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Messaggi - Ipazia

#8041
Attualità / Re:Interruzione della prescrizione.
06 Novembre 2018, 14:46:00 PM
Citazione di: anthonyi il 06 Novembre 2018, 12:47:12 PM
Eutidemo, entrando nel merito della situazione politica attuale, la soluzione che vuole M5s è più che ragionevole, la prescrizione si blocca al processo di primo grado. Infatti non è che puoi dire che l'iter processuale è troppo lungo se sei stato già condannato e sei tu che hai deciso di allungare l'iter facendo ricorso. Nella gran parte dei paesi mi risulta che la prescrizione si blocca dopo il primo giudizio, e in più di uno il primo giudizio è considerato quello definitivo.
Demenziali i tre gradi di giudizio italiani: spreco di risorse, bengodi per la casta degli avvocati e impunità garantita ai delinquenti ricchi, salvo rare eccezioni. La proposta M5S è l'unica che in questa situazione possa dare un minimo di credibilità alla giustizia italiana dove non solo la verità giuridica è morta, ma anche la sua decenza. Non a caso trova tanti oppositori in uno dei covi del malaffare nazionale, il Parlamento di nominati da mafie e lobbies di trafficanti ed evasori fiscali.
#8042
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
06 Novembre 2018, 13:35:52 PM
Citazione di: viator il 06 Novembre 2018, 12:58:05 PM
Salve. Repetita non iuvant. Già alcune volte - qui e là e nel mio piccolo - mi è capitato di affermare che la verità è solamente ciò in cui decidiamo di credere.

Ciò mostrando e dimostrando la inesorabile supremazia del sentire (crediamo in ciò che sentiamo) sul sapere e sul capire.

Scusate, ma voi conoscete qualcuno che trovi non vero ciò in cui crede ?. Saluti.

Già il fatto che decidiamo di credere, toglie molta verità a quello in cui crediamo. Una persona saggia non crede, scommette. Anche Pascal arrivò a questa conclusione.
#8043
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
06 Novembre 2018, 13:30:09 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 06 Novembre 2018, 13:05:30 PM
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2018, 08:50:41 AM
La verità è una chimera filosofica (cosa in sè, noumeno, nirvana,...) nascosta sotto i veli di Maya.
CARLO
Ciò che hai scritto è la verità, o una chimera filosofica?


E un tertium (che, contrariamente al motto, si dà quasi sempre): un'opinione.
#8044
Citazione di: sgiombo il 06 Novembre 2018, 11:53:24 AM
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2018, 09:33:50 AM
La "filosofia materialista" non ignora questo problema ed è assai indaffarata a risolverlo per via neuroscientifica. Un punto assodato di tale filosofia è che la res cogitans (pensiero) è parte della res extensa (natura). Ma deve riconoscere, aldilà di ogni sforzo riduzionista, che la res cogitans ha delle facoltà trascendentali che agiscono sulla res extensa.
Secondo me la "filosofia materialista" non riesce a risolvere il problema perché non ne ha una comprensione corretta; infatti per via puramente e semplicemente neuroscientifica non si può risolvere.

Dire che la res cogitans (pensiero) è parte della res extensa (natura) é assurdo: nei cervelli si possono trovare solo neuroni (e cellule gliali, vasi, ecc), assoni, sinapsi, potenziali d' azione ed eccitazioni e d inibizioni trans-sinaptiche (perfettamente riducibili a particelle-onde subatomiche, campi di forza, ecc.: materia tout court) e non affatto coscienza: nessun colorato arcobaleno o panorama se il "titolare "di un cervello che si osserva sta vedendo un arcobaleno o un panorama, nessun odio, amore, paura, soddisfazione, speranza, immaginazione, ecc. se sta odiando, amando, provando soddisfazione, sperando immaginando, ecc.).
Per il semplice motivo che non é l' esperienza** (del suo "titolare") ad essere nel cervello osservato, ma invece il cervello (osservato) ad essere nella coscienza* (di chi o osserva).

L'uomo compreso il suo pensiero, è parte della natura, che ne influenza profondamente il cogito. ABC del materialismo marxista. Ma anche delle neuroscienze e del buonsenso. Che le neuroscienze siano in alto mare lo so. Ma hanno tutto il sacrosanto diritto, senza fingere ipotesi, di ricercare.

Citazione di: sgiombo il 06 Novembre 2018, 11:53:24 AM
Per la chiusura causale del mondo fisico (senza la quale sarebbero possibili i miracoli e la scienza andrebbe a farsi benedire; magari anche letteralmente, da qualche prete o stregone) la res cogitans non può avere alcun effetto di alcun genere (qualsiasi cosa possa significare "trascendentale"), non può agire in alcun modo sulla res extensa.

La res cogitans modifica, attraverso l'operari umano, la natura. Biotecnologie, un esempio a caso. Anche questo è abc del marxismo.

Citazione di: sgiombo il 06 Novembre 2018, 11:53:24 AM
La conoscenza e la spiegazione scientifica della comparsa nel corso dell' evoluzione biologica delle facoltà conoscitive umane, quella filosofica (gnoseologica o come si preferisce di fatto dire epistemologica) dei fondamenti, significato, natura, limiti, condizioni, ecc. della conoscenza e quella pure filosofica (ontologica) dei rapporti materia (cerebrale) - coscienza  sono tre ben diversi ordini di questioni, da non confondersi.
In particolare la scienza biologica ci spiega benissimo come si é evoluto il cervello umano e conseguentemente il comportamento umano da esso "diretto" o regolato, ma nulla dei rapporti mente - cervello: per la biologia la coscienza potrebbe benissimo non accompagnare alcun cervello, uomini e animali potrebbero essere delle sorta di zombi "funzionanti" (agenti) come agiscono senza averne coscienza, e nulla cambierebbe, per nulla potremmo accorgercene.

Non la farei così complicata. Le facoltà cognitive umane sono un prodotto evolutivo naturale.

Citazione di: sgiombo il 06 Novembre 2018, 11:53:24 AM
NOn si tratta affatto di dispute tardonominalistiche fra scienza e filosofia da gettare nella spazzatura ma invece di problemi (per me soggettivamente interessantissimi!): si tratta di comprendere in che senso (che significano queste affermazioni) siamo contemporaneamente materia cerebrale (mia spiegazione filosofica: in quanto osservati da altri, nell' ambito delle loro coscienze*), e  la nostra propria esperienza cosciente** (mia spiegazione filosofica: in quanto osservati da noi stessi).

Mia spiegazione: siamo contemporaneamente physis e psichè. La (auto)coscienza è il connettore tra le due sfere, il medium della dimensione psicofisica. Separarle con il rasoio, fosse pure quello di Occam, non si ottiene nulla di meglio che due cadaveri. Disjecta membra, come diceva il buon Karl.

Citazione di: sgiombo il 06 Novembre 2018, 11:53:24 AM
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2018, 09:33:50 AM
PS La matematica è quella che è perchè è il ragionamento logico, la techne, (trascendentale) che meglio ci permette di mettere ordine all'universo empirico trasformandolo da cosa-in-sè (verità) - che pertanto non è più un problema nè epistemologico, nè scientifico - a cosa-per-noi (veridicità). Che invece problematica lo è, ma anche risolvibile attraverso le nostre funzioni trascendentali.
NOn comprendo: per me la verità é sempre verità per qualcuno che la conosce (se nessuno crede nulla esistono fatti, non verità, né falsità; le quali sono caratteristiche proprie di quei peculiari fatti che sono i predicati o affermazioni o giudizi).
E la veridicità é la caratteristica del soggetto di un' affermazione che dice il vero (a meno di non considerarla come mero sinonimo di "verità" attribuendola all' affermazione stessa).

Rispondevo ad apeiron che intende la matematica come verità, mentre è soltanto veridica (soggetto che dice il vero) nel suo ristretto ambito onto-logico, epifenomenico rispetto alla "forma" della razionalità umana.
#8045
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la filosofia?
06 Novembre 2018, 10:26:23 AM
φιλο-σοφία: amore per il sapere. Quindi anche la scienza, detta giustamente dagli antichi: filosofia naturale.
#8046
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
06 Novembre 2018, 09:45:25 AM
Dipende molto dalla sensibilità del sentire e dalla profondità del capire. Da ciò dipende anche il fatto che non vi sono 7 miliardi di etiche diverse.
#8047
La "filosofia materialista" non ignora questo problema ed è assai indaffarata a risolverlo per via neuroscientifica. Un punto assodato di tale filosofia è che la res cogitans (pensiero) è parte della res extensa (natura). Ma deve riconoscere, aldilà di ogni sforzo riduzionista, che la res cogitans ha delle facoltà trascendentali che agiscono sulla res extensa. Di tutto il bestiario filosofico narrato, mi pare che Kant sia quello che si avvicina di più alla realtà. Basta soltanto demetafisicizzare le categorie a priori in caratteristiche evolutive della nostra specie affinatesi nel tempo, capaci di trascendere col ragionamento logico i livelli meramente empirici dell'esperienza. Come una particella subatomica siamo contemporaneamente massa e onda, esperienza empirica e trascendentale. Non vi è alcuna contraddizione perchè siamo entrambe le cose. Mi auguro che scienza e filosofia finiscano con l'accorgersene, mettendo nella spazzatura della loro storia dispute tardonominalistiche il cui tempo è scaduto.

PS La matematica è quella che è perchè è il ragionamento logico, la techne, (trascendentale) che meglio ci permette di mettere ordine all'universo empirico trasformandolo da cosa-in-sè (verità) - che pertanto non è più un problema nè epistemologico, nè scientifico - a cosa-per-noi (veridicità). Che invece problematica lo è, ma anche risolvibile attraverso le nostre funzioni trascendentali.
#8048
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
06 Novembre 2018, 08:50:41 AM
La verità è una chimera filosofica (cosa in sè, noumeno, nirvana,...) nascosta sotto i veli di Maya. Al massimo esiste la veridicità. Ovvero la verità sub specie humana. Infatti FN era un uomo veridico. Credeva a quel che diceva, ma quello che dice è ben lungi da essere la verità. Tralascio i credenti nei numi che probabilmente credono in quello che dicono, ma quello che dicono è ben lungi anche dalla veridicità. E questo fatto FN e altri l'hanno spiegato fino alla nausea.
#8049
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
05 Novembre 2018, 17:44:41 PM
La tonaca, no (ha fatto più danni della divisa). La divisa alle ortiche, sì
#8050
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la filosofia?
05 Novembre 2018, 15:42:41 PM
Il primo che risponde è fottuto, come chi parte per primo tra i pistard. A meno che ...
#8051
Citazione di: paul11 il 05 Novembre 2018, 10:20:23 AM

Non è mai esisto, nemmeno nel pensiero dell'Umanesimo ,della modernità, il sistema di pensiero che veramente ponga l'uomo al centro, ma non come delirio di onnipotenza, ma come volontà di essere.

Non mi pare. L'analisi di Marx sull'alienazione del lavoro pone l'essere, non il delirio, al centro della condizione antropologica.

... umano e bestiale: Alienazione del lavoro

Citazione di: paul11 il 05 Novembre 2018, 10:20:23 AM

La modernità ha tolto la trascendentalità riposizionandosi  nella materialità, ma mantenendo quei "dispositivi culturali" metafisici antichi. L'agente umano ha spostato il focus sulla"trasformazione e modellazione".I pensieri sociali sono quindi interni all'idea progressivo-evolutiva, per questo plaudono  i salti storici come il passaggio dal feudalesimo alla borghesia. Il meccanismo storico è quindi vissuto sempre come chi ha privilegi, e chi soggiace a quei privilegiati.
Il discorso è ampio........dipende come lo si vuole impostare e focalizzare

Io lo focalizzerei sul carattere trascendentale dell'operari umano che trasforma le condizioni materiali in "dispositivi culturali" metafisici moderni. Tra cui entra, a buon diritto, l'idea progressivo-evolutiva, misurabile in riscontri oggettivi quali attesa di vita, salute, risorse alimentari, potenziale miglioramento delle condizioni di lavoro, tempo libero e da liberare.

(Senza nulla togliere alla problematicità delle gigantesche remore dei dispositivi culturali atavici da smantellare, da te giustamente sottolineati, obiettivo etico (ergo filosofico) nel senso più pieno del termine, ovvero tecnico  :D)
#8052
Le citazioni sono necessarie, di fronte a bufale e sproloqui, per ripristinare la veridicità del testo. Un uso modico, quando è proprio necessario, è consigliato. Orrendo invece è l'uso delle citazioni per convalidare una tesi ab auctoritate.
#8053
Qui:

http://www.ledonline.it/laboratorioteoretico/allegati/filosofiadellatecnica-3-morfino.pdf

Vittorio Morfino fa una critica serrata dell'interpretazione "metafisica" di Kostas Axelos del pensiero di Marx. Erano anni in cui il nulla heideggeriano imperversava.
#8054
Citazione di: paul11 il 05 Novembre 2018, 01:25:27 AM

Come ho scritto a Donquixote, nessuno ha mai postulato, se non retoricamente, un'analisi dell'uomo nel contesto politico, in maniera "seria".Marx ripone nella condizione di una società socialista/comunista la fiducia che l'uomo si riappropri delle sue prerogative di dignità, ecc.Ma sono state proprio le pratiche a dimostrarne i limiti.

Ti rispondi da solo:

Citazione di: paul11 il 05 Novembre 2018, 01:25:27 AM
Perchè anche quì l'interpretazione storica è lineare.Vale adire l'interpetazione corrente è che il comunismo ha avuto la sua occasione, ha vinto il capitalismo e il comunismo è finito, non solo fallito.

la conoscenza dei limiti delle pratiche del socialismo reale è il passaggio utile per correggere e superare quei limiti al di là di ogni fideistica fiducia.

Citazione di: paul11 il 05 Novembre 2018, 01:25:27 AM

Il problema è: è ancora centrale il luogo di produzione da un punto di vista della classe come identificativa per la lotta di classe, o si trova fuori, sul territorio, fra i disoccupati, nei palazzoni delle periferie, in mille negozietti e centri commerciali con contratti "volatili" se non in nero? La lotta di classe diventa massa critica se ha una consistenza identificativa che allarga il consenso, diversamente vince la frammentazione individualistica, dove ognuno è perso nei suoi casi umani o dove si suicida.
Eppure mai come oggi tutti sanno di più,sono più a conoscenza dello sfruttamento. Ma conoscenza non equivale a coscienza, e la coscienza non equivale a lottare per un destino.mancano gli inneschi, i legami che permettono i salti.
penso che uno dei problemi sia proprio nello voluto sbandieramento del fallimento sovietico.
Perchè anche quì l'interpretazione storica è lineare.Vale adire l'interpetazione corrente è che il comunismo ha avuto la sua occasione, ha vinto il capitalismo e il comunismo è finito, non solo fallito.
Questo è un forte deterrente ai concetti di lotta di classe., perchè gli stessi partiti parlamentari lo hanno condiviso e da allora sono andati a braccetto con il capitalismo. Ora, è l'andazzo comune, c'è solo il capitalismo e l'uomo sta vivendo fatalisticamente questa storia lineare.
Ma proprio perchè, questa è la mia interpretazione, non ho una cieca fiducia nel'uomo, non credo alla storia lineare, si presenteranno eccome altre occasioni perchè il capitalismo andrà in crisi altre volte ed essendo globale, non localizza più la sua crisi, ma la estende al mondo intero. E questa è una forza, ma un grosso limite pratico. Perchè significa avere analisi più complesse sulle geopolitiche e significa che non può che essere internazionale la lotta, diversamente è locale ,sociale di destra, è sciovinista.Oggi sta accadendo proprio questo, è più facile che salgano i movimenti di destra nazionale che quelli di un sinistra internazionalista praticamente inconsistente.
Come ho sempre sostenuto l'uomo può essere un cinico egoista parassitario,un soggetto sociale, e morire persino per delle idee..Sono le condizioni culturali, sociali, storiche che condizionano come il soggetto si comporta. Soprattutto quale sia l'esempio da seguire, il parametro "educativo" di riferimento.

Concordo all'incirca su tutto. Mi spaventa forse meno di te il sovranismo, che tappa un buco abissale nella lotta contro il Finanzcapitalismus, prima che un movimento internazionalista degli sfruttati veda la luce. Il sovranismo è dinamite: va manipolato con cura e contrastato nei suoi eccessi fascisti e razzisti, ma il collaborazionismo delle agonizzanti sinistre storiche è peggio.
#8055
Tanto il comunismo che il capitalismo traggono nutrimento dallo stesso imponente sviluppo storico che coincide col passaggio da un'economia animale ad una economia fondata sulla macchina e la ricerca scientifica. L'enorme sviluppo produttivo e civile che ciò ha comportato è imprescindibile per qualunque concezione del mondo concepibile, che non si limiti a rimpiangere l'uomo delle caverne o attenda qualche messia dietro l'angolo. Ma la differenza, non solo economica, ma filosofica ed escatologica, tra comunismo e capitalismo, è che nel comunismo macchina/scienza significano "lavorare meno, lavorare tutti", mentre nel capitalismo significano morire di superlavoro (per concorrere con la macchina) o di disoccupazione. La differenza la fa la proprietà privata dei mezzi di produzione. Se questo non ha risvolti filosofici, mi chiedo che cosa sia la filosofia ? (Anche Aristotele, Politica I, 4-5, si interrogava sulla natura degli schiavi)

Basta leggere le opere giovanili di Marx per capire che tutta l'impostazione filosofica del suo pensiero è fondata su un progetto umanistico di emancipazione sociale. Il lavoro successivo individua nelle classi e nello sfruttamento del lavoro il filo conduttore della storia fino alla rivoluzione sociale con l'instaurazione di una società senza classi. I riconoscimento marxista verso il carattere progressista del capitalismo è lo stesso di qualunque persona raziocinante quando gli si chiede se preferirebbe vivere a New York o nella defunta repubblica islamica. Che cosa ci sia di nichilistico in questo progetto solo il "marxista" greco lo sa  :(  Ma chi l'ha letto, potrebbe illustrarci il suo ragionamento, senza pretendere che apoditticamente lo si prenda per buono ?