Citazione di: Jacopus il 19 Gennaio 2019, 17:50:36 PM
L'individualismo è spesso considerato uno dei mali della modernità. L'individuo, come una monade leibniziana o come un capitalista smithsiano pronto alla guerra di tutti contro tutti.
Ma come in tutte le cose umane, possiamo capovolgere la visuale. Se la collettività è più importante del singolo individuo, possiamo tranquillamente sacrificare un singolo individuo per difendere una idea collettiva. E se l'idea collettiva è particolarmente preziosa è possibile ed anche giusto, fino a doveroso, sacrificare anche milioni di persone. Per questo faccio l'elogio all'individualismo, che ci dice che contro ogni idea totale e collettiva esiste la dignità del singolo, dell'individuo. Nessun uomo grasso può essere sacrificato per delle idee, neppure di morte lenta.
Adam Smith è famoso in campo economico per il liberismo, che implica concorrenza, competizione, non necessariamente guerra, ma si dimentica la divisione del lavoro, che è altrettanto fondamentale. Divisione del lavoro che implica organizzazione e cooperazione tra individui. Aspetti di cui Smith si occupa per accrescere la produzione, la ricchezza, il benessere delle nazioni. Effettivamente era ottimista sul fatto che gli interessi individuali e nazionali siano conciliabili. Ma questa è una sfida per tutte le ideologie, politiche, economiche, etiche che siano.
Ritengo erronee sia le ideologie o teorie individualiste che quelle collettiviste. Infatti non esistono: non c'è il liberismo come non c'è il comunismo, non c'è l'individuo senza la collettività e viceversa. L'ideologia che ritengo più vicina alla realtà, alla dialettica tra individuale e collettivo, è quella di ispirazione darwiniana.
Comprendo l'esigenza di difendere, ampliare gli spazi di libertà, di autonomia individuale in un mondo così interdipendente e quindi opprimente, ma per farlo c'è bisogno di individui che agiscano collettivamente.