"la libertà dell'individuo finisce dove inizia quell'altro", che brutto! In questa frase emerge un sillogismo che sfugge a chi la pronuncia senza rifletterci: si ammette che l'altro limita la mia libertà, ma essere limitati nella possibilità di star bene, di godere, di affermarsi pienamente è un bene o un male? E' un male, quindi l'altro è anche qualcosa di negativo. E' stupendo invece vivere in solitudine, limitando il più possibile il contatto con gli altri e nella solitudine sentire e apprezzare la libertà: io ho un'indole solitaria e preferisco la libertà della solitudine che mi permette di fare tutto quello che desidero, di riflettere e guardarmi dentro, di dedicarmi pienamente a tutto ciò che amo, gli altri vanno bene solo a piccole dosi. Forse sarò egoista e anche piuttosto asociale e misantropo, ma non ritengo che questi siano difetti, ma solo un'espressione della mia unicità e individualità. Schopenhauer affermava a questo proposito che si è veramente liberi solo quando si è soli, ma non tutti sanno sopportare e apprezzare tale libertà. Quanto alla morale e a tutto il resto, secondo me sono strumenti dell'egoismo stesso, che vuole imporre agli altri sono determinati modi di essere perché convengono agli interessi dei più o rispondono alle tradizioni religiose, culturali di un gruppo etnico, che sono sempre relative, mai assolute.