Citazione di: ricercatore il 23 Gennaio 2025, 10:22:39 AMOsservatore e osservato sono in una relazione così stretta che è impossibile isolare l'osservato.Sono d'accordo con te.
La vignetta dell'elefante propone all'osservatore, il settimo
, un punto di vista obbligato, quello di una realtà che è comunque oggettiva, la cui conoscenza completa richiede di finire un puzzle fatto di tessere che sono già pregiudizialmente oggettive, e non frutto di una interazione relativa fra osservatore e osservato.L'errore che fa ogni osservatore è di credere di avere completato il puzzle, ma questo errore è reso possibile solo dal pregiudizio che la realtà sia un puzzle da completare.
Quello con cui abbiamo a che fare sono invece diverse tessere di un puzzle che non riusciamo a incastrare fra loro, e il fatto che ciò un giorno possa avvenire riposa solo su un pregiudizio forse anche non arbitrario, perchè nasce dal fatto che fino a un certo punto siamo riusciti a farlo. Un pregiudizio però non equivale ad una necessità. Il pregiudizio come una profezia potrebbe verificarsi oppure no.
Noi intanto dovremmo esercitare una elasticità mentale che ci permetta di accettare a priori una possibilità come l'altra, come mi pare tu stia facendo, essendo la nostra mente esercitata al momento ad accettare solo una delle due possibilità.
A mio parere non si tratta propriamente di liberarsi dei pregiudizi, perchè i pregiudizi sono come i papi, morto uno se ne fa un altro, ma lo scopo è quello di non affidare il governo della nostra mente a papi imbalsamati. Quando muoiono vanno seppelliti.
Non c'è una realtà oggettiva, ma una realtà che pregiudizialmente si presenta a noi come tale, e in ciò non c'è niente di male, se non si confonde il mondo in cui la realtà si presenta con la stessa realtà, perchè questa consapevolezza ci permetterà di accettare la ricchezza di modi in cui la realtà può presentarsi a noi, senza rifiutarne alcuno in modo pregiudiziale.


