Citazione di: Jacopus il 21 Dicembre 2024, 07:23:08 AMMah! Io penso che con questa mentalità non andremo lontano. Lasciamo perdere i discorsi umanitari, visto che ormai al posto del cuore abbiamo una pietra (compresi quelli che sono stati a loro volta emigrati, ma loro non erano delinquenti e andavano all'estero a lavorare seriamente... -e ci sarebbe molto da parlare anche dello status del migrante-lavoratore, come se il migrante fosse solo ed esclusivamente un lavoratore, una specie di macchina a noleggio). In Italia c'è una differenza negativa tra nascite-immigrazione/morti-emigrazione. Di circa 100.000 persone all'anno. Ogni anno una città come Ancona ci saluta.A me sembra che della mia "mentalità" tu non hai capito niente, jacopus. Io ho precisato la profonda differenza tra immigrazione regolare, fatta cioé da persone che entrano rispettando le nostre regole di immigrazione, e immigrazione irregolare.
I dati statistici chiariscono che tra le due categorie c'é una profonda differenza nella propensione all'attività criminale.
E comunque i nostri emigrati, tra i quali ci sono stati anche i miei genitori, nonché una sfilza di parenti, alcuni dei quali, pensa, sono stati nominati in un libro che ha vinto premio Strega, certo che erano emigrati regolari, con tanto di certificazioni, controlli e permessi.
Quanto alla tua critica sulla concezione del migrante come lavoratore, magari fosse effettivamente sempre cosí, chi lavora sicuramente consegue una integrazione nella società che chi non lavora non riceve. Il fatto che l'immigrato lavori favorisce anche l'accettazione dello stesso da parte della collettività che non é portata a pensare che lui stia qui per "mangiare a sbafo".
