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Messaggi - Ipazia

#8131
@ sgiombo:
La tesi è il neoplatonismo "geometrico" galileiano (e di molti metafisici), non il fatto che "universo" sia una matafora del mondo (che essi, metafisicamente, ritengono scritto in linguaggio matematico).

Sul perdere tempo scherzavo. Il testo del Saggiatore è talmente trasparente da evitarci qualsiasi sforzo ermeneutico.
#8132
Citazione di: paul11 il 23 Ottobre 2018, 22:54:32 PM

quindi tutti gli animali sociali  sarebbero morali?
Quindi la natura è morale?
Gli animali hanno una coscienza?
1) Certamente, a modo loro, come specie e come individui.
2) E' produttiva di comportamenti morali nelle specie di animali sociali. Come noi.
3) A modo loro sì, ma ne sappiamo poco. Gli etologi ne sanno qualcosa di più.

Rammento che etica ed etologia hanno la stessa radice semantica.
Invece gusto/opinione ed etica, no.
#8133
Citazione di: paul11 il 23 Ottobre 2018, 13:27:55 PM
Dammi un fondativo della morale  e smettiamola di mischiarlo con gli istinti, perchè gli animali non hanno morali, ma regole naturali, e Nietzsche in questo ,ribadisco , è l'unico coerente a crederlo, infatti nega totalmente la morale. Non può esservi un criterio giustificativo nè di bene  e nemmeno di male. a quel punto  "i pruriti di coscienza",nell'ambito nitzscheano,  sono metafore culturali divenute inibizioni condizionanti della natura umana, così come quando addomestichiamo un animale selvatico, perdendo la sua naturalità.

Il fondativo della morale è la solidarietà del branco, e riguarda tutti gli animali sociali. FN ignorava l'etologia e aveva pruriti enormi contro la morale cristiana. Che non è l'unica possibile. Un cane non perde la sua naturalità identificando il padrone umano nel suo capobranco. La sua affettività dice molto in termini di pulsione morale radicata a livello istintivo. Così come l'abraccio torinese di FN ad un cavallo dice molto della morale del grande "immoralista". Tra istinto e coscienza non vi è soluzione di continuità, ma costante feedback.
#8134
Citazione di: 0xdeadbeef il 23 Ottobre 2018, 19:29:47 PM
A Paul ed Ipazia
...

Se, infatti, guardiamo un attimo all'attualità, vediamo che questo primato dell'economia è rivendicato su di un piano che più culturale non potrebbe essere: quello della scienza. Ma è davvero così?
In realtà è quello della tecnica, di cui la scienza si fa pretesto, ancella calcolante.

Citazione
Beh, direi di no, visto che il primato dell'economia è il primato del più forte (questo, del resto, dice in ultima istanza la legge del mercato, che è la legge del più forte) laddove, beninteso, della stuttura dell'antica "oikos" dovesse venir ripresa la sola "parte" inerente la forza (cioè obliando la restante "parte" che fa del forte una "autorità"). Ciò che intendo dire è che, nell'economia moderna, a differenza di quella antica, non v'è "padre"...
un saluto ad entrambi
... e nemmeno "madre". La tecnocrazia capitalistica è impersonale. Essa ha abrogato lo schema di potere patriarcale, del tutto inidoneo a gestire un'economia globalizzata - oikos in essere - in gran parte neppure più amministrata da umani, ma da intelligenze artificiali. Il luogo del "sacer" resta confinato nelle borse e nelle banche centrali. Con miriadi di tecnici officianti.
#8135
sgiombo, perchè mi fai perdere tempo a navigare ?

"La filosofia naturale è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi, io dico l'universo, ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua e conoscer i caratteri nei quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto." Il Saggiatore, Galileo Galilei (1564-1642)
#8136
Concordo pienamente con la replica di baylham su tutti i punti. Quel movimento è maschilista infantilista: il giocattolo femminile si è rotto; non gioco più  :'(
#8137
Citazione di: sgiombo il 22 Ottobre 2018, 11:21:01 AM
Però Galileo parlava metaforicamente.
Mica tanto. Galileo viene da quel covo di neoplatonici che fu la corte medicea di Firenze. Il "disegno divino" geometrico lo intendeva alla lettera ed era sicuramente più presentabile del disegno inquisitorio e feroce della curia romana. Gli do atto di ciò e fu anche un modo elegante per liberare la scienza dai ceppi rendendola accettabile alla teocrazia. All'epoca non funzionò, ma seminò quello che avrebbero raccolto gli illuministi un secolo dopo. E che continua a circolare, postneoplatonicamente, anche in questo forum.
#8138
Citazione di: 0xdeadbeef il 19 Ottobre 2018, 11:07:40 AM
...
Abbiamo quindi già tutti gli elementi per capire come il termine "tecnocrazia" (il potere della "techné") sia
un ossimoro; perchè non vi può essere "kratos", potere, della "techné" senza che vi siano o si instaurino
ex-novo rapporti di potere chiari e definiti.
E qui casca l'asino...
Perchè quello che ci dicono è appunto NON che si deve governare la "polis" con lo strumento della "techné" (come
è nel precipuo significato di "politica"); ma che si deve governare la "polis" con lo strumento del potere della
"technè", cioè con la tecnocrazia (quindi non con la "technè" ma con il "kratos" della "techné").
Il quadro è allora chiarissimo (almeno spero...): se, come avviene, è l'economia a dettare le regole alla politica
questo vuol dire che sarà l'economia a trasportare sul piano politico i suoi rapporti di potere (rapporti che,
chiaramente, non essendo radicati nella tradizione si stabiliscono ex-novo, sulla "naturale" base di chi possiede
più ricchezze).
Dunque comanda chi ha più soldi (persino banale dirlo...). Sì, banale, ma importante è, ritengo, capire che questo
potere non deriva dalla "technè", come ci darebbero ad intendere raccontando la favoletta della "razionalità
economica", ma dalla trasposizione alla "polis" delle strutture necessarie dell'"oikos".
Il potere, ovvero, non è mai economico, ma solo e sempre politico.
saluti

Tecnocrazia quindi come tecnica al quadrato di potere che fa scomparire la polis, come un orpello inutile. Ma più che un ossimoro è l'affermazione coerente della legge del Mercato, che nel suo trionfale incedere si sta liberando di tutto ciò che non è funzionale alla sua fisiologia produttiva e accumulativa. Come la polis. Ormai governata da enti economici globali. Appunto tecnocratici.
#8139
Citazione di: cvc il 20 Ottobre 2018, 20:49:54 PM
Dire il più grande non penso sia possibile. I più grandi sono stati quelli che hanno fatto discutere di più, che hanno sollevato grandi temi e grandi critiche e dispute. Poi ci sono le preferenze personali, per cui il filosofo migliore a volte rischia di essere quello che dice ciò che vogliamo sentirci dire......
Concordo. La mia predilezione è per gli antichi cultori della filosofia naturale, prima dello scisma dei saperi. E per i filosofi che nel tempo hanno saputo ridurre la frattura.
#8140
Il divenire, dopo essere divenuto, è sempre dicibile. Il presente non è dicibile perchè appena lo dici non è più presente. Anche il futuro è dicibile, nell'intenzione, profezia o predizione. Quindi il problema si riduce all'ineffabilità e inafferrabilità del presente. Fortunatamente molte cose, così per vivere, sono persistenti nel tempo, e fissano il presente rendendolo dicibile. C'est la vie, Eraclitò.
#8141
Il linguaggio, in tutte le sue forme fenomenologiche, è il medium della specificità dell'evoluzione umana.
#8142
@ CP

Ho letto il tuo post sul darwinismo e la citazione di quel tizio che evidentemente come te interpreta l'evoluzione naturale come progresso. Invece è proprio la casualità delle mutazioni genetiche a spiegare stasi e balzi dell'evoluzione riscontrabile nei fossili. Combinata con la casualità dei mutamenti ambientali. Per chi non lo avesse ancora capito (come FN ad esempio): il darwinismo non postula la legge del più forte, ma del più idoneo. Tralascio per carità di patria la confusione finale tra le doti evolutive della razionalità umana (anche in contrapposizione ad altre specie) e l'evoluzione naturale su base genetica. Sono due fenomeni chiaramente distinti.
#8143
La matematica non è, come pensava Galileo, il linguaggio della natura, ma il linguaggio umano con cui gli umani cercano di colonizzarla.

L'Amorosa è la morte, (ma non leggete Viator ?). Santa protettrice dei preti e nume che ha creato, nel corso delle ere antropologiche, la loro fortuna.
#8144
@ apeiron

Mi duole darti una fatale notizia, ma secondo questo signore

http://www.quilibri.eu/apeiron-un-equivoco-millenario-gli-studi-del-filologo-giovanni-semerano/

apeiron non è alfa privativo peras (limite), ma terra. Quindi si ricasca nei 4 elementi. Poi si dice che sulla scia dell'atomismo ci può rientrare dalla finestra l'infinito dopo essere uscito dalla porta, ma tant'è. Comunque Anassimandro è grande lo stesso perchè inventò il sistema, poi sfruttato da Eratostene, per verificare e misurare la sfericità della Terra.

Ti rispondo su 2 questioni:

1) Per Spinoza Dio è ontologico, ma nel deus sive natura si può ritrovare anche uno scienziato (ovviamente non materialista). Dove mi pare più complicato è sull'adesione alla favolistica delle varie rivelazioni, che poi, d'accordo, possono essere rivoltate come un calzino (e aggiornate allo spirito dei tempi, quantistica inclusa) dalla retorica dei loro preti ma finiscono sempre con lo scontrarsi con le evidenze scientifiche. Tipo un DNA del tutto compatibile tra un intoccabile e un bramino, volento uscire dalle religioni di Abramo.

2) Per trascendenza umanistica intendo l'emergere delle facoltà non deterministiche delle funzioni cognitive e decisionali superiori dell'homo sapiens, che hanno prodotto un "salto quantistico" rispetto allo status meramente istintivo. Salto relazionato all'evoluzione di un linguaggio complesso, concreto ed astratto (logico-matematico), che ha originato forme avanzate di cooperazione, comprensione e manipolazione del mondo. Quindi qualcosa di totalmente materialistico come origine e esente da numi nel suo sviluppo.

per numi intendo le divinità di ogni ordine e grado.
#8145
Citazione di: Carlo Pierini il 21 Ottobre 2018, 17:11:41 PM
Appunto. Prova a fare mente locale sul significato di "falsificabilità" e prova a spiegarmi come queste tre tesi siano falsificabili. Nel frattempo leggiti questo mio thread dal titolo: "Il casualismo darwiniano è un'ipotesi non-dimostrata, anzi, non-scientifica".
Tutte le teorie scientifiche sono falsificabili, basta trovare una prova dimostrata sperimentalmente che spiega meglio i fenomeni naturali. Possono esserci anche i numi di mezzo, ma devono essere riscontri oggettivi, tipo che a Lourdes si guarisce di cancro più che con la chemioterapia.