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Messaggi - Ipazia

#8311
Citazione di: Jacopus il 04 Ottobre 2018, 10:43:34 AM
Il peccato originale della scienza e della scienza applicata (tecnologia) è stato quello di realizzare dei miglioramenti straordinari della condizione umana attraverso il trasferimento dell'uso di energia/conoscenza dai sistemi biologici a quelli meccanico/informatici.
Alla luce di questo passaggio epocale, anche le dottrine politiche si sono adeguate. Da Hobbes in poi si è assistito a un florilegio di teorie e dottrine, alcune delle quali si dichiaravano strettamente connesse proprio alla scienza (positivismo, marxismo Ma anche il nazionalsocialismo e il fascismo).
Ma mentre il percorso scientifico ha mantenuto il suo sviluppo, in politica si registra una serie infinita di resistenze, repressioni, usi demagogici e protervi del binomio scienza-politica.
Le giustificazioni di questo scollamento sono molteplici. Voi cosa ne pensate?

Che non c'è scollamento. Semmai è la religione istituzionalizzata, e la politica ad essa legata, ad essere sempre più scollegata e responsabile di resistenze e repressioni. Che ci sia una diacronia tra scoperte scientifiche e dottrina/prassi politica è nella logica delle cose, perché la scienza, contrariamente alla buona politica, ignora l'etica. Ma alla fine la politica continua ad aver bisogno degli ingegneri per costruire i ponti. E gli ingegneri di una buona politica per non essere uccisi, derubati o ridotti in schiavitù.
#8312
Citazione di: Sariputra il 04 Ottobre 2018, 12:04:18 PM
Mah!...Secondo me è un luogo comune che lo sport faccia bene. Mia moglie è stata campionessa giovanile di salto in alto.... :(
A parte gli scherzi...meglio una camminata nel bosco che una corsa in tondo allo stadio, con il sintetico sotto i piedi.
Meglio vagare senza meta con una bicicletta scassata, che spendere migliaia di euro per sputare l'anima su qualche passo alpino.
Poi, non lo sapete che i battiti del nostro cuore sono contati? Facendo sport il cuore batte più velocemente e la vita si accorcia...
Concordo sulla bici scassata (ma chi ha una bici e un fisico buoni sui passi alpini si diverte  ;D ) e sull'attività fisica open air. Che i battiti del cuore siano contati mi è nuova. Ma anche fosse vero l'attività fisica regolare ne diminuisce la frequenza e abbassa la pressione, per cui l'esito è proprio il contrario.

Citazione di: Sariputra il 04 Ottobre 2018, 12:04:18 PM
Poi vedo sempre gli sportivi litigare tra loro e nervosissimi. L'altro giorno raccoglievo castagne sul sentiero e sono passati tre giovanotti in tuta e cardiofrequenzimetro rigorosamente collegato...io, maldestro come sono, non son stato fulmineo a spostarmi, per non intralciare il loro ritmo sportivo e...non ci crederete...mi hanno preso subito a male parole: "Quanto ci vuole, zio?" mi ha apostrofato uno, e l'altro, un pò più avanti, mi ha urlato:"Coglione!"... :( Insomma, non mi è sembrato che lo sport che praticavano li avesse resi molto gentili...
Cherry picking e pregiudizio. Comunque, anche la fauna praticante è di tante razze.

Citazione di: Sariputra il 04 Ottobre 2018, 12:04:18 PM
L'ozio fa bene, fa pensare e fa risparmiare calorie da ingoiare...
L'attività fisica fa bene, fa pensare (in bicicletta mi vengono le idee migliori) e fa smaltire tanta bile e calorie in eccesso ...

Citazione di: Sariputra il 04 Ottobre 2018, 12:04:18 PM
Se proprio lo amate potete sempre seguirlo in televisione, ma solo il motorsport, dove la fatica la fa il mezzo...ve lo consiglio. E' anche più spettacolare!...
... specie quando qualche idiota lo emula sulle strade  :(
#8313
Citazione di: 0xdeadbeef il 01 Ottobre 2018, 20:14:11 PM
In un mondo in cui stoltamente si insegna che: "con la volontà si ottiene tutto", la pratica sportiva ci ricorda
che la volontà ci può portare al limite, sì: il NOSTRO limite, 
Sperimentare il limite della propria fisicità e gareggiare costantemente con esso è uno dei gesti migliori che l'evoluzione ci ha concesso. Ed è una maieutica essenziale contro il demenziale culto dell'apeiron, della crescita/prestazione infinita, che devasta la nostra epoca. In tal senso l'attività "sportiva" rende certamente migliori.
#8314
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
04 Ottobre 2018, 08:51:14 AM
Citazione di: viator il 30 Settembre 2018, 21:22:18 PM
Il MALE non è altro che relativa CARENZA, IMPERFEZIONE, di quel principio che regna da sempre sul mondo (includendo sia i suoi contenuti materiali che quelli immateriali, spirituali) e che consiste nel BENE (dovrei parlare del significato cosmico dell'AMORE ma non voglio/posso dilungarmi).
Vedo che tutta la discussione si è imperniata intorno a questo concetto che non è nient'altro che la riproposizione, mediata da Platone, del parmenideo "l'essere è, il non essere non è". Ripresa poi dal cristianesimo e elaborata pure dalle filosofie orientali. (Siddharta è contemporaneo di Parmenide). Forse è arrivato il momento di sganciarsi da questo ottimistico dualismo responsabile di pessimi fatti storici.
#8315
Tematiche Filosofiche / Re:L'egualitarismo
04 Ottobre 2018, 08:28:11 AM
Citazione di: sgiombo il 04 Ottobre 2018, 08:03:20 AM(Non mi aspetto certo che condividerai la mia convinzione, che comunque esprimo:) In una società divisa in classi antagonistiche solo rapporti di forza relativamente favorevoli (o meno fortemente sfavorevoli) alle classi escluse dal potere reale possono imporre una relativa limitata democrazia (come succedeva nella nostra "prima repubblica", ove infatti vigeva una legge elettorale "quasi proporzionale").
Inoltre ritengo che il potere reale stia altrove che nei parlamenti eletti a suffragio più meno universale, con leggi elettorali più o meno truffaldine.
Invece la condivido pienamente, compreso il fatto che il potere reale si misura in capitale non in voti, però, almeno formalmente, siamo tutti uguali anche nell'ideologia liberista. Perfino sua maestà la Scienza è d'accordo. Con Costituzioni e Diritti Universali a seguire.
#8316
Percorsi ed Esperienze / Re:La tragicità greca
03 Ottobre 2018, 20:59:27 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 19 Settembre 2018, 17:16:11 PM
Citazione di: sileno il 19 Settembre 2018, 14:05:49 PM
Può salvare la filosofia?

No, come Heidegger io dico che "solo un Dio ci può salvare".
La filosofia può aiutare a meglio, diciamo, "inquadrare" questo Dio; a toglierlo dalle prospettive delle
religioni storiche e tradizionali prospettandolo sotto una luce diversa. Ma, no, non può "salvare" essa.
Tutti i grandi filosofi che hanno "saputo e potuto" vivere la mancanza di Dio e il nichilismo fino in
fondo hanno sperimentato tragicamente su se stessi la tragedia più immane. Penso a Nietzsche come a
Leopardi, ma anche un pò a tutto l'Esistenzialismo (tanto per limitarci ai tempi moderni...)
saluti
E in ciò sta il fallimento dell'ateismo e la ripresa alla grande delle illusioni religiose. Incluse le forme più ignobili dell'integralismo religioso. Nietzsche ci è morto, ma chi è venuto dopo di lui ha fatto poco o nulla per fecondare quel terreno che lui aveva arato con tanta sofferenza. L'Esistenzialismo è un deserto dei tartari che è stato colonizzato dall'edonismo consumistico. L'ultimo uomo imperversa.  L'ateismo continua ad essere incapace di rifondare valori umani forti dopo la morte di dio. L'oltreuomo se ne sta ibernato dalle parti di Marte.
#8317
Tematiche Filosofiche / Re:L'egualitarismo
03 Ottobre 2018, 19:24:31 PM
Lo stato e la sua burocrazia esiste da molto prima delle ideologie liberiste o collettiviste (disegualitarie o egualitarie). Il  laissez-faire è ancora più utopico della società egualitaria. La cosa è nota, anche a livello di dottrina politica, fin dai tempi di Hobbes. Non funziona nemmeno in un branco di animali sociali. Peraltro il principio del suffragio universale, attuato quasi ovunque, è fondato proprio su un principio egualitario. Quindi mi pare che tutta questa supremazia del disegualitarismo non ci sia, nè in teoria nè in pratica.
#8318
Citazione di: Carlo Pierini il 03 Ottobre 2018, 17:11:31 PM
...Ma forse il Commendatore - appena sceso dal regno dei numi - intendeva dire il contrario ("...altre cure più gravi di queste, altra brama quaggiù mi guidò. ...Pentiti, cangia vita!").
Non mi interessa il seguito. Il commento è relativo alla metafora eucaristica o gastronomica di qualcosa che non è cibo per lo stomaco. Come da tema in discussione. Personalmente mi piace molto il concetto di cibo celeste riferito a tutto ciò che è cultura. Un prestito ateo da un personaggio religioso per un paradiso ateo: la cultura.
#8319
Citazione di: everlost il 02 Ottobre 2018, 20:50:51 PM
Ipazia, scrivevi già nel vecchio forum o sbaglio?
No. Ipazia è un nick molto gettonato.

Tornando al senso della vita. Forse la risposta a "qual'è il senso della vita ?" sta nell'assenza di senso della domanda. Imparare a non farsela, come fanno gli animali e i bambini, è il primo passo per capire il senso della vita. Anche Eraclito, sul finire della sua vita scoprì che vi era molto più senso della vita nei giochi dei bambini che nelle paturnie finalistiche degli adulti. Stringendo: il senso della vita è viverla.
«Αἰὼν παῖς ἐστι παίζων, πεσσεύων παιδὸς ἡ βασιληίη»  (Il tempo [della vita] è un bimbo che gioca, con le tessere di una scacchiera: di un bimbo è il regno)    WP
#8320
Citazione di: Carlo Pierini il 02 Ottobre 2018, 21:01:35 PM
...Eppure credo che anche l'universo fisico poggi su un fondamento dialogico. Ma non ho ancora capito qual è.
Potrebbe essere i terzo principio della dinamica di Newtoniana memoria aggiornato al principio di retroazione dei "limiti dello sviluppo", che risale da Eraclito fino alla dialettica posthegeliana.  ;)
#8321
Citazione di: sileno il 27 Settembre 2018, 13:51:13 PM
Citazione di: Jacopus il 27 Settembre 2018, 11:10:05 AM
La distinzione saggistica/narrativa e' piuttosto artificiosa. Da un romanzo si possono trarre conclusioni e riflessioni molto piu' fondate che da un saggio. Esempio: con quanta grazia Voltaire si prende gioco di Leibniz in Candido e sicuramente ha raggiunto un numero di persone molto piu' grande di qualsiasi testo filosofico.
Credo che ad un certo punto saggistica e narrativa si rinforzino a vicenda e possano trarre ispirazione l'una dall'altra.
La psicoanalisi non sarebbe mai esistita se Freud non avesse avuto una solidissima conoscenza dei classici greci. Il nome della rosa non sarebbe quel capolavoro che e' se Eco non avesse conosciuto la filosofia scolastica medievale. E gli esempi potrebbero continuare.
Sì. Perfino alle origini della filosofia, che nasce narrata nei dialoghi platonici. E quando si fa atea lo fa in forma aforistica e narrativa. Anche nelle religioni, occidentali e orientali: ciò che rimane vivo dopo il crollo dei sistemoni teologici è l'anaddotica, la parabola, i cui contenuti a misura d'uomo (la morale della favola) permangono validi e stimolanti sempre. Il tramonto del pensiero medioevale risulta molto più efficacemente rappresentato da Cervantes che dal saggione di Huizinga. Le "relazioni pericolose" di Choderlos de Laclos ci raccontano la putrefazione dell'ancien regime più di tutti i libri di storia. Più tempestivo di tutti i saggi sulla materia è il rapporto tra umani e IA narrato nelle leggi della robotica di Asimov. Sul folgorante "la bellezza ci salverà" la società secolarizzata e atea avrebbe da riflettere più che su tutta la saggistica filosofica moderna. Certo non è facile trovare nel bailamme di narrativa quello che farà la storia del pensiero a venire. Ma c'è un unico per riuscirvi: conoscerla.
#8322
Epicuro aveva ideato una sua ricetta contro la tanatofobia: non è il caso di preoccuparsi della morte perchè, finchè siamo vivi, lei non c'è e quando lei ci sarà, non ci saremo più noi. Senz'altro più originale dei numi. Io trovo che funzioni pensare ogni attimo in sè, proprio come fanno i tuoi saggi compagni canini, ogni giorno come se fosse l'ultimo.

Una volta fatto il grosso salto del rigetto di ogni illusione ultraterrena, il senso della vita - e della morte, che ne è l'ultimo gesto - va ricercato in noi stessi. Personalmente di motivazioni ne ho trovate molte: negli affetti, interessi, conoscenze, curiosità. Nella consapevolezza di essere parte privilegiate dell'universo autocosciente che, con tutti i limiti del caso e del caos, ha un minimo ruolo di protagonista sul proprio destino. Sono soddisfazioni che meritano di essere valorizzate.

Poi anche la natura aiuta al passaggio, un po' come assiste le donne durante quell'autentico percorso di guerra che è il parto: invecchiando la morte stessa si addolcisce e invita suadente a cedere il testimone alle nuove generazioni di umani.
#8323
Detto in poche parole: Fatta la tara della dipendenza deterministica del secondo dal primo, non è possibile applicare la medesima logica al determinismo dell'universo fisico e all'indeterminismo dell'universo antropologico. Concordo con Gadamer, e chiunque altro la pensi come lui, che il linguaggio è il medium delle funzioni superiori dell'indeterminismo antropologico: il Santo Graal, la pietra del contendere. Perchè è strumento operativo comune alle due logiche. E quindi necessita di un regolamento di condominio e di esperti amministratori.
#8324
Citazione di: green demetr il 01 Ottobre 2018, 15:54:24 PM
Vi sono due Filosofie, e vi sono 2 Cristi...
Riguardo ai numi, gnostici o cristiani, ho già detto che non li sposo. Per cui il mio discorso si sposta tutto sul reale che, qualunque cosa esso sia, per essere spiegato non ha bisogno di loro, ma incombe sulle nostre viscere che di esso si devono nutrire. E non solo loro. "Non si pasce di cibo mortale chi si pasce di cibo celeste" rammenta il Commendatore a Don Giovanni. E dall'oltretomba gli fa eco l'Ulisse dantesco: "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". Che non si tratti di cannibalismo ce lo spiega anche Newton: "Se io e te abbiamo una mela e ce la scambiamo, alla fine abbiamo sempre una mela; se invece ci scambiamo una buona idea, alla fine abbiamo entrambi due buone idee". L'Eucarestia epistemica moltiplica i pani e i pesci e getta via solo quello che non funziona neppure per narrare una favola.

Il che a volte è controproducente, perchè quando le favole acquistano vita propria, finisce che troppo spesso si raccontano dentro un campo di concentramento. Ma tant'è, e bisogna conviverci con le miriadi di miriadi che hanno continuato a partorirle nella totale sospensione della ragione. Del resto si evolvono anche loro e prima o poi ... Prima o poi che non è facile perchè nella terra di mezzo incombe l'impudicizia dell'ultimo uomo, di fronte al quale anche il cadavere di dio riacquista la sua nobiltà. Ma per poco, perchè, come tutti i cadaveri comincia a puzzare (la grande narrazione storica è impietosa con le narrazioni fallite) ed è buona pratica igienica seppellirlo prima che si decomponga del tutto.
 
E allora che cosa rimane ? Il serpente che si mangia la coda ? Un filosofo che nella forsennata lotta per schiacciare la testa dell'immondo trovò come unica soluzione effettuale la follia ? Rimane l'oltreumano, oltre la follia e i limiti del suo primo pensatore. Perchè è vero che l'eterno ritorno del ciclo vita-morte è ineluttabile, ma non è spezzandolo in frammenti immaginari che lo si supera, bensì nell'amor fati, temperato dall'ingegno che solo ne permette il transumanare a temperature antropologiche. Ingegno di cui dette prova il più fortunato nei favori dell'unica donna amata dal filosofo quando scrisse "Ich lebe mein Leben in wachsenden Ringen ..." Il cerchio non si può spezzare, ma si può dilatare e nel suo dilatarsi incontra altri mondi, individui, soggetti con cui realizza nuovi mondi, individui e soggetti. Il poeta si fermò lì, indeciso tra l'essere un'antica torre, un falco e un grando canto, avvinto dallo stupore della sua creatura poetica. (I poeti sono grandi geni del simbolico e del relativismo ontologico). Noi oltreumani scafati possiamo andare oltre. Grazie alla cano-scienza. Senza trascurare la sua sposa filosofia che ne tempera le velleità immaginifiche.

Un sassolino: Per quanto lo scientismo volgare dell'ultimo uomo sia rivoltante, come si fa a parlare dell'altrui lobotomia, partendo dall'esperienza teista ?
#8325
Per capire come la ricerca fondamentale ragiona su se stessa consiglio i libri di Carlo Rovelli. Da cui ho tratto la persuasione che, in assenza di esperimenti cruciali, le teorie lasciano il tempo che trovano e rimane solo della sofisticata, sovraccarica di enti parametafisici, cabbala matematica su cui disquisire. Nel cui guazzabuglio, va riconosciuto, talvolta si azzecca la visione scientifica del futuro.