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Messaggi - acquario69

#826
Citazione di: Duc in altum! il 14 Aprile 2016, 12:33:07 PM
**  scritto da Sariputra:
CitazionePenso che dovremo tentare di capire l' "Io sono" prima di sentire la necessità di aggiungervi un'aggettivo...
Ma è proprio questo il problema: che nel tentativo di capire chi "Io sono" (in effetti), s'incomincia, inevitabilmente, a dover ragionare col perché "Io sono", e siccome (in effetti) non c'è spiegazione logica oggettiva ragionevole a questo Mistero, e da solo "Io sono" perde attendibilità, nasce l'Io credo in..., nasce l'aggettivo che determina perché "Io sono".

ma e' proprio l'IO che determina le distinzioni e le relative divisioni!

appresso puoi metterci tutti gli aggettivi che vuoi,persino CREDO (anzi con quello,molto probabile che lo rafforzi) e non sposta di una virgola l'assunto "IO".
e' nel momento che l'IO non si presenta più che non mi identifico più con niente e che scopro il "chi sono" ed e' a quel punto che si svela l'arcano.

ed e' tra l'altro per questo che nel mio intervento di prima nella mia pura curiosità mi sarei rivolto al cosiddetto credente,per capire e cercare di centrare meglio la questione anche dal loro punto di vista
#827
Citazione di: paul11 il 13 Aprile 2016, 18:10:05 PM
A me è capitato spesso di voler dire qualcosa, ma di non aver detto nulla e sentirmi chiedere "cos'hai detto?"
Penso che parta un'onda emotiva, perchè sono convinto che l'emozione è una forma di energia, ed è tanto più potente quanto lo è il nostro stato emotivo e viene captata da qualcuno che ci sta vicino ,generalmente un interlocutore , la percepisce ,ma non la decifra perchè è imperscrutabile, rimane in chi la riceve una sensazione.
Sono altrettanto convinto che siano invece decifrabili e Gustavo Rol che citi all'inizio e che a suo tempo avevo approfondito, ne avesse le qualità e capacità
Credo nella convinzione più assoluta e fondata che non siamo solo un semplice corpo inteso solo in maniera fisica,materiale del termine con le sue parti che funzionano in maniera semplicisticamente meccanica..un estremo riduzionismo che non permette di cogliere i fenomeni nella loro reale portata,nell'avvertire che la forma sia solo un riflesso e in definitiva un abbaglio perché poi viene preso per vero e tutte le considerazioni e le scelte successive non possono che essere erronee già in partenza.
la forma pero e' quella che ci può indicare "il passaggio"..come attraverso l'ombra possiamo arrivare a cogliere la luce che la provoca,ovvio che se la nostra attenzione rimane nell'ombra questo non può avvenire
ed e' per questo che ritengo che cio che e' invisibile lo sia solo per i nostri sensi,ma cio non toglie che cio che e' invisibile ai nostri sensi non "esista"..anzi!
ti sarà forse capitato che nel momento in cui hai avuto un intuizione vi era silenzio (dentro di te) e quello e' l'istante in cui tutto converge simultaneamente,il massimo della comunicazione,non solo più semplicemente tra due possibili interlocutori ma con tutto il resto,ecco perché come nell'esempio che avrei riportato di mio era come se non vi era più dualità e contrapposizione e (non so come perché non potrei spiegarlo) ma i nostri pensieri erano diventati "leggibili"...o anche "visibili"

allora io aggiungo pure un altra cosa...non siamo monadi,proprio perché non ce solo la materia (l'ombra) ma Spirito (luce) in tutte le "cose",nell'essenza più intima e allo stesso tempo onnicomprensiva.

#828
Vorrei chiedere a chi vorra rispondermi e per provare a chiarire una mia perplessità riguardo la religione cristiana.

cio che a me sembra incomprensibile,quanto inverosimile sono fondamentalmente due cose;

un Dio che distingue...che arriva a punirti...e a condannarti alla dannazione eterna (mi sembra che questo emerga piuttosto spesso)

e l'altro e' (mi sembra) che Dio venga interpretato,diciamo così,come un ente esterno a noi,ed anche di arrivare a raffigurarlo nella maniera umana e individualizzata.


secondo me Dio non può avere nulla a che fare con i giudizi umani e secondo non e' situato da qualche parte,secondo l'idea (anch'essa umana) di spazio se così mi posso esprimere e ne tantomeno che sia "fuori" di me,come se fosse separato
#829
Tematiche Filosofiche / Re:SILLOGISMO UNIVERSITARIO
13 Aprile 2016, 13:08:31 PM
Partono Luciano e Luigi da una parte e massimo e Patrizio da un altra   ;D
..e Che massimo e' l'unico a non Farsi problemi  :)


Lo so non rientraa nelle possibili risposte
#830
il quadro della situazione e' molto chiaro...solo i ciechi (mentali) non vedono!..oppure fanno come gli struzzi,rendendosi così doppiamente complici e doppiamente schiavi.
l'unica soluzione possibile e' soltanto una presa di coscienza autentica,interiore al di la di qualsiasi appartenenza politica,religiosa o qualsivoglia e che se andiamo a vedere sono solo etichette,tra l'altro strumentalizzate all'inverosimile.
si parlava nell'altro thread sulla tecnoscenza,di manipolazioni genetiche e tutto il resto..
vedo in questo anche un collegamento a quanto finora detto qui,perché io ho il forte sospetto che dopo averci narcotizzato le menti e svuotate le coscienze l'ultimo passo successivo e' quello di farci diventare vere e proprie macchine,coi relativi pezzi di ricambio..qualcosa di simile nel romanzo di Huxley,nel mondo nuovo (un mondo nuovo per una nuova pseudo-umanita-subumanita) ma questa non e' fantascienza ma realtà.

ho da poco letto un articolo,che capita a fagiolo riportando secondo me i passi che possono coadiuvare questa discussione:

«Il famoso detto: "l'economia è il nostro destino" è il triste segno di un'epoca, purtroppo, non ancora interamente tramontata. Palese falsità in ogni periodo di storia e di civiltà normale, questo principio è divenuto vero dopo che l'uomo ha distrutto l'uno dopo l'altro tutti i valori tradizionali e tutti i punti superiori di riferimento, che prima presiedevano alle sue decisioni e alle sue azioni»
(J. Evola, Saggi di dottrina politica)

Anche Evola ci ammoniva sull'epoca moderna del materialismo e dell'economicismo, caratterizzata dalla «subordinazione dell'idea all'interesse». Perché è proprio questo il punto: il venir meno della radice ideale dei concetti, che tradizionalmente ancora collegavano il mondo reale con la teoria, con le idee appunto. Venendo meno le idee, e la razionalità che le esprime, viene meno la capacità di spiegazione del mondo reale, e si cade nell'ideologia del puro interesse egoistico e strumentale.

affermava lacònico Maris. «Poco importa sapere se i postulati sono veri (d'altronde non lo sono), o se le conclusioni sono vere (d'altronde nemmeno queste lo sono). Importa soltanto affermare che le conclusioni sono le conseguenze logiche necessarie di quei postulati»

Quello dell'economia è solo il riflesso di un problema di più ampia portata. Forse invertire la rotta dell'estrema specializzazione del sapere, oggi dominante, potrebbe essere un primo passo. Ortega y Gasset, quasi novant'anni fa, affermava che lo specialista del mondo odierno «non è un saggio, perché ignora formalmente quanto non entra nella sua specializzazione; però neppure è un ignorante, perché è un 'uomo di scienza' e conosce benissimo la sua particella di Universo. Dovremo concludere che è un saggio-ignorante»

Una delle sfide che la civiltà odierna dovrà affrontare nel prossimo futuro sarà proprio quella di riuscire a formare non dei saggi-ignoranti, ma dei saggi tout court. La maggiore consapevolezza del proprio Io, non deve sfociare nell'individualismo e nel liberismo borghese, ma deve essere collocata all'interno del Bene collettivo, un Io nel Noi. Per dirla con Agostino, si necessita perseguire non il liberum arbitrium della ratio inferior, ma la libertas della ratio superior. In caso contrario, l'ideale di una civiltà ordinata rimarrà un concetto tanto astratto dalla realtà quanto l'equilibrio dell'economista teorico.

qui sotto l'articolo completo

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=53772
#831
ma e' palese che tutto cio non e' altro che la chiarissima conferma dello stato ormai avanzatissimo del rovesciamento e della sovversione...il falso che si capovolge in vero e viceversa (diventando in questo caso pure istituzione!) ed e' ovvio proprio per questo stesso motivo che non troverai quasi più nessuno che sia in grado di riconoscerlo
#832
Citazione di: giona2068 il 11 Aprile 2016, 14:36:06 PM
Il Signore Dio quando diede il potere all'uomo di dominare tutta la terra, aveva difronte a Se un Adamo santo, puro e perfetto. L'uomo santo, puro e perfetto ama il Signore ed ha timore di Lui. Chi ama rispetta l'amato e quanto ha creato, per cui dominare con rispetto sta per coltivare con amore la terra che darà dei buoni frutti. Purtroppo per l'uomo malvagio, che non crede di esserlo, dominare diventa sinonimo di devastare, rovinare, ridurre a terra dei fuochi ecc.....  
Sarebbe meglio se anziché mettere in dubbio la Sua parola ci facessimo un bell'esame di coscienza per scoprire che chi sbaglia siamo noi.

Giuseppe.

Grazie per la spiegazione,ora mi risulta sicuramente più chiaro..forse farebbe pure riferimento alla caduta? 

sinceramente pero ti posso dire che personalmente non metto in dubbio la sua parola,ma quella delle persone che parlano al suo posto si, allo stesso modo dove subentra l'analogo vizio antropomorfo che ha degenerato la religione stessa.

(onorate la Religione,diffidate dalle religioni - citazione Taoista)
#833
Citazione di: Webmaster il 11 Aprile 2016, 10:23:16 AM
Citazione di: acquario69 il 11 Aprile 2016, 05:47:48 AM
Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.
Dio li benedisse; e Dio disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che si muove sulla terra"

ora,sempre considerate le premesse sopra,questo passo ha contribuito (probabilmente per essere stato male interpretato) ad una frattura insanabile tra uomo e natura,e l'inizio di un antropocentrismo che sarebbe poi sfociato in tutte le degenerazioni successive,fino ad arrivare all'utilitarismo e via dicendo...(ed attuale tecnoscienza compresa)

non a caso sarebbe pure qualcosa che ha riguardato esclusivamente l'occidente,perché in oriente al contrario non vi sarebbe mai stata una religione,così come almeno verrebbe (male) intesa da noi occidentali.
A me sembra evidente che nessun essere superiore possa aver scritto una frase del genere (e tutta la bibbia e quant'altro)
Chi altro può mettere l'uomo al centro dell'universo se non egli stesso?
Secondo me c'è poco da interpretare...

si,credo che quel passo faccia venire quantomeno il dubbio.
pero ci sarebbe da fare una considerazione secondo me molto importante,per non rischiare di mettere tutto sullo stesso calderone,quando dici;

"Chi altro può mettere l'uomo al centro dell'universo se non egli stesso?"

in realtà e' stato l'uomo occidentale che da quel momento in poi avrebbe assunto questa mentalità,tutta "moderna" (non so se lo stesso sia potuto accadere anche per gli ebrei,ma non sono certo un teologo per saperlo!) prima di allora le comunità umane non avevano certo questa assurda e suicida pretesa..che ci ha portato dove sappiamo bene oggi!
prendi per esempio gli indiani nativi d'America,per loro la natura era sacra e si sentivano parte armonica e integrante, (e del resto chi poteva massacrarli?) oppure in oriente dove valeva la stessa identica cosa..hanno resistito finche hanno potuto! ed ora sono più occidentalizzati di noi..

inoltre come già dicevo all'inizio del mio post,sottolineavo appunto il fatto che la religione stessa,e come poi e' stata pure portata avanti credo sia solo un retaggio occidentale...credo che quella sia stata la prima "deformazione" dell'autentica spiritualità.
#834
voglio provare a dare la mia interpretazione con la premessa di non aver mai approfondito lo studio della Bibbia poiché non la sento affine alla mia modalità personale di conoscenza,percio se dovesse capitare di dire una cosa sbagliata,ben venga qualcuno che saprebbe indicare meglio come stanno le cose,correggendo eventuali svarioni da parte mia.

io penso che per poter interpretare passi del genere,bisognerebbe innanzitutto considerare la diversa epoca e la conseguente diversa mentalità,che credo non potrà mai corrispondere a quella che abbiamo noi oggi,quindi mettere sullo stesso piano le cose sarebbe già un errore di partenza,e un altra considerazione sarebbe quella che frasi del genere possano riferirsi più che altro a metafore o "segni" per dare l'opportunità di indicare qualcosa che altrimenti non sarebbe possibile spiegare in altri termini.

in effetti,ce ne sarebbe un altro di passo (stavolta dell'antico testamento) che suscita anche le mie perplessità e se andiamo a vedere non si può non dire che non abbia condizionato tutto da quel momento in poi,e sarebbe questa:

Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.
Dio li benedisse; e Dio disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che si muove sulla terra"

ora,sempre considerate le premesse sopra,questo passo ha contribuito (probabilmente per essere stato male interpretato) ad una frattura insanabile tra uomo e natura,e l'inizio di un antropocentrismo che sarebbe poi sfociato in tutte le degenerazioni successive,fino ad arrivare all'utilitarismo e via dicendo...(ed attuale tecnoscienza compresa)

non a caso sarebbe pure qualcosa che ha riguardato esclusivamente l'occidente,perché in oriente al contrario non vi sarebbe mai stata una religione,così come almeno verrebbe (male) intesa da noi occidentali.
#835
Citazione di: Donalduck il 10 Aprile 2016, 17:40:41 PM

Sulla responsabilità: è chiaro che questa riguarda qualunque decisione, che sia possibile stabilire a priori l'entità dei rischi oppure no. Il punto, secondo me, è l'assumersi direttamente le responsabilità, individualmente per le decisioni individuali e collettivamente per quelle collettive, senza trasferirle ad "autorità superiori" che siano umane ("la scienza" o "i saggi" o "gli illuminati") o "divine".
Quali siano le responsabilità individuali e quali quelle collettive, ovviamente lo decide ogni entità collettiva per convenzione, come parte delle sue regole sociali.
mi scuso in anticipo per l'ennesima intrusione,ma visto che siamo su riflessioni a me ne sarebbe venuta una,con l'unico scopo di capire meglio e a maggior ragione su tematiche che altri meglio informati di me potrebbero suggerire.

sulla responsabilità (o le responsabilità),sarebbe appunto bello capire come...

e sul significato che si darebbe quando si afferma che ovviamente queste vengano decise da ogni entità collettiva per convenzione,come parte delle sue regole sociali.

e allora quali sarebbero percio queste entità collettive?!
visto e considerato pure che non dovrebbero essere trasferite ad alcuna autorità,siano queste umane oppure "divine" ?!
#836
secondo me non possono esserci più dubbi,in questo senso le cose sono talmente evidenti che negarlo sarebbe come nascondersi dietro un dito.

sottolinerei il fatto di come in senso più generale cio che si va sempre più delineando e' la sostituzione (inteso come vero e proprio rovesciamento) del reale con il virtuale..la nostra esistenza si sta trasformando in un sorta di ologramma,esterno quanto si riflette poi al nostro interno,e la nostra percezione si sarebbe come oscurata o "solidificata" non riuscendo più a distinguere il vero dal falso,anzi anche qui il processo di inversione segue esattamente la stessa identica modalità.

a mio avviso commettono un grosso errore le persone che ironizzano o prendono sotto gamba certe simbologie che vogliono semplicemente metterci in guardia da pericoli che soltanto gli ingenui e gli sprovveduti possono ormai ignorare
#837
Citazione di: Duc in altum! il 08 Aprile 2016, 10:33:03 AM
**  scritto da acquario69:

Citazionela Verita non proviene e non può essere richiusa dalla sua idea relativa che l'uomo può farsene,e stando così le cose questo alla fine non può avere nulla a che vedere con la fede,appunto intesa come semplice riduzione delle proprie opinioni

Come non può avere nulla a che vedere con la Fede?

L'idea può sembrare relativa per gli altri, ma per il soggetto è ragione di Fede, poiché agiamo solo grazie ed in funzione ad essa.



Se ho un'idea che Dio esiste, anche se relativa per gli altri, saranno consequenziali a ciò le mie opere, le mie relazione, il chi sono Io.

Se ho un'idea che Dio esiste, anche se non troppo convinto (quindi relativa addirittura per me  :o ), le scelte tergiversanti derivanti, identificheranno il mio carattere e la mia posizione nella società.

Se ho un'idea che Dio non esiste, nella stessa maniera, anche se relativa per me o per gli altri, dirigerà il costrutto del chi ho deciso di essere come individuo tra gli altri, e nel pianeta.
innanzitutto ho detto idee RELATIVE,che vengono appunto indicate come OPINIONI.
la fede infatti non ha nulla a che vedere con la "testa" e i suoi ragionamenti (la definirei la gabbia dell'IO)
Sariputra in buona parte del suo intervento sopra ha secondo me fornito ottimi spunti in questo senso e condivido pure quanto dice giona.
#838
Citazione di: baylham il 08 Aprile 2016, 17:30:24 PM
L'analisi dell'economia, della situazione storica e delle prospettive internazionali di questo articolo di Aldo Giannulli mi sembrano decisamente fuorvianti.

Ad esempio la contrapposizione tra economia finanziaria e reale è infondata: i fatti dimostreranno che il sistema finanziario sarà sempre più determinante nell'economia globalizzata. Ridimensionare il ruolo delle banche significa non comprendere i motivi della loro centralità in un sistema capitalistico: sono le banche che indirettamente controllano e indirizzano gli investimenti privati e pubblici. In questo ruolo fondamentale non c'è alcuna istituzione o pratica alternativa in grado di sostituirle.

Gli stati nazionali sono superati da processi economici e sociali di fondo che li travalicano. C'è in reazione a queste tendenze sovranazionali il ritorno ad un nazionalismo difensivo, poco lungimirante ma soprattutto velleitario e perciò pericoloso.

L'analisi del sistema capitalistico di Keynes e la sua spiegazione della crisi sono geniali come lo sono state le sue proposte di politica economica anticrisi. Tuttavia l'applicazione ordinaria di politiche straordinarie ha spuntato i rimedi proposti da Keynes: oggi sono gli Stati che contribuiscono ad approfondire l'intrinseca instabilità del sistema economico, invece di essere i fautori della sua stabilizzazione.
sinceramente non capisco perché lo trovi fuorviante,innanzitutto a me sembra che dalla lettura dell'articolo non venga fuori nessuna contrapposizione tra economia finanziaria ed economia reale..e nemmeno qualche citazione che tratti di ridimensionamento delle banche.
forse non ci ho fatto caso io pur rileggendomelo di nuovo..dove l'avresti letto?

a un certo punto dice:
riconoscere che la liquidità non risolve nulla e che occorre ridimensionare ruolo e peso della finanza, rimettendo al centro l'economia reale,

e a mio giudizio spiegherebbe appunto che (come sostieni anche tu) e' il sistema finanziario che si e' già e ormai già da molto tempo sostituito totalmente con la cosiddetta economia reale e che le misure adottate,sono in realtà l'ennesimo bluff che serve soltanto a proseguire l'agonia..per chiarire ancora meglio il concetto,prendo a prestito le parole di Massimo Fini che lo spiega benissimo usando questa metafora qui sotto:

...immettendo altro denaro (inesistente) che serve per drogare ulteriormente il cavallo già dopato perché faccia ancora qualche passo prima di schiattare definitivamente.

quello che e' in atto direi in maniera piuttosto palese e' una "mondializzazione",un governo unico mondiale (nuovo ordine mondiale) da parte dei veri poteri che manovrano come marionette,pseudo governi e pseudo istituzioni,ridotti a simulacri vuoti,buoni solo per quelli che ancora ci credono,sviando tra l'altro l'attenzione sul vero obiettivo in corso (su questo mi ricollegherei volentieri al post di elyah-marchio della bestia)

altra nota che secondo me l'articolo mette in evidenza e che ritengo sia il vero nocciolo da cui poi partono e si diramano tutte le restanti considerazioni collegate e' l'attuale rigidità mentale della nostra epoca storica (come indica anche il titolo dell'articolo) che non consente appunto una visione d'insieme in grado di rispondere concretamente ai giganteschi problemi e a l'enorme matassa ingarbugliata in cui ci troviamo immersi dentro..e questo riguarderebbe sia "vittime che carnefici" in una spirale che si e' chiusa in se stessa,non riuscendo più a concepire le cose se non all'interno degli stessi parametri della stessa "gabbia"

infatti a un certo punto dice:

Il risultato è stato il "pensiero unico" che ha inaridito ogni dibattito politico ed economico, eliminando così ogni possibile alternativa anche solo teorica.  I neo liberisti sono gli stalinisti del capitalismo: quelli avevano il partito unico, questi il pensiero unico...

...si decretò la fine delle ideologie, cui fece seguito la fine dei valori, quindi la fine delle opzioni culturali. Ora sono finite le idee

....A questo poi occorre anche aggiungere le peculiarità psicologiche dell'epoca presente: la spiccata tendenza all'iper individualismo che azzera ogni noi, immaginando la società come una semplice sommatoria di io,il narcisismo esasperato che induce ad una sostanziale incapacità di riconoscere i propri errori e, dunque, correggerli....
#839
Citazione di: Donalduck il 08 Aprile 2016, 01:21:20 AMQuello che non mi risulta chiaro, è di quale concezione (o meglio di quali concezioni) della "natura umana" si parla. Perché, che io sappia, siamo ben lontani, biologia o no, dall'avere una visione comune e condivisa di questa "natura". E neppure risulta chiaro in quali aspetti e in che modo questa concezione (o queste concezioni) verrebbero messe in crisi.
.....
ma le valutazioni devono essere politiche, ossia, almeno in teoria, basata sugli interessi e la volontà della collettività, e non certo lasciati alla"comunità scientifica". Inoltre, nel caso di scelte individuali, ognuno deve essere correttamente informato e conscio del rischio (eventuale) che corre (come per gli OGM: che siano pericolosi o no, ognuno deve poterli riconoscere dall'etichetta e decidere in base alle sue valutazioni).

purtroppo pero,sempre se vogliamo vedere le cose il più obiettivamente possibile,non mi sembra che finora venga adottato questo criterio,che sarebbe anche secondo me quello corretto ma credo si possa riscontrare senza nemmeno troppe difficoltà che la direzione vada esattamente in direzione contraria e sono gli interessi economici e particolari ad avere praticamente la predominanza assoluta interferendo su un ambito che gli dovrebbe essere precluso poiché a mio avviso oltre ad essergli totalmente incompatibile si può capire benissimo che tipo di conseguenze disastrose porta con se

sempre secondo me il concetto di natura (compresa quella umana) e' più semplice di quanto si possa immaginare,allora l'assurdità sarebbe proprio quella di voler modificare (pur ammettendo le buone intenzioni - ma ricordiamoci pure che la strada per l'inferno e' lastricata di buone intenzioni) qualcosa che e' in se e per l'appunto semplicemente perfetto..che sarebbe il concetto stesso di natura
#840
Citazione di: cvc il 07 Aprile 2016, 12:21:41 PM
Citazioneacquario69



infatti secondo me il punto e' proprio questo.
la riduzione al solo dominio fisico inteso come unica realtà possibile,la negazione percio del fatto che l'uomo non può essere separato dai fenomeni,essendo anch'esso integrato a questi a tutti gli effetti.
significa più semplicemente che siamo ben altra cosa rispetto all'idea estremamente limitata,nonche dogmatica,che oggi predomina incontrastata.
disconoscendo questo si trasforma in un apprendista stregone che non trova ne il controllo e ne più il senso di cio che lui stesso ha scatenato in origine,portandolo al caos più completo e alla sua stessa autodistruzione







Non credo che le manipolazioni biologiche della scienza debbano cambiare la nostra visione del mondo, almeno finchè gli interrogativi millenari di cui sopra rimangono insoluti e attuali.

secondo me non sono tanto gli interrogativi a rimanere attuali quanto cio che li "produce" in radice,ossia la loro essenza perenne ed immutabile,quindi il rischio a mio avviso e' che questi interrogativi si rendano in un certo senso "autonomi" cioè separati appunto dal loro principio fondativo e la tecnoscienza diventa nel caso il suo strumento ideale perché quest'opera venga compiuta.
il rischio dicevo e' che questi interrogativi a quel punto non saranno nemmeno più tali e se non vengano deformati o che scompaiono addirittura del tutto dal nostro orizzonte speculativo..ho il timore più o meno fondato che sia proprio la nostra visione del mondo a farne le conseguenze,come se non si avvertisse più ne il pericolo implicito e ne la percezione stessa della realtà...un po potrei fare anche l'esempio,secondo me calzante di quell'articolo di aldo giannulli che ho postato su cultura e società