Stavolta concordo con CP. Tutta sta storia della "rappresentazione" mi rammenta l'aneddoto di quel guru indiano, seguace della teoria della rappresentazione, che inseguito da un elefante inferocito fuggiva a gambe levate. Il che suscitò lo scherno dei "materialisti" che gli dissero: "ma perchè fuggi ? l'elefante inferocito è solo una rappresentazione". Al che egli rispose: "non sono io che fuggo, ma è la mia rappresentazione". Potendola raccontare, sembra quasi che la disputa teorica sia finita con la sua vittoria. Ma la disputa pratica sarebbe finita ben diversamente se la "rappresentazione" dell'elefante lo avesse raggiunto
Anche la teoria metafisica della rappresentazione necessità di una sua gerarchia rappresentativa tra enti di natura diversa. La scienza semplifica il processo, eliminando il fattore costante della rappresentazione, e distinguendo chiaramente tra fenomeni sperimentalmente riproducibili oppure fenomenologicamente osservabili, ed enti immateriali di tipo logico-matematico o più o meno fantastici, sui quali essa scienza si approccia attraverso la psicologia e le neuroscienze. Fatto salvo l'ambito dei fenomeni sociali, il cui esito è recalcitrante ad ogni legge deterministica, su cui la scienza ha ben poco da dire, e pure la filosofia non sta messa granchè bene.
Concordo con Schopenauer sulla "rappresentazione" animale. Decisamente più plausibile della sua negazione. I delfini riescono, grazie agli ultrasuoni, a rappresentarsi la "forma" di "oggetti" nascosti da uno schermo visivo. E nessuno può escludere che quella forma e oggetto non siano più reali di quelli della filosofia. Il misantropo tedesco ne sarebbe certamente contento.

Anche la teoria metafisica della rappresentazione necessità di una sua gerarchia rappresentativa tra enti di natura diversa. La scienza semplifica il processo, eliminando il fattore costante della rappresentazione, e distinguendo chiaramente tra fenomeni sperimentalmente riproducibili oppure fenomenologicamente osservabili, ed enti immateriali di tipo logico-matematico o più o meno fantastici, sui quali essa scienza si approccia attraverso la psicologia e le neuroscienze. Fatto salvo l'ambito dei fenomeni sociali, il cui esito è recalcitrante ad ogni legge deterministica, su cui la scienza ha ben poco da dire, e pure la filosofia non sta messa granchè bene.
Concordo con Schopenauer sulla "rappresentazione" animale. Decisamente più plausibile della sua negazione. I delfini riescono, grazie agli ultrasuoni, a rappresentarsi la "forma" di "oggetti" nascosti da uno schermo visivo. E nessuno può escludere che quella forma e oggetto non siano più reali di quelli della filosofia. Il misantropo tedesco ne sarebbe certamente contento.