Citazione di: InVerno il 24 Settembre 2024, 23:23:47 PMMio nonno non ha partecipato alla resistenza attivamente, riforniva i partigiani con alimenti ma non ha combattuto, si è rifugiato in una grotta sopra casa mia, principalmente per nascondersi ai tedeschi e agli italiani che lo volevano arruolare. Sull'Appennino la resistenza è una cosa seria, a Roma non so, e il concetto di invasore è molto chiaro per chi conosce la storia del proprio paese.. vergogna alle associazioni di partigiani che preferiscono partecipare a un conflitto mediatico e ideologico come quello israeliano, anziché ribadire concetti "mainstream" molto semplici, ovvero che un.invasore è un invasore. Vergogna di quella cricca romana Pound-Meloniana che si tatua i simboli di un invasore della storia del proprio paese, svastiche etc. Slava ucraini, perché la pizza italiana puzza di marcio.
Vabbe' sei un po' impressionistico nello scrivere e forse non ho capito bene quello che intendi.
Comunque, per me, e' proprio perche' in linea generale un invasore e' un invasore, che bisogna combattere, oggi, qui e ora, il cancro sionista e nazional sionista, soprattutto se si e' ex partigiani.
Gaza, Cisgiordania, Libano.
La realta', dietro certe "ideologie" e' chiara.
E si chiama genocidio, deportazione etnica di massa. Che va avanti da settanta anni, con giustificazioni colonialiste e di suprematismo occidentale che vanno avanti da cinquecento, anni.
Un partigiano non e' un servo dei padroni e dei dominatori stranieri e non si genuflette alle politiche nato, ne tantomeno a quelle israeliane.
Ma la lotta partigiana e' anche lotta per la diserzione e per il comunismo.
E' proprio il concetto di "invasore", invece, che e' debole. E' debole soprattutto nel contesto della storia recente italiana, e del mito fondativo della resistenza.
Ragioniamo un attimo, appunto, e facciamoci due domande senza ideologie.
In Italia, chi era l'invasore? Quello che fino a cinque minuti prima era l'alleato.
Chi era il "liberatore"? Il liberatore, appunto, dall'invasore? Quello che fino a cinque minuto prima era il nemico. L'odiato nemico, il plutocratico nemico eccetera eccetera.
La condizione tragicomica della cobelligeranza.
Badoglio, i regnanti, l'otto settembre.
No, se la lotta partigiana fosse solo "lotta contro l'invasore", con queste premesse non meriterebbe alcuna memoria e alcun rispetto.
Io la rispetto, certo, ma appunto perche' essa fu molto di piu', di lotta "contro l'invasore". Lotta per la diserzione in armi, lotta contro la subordinazione politica ed economica che rende possibile, oggi come ieri, la guerra.
No, un invasore non e' (solo) un invasore.
E la nostra, e non solo nostra, storia recente, con il fenomeno della resistenza, lo dimostra.
C'e' molto di piu' da capire e comprendere.
E' per questo che un vero partigiano non si genuflettera' mai alle politiche, e soprattutto alle priorita', di usa, gb, nato e ue, e alla storiella semplicistica della necessita' etica di aiutare l' "alleato" ucraino "invaso", dai cattivoni russi.
Non c'e' nessun invaso e nessun invasore. La guerra e' iniziata nel 2014, sotto forma di colpo di stato e scontro pseudo etnico. Col fine di inglobare rapidamente l'ucraina nell'ue, senza un vero confronto democratico e una vera costruzione del consenso in merito.
Anche se allo straniero, lo straniero che davvero oggi ci opprime, lo straniero euroatlantico, non fa comodo dirlo.
Un partigiano, se e' tale nel suo cuore oggi, non e' un servo della nato, non e' un servo dell'ue, ne tanto meno di Israele.
