Citazione di: Lou il 16 Luglio 2018, 19:45:41 PMPiù di una domanda ma, se me lo consenti, non poste in maniera chiarissima...
Trovo il concetto di volontà di potenza estremamente polivalente e questo punto di vista lo trovo interessante per una serie di ragioni, però ho una domanda, anzi più d'una: questo perseguimento di "ciò che piace e che è utile" come è conciliabile con l'assenza di scopi e fini verso cui è diretta suddetta vdp, se non sè stessa ovviamente? Il "bene" verso cui è "diretta o persegue" (uso un linguaggio improprio), non è forse l'aumento della propria potenza? Ma come "è" allora il primo motore immobile, potenza di potenza? arriviamo a Spinoza?
Non certo "per me" (che continuo a dichiararmi kantiano, caro Giulio...), ma per la filosofia anglosassone il Bene è il
perseguimento del proprio piacere, o utile che dir si voglia.
E perchè ciò rappresenta il Bene?
Perchè per gli anglosassoni (non certo per tutti ma questa tesi è prevalente nella loro cultura), interviene il "grande
orologiaio", per dirla con Leibniz; la "mano invisibile" per Smith; e tutto "magicamente aggiusta", cioè fa si che
l'utile individuale corrisponda all'utile collettivo (come accennavo questa è la base su cui si regge fra l'altro
tutta l'impalcatura dell'economia neoclassica, oggi dominante).
Chiaramente, come ben dici, Spinoza fa parte a pieno titolo di questa "visione delle cose".
Ora, chiaramente Nietzsche fa letteralmente a pezzi questa storia dell'orologiaio e del Bene come fine. Dunque cosa resta?
Resta appunto la ricerca del piacere e dell'utile individuale come "sostrato"; come agente primo.
Ma è davvero essa, la ricerca del piacere e dell'utile individuale assimilabile alla volontà di potenza?
Per me potrebbe esserlo, se a quel termine (volontà di potenza) dessimo il significato che cerco di spiegare
lungo le risposte a questo post (un significato che lo stesso Nietzsche mistifica, come accenno nella mia risposta a Kobayashi).
Per quel che riguarda una volontà di potenza/mezzo che ha come suo scopo l'aumento indefinito di se stessa (anch'io
condivido questa tesi) non vedo alcun problema di conciliabilità. La ricerca del piacere e dell'utile è
anch'essa un mezzo che serve a soddisfare se stessa, senza scopo alcuno; perchè una volta soddisfatta sarà diretta
a ricercare sempre qualcosa di nuovo che la soddisfi ancora.
saluti