Citazione di: Jean il 30 Luglio 2021, 21:48:02 PMLa notizia è rimbalzata mutatis mutandis anche altrove (come qui e qui).
Ma un'altra notizia "non confortante" giunge dall'Islanda, dove tutta la popolazione (dai 16 annni in su) è stata vaccinata:
"Islanda, boom esponenziale di casi nell'isola dove TUTTI sono vaccinati: tornano coprifuoco e restrizioni. L'epidemiologo Gudnason: "vaccini non funzionano come pensavamo, pandemia può durare 15 anni"
https://www.meteoweb.eu/2021/07/islanda-boom-di-casi-dove-sono-tutti-vaccinati-parla-lepidemiologo-gudnason/1710102/
Addirittura il capo epidemiologo del Paese, Thorolfur Gudnason, parla di un FORSE 60% di efficacia vaccinale... ma l'articolo o alcune parti, potrebbe essere una "butac", fake o come dir si voglia
Traducendo (nel bene e nel male) con google translator da questa fonte in lingua originale, questo è un passo di sintesi sul passaggio dall'aver "domato" il Covid al ponderare nuove misure restrittive:
«Þórólfur ha ricordato che quasi un mese fa, il 27 giugno, è stato deciso di revocare tutte le restrizioni nazionali. Tali azioni pubbliche erano in corso dal 13 marzo dello scorso anno. Il primo luglio sono state revocate varie restrizioni alle frontiere e quelli con un certificato di vaccinazione e precedenti infezioni, così come i bambini, non sono stati più controllati. Lo screening delle frontiere, in un modo o nell'altro, era in corso dal 15 giugno dello scorso anno. L'esperienza ha anche dimostrato che l'infezione tra i passeggeri completamente vaccinati era molto bassa, pari a circa lo 0,03%. Þórólfur ha anche affermato che i risultati della ricerca straniera hanno dimostrato che la vaccinazione ha fornito circa il 50-60 percento di protezione contro l'infezione con la variante delta e circa il 90 percento contro i ricoveri».
Pare dunque che si tratti di non confondere (nei dati e nelle considerazioni, mediche, mediatiche, etc.) il Covid pre-delta (e i vaccini su di esso basati) con la variante delta del virus, che essendo estremamente recente pare aver resettato i tempi e i dati di osservazione (diffusione, impatto vaccinale, etc.), elementi da (ri)calibrare ad hoc sulla variante ("tempi tecnici" che, al di là di legittime considerazioni sulla sintomaticità, mortalità, etc. del virus, erano forse ancora piuttosto acerbi già per il Covid di "prima generazione").