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Messaggi - Duc in altum!

#841
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
09 Febbraio 2017, 10:04:38 AM
**  scritto da acquario69:
CitazioneA me sembra pero che tutto questo arrivi a comportare la relativizzazione di tutto e su tutto,fino a raggiungere inevitabilmente ad evidenti ed infinite contraddizioni o a veri e propri rovesciamenti del tutto infondati e null'affatto reali,oltre al fatto che comporta il dissolvimento dello stesso tessuto sociale...che poi e' semplicemente quello che mi risulta se provo a guardarmi intorno e in particolare nel punto in cui siamo arrivati, dove poi ognuno,(nelle premesse proprie all'individualismo a cui fa riferimento) rivendica le sue più o meno esclusive ragioni personali e nemmeno cosi pacificamente come sarebbe dovuto essere secondo intenzioni
Concordo con la tua analisi: la relativizzazione di tutto e su tutto è il divenire del dissolvimento dello stesso tessuto sociale...
#842
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
09 Febbraio 2017, 09:59:00 AM
**  scritto da Jacopus:
CitazioneQuesto perchè la nostra evoluzione ci ha reso così e ci ha reso cosìperchè ci conveniva cooperare ed amarci piuttosto che entrare in competizione.
Benissimo, ma sei rientrato sulla fede, giacché ce ne vuole tanta per credere a quel: perché ci conveniva. Visto che oggi sembra, nella società moderna, che alla maggioranza non conviene più, quindi l'evoluzione dell'amore sta scomparendo.

Citazionequi sono del parere che si tratta di un gioco impossibile, perché è proprio il concetto di dignità a bilanciare il potere che si sposta in modo asimmetrico fra i membri della società.
Benissimo, ma anche con la dignità siamo di nuovo senza prove empiriche di cosa sia e se esista davvero come l'amore. Quindi la tua fede ti conduce a credere che la dignità bilanci il potere, la mia che niente può attribuire e conferire dignità a un uomo o a una donna se non lo sguardo di Dio (infatti: Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna - Gen1) .
Per me, che nella mia soggettiva esperienza terrestre lo sperimento ogni secondo, è più che chiaro, ecco perché ho provato a cercare un'alternativa oggettiva che potesse darmi (a me, solo a me, e se qualcuno se n'è beneficiato nella discussione, tanto meglio) un'argomentazione valida sull'eventualità che l'uomo possa arrogarsi il diritto di auto-meritarsi dignità, dal momento che siamo tutti un po' il Padrino, visto che si uccide anche con la bocca e si ruba anche con gli occhi (cit. P. Francesco), e dunque nessuno ce la può conferire. Ma così non è stato, poiché, come anche tu mi confermi, necessariamente siamo tornati a parlare di morale, di dignità e di empatia; e per questi aspetti ontologici solo la fede c'infonde cognizione e serenità.

Tutto qua, ti ringrazio per la tua attenzione e collaborazione, ho appreso anche tanto dai tuoi esempi filogenetici e ontogenetici.

Pace & Bene
#843
Attualità / Re:Chi o cosa potrà salvarci?
08 Febbraio 2017, 22:07:12 PM
**  scritto da Jean:
CitazioneChi o cosa potrà salvarci?
Beh,  non so in generale, ma a qualcuno, nella sempre più diffusa epidemia corrompente della società di individui, forse il suicidio.

N. B. = penso, che le recriminazioni di Michele coinvolgono tutto e tutti (me per primo).


Uno spaccato del XXI secolo: Lettera di Michele, morto suicida 30enne

"Ho vissuto (male) per trent'anni, qualcuno dirà che è troppo poco. Quel qualcuno non è in grado di stabilire quali sono i limiti di sopportazione, perché sono soggettivi, non oggettivi. Ho cercato di essere una brava persona, ho commesso molti errori, ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse, di fare del malessere un'arte.
Ma le domande non finiscono mai, e io di sentirne sono stufo. E sono stufo anche di pormene. Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per l'altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.
Tutte balle. Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo è mai stata e mai lo sarà, perché questa è la realtà sbagliata, è una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità. Non la posso riconoscere come mia. Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile.
A quest'ultimo proposito, le cose per voi si metteranno talmente male che tra un po' non potrete pretendere nemmeno cibo, elettricità o acqua corrente, ma ovviamente non è più un mio problema. Il futuro sarà un disastro a cui non voglio assistere, e nemmeno partecipare. Buona fortuna a chi se la sente di affrontarlo. Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive.
Non ci sono le condizioni per impormi, e io non ho i poteri o i mezzi per crearle. Non sono rappresentato da niente di ciò che vedo e non gli attribuisco nessun senso: io non c'entro nulla con tutto questo. Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione. Di no come risposta non si vive, di no si muore, e non c'è mai stato posto qui per ciò che volevo, quindi in realtà, non sono mai esistito. Io non ho tradito, io mi sento tradito, da un'epoca che si permette di accantonarmi, invece di accogliermi come sarebbe suo dovere fare.
Lo stato generale delle cose per me è inaccettabile, non intendo più farmene carico e penso che sia giusto che ogni tanto qualcuno ricordi a tutti che siamo liberi, che esiste l'alternativa al soffrire: smettere. Se vivere non può essere un piacere, allora non può nemmeno diventare un obbligo, e io l'ho dimostrato. Mi rendo conto di fare del male e di darvi un enorme dolore, ma la mia rabbia ormai è tale che se non faccio questo, finirà ancora peggio, e di altro odio non c'è davvero bisogno. Sono entrato in questo mondo da persona libera, e da persona libera ne sono uscito, perché non mi piaceva nemmeno un po'. Basta con le ipocrisie.
Non mi faccio ricattare dal fatto che è l'unico possibile, io modello unico non funziona. Siete voi che fate i conti con me, non io con voi. Io sono un anticonformista, da sempre, e ho il diritto di dire ciò che penso, di fare la mia scelta, a qualsiasi costo. Non esiste niente che non si possa separare, la morte è solo lo strumento. Il libero arbitrio obbedisce all'individuo, non ai comodi degli altri. Io lo so che questa cosa vi sembra una follia, ma non lo è. È solo delusione. Mi è passata la voglia: non qui e non ora. Non posso imporre la mia essenza, ma la mia assenza sì, e il nulla assoluto è sempre meglio di un tutto dove non puoi essere felice facendo il tuo destino.
Perdonatemi, mamma e papà, se potete, ma ora sono di nuovo a casa. Sto bene. Dentro di me non c'era caos. Dentro di me c'era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità. Chiedo scusa a tutti i miei amici. Non odiatemi. Grazie per i bei momenti insieme, siete tutti migliori di me. Questo non è un insulto alle mie origini, ma un'accusa di alto tradimento.

P.S. Complimenti al ministro Poletti. Lui sì che ci valorizza a noi stronzi.
Ho resistito finché ho potuto."
#844
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
08 Febbraio 2017, 20:28:49 PM
**  scritto da baylham:
CitazioneIn primo luogo la morale, la scelta del bene rispetto al male, non dipende dall'esistenza o meno di Dio. L'accettazione della norma di Dio è sempre una scelta morale e quindi la morale ha la priorità sulla norma di Dio. Ciò vale a maggior ragione per chi asserisce l'esistenza del libero arbitrio.
Infatti, la scelta del bene rispetto al male, dipende da ciò che personalmente riteniamo essere il nostro "dio". E da lì che nasce la differenza di quel che per te è bene, che forse per me invece è male. E da ciò che ho posto questa provocazione: chi decide che il Padrino sta commettendo del male maggiore di chi sopravvive nel timore servile alle norme costituite da esseri umani (i dei sulla terra) che puntualmente né le temono, né le servono, né le compiono?

Quindi se collochiamo il libero arbitrio come mezzo per decidere quale morale trascendente preferire, cosa che da tempo io sostengo vivamente essere un obbligo ontologico, insieme al respirare e al mangiare, ossia, nessuno può esentarsi dalla fede, il tuo punto di vista può essere anche in linea, ma qui, io sto chiedendo, di identificarmi ciò che è bene e ciò che è male con i soli mezzi terrestri, con la sola esperienza materiale e pragmaticamente consequenziale.

CitazioneIn secondo luogo, una prospettiva egoistica, individuale della morale non porta alla formazione di una società amorale, "criminale": all'interesse, bisogno individuale si contrappone l'interesse, bisogno individuale degli altri. Inoltre ci sono interessi e bisogni collettivi, di tutta o di gran parte della collettività.
Mi dispiace, ma non sono d'accordo, l'egoismo e qualsiasi divenire individuale terrestre sono il fondamento del modello Il Padrino. Ma siccome abbiamo detto che questa volta il bene e il male lo decide la sola realtà terrestre, si denota dalla tua riflessione, senza Dio, che è inevitabile una società diretta sempre maggiormente da modelli simili, che favoriranno alcuni, che leniranno tanti.

CitazioneQuindi ogni interesse individuale è inserito a forza in una rete di interessi individuali e collettivi contrapposti e bilancianti.
La competizione non porta certamente alle scelte migliori rispetto alla cooperazione, ma gli esiti non sono necessariamente negativi. Normalmente anche l'uomo più egoista rispetta le code e la segnaletica stradale, per esempio.

Mi dispiace, la realtà senza Dio è un'altra:

http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/sono-stufo-di-sopravvivere-la-tragedia-di-michele-ci-impone-un-interrogativo-e-se-combattessimo-57194/

Tratto dal link:
continua Michele, che denuncia: "Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive".
#845
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
08 Febbraio 2017, 19:46:09 PM
**  scritto da bluemax:
CitazioneSi, scusami... è che non ho capito la domanda che hai fatto ossia:

Quindi sostieni che Hitler (come il Padrino) sia un fenomeno reale?

Dunque l'effetto vincente di quei modelli dovrebbe essere insegnato?


ho risposto solo al fatto che sia un Fenomeno ma il resto non l'ho capita scusami  

Sei tu che sostieni che Hitler è un fenomeno reale, un effetto inevitabile. Io lo sto prendendo come esempio.

Perché non dovrebbe essere insegnato come "effetto" vincente?

;)
#846
**  scritto da acquario69:
CitazioneE dunque che sarebbe la tua una incitazione a delinquere?
Vuoi forse contribuire anche tu a fare proseliti in tal senso?..(tanto per rientrare in tema )

e non sarebbe proprio questa maniera di ragionare che poi finisce per alimentare la stessa miseria di quel povero disgraziato che hai portato come esempio?...
No, questa non è la mia maniera di ragionare,  :o  ??? :o   il cattolico autentico non medita senza il suo Dio.  :-[
Io sto facendo solo un esperimento di  provocazione, dove, purtroppo, discutendo e riflettendo senza trascendente, senza metafisica, senza Dio, il risultato è, sembra essere inevitabilmente, questa maniera di ragionare che poi finisce per alimentare la stessa miseria di quel povero disgraziato.  :'(

Citazioneinfatti secondo me ce pure da aggiungere che questa stessa mentalità fa si che poi diventi un circolo vizioso dove il disgraziato di sopra ha pure contribuito,con il suo diretto o indiretto favoreggiamento alle sue stesse condizioni..un esempio può essere quello di dare il classico voto ad un politico locale che pero tutti sanno sia colluso con la camorra,in cambio di miseri favori personali.
e questo può benissimo portare a considerazioni molto più estese ma sostanzialmente analoghe
Sono d'accordissimo con te @acquario, per me l'esperimento è finito: senza Dio tutto è permesso, al diavolo norme etiche, buon senso ed educazione civica, e i modelli di vita fac-simile del Padrino sono quelli più gettonati, giacché insegnati con l'esempio, dunque anche senza volerlo e in silenzio.  :-\
#847
**  scritto da bluemax:
CitazioneSei sicuro che abbiano condotto una esistenza priva di sofferenze ? Oppure hanno trascorso una intera vita circondati da sofferenza ?
Personalmente penso la seconda.

Giusto, concordo, ma possiamo solo immedesimarci nella sofferenza del Padrino per scommessa, per fede, credendo che sia così. Per la mia fede cattolica, per meglio intenderci, se Dio non usasse la sua misericordia, Michele Corleone soffrirà per l'eternità. Ma siccome ho posto come condizione, a me per primo, di fantasticare senza metafisica, dobbiamo scontrarci con la realtà che nessun essere umano è esente dal soffrire, e dall'essere circondato per una intera vita dalla sofferenza, quindi perché non dovrebbe essere quella del Padrino un'esistenza con un pizzico inferiore di sofferenza rispetto a quella di un impiegato che dopo 40 anni di lavoro, senza tante diversioni, con 5 figli, due mutui e un divorzio, perisce la 1^ settimana di pensione?
#848
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
08 Febbraio 2017, 11:31:49 AM
**  scritto da Jacopus:
CitazionePer intenderci un famoso matematico puo' essere anche un avaro o un ipocrita o uno sfruttatore ma io non posso insegnare da una lavagna come essere moralmente migliori.
Stai usando l'accezione "moralmente", mentre la richiesta è di non usare la trascendenza, la metafisica, altrimenti è impossibile e inevitabile non ridurre ogni modello etico umano al binomio: Dio esiste e mi comporto moralmente così, o Dio non esiste e mi comporto moralmente cosà.
E' questo che sto cercando di provocare: ricevere un'argomentazione "passabile" oggettivamente (attenendoci alla realtà solo terrestre, no spiritual) che chi decide di esistere come il Padrino non risulta più vincente di chi decide di esistere come Fantozzi (su due piedi non trovo altro esempio).

CitazioneLa tua sfida vorrebbe che, con argomenti teorici e "terreni" si possa affermare la superiorita' della regola aurea rispetto alla regola plauto-hobbesiana dell'homo homini lupus.
Esatto (e ti ringrazio poiché non conoscevo né sta regola d'oro o etica della reciprocità, e né  "l'uomo è lupo per l'altro uomo", ma in definitiva è così).

CitazioneCredo che cio' non sia possibile per gli stessi motivi per cui Bluemax dice che i modelli di riferimento sono storici.

Come volevasi dimostrare, grazie assai!

CitazioneResta il fatto che bisogna comunque cercare di contrastare quel modello distruttivo della socialita'. Ti fara' piacere forse anche sapere che in passato uno dei fondatori della sociologia Durkheim, affronto' il problema e lo risolse affidando proprio alla religione questo compito di contrasto all'egoismo da lui chiamato anomia.

Si ritorna alla fede che io, in maniera cozzante, ho chiesto di tener fuori dalla discussione. Dunque, reconditamente, ma concretamente, l'uomo è ciò che opera nel credo in cui riposa la sua fiducia:
Operari sequitur esse, ergo unde esse inde operari!
"L'agire è effetto dell'essere, ogni comportamento è dunque conseguenza di ciò che si è"!
- Arthur Schopenhauer

Da Wikipedia:
Agere sequitur esse (in latino: "l'agire segue l'essere") è il principio che fonda l'etica tomista. Per Tommaso d'Aquino dall'essere discende necessariamente il dover-essere; il fatto che ciò che esiste abbia una data natura ontologica condizionerà inevitabilmente l'agire morale dello stesso ente. Pertanto in un primo accostamento al significato Tommaso sembrerebbe dire che l'uomo, poiché è una creatura di Dio, non si limiterà a possedere la caratteristica ontologica di semplice creatura, ma sarà anche tenuto a un comportamento morale (un dover-essere) consono in quanto creazione divina e quindi dovrà aspirare alla perfezione ultraterrena [1].
In realtà il motto fatto proprio dalla Scolastica non va inteso superficialmente nel senso che l'azione segue "temporalmente" all'essere o anche nel senso che data la natura dell'essere l'azione dovrà corrispondere a quella natura ma tenuto presente che per Tommaso l'essere vuol dire atto di essere (esse ab actu essendi) ossia azione, attualità, di modo che ogni cosa esiste per mettere in atto azioni, allora l'essere coincide con l'azione nel suo compimento finale [2].


CitazioneIo credo che una soluzione risieda nell'esempio. Se una nuova generazione osserva un comportamento prosociale difficilmente si comportera' in modo egoistico. Su questo argomento c'e' una letteratura di antropologia piuttosto ampia.
Un'altro elemento e' la vicinanza e la conoscenza degli altri, abitudine che si sta perdendo.

Mi ricollego con la mia fede per dirti che a Natale (intuizione o indignazione?) ho posto in oratorio un bel quadretto con scritto a caratteri cubitali: "Si può insegnare senza volerlo, anche in silenzio. Si chiama esempio". (dal web)
Nessuna scuola è più effettiva: Gesù compiva il precetto.

CitazioneIn sintesi, una societa' non fondata sullo sfruttamento presuppone un percorso lungo e accidentato probabilmente difficile da raggiungere in termini "laici", ma poiche' sono convinto che le religioni istituzionali e lo stesso concetto di un unico Dio sia un principio che non aiuta non ho altra scelta.
Quale?

CitazioneSpero che questa risposta sia quella che ti aspettavi ma ne ho ancora altre in serbo.
La fede nasce dall'ascolto.

Buona giornata  :)
#849
**  scritto da acquario69:
CitazioneSi ma in sostanza cosa stai cercando di dire? 
forse che il mondo "funziona" al contrario e che proprio per questo più o meno tutti (più o meno da sempre) si fiondano a capofitto nella stessa direzione?

Si esatto e' cosi!...
Non solo dico questo, ma sono curioso di sapere perché, pattuito fantascientificamente che non esiste né Dio né il trascendente, sosteniamo che il mondo è al contrario. Al contrario de che? Chi decide qual è la funzione propizia del mondo? A chi dovrebbero dar conto adesso i defunti che, sull'esempio di Michele Corleone, ingannando e frodando, hanno goduto di un'esistenza senza sofferenza e piena di soddisfazioni?
#850
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
08 Febbraio 2017, 00:29:28 AM
@Jacopus

Sì, certamente, quello che affermi è condivisibile, però ancora non ci siamo. Penso che la colpa è mia perché la provocazione, la sfida, è forte, e forse non mi sto ben spiegando.
Il Padrino era solo un esempio, è un'istigazione, non c'entra nulla Napoli e la difficoltà di vivere, io sto cercando (con tanta curiosità) di ragionare sul fatto del perché non si dovrebbe insegnare (addirittura a scuola, per capirci), che riuscire a vivere e morire come Andreotti, Chavez, Casamonica, Priebke, Hack, Thatcher ecc. ecc. (modelli iniqui secondo la dualità bene/male trascendente, quindi non rispondere con metafisica o religione), quindi impegnarsi a diventare come loro, è più idoneo e soddisfacente che vivere e morire come un minatore in Cile o un disoccupato senza raccomandazione o una casalinga senza pensione, e perciò dateci sotto, siate ben individualisti, e fregate e fate soffrire bene il prossimo.

Qual è, secondo te, il fondamento o le congetture, prettamente terrestre, che possono confutare questa possibile scuola fantascientifica?

Pace & Bene Jacopus
#851
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
07 Febbraio 2017, 16:09:37 PM
**  scritto da bluemax:
CitazioneSe OGGI nascesse un Hitler al massimo potrebbe portare il cane a far pipi' al parco per mancanza di condizioni. Condizioni che comunque, grazie a tutti noi, possono ripresentarsi.


I Modelli vincenti o perdenti, come ogni cosa, variano nel tempo  
Sì, questo è ciò in cui tu credi, ma non hai risposto alla riflessione, scendi tra di noi.

;D  8)  ;D
#852
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
07 Febbraio 2017, 12:09:12 PM
**  scritto da bluemax:
CitazioneFondamentalmente penso che l'errore di fondo sia proprio qui. Definire un fenomeno REALE come giusto o sbagliato senza notare la semplicissima cosa che è un semplice effetto per lo piu' mutevole nel tempo e cio' che giusto diviene sbagliato o viceversa nel tempo.
Penso che non vi sia nulla di giusto o sbagliato (in quanto mero giudizio personale, dettato dallo stato mentale del giudizio del fenomeno) ma vi sia semplicemente l'effetto.

Per fare un esempio estremo non ho mai pensato che Hitler sia l'incarnazione del male, ma un mero effetto che nasce nella notte dei tempi che ha semplicemente mostrato gli effetti di cause poste nel tempo da TUTTI NOI (odierni. Va capita).
Quindi sostieni che Hitler (come il Padrino) sia un fenomeno reale? Dunque l'effetto vincente di quei modelli dovrebbe essere insegnato? Visto che invece c'è il proselitismo ateo e agnostico del contrario?


Ciao  ;)
#853
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
07 Febbraio 2017, 10:46:15 AM
@Jacopus

Sono d'accordo con quanto sostieni, ma forse non hai colto la provocazione del mio esempio.
Io non sto dicendo che non esistono persone che senza Dio o lontane da Dio debbano inevitabilmente divenire inique, ma come e perché, senza Dio, ci permettiamo di definire cosa sia giusto e cosa sia iniquo.
Dunque, non devi rispondere a me come cattolico, ma devi immaginarti di dover confutare, a chi crede nello stile di vita di personaggi già deceduti senza aver pagato pena socialmente per le loro azioni come per esempio il Padrino, che quello non è uno stile vincente, facendo proselitismo senza usare termini come coscienza, dignità e religione, giacché abbiamo stabilito, per convenienza dello sviluppo della riflessione, di non esserci niente di metafisico o trascendentale al di là di questa realtà.

Pace & Bene
#854
**  scritto da acquario69:
Citazioneintanto per prima cosa mi domando;
Ma siamo sicuri che le cose stanno effettivamente cosi?
Esatto, partendo dal presupposto che sto ipotizzando che Dio non esiste, chi (e perché principalmente) decide come stanno effettivamente le cose?

Anzi riflettendo mi è giunto questo spunto da film di fantascienza:
stamane è confermato, in diretta mondiale da Ginevra, che la razza umana è giunta a ottenere la prova inconfutabile che Dio non esiste. Dopo la chiusura e lo smantellamento di ogni tipo di spiritualità o religione, quale sarebbe il proselito a cui dovrei sentirmi più partecipe e a cui dovrei dedicare la mia attenzione per confutare, ancora una volta, come facevo quando credevo all'inganno del trascendente, che la prassi del Padrino non è cosa buona e giusta?

CitazioneE poi siamo cosi sicuri che queste stesse persone stiano davvero bene come in apparenza potrebbe sembrare?
Perfetto, ma quindi così stiamo affermando che esiste qualcosa oltre l'apparenza, mentre noi dobbiamo provare a immaginarci (con molta fantasia) in un Universo casuale e senza un Dio che ne rivela il senso. Facciamo lo sforzo che la metafisica, la coscienza e la spiritualità sono l'inganno, non esistono, sono la bufala delle bufale, chi scommette su questa teoria è come se s'illudesse che la Terra è piatta, mentre ciò che conta è l'esperienza pratica e pragmatica, giacché la Terra è ben sferica. In quel caso, anzi, in questo caso, perché ciò che rappresenta il Padrino, ossia una persona che riesce a farla franca in barba a ogni precetto filantropo oggettivo socialmente costruito dall'uomo, non sarebbe un vincente? Adesso che è morto e non è più imputabile di ciò che ha fatto - e ha vissuto secondo quello che per lui era lo scopo che rendeva vera e viva la sua esistenza, ed, insisto, è riuscito a non farsi beccare, quindi morendo ancora più convinto che gli altri non sanno cosa si sono persi, non avendo avuto la temerarietà, la fermezza e l'astuzia con cui lui ha raggirato e superato le angosce, i limiti, le frustrazioni, le sofferenze che guastano e nuocciono la felicità e la serenità dell'uomo medio - perché non dovrebbe avere proseliti che acclamano il suo successo, visto che la società civile va sempre più velocemente in quella direzione?
#855
**  scritto da acquario69:
CitazionePer me e' una bella domanda.
Di solito mi pare che molti dei non credenti (se non tutti,chi prima,chi poi) finiscono per incolpare,per i motivi sopra,un Dio che pero secondo loro non dovrebbe affatto esserci e cosi mi sembra ne viene fuori una contraddizione..

Non so se a quel punto diventa anche questa una forma di proselitismo - al contrario - ma credo pur sempre proselitismo.
Concordo con questa tua riflessione, ma, volendo essere stuzzicante e provocatorio (e non nascondo anche per curiosità di esplorare le riflessioni che susciterà questa mia istigazione), perché poi l'uomo o i governi dovrebbero fermare questi orrori? Chi ha deciso che sono orrori se c'è gente che ci campa (eppure bene!) con tanti di questi orrori? Quale sarebbe il fondamento che il genere umano ritiene valido per regolarizzare la dignità umana, quando questa (in assenza di Dio) essendo casuale sarebbe nient'altro che un bip mentale, così come l'amore una pura utopia o favola per sciocchi?

Un esempio su tutti:
l'altra sera, durante uno zapping, ho visto la scena finale del Padrino III e - osservando che Michele Corleone periva felicemente (per me l'infarto è un dono divino) di morte naturale, senza sofferenza, serenamente nelle sue proprietà, circondato dall'affetto della sua famiglia, beato, ricco e soddisfatto di non solo aver ottenuto materialmente più di quello che anelava, di non aver mai lavorato, di non aver pagato le tasse dovute, ma che si era anche liberato delle persone a lui fastidiose, e senza aver mai scontato un giorno di galera - mi sono chiesto: "...se Dio non esistesse, perché non si dovrebbero studiare come modello sociale da seguire per vivere "alla grande" (e quindi dare un senso compiuto alla propria presenza nel pianeta Terra) il mafioso, il politico colluso, il sindacalista faccendiere, l'impiegato raccomandato, l'escort d'alto rango, l'imprenditore scaltro e spietato, il banchiere corrotto, la velina in cerca del matrimonio per soldi (e chi più ne ha più ne metta) che sono morti disinvoltamente senza emendare la loro doppiezza mentre erano in vita? ...visto che ormai non è più recondito che la "società civile" ha adottato questi esempi (ricordo ancora le smorfie di disapprovazione, qualche settimana fa, nei visi dei genitori di un gruppo di scout adolescenti quando dissi ai loro figli di sforzarsi di preferire a essere più scout come Mandela e Celine Dion, che come Renzi e la Boschi) quali campioni da imitare, pena, sennò, una vita miserabile?!?!..."

P.S. = non sparate sul pianista!!  ;D  8)  :D