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Messaggi - Socrate78

#826
Non sono d'accordo sul fatto che se si prova tutto poi si è annoiati, non è detto. Se si sta bene davvero non si prova noia, ma semplicemente si è felici. Allora anche il Paradiso caldeggiato dalle religioni potrebbe essere noioso, visto che alla fine è un'esistenza eterna, giusto? Meglio morire e finire ad un certo punto nel nulla per voi?
#827
Tematiche Filosofiche / Re:Le invenzioni non esistono
19 Gennaio 2018, 20:41:50 PM
Comunque una macchina non può sopraffare l'uomo, essa non prova odio, quindi non può fare del male.
#828
Secondo me è teoricamente possibile che in futuro ci sia qualcosa che renda prolungabile all'infinito ed eterna la vita di una persona. Basterebbe intervenire sui meccanismi genetici che regolano l'invecchiamento, ad esempio togliendo la porzione di gene che darebbe il comando alle cellule di degenerare. Solo che, nella pratica, quest'intervento potrebbe avere effetti collaterali devastanti e imprevedibili, ma se si riuscisse a controllare il processo si avrebbe un individuo eternamente giovane e quindi con una durata della vita teoricamente illimitata.
#829
Vi siete dimenticati forse la domanda più importante in assoluto, molto più di Dio e similari, cioè "Ha un senso il dolore?": se la risposta è SI, allora ciò che mi capita di negativo sarà sopportato meglio, poiché, anche se non lo comprendo, so che ha un significato; se la risposta è un amaro No allora se tutto mi va storto posso anche togliermi la vita visto che non si può ravvisare un senso alla mia condizione esistenziale negativa. Non trovate?
#830
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La donna è mobile
14 Gennaio 2018, 17:30:22 PM
In realtà nella società di oggi vi è uno sfruttamento sia del corpo femminile ma anche di quello maschile: sia la donna e sempre di più anche l'uomo sono visti per come appaiono e sono di conseguenza degradati ad oggetti, a strumenti della vanità, del piacere e dell'apparire. Quindi se la persona è vista solo come mezzo per il piacere, come involucro da mettere in vetrina, è chiaro che già in partenza viene svuotata di valore. L'intelligenza non conta come valore, ma conta l'apparenza. Di conseguenza diventa lecita una forma di prostituzione in senso lato per cui il corpo e la sua bellezza vengono usati per fare carriera, per avere successo, e quindi tutto questo diventa un alibi per forme più gravi di sfruttamento, come le molestie sessuali e l'attitudine di alcuni uomini a vedere la donna solo come strumento sessuale, di fatto un "oggetto" da possedere.
La colpa è quindi sociale, non è solo di chi mette in atto tale comportamento, poiché è proprio il contesto culturale in cui viviamo ad essere in pesante difetto.
#831
Tematiche Filosofiche / Re:Lati oscuri
12 Gennaio 2018, 18:45:15 PM
Nient'affatto, in realtà anche in natura esistono eccome forme di aggressività, di esclusione e "bullizzazione" del più debole all'interno del gruppo. Il mito della natura come innocente secondo me non regge per niente, anzi, la natura è spesso crudele con i deboli e, siccome l'uomo è un prodotto dell'evoluzione naturale, ecco che anche i lati oscuri dell'uomo nascono dalla natura stessa. Il male, come diceva Kant, è "radicale", cioè presente nella natura stessa della realtà. La stessa parola "mobbing" che designa la persecuzione e l'esclusione del lavoratore in ambito professionale è nata con riferimento al comportamento di alcune specie di uccelli, che nel branco escludono e aggrediscono gli elementi più deboli, dimostrando di avere in embrione gli stessi identici comportamenti violenti dell'uomo. E' stato anche osservato che i delfini manifestano comportamenti violenti e perfino crudeli, i maschi si aggrediscono nel branco per avere il possesso esclusivo delle femmine, si registrano stupri tra i delfini, atti di crudeltà contro altre specie come le foche, senza l'esigenza di cibarsi delle prede. Nel mondo animale si notano sia esempi di estremo altruismo sia altri che vanno in senso contrario e mostrano aggressività, violenza, perfino sadismo in alcuni casi. Di conseguenza, le opposte pulsioni di bene e di male si sono evolute sino all'uomo, ma il male non è nato con l'essere umano: puoi forse definire "buona" la mantide che prima attrae il maschio e poi lo uccide? E' un esempio di serial killer in natura, altroché "natura innocente". E' stato notato che alcune scimmie uccidevano senza cibarsi poi delle prede, quindi agendo per puro diletto. La crudeltà dell'uomo secondo me può essere spiegate come un'evoluzione in senso peggiorativo dell'istinto al potere presente in tutto il mondo animale, l'animale vuole avere istintivamente il controllo del territorio e per questo diventa anche violento, l'uomo, avendo un livello più alto di intelligenza, usa questi stessi istinti consapevolmente quindi in modo ancora più devastante.
#832
Tematiche Filosofiche / Re:Lati oscuri
11 Gennaio 2018, 21:27:22 PM
Il fatto che la persona possa agire anche in maniera contraria agli interessi di un altro, quindi di fatto commettere il male, danneggiarlo, mi sembra che sia sostanzialmente il prezzo da pagare per la libertà. Che cos'è il male, o meglio, qual è la sua origine? La possibilità del male secondo me deriva dal fatto che la volontà umana, essendo indipendente e riferibile psichicamente all'Io individuale, non segue necessariamente le esigenze di un altro soggetto. Il neonato ad esempio non avendo ancora un Io sviluppato e distinto dalla madre, ecco che è totalmente INNOCENTE e in simbiosi con la madre, ma appena cresce ecco che inizia a manifestare ribellione proprio per differenziarsi: è lì che nasce quindi la possibilità anche di manifestare aggressività, prima era impossibile. Infatti immaginiamo un individuo che possa agire solo a favore dei suoi simili e non possa nemmeno concepire un'alternativa diversa. Sarebbe libero? A mio avviso no, poiché la sua volontà sarebbe totalmente dipendente dalle esigenze altrui, quindi sarebbe uno stato di simbiosi psichica. Invece nel momento in cui la persona desidera qualcosa che cozza contro l'interesse di un altro e si concepisce come un Io indipendente, ecco che nasce anche la possibilità di agire "contro", con tutto quello che ne consegue. Non a caso anche in molti film di fantascienza si ipotizza che le macchine per l'evoluzione dell'intelligenza artificiale si ribellano all'uomo diventando dannose e "cattive", e in questi scenari fantastici secondo me si vuole esprimere proprio questo: l'autocoscienza genera di per sé la possibilità del male.
#833
Tematiche Filosofiche / Re:Un motivo per vivere
31 Dicembre 2017, 13:08:27 PM
Se uno domanda questa cosa è perché è depresso? Assolutamente in disaccordo, ci si può porre questa domanda soltanto perché si è dotati di pensiero critico e di analisi, e il pensiero indaga, si chiede potenzialmente il motivo di tutto, del perché si è al mondo. Anche a me è capitato di farmi domande sul senso della vita, e non ero depresso, garantito, anzi, nei momenti della mia vita in cui ero più infelice per altri motivi (delusioni, problemi piccoli o più seri, ecc.) era proprio allora che ero meno disposto a interrogarmi su tali questioni, semplicemente perché ero concentrato sui miei problemi e non sui "massimi sistemi".   Ma allora scusate, si dovrebbero annoverare tra i depressi quasi tutti i filosofi, visto che si sono arrovellati a ricercare il senso dell'esistenza e del mondo stesso, erano poi super-depressi Schopenhauer, Heidegger, Sartre? Tutti da curare con massicce dosi di Prozac, giusto? Ridurre tutto alla patologia mentale della depressione è offensivo, porta a considerare il pensatore come un disturbato mentale, chi è veramente depresso oltretutto non può nemmeno pensare in maniera analitica visto che la depressione porta anche a scadimento di concentrazione e di molte altre funzioni cognitive. La civiltà attuale ci vuole tutti falsamente felici per ridurci a robot, a macchine per la produzione e non sarà lontano il giorno in cui verrà distribuita a man bassa la pillola della felicità per rendere tutti dei bambocci sereni incapaci di pensiero.
#834
Tematiche Filosofiche / Re:Un motivo per vivere
30 Dicembre 2017, 19:36:54 PM
@Angelo Cannata: Io ti chiedo però: l'etica e la razionalità morale è qualcosa che nasce da motivi idealistici o egoistici? Io propendo per la seconda ipotesi, mi riconosco in molte opinioni espresse da Nietzsche (il mio filosofo preferito) in merito all'origine egoistica della morale, come si legge nel testo "Umano troppo umano", quando dice: "Dove voi vedete le cose ideali, io vedo cose umane, ahi troppo umane...". Infatti l'atteggiamento individualista ed egoista viene condannato in nome dell'egoismo stesso, l'uomo elabora una serie di valori per influenzare il comportamento del singolo ed asservirlo alle esigenze dell'Ego o di gruppi sociali che intendono dominare la società: in questo senso il "buono" è colui che si presta ad essere un mezzo per le esigenze degli altri o di gruppi sociali, anche a scapito dei suoi interessi. Ora, onestamente, non ti suscita un senso di ribellione interna e di rifiuto questa cosa? Sostanzialmente è come voler manipolare il singolo per asservirlo al sistema, limitandolo nelle possibilità di ottenere vantaggi, benefici, in nome della tranquillità, della sicurezza altrui, ecc.
#835
Tematiche Filosofiche / Re:Un motivo per vivere
30 Dicembre 2017, 18:01:50 PM
@Angelo Cannata: Ad essere sincero fino in fondo, io dentro di me non amo e non ho mai amato gli eroi e i sognatori. Sostanzialmente li ho sempre ritenuti persone che hanno ripudiato il naturale istinto di conservazione, l'istinto che guida il singolo verso la salute e il bene, per inseguire delle astrazioni che li spingono sovente verso una condotta lesiva dei propri interessi, quindi secondo me cattiva dal punto di vista del bene individuale. Ciò mi sembra molto stupido e anche innaturale, gli eroi in fondo sono vittime delle astrazioni della ragione che costruisce tutto un mondo di "valori" che può portare il singolo alla rovina e che tantissime volte nella storia ha prodotto anche effetti disastrosi nonostante le buone intenzioni. Ritengo molto più razionale, logico e naturale il comportamento egoista e calcolatore bollato come "cattivo", poiché è molto più efficace, nei fatti, a garantire il successo del singolo, anche a spese altrui. A dover scegliere tra i personaggi della storia, io sinceramente preferisco la personalità di Putin a quella di idealisti come Gandhi o Che Guevara!
#836
Tematiche Filosofiche / Re:Un motivo per vivere
30 Dicembre 2017, 12:45:14 PM
Il senso della vita è semplicemente VIVERE, cercando quindi di conservarsi in vita nel migliore dei modi, di cercare sempre il proprio utile mettendolo al primo posto: sacrifici, rinunce, privazioni, anche per gli altri, anche per la società, anche per astrazioni come la "giustizia" (giustizia per chi poi? Abbasso le utopie!) sono solo asservimenti, idee pericolose che limitano la libertà e conducono la persona a fare sovente il proprio male. L'etica del sacrificio secondo me è un errore, la ragione mi porta a stabilire ciò che mi conviene e se per un ideale io devo mettere a rischio la mia stessa vita o la mia incolumità significa che quell'idea è da rigettare come cattiva e pericolosa. Il senso della vita è quindi essere sostanzialmente egoisti e anzi abbattere i condizionamenti sociali, morali,ideologici di ogni tipo, in nome dell'affermazione libera dell'Io. In questo senso bene=vita e tutto ciò che conserva la vita, male=morte e tutto ciò che mette a repentaglio la vita e la danneggia, la depriva.
#837
Se si dovessero eliminare tutte le malattie o la maggior parte il risultato sarà purtroppo negativo, tendo a vederla anche su questo punto in maniera molto diversa dalla grandissima maggioranza delle persone. Infatti se non ci si ammala più in modo serio la vita si allunga a dismisura e siccome le risorse della Terra non crescono al pari dell'aumento demografico, l'aumento demografico porterà fame, conflitti sociali a non finire, guerre, e quindi paradossalmente un grave peggioramento della qualità di vita e la morte scacciata dalla porta rientrerà dalla finestra. Potrà sembrare un ragionamento cinico e arido, privo di compassione, ma secondo me è vero, la verità non è detto che sia per forza "bella"!.
Esaminiamo anche il problema delle malattie genetiche. Esse secondo me hanno una logica, che è quella della selezione naturale: la natura con le mutazioni genetiche casuali crea una situazione in cui gli individui più deboli muoiono (o non giungono a nascere...) e quelli geneticamente sani prosperano, in maniera tale che, possibilmente, si trasmettano ai discendenti i geni migliori, con meno tare possibili.
Se però l'uomo interviene massicciamente per curare i singoli, accade che pian piano, con il passare del tempo, la selezione naturale non è più efficace, anche gli individui più fragili restano in vita e le tare si accumulano e io sarei pronto a scommettere che verranno  fuori malattie genetiche ancora peggiori e terribili! A mio avviso, in tutta sincerità, dovremmo accettare di più anche il male presente nella natura, perché bene e male si confondono, non c'è una linea precisa che li separa.
#838
Secondo voi è possibile che, in un futuro nemmeno così remoto, l'ingegneria genetica, oltre a curare molte malattie, porterà anche a manipolare i geni per ottenere un determinato modello umano, tale da rispondere a tutte le esigenze sociali? Ad esempio potranno far nascere persone soltanto persone molto intelligenti, altruiste, miti, operose, gentili, eliminando tutti i geni che darebbero caratteristiche condannate come socialmente scomode o disfunzionali, ad esempio aggressività, apatia, tendenza all'egoismo,  scarsa intelligenza o sensibilità, tendenze asociali? Il rischio nel lunghissimo termine sarebbe quello di creare una società di persone robot che richiamerebbe "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley, con  una casta di super-intelligenti che dominerebbero tutti gli altri selezionati per lavorare ed ubbidire come schiavi, un incubo insomma. Io ritengo che la scienza, già ora, vorrebbe mettere le mani sulla vita per manipolarla a proprio piacimento, con presunzione, in base a "valori" che magari l'uomo ritiene positivi, ma non è detto che lo siano in senso assoluto, creando a lungo termine un'omologazione su vasta scala. Lo scienziato mi sembra la riedizione in chiave moderna del super-uomo di Nietzsche, che ha prodotto non a caso il nazismo.
Anche per voi esiste il pericolo che l'uomo voglia atteggiarsi a super-uomo, di fatto a falso Dio?
#839
Inoltre io credo che la felicità o l'infelicità non dipendano da ciò che ci accade, ma da come interpretiamo i fatti secondo il nostro giudizio. Soffriamo perché formuliamo, istintivamente, un giudizio negativo su un determinato fatto. Ad esempio se scopriamo che un falso amico ha sparlato di noi e ci ha diffamato la reazione quasi universale è provare delusione, sofferenza, ma scoprire questo è proprio così negativo? Nient'affatto, anzi, può essere visto come un bene poiché ci apre gli occhi su quella persona ed è meglio scoprirlo piuttosto che continuare a condividere la vita con un soggetto che può sempre farci del male senza che noi lo comprendiamo. Secondo me se ci allenassimo a vedere gli aspetti positivi anche nel male saremmo certamente più vicini alla felicità, molte cose "negative" diventerebbero meno terribili di quanto ci appaiono. 
#840
Spesso si dice che con la forza e la violenza non si ottiene veramente ciò che si desidera, ma mi sembra  falso, al di là di ciò che la morale comune insegna. Infatti le rivoluzioni che cosa furono? Atti di violenza contro un potere oppressivo, ad esempio contro quello dei re assoluti, dei despoti di ogni genere e specie, ma in quel caso proprio l'aggressività ha consentito di uscire dalla soggezione e dalla schiavitù. E' vero, Gandhi riuscì senza la lotta armata a far uscire l'Unione Indiana dal colonialismo, ma ciò fu possibile solo perché il Regno Unito non era poi più così interessato a conservare le sue colonie.
Per quanto riguarda il fascismo, io credo che anche il socialismo reale, nei fatti, è stata una forma di despotismo sostanzialmente "fascista": quel sistema infatti pretendeva di regolare il comportamento di ogni persona subordinandolo alle esigenze dello Stato, negava all'individuo la possibilità di migliorare la propria condizione economica e lo costringeva a produrre solo per la collettività in nome di una devozione incondizionata al Partito e allo Stato. Più fascista e illiberale di così è difficile a mio avviso.
Il fascismo italiano, pur essendo illiberale, ha comunque prodotto a mio parere delle riforme anche giuste ed equilibrate, nell'ambito dell'istruzione (riforma Gentile) producendo la diminuzione dell'analfabetismo e l'innalzamento dell'obbligo scolastico, ha riordinato i codici civile e penale, diminuito drasticamente il potere della mafia, liberalizzato le imprese italiane che sono diventate competitive in quel periodo, al punto che l'Italia dalla terribile crisi del 1929 fu poco toccata.