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Messaggi - Ipazia

#8146
Citazione di: Lou il 29 Ottobre 2018, 18:35:04 PM
Se l'assolutezza del significato dipende dal contesto, semplicemente per il significato non v'è assolutezza alcuna poichè è vincolato a un contesto. L'assolutezza perchè sia tale non deve essere sciolta da ogni vincolo, anche contestuale? Una "assolutezza dipendente da" a me pare un attimino problematica come roba.

Facciamo un esempio pratico-pratico: Se dico "gatto" tutti coloro che parlano la mia lingua ed hanno un minimo di educazione scolastica o familiare capiscono di cosa sto parlando. Et voilà: l'assoluto.

"Fisico" ovvero linguistico, non metafisico; contestuale, non Assoluto. In questo genere di assoluto rientrano anche i postulati matematici e i regolamenti dei giochi. Dovrebbe entrarci pure l'applicazione delle leggi codificate, in un paese consapevole della dimensione civile. A questo concetto di assoluto erano arrivati anche gli antichi romani: dura lex, sed lex.

Citazione di: Lou
Ma poi che significa assolutezza, assoluto? Di che parliamo?

Parliamo di proposizioni che hanno un significato inequivocabile, "assoluto", rispetto ad un contesto linguistico in grado di recepirle. Il risultato di questo "assoluto" è la comunicazione. Vale anche per i bit di un PC. Per non turbare i sonni dei filosofi si potrebbero usare anche termini diversi. Ma anche no, perchè la comunicazione si regge sul valore assoluto, per quanto erroneo, e/o semanticamente espanso, possa essere (ad es.: Dio), dei significati.

Abituarsi a individuare i limiti degli assoluti possibili (zero assoluto, velocità della luce, significato di una parola) è anche una buon apprendistato al riconoscimento degli assoluti impossibili. Ma mi rendo conto che ciò non è (più) metafisica.
#8147
Citazione di: nativo americano con varie attribuzioni
Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.

La teoria del valore-lavoro non è stata falsificata, ma taroccata dall'economia capitalistica, attraverso dispositivi autoritari di carattere imperialistico militare e finanziario.

Possiamo rinunciare a tutte le opere d'arte e ai divi dello show business circense, ma non al cibo e alle materie prime. Non alle attività lavorative che stanno alla base della nostra salute e benessere. Non credo nemmeno che sia l'inefficienza intrinseca dell'egualitarismo il problema. Non vi è nulla di intrinseco nella natura umana che non possa essere educato e comunque l'egualitarismo va inteso sui bisogni essenziali, non in senso assoluto. Il socialismo reale, tanto in URSS che in Cina, è assai più meritocratico di quello fondato sul capitale familiare, quando si tratta di selezionare chi accede agli studi, e quindi alle professioni, superiori. E più egualitario nella condizione iniziale, ma più meritocratico in quella finale. Secondo dottrina, è vero, perchè all'atto pratico anche i comunisti tengono famigghia. Ma per lo meno non è la base ideologica e la prassi corrente di tutte le porcherie capitalistiche, ma un'aberrazione che in Cina può costare anche molto cara a chi la attua.

L'esplosione economica cinese è dovuta a molti fattori, non escluso un controllo di tipo comunista sulla politica, e riconferma la correttezza della teoria del valore-lavoro. Con quel pizzico di grano salis che consiste nel prendere i capitalisti per le palle usando i loro stessi tarocchi finanziari, che i cinesi, col frutto del loro lavoro, stanno razzolando proprio nel salotto buono delle famigghie del Capitale. Incluse le loro eredità coloniali (fosse mai che i cinesi insegnino al fine agli africani  un minimo di operosità e buongoverno sui loro ricchi territori ! Cosa che non ci si poteva di certo aspettare dai vampiri occidentali). Cui si aggiunge, ciliegina sulla torta, quell'astuzia tutta orientale, di sconfiggere e conquistare il nemico con le sue stesse armi. Difficile fare entrare tutto ciò nell'ortodossia comunista (peraltro ossimorica in una teoria fondata sulla concezione materialistica della storia). Trattasi di un processo storico socioeconomico decisamente lontano dalla liquefazione etica cattocomunista della dottrina. Nè si può dire che tutta l'operazione brilli di luce platonica o buddista. Ma la perfezione, come diceva un saggio, non è di questo mondo.
#8148
Percorsi ed Esperienze / Re:Immortalità a la Borges
29 Ottobre 2018, 20:20:56 PM
Si parlava di scuotimento casuale di 500 pezzi in una scatola, non di tentativi di montaggio. Uno scuotimento casuale potrebbe non sortire alcun effetto, così come un numero del lotto potrebbe non uscire mai. In fisica. In metafisica prima o poi uscirà perchè la metafisica postula l'infinito, il tutto, e tutte le possibilità al loro interno. Ottenendo il risultato di trasformare i numeri ritardatari in entrate supplettive per il lotto.
#8149
Citazione di: 0xdeadbeef il 29 Ottobre 2018, 13:31:30 PM
Il linguaggio, per me, "dice" necessariamente l'assoluto anche quando intenderebbe "dire" il relativo (questo intendo quando affermo che il linguaggio ha una struttura assoluta). Sulla base di quanto scrive e per come io lo interpreto, credo che così fosse anche per Nietzsche. Pur affermando (necessariamente) l'assoluto, DEL linguaggio possiamo vederne la verità o la falsità sulla base della sua efficacia a raggiugere, in quanto strumento, il fine che si è preposto. Francamente non vedo alcuna contraddizione in questo discorso (poi, magari, che si possa pensare che tutto questo non riveste alcun interesse, o che si tratta soltanto di contorsioni mentali dello scrivente, è una cosa che, diciamo, ci può stare...) saluti

Per nulla. E' esattamente così. Il linguaggio dice l'assoluto nel contesto di un significato condiviso tra chi parla e chi ascolta. La questione del significante (la lingua, il segno) è irrilevante una volta che vi sia un interprete dei significati. Semmai è un problema dell'interprete, ma facilmente risolvibile. L'assolutezza del significato dipende dal contesto. Direi, che come nel diritto, la norma speciale dovrebbe prevalere su quella generale: Quando dico sedia dico un oggetto su cui ci si siede, non un insieme di elettroni (e neutroni, protoni, quarks e diavolerie a seguire). La "forma" (filosofica) de-finisce la sedia con più precisione della sostanza (fisico-chimica). Non rendersene conto, quella sì è contorsione mentale. Le cose si complicano quando passiamo agli oggetti immateriali, non perchè il linguaggio non sia in grado di far bene il suo mestiere di comunicatore, ma perchè il significato non è condiviso con uguale rigore. Qui l'oggetto "vocabolario" mostra tutti i suoi limiti e il contesto di significato comune ha confini incerti e variabili: giustizia, amore, libertà, uguaglianza, bene, male,... Povero linguaggio, che stress !
#8150
Tematiche Filosofiche / Re:Antropologia sociopsichica
29 Ottobre 2018, 13:12:25 PM
Immagino che Viator sia un 4C con incursioni di vario peso nella altre categorie 1C-2C-3B. Trovo questo sviluppo classificatorio più stimolante dell'iniziale.

Ricambio i saluti
#8151
Percorsi ed Esperienze / Re:Immortalità a la Borges
29 Ottobre 2018, 12:57:22 PM
Citazione di: Lou il 28 Ottobre 2018, 17:33:43 PM
In un tempo infinito tutte le permutazioni possibili di un numero finito di 500 pezzi sono anch'esse finite e si raggiungono, quindi anche il modellino bello montato.
Ottima soluzione. Peccato che sia soltanto metafisica. Invece quella rompiscatole della fisica potrebbe ostinarsi all'infinito a non assemblare un bel nulla, lasciando ogni pezzo al suo solitario destino  :P

La migliore rappresentazione (e utilizzo) dell'infinito è quella della matematica, che lo riconduce al finito come limite di una funzione. In ciò concorda con l'idea che noi moderni abbiamo dell'apeiron di Anassimandro, mentre è difficile dire quale fosse veramente la sua. Ci resta il concetto di miriade di miriadi che, per quanto grande, è pur sempre finito. Così come la progressione quadratica dei semi di grano sulle caselle di una scacchiera che è finita, ma sufficientemente grande da mostrare la distanza infinita tra un suddito che sa e un sovrano che non sa.
#8152
Ultimo libro letto / Vasilij Grossman: Vita e destino
29 Ottobre 2018, 09:42:31 AM
Vasilij Grossman, Vita e destino, traduzione di Claudia Zonghetti, Biblioteca Adelphi, 2008, pp. 827

Forse nessun libro come questo riesce a rappresentare l'epos tragico di quell'esperienza storica ormai conclusa che fu il primo stato del proletariato, nato da una grande rivoluzione, noto anche come socialismo reale. Lo fa per mano di un testimone d'eccezione, giornalista di guerra che, al pari di Hannah Arendt, vide il male in tutte le sue sfaccettature e lo seppe raccontare. Anche il romanzo storico di Grossman ci dà ragione della sua banalità, ma ne scava pure la profondità, come seppe fare l'inquisitore dostoevschijano e come la grande letteratura russa in genere.

La parte epica gravita intorno all'inizio della fine del grande male nazista, a Stalingrado. Sono pagine eroiche, da grande reporter di guerra. La parte tragica è sulla riflessione interna all'esperienza del socialismo reale, personificata, come in una tragedia greca, da indimenticabili dramatis personae, ciascuna con il proprio dramma o kharma. Anche le vicende editoriali di questo romanzo raccontano una propria odissea, completando il quadro epico della sua venuta alla luce. E' un libro per gli appassionati del romanzo storico, ma è particolarmente utile per elaborare il lutto in casa di chi, come me e Grossman stesso, di quell'esperienza si sente parte. Una consegna di testimone per "portare avanti il discorso", assumendosene la responsabilità senza ridicole autoassoluzioni. O penosi salti di barricata in un mondo in cui non si imprigionano più gli scrittori e gli oppositori perchè tutto è diventato lager. E di ciò fa cenno, profeticamente, pure Grossman alla fine della sua gloriosa cavalcata a Stalingrado.
#8153
Tematiche Filosofiche / Re:Antropologia sociopsichica
29 Ottobre 2018, 08:26:05 AM
Citazione di: viator il 28 Ottobre 2018, 21:02:22 PM
"Qual è il ruolo dominante, prevalente di ciascuno di noi se interpretato sulla base dei nostri atti così come scelti da noi stessi o imposti dalle circostanze ?".

Schemini possono essercene tanti, anche più sintetici del tuo (la cui numerazione prendo a riferimento).

Calcando l'accento su SOCIO, c'è lo schema binario "occupy Wall Street" (ora in stato catacombale, ma che auguro comunque fertile). I suoi adepti si sentono al 99% 1/3 e considerano l'1% in 2. Il 4 non è previsto.

Premendo su PSICO c'è l'immortale schema pirandelliano uno-nessuno-centomila: Nessuno si sente 2 (cominciando da quelli che lo sono), Uno si sente vagabondare tra 1-3-4 nel corso della giornata e della vita, e Centomila appare nelle varie combinazioni ai centomila fenomenologi Viator  che si dilettano a classificare sociopsichicamente i loro simili.

Tornando al SOCIOPSICHICO, quasi specularmente spalmabile sul tuo è lo schema di un altro scrittore siciliano messo in bocca ad un sepensante 1 (La Sicilia oltre alle migliori arance, ci ha dato alcuni tra i più grandi pensatori dell'antichità e tra i migliori scrittori della modernità)

1)    Uomini
2)    Mezziuomini
2,5) Ominicchi
3)    Pigliainculo
4)    Quaquaraqua
#8154
Citazione di: Phil il 28 Ottobre 2018, 19:44:11 PM
(Avevo già abbozzato questo commento dopo il post di Socrate78, stavo solo pazientemente aspettando Marx e inevitabilmente, puntualmente... eccolo qui!  :) )
Il baffo e la barba più famosi della filosofia sono due autori che si studia(va)no solitamente all'ultimo anno delle superiori, quando i ragazzi, cavalcando gli impulsi ormonali, iniziano ad usare un po' anche la testa per guardarsi intorno, e questi due filosofi sembrano fatti apposta per polarizzare le prime (e acerbe) esigenze giovanili di interpretare il mondo (con buona pace di tutti gli altri autori): uno di sinistra e l'altro di "destra"; uno popolare e l'altro individualista; uno economico e l'altro "artistico"; uno da trattato e l'altro da aforisma; etc. entrambi promettono di saper incanalare saggiamente la vitalità pugnace e il futuro dei giovani neomaggiorenni (inoltre, entrambi con il fascino "da adulto" di chi ti emancipa dalla religione, dalla mediocrità e... dalla Democrazia Cristiana  ;D ).
Dopo il diploma, ecco dunque che masse di marxisti e truppe di nietzchiani entrano patentati in società, orgogliosi di contrapporsi l'un l'altro e fieramente protetti dalla fulgida egida del loro beniamino (i cui motti restano indelebilmente appuntati sul diario dell'ultimo anno... un po' come quelli dei cantanti o dei poeti preferiti).
Soprattutto per chi non continua poi gli studi "di settore", la matrice esistenzial-filosofica, l'imprinting culturale, resta quello di uno dei due "autori alpha" del programma dell'ultimo anno... peccato...  
scherzo! ;D  
Non so, con le nuove generazioni è/sarà diverso?

Bastasse l'ultimo anno delle superiori per conoscere e comprendere Marx e Nietzsche - e i sottili invisibili fili che li legano, al di là del bene e del male - questo mondo sarebbe una repubblica dei filosofi, una Castalia realizzata.
Non scherzo ! Chissà se con le nuove generazioni sarà diverso.
#8155
Tematiche Filosofiche / Re:Antropologia sociopsichica
28 Ottobre 2018, 19:35:21 PM
Citazione di: Jacopus il 27 Ottobre 2018, 22:59:04 PM
Direi che, unendo le prime due categorie, ottieni la distinzione medievale fra nobili, volgo e chierici.
Pare anche a me. In epoca moderna si è scoperto che i principali costruttori del mondo sono quelli che lo subiscono, mentre le prime due categorie appartengono piuttosto ad una sottospecie parassitaria (1 non differisce poi molto da 2, come insegna Machiavelli). Ma qui si parla di antropologia socioPSICHICA. E quindi il punto di vista cambia. Diventando, come nel post di iano, "come ci si sente nel mondo".
#8156
Mettere i baffetti hitleriani sui baffoni di Nietzsche è altrettanto scorretto che mettere i baffi di Stalin sulla barba di Marx  8)

Anti-Antisemitismo di F.Nietzsche
#8157
Bauman ha azzeccato la liquefazione della contrapposizione tra apocalittici e integrati. Poi c'è vissuto di rendita spalmando la liquidità urbi et orbi. (Gli ultimi libri sono mere marchette editoriali, minestra riscaldata, condita con un umanitarismo acritico incapace di cogliere le nuove metamorfosi del capitale). Ora a vestire i panni degli apocalittici sono i postintegrati di un (declinante) mondo del sapere che ha prodotto l'apocalisse digitale e ci ha pascolato assai. Già nel 1964 Eco coglieva l'eccesso da una parte e dall'altra. Personalmente non mi spaventa il social networking e ritengo meno pericoloso questo sociodarwinismo delle idee (e delle bufale) che quello dei soldi. Alla fine sopravviveranno i più idonei, come in natura. Felicissima se saranno pure i più "esperti". Investitura che, fin dai tempi della AAA di Lehman Brothers al momento del crollo, mi dà sempre uno sgradevole brivido alla schiena, prima di razionalizzarne il concetto e vagliarne il merito.
#8158
Citazione di: Socrate78 il 28 Ottobre 2018, 16:56:38 PM
Comunque mi sembra che in questo forum ma in generale nel mondo della filosofia Nietzsche sia una specie di sapiente intoccabile, una sorta di guru che anche quando dice cose molto discutibili va difeso anche distorcendo le idee che lui stesso con forza affermava, come se si volesse alla fine nascondere il fatto che quelle idee sono quantomeno scomode, imbarazzanti.
Probabilmente perchè:

1) FN incarna, e non solo metaforicamente, la crisi tuttora irrisolta della filosofia: il senso del mondo e della vita umana dopo la morte di Dio

2) In questa Krisis FN riesce, nell'arco intero della sua vita, a dire tutto e il contrario di tutto, usando un linguaggio asistematico (quindi difficilmente aggredibile), aforistico, buono a tutti gli usi e consumi. Peraltro con riflessioni di rara efficacia ed eleganza.

3) L'inattualità della sua ricetta finita in follia (ancor più quando la si volle far marciare sui cingolati), non chiude la questione del punto 1 e il suo pensiero rimane un punto di riferimento importante su cosa fare e non fare. Sul ripensare il transumanare in termini diversi, ma pressanti tanto quanto egli li aveva individuati. Ammesso sia possibile. Ma questo è il compito della filosofia. E della sua prassi.
#8159
Citazione di: Sariputra il 27 Ottobre 2018, 19:12:12 PM
...per Popper se il "mondo uno (A)" designa il mondo delle entità fisiche e il "mondo due (B)" il mondo dell'esperienza soggettiva, ossia la sfera dei pensieri e dei sentimenti, il "mondo tre" (C) è il mondo costituito dai prodotti, oggettivi e invariabili, del pensiero umano, quindi dai risultati del "mondo due" (B).
Ecco il disegno che penso diversi di voi lettori avrete studiato "a scola":
...
I piani sono invertiti rispetto alla mia fantasmagorica teoria e viene a mancare il mondo spirituale (ho dei sospetti sul motivo...) che viene collocato nel mondo 2 (B) come generico stato mentale presumo.

Sospetti fondati, ritengo: il mondo spirituale delle varie rivelazioni non è falsificabile e quindi non può essere incluso nel livello 3 della conoscenza, ma rimane nel 2 come soggettivo stato mentale. La trilogia popperiana, sviluppando coerentemente la visione del mondo umanistica, attribuisce alla (cono)scienza un carattere trascendentale. L'unico disponibile, che ingloba anche la dantesca virtute (gemellata nell'invocazione del suo Ulisse), in un unico dominio "spirituale". Lo spirito dell'umanesimo.
#8160
Citazione di: everlost il 27 Ottobre 2018, 18:00:49 PM
Al posto vostro non mi preoccuperei della scarsa partecipazione attiva. E' normale. Siete troppo colti, troppo primi della classe! :P
Siete  unici e inarrivabili.  Anche nelle...inevitabili stramberie.  ???
Però credetemi, non si può discutere di filosofia con voi senza averla studiata all'università o quanto meno benissimo al liceo classico, e senza amarla in particolar modo, il che restringe enormemente la platea dei partecipanti. Oltre alla quantità di tempo e di pazienza necessarie per leggere e poter rispondere in maniera accettabile (e qui si dimezza il numero dei possibili candidati)...
Fossi in te non mi farei troppi riguardi. Anche nella sezione filosofica vedo che le discussioni riguardano prevalentemente argomenti generali su cui chiunque qualche idea se l'è fatta. Arriva sempre un'età in cui uno sente il bisogno di filosofare in proprio. Questo forum mi pare il posto giusto per testare le proprie convinzioni. Se capita qualche inghippo libresco si gugla e se la discussione interessa si va avanti.  ;)