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Messaggi - paul11

#841
Citazione di: Sariputra il 27 Ottobre 2018, 19:12:12 PM
.....................

Quindi, nella mia rappresentazione C rappresenta la luminosità e la saggezza che illumina i pezzi/persone/aggregati karmici. B l'instabilità continua della mente di questi aggregati (anch'essa un aggregato) che vaga e afferra e teorizza e soprattutto desidera, manifesta passione (in questo momento sono in questo mondo... ;) ) e C l'ignoranza, l'insipienza, il subire gli eventi e il vivere d'istinti; ma anche la malattia che dà torpore alla mente...
Tutto è naturalmente suscettibile di applicazioni multiple.
Ma chi ha stabilito le regole del gioco? Siamo per caso manovrati da due giocatori? O forse da tre? fantasie allo stato puro... eh...però... :-\ chi sono i misteriosi Elohim ? Stasera ho in programma una pizza in compagnia di Mauro Biglino...chiederò lumi... :-\
vedo che segui certe strade..............
Perchè è impossibile che i Veda siano stati scritti da umani ignoranti migliaia di anni fa e Mauro Biglino che prima traduceva
la Bibbia per le edizioni Paoline e gli ecclesiasti, siè accorto che la scrittura ebraica, originariamente consonantica ,diventa ermeneutica biblica e interpretativa a seconda della vocalizzazione che si immettono nelle parole appunto consonantiche.
Cambia letteralmente il senso dei testi,E' entrato in conflitto con le "istituzioni" ebraiche,
Per poi accorgersi che Genesi ebraica è copiata da un testo sumerico, reinterpretata .

questo breve inciso, per rimanere in tema.
I testi vedici e sumerici, delle antiche civiltà degli ari(gli iperborei li chiamava lo storico greco Erodoto) e poi quella dravidica,così come quella sumerico accadica non  era trascendente(secondo l'interpretazione occidentale venuta con il pensiero ellenizzante).
Era molto più naturale e reale di quanto si possa pensare .Tant'è che anche la cultura ebraica è molto più materiale di quello che noi pensiamo.
L'errore occidentale fu quello di focalizzarsi  troppo sul piano C (prendendo il tuo esempio) e quindi creando un distacco  dal piano A, ponendolo in antitesi al piano A, quasi fosse una colpa il solo fatto di esistere, di "essere gettati nel mondo".
Vivere fisicamente in A in uno spazio/tempo in divenire per credere che ciò fosse funzionale al piano C, degli eterni e immodificabili, pone la problematicità sul piano B, come se vivere fosse una sospensione di tempo  ,un' attesa del giudizio,in cui non viviamo realmente anzi, più viene mortificato e per  contrappasso  meglio è.
Questa è un'interpretazione a dir poco tendenziosa e molto strumentale che è servita più ai poteri secolarizzati che al pensiero originale cristiano travisato.
Questo vuol dire condizionare fortemente l'esistenza, imprigionarla in un limite prima ancora  mentale che  fisico.

Era naturale che avvenisse un "rigetto"....il problema è che non è affatto risolto
#842
Citazione di: 0xdeadbeef il 26 Ottobre 2018, 16:04:46 PM
Ciao Paul
Sicuramente l'"oikos" è in origine animale (ciò che voglio dire è che al tempo della grecità l'"oikos" è già
permeato di cultura - ma con ogni evidenza anche in culture precedenti quella greca).
Il meccanismo che porta alla cultura, alla sacralità del "dominum", ritengo sia ben spiegato in termini
materialistici da Machiavelli (il "Principe" ha interesse a governare con saggezza e magnanimità, perchè fra
gli uomini anche un debole può, avvelenandolo o colpendolo alle spalle, uccidere un forte).
Nel Diritto Romano, secondo il compianto giurista G.Rossi, abbiamo un netto "stacco" dalla sacralità greca del
diritto. L'atto fondante del Diritto Romano è secondo Rossi il Ratto delle Sabine, cioè un atto della volontà
di potenza romana che, però, viene subito sacralizzato al medesimo modo con cui era già stato sacralizzato l'omicidio
di Remo da parte di Romolo (Romolo afferma di aver visto un numero maggiore di "auguri" che non Remo).
Quindi sì, convengo senz'altro sulla sacralità del Diritto Romano come "mimesi" di una sacralità più antica (e più,
diremmo, "autentica"), e sulla sua perpetuazione come meccanismo culturale tutt'ora vigente.
Probabilmente però, per usare la terminologia di Severino, l'Inflessibile era stato flesso, e l'origine violenta
di quella codificazione giuridica era, per così dire, rimasta nell'aria (seppur "rimossa").
Sono tuttavia dell'avviso che l'oblio della sacralità originaria vada soprattutto ricercato nell'emergere dell'
individuo. Cos'è, in fondo, il "sacro" originariamente inteso se non un qualcosa che "vive" solo all'interno di
una comunità culturalmente omogenea?
Secondo Rossi il Diritto Romano è sopravvissuto fino ad oggi proprio perchè espressione di una civiltà non
culturalmente omogenea (una civiltà, dunque, che non poteva essere fondata sul "sacro" come fin'allora inteso).
Non è stato forse l'Umanesimo espressione della consapevolezza di essere prima di tutto individui? E non lo è
stato forse il giusnaturalismo, di cui dalle parole di U.Grozio emerge tutta la portata individualistica?
E non è stato forse, il Protestantesimo, elemento decisivo del passaggio della sacralità dalla comunità all'
individuo (addirittura ai suoi impulsi più "terreni"...)?
Eccoci dunque davanti a quello che io considero il tratto distitivo di tutto il mio discorso: la sacralizzazione
dell'individuo come mimesi della antica sacralizzazione della comunità.
saluti (e, come al solito, stima)
ciao Mauro (Oxdeadbeef) ,
quando  a suo tempo lessi il nomos basileus di Pindaro, rimasi stupito.Pindaro storicamente è collocabile circa  al tempo di Socrate, la "legge sovrana" non è spirituale, ma molto vicina agli scritti vedici indiani.Quando dice che i tre ordini: del divino, naturale e umano devono essere armonici e il sovrano deve "parametrarsi" all'ordine superiore per governare gli uomini, indica la realtà del multiforme e l'unità, ma intesa come potremmo dire oggi, che le leggi che governano il microcosmo sono in sintonia con il macrocosmo.Gli antichi scritti vedici sulle rotazioni degli ordini hanno costruito gli yuga, il tempo che ritorna, i cicli disegnati dalla sfera celeste, i cicli naturali, i cilci delle "razze" umane.
Le altre culture sono invece più "materialiste".Quando un testo sacro come La Bibbia indica che gli uomini disobbediscono e la penitenza della colpa è "vivere nel dolore" e appena dopo Caino uccide il fratello e la voce divina  "cosa hai fatto!!!!!", c'è già tutto. Ci è arrivato un sincretismo antico di culture, una che parla di armonie e l'altra di un umano da "controllare".
Il miglio esercizio di controllo è creare il timore, la paura di peccare, arriva, la pena, la penitenza equipollente alla colpa.
Se vuoi domare un popolo creagli dei sensi di colpa.Queste colpe sono esattamente la via di mezzo fra il "divino" e l'economia.
I termini  obbligazione, promessa, debito, credito,; nelle discipline giuridiche responsabilità e persino la "res" la cosa diventerà "bene" mobile o immobile come il bene morale  arrivato a noi.
Ribadisco ed è attualissimo e noi ci cadiamo .La voce divina dall'Europa dice che dobbiamo essere responsabili del "debito" diversamente arriverà una"pena".La commistione dei dispositivi culturali del sacro e dell'economia è antichissimo ed è questo che genera quella dialettica fra polis e oikos, fra il bene comune e il bene privato, fra interesse della comunità e interesse individuale.
La voce divina che viene dall'Europa e ci notare il "patto"(i trattati)  sottoscritto, per potere esercitare il ruolo sovrano deve avere uno "stato di eccezione" , concetto fondamentale nel diritto ,Significa che in stati di guerra, in stati ritenuti di grave entità sociali, il sovrano alza ancora di più il suo livello ponendosi fuori dal sistema in cui opera, diventa "divino", in questo caso la salvaguardia dell'Europa è minata dal comportamento non confacente dell'Italia.Nessuno lo sta facendo con i dazi di Trump, se non mugugni mediatici, ma nessuno formalmente si pone al  di sopra delle parti e divinamente benedica o maledica il comportamento di Trump. Un commissario europeo nominato dal consiglio (il parlamento europeo) che conta poco più di nulla, perchè l'europa non ha statuto politico, non ha ancora una vera e propria Costituzione, quindi quale è la sua autorità su un popolo sovrano con tanto di Costutizione riconosciuto non dalla  immagine Europa, ma dal mondo intero, con ambasciate, ministri di difesa, ecc?
La mimesi è prendere la forma antica metafisica e calarla nell'agone materiale dei rapporti di forza politico-economico,così come trasporre negli istituti giuridici ed economici i termini che da sempre condizionano l'uomo, in primis"il senso di colpa".
Il divino europeo senza macchia impone la rettitudine al figliolo discolo.

Ora , è altrettanto chiaro che fra il nomos basileus che è una impostazione motivazionale del sovrano, ma teorica, gli impone il governo delle quotidianità, vale dire la prassi delle azioni sociali degli individui.Quindi deve giudicare, tenendo conto il nomos sulle liti di proprietà di un terreno confinante, ecc.
il diritto romano è contraddistinto dall'incontro con il diritto canonico, ed è chiaro cosa succederà.........
La cultura romana non ha mai preso le ascendenze che ai greci venivano dall'India, ha preso dalle civiltà confinanti sul Mediterraneo  così come dalla civiltà etrusca e poi le ha date ai "barbari"dell'Europa.
Un esempio classico è che gli "usi e costumi" entararono nelle codificazioni legislative con le stirpi germaniche.
Questo indica che se prima il riferimento sovrano e legislativo era come referente un ordine cosmico, dopo diventa i comportamenti umani, capovolgendo le ascendenze ispirative giuridiche, ma mantenendo quel concetto di sovranità "divina".
Per finire il nomos è rimasto un intento che ha permesso di teorizzare e "patteggiare" le prassi nelle forme delle polis greche,
Tant'è che si indica ancor oggi la democrazia greca come prima forma "moderna"di saggezza, con tutti i difetti che comunque aveva.
#843
Citazione di: Sariputra il 26 Ottobre 2018, 11:50:26 AM
cit.Paul11:
Anche perchè le discussioni sul forum sono le solite a cicli, soprattutto in filosofia e spiritualità e spesso c'è necessità che nuovi entrati
scompiglino le carte.


Uno degli effetti del fatto di conoscerci ( nel modo di pensare) ormai piuttosto bene, tra noi utenti abituali, è  a volte il poco entusiasmo nel lanciare un nuovo topic. In un certo senso sappiamo già cosa diranno a riguardo di quello specifico argomento la maggior parte di noi e, se non lo sappiamo con certezza, lo intuiamo...per questo c'è bisogno sempre di linfa nuova e possibilmente 'varia' (di varie convinzioni, modi di vedere, di impostazioni alternative...che stimolino la discussione e la polemica) che però latita. Per esempio mancano figure di spessore nella preparazione teologica ( ma non solo...pensiamo a quel vasto universo della nostra epoca che va sotto la definizione di neo-spiritualismo), che sappiano sostenere un confronto in maniera profonda, con autorità e preparazione. Sembrano confinate in forum specialistici...E questo non aiuta certo la sezione "Spiritualità" che viene raramente alimentata da qualche bel dibattito, che non si concluda in pochi svogliati post...Spesso passano molti giorni senza che qualche utente posti qualcosa in questa sezione.
E' vero, ci conosciamo  per frequentazione  e diventiamo prevedibili.
Ma il problema è il "livello" del forum.  Se si alza il livello attiriamo o spariscono gli utenti?
Io steso leggo, ma non sono utente di forum spirituali  uno ebraico e l'altro cristiano.
Il rischio è che c'è un'autorità conoscitiva e gli altri"bevono", perchè non hanno le conoscenze per poter controbattere.
Sono stato anni fa in un forum newagista spirtuale:lasciamo perdere ,e infatti sono morti questi forum.
Siamo tutti buoni e poi c'era una cattiveria "sottile" o palese che dimostrava il contrario fra il pensare e l'essere.
Quì c'è un'ottima tolleranza pur nelle diversità e un buon livello di maturità, persino di autoironia.
Temo, ma spero sinceramente di sbagliarmi, che la filosofia venga "vissuta" come obsoleta, superata ,e la spiritualità dopo la sbornia
 della new age, abbia quanto meno una fase diciamo di ripensamento.

Io stesso non apro mai topic, rischio il soliloquio, per cui seguo l'andamento.
Se poi ci sono nuove idee anche da te o dai forumisti per migliorarci, perchè in fondo siamo noi che lo "conduciamo" tutti insieme,
ben vengano.Forse sta anche a noi cercare di attirare...forse.....
#844
molto bella la rappresentazione di Escher, grazie Lou.

Il problema,Sariputra è che un tempo spacciarono C per verità e facevano vivere da schiavi gli uomini in A condizionandoli sul piano B,così li resero prevedibil ie "schiavi".
Come purtroppo accade nella storia umana, una rivoluzione culturale spesso non migliora, non trova una soluzione perchè diventando una risposta culturale la nausea fa capovolgere il sistema di riferimento.
Nauseati da C perchè vivevano male, decisero di non credere più in C, chi rifiutando, chi obnulando e trovarono in A la potenza della tecnica e la nuova forma di salvezza.
Ma di nuovo divennero oggetti, sia dalla potenza della tecnica ,che da strumento divenne condizione esigibile del sacrifico umano in quanto individualizzato e nello stesso e totalizzato.
Mi auguro che la prossima rivoluzione culturale armonizzi  i piani e che finisca l'uomo schiavo  e sappia convivere sia con il mondo fisico che con quello spirituale, prendendosi cura  di sè e del mondo, in armonia
#845
Citazione di: altamarea il 25 Ottobre 2018, 17:51:09 PM
Ciao Viator, scusami se non comincio il post con "salve", ma a me quel "salve" che inserisci all'inizio di tutti i tuoi post "mi stanno antipatici". Perché non li eviti. Abbiamo bisogno della tua opinione e non dei tuoi saluti.  :)

All'analisi quantitativa dovresti aggiungere l'analisi sociologica  qualitativa, per capire perché numerosi nick scrivono poco, altrimenti la tua statistica è sterile.  

Per esempio, per quanto mi riguarda, dei topic filosofici che avete proposto finora solo alcuni li ho trovati interessanti nei primi post. Poi alcuni "filosofi" cominciano ad attorcigliarsi nelle argomentazioni, a polemizzare e andare fuori tema.  

Altri tendono nella sezione attualità ad inserire topic riguardanti la politica per constatare gli orientamenti altrui ed evidenziare la propria ideologia sinistrese, per poi finire in polemica.
quando diversi anni fa mi iscrissi nel forum "vecchio" al secondo post ero già in polemica.
Mancano le personalità. e questi tempi li cambi solo con la "vis del polemos" se siamo anche bravi a mantenere quella linea di rispetto invisibile che non deve ferire l'altrui persona.
Parecchi anni fa mi hanno insegnato la differenza fra difficoltà e disagio.
La difficoltà è ,diciamo così, oggettiva, quindi potrebbe essere mancanza di conoscenze, di informazione.
Il disagio investe la soggettività .Noi siamo quì per comunicare e personalmente c'è sempre nell'uomo qualcosa di affettivo, di amor proprio e anche amore per gli altri ,necessità di far parte di qualcosa, di un insieme.
E' l'essere invitato ad una festa e sentirti come un pesce fuori d'acqua.

Non capisco il mordi e fuggi di chi si iscrive e già sparisce, sembra la metafora del consumismo.
Anche perchè le discussioni sul forum sono le solite a cicli, soprattutto in filosofia e spiritualità e spesso c'è necessità che nuovi entrati 
scompiglino le carte.

Ma temo che vi sia una mancanza a monte di saper pensare "fuori dal branco", con la propria testa avere perspicacia e personalità, anche polemica se si vuole, di dire "adesso basta, dico la mia................."
O forse siamo anche più deboli, suscettibili perchè più soli.
C'è tutto e di tutto in un forum; adatto che personalmente sono una contraddizione vivente, anarchico libertario, spirituale, condizionato ma cosciente delle condizionamento, politico ma anti politico, e soprattutto disilluso e incazzato con l'umanità a cui credevo quarant'anni fa e li vedo passivi, melanconici, sacrificali sull' altare della cultura ,dei poteri, indifferenti ormai ad un destino che altri gli hanno assegnato " nell'ignoranza dell'accettazione " se è sempre andata così allora andrà ancora così...........".
E' rimasta in me quella sana anarchia che nulla è perso, che è giusto combattere, per un mondo più umano
 emi piacerebbe vedere quel vento della passione anche nei giovani, nei nuovi iscritti al forum che intimoriti o perchè internet è solo una vetrina de l"cazzeggio" passano la vita ad accendere e spegner e ogni cosa, come l'entrare e uscire, iniziare e finire.
Se la vita è sconfitta ,amen, ma valeva la pena vivere, combattere, appassionarsi, farsi trasportare.
#846
ciao Sariputra,
direi di essere d'accordo, è uno schema rappresentativo che aiuta a capire la dinamica.
Noi siamo in B e dipende dall'attrazione che si ha verso la A o verso la C, il karma.
Storicamente oggi si tende verso la A.
Lo schema dialettico è  molto simile. B è la coscienza che media il concreto materiale del piano A dove il fine è portarlo all'astrazione del piano  C con l'intelletto, attraverso il concetto.L'errore è quando il nostro piano di coscienza non media gli altri due piani (A e C), ma rimane solo su di uno, perchè la verità concettuale non può essere nella cosa in sè e per sè (solo del piano A, o solo del piano C) per cui la ricerca della verità concettuale sta nella dinamica razionale, nel movimento che compie la ragione.
In realtà questo schema è applicabile in ogni ambito ,anche in quello spirituale oltre che filosofico.
Il tre è un numero sacro per antonomasia, fra le molte  definizioni potrebbe essere  l'analisi e sintesi, anche la catarsi...........
#847
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
25 Ottobre 2018, 12:49:25 PM
Citazione di: viator il 24 Ottobre 2018, 15:20:24 PM
"Tutto bene niente male" invece non permette di distinguere tra l'ambito umano (in cui esistono sia il bene che il male) e quello cosmico (in sè estraneo a qualsiasi etica anche se eticamente valutabile da parte nostra). Lasciando spazio alle tue obiezioni.

sono d'accordo su questa affermazione. almeno penso, non essendo stata sviluppata.
Diversamente non si capirebbe dove "piove" il principio morale.
O si teorizza una sorta di 'autopoiesi in cui la materia e l'energia in sè e per sè già intrinseci, potenziali, delle forme che la complessità di un organismo fa "emergere" , oppure si crede (razionalmente) a un principio originario che anch'esso nel suo sviluppo della creazione universale ha intrinsecamente i potenziali capacitativi di poter sviluppare il principio morale.
Quindi se l'uomo non esiste, e non c'è etica, ma c'è il potenziale etico nella creazione universale.

Tutto era già nell'origine, dove torneremo. Il problema è capire il senso e i significati, come la nostra esistenza o meno, il principio morale, ecc. ma deve esserci per forza una teorizzazione"cosmologica" che sappia rappresentare attraverso una interpretazione il più possibile razionale dal principio originario al granello di sabbia e viceversa.Il doppio movimento concreto/astratto,
 induzione /deduzione
#848
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2018, 15:32:51 PM
Citazione di: paul11 il 24 Ottobre 2018, 15:15:39 PM

anche l'egoista  e immorale è affettivo, solidale e gioca...con chi vuole e gli conviene.
E chi si gode meglio la vita di colui che ha il tempo mentre altri lavorano per lui e non hanno il tempo.......

Se è egoista non è affettivo (il paradigma naturalistico dell'affettività è la madre, altruista per definizione nei confronti del cucciolo), se è immorale (in senso colloquiale) difficilmente sarà solidale. L'empatia naturale ha codificato una norma, denominata "regola aurea", da cui è difficile sfuggire restando all'interno di un qualsivoglia discorso etico. L'etica umanistica è cosa seria, anche quando gioca.
Anche Hitler era affettivo con chi voleva...........e la mia non è una battuta, tutti  anche il peggior serial killer prova dei sentimenti.
Ma sono coerenti con una "linea" morale? 
In questo periodo leggo, come mio uso, tre autori fra loro diversi:
Platone e nello specifico il Teeteto; Nietzsche"Genealogia della morale" ; e ieri sera Sant'Agostino perchè volevo capire i lsuo passaggio dal manicheismo alla dottrina cristiana.
Di Socrate nel Teeteto ho scritto, una verità non può mutare con le apparenze per cui  i valori morali sono costanti e non opinabili dall'agone del potere umano e politico
Nietzsche è ambiguo, in alcuni passi è sgradevole in altri è geniale.E ieri sera ero nel capitolo in cui asseriva che l amorale serviva ad addomesticare l'uomo per renderlo prevedibile: è una verità a mio parere. poi seguiva il passo in cui l'uomo libero dalle morali che ne condizionano le intenzioni e le azioni  diventerebbe davvero responsabile in quanto incondizionato nella sua volontà di potenza.
Dice cose sagge, ma non è mai funzionato così l'uomo.
Libera cento uomini da ogni condizione sociale e la maggioranza di loro sceglierà di  sfruttare i più deboli, i più buoni, i più mansueti, coloro che non hanno indole "guerriera", i pacifici. 
Agostino utilizza la volontà e la libertà per la ricerca morale della verità.

Forse Gesù fu "consolatorio", ma a me  sembra ancora oggi colui che ha capito che l'uomo fine alla fine dei tempi non muterà la sua contraddizione, chi sceglierà il "male" per ignoranza umana prima ancora che culturale , seminando sofferenza per la propria felicità e 
potere e chi è "vittima di questo mondo"....anche se infondo lo siamo tutti.
#849
Citazione di: bobmax il 24 Ottobre 2018, 14:53:16 PM
Citazione di: paul11 il 24 Ottobre 2018, 14:34:25 PM
Citazione di: acquario69 il 24 Ottobre 2018, 13:35:13 PM
Citazione di: paul11 il 24 Ottobre 2018, 13:02:45 PM
e come conosco la mia anima? Non  è così facile.....non è facile praticare  il "conosci te stesso", è più facile andare su Marte., soprattutto  in un tempo dove si guarda le quantità esteriori possedute piuttosto che le ricchezze interiori.
Se siamo purtroppo anche in un mondo di dolore e sofferenza è perchè non abbiamo  la verità sul palmo della mano.

Paul rifletti meglio..un po piu a fondo direi..

La Verita non sta ne' nel palmo della mano  :) e ne' nella nostra mente..la mente,mente! (come giustamente dice bob) ma nel nostro "cuore",sede dell'anima e riflesso dello Spirito (Conosci te stesso)

Che poi di questi tempi sarebbe più facile andare su Marte anziché guardarsi dentro, su questo non ci sono dubbi !
....ma anche il cuore tradisce Acquario, anche se  lo ritengo anch'io il più rispondente .
il problema è che noi conosciamo così poco di noi stessi e a volte ragioniamo con  i sentimenti, diventando emotivi, irrazionali e altre volte portiamo la ragione nel cuore.Il problema non è la frase ad effetto, "conosci te stesso...", " ama il prossimo tuo...", perchè le sappiamo da sempre ,ma non le pratichiamo. Perchè  è così difficile?
E altro ancora è la difficoltà a distinguere ragione, sentimenti, coscienza, anima, psiche,mente, ecc.
Noi siamo tutto ciò e questo crea complessità, commistioni che rendono ulteriormente difficile analizzare e sintetizzare.

Non si tratta di analizzare e neppure di sintetizzare.
E' un salto, in cui si decide l'eternità.

Stiamo parlando dell'Essere!
Quale analisi o sintesi potremmo mai sperare di fare?

Possiamo invece solo "essere" oppure "non essere".
Ma non vi è niente e nessuno che possa confortarci nella nostra scelta.
Perché siamo all'origine... siamo l'Origine!

Sì il cuore può tradire.
Ma il tradimento deriva sempre dalla pretesa, magari inconsapevole, di conoscere la Verità.
Mentre la Verità non può essere "conosciuta" perché è l'Assoluto.
la penso come te, perchè non trovo nel dominio della natura una morale, dei valori, se non regole condizionanti fisiche.
E poi il progresso, il progresso delle tecniche, ma non il progresso umano perchè  intanto l'uomo continua a compiere  gli stessi errori e orrori da sempre.
#850
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2018, 14:48:02 PM
Citazione di: paul11 il 24 Ottobre 2018, 12:56:43 PM
non mi convince Ipazia, un tempo forse ero propenso, ma non mi ha mai convinto.
Perchè dalle cure parentali nasce la territorialità e il possesso, perchè il clan animale è  migliore nel difensivo contro gli aggressori ed economico nella caccia, il singolo individuo  vi spende meno energie nella strategia di gruppo.. Rispondono più all'istinto di sopravvivenza
Ritorna semmai l'utilità e l'opportunità, ma non la morale che può essere addirittura contro-natura.
Dalle cure parentali nascono anche l'affettività, la solidarietà, il gioco. Che rispondono all'istinto di godersi la vita, ingrediente base di ogni umanesimo. E dell'etica che esso produce.
anche l'egoista  e immorale è affettivo, solidale e gioca...con chi vuole e gli conviene.
E chi si gode meglio la vita di colui che ha il tempo mentre altri lavorano per lui e non hanno il tempo.......
#851
Citazione di: acquario69 il 24 Ottobre 2018, 13:35:13 PM
Citazione di: paul11 il 24 Ottobre 2018, 13:02:45 PM
e come conosco la mia anima? Non  è così facile.....non è facile praticare  il "conosci te stesso", è più facile andare su Marte., soprattutto  in un tempo dove si guarda le quantità esteriori possedute piuttosto che le ricchezze interiori.
Se siamo purtroppo anche in un mondo di dolore e sofferenza è perchè non abbiamo  la verità sul palmo della mano.

Paul rifletti meglio..un po piu a fondo direi..

La Verita non sta ne' nel palmo della mano  :) e ne' nella nostra mente..la mente,mente! (come giustamente dice bob) ma nel nostro "cuore",sede dell'anima e riflesso dello Spirito (Conosci te stesso)

Che poi di questi tempi sarebbe più facile andare su Marte anziché guardarsi dentro, su questo non ci sono dubbi !
....ma anche il cuore tradisce Acquario, anche se  lo ritengo anch'io il più rispondente .
il problema è che noi conosciamo così poco di noi stessi e a volte ragioniamo con  i sentimenti, diventando emotivi, irrazionali e altre volte portiamo la ragione nel cuore.Il problema non è la frase ad effetto, "conosci te stesso...", " ama il prossimo tuo...", perchè le sappiamo da sempre ,ma non le pratichiamo. Perchè  è così difficile?
E altro ancora è la difficoltà a distinguere ragione, sentimenti, coscienza, anima, psiche,mente, ecc.
Noi siamo tutto ciò e questo crea complessità, commistioni che rendono ulteriormente difficile analizzare e sintetizzare.
#852
Citazione di: bobmax il 24 Ottobre 2018, 09:24:11 AM
@Paul11

Ma il "conosci te stesso" esorta proprio alla ricerca di quel "principio originario da cui veniamo e a cui torniamo"!
Noi siamo quello stesso principio!

Conoscere se stessi non significa conoscere la nostra psiche.
Bensì la nostra anima.

Che non consiste affatto nella nostra mente.
Se prescindiamo dal Bene assoluto, l'anima è nulla.

Viceversa, se per noi il Bene è, allora... l'anima è l'Uno.
e come conosco la mia anima? Non  è così facile.....non è facile praticare  il "conosci te stesso", è più facile andare su Marte., soprattutto  in un tempo dove si guarda le quantità esteriori possedute piuttosto che le ricchezze interiori.
Se siamo purtroppo anche in un mondo di dolore e sofferenza è perchè non abbiamo  la verità sul palmo della mano.
#853
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2018, 09:19:41 AM
Citazione di: paul11 il 23 Ottobre 2018, 22:54:32 PM

quindi tutti gli animali sociali  sarebbero morali?
Quindi la natura è morale?
Gli animali hanno una coscienza?
1) Certamente, a modo loro, come specie e come individui.
2) E' produttiva di comportamenti morali nelle specie di animali sociali. Come noi.
3) A modo loro sì, ma ne sappiamo poco. Gli etologi ne sanno qualcosa di più.

Rammento che etica ed etologia hanno la stessa radice semantica.
Invece gusto/opinione ed etica, no.
non mi convince Ipazia, un tempo forse ero propenso, ma non mi ha mai convinto.
Perchè dalle cure parentali nasce la territorialità e il possesso, perchè il clan animale è  migliore nel difensivo contro gli aggressori ed economico nella caccia, il singolo individuo  vi spende meno energie nella strategia di gruppo.. Rispondono più all'istinto di sopravvivenza
Ritorna semmai l'utilità e l'opportunità, ma non la morale che può essere addirittura contro-natura.
#854
Citazione di: anthonyi il 24 Ottobre 2018, 06:27:51 AM
Citazione di: paul11 il 23 Ottobre 2018, 23:14:27 PM
soggettivare la coscienza ?

paul11 la coscienza è soggettiva, questo non esclude la possibilità di concepire, o postulare, la morale come qualcosa di oggettivo. Se non definissimo la morale oggettiva che senso avrebbe parlare di conoscenza o ignoranza? La morale si definisce sulla base della realtà concreta, degli effetti concreti prodotti da ogni azione umana. L'individuo ignorante non conosce la morale, il sapiente invece la conosce, sa cosa è bene, e cosa è male, ed è solo lui che può realmente scegliere tra i due.
Sì , la coscienza è soggettiva, m deve esserci un parametro anche esterno affinchè la nostra coscienza si "sincronizzi armonicamente"
ad una coscienza universale.Diversamente ogni coscienza, ogni comportamento è pura convenzione priva di carattere ontologico, una pura invenzione umana. per ammaestrarci a convivere come  in una batteria di polli di allevamento per produrre.
Come ho scritto poc'anzi non è detto che l'analfabeta abbia una coscienza inferiore ad un erudito, dipende da cosa portano nutrimento alla loro coscienza.
#855
Citazione di: bobmax il 24 Ottobre 2018, 06:07:56 AM
@Paul11

Sono convinto che il "conosci te stesso" sia un'esortazione fondamentale.
Seguendola, infatti, la stessa "conoscenza" è destinata a svanire nell'Essere.
Ossia "essere" e "conoscere" finiscono per coincidere.

Secondo me, il male ha l'unico scopo di farci tornare ad essere ciò che siamo. È il male che ci sprona a conoscere noi stessi.

Dioniso si guarda allo specchio e vede... il mondo!
Lì vi si perde, dimentico di chi realmente è.
Ma il male lo costringe a ricercare ciò che davvero vale, ossia il Bene.
Fino a farlo ritornare a se stesso.
Il conosci te stesso è importante ,ma non basta.
Diversamente non si capisce perchè esistano serial killer e "santi".
Diversamente non si capisce perchè troppo spesso vince l'ipocrisia di chi alla domenica va a messa per passare il resto della settimana
magari a sfruttare la gente.
Il conoscere è un termine ambiguo, come amare.Non è che l'acculturamento è direttamente proporzionale ad una coscienza morale, vale a dire non è vero che l'analfabeta sia privo di coscienza morale e sia un "santo" chi vince il Nobel .
Il processo di"presa di coscienza è un metodo del "saper scegliere" è una scelta di vita oggi più che mai dove tutti(generalizzo)
corrono dietro alle apparenze, si mostrano, per non essere quello che sono.E' la mortificazione dell'umanità in tesa come peculiarità qualitativa, che soggiace ai piani dei sentimenti, della razionalità, dell'intuizione, della deduzione e direi anche del la dedizione intesa propri o come scelta qualitativa.
Non credo al progresso umano inteso appunto come quelle qualità umane che ti portano a essere convinto e non perchè ce  lo hanno imposto, che amare gli altri ci fa "stare bene" con la propria coscienza.
Ma quel "stare bene con la propria coscienza" a sua volta è ancora ambiguo, perchè può rispondere a semplici regole educative che ci hanno ammaestrati ad essere mansueti per fregarci meglio, oppure è davvero un "sentito" che non può che essere una ricerca
nel dentro di sè, nella propria natura e consapevolezza che possiamo fare bene o male e osservando il mondo.
Quindi, in sintesi , se si sceglie la strada della conoscenza bisogna sapere trovare le essenze nel mondo, così come le essenze delle piante medicinali metaforicamente,ma sapendo che vi sono anche piante velenose.
Così come sappiamo ciò che nutre il corpo, dovremmo sapere ciò che nutre i significati dell'esistenza, della vita.
Ma ciò implica filosoficamente che il sistema universo abbia questa regola implicita, che noi veniamo da un principio originario e ci torniamo.