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Messaggi - PhyroSphera

#811
Citazione di: Ipazia il 11 Luglio 2021, 09:18:12 AM

È vero che si sarebbe potuto fare la stessa cosa senza scomodare l'iperuranio, ma sarebbe stato ugualmente un metapolpettone geometrico. Le cui formule e regole, a differenza dell'iperuranio platonico e delle narrazioni religiose, non sono arbitrarie, ma necessarie per la realizzazione di opere materiali a regola d'arte.


Eppure l'iperuranio è solo una innocente nozione cosmologica ((checché ne dica Galimberti)).


MAURO PASTORE
#812
Citazione di: iano il 10 Luglio 2021, 15:40:50 PM

La scienza è il nostro agire secondo coscienza, ma l'azione in se' non richiede coscienza.
Il suo uso, e quindi la scienza, non è perciò separabile da un etica.



Per prudenza o necessità non sarebbe separabile da una etica ma può accaderne ed allora bisognerebbe congiungerla.


MAURO PASTORE
#813
Citazione di: iano il 10 Luglio 2021, 15:40:50 PM
A me sembra che la cosiddetta fisica non possa non accorgersi di essere piena zeppa di metafisica non appena solleva la testa dalla sua prassi consolidata.
In effetti a me pare che la metafisica sia un prodotto, desiderato o meno, dell'uso della coscienza, che in se' non è necessaria nel determinare la prassi secondo la quale ci rapportiamo con la realtà.
Dalla prassi  possiamo trarre una teoria come cosa non certo superflua, ma neanche necessaria. La teoria è gia' metafisica, ma correntemente la intendiamo ancora come fisica.




La fisica scientifica rivela ad attenta analisi di provenire da una metafisica (filosofica).
La metafisica ha per principale referente diretto la coscienza ma indirettamente è riferibile all'inconscio (esempio chiaro in Plotino).
Resta che interpretare la scienza accade anche con teorie scientifiche che in sé già constano.


MAURO PASTORE
#814
Citazione di: Ipazia il 10 Luglio 2021, 14:52:33 PM

Il fondamento della metafisica moderna è, testualmente, "la consapevolezza che la ricerca dei fondamenti (sulla natura umana, per esempio) non possa portare mai a qualcosa di assoluto, di eterno, di definitivo".

Mi pare molto sensato e decisamente più sensato della veterometafisica dei fondamenti assoluti ed eterni, perennemente bisticcianti con la realtà.

Il che non esclude che vi siano fondamenti (ed elementi della natura umana) più costanti di altri nel fluire del tempo.


Per un periodo la metafisica fu soggetta ad assolutizzazioni, irrigidimenti per così dire alieni dalla logica del divenire. Ma non ne fu tutta, non nelle massime espressioni singole. Inoltre gli Antichi non ebbero proprio il tempo di sbagliare a riguardo ma vennero travisati, in molti attribuendo essi mentalità successive. Non esiste in Platone una specifica forma metafisica ed in Aristotele ne manca il formato culturale dato che sua espressione poi ritenuta fondante, "Metafisica", era invece da intendersi solamente così: "dopo la fisica".


MAURO PASTORE
#815
Citazione di: Jacopus il 10 Luglio 2021, 11:32:16 AM

Inoltre la scienza, nel campo fisico, quello che viene definito in Anglia "hard sciences", ha raggiunto un codice valido anche se ovviamente contestabile. La filosofia può dire qualcosa in questo settore come spazio metacritico, ovvero come riflessione critica sul metodo (che è già critico) scientifico. Però, pensandoci bene, è come criticare un frigorifero perché mantiene il cibo fresco.



L'esempio non calza perché va tenuto distinto il sapere scientifico da quello tecnico. Una cosa è la coerenza del dato scientifico, altra ne è la efficienza tecnica.


MAURO PASTORE
#816
Citazione di: Kobayashi il 10 Luglio 2021, 11:01:32 AM

Se credo che l'uomo sia un animale sociale cerco di costruire un discorso che sia convincente, condivisibile, confrontandomi sia con la Tradizione che con la scienza, ma non potendo prendere come verità assoluta ne' quello che viene detto dal Dio biblico intorno all'argomento, ne' quello che mi dice l'ultima pubblicazione su primati e homo sapiens.
È il compito della filosofia.



La filosofia di per sé prescinde da società come da civiltà o da altro di analogo. Deve essere ricerca disinteressata.


MAURO PASTORE
#817
Citazione di: Kobayashi il 10 Luglio 2021, 10:47:51 AM
Citazione di: Ipazia il 10 Luglio 2021, 10:01:06 AM
L'etica è metafisica del comportamento umano. Filosofia e metafisica sono la stessa cosa. Oppure bisognerebbe cominciare a discutere su cosa divergono. Qualsiasi etica necessita di fondamenti. Che per loro natura non possono essere che metafisici, visto che la fisica (physis) non dice nulla a riguardo.

Un discorso completamente insensato.
La filosofia contemporanea si distingue dalla metafisica nella consapevolezza che la ricerca dei fondamenti (sulla natura umana, per esempio) non possa portare mai a qualcosa di assoluto, di eterno, di definitivo.


Il pensiero filosofico contemporaneo non è univoco. Il suo orizzonte è variegato.


MAURO PASTORE
#818
Citazione di: Alexander il 10 Luglio 2021, 10:35:59 AM

Il problema è che, dopo aver demolito (decostruito?) l'edificio metafisico ormai in rovina, bisognerebbe trovare il modo di costruire qualcosa di eticamente condiviso (se non è condiviso non si riesce nemmeno ad iniziare i lavori, perdendosi nella babele del soggettivismo).


Ad essere andati in rovina sono i materialismi marxiani e marxisti. (D'altronde, come ha puntualizzato D. Fusaro (nonostante suo orientamento politico), Marx fu materialista mancato. Aveva solo rovesciato lo spiritualismo hegeliano.)


MAURO PASTORE
#819
Citazione di: Kobayashi il 10 Luglio 2021, 09:11:49 AM
Ma è la filosofia a doversi occupare di etica, non la metafisica.
Quali sarebbero i fondamenti su cui la metafisica potrebbe costruire un'etica? Non certo su Dio. Ne tantomeno sulle verità sempre provvisorie della scienza.


Non è possibile costruire un'etica restando nell'ambito della fisicità. Sarebbe come stabilire le regole della boxe facendo a pugni o come tentare di far scegliere i fiori ai fiori.


MAURO PASTORE
#820
Citazione di: Ipazia il 09 Luglio 2021, 22:07:20 PM
La scienza è metafisica naturale.


La scienza esiste in virtù della metafisica in tal senso non ne è disgiunta.


MAURO PASTORE
#821
Citazione di: Jacopus il 09 Luglio 2021, 16:14:55 PM
Almeno da Epicuro in poi (ma per Adorno le tracce sono già presenti in Omero) il pensiero antimetafisico ha una tradizione altrettanto solida di quella metafisica, ammesso che parlare di tradizione abbia un senso. La filosofia se vuole essere viva deve confrontarsi con il mutamento e non con ciò che si pretende erroneamente immobile, visto che non sono immobili neppure le leggi fisiche.
La metafisica può aver senso solo nel contesto etico come ricerca condivisa della giustizia. Ma anche qui, fissare valori assoluti comporta sempre il rischio di schiacciare le persone reali, come spesso è accaduto nella storia, sia quando si trattava di valori metafisici spirituali (gli eretici) sia quando si trattava di valori metafisici materiali (i nemici del popolo).


In quanto contrarietà, l'antimetafisica non si limita alla non-metafisica e pretendendo di soppiantare la metafisica finisce col contrariare l'identità occidentale, che è pur sempre la nostra, perché andare oltre la mera fisicità è nella cultura e nella vita una fatale ovvietà. L'antimetafisica può essere episodica ed in tal caso può avere di volta in volta ragioni particolari ma non in quanto antimetafisiche in quanto tali. Non esiste una vera e propria tradizione antimetafisica e la tradizione metafisica, come ha mostrato anche il pragmatismo, è radicata in un bisogno.
Concretamente esistono le metafisiche ed il loro succedersi è mutamento. Benché correlata a volte o coincidente, l'etica ne resta distinta. Inoltre esiste il relativismo non solo l'assolutismo in metafisica.


MAURO PASTORE
#822
La linea di pensiero che da Heidegger giunge a Derrida ha mostrato la fallacia delle pretese antimetafisiche e ha inaugurato una post metafisica. D'altronde questa linea non è l'unica essendovene un'altra che principiando dalle critiche kantiane continua con le meditazioni heideggeriane giungendo a un reinizio della metafisica stessa. Un'altra linea ancora, presenta un cammino ininterrotto della metafisica non quale recepita dalla cultura tedesca dominante (Leibniz, appunto Kant...) ma dalla antichità greca classica o secondo essa. Questa linea è dunque duplice: la prosecuzione della tradizione greca antica (in specie i platonismi e neoplatonismi antichi, medioevali e moderni, ma pure gli aristotelismi...) e il ritorno agli antichi (ad esempio E. Severino con Parmenide, G. Reale con Platone...). Ovviamente tante altre pure se ne possono trovare; per esempio in Francia attraverso la metafisica araba medioevale, cui retaggio anche nella stessa Decostruzione...

In definitiva il tentativo di interpretare Heidegger per una fine totale e non provvisoria della metafisica è fallito o destinato al fallimento ma molta cultura filosofica non ne ha recepito ancora.
Il rifiuto assoluto della metafisica, sostenuto da rivoluzionarismo radicale materialista oppure da innovatorismo estremo, può solo proporsi quale rifiuto dell'Occidente o della sua Tradizione ma ragioni pratiche fanno di tal rifiuto un controsenso, sia esistenziale che politico, sia emotivo che logico. Ciononostante vasta parte della cultura occidentale non ne prende atto. Fine dunque dell'Occidente o delle sue radici storiche? I pochi riusciranno ad evitarlo?

MAURO PASTORE
#823
Citazione di: Socrate78 il 07 Luglio 2021, 13:50:56 PM
La prospettiva panteistica identifica Dio con la natura, con il creato in pratica. Spinoza era un filosofo panteista, infatti riteneva valido il principio del "Deus Sive Natura" (Dio ossia la natura) e per lui tutta la realtà era espressione di una mente divina impersonale. Ma se la divinità o la coscienza superiore si identica con la natura, e nella natura è presente il male nelle sue diverse forme (sopraffazione, sofferenza, competizione, morte, ecc.) allora il male stesso diventa espressione della divinità, quindi una prospettiva panteistica finisce per portare ad una forma di pessimismo cosmico, poiché vorrebbe dire che la coscienza superiore che informa il creato avrebbe in sé qualcosa di sbagliato, e tutto il mondo diventerebbe espressione di un principio cattivo, simile alla Volontà di Schopenhauer, che era una forza che opponeva gli esseri gli uni agli altri in una lotta continua e senza senso, e l'amore stesso in Schopenhauer era visto come un espediente della volontà per generare altri esseri destinati alla sofferenza.
Il panteismo quindi non può che portare al pessimismo, se si è davvero logicamente coerenti. E' corretta quindi la mia idea secondo cui il panteista coerente non può che essere pessimista?


Nonostante siano le più incautamente diffuse, le interpretazioni che utilizzi coi sistemi di Spinoza e di Schopenhauer ne forzano il senso oltre i significati originari. Esiste anche la natura divina ed il sistema di Spinoza è riconducibile anche al monoteismo anzi entro quest'ultimo si mostra tutto fuori dal causalismo rigidamente determinista. Semmai mancò a Spinoza questa netta specificazione. La Volontà cui diceva Schopenhauer è principio mondano che non esclude l'esistenza di una Volontà di Dio oltre il mondo. Mancò a Schopenhauer chiara conoscenza della esistenza cristiana e non gli mancò quella della esistenza buddhista. In caso di difficoltà, ricorrendo all'aiuto della saggezza (non dico la religione) buddhista dunque si evita di sbagliare sul suo sistema. Il panteismo filosoficamente non indica identità, solo presenza del divino e quindi esito ne è il monoteismo. A generare le assurdità che tu dici è il panteismo antifilosofico che in tempi di insidie contro la filosofia è stato insinuato (purtroppo!) dentro di essa. A differenza del cavallo di Troia, non ci sono per mezzo a queste insinuazioni grandi e nobili guerrieri, solo volgari ingiusti distruttori.


MAURO PASTORE
#824
Citazione di: daniele22 il 06 Luglio 2021, 08:58:45 AM

Scusa un attimo Mauro Pastore. A casa mia se qualcuno dice che Dio è questo oppure dice che Dio non è quello significa che crede nell'esistenza di Dio. Anch'io parlo di Dio pur non essendo convinto di una sua esistenza, ma lo faccio in contradditorio quando si dialoga circa l'eventualità di una sua presunta esistenza o altro. Se però inizio un discorso dicendo che Dio non è un essere mondano quando non c'è nessun bisogno di tirare in mezzo Dio, dato che ti avevo chiesto di darmi conto in quale senso dovesse intendersi che il male è una condizione, cosa dovrei dedurne? Se uso cioè Dio per cercare di controbattere qualcuno cosa devo dedurne?
Dopodiché mi citi Karl Barth. Per me Karl Barth rappresenta l'ennesimo personaggio tra tanti personaggi che vengono tirati in ballo in questo Forum quasi che questi rappresentassero delle grandi fonti autorevoli. Allora sai cosa dico io? Dico semplicemente che nemmeno uno tra tutti questi semidei di cui si parla anche a vanvera si è reso conto che esiste un errore di tipo categoriale nelle nostre menti. E allora, questi semidei posso anche buttarli via, o al più correggere il loro pensiero a fronte dell'errore di cui ti ho detto. In ogni caso Spinoza è uno tra i pochi a cui più si avvicina il mio pensiero e la veemenza con cui è stato maledetto dal suo popolo la dice lunga


Sei stato tu a volgere verso una polemica teologica ed io ti ho risposto per evitare che tu confondessi lo scopo del mio messaggio. Ancora non hai smesso e continuo pure io perché ho diritto quanto te a dire la mia... Tu adotti il linguaggio monoteista per contraddire la concezione monoteista del mondo e di Dio e allora ti esponi necessariamente a repliche per te indesiderate da chi è monoteista e coerente con la sua fede. Se invece tu riponessi le tue armi polemiche non sarebbe necessario replicarti. Dovresti accettare che partiamo da presupposti diversi in ogni caso.


MAURO PASTORE
#825
Citazione di: daniele22 il 04 Luglio 2021, 10:10:12 AM
... Per intenderci migliormente ti inviterei quindi a fare altrettanto


Riguardo a bene e male, io ne faccio considerazione pratica innanzitutto, quali giudizi per vivere meglio cioè evitando il male e scegliendo il bene.


MAURO PASTORE