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Messaggi - Jacopus

#841
Ma davvero si pensa che la misura dell'uomo sia la natura? Certo lo è finché si tratta di protesi dentali, sessualità, eterotrofismo, ritmi circadiani. Ma su questa piattaforma biologica, homo sapiens, proprio grazie ad una struttura biologica, il suo cervello, può lanciarsi in qualsiasi avventura sociale. Nella civiltà umana, la natura è un substrato effettivo sempre più fievole. Siamo noi, le nostre costruzioni sociali, ciò in cui crediamo, la nostra visione del mondo a costruire ciò che è giusto perseguire e ciò che non lo è. 
#842
Anthonyi: come spazzare via un quattro millenni di storia religiosa e filosofica oltre a entrare in contrasto con molti risultati biologici e neurologici. Inoltre sei in ritardo di 150 anni circa.


https://it.m.wikipedia.org/wiki/Darwinismo_sociale
#843
Tematiche Spirituali / Re: Ho scoperto lo Spirito nel DNA
18 Settembre 2023, 17:26:01 PM
Francamente non capisco il tuo ragionamento. In che senso immateriale? Il Dna è un sistema di immagazzinamento di informazioni. Ogni cellula ha il suo bravo libretto-DNA, che nell'essere umano è come se fosse composto da circa 600 libri, ognuno lungo come la Bibbia. Lo scimpanzè a sua volta ha un libretto-DNA poco più piccolo del nostro, diciamo 588 Bibbie.
Quindi anche le scimmie hanno qualcosa di immateriale e comunque anche altri grandi primati non si discostano molto da queste cifre. Visto che siamo nella sezione spiritualità, ad essere coerenti con questo discorso dovremmo concedere una grande dose di spiritualità anche agli scimpanzè.
#844
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
14 Settembre 2023, 14:37:29 PM
Cara Ipazia. Nel suo piccolo, già in questa discussione si sta attivando la polarizzazione amico/nemico, che in qualche modo non è neppure da considerare in modo totalmente negativo. Un po' di sospettosità può allungare la vita.  Il polemos e l'aggressività fanno anch'essi parte della vita, ma non puoi imputare me di moralismo, visto che il marxismo è un mastodontico omaggio al moralismo e al progresso di relazioni umane più eque. Il riferimento di Pio alle guerre napoleoniche è congruo, poiché in quel caso si trattava di scontri fra eserciti, anche se già la modernità si intrufolava attraverso la rivoluzione francese, ideologizzando lo scontro. Ma quello che è radicalmente cambiato è considerare il nemico come "altro", come "infimo", come " degno di essere ucciso", poiché il male viene attribuito a lui e il bene a me. In epoca classica era solo un gioco di potere e i nemici si rispettavano e si onoravano. Il gioco della scissione avviene quando ci si rende conto che non sono gli altri il male ma la violenza in sè, e allora bisogna giustificare la violenza, l'oppressione con altri strumenti. Il discorso paranoico è sostanzialmente una giustificazione, una legittimazione alla violenza tipica della modernità, probabilmente connessa con la tecnica e lo sviluppo abnorme delle società umane. E questo discorso nasce sempre dal "io sono buono/ tu sei cattivo". Imparare a ragionare in termini di mediazione invece è l'obiettivo auspicabile, ma la vedo dura, poiché in situazioni di crisi, il pensiero paranoico diventa potentissimo e devia ogni discorso, configurandosi come un vortice che si autoalimenta.
#845
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
14 Settembre 2023, 11:01:55 AM
https://qph.cf2.quoracdn.net/main-qimg-799d70e7b478f2cff93e93e1f623b6e0-lq


Questa immagine è famosa. E' quella di una fidanzata che guarda il teschio di un giapponese inviatole dal suo fidanzato che combatte nel pacifico. Non è lo sguardo di chi come Amleto si interroga sulla morte, ma lo sguardo di chi, soddisfatta, guarda la fine del suo nemico, completamente deumanizzato. La scissione paranoidea non avviene solo in guerra, ma anche in tempo di pace e purtroppo non preserva le democrazie, come abbiamo visto con i deliri sui vaccini, anch'essi facenti parte di una metafisica della guerra, seppur combattuta con altri mezzi.
Naturalmente, come abbiamo avuto modo di vedere studiando la storia, i regimi dittatoriali amplificano in modo esponenziale questo tipo di pensiero paranoideo, così come i regimi teocratici, poichè entrambi, come accennavo prima, cancellano il primato del dubbio socratico e abbracciano la loro verità, che però non tollera altre verità concorrenziali. La democrazia fa spesso dei pasticci, è più conflittuale al suo interno, ma riesce meglio a gestire questi possibili singulti paranoidei.
#846
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
13 Settembre 2023, 23:40:53 PM
Esatto Ipazia, sei OT perché non riconosci l'ambivalenza e quindi sei pienamente centrata nel mondo paranoideo/puritano, specularmente simile ad altri che pur parteggiando per l'altro campo, condividono con te il pensiero scisso amico/nemico. In ogni caso sei in buona compagnia. Accettare di essere (anche) malvagi non è semplice (e non iniziare con la solita solfa critica della morale cattolica del "siamo tutti colpevoli e quindi nessuno lo è", perché qui siamo al gradino successivo del siamo tutti colpevoli e tutti dobbiamo sentirci responsabili dell'altro, che non è più (solo) inferno.)
#847
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
13 Settembre 2023, 22:11:27 PM
Continui ad essere Ot, Ipazia. Qui volevo riflettere sulla potenza del pensiero "purificatore" come volano essenziale della guerra, come esso, dietro le motivazioni di purificazione, adotti la violenza per superare la violenza. Il discorso sull'occidente l'ho solo posto come giustificazione un po' vanitosa del trovarmi in una tradizione di pensiero che ponendo come fondamento "il dubbio socratico", non può accettare fino in fondo il pensiero paranoico e scisso della purificazione e della polarizzazione. Pensiero che invece è potentissimo perché riversa sull'altro la propria inevitabile malvagità. Bisognerebbe tornare allo starec Zosima, ma illuminato dal bisogno di sapere di Edipo. Da questo centauro Edipo/Zosima è possibile leggere sia una scheggia essenziale dell'Occidente e, contemporaneamente, la critica al pensiero paranoico/puritano che è, ovviamente anch'esso parte della tradizione occidentale. Ma questo non fa altro che replicare nel mondo delle idee, la inestricabilitá di bene e male, mentre la guerra illude, con la contrapposizione amico/nemico, di aver trovato la soluzione che è contemporaneamente purificazione e sentirsi definitivamente dalla parte della ragione. Il dubbio invece blocca questa hybris di potenza e di violenza. Si tratta di scandagliare un possibile sentiero dell'occidente, nella consapevolezza che l'Occidente è un insieme molto vasto di strade possibili.
#848
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
13 Settembre 2023, 15:27:02 PM
Quindi Ipazia per te l'Occidente si riduce a Von Clausevitz? Certo che l'Occidente si è macchiato di molti crimini orrendi, ma è l'unico sistema culturale che ci permette, ad esempio, di disquisire liberamente di Occidente su un forum ed anche con la pancia piena. Condizione ben poco diffusa su questo pianeta. Ma in realtà il tema della discussione era altro
#849
Tematiche Filosofiche / Metafisica della guerra
13 Settembre 2023, 09:06:44 AM
Inizialmente volevo rispondere nella discussione sull'Ucraina ma mi sono reso conto che il discorso era più generale ovvero relativo al piano paranoico che ogni guerra sviluppa, scindendo con il rasoio affilato della baionetta ciò che è amico e ciò che è nemico.

A proposito di questa guerra posso ripetere quanto già scritto. Che Putin sia un tiranno è evidente, ma l'aver scatenato una guerra dipende anche dalle continue provocazioni dell'altro campo.
È accaduta la stessa cosa che accadde con Pearl Harbour. Una parte finisce per essere creduta vittima, mentre in realtà  erano due imperialismi che si fronteggiavano, uno dei quali più tollerante e (leggermente) meno razzista ma molto più manipolatore. Noi europei dovremmo capire qual'è il nostro interesse in termini di realpolitik e temo che non coincida con il proseguimento di questa guerra.
In secondo luogo scindere fra imperi del bene e imperi del male, può essere consolante, perché riversa sull'altro il "male" che risiede inevitabilmente anche dentro di noi. È l'atteggiamento del "puritano"(purezza del sangue, purezza della razza, purezza del genere sessuale, purezza della cultura, purezza della lingua, purezza dell'attore - cfr Favino -) il meccanismo che innesca la paranoia violenta della guerra. O meglio, questo atteggiamento diventa un moltiplicatore delle necessità di guerra, che possono essere fondate anche su altri motivi molto più prosaici, ma che traggono dal pensiero paranoico la giusta linfa, la motivazione, la giustificazione per infliggere il male. Il paradosso del puritano è usare quel male che voleva apparentemente "estirpare", infliggendo il "male".
Detto questo a scanso di equivoci, amo molti aspetti della cultura americana ma anche di quella russa, ma ancor di più amo la cultura dell'Occidente, così come si è sviluppata nell'Europa ad ovest dell'Elba e soprattutto nella cultura greca classica.
Bisognerebbe rileggere l'Iliade per aver chiara la differenza del rapporto amico/nemico nell'epoca classica ed oggi.
#850
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
12 Settembre 2023, 22:40:31 PM
Ci sono due posizioni possibili rispetto a questa guerra (ma anche per tutte le guerre). Continuare finché ci sarà un solo vincitore oppure mediare e interrompere il piano inclinato della violenza. Personalmente non ho alcuna simpatia verso Putin ma non lasciargli alcuna via di uscita significa ipotecare la dissoluzione della Russia intera, con conseguenze non prevedibili. La parte est dell'Ucraina è russofona come la Crimea, la quale non ha mai scalpitato per essere Ucraina. Se proprio non vogliamo una divisione, bisognerebbe adoperarsi per un cessate il fuoco sull'attuale linea del fronte e poi discutere. L'alternativa è la dissoluzione dell'Ucraina stessa, che non è così remota come possibilità. Il tempo e lo spazio, come negli scacchi, hanno sempre favorito la Russia. Come già insegnava Clausewitz, le guerre sul campo non vanno mai come sono state progettate a tavolino dai generali.
#851
Che dire Niko. Hai scritto un bellissimo post. Non ho niente da aggiungere, al punto che avrei voluto scriverlo io. Complimenti.
#852
Più che la perenne attualità del comunismo, credo che vi sia nell'uomo la perenne attualità nella ricerca della giustizia e questa giustizia può essere trovata solo affermandosi come emancipazione, rispetto, reciprocità ma anche libertà e possibilità. Calvino in "i sentieri dei nidi di ragno" ha scritto una pagina memorabile per distinguere i fascisti dai partigiani e in quell'entità chiamata partigiani non vi erano solo comunisti ma tutti coloro che si riconoscevano nelle seguenti parole:

"C'è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m'intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti; degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l'operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. Io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo."
#853
Penso spesso a come conciliare libertà e giustizia o come diceva Bobbio, libertà ed uguaglianza. Ma mi sono aliene tutte le visioni ideologiche perfette e risolutive, come il comunismo o il liberalismo. Il comunismo assomiglia ad una religione ed è anche per questo che diffido da esso. La conoscenza di molti comunisti di facciata ha rafforzato la diffidenza. Vi sono però persone in buona fede in entrambi i campi, perfino in quello fascista e pertanto alla fine evito di giudicare le singole persone.
Ma andiamo sul teorico. Intanto comunismo, liberalismo e persino il fascismo hanno una visione di fondo comune: lo sfruttamento del mondo materiale per il benessere dell'uomo. Questo sfruttamento che oggettivizza il mondo materiale finisce per oggettivizzare anche l'uomo, sia che si tratti di un deportato in un gulag, sia che si tratti di un campesino, sia che si tratti di un lavoratore coatto in Germania nel 1944.
Il problema principale che l'uomo oggi dovrebbe affrontare è questo. Affrontarlo seriamente però significa stravolgere così in profondità i rapporti di forza sociali che nessuno farà niente. Anche perché banalmente significa non usare più il carbone, non usare più i bambini che cuciono i palloni da calcio, non usare più gli operai senza alcuna sicurezza, fare manutenzione alle autostrade, accogliere i migranti destinando loro ingentissime risorse.
In realtà, globalmente, si potrebbe anche fare, mantenendo addirittura il sistema liberale attuale, ma servirebbe un cambio della mente dell'uomo, che non vedo. Anzi, la direzione pedagogica che la società imprime è esattamente nel verso opposto, in una amplificazione dell' oggettivizzazione dell'uomo e del mondo. Un esempio pratico di riforma ad esempio sarebbe quello di tassare pesantemente, molto pesantemente, le eredità, che sono il principale mezzo di perpetuazione dello sfruttamento, senza che esso sia in qualche modo giustificato dal merito individuale. Ma senza una interiorizzazione della giustizia di una misura del genere, una linea politica del genere, ammesso che sia fattibile, non porterà da nessuna parte a causa delle contromisure elusive adottabili (Simili a quelle che abbassano il gettito fiscale).
#854
Davvero Ipazia, credi di non aver sfruttato nessuno? Credo che ti sbagli, poiché per il solo fatto di aver lavorato in Italia, invece che in Thailandia, hai sfruttato la tua posizione di rendita geografica. Il tuo stesso lavoro in Thailandia o in Zambia avrebbe avuto un ben diverso valore.
Sul fatto che i comunisti non sono la San Vincenzo me ne sono accorto da parecchio tempo e sui diritti credo che l'approccio caritatevole non sia in opposizione ad essi, ma piuttosto un ulteriore movimento verso la comunione fra umani. Aspettare che si compia la giustizia del "sol dell'avvenire" è spesso un alibi o un proclama dietro le scrivanie di professionisti politici (non è il tuo caso ma ce ne sono).
#855
Io penso Anthonyi e non me ne volere, che il pensiero liberale ed i liberali di oggi dovrebbero farsi un esamino di coscienza, altrimenti le conseguenze saranno terribili per tutti e già ne vediamo le prime conseguenze. Con questo però non condivido neppure chi parla di principio universale e metafisico del comunismo. Molto marxisticamente a costoro vorrei chiedere: "ma oltre a scrivere su questo forum cosa fate di marxista/comunista? Avete donato parte dei vostri averi ai poveri? Fate volontariato alla Caritas? Scendete a manifestare per i disoccupati?
In ogni caso vedo poche speranze di miglioramento e grandi catastrofi all'orizzonte, se non cambierà qualcosa ed in fretta.