Cit. cvc - Credo che il genio matematico non stia nelle capacità di calcolo, ma nella capacità di risolvere problemi. I calcolatori elettronici hanno liberato i matematici da una schiavitù che li costringeva a tediosi e lunghissimi calcoli, per potersi concentrare sulle soluzioni dei problemi.
Concordo che la sola capacità di calcolare non risolva i problemi e ti riporto un esempio concreto, notizia di oggi:
Traduzioni "quasi umane" su google con l'algoritmo intelligente taglia-errori.
http://www.intelligonews.it/articoli/29-settembre-2016/49256/google-traduttore-riduce-margini-di-errore-con-intelligenza-artificiale
... dalla torre di Babele in poi il comprendersi reciprocamente è divenuto uno dei problemi dell'umanità, senza ripercorrerne la storia e saltando ai nostri giorni ecco che abbiam messo al lavoro (a "far calcoli") i computer.
Poter tradurre in istantanea un testo scritto o addirittura una conversazione in corso... potenzialmente ci riporta a prima dell'infausto evento della mitica torre (e altre torri, d'avorio, gemelle, ecc.).
Ma anche se riusciamo a capire le parole e le frasi che la controparte intende comunicarci non è detto che la "interpreteremo" secondo le intenzioni di quella.
Così occorre sovente un ulteriore lavoro di puntualizzazione, chiarimento e contestualizzazione per avvicinare le due sponde lambite dallo stesso mare di parole, perché è differente come si vive dalle due parti... se ad esempio in una viva un popolo con una indole maggiormente battagliera dell'altra... la mano alzata potrebbe esser diversamente interpretata, come un saluto oppure una sfida.
La "mano alzata" rappresenta l'aspetto emotivo sotto ad ogni discorso, scritto o parlato dal quale, senza doverla dichiarare, traspare l'indole dell'interlocutore.
Questo per dire che ci son diversi livelli nella comunicazione, compreso quello del corpo che fornisce a chi sappia leggerlo anche informazioni su motivazione e atteggiamento.
Google translator ha potuto migliorare le sue performances valutando non le singole parole, ma il periodo, la frase nella sua interezza (naturalmente quel programma origina dall'uomo che l'ha avviato e man mano migliorato... ma attenti a quella parte del lavoro della "macchina" di auto-apprendimento...).
L'"interezza" del mio primo intervento non arrivava a lambire temi che non mi corrispondono (anche per interessi diversi, a ognuno i suoi) quali determinismo ontologico e indeterminismo gnoseologico, e ancor meno a prender partito tra i due.
Nella risposta di cvc:
Per capire cosa intendesse Laplace credo occorra prima una distinzione su come si vuole intendere il calcolo delle probabilità.
ho ritenuto congruo approfondire ancor prima (che quello specifico delle probabilità) il concetto di calcolo e le modalità con cui avviene, fornendo spunti di riflessione, che possono o meno interessare, su temi alquanto dibattuti anche in ambito filosofico.
Se poi ho malamente interpretato il termine intelletto con ciò fornendo all'amico sgiombo motivo per il suo richiamo a voi giudicare e nel caso chiedo venia, son elefante in una cristalleria...
Tuttavia non penso d'esser andato fuori tema nell'aver scomodato futuribili supercomputer e l'intelligenza artificiale, per molti son già parte della realtà attuale e per altri, come sgiombo, fantasiose ipotesi.
È lecito aver opinioni diverse e citare, parlare in funzione di queste.
Sicuramente Laplace non poteva immaginare le attuali conquiste e direzioni della scienza ai nostri giorni, ma quella che nell'ipotesi del genio matematico per sgiombo appare come un'inesistente intelligenza onniscente (mi par ben detto, rende l'idea) per altri (me compreso) può essere un'anticipazione di una possibile direzione dell'umanità che ne io né sgiombo probabilmente vedremo compiersi (ma mai dire mai...).
Cit. sgiombo - Ma verità e rettitudine morale non vanno sempre necessariamente di pari passo e l'assenza dell'una (in un autore) non é un buon motivo per rifiutare l' altra.
Qui invece concordo pienamente, infatti non rifiuto nulla e nessuno, credendo, come detto in precedenza, che i frantumi dello specchio della verità son diffusi dappertutto...
Cordialmente
Jean
Gli amanti della fantascienza hanno ben presente il ruolo di Skynet, la gigantesca rete di computer profetizzata in Terminator, il film di James Cameron uscito nel lontano 1984.
Basata su un sofisticato microchip prodotto dalla Cyberdyne Systems Corporation, poco dopo la sua attivazione, Skynet diviene autocosciente, scatenando un olocausto nucleare globale che gli permetterà di prendere il controllo del pianeta.
Quella descritta nel film è solo una inquietante storia di fantascienza, oppure potrebbe essere una profezia di quello che potrebbe succedere nella realtà? È possibile che internet, la rete globale che collega i computer di tutto il mondo, possa un giorno diventare autocosciente? È possibile che la sua sinistra coscienza possa mettere in pericolo l'intera specie umana?
Cristof Koch è un neuscienziato americano conosciuto soprattutto per i suoi studi sulla base neurali della coscienza. Attualmente, è direttore del dipartimento di ricerca dell'Allen Institute for Brain Science di Seattle.
... Koch ritiene che la coscienza di sé sia il prodotto della rete di neuroni del cervello. Dunque, se Internet fosse un cervello, quale sarebbe il suo grado di consapevolezza?
"Internet è di gran lunga il manufatto più complesso costruito dall'uomo", spiega Koch al Margan Freeman Science Show. "Ha attualmente un numero di transistor che supera le sinapsi di un cervello umano di un fattore di 10 mila. Esiste la possibilità, data la complessità dell'infrastruttura, che in futuro, continuando con il livello di sviluppo attuale, Internet possa acquisire un certo grado di coscienza".
Alcuni ricercatori sostengono che Internet possa già essere senziente, ma il suo livello di coscienza sarebbe simile a quello di un neonato. "Internet ha un tipo di consapevolezza confusa", continua Koch, "ma quello che interessa è il livello di intelligenza associato alla consapevolezza. Un neonato è vagamente consapevole della presenza materna e della senzazione di fame, ma non è ancora molto intelligente".
Verosimilmente, Internet continuerà ad imparare e ad evolvere: diventerà adulta! Se così sarà, come faremo a capire quando diventerà più di una rete di computer?
«Il sistema andò online il 4 agosto 1997. Skynet cominciò a imparare a ritmo esponenziale. Divenne autocosciente alle 2:14 del mattino, ora dell'Atlantico, del 29 agosto». [Terminator di James Cameron].
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/01/24/internet-sta-sviluppando-una-propria-coscienza-sta-nascendo-una-nuova-vita-siamo-in-pericolo/
Concordo che la sola capacità di calcolare non risolva i problemi e ti riporto un esempio concreto, notizia di oggi:
Traduzioni "quasi umane" su google con l'algoritmo intelligente taglia-errori.
http://www.intelligonews.it/articoli/29-settembre-2016/49256/google-traduttore-riduce-margini-di-errore-con-intelligenza-artificiale
... dalla torre di Babele in poi il comprendersi reciprocamente è divenuto uno dei problemi dell'umanità, senza ripercorrerne la storia e saltando ai nostri giorni ecco che abbiam messo al lavoro (a "far calcoli") i computer.
Poter tradurre in istantanea un testo scritto o addirittura una conversazione in corso... potenzialmente ci riporta a prima dell'infausto evento della mitica torre (e altre torri, d'avorio, gemelle, ecc.).
Ma anche se riusciamo a capire le parole e le frasi che la controparte intende comunicarci non è detto che la "interpreteremo" secondo le intenzioni di quella.
Così occorre sovente un ulteriore lavoro di puntualizzazione, chiarimento e contestualizzazione per avvicinare le due sponde lambite dallo stesso mare di parole, perché è differente come si vive dalle due parti... se ad esempio in una viva un popolo con una indole maggiormente battagliera dell'altra... la mano alzata potrebbe esser diversamente interpretata, come un saluto oppure una sfida.
La "mano alzata" rappresenta l'aspetto emotivo sotto ad ogni discorso, scritto o parlato dal quale, senza doverla dichiarare, traspare l'indole dell'interlocutore.
Questo per dire che ci son diversi livelli nella comunicazione, compreso quello del corpo che fornisce a chi sappia leggerlo anche informazioni su motivazione e atteggiamento.
Google translator ha potuto migliorare le sue performances valutando non le singole parole, ma il periodo, la frase nella sua interezza (naturalmente quel programma origina dall'uomo che l'ha avviato e man mano migliorato... ma attenti a quella parte del lavoro della "macchina" di auto-apprendimento...).
L'"interezza" del mio primo intervento non arrivava a lambire temi che non mi corrispondono (anche per interessi diversi, a ognuno i suoi) quali determinismo ontologico e indeterminismo gnoseologico, e ancor meno a prender partito tra i due.
Nella risposta di cvc:
Per capire cosa intendesse Laplace credo occorra prima una distinzione su come si vuole intendere il calcolo delle probabilità.
ho ritenuto congruo approfondire ancor prima (che quello specifico delle probabilità) il concetto di calcolo e le modalità con cui avviene, fornendo spunti di riflessione, che possono o meno interessare, su temi alquanto dibattuti anche in ambito filosofico.
Se poi ho malamente interpretato il termine intelletto con ciò fornendo all'amico sgiombo motivo per il suo richiamo a voi giudicare e nel caso chiedo venia, son elefante in una cristalleria...
Tuttavia non penso d'esser andato fuori tema nell'aver scomodato futuribili supercomputer e l'intelligenza artificiale, per molti son già parte della realtà attuale e per altri, come sgiombo, fantasiose ipotesi.
È lecito aver opinioni diverse e citare, parlare in funzione di queste.
Sicuramente Laplace non poteva immaginare le attuali conquiste e direzioni della scienza ai nostri giorni, ma quella che nell'ipotesi del genio matematico per sgiombo appare come un'inesistente intelligenza onniscente (mi par ben detto, rende l'idea) per altri (me compreso) può essere un'anticipazione di una possibile direzione dell'umanità che ne io né sgiombo probabilmente vedremo compiersi (ma mai dire mai...).
Cit. sgiombo - Ma verità e rettitudine morale non vanno sempre necessariamente di pari passo e l'assenza dell'una (in un autore) non é un buon motivo per rifiutare l' altra.
Qui invece concordo pienamente, infatti non rifiuto nulla e nessuno, credendo, come detto in precedenza, che i frantumi dello specchio della verità son diffusi dappertutto...
Cordialmente
Jean
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Gli amanti della fantascienza hanno ben presente il ruolo di Skynet, la gigantesca rete di computer profetizzata in Terminator, il film di James Cameron uscito nel lontano 1984.
Basata su un sofisticato microchip prodotto dalla Cyberdyne Systems Corporation, poco dopo la sua attivazione, Skynet diviene autocosciente, scatenando un olocausto nucleare globale che gli permetterà di prendere il controllo del pianeta.
Quella descritta nel film è solo una inquietante storia di fantascienza, oppure potrebbe essere una profezia di quello che potrebbe succedere nella realtà? È possibile che internet, la rete globale che collega i computer di tutto il mondo, possa un giorno diventare autocosciente? È possibile che la sua sinistra coscienza possa mettere in pericolo l'intera specie umana?
Cristof Koch è un neuscienziato americano conosciuto soprattutto per i suoi studi sulla base neurali della coscienza. Attualmente, è direttore del dipartimento di ricerca dell'Allen Institute for Brain Science di Seattle.
... Koch ritiene che la coscienza di sé sia il prodotto della rete di neuroni del cervello. Dunque, se Internet fosse un cervello, quale sarebbe il suo grado di consapevolezza?
"Internet è di gran lunga il manufatto più complesso costruito dall'uomo", spiega Koch al Margan Freeman Science Show. "Ha attualmente un numero di transistor che supera le sinapsi di un cervello umano di un fattore di 10 mila. Esiste la possibilità, data la complessità dell'infrastruttura, che in futuro, continuando con il livello di sviluppo attuale, Internet possa acquisire un certo grado di coscienza".
Alcuni ricercatori sostengono che Internet possa già essere senziente, ma il suo livello di coscienza sarebbe simile a quello di un neonato. "Internet ha un tipo di consapevolezza confusa", continua Koch, "ma quello che interessa è il livello di intelligenza associato alla consapevolezza. Un neonato è vagamente consapevole della presenza materna e della senzazione di fame, ma non è ancora molto intelligente".
Verosimilmente, Internet continuerà ad imparare e ad evolvere: diventerà adulta! Se così sarà, come faremo a capire quando diventerà più di una rete di computer?
«Il sistema andò online il 4 agosto 1997. Skynet cominciò a imparare a ritmo esponenziale. Divenne autocosciente alle 2:14 del mattino, ora dell'Atlantico, del 29 agosto». [Terminator di James Cameron].
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/01/24/internet-sta-sviluppando-una-propria-coscienza-sta-nascendo-una-nuova-vita-siamo-in-pericolo/