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Messaggi - Ipazia

#8071
@ Ox

Perchè FN pone la distinzione. Da un lato la forza vitalistica, dall'altra il ressentiment. Anch'io penso sia un approccio sbagliato, carico di pregiudizi di classe.
#8072
Citazione di: Sariputra il 07 Novembre 2018, 11:39:14 AM
...Probabilmente l'omologazione dei comportamenti e dei desideri potrebbe portare ad una diminuzione del conflitto e dell'attrito tra gli esseri umani...L'IA ci somministrerà del soma molto buono, caldo e apparentemente vario presumo...potremo sfogare virtualmente tutta la nostra rabbia, già abbiamo iniziato a farlo; così non avremo giustamente bisogno di sfogarla su coloro che controlleranno l'IA. Sarà un mondo così bello che ci conquisterà un pò tutti, anche i più riottosi all'omologazione.
Non è che il mondo medioevale, tra clero e aristocrazia, fosse meno omologante per un servo della gleba o un membro di qualche corporazione. Limitato era pure lo spazio di manovra per le elite. Sarà un mondo sempre più tecnico, ma con un corrispettivo potenziale,  in tempo libero e stili di vita, decisamente più ampio del passato. Sta a ciascuno riempirlo con contenuti originali.
#8073
Cos'è (la)  ;D  verità
#8074
Citazione di: paul11 il 07 Novembre 2018, 01:39:13 AM
Questo processo è inarrestabile, in quanto ,dicevo, la nostra cultura ha dissociato il soggetto, e l'oggetto, l'uomo e la natura,
Ci pensa la natura (di cui siamo parte) a riassociare soggetto ed oggetto, e pure la cultura del soggetto, à rebours  ;)
#8075
@ Apeiron

Io assumo il punto di vista della cosa-per-noi, non della cosa-in-sè. Da questa prospettiva "pragmatica" e realista le cose sono molto più semplici e richiedono meno dimostrazioni. Quello che la ricerca scientifica offre mi basta e avanza. Ad essa consegno l'ontologia degli enti materiali incluso l'Essere e il suo ibrido Creatore. Ritengo tale posizione filosofica sostanzialmente materialista. A questo punti tu dici: non mi basta. Concordo e pertanto mi riservo uno spazio ontologico particolare, cui attribuisco un carattere trascendentale, agli enti immateriali prodotti  dall'attività umana (res cogitans) interagendo con la Natura (res extensa) non intesa come realtà esterna vista da fuori, ma da dentro da una sua parte interagente. Tale interazione modifica la natura sia materialmente che "spiritualmente", trascendendo la legge esclusiva del DNA. Il processo ha caratteristiche dialettiche, di feedback, retroattive ed è su questa dialettica che si gioca il destino umano, la sua progettualità. Anche questa posizione mi pare compatibile con una filosofia materialistica (homo sive natura). Certamente non meccanicistica e dogmaticamente deterministica. Peraltro, delle patenti di ortodossia scolastica, non mi preoccupo granchè. Mi basta ridurre tutto il reale alla sua dimensione - in divenire -antropologicamente rappresentabile. La quale dà ragione anche della singolarità evidenziata da Einstein: il mondo è così comprensibile perchè anche gli strumenti della sua comprensione sono farina del nostro sacco.
#8076
Terribile lapsus freudiano...  ;D  No, è qualcuno che secondo alcuni sta mooolto al di sopra del piccolo padre. Un grande Padre.
Ho portato la verità nella sua discussione propria. Prego accomodarsi.  :D
#8077
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
07 Novembre 2018, 09:21:01 AM
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2018, 20:15:34 PM
Citazione di: InVerno il 06 Novembre 2018, 18:47:12 PM
Se non esiste la verità, di che discutere?

Se esistesse la verità, di che discutere ?


L'ho spostato qui non solo perchè è it, ma perchè questo scambio pone una questione cruciale: verità è singolare o plurale ?
(Sarò meno sintetica del solito altrimenti il fine apeiron mi accusa, giustamente, di affermare e non dimostrare)

Una veloce rassegna fenomenologica propenderebbe per la seconda ipotesi: verità religiosa, scientifica, logicomatematica, storica, giudiziaria, semantica,...
Ogni disciplina ha la sua verità a cui si applica giustamente:

Citazione di: 0xdeadbeef il 06 Novembre 2018, 19:53:00 PM
La verità è per me (come per Kant) la corrispondenza dell'oggetto di conoscenza con la "regola" che un certo linguaggio
(cioè un certo "segno") ha posto come criterio di verità.

La "regola" può essere costituita anche da elementi molto "materiali", come il codice penale, in cui il "segno" lascia indubbiamente un segno.
Passando dall'estensione fenomenica delle verità alle loro caratteristiche intensive comuni si distinguono altre pluralità:

La verità di fede, caratteristica delle religioni, non è necessariamente cieca ma ha le sue ragioni (del cuore, del "sentire") che la ragione non conosce, uno se la sente dentro come un imperativo categorico. Ci si possono costruire sopra meravigliose tautologie deduttive come l'Etica di Spinoza e altre dimostrazioni d'ogni genere. Alla peggio ci si scommette e si chiude la questione.

La verità sperimentale, caratteristica delle scienze, non è necessariamente l'illuminazione. La luce va a corrente alternata nel corso della ricerca e talvolta si spegne del tutto su verità falsificate da altre verità. La sua natura è induttiva, pur essendo il suo metodo deduttivo. Il connubio è assai potente, ma si è sempre a rischio di cigno nero per cui, anche qui, si chiude il cerchio con una scommessa.

La verità matematica (e di tutte le discipline formalizzate in un regolamento) è quella che più si avvicina, sotto il segno dell'uguale (=), all'assoluto. Peccato sia convenzionale. Anche qui la pluralità si annida come un diavolo nelle pieghe della dottrina. Basti pensare alle soluzioni delle equazioni dal secondo grado in sù. Su altre discipline formalizzate va anche peggio, come sanno Russell, Frege e Wittgenstein e chiunque abbia a che fare con la giustizia italiana.

(operazione analoga si sarebbe potuta fare con l'Etica spinoziana postulando due radici: Uomo e Dio. Se ne sarebbe venuti fuori con Homo sive Natura come seconda soluzione e un sillogismo, forse errato * ma suadente, Homo sive Deo)

In conclusione, la verità, come ente unico, ha poche possibilità di sopravvivenza. Rimane una cosa molto seria, a prova di banalizzazioni individualistico-miliardarie, ma è plurale e contestuale (come l'etica). La verità può essere unificata solo nel sancta sanctorum semantico del "concetto". Ma, come rammenta il filosofo che scrisse le canzoni a Gaber:

CitazioneUn'idea un concetto un'idea finché resta un'idea è soltanto un'astrazione se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione


* f(x1,2) = 0;5 ma 0 ≠ 5
#8078
Citazione di: sgiombo il 06 Novembre 2018, 21:18:16 PM
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2018, 20:15:34 PM
Citazione di: InVerno il 06 Novembre 2018, 18:47:12 PM
Se non esiste la verità, di che discutere?

Se esistesse la verità di che discutere ?


Per esempio di quale sia, di come sia, di che cosa sia, di come cercare di raggiungerla, di su quali basi cercare di fondarla o giustificarla...

Mi ricorda vagamente qualcosa. O qualcuno, come pensano alcuni. Io trovo più stimolante il dialogo tra le verità, che quello su la verità. Questione di gusti.
#8079
Quindi la volontà di potenza come archè antropologica, la sua essenza ontologica. Io sono molto dubbiosa nel ridurre questo perverso-polimorfo, come lo chiamava Freud, ad un unico principio archetipico.  Senz'altro FN la pensava così, anche oltre un troppo semplicistico ruduzionismo sociodarwiniano, ma elaborandone il concetto come egli stesso ebbe a dire proprio in "al di là del bene e del male".

Ma se pensiamo che non fu la volontà di potenza individuale, bensì del branco, a sconfiggere l'ursus speleo, perchè negare dignità alla vdp "plebea". Forse perchè anche il nostro FN era vittima del tarlo moralistico ?

Da approfondire.
#8080
Citazione di: InVerno il 06 Novembre 2018, 18:47:12 PM
Se non esiste la verità, di che discutere?

Se esistesse la verità di che discutere ?

#8081
Attualità / Re:Evviva l'abuso edilizio!
06 Novembre 2018, 19:28:56 PM
La grande forza maieutica della natura insegna che dopo aver tanto speso contro di essa, forse è il caso di cominciare a spendere per essa. Sapranno i nostri ciuchini umani imparare la lezione o continueranno a "credere" al Paese dei Balocchi ?
#8082
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
06 Novembre 2018, 19:17:28 PM
Citazione di: viator il 06 Novembre 2018, 18:03:38 PM
Salve Ipazia. Tu e Pascal avete rigorosamente ragione ma non avete comunque colto la verità.

Io intanto parlavo di ciò che la gente in genere fa (il credere),  non di ciò che secondo Pascal, te e me dovrebbe fare.

Credere è parola grossa. Io "credo" che molti tra noi scommettano piuttosto che credere e che qualcuno sia pure convinto di non credere a nulla. Che, rivoltando metafisicamente la frittata, è un credere pure quello. Poi ci sono quelli che credono a due mondi reali, facendo scommesse incrociate. Personalmento credo più al dubbio che alla fede. E anche in questo "credere" siamo in molti.


Citazione di: viator il 06 Novembre 2018, 18:03:38 PM

Ma Battista il Sofista mi dice che il decidere di scommettere è conseguenza dell'aversi formata la convinzione (credere) che tale sia il sistema più "conveniente". Salutoni.

Certo. Scommettere sulla scienza è molto più conveniente che scommettere sulla preghiera quando si ha un cancro. Io "credo" lo credano anche gran parte dei credenti della doppia verità.
#8083
Ho letto a volo d'uccello tutta la discussione per cui mi scuso se qualcuno ha già formulato qualcosa di simile. Secondo me FN elabora la centralità del Wille zur Macht dai lidi anglosassoni ma leggermente posteriori al concetto di Bene degli utilitaristi, ovvero dalla selezione naturale di Darwin. Rimasticata a spanne da una lettura prevalente dell'epoca nel concetto di "legge del più forte".  Rimasticatura che si armonizza perfettamente con la sua concezione aristocratica dell'evoluzione in cui si incardina il conflitto millenario tra signori e schiavi, ma in cui la morale, sua bestia nera, tarocca la partita a favore dei più deboli. Il "vitalismo" naturalistico di FN è quindi l'impresa eroica di smantellamento di questo tarocco millenario, la morale degli schiavi, che falsa la partita grazie al numero, che nella democrazia, contrariamente al modello sociale aristocratico, è vincente. Ovvio quindi il suo livore contro il regime democratico e il suo disperato tentativo di rifondare il mondo su una morale dei signori, dei dotti, filosofi, spiriti superiori, la cui superiorità "morale", incarnatisi fin dalle più remote origini in qualcosa di più radicalmente razziale, ha la forza titanica di ricondurre l'armento all'ovile. Il suo concetto di Bene, come egli stesso ironicamente ammette, non fa pensare a Parsifal, ma a Cesare Borgia. Incarnato, con maggiore successo, da una figura emblematica come quella di Napoleone, capace di forgiare la Storia. 

Darwin e Napoleone: i riferimenti teorici e pratici della filosofia dell'avvenire. Non particolarmente originale l'ispirazione. Decisamente di più la sussultoria elaborazione nel corso della sua vita.
#8084
Attualità / Re:Interruzione della prescrizione.
06 Novembre 2018, 17:53:30 PM
La soluzione migliore sarebbe abrogare un grado di processo e ammettere al secondo grado definitivo solo cause filtrate in cui si siano riscontrati palesi errori nel primo grado. Sai quanti giudici liberi e quanto accorci la durata del processo ! Ma siamo nel paese in cui si è istituito lo "Stato di diritto a delinquere" da almeno un quarto di secolo, che sui tre gradi di giudizio ci razzola assai. Per cui so già che non si farà nulla nemmeno sul lato della prescrizione.
#8085
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
06 Novembre 2018, 17:41:09 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 06 Novembre 2018, 15:48:37 PM
Ma non avevi detto che <<la velocità della luce non si stabilisce con un referendum>>? Che volevi dire?

Lo ha detto Piero Angela. Ma si riferiva alla verità scientifica, rispetto ad un sistema fisico determinato, non alla Verità dei filosofi.
T. Kuhn ci spiega, invece, che anche le verità scientifiche si decidono per referendum, da parte di un selezionatissimo gruppo di elettori.