Galatea e Aci, due personaggi della mitologia greca che evocano il Mar Ionio, le falde dell'Etna, nove toponimi nel catanese, ma anche Roma e la Villa Farnesina dove è raffigurato in affresco parietale il mito ovidiano.

Roma, Villa Farnesina. In questo edificio c'è l'affresco raffaellesco "Trionfo di Galatea".
La dimora fu costruita dal 1506 al 1512 su progetto dell'architetto e pittore Baldassarre Peruzzi per il ricchissimo banchiere senese Agostino Chigi.
All'epoca il complesso edilizio era denominato "Villa Chigi".
Con la morte del banchiere, nel 1520, la villa decadde e venne depauperata degli arredi e delle opere d'arte. Nel 1580 fu acquistata dal cardinale Alessandro Farnese e fu denominata "Villa Farnesina".

Il giardino all'italiana che completava la villa è stato molto alterato nel tempo.
Nel 1884 l'apertura del Lungotevere comportò la distruzione di una parte dei giardini e della loggia sul fiume.
Dal 1927 l'edificio appartiene allo Stato italiano, che l'ha fatto restaurare. E' sede dell'Acccademia Nazionale dei Lincei, ma è visitabile.

La loggia serviva da palcoscenico per le feste e le rappresentazioni teatrali organizzate dal proprietario.
Per la decorazione interna Agostino Chigi chiamò i migliori artisti del tempo per eseguire negli spazi interni cicli di affreschi.
Una delle sale contigue alla loggia è la "Sala di Galatea", con archi aperti sul giardino, che vennero chiusi nel 1650.
La sala deve il nome all'affresco di Raffaello Sanzio, che dipinse il "Trionfo di Galatea"


Roma, Villa Farnesina, "Sala di Galatea", nel riquadro sulla sinistra, sopra la porta d'ingresso, è raffigurato Polifemo, dipinto dal pittore veneziano Sebastiano del Piombo (1512 – 1513); invece sulla destra è rappresentato il "Trionfo di Galatea", la bella ninfa fu raffigurata nel 1512 circa da Raffaello circondata da tritoni, nereidi e amorini.

Sebastiano del Piombo, "Polifemo", Sala di Galatea
Il pittore raffigurò Polifemo nudo; in seguito, per "decenza", parte del suo corpo fu coperto con una specie di body clothes di tonalità azzurra.
"Trionfo di Galatea"

Questo dipinto fu ispirato da un episodio nelle "Metamorfosi" di Ovidio.
L'affresco parietale mostra la bella ninfa Galatea fra tritoni, nereidi e amorini. La giovane è su una conchiglia che funge da cocchio tirato da due delfini.
In alto, tre eroti con archi e frecce stanno per lanciare i dardi amorosi contro di lei. Un quarto putto, quasi nascosto da una nuvola, tiene un fascio di frecce.

La scena si svolge in mare: Galatea è l'unico personaggio in piedi. indossa una veste rossa, gonfiata dal vento, simile a una vela; ha le braccia tese in avanti, le sue mani sorreggono le briglie che comandano due delfini che trainano sull'acqua il fantastico cocchio a forma di conchiglia, guidato dal putto alato Palemone.
Guardando il dipinto, sulla destra ci sono due suonatori, di cui uno è un tritone; sulla sinistra è raffigurata una nereide col braccio destro sollevato mentre tenta di sottrarsi all'amplesso di un tritone.
segue

Roma, Villa Farnesina. In questo edificio c'è l'affresco raffaellesco "Trionfo di Galatea".
La dimora fu costruita dal 1506 al 1512 su progetto dell'architetto e pittore Baldassarre Peruzzi per il ricchissimo banchiere senese Agostino Chigi.
All'epoca il complesso edilizio era denominato "Villa Chigi".
Con la morte del banchiere, nel 1520, la villa decadde e venne depauperata degli arredi e delle opere d'arte. Nel 1580 fu acquistata dal cardinale Alessandro Farnese e fu denominata "Villa Farnesina".

Il giardino all'italiana che completava la villa è stato molto alterato nel tempo.
Nel 1884 l'apertura del Lungotevere comportò la distruzione di una parte dei giardini e della loggia sul fiume.
Dal 1927 l'edificio appartiene allo Stato italiano, che l'ha fatto restaurare. E' sede dell'Acccademia Nazionale dei Lincei, ma è visitabile.

La loggia serviva da palcoscenico per le feste e le rappresentazioni teatrali organizzate dal proprietario.
Per la decorazione interna Agostino Chigi chiamò i migliori artisti del tempo per eseguire negli spazi interni cicli di affreschi.
Una delle sale contigue alla loggia è la "Sala di Galatea", con archi aperti sul giardino, che vennero chiusi nel 1650.
La sala deve il nome all'affresco di Raffaello Sanzio, che dipinse il "Trionfo di Galatea"


Roma, Villa Farnesina, "Sala di Galatea", nel riquadro sulla sinistra, sopra la porta d'ingresso, è raffigurato Polifemo, dipinto dal pittore veneziano Sebastiano del Piombo (1512 – 1513); invece sulla destra è rappresentato il "Trionfo di Galatea", la bella ninfa fu raffigurata nel 1512 circa da Raffaello circondata da tritoni, nereidi e amorini.

Sebastiano del Piombo, "Polifemo", Sala di Galatea
Il pittore raffigurò Polifemo nudo; in seguito, per "decenza", parte del suo corpo fu coperto con una specie di body clothes di tonalità azzurra.
"Trionfo di Galatea"

Questo dipinto fu ispirato da un episodio nelle "Metamorfosi" di Ovidio.
L'affresco parietale mostra la bella ninfa Galatea fra tritoni, nereidi e amorini. La giovane è su una conchiglia che funge da cocchio tirato da due delfini.
In alto, tre eroti con archi e frecce stanno per lanciare i dardi amorosi contro di lei. Un quarto putto, quasi nascosto da una nuvola, tiene un fascio di frecce.

La scena si svolge in mare: Galatea è l'unico personaggio in piedi. indossa una veste rossa, gonfiata dal vento, simile a una vela; ha le braccia tese in avanti, le sue mani sorreggono le briglie che comandano due delfini che trainano sull'acqua il fantastico cocchio a forma di conchiglia, guidato dal putto alato Palemone.
Guardando il dipinto, sulla destra ci sono due suonatori, di cui uno è un tritone; sulla sinistra è raffigurata una nereide col braccio destro sollevato mentre tenta di sottrarsi all'amplesso di un tritone.
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