesa di San Giovanni, a Siracusa; è nel Museo archeologico regionale "Paolo Orsi".

Il nome del sarcofago: deriva dall'ipotesi che sia stato utilizzato per la sepoltura della nobildonna Adelfia, moglie del comes Balerius (Valerius): il medaglione centrale rappresenterebbe un ritratto della coppia, menzionata al centro del coperchio da un'epigrafe disposta su tre linee su sfondo rosso.

Il sarcofago ha tredici decorazioni scultoree di iconografia cristiana disposte su doppio registro: di queste, otto sono ispirate dal Nuovo Testamento, cinque da citazioni del Vecchio Testamento.

In una delle decorazioni sul coperchio (in alto a destra della foto) sono rappresentati i Magi che seguono la stella è vanno verso la tettoia che ripara il bambino Gesù, avvolto in fasce, deposto in un cesto di vimini. Vicino a lui ci sono il bue e l'asino. Accanto alla tettoia è scolpito uno dei pastori; vicino c'è Maria. assisa  su una roccia.




Nei primi secoli i cristiani fecero prevalente ricorso alla Bibbia dei Settanta per l'evangelizzazione e per lo studio delle profezie, anche se ci sono errori per l'insufficiente conoscenza della lingua ebraica da parte dei traduttori. Come conseguenza ci furono errate considerazioni da parte dei cristiani. Un esempio: il termine ebraico "almah" (= giovane donna) venne tradotto "vergine", aprendo in tal modo la strada alla credenza della verginità di Maria prima, durante e dopo il parto.[/size]
#797
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
08 Dicembre 2020, 22:34:31 PM
Sono riconducibili al racconto dell'evangelista Luca la mangiatoia, l'adorazione dei pastori e la presenza degli angeli.

Invece sono caratteristici dell'arte sacra i colori dei mantelli di Maria e Giuseppe: quello di Maria è celeste o azzurro per evocare il cielo, quello di Giuseppe ha di solito la  tonalità  tenue per simboleggiare la sua umiltà.

Per quanto riguarda la "grotta", a Betlemme fu costruita la Basilica della Natività nell'area indicata dalla tradizione come luogo della nascita di Gesù in una grotta, simbolo mistico e religioso.

Anche Mitra, divinità dell'induismo e della religione persiana, ma pure dio ellenistico e romano, lo si credeva nato in una grotta.

Il filosofo, teologo e astrologo Porfirio (233 circa – 305 circa) nel "de antro nympharum" descrive le grotte mitraiche simili a quelle persiane di Zoroastro.

L'iconografia romana rappresenta Mithra, che nasce già fanciullo da una roccia, la "petra genetrix" (forse un simbolo cosmico primordiale), lasciando una grotta dietro di sé.

Il confronto tra  mitraismo e cristianesimo è considerato molto interessante da alcuni storici, i quali sostengono che ci siano diverse somiglianze tra queste due religioni.

Il culto di  Mitra si fa risalire al 1400 circa a. C., ma si deve distinguere la forma originaria, quella indo-persiana  dal culto mitralico di epoca romana che ne è una rielaborazione. 

In generale chi sostiene l'unicità del Cristianesimo lo confronta con il Mitraismo romano, mentre chi ne sostiene la similitudine lo rapporta al Mitraismo persiano.

Una delle somiglianze tra mitraismo e cristianesimo è la credulità nel giudizio finale e nella successiva punizione o ricompensa (Inferno e Paradiso), ma la somiglianza  non dimostra l'influenza della religione più antica verso  la più recente. 

La Persia viene evocata anche dalla presenza dei Magi nella natività di Gesù. Essi sono descritti nel Vangelo di Matteo e nel  Vangelo armeno dell'infanzia il quale dà pure informazioni sul numero e il nome di questi sapienti persiani. Erano tre ed erano re: Melkon (Melchiorre), Gaspar (Gaspare) e Balthasar (Baldassarre).  Essi "entrarono" nel presepe come simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto: Europa, Asia e Africa.

Nel tempo il numero dei Magi vennero aumentati, fino a dodici. Per evitare confusione il pontefice Leone Magno stabilì con decreto papale che i "re Magi" erano tre, basandosi sui tre doni da essi offerti: oro, incenso e mirra, secondo il Vangelo di Matteo.
#798
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
08 Dicembre 2020, 19:02:00 PM
L'apocrifo Vangelo arabo dell'infanzia, detto anche "Vangelo siriaco dell'infanzia", contiene racconti relativi alla vita di Gesù. Forse fu elaborato tra l'VIII e il IX secolo.

Contiene 55 brevi capitoli che narrano la vita di Gesù dalla nascita alla morte e risurrezione, soffermandosi sul periodo dell'infanzia e adolescenza e gli incredibili "miracoli" compiuti fin da piccolo, per esempio trasformò "per gioco" un gruppo di ragazzi in capretti; miracolò lebbrosi, indemoniati, muti.

Il testo è la traduzione araba adattata di uno scritto siriaco, che, a sua volta, utilizza altri apocrifi più antichi, come il Protovangelo di Giacomo, i Racconti dell'infanzia del Signore Gesù e gli Acta Pilati. L'episodio del giovane trasformato in mulo evoca l'Asino d'oro di Apuleio.

Il contenuto del testo è caratterizzato dall'assenza  o imprecisa conoscenza degli usi e costumi giudaici, da altri errori storici e geografici.
#799
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
08 Dicembre 2020, 14:13:37 PM
La nascita di Gesù descritta nel Protovangelo di Giacomo.

L'attribuzione a "Giacomo il Giusto", "fratello" di Gesù, è concordemente pseudoepigrafa. Gli studiosi sono dell'opinione che il testo, scritto in lingua greca, fu elaborato da vari autori tra il 140 e il 170.

Numerose informazioni in esso contenute furono accolte dalla tradizione cristiana, per esempio Anna e Gioacchino considerati genitori di Maria e la tesi della verginità di Maria, prima, durante e dopo la nascita di Gesù.

Questo testo ebbe influenza anche nella storia dell'arte, come fonte d'ispirazione per i pittori e i committenti.

[18, 1] (A Betlemme) "Trovò quivi una grotta: ve la condusse, lasciò presso di lei i suoi figli e uscì a cercare una ostetrica ebrea nella regione di Betlemme. [2] Io, Giuseppe, camminavo e non camminavo. Guardai nell'aria e vidi l'aria colpita da stupore; guardai verso la volta del cielo e la vidi ferma, e immobili gli uccelli del cielo; guardai sulla terra e vidi un vaso giacente e degli operai coricati con le mani nel vaso: ma quelli che masticavano non masticavano, quelli che prendevano su il cibo non l'alzavano dal vaso, quelli che lo stavano portando alla bocca non lo portavano; i visi di tutti erano rivolti a guardare in alto. [3] Ecco delle pecore spinte innanzi che invece stavano ferme: il pastore alzò la mano per percuoterle, ma la sua mano restò per aria. Guardai la corrente del fiume e vidi le bocche dei capretti poggiate sull'acqua, ma non bevevano. Poi, in un istante, tutte le cose ripresero il loro corso".

[19, 1] Vidi una donna discendere dalla collina e mi disse: "Dove vai, uomo?". Risposi: "Cerco una ostetrica ebrea". E lei: "Sei di Israele?". "Sì" le risposi. E lei proseguì: "E chi è che partorisce nella grotta?". "La mia promessa sposa" le risposi. Mi domandò: "Non è tua moglie?". Risposi: "E' Maria, allevata nel tempio del Signore. Io l'ebbi in sorte per moglie, e non è mia moglie, bensì ha concepito per opera dello Spirito santo". La ostetrica gli domandò: "E' vero questo?". Giuseppe rispose: "Vieni e vedi". E la ostetrica andò con lui. [2] Si fermarono al luogo della grotta ed ecco che una nube splendente copriva la grotta. La ostetrica disse: "Oggi è stata magnificata l'anima mia, perché i miei occhi hanno visto delle meraviglie e perché è nata la salvezza per Israele". Subito dopo la nube si ritrasse dalla grotta, e nella grotta apparve una gran luce che gli occhi non potevano sopportare. Poco dopo quella luce andò dileguandosi fino a che apparve il bambino: venne e prese la poppa di Maria, sua madre. L'ostetrica esclamò: "Oggi è per me un gran giorno, perché ho visto questo nuovo miracolo".



La nascita di Gesù descritta nell'apocrifo Vangelo dello Pseudo Matteo, così denominato per distinguerlo dal canonico Vangelo di Matteo.

Il Vangelo dello Pseudo Matteo fu scritto in lingua latina nell'VIII – IX secolo. E' una rielaborazione e adattamento del Protovangelo di Giacomo e del Vangelo dell'Infanzia di Tommaso, del II secolo.

[...]l'angelo ordinò di fermare il giumento, essendo giunto il tempo di partorire; comandò poi alla beata Maria di discendere dall'animale e di entrare in una grotta sotto una caverna nella quale non entrava mai la luce ma c'erano sempre tenebre, non potendo ricevere la luce del giorno. Allorché la beata Maria entrò in essa, tutta si illuminò di splendore quasi fosse l'ora sesta del giorno. La luce divina illuminò la grotta in modo tale che né di giorno né di notte, fino a quando vi rimase la beata Maria, la luce non mancò. Qui generò un maschio, circondata dagli angeli mentre nasceva. Quando nacque stette ritto sui suoi piedi, ed essi lo adorarono dicendo: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà".

[3] Era infatti giunta la nascita del Signore, e Giuseppe era andato alla ricerca di ostetriche. Trovatele, ritornò alla grotta e trovò Maria con il bambino che aveva generato. Giuseppe disse alla beata Maria: "Ti ho condotto le ostetriche Zelomi e Salome, rimaste davanti all'ingresso della grotta non osando entrare qui a motivo del grande splendore". A queste parole la beata Maria sorrise. Giuseppe le disse: "Non sorridere, ma sii prudente, lasciati visitare affinché vedano se, per caso, tu abbia bisogno di qualche cura". Allora ordinò loro di entrare. Entrò Zelomi; Salome non entrò. Zelomi disse a Maria: "Permettimi di toccarti". Dopo che lei si lasciò esaminare, l'ostetrica esclamò a gran voce dicendo: "Signore, Signore grande, abbi pietà. Mai si è udito né mai si è sospettato che le mammelle possano essere piene di latte perché è nato un maschio, e la madre sia rimasta vergine. Sul neonato non vi à alcuna macchia di sangue e la partoriente non ha sentito dolore alcuno. Ha concepito vergine, vergine ha generato e vergine è rimasta
".
#800
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
08 Dicembre 2020, 11:45:50 AM
Il presepio nella storia e nell'arte.
Il presepe (o presepio) è una ricostruzione figurativa  e simbolica della natività di Gesù.

E' diffuso l'errore di credere che  esso derivi dal "presepe vivente" che volle allestire Francesco d'Assisi  con i suoi confratelli  la sera del 24 dicembre 1223 in una grotta usata come stalla a circa due chilometri da Greccio, in provincia di Rieti.

Antecedente a Greccio, la nascita di Gesù e l'Epifania venivano  ricordate con le sacre rappresentazioni, interpretate da alcuni clerici  che recitavano come attori, di solito sul sagrato delle chiese, successivamente all'interno.

Stando alla tradizione, Francesco e i suoi confratelli in quel periodo erano nella zona di Greccio per il ritiro spirituale sul monte Lacerone, oggi anche detto monte San Francesco, ad un'altezza di oltre mille metri, abitando tra i boschi in una modesta capanna. Spesso scendeva in paese, dove predicava il Vangelo. Le sue parole suscitarono l'ammirazione del  feudatario di Greccio, Giovanni Velita, che lo esortò a rimanere in quell'ameno luogo.

Il frate Tommaso da Celano (prov. L'Aquila), compagno e primo biografo di Francesco, scrisse che "C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni (Velita, il feudatario) di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: "Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.
 
E giunge il giorno della letizia, il tempo dell'esultanza! Per l'occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme."
("Vita prima", cap. XXX, 468 - 469)

Non c'erano figuranti nel ruolo di Maria, del suo sposo Giuseppe ed il neonato Gesù. Erano presenti solo la mucca e l'asino ai lati di una mangiatoia nella quale era stato messo del fieno e venne celebrata la Messa davanti la grotta.
#801
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
07 Dicembre 2020, 16:02:48 PM


Le prime fonti per la raffigurazione del presepe sono  180 versetti  compresi nei Vangeli di Matteo e di Luca, denominati "Vangeli dell'infanzia": essi narrano la nascita di Gesù, avvenuta a Betlemme  di Giudea. 

L'iconografia della natività fu arricchita dai racconti di altri tre  vangeli apocrifi: il protovangelo di Giacomo, il vangelo dello pseudo Tommaso ed il vangelo arabo dell'infanzia.

L'Evangelista Luca dice che Maria "diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio" (2,7).
#802
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
07 Dicembre 2020, 15:50:29 PM


La tradizione vuole che il presepe  e/o l'albero di Natale siano allestiti l'8 dicembre (festa dell'Immacolata Concezione) ma la statuina del "bambinello" deve essere collocata  il 25 dicembre (giorno della presunta nascita di Gesù).

Successivamente, il 6 gennaio (festa dell'Epifania) si celebra la visita e l'adorazione di Gesù Bambino da parte dei  re Magi, e le statuine che li rappresentano vengono inserite nel presepe. 

I tradizionalisti, anziché smontare il presepio il 7 gennaio lo tengono esposto fino al 2 febbraio, giorno in cui il calendario ricorda la "presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme". Questa ricorrenza è popolarmente conosciuta come "Festa della Candelora" perché si benedicono le candele simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il Bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione del neonato al Tempio. La festa della Candelora chiude il periodo delle celebrazioni natalizie ed apre il cammino verso la Pasqua.
#803



"Stiamo bene insieme ma... ognuno a casa sua!" E' un nuovo stile di vita per molte coppie, specialmente quelle che si sono incontrate dopo gli "anta".

Dopo tanti anni da single oppure dopo una separazione o un divorzio ritrovare l'amore è sempre una nota positiva nella vita di ogni donna e di ogni uomo. Ancor di più se la nuova love story arriva dopo i 50 anni, quando tornare ad avere una vita attiva sentimentalmente (e intimamente!) è un toccasana per lo "corpore" e lo spiritus.

Living apart together: è trend, fa tendenza. Non è un rapporto occasionale, la coppia è stabile nel tempo. 

Secondo la psicologa Marina Pisetzky vivere in case separate, aiuta l'intesa intima di una coppia perché "il desiderio cresce con la distanza". 

Di solito si sceglie il/la partner che abita nella stessa città. È una scelta semplice e logica. Ma come si sa, l'amore non segue una logica. 

La relazione amorosa con una persona che vive lontano è complicata rispetto a una "classica" a chilometro zero. Non ci si vede spesso, il contatto fisico è limitato, aumenta la paura di perdere il/la partner. 

Cosa motiva due persone a decidere di amarsi nonostante la distanza geografica ? Le variabili sono numerose e correlate alla storia di entrambi i partner, afferma lo psicologo Davide Ferlito. Nonostante i chilometri di distanza, infatti, ciò che conta è la possibilità che la coppia sia reciprocamente d'accordo sulla tipologia di relazione, nonché sulla durata e l'intensità dell'eventuale lontananza. 

La lontananza può favorire l'evitamento di quelle problematiche che possono mettere in discussione la relazione stessa, rimanendo fermi all'interno del processo di idealizzazione dell'altro che ci porta a vederne pregi e a ignorarne i difetti.

La distanza può, quindi, fungere da paracadute per chi vive le relazioni come un potenziale fattore di vulnerabilità individuale, come qualcosa di pericoloso e non come fonte di supporto, crescita e soddisfazione.

La distanza può, in alcuni casi, rappresentare una tentata soluzione a una forma di insicurezza relazionale che spinge il soggetto a temere, pur ricercandolo, un coinvolgimento affettivo. 

Ciò che fa la differenza in un rapporto è l'affettività, la capacità comunicativa tra i partner, l'intimità. 

Il limite, purtroppo, potrebbe non essere solamente la distanza in sé. La coppia deve avere anche la possibilità di vedersi fisicamente ogni tanto. Per fare ciò, naturalmente, si deve anche guardare al lato economico della questione. Non tutti hanno la possibilità  per incontrarsi spesso, perciò ci si chiede, può un sentimento abbattere tutte le barriere che una relazione a distanza crea inevitabilmente?

Secondo lo psicologo Ferlito il volersi bene è la base per abbattere le barriere della distanza, e la reciproca volontà di impegnarsi in quella determinata relazione può fare da volano per un rapporto duraturo. La differenza sta, quindi, nel sentimento che spinge i partner a impegnarsi reciprocamente nella costruzione della coppia.  In conclusione... 

Scegliere di stare insieme, pur nella relazione a distanza, permette di non "abituarsi" all'altro/ e di avere sempre voglia della sua vicinanza. 

I sacrifici da fare sono tanti e per far sì che la relazione funzioni e duri a lungo è necessario tanto impegno e amore.

La lontananza favorisce il dialogo fra chi si ama due persone: ci si racconta la giornata, le proprie emozioni e le difficoltà e questa condivisione unisce ancora di più.

La fiducia è alla base di ogni rapporto e quando si è lontani è più facile che questa venga a mancare e si creino tensioni e gelosie. Essere sinceri è il modo migliore per far funzionare ogni relazione. 

the end
#804




Dalla famiglia patriarcale con nonni, zii e numerosi figli, la cui sopravvivenza era affidata al numero di braccia che potevano lavorare nei campi, si è passati nella seconda metà dello scorso secolo alla famiglia mononucleare composta soltanto da genitori e figli, funzionale alla società industriale. Poi ci furono la cosiddetta "rivoluzione sessuale", l'emancipazione della donna, l'introduzione del divorzio, e niente più fu come prima....

Tra le tante opzioni possibili, c'è anche quella della coppia stabile che condivide una relazione sentimentale e sessuale di lunga durata, ma che evita la convivenza ed è definita coppia LAT, indicata in un mio precedente post in questo topic.


Le coppie living apart together, sono anche denominate "coppie del week-end", "coppie a coabitazione intermittente", "amori pendolari, part-time", "relazione non residenziale"....


Per scelta i due partner vivono in case diverse, ciascuno per conto proprio. Una categoria in pieno sviluppo, che comprende storie molto diverse, unite da una comune preoccupazione: salvaguardare i propri spazi personali, le proprie abitudini, senza però rinunciare a una relazione affettiva stabile.
#805



La famiglia è un microsistema sociale che col tempo ha cambiato struttura: dalla famiglia patriarcale allargata a quella mononucleare, formata da genitori con figli; nel nostro tempo è diffuso il fenomeno sociale della "famiglia unipersonale", formata da una sola persona.

Negli ultimi 30 anni ì la popolazione è rimasta a circa 60 milioni, ma le famiglie sono passate da 19 a 25 milioni. Le "famiglie unipersonali" sono diventate il 33% sul totale.   

Un altro aforisma: "Meglio soli che male accompagnati". 

Tra i giovani vivere da soli è una scelta, per i separati e divorziati dipende dalle circostanze, per i vedovi la "singletudine" è dovuta all'evento luttuoso.Vengono definiti "singles di ritorno" gli individui rimasti da soli dopo la fine di un matrimonio o dopo la morte del coniuge. 

In Italia il fenomeno delle "famiglie" unipersonali è in crescita: molti vivono da soli perché, dicono, non hanno trovato la persona "giusta" oppure perché preferiscono vivere da soli. Nel passato venivano definiti scapoli, nubili, zitelle. 

Fuga dal matrimonio e separazioni in aumento la semplificazione familiare è compiuta. 

Le ricerche sociologiche stimano per i prossimi 15-20 anni l'aumento delle persone che vivono da sole e sono spariti i pregiudizi nei loro confronti. 

Ci sono motivazioni per la loro vita da single. La persona single è in grado di: 

decidere autonomamente e senza alcun condizionamento; 

viaggiare quando e dove vuole; 

essere tranquillo in quanto non è a rischio di drammi da separazione; 

non essere sospettoso nei confronti del/la partner; 

godere generalmente di autonomia economica; 

sperimentare esperienze di suo gradimento; 

disporre di maggiori spazi abitativi. 

Questo è quello che è emerso dai più recenti sondaggi.
#806
"Living apart together": questa frase inglese allude al vivere insieme ma in case separate.

Alcune ricerche, come quelle della psicoterapeuta Lucy Beresford, dimostrano che le coppie hanno più possibilità di sopravvivere in case separate perché i due partner riescono a mantenere i propri spazi e i propri interessi.


Ovviamente la vita da single è costosa. Chi sceglie di non convivere preferisce spese doppie: due affitti (o due mutui), due bollette dell'elettricità e del gas, due canoni tv, due rate condominiali. E poi ancora: due televisori, due letti, due set di biancheria, due servizi di piatti, due auto, due assicurazioni, ecc..



Eppure, nonostante l'antieconomicità evidente, sempre più italiani scelgono di non convivere: secondo l'Istat il numero di nuclei familiari composti da una sola persona sono in aumento costante. Dal 30,6% del 2014 al 33% nel 2018. In pratica, una casa su 3 è abitata da una sola persona. La tendenza proveniente dall'estero evidenzia che anche in Italia sono in aumento le persone che scelgono di vivere da sole anziché convivere e le coppie LAT (acronimo di "Living apart together") sono frequenti tra i separati e divorziati. 


La decisione di vivere separati si fonda su alcuni benefici che le coppie hanno o ritengono di avere: la capacità di mantenere nel tempo il piacevole rapporto di coppia;  avere nel contempo il rapporto intimo e un proprio spazio sociale;  denaro e case indipendenti: significa che le dispute finanziarie e la negoziazione non sono una fonte di attrito nel rapporto di coppia;  la non volontà di imporre un nuovo partner ai figli avuti da una precedente relazione. 


Alcuni esperti considerano le coppie LAT un valido stile di vita, ma sono necessarie ulteriori ricerche per determinarne gli effetti sociali a lungo termine.


I critici delle LAT sollevano preoccupazioni che questo decostruzionismo sociale alteri l'unità della famiglia tradizionale.
#807
La quotidiana vicinanza a lungo andare può far subentrare la noia, la continua rilevazione dei "difetti" caratteriali, corporei ed economici del/la partner, che nel tempo può indurre l'esplosione della coppia, invece la lontananza è come il vento, dice il testo della canzone titolata "La lontananza", che cantava Domenico Modugno: quel vento spegne i fuochi piccoli ma accende quelli grandi. La lontananza fa dimenticare chi non s'ama... Penso sia vero.

Nel rapporto di coppia la relazione a distanza induce alla concordanza quando si riesce a stare insieme per un breve periodo di tempo, senza i disagi o fastidi quotidiani che invece subiscono quelli che convivono.


Una ricerca sociologica effettuata nel 2013 da ricercatori statunitensi e londinesi, evidenzia che la distanza potrebbe paradossalmente generare maggiore intimità. Nell'analizzare i diari, telefonate, chat e video del campione di ricerca, hanno desunto comportamenti e atteggiamenti più intimi rispetto a chi conviveva.  Le nuove tecnologie hanno ridimensionato i limiti del rapporto amoroso in lontananza. In qualsiasi momento si può vedere e parlare con la persona amata.


#808
"Lontano dagli occhi, lontano dal cuore..."  questo detto popolare deriva da una frase in lingua latina del filosofo e politico Lucio Anneo Seneca (4 a. C. – 65): "Quantum oculis, animo tam procul ibit amor".

L'aforisma esprime l'influenza negativa della lontananza nel rapporto di coppia. Quest'anno il Covid e le limitazioni governative ad esso collegate, costringono tanti fidanzati che abitano in Comuni diversi e distanti anche pochi chilometri a rimanere lontani. 

La separazione è sempre un evento difficile, ognuno reagisce a suo modo. Più che la distanza è l'impatto che la separazione può avere su una coppia.  Per le coppie stabili, solide, dotate di un buon livello di autonomia personale (sempre necessaria nella coppia), l'adattamento non è difficile: "So che tu ci sei, anche se non posso vederti".

Invece per le coppie in crisi la lontananza può diventare l'occasione per interrompere la relazione e riavere l'autonomia. Infatti la distanza geografica e il distacco temporaneo possono permettere di capire meglio che laison non va bene, che la lontananza da lui/lei non fa soffrire.
#809
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
05 Dicembre 2020, 19:21:40 PM
Buonasera Eutidemo,

permettimi gli addenda sulla storia del presepio che hai magistralmente descritto.

Nei Vangeli canonici non è menzionata la grotta come luogo di nascita di Gesù  La descrivono due Vangeli apocrifi, il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo Matteo che risalgono al II secolo dopo Cristo. La descrivono rifulgente di luce, "come se vi fosse il sole".

Di una grotta parlò, per la prima volta ilfilosofo e martire palestinese  Giustino, originario di Flavia Neapolis, l'odierna Nablus. Egli circa  150 anni dopo gli avvenimenti scrisse: "Al momento della nascita del bambino a Betlemme, poiché non aveva dove soggiornare in quel villaggio, Giuseppe si fermò in una grotta prossima all'abitato e, mentre si trovavano là, Maria partorì il Cristo e lo depose in una mangiatoia, dove i Magi, venuti dall'Arabia lo trovarono" (Dialogo con Trifone, 78).

Il Protovangelo di Giacomo (elaborato tra il 140 ed il 170) amplia i racconti degli evangelisti Luca e Matteo e rielabora le narrazioni canoniche sulla natività. Questo libro è considerato il più antico testo cristiano che sostenga la verginità di Maria prima, durante e dopo la nascita di Gesù. Racconta di fantastici miracoli ed indica la grotta come luogo di nascita di Gesù.  Ma nel  testo greco del suo Vangelo, Luca usa la parola "kataluma" (= caravanserraglio) per identificare il luogo dove Giuseppe e Maria cercarono alloggio: non in una grotta né in una stalla.  E il neonato Gesù dopo la nascita fu deposto in una mangiatoia nel caravanserraglio, luogo di sosta e ristoro per i carovanieri ed il loro bestiame.

La scena della Natività di Gesù viene immaginata in una grotta-stalla perché tipica nelle pendici delle colline intorno Betlemme.

Si attribuisce al filosofo e teologo cristiano Origene Adamanzio (185 – 254) l'ideazione della stalla come luogo della natività di Gesù. Origene, interprete delle profezie di Abacuc e di Isaia (1, 3), nella sua tredicesima omelia riguardante l'evangelista Luca  afferma la presenza del bue e dell'asino nella  cosiddetta stalla: "Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone; ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende".
Gli animali vicino alla mangiatoia diventano i simboli del popolo ebreo e dei pagani. Davanti al Dio che nasce in una stalla tutti gli uomini, erano come buoi ed asini, privi di intelligenza e conoscenza.

Gli angeli presenti nella scena della Natività sono il modello di creature superiori, testimoni dell'evento straordinario.

La bugia di Origene fu creduta vera e tramandata.

Nel vangelo apocrifo del VI secolo attribuito allo pseudo Matteo c'è scritto: "Il terzo giorno dopo la nascita del Signore, Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla: mise il Bambino nella mangiatoia ed il bue e l'asino lo adorarono, e si avverò ciò che era stato preannunciato dal profeta Isaia".

Il papa emerito Benedetto XVI nel suo libro "L'infanzia di Gesù" ricostruisce l'iconografia cristiana e natalizia e conferma che il bue e l'asino non erano nella stalla con Gesù.
#810
Tematiche Filosofiche / Re:Il dubbio
03 Dicembre 2020, 15:07:37 PM
State trascurando un grande serbatoio cui attingere pensieri per argomentare sul dubbio. Sull'esterno di quel serbatoio c'è scritto: "fede religiosa"

Un nemico della fede è il dubbio, l'incertezza.  Numerosi santi ebbero dubbi sulla loro fede.

L'incredulo Tommaso, apostolo del dubbio, non credette alla risurrezione di Gesù di Nazaret dopo la morte in croce. Non credette agli altri apostoli quando gli dissero che Jesus era apparso prima a due discepoli sulla strada per Emmaus e poi ad altri apostoli riuniti a Gerusalemme.

Tommaso dice che vuol vedere Gesù per crederci. Otto giorni dopo a Gerusalemme i discepoli sono di nuovo insieme in una stanza chiusa, e questa volta Tommaso è con loro.

Caravaggio: "Incredulità di San Tommaso", olio su tela, 1600, circa, Bildergalerie di Potsdam, Germania

Caravaggio  raffigura l'attimo in cui Tommaso mette il dito dentro la ferita nel costato di Gesù. L'episodio è descritto nel Vangelo di Giovanni (20, 19 – 31).

La tela 'fotografa' il momento della constatazione in un'inquadratura di tre quarti dove sono disposte le quattro figure su uno sfondo scuro: Gesù di Nazaret, il dubitante Tommaso ed altri due apostoli che osservano la scena.