Certo, anche negli oggetti immateriali propri della ricerca filosofica. Magari sbaglierò, ma per me il concetto viene prima di ciò che lo segna e in ciò concordo coi padri nobili della fenomenologia.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: 0xdeadbeef il 10 Novembre 2018, 22:45:15 PM
A parer mio è necessario tenere presente quanto sostiene Peirce: già il pensarlo è inserire l'oggetto pensato all'interno di una certa catena segnica.

Citazione di: acquario69 il 10 Novembre 2018, 23:59:53 PM
...Gli animali o le altre creature non hanno questa "responsabilità" per loro non vi e' alcuna necessita di distinguere le cose, sono già integrati (inclusi) e si adeguano in maniera del tutto spontanea alla natura e al tutto...per l'uomo invece le cose vanno diversamente poiché ha facoltà di decisione e cioè scegliere se integrarsi o separarsi...ovviamente la Natura (o il Tutto inteso tale) non e' modificabile, rimane inalterato,percio dovrebbe appunto essere l'uomo a tenere sempre ben presente questo principio (ma che a quanto pare lo ha completamente rimosso, ed anzi in maniera del tutto illogica ritiene pure che sia lui a poter modificare la natura..questa si l'illusione più assurda mai concepita)
Citazione di: sgiombo il 10 Novembre 2018, 21:49:13 PMInfatti non era questo. Ma ripristinare il giusto rapporto tra significante e significato, tra segno e concetto. Ripristinato il quale le pretese conoscitive e asseverative del linguaggio mostrano tutti i loro limiti. Spostare la verità dal mondo delle idee al mondo dei segni è il solito vicolo cieco platonico. La conoscenza, intesa come ricerca della verità, sta altrove.
Ma ho qualche dubbio che fosse questo che intendevi dire.
Citazione di: Kobayashi il 17 Luglio 2018, 15:08:47 PMRileggendo la discussione non posso che concordare. Forse Deleuze non è il critico di FN più esaustivo, ma certo ci capisce di più di chi è intervenuto. Consiglio il saggio di E.Fink per cominciare a dire qualcosa di sensato su FN. Il cui pensiero oscilla molto nel corso della sua vita, ma alcune riflessioni sono impagabili, come la fenomenologia dell'ascetismo in Genealogia della Morale dal paragrafo 12.
Io non sono ne' un suo discepolo ne' un suo detrattore.
Non mi interessa difenderlo.
Però quando mi avvicino alla sua opera riconosco che c'è qualcosa di grande. Basta avere un briciolo di istinto filosofico per sentirlo.
Non ho nessuna intenzione di fare il gioco di cercare di giustificare parti della sua opera etc.
Per capire il suo pensiero bisognerebbe prima chiedersi se si sono compresi i suoi concetti filosofici di base (volontà di potenza, eterno ritorno, genealogia, etc.). Del resto è quello che si farebbe normalmente se si decidesse di leggere per esempio la Fenomenologia dello spirito.
Saremmo attenti a non confondere il significato specifico dei termini usati da Hegel con quelli del senso comune.
Nella tua poesia sembravi confondere la volontà di potenza, che è un concetto filosofico, con il semplice desiderio e le sue oscillazioni. Non mi sembra un buon punto di partenza...
Bisognerebbe chiedersi con onestà se si ha voglia di condurre una lettura critica e attenta e riuscire magari a tirar fuori qualche tesoro o rimanere fermi ai propri pregiudizi.
Detto questo, ed essendomi reso conto che nel forum nei confronti di N. c'è poca generosità e giustizia, mi fermo qui per non risultare troppo insistente ed essere confuso con i suoi violenti supporter...
Citazione di: bobmax il 09 Novembre 2018, 14:51:55 PMCitazione di: Ipazia il 09 Novembre 2018, 14:28:17 PMCitazione di: bobmax il 09 Novembre 2018, 13:48:55 PMNeppure la causa finale di Aristotelica memoria ?
Non vi è nulla che possa essere motivato causalmente che non sia immanente.
In quanto la legge causa-effetto non ha nulla di trascendentale.
Neppure.
Riguarda infatti la libertà.
E in Aristotele ve n'è una traccia nell'intelletto attivo, che, a differenza di quello passivo, è l'unico a essere libero. Essendo infatti divino...
: il linguaggio segna il passo col cerino in mano.
Citazione di: 0xdeadbeef il 09 Novembre 2018, 19:06:14 PM
Se chiamo questo oggetto "tastiera" dico il vero, mentre se lo chiamo "pianta" dico il falso.Questo vuol dire che la verità non risiede nell'oggetto con cui scrivo, ma nel termine linguistico (segno) che uso per designare tale oggetto. Perchè è esso, il segno linguistico, che pone il criteriodi verità (cioè è esso che dice che "tastiera" è il vero e "pianta" è il falso).
Citazione di: bobmax il 09 Novembre 2018, 13:48:55 PMCitazione di: Ipazia il 09 Novembre 2018, 13:21:29 PM
Intendendo per naturale la trasformazione del mondo via dna o processi fisico-chimici inorganici, che mi pare un modo sensato di intenderlo, l'artificiale trova "naturalmente" il suo spazio semantico nella creatività umana, che quindi ha caratteristiche trascendentali. Ma, contrariamente ad altre trascendenze, essa c'è. Ed è tutto il trascendentale che siamo capaci di motivare causalmente, senza oltrepassare il limite della favola.
Non vi è nulla che possa essere motivato causalmente che non sia immanente.
In quanto la legge causa-effetto non ha nulla di trascendentale.
Citazione
La favola consiste invece nel porre la "creatività umana" al di fuori di questa legge.
Una visione antropocentrica, non dissimile dall'immaginare un Dio antropomorfo, frutto dell'illusione di essere entità separate da tutto il resto...
Citazione
Riguardo all'artificiale, dove si situerebbe il discrimine tra una costruzione animale e una umana? Quale la differenza? Dove trovarne la specifica diversa essenza?
Citazione
E dove sarebbe, nell'uomo, la centrale di comando autonoma, creatrice dell'artificiale...?
Citazione
Non è più semplice accettare che non vi è alcuna differenza in essenza da nessuna parte?
Citazione
Certo, questa accettazione comporterebbe per noi di fare un passo indietro...
Che strano, da un lato "esserci e basta" dall'altro siamo trascendentali...
Citazione di: bobmax il 09 Novembre 2018, 11:24:30 AM
Intendendo con "artificiale" ciò che è prodotto dall'uomo in contrapposizione a ciò che è naturale, possiamo ben dire che nulla è artificiale.
Perciò l'intelligenza artificiale in realtà non è artificiale, ma anch'essa naturale.
Qualsiasi prodotto dell'uomo è naturale, così come ogni cosa.
Almeno che si creda che l'uomo, per qualche motivo nascosto (necessariamente trascendente), sia in qualche modo "altro" rispetto alla natura...
Se escludiamo questa ipotesi, che non ha alcuna conferma nel nostro mondo, dobbiamo convenire che "artificiale" è solo un modo per indicare la presenza dell'uomo nella catena causa-effetto che lo ha determinato. Ma non certo che l'uomo ne sia l'effettiva "origine".
Citazione di: bobmax il 09 Novembre 2018, 09:28:42 AM
Esserci, voler che basti l'esserci, è volere il nulla.
Ma non il Nulla fonte d'infinite possibilità, in cui ha fede chi ricerca la Verità.
No, voler fare bastare l'esserci, è desiderio del nulla assoluto.
| «I've seen things you people wouldn't believe, attack ships on fire off the shoulder of Orion, I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gates. All those moments will be lost in time, like tears in rain. Time to die.» | «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi C balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.» |