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Messaggi - Ipazia

#8071
Massimo rispetto per i morti sul lavoro, ma bilanciare stupri e femminicidi con i morti sul lavoro mi sembra nient'altro che una mascalzonata. Guerre e condizioni di lavoro sono perle della società patriarcale  e recano in sè lo stesso disprezzo della vita umana che si riscontra nel disprezzo per la donna.
#8072
Citazione di: InVerno il 08 Novembre 2018, 10:06:29 AM
C'è per esempio "Il libro nero del comunismo" di Cortouis, ben lungi dall'essere un opera d'autore, in quanto raccoglie dati da decine di diversi studi e ne presenta un sunto. La stima di 100milioni in tutto il mondo è conservativa perchè presume che un morto di fame in Russia nel '90 non sia un "morto di comunismo" nonostante magari le cause della sua morte siano probabilmente da ricercarsi negli anni che ha vissuto prima. Vi sono iscritte a buon diritto le carestie e le pestilenze, che sono niente altro che il colmo per un sistema che vorrebbe migliorare le cose e crea invece pandemie e carestie attribuili facilmente a politiche senza senso, tutte rimandabili al concetto di "economia pianificata" che non mi risulta presente in Marx e che è uno dei distinguo del comunismo. Se poi l'USSR ha deciso di non divulgare dati statistici sull'alcolismo, la mortalità infantile, l'aspettativa di vita etc a partire dagli anni 70, non è perchè le cose andassero a meraviglia. Capirei anche se si dicesse "ma non conosciamo i morti del liberismo" - è vero probabilmente nessuno li ha mai contati, ma negare i morti del comunismo è negazionismo bello e buono. Se il socialismo ha un futuro, non è in un sistema che ha come premessa ai dati statistici "più o meno 10 milioni di morti, difficile contarli" checchè sia la cifra precisa precisa.
un libro nero del comunismo assai fazioso e criticabile (vedi wp) che mischia i morti di guerre indotte in gran parte dal capitalismo (guerre che ci hanno liberato anche dal nazismo e dall'imperialismo nipponico e britannico) e i morti di carestie, anche questi indotti dallo stato di guerra permanente contro URSS e Cina Popolare. In anni in cui il capitalismo dall'America latina, all'Africa, all'estremo e medio oriente asiatico si macchiava di genocidi a raffica contro l'umanità, imponendo ovunque i suoi dittatori  :(
#8073
Semplicissimo basta uccidere, picchiare, violentare MENO. Se i maschi sono più delinquenti, uccidendosi anche tra loro alla grande, non c'è santo in cielo che possa portare le statistiche al 50/50. Anzi sarebbe come dire che le donne devono diventare più delinquenti. NO GRAZIE. Mischiare morti sul lavoro con morti in guerre di mafia è demenzialità statistica.
#8074
Citazione di: anthonyi il 08 Novembre 2018, 06:08:25 AM
Socrate, non sapevo ci fosse anche un negazionismo comunista, ero fermo a quello nazista. Sulla propaganda anticomunista hai ragione, ma inventare milioni di morti? Anche perché su questo ci sono le ricerche storiche.
Fonti ? Numeri ?
#8075
Citazione di: Socrate78 il 07 Novembre 2018, 17:22:33 PM
@Inverno: Sei sicuro che le cifre di milioni di morti scritti in Arcipelago Gulag corrispondono a realtà? Ovviamente non puoi esserlo, visto che non l'hai visto con i tuoi occhi, può benissimo essere propaganda. ...
... anche perchè è difficile sterminare cifre che superano la popolazione totale anche per un superdittatore sanguinario  ;D
#8076
@ Ox

Perchè FN pone la distinzione. Da un lato la forza vitalistica, dall'altra il ressentiment. Anch'io penso sia un approccio sbagliato, carico di pregiudizi di classe.
#8077
Citazione di: Sariputra il 07 Novembre 2018, 11:39:14 AM
...Probabilmente l'omologazione dei comportamenti e dei desideri potrebbe portare ad una diminuzione del conflitto e dell'attrito tra gli esseri umani...L'IA ci somministrerà del soma molto buono, caldo e apparentemente vario presumo...potremo sfogare virtualmente tutta la nostra rabbia, già abbiamo iniziato a farlo; così non avremo giustamente bisogno di sfogarla su coloro che controlleranno l'IA. Sarà un mondo così bello che ci conquisterà un pò tutti, anche i più riottosi all'omologazione.
Non è che il mondo medioevale, tra clero e aristocrazia, fosse meno omologante per un servo della gleba o un membro di qualche corporazione. Limitato era pure lo spazio di manovra per le elite. Sarà un mondo sempre più tecnico, ma con un corrispettivo potenziale,  in tempo libero e stili di vita, decisamente più ampio del passato. Sta a ciascuno riempirlo con contenuti originali.
#8078
Cos'è (la)  ;D  verità
#8079
Citazione di: paul11 il 07 Novembre 2018, 01:39:13 AM
Questo processo è inarrestabile, in quanto ,dicevo, la nostra cultura ha dissociato il soggetto, e l'oggetto, l'uomo e la natura,
Ci pensa la natura (di cui siamo parte) a riassociare soggetto ed oggetto, e pure la cultura del soggetto, à rebours  ;)
#8080
@ Apeiron

Io assumo il punto di vista della cosa-per-noi, non della cosa-in-sè. Da questa prospettiva "pragmatica" e realista le cose sono molto più semplici e richiedono meno dimostrazioni. Quello che la ricerca scientifica offre mi basta e avanza. Ad essa consegno l'ontologia degli enti materiali incluso l'Essere e il suo ibrido Creatore. Ritengo tale posizione filosofica sostanzialmente materialista. A questo punti tu dici: non mi basta. Concordo e pertanto mi riservo uno spazio ontologico particolare, cui attribuisco un carattere trascendentale, agli enti immateriali prodotti  dall'attività umana (res cogitans) interagendo con la Natura (res extensa) non intesa come realtà esterna vista da fuori, ma da dentro da una sua parte interagente. Tale interazione modifica la natura sia materialmente che "spiritualmente", trascendendo la legge esclusiva del DNA. Il processo ha caratteristiche dialettiche, di feedback, retroattive ed è su questa dialettica che si gioca il destino umano, la sua progettualità. Anche questa posizione mi pare compatibile con una filosofia materialistica (homo sive natura). Certamente non meccanicistica e dogmaticamente deterministica. Peraltro, delle patenti di ortodossia scolastica, non mi preoccupo granchè. Mi basta ridurre tutto il reale alla sua dimensione - in divenire -antropologicamente rappresentabile. La quale dà ragione anche della singolarità evidenziata da Einstein: il mondo è così comprensibile perchè anche gli strumenti della sua comprensione sono farina del nostro sacco.
#8081
Terribile lapsus freudiano...  ;D  No, è qualcuno che secondo alcuni sta mooolto al di sopra del piccolo padre. Un grande Padre.
Ho portato la verità nella sua discussione propria. Prego accomodarsi.  :D
#8082
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
07 Novembre 2018, 09:21:01 AM
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2018, 20:15:34 PM
Citazione di: InVerno il 06 Novembre 2018, 18:47:12 PM
Se non esiste la verità, di che discutere?

Se esistesse la verità, di che discutere ?


L'ho spostato qui non solo perchè è it, ma perchè questo scambio pone una questione cruciale: verità è singolare o plurale ?
(Sarò meno sintetica del solito altrimenti il fine apeiron mi accusa, giustamente, di affermare e non dimostrare)

Una veloce rassegna fenomenologica propenderebbe per la seconda ipotesi: verità religiosa, scientifica, logicomatematica, storica, giudiziaria, semantica,...
Ogni disciplina ha la sua verità a cui si applica giustamente:

Citazione di: 0xdeadbeef il 06 Novembre 2018, 19:53:00 PM
La verità è per me (come per Kant) la corrispondenza dell'oggetto di conoscenza con la "regola" che un certo linguaggio
(cioè un certo "segno") ha posto come criterio di verità.

La "regola" può essere costituita anche da elementi molto "materiali", come il codice penale, in cui il "segno" lascia indubbiamente un segno.
Passando dall'estensione fenomenica delle verità alle loro caratteristiche intensive comuni si distinguono altre pluralità:

La verità di fede, caratteristica delle religioni, non è necessariamente cieca ma ha le sue ragioni (del cuore, del "sentire") che la ragione non conosce, uno se la sente dentro come un imperativo categorico. Ci si possono costruire sopra meravigliose tautologie deduttive come l'Etica di Spinoza e altre dimostrazioni d'ogni genere. Alla peggio ci si scommette e si chiude la questione.

La verità sperimentale, caratteristica delle scienze, non è necessariamente l'illuminazione. La luce va a corrente alternata nel corso della ricerca e talvolta si spegne del tutto su verità falsificate da altre verità. La sua natura è induttiva, pur essendo il suo metodo deduttivo. Il connubio è assai potente, ma si è sempre a rischio di cigno nero per cui, anche qui, si chiude il cerchio con una scommessa.

La verità matematica (e di tutte le discipline formalizzate in un regolamento) è quella che più si avvicina, sotto il segno dell'uguale (=), all'assoluto. Peccato sia convenzionale. Anche qui la pluralità si annida come un diavolo nelle pieghe della dottrina. Basti pensare alle soluzioni delle equazioni dal secondo grado in sù. Su altre discipline formalizzate va anche peggio, come sanno Russell, Frege e Wittgenstein e chiunque abbia a che fare con la giustizia italiana.

(operazione analoga si sarebbe potuta fare con l'Etica spinoziana postulando due radici: Uomo e Dio. Se ne sarebbe venuti fuori con Homo sive Natura come seconda soluzione e un sillogismo, forse errato * ma suadente, Homo sive Deo)

In conclusione, la verità, come ente unico, ha poche possibilità di sopravvivenza. Rimane una cosa molto seria, a prova di banalizzazioni individualistico-miliardarie, ma è plurale e contestuale (come l'etica). La verità può essere unificata solo nel sancta sanctorum semantico del "concetto". Ma, come rammenta il filosofo che scrisse le canzoni a Gaber:

CitazioneUn'idea un concetto un'idea finché resta un'idea è soltanto un'astrazione se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione


* f(x1,2) = 0;5 ma 0 ≠ 5
#8083
Citazione di: sgiombo il 06 Novembre 2018, 21:18:16 PM
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2018, 20:15:34 PM
Citazione di: InVerno il 06 Novembre 2018, 18:47:12 PM
Se non esiste la verità, di che discutere?

Se esistesse la verità di che discutere ?


Per esempio di quale sia, di come sia, di che cosa sia, di come cercare di raggiungerla, di su quali basi cercare di fondarla o giustificarla...

Mi ricorda vagamente qualcosa. O qualcuno, come pensano alcuni. Io trovo più stimolante il dialogo tra le verità, che quello su la verità. Questione di gusti.
#8084
Quindi la volontà di potenza come archè antropologica, la sua essenza ontologica. Io sono molto dubbiosa nel ridurre questo perverso-polimorfo, come lo chiamava Freud, ad un unico principio archetipico.  Senz'altro FN la pensava così, anche oltre un troppo semplicistico ruduzionismo sociodarwiniano, ma elaborandone il concetto come egli stesso ebbe a dire proprio in "al di là del bene e del male".

Ma se pensiamo che non fu la volontà di potenza individuale, bensì del branco, a sconfiggere l'ursus speleo, perchè negare dignità alla vdp "plebea". Forse perchè anche il nostro FN era vittima del tarlo moralistico ?

Da approfondire.
#8085
Citazione di: InVerno il 06 Novembre 2018, 18:47:12 PM
Se non esiste la verità, di che discutere?

Se esistesse la verità di che discutere ?