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Messaggi - viator

#841
Tematiche Culturali e Sociali / Il destino del corpo
05 Luglio 2021, 22:18:06 PM
Salve Socrate78. Citandoti : "Sicuramente io sono convinto di una cosa, in Paradiso (se esiste un Paradiso, non posso esserne sicuro al 100%) i medici che salvano le vite e si impegnano nel loro mestiere con dedizione avranno un posto privilegiato, molto più degli stessi preti".

Scusa ma.........possiedi un briciolo di senso dell'umorismo ? Cosa sarebbe 'sta barzelletta per la quale in Paradiso non esisterebbe la democrazia ? Un Paradiso a punteggio? Un Paradiso per esami, curriculum e titoli? Perchè poi l'essere stato un prete dovrebbe rappresentare un merito particolare ? Oppure anche lassù conterebbe la gerarchia vaticana o comunque ecclesiastica ?.
#842
Citazione di: Socrate78 il 04 Luglio 2021, 16:57:10 PM
Questo modo di ragionare, Viator, è indice di un pessimismo e di un cinismo sulla natura umana che fa sì che non si riconosca più il bene in nessuno, e quindi anche le azioni migliori finiscono per diventare egoistiche: un simile modo di ragionare porta a non apprezzare più nulla, perché se tutti siamo egoisti e mai veramente amiamo, allora anche i gesti apparentemente migliori diventano falsi e sono solo una menzogna.
Mi rifiuto di considerare tutti i miei simili egoisti, e voglio credere nell'amore che vuole il bene dell'altro, non voglio ritenerlo solo un egoismo travestito, perché la vera domanda da porci è questa: l'idea che siamo tutti egoisti ci rende migliori o peggiori? Ci rende peggiori, ci porta al cinismo che non ti fa più apprezzare nulla, e in un'ultima analisi ti toglie anche la voglia di vivere, perché che giova vivere in un mondo in cui non c'è amore vero ma solo interesse?
Quindi ti rispondo che, anche se si fa del bene per stare meglio noi stessi, ad esempio perché SENTIAMO il dolore di chi soffre, ti dico che è proprio questo sentire con l'empatia il dolore dell'altro che porta l'animo a prendere consapevolezza della gravità del male e quindi a non VOLERLO per i nostri simili, ma anzi a combatterlo: quindi anche se la radice può sembrare "egoistica", tuttavia è proprio da questo sentire con l'altro che nasce il rifiuto verso il male degli altri e di conseguenza il volere e il perseguire il bene altrui. Kant ad esempio nel voler eliminare ogni impulso egoistico dalla morale, secondo me nella sua Critica della Ragion Pratica ha proposto un modello di uomo ANAFFETTIVO, che agirebbe in maniera fredda e senza una partecipazione interiore ai sentimenti dei suoi simili, un'etica simile oltre ad essere quasi impraticabile è secondo me anche lesiva di aspetti importanti dell'essere umano.
Salve Socrate78. Mi accorgo di avere omesso di estendere anche a te i miei ringraziamenti. Prendo atto del tuo punto di vista. Forse siamo sulla cima della stessa montagna ma osserviamo il panorama in direzioni opposte. Saluti.
#843
Citazione di: Alexander il 05 Luglio 2021, 19:14:11 PM
Viator, se tu dai al mendicante lo puoi fare per semplice compassione, cioè com-patisci insieme a lui la sua situazione di povertà .  Non lo fai per sentirti meglio tu, ma per far sentire, almeno un po', meglio lui. Nei tuoi post non citi mai la compassione, che è una delle forme più alte d'amore. Non provi mai compassione per la sofferenza altrui?  :(

Scusa ma che dici ? Com-patire = soffrire insieme. Quindi se incontro un sofferente, la mia prima reazione dovrebbe essere di fare due sofferenze (la sua+la mia) da una sola (la sua) ?.Secondo te, tale mia reazione di compatimento dovrebbe essere ciò che giustifica e muove i miei ulteriori comportamenti verso il sofferente ? (aiutarlo, confortarlo, magari illuderlo etc. etc.).

Ma lo sai - ad esempio - che un medico che compatisse e si identificasse, volesse condividere etc. etc. le sofferenze dei suoi pazienti.............sarebbe un Santo ma un pessimo e pericolosissimo medico ?

A parte il fatto che il compatimento potrebbe venir vissuto come una attenzione non gradita od offensiva da chi lo riceve.................quello che uno deve secondo me fare davanti alla sofferenza altrui è l'esercizio della pietà, non quello della condivisione la quale - come ho accennato poco fa - non fa affatto diminuire la quantità di sofferenza nel mondo, ma piuttosto la moltiplica. Saluti.
#844
Citazione di: Donalduck il 05 Luglio 2021, 18:57:59 PM
La domanda la trovo senza senso, perché pretende di definire il concetto più fondamentale di tutti, l'essere, con concetti da esso derivati e da esso dipendenti. Mi sembra chiaro che una causa per esser tale deve innanzi tutto essere, idem per l'effetto.

Salve donalduck. Certo che la domanda da me posta ha senso, solo che la risposta che io gli fornisco è situata al di fuori dei due termini utilizzati all'interno della domanda............dal momento che - se leggi attentamente quel che io ho scritto - la mia tesi è che l'essere consista nell'insieme - intrinsecamente indistinguibile - di causa ed effetto, e non certo nell'uno o nell'altro ente. Saluti.
#845
 Salve jacopus. Il problema delle scelte etiche, di quelle fatte per amore, per la realizzazione del bene e dell'altruismo disinteressato...............consiste precisamente nel fatto che esse saranno appunto libere, prive di fattori che costringano a prenderle, cioè FACOLTATIVE.




Mentre bisogni e costrizioni eliminano la responsabilità del decidere......le facoltà permettono di capire ciò che veramente vogliamo.




Se il mendicante allunga la mano, chi non dà non può dare o non vuole dare.




Se potrebbe dare ma non lo fa, è un egoista che vuole tener per sè poichè pensa che vivrà meglio con in tasca 1.000.001 Euro piuttosto che con 1.000.000.




Invece se chi potrebbe dare....decide di dare, sarà anch'egli un egoista, poichè giudicherà (facoltativamente) che il dare 1 Euro non lo priverà quasi di nulla ma migliorerà i contenuti della PROPRIA ESISTENZA, permettendogli di stare in pace con la propria coscienza, il cui turbamento per avarizia viene giudicato assai più nocivo e mal sopportabile che il privarsi di 1 euro.




Tu ed altri direte : Ma Viator è completamente pazzo ! Donare al mendicante MIGLIORA ANZITUTTO la vita del mendicante !




Certamente, ma per via – per così dire - incidentale. Chi dona, lo farà solo se – prima di dare – risulterà convinto di migliorare la propria condizione esistenziale, non importa in quale misura e per quali ragioni (dirette, indirette, previste, augurabili, etiche, sociali....................)............poichè se – prima di decidere di dare – si convincesse invece che – donando o facendo del bene – la sua propria condizione esistenziale peggiorerebbe...............(vedere la banale motivazione dell'avarizia)........col cacchio che sceglierebbe l'altruismo dal quale sia impossibile ricavare un qualsiasi genere di soddisfazione, gratificazione interiore.




Se il termine "egoismo" è così spaventoso..................possiamo o no affermare che il soddisfare i richiami etici della propria coscienza rappresenta una gratificazione individuale facoltativa ? Saluti.





#846
Salve Lou. Bravissima, anche se la mia "insensibilità" è certo assai diversa dalla tua sensibilità. Comunque, citandoti : "Banalmente, per poter amare anche se sè stessi si passa dall'alteritá, quando l'Io è un Altro, comincia la premessa per poter in qualche modo concepire un amore maturo e non infantile"............voglio omaggiarti di un mio miserabile vecchio brano titolato "T'amo non t'amo" :
Dico che t'amo e mento....
Penso che t'amo e sbaglio....
Eppure t'amo senza amare te !....
Come ciascuno, sempre....
Amo d'amor la fame ch'è dentro me!

Purtroppo qui dentro a me viene assai più di parlar di logica che di sentimento, il quale tuttavia non mi è certo dimensione sconosciuta. Cari saluti.
#847
 Salve daniele22, e grazie pure a te. Citandoti : "Viator, mi sembri astuto come una serpe e (spero) puro come una colomba. Se ho ben capito cosa intende la signora Lou, gli esempi concreti sono ovvi".




Io invece non ho capito proprio cosa intendesse Lou ! Puoi aiutarmi tu a capire ? (A meno che gli esempi concreti "ovvii" per te e Lou non siano della tipologia elencata poco fa da jacopus, al quale mi accingo a replicare separatamente !!). Saluti.
#848
Citazione di: Lou il 05 Luglio 2021, 11:18:31 AM
Citazione di: viator il 04 Luglio 2021, 16:37:56 PM


Domando quindi a voi tutti : è possibile individuare (prego indicare esempi concreti privi di vaghezza o prolissità ideologica) un qualsiasi comportamento amoroso umano il quale non abbia per scopo (diretto/indiretto/eventuale/tendenziale) la soddisfazione di un desiderio, di un bisogno, di una facoltà, di una utilità..................che competa a chi mette in atto il comportamento amoroso stesso ?


Ogni comportamento amoroso che spezzi i vincoli di referenzialità di senso all'Io (detto altrimenti egoismo), senso che nella relazione con l'Altro viene a costituirsi.


Salve e grazie anche a te, Lou.. Finalmente una definizione di (preteso) esempio concreto di ciò che potrebbe inficiare la mia tesi circa il fondamentale egoismo che muove l'amore umano ! Purtroppo tu mi citi una intera categoria di comportamenti astratti o potenziali...............e nessun singolo esempio concreto.


Purtroppo abbiamo - a mio parere - la definizione ma manca l'esempio del suo reale esistere. Saluti.
#849
Salve jacopus. Grazie anche a te. Ma a dire il vero io chiedevo se secondo qualcuno di voi la essenziale radice, l'origine del sentimento e della propensione amorosa umana (anzitutto sentimentale) risultasse di stampo egoistico piuttosto che altruistico. Mica affermavo che le sue CONSEGUENZE e COMPORTAMENTI  risultino solo egoistiche o solo altruistiche !.


Eppure di pareva di avere posto il quesito in modo abbastanza comprensibile ! Mah, vuol dire che non sono capace di esprimermi. Chiedo quindi scusa a tutti. Forse il fatto che io non riesca a leggere esempi concreti che possano confutare la mia tesi..............dipende appunto dal mio inadeguato modo di esprimermi. Saluti.
#850
Citazione di: Ipazia il 04 Luglio 2021, 20:46:10 PM
Non si tratta nè di egoismo, nè di altruismo. L'homo sapiens è un animale sociale con cure parentali prolungate e una componente libidica assai gratificante. Per cui va dove lo porta il cuore, senza farci sopra troppi calcoli preventivi. Col senno di poi, magari: amanti, figli, amici...tanti buchi nell'acqua e tanti tesori.


Salve Ipazia. Grazie anche a te. Osservazioni interlocutorie, le tue. Io parlavo di amore umano, mentre le cure parentali ed il premio libidico più o meno anticipato............sono entrambi di natura istintuale e perciò ANCHE ma non certo esclusivamente umani.


Pertanto, in perdurante carenza di esempi concreti contrastanti con la mia personale tesi, mi sembra non possano dirci nulla circa la specificità psicologica umana generante la radice egoistica piuttosto che altruistica dei nostri SENTIMENTI amorosi. Saluti.
#851
Salve anthony. Grazie. Che vuoi che ti dica ? Non mi hai portato alcun esempio concreto che - analizzato logicamente - possa servire ad invalidare la mia tesi circa il fondamentale egoismo psichico (prima ancora che psichico - ovviamente - biologico) di colui che si trovi a sperimentare la pulsione amorosa. Saluti.
#852
 Salve. Tematica che – nei termini in cui viene ora qui presentata - farà "sbuffare" i veri filosofi, scandalizzerà gli spiritualisti e farà cadere giù dall'albero – con gran tonfo – le anime troppo candide.






Ovviamente già troppo è stato scritto dell'amore (qualche decina di righe persino da me qui dentro) quindi - invece di impostare una ennesima inconcludente quanto sfiancante trattazione – voglio cercare di porre la questione in oggetto sotto la semplice e (spero) chiara forma di quesito il quale – partendo da una mia tesi assai semplice e soprattutto esclusivamente filosofica (la veste psichica di un sentimento) – chiede ai lettori eventuali lumi circa la logica smentibilità della tesi da me proposta.








Domando quindi a voi tutti : è possibile individuare (prego indicare esempi concreti privi di vaghezza o prolissità ideologica) un qualsiasi comportamento amoroso umano il quale non abbia per scopo (diretto/indiretto/eventuale/tendenziale) la soddisfazione di un desiderio, di un bisogno, di una facoltà, di una utilità..................che competa a chi mette in atto il comportamento amoroso stesso ?






Ne approfitto per salutare termicamente (quindi, data la stagione, assai caldamente).
#853
Attualità / Che cos'è un diritto reale reale?
04 Luglio 2021, 12:51:33 PM
Citazione di: Eutidemo il 04 Luglio 2021, 07:07:00 AM
Ciao Jacopus. :)
Un "diritto reale reale" può significare due cose diverse:
a)
Il diritto "effettivo" che ha un re di poter governare in quanto re, e non un potere monarchico meramente "nominale" (come molte volte è accaduto nella storia).
In questo caso, la parola "reale" va presa sia come "effettivo", sia come "del re".
Cioè "Diritto effettivo di regnare."
b)
Il "diritto reale" (da "res"), in senso giuridico, che un re può privatisticamente vantare su un determinato bene, non in quanto re, ma solo perchè in una monarchia di tipo moderno anche un re è soggetto al codice civile.
In questo caso, la parola "reale":
- in una prima accezione va presa come un diritto assoluto che ha per oggetto una cosa (res), a differenza del "diritto obbligatorio" (personale)
- in una seconda accezione va presa come "del re" (genitivo).
Cioè "Diritto di proprietà" (ovvero anche di uso, usufrutto o abitazione) del re su di un determinato bene".
Se, invece, trattandosi di un immobile, il re ce l'avesse in affitto come inquilino, godrebbe un diritto di natura meramente "obbligatoria" (personale); e la stessa cosa si verificherebbe se prendesse a nolo una vettura.
***
Un saluto! :)
***


Salve Eutidemo. In realtà l'espressione "un diritto reale reale" potrà venir pronunciata solo da chi sia interessato a veder fatta confusione, come tu hai voluto giocosamente fare nel sottoporci il presente "indovinello" basato sull'espressione linguisticamente maliziosa "diritto reale reale".




Sempre in realtà - infatti - chi voglia esprimersi in modi comprensibili.........lo dovrebbe fare parlando di :

       
  • nel caso a) : "concreto diritto reale"
  • nel caso b) : "reale diritto reale".
Salutoni.
#854
Il male è una condizione nel senso che...........mentre gli effetti del male sono una realtà, il male in sè è è solo un concetto, quindi un immateriale concepimento da parte del pensiero.

Tener presente che il cosiddetto male, poi, sempre nella realtà dei propri effetti, in altro non consiste che che nella sempre parziale assenza di bene. Quindi esiste l'affermazione del bene e non può esistere l'affermazione del male, ma solamente l'affermazione della parziale incompletezza del bene.
#855
Quale spudoratezza !! "l'italia è una Repubblica fondata sul lavoro" !



Quale auspicata superiore espressione avrebbe dovuto apparire nell' Art1 !! "l'Italia dovrebbe essere una Repubblica fondata sulla solidarietà sociale tra i suoi cittadini" !.



Infatti oggi l'Italia è in effetti fondata sul lavoro di pochi e sul parassitismo di troppi. Mancando ovviamente ogni richiamo costituzionale FONDAMENTALE ad una solidarietà che dovrebbe generare rigorosi limite alle rendite, limiti massimi alla speculazione, diritti garantiti solo a chi adempia a dei precisi doveri..................................