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Messaggi - Aspirante Filosofo58

#856
Tematiche Spirituali / Re: "Santo subito"
10 Gennaio 2023, 09:45:50 AM
Io non credo che la Chiesa possa proclamare alcun santo, ma semmai possa riconoscerne la santità. Infatti si è o non si è santi a seconda dei propri meriti o demeriti. E' grazie a questi che una persona può essere definita santa, anche se credo che, per il solo fatto di vivere in questa valle di lacrime i santi siano la maggioranza della popolazione.
#857
Tematiche Spirituali / Re: Vivere in senso extramorale
30 Dicembre 2022, 07:07:45 AM
Buongiorno. Secondo me è la mente umana a ragionare in termini contrapposti (bene/male, Dio/diavolo, bianco/nero, peccato/purezza dell'anima, ecc...); è la mente umana ad avere questa necessità, a stabilire che  "chi non è con me, è contro  di me", per esempio.  Perché poi dovremmo chiederci che cosa sia realmente peccato: per i tedeschi nazisti non era peccato lasciar morire o uccidere gli ebrei, per gli americani degli anni '60 del secolo scorso la segregazione razziale dei neri non era peccato, e via di questo passo. Quindi anche la morale e la vita con o senza di essa, sono relative e variano a seconda della cultura, dell'educazione, ecc... Secondo me, dovremmo invece indirizzare la nostra attenzione verso ciò che unisce l'umanità, dovremmo privilegiarlo a ciò che divide, come affermava Papa Giovanni XXIII. Non farlo, a mio avviso è il vero peccato.
#858
Attualità / Re: Auto elettriche
29 Dicembre 2022, 06:39:03 AM
Io concepisco le auto elettriche per gli spostamenti cittadini: 30, 40 o 50 km al giorno, poi si torna a casa e durante la notte si ricarica la batteria (magari proveniente da un fornitore di energia rinnovabile: eolico, fotovoltaico, ecc...). Su un numero recente di Focus, spiegavano che le batterie dell'elettrico durano una decina di anni e poi possono essere riutilizzate, con opportune modifiche, per ricaricare tabklet, smrtphone, ecc... 
Io preferisco comunque le auto ibride, per quanto riguarda gli spostamenti medio lunghi.
Infine, ricordo che per tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche esiste il R.A.E.E. che serve a raccoglierle e a recuperare le parti che possono essere riutilizzate. Ciò è comunque meno costoso delle estrazioni di nuovo materiale. 
#859
Attualità / Re: Natale cristiano o commerciale?
26 Dicembre 2022, 08:22:38 AM
Che ci sia un risveglio delle coscienze, non lo nego. Infatti, sono sempre di più le associazioni di volontariato, il cui personale dedica del tempo ai poveri, andando a servire nelle mense. Almeno così ci raccontano i tg che, tuttavia, nulla dicono di questo volontariato negli altri 364 giorni dell'anno! Questi poveri ci sono mostrati felici e contenti, nelle interviste natalizie, ma poi? Poi il tg mostra servizi con stazioni ferroviarie e aeroporti presi d'assalto, code in autostrada, centri commerciali in cui si compra di tutto e di più. Insomma, a me pare un'arma a doppio taglio, oppure una sorta di Giano bifronte! Per me quest'anno il giorno di Natale, non potendolo festeggiare con mia mamma (rimasta vedova oltre dieci anni fa), con mio fratello e la sua famiglia (a causa di screzi che vorrei chiarire ma che, tuttavia, necessitano della volontà, inesistente, anche dall'altra parte), si è ridotto ad una pranzo normalissimo e a una cena altrettanto normalissima, con mia moglie. Fortunatamente  ho ascoltato un po' di concerti natalizi (e già questo è positivo secondo me).
 
#860
Attualità / Natale cristiano o commerciale?
25 Dicembre 2022, 09:55:32 AM
Una volta il solstizio d'inverno era un momento di riflessione: il sole si riposava un po' in vista del risveglio primaverile. Poi è arrivato il Natale cristiano in cui Gesù ha sostituito il sole. Ora abbiamo il natale commerciale, in cui regali e panettoni hanno sostituito il bambinello. Non lo so voi, ma io sono un po' sconcertato. 
#861
Vista la mia vita travagliata, escludo che che essa sia iniziata col concepimento e che termini con la morte fisica. Io sono sempre più convinto che ogni essere vivente esista da più vite e che ognuna di esse serva a purificarne il cammino verso il traguardo finale, ossia il ritorno nell'eternità, dove spazio e tempo non esistono. Io immagino di aver combinato qualche pasticcio, qualche guaio serio, anche (perché no?) qualche delitto molto grave se oggi vivo costantemente nel dolore, se ho intorno a me persone insensibili, che non capiscono (non sanno, non possono o non vogliono capire?) il disagio e la sofferenza che mi provocano col loro atteggiamento? Forse devo imparare proprio questa lezione, per evolvere?
#862

Perché bisogma uscirne? Perché non farlo ci costringerà a tornare a vivere in questa valle di lacrime, magari in una situazione pari alla mia, se non peggiore. Come spieghereste questa mia vita fatta di dolori e di sofferenze, altrimenti? È probabile che io, nella vita precedente a questa sia stato un criminale; che abbia inflitto atroci sofferenze ai miei simili; che mi sia macchiato di delitti indicibili. Diversamente non riesco a spiegarmi la mia vita attuale. Che senso avrebbe, infatti, se questa mia vita fosse l'unica o facesse parte di un disegno divino? Ecco perché per me è di estrema importanza fare la mia parte verso la perfezione dell'umanità.



Citazione
Ciao Aspirante, citandoti:
"Ora vengo al discorso della collaborazione a livello di umanità. La difficoltà maggiore alla sua realizzazione, a mio avviso sta nell'ego che spinge i singoli uomini a voler essere primi in qualcosa (sport, carriera, fama, possedimenti, ecc... ecc..). L'ego, di fronte agli elogi delle masse, si gonfia fino all'inverosimile. E' un circolo vizioso da cui occorre uscire. E' necessario iniziare a pensare diversamente. Non c'entra alcun credo, alcuna fede. ...."


Posso essere senz'altro d'accordo, ma siamo ancora a livello di chiacchiere. Per quel che riguarda invece il credo, o la fede, forse tale fede si rivela anche quando affermi che c'è un circolo vizioso da cui occorre uscire. Perché bisogna uscire? Si ritorna quindi alla domanda di Kobayashy su quale forza dovrebbe indurre la compensazione dei propri limiti tramite l'altrui virtù e viceversa. Rinnovo quindi la domanda: perché bisogna uscire? Per me, un circolo vizioso c'è, però questa tua fede devi metterla alla prova. Ad esempio, dici: i singoli individui sono spinti a voler essere primi in qualcosa. Di sicuro puoi criticare questa tua affermazione solo in parte vera, quindi dedurne una gradazione diversa. Oppure potresti pensare a quale causa sia dovuta questa abitudine alla competizione che pur non coinvolgendo tutti sembra esser trainante all'oggi. Il pensiero dominante sembra dire cmq che è così che va il mondo, appellandosi all'evoluzione, ma la mia opinione non coincide con tale interpretazione dell'evoluzione
#863

Grazie per questa e per le altre risposte. Rispondo, citando questa.
Io parto da qualcosa che manca a me e che ha prodotto e produce risultati ben diversi e ben al di sotto di quelli di chi è definito normalmente normodotato. Perciò mi sono chiesto: che cosa mi ha impedito e mi impedisce di ottenere gli stessi risultati dei miei simili? Non mi sono chiesto perché non ho una vista da lince o da falco, oppure la forza di un rinoceronte, la memoria di un elefante. Mi sono rapportato con i miei simili, esattamente come quando, all'età di quattro o cinque anni, seduto ai bordi di un campo di calcio, dove i miei  coetanei giocavano allegramente, chiedevo "perché loro sì e io no"? Allora ricevevo dagli adulti, risposte che servivano a loro per aggirare l'ostacolo, ma che comunque avevano un fondo di verità: "Perché nella vita non è necessario correre dietro ad un pallone".


Crescendo mi sono imbattuto in barriere architettoniche e anche mentali a 360 gradi, ho lottato per quelli che a mio avviso erano i miei diritti ( e lo sono tuttora, e non solamente per me). Quindi ho iniziato a pensare (si dice che le difficoltà aguzzino l'ingegno) alle soluzioni ai vari problemi che dovevo affrontare, stupendomi del fatto che altri non ci avessero pensato.


Ora vengo al discorso della collaborazione a livello di umanità. La difficoltà maggiore alla sua realizzazione, a mio avviso sta nell'ego che spinge i singoli uomini a voler essere primi in qualcosa (sport, carriera, fama, possedimenti, ecc... ecc..). L'ego, di fronte agli elogi delle masse, si gonfia fino all'inverosimile. E' un circolo vizioso da cui occorre uscire. E' necessario iniziare a pensare diversamente. Non c'entra alcun credo, alcuna fede. D'altro canto, è proprio grazie alla collaborazione tra i componenti di una squadra, che la stessa riesce ad ottenere risultati. Se ognuno dei componenti pensasse inprimis agli affari propri (a soddisfare il proprio ego) , la squadra non avrebbe più alcuna ragione di esistere.


Negli anni '90 del secolo scorso fui invitato a giocare una partita di pallamano in carrozzina. Era la mia prima partita e fu anche l'unica. Dopo essermi abituato ad usare la carrozzina sportiva per qualche minuto, iniziammo a giocare e, visto che ero un principiante, cercai di mettermi in posizione tale da poter sempre vedere il gioco. Risultato? 3 goal e 4 assist. In quella partita io esistevo come parte della squadra. Ecco, questo discorso bisognerebbe trasferirlo all'umanità intera. Non ho detto che sia facile o immediato, però occorre che qualcuno parta e si metta su questa strada. Si può fare ciò, solamente dopo aver fatto un grande lavoro su se stessi: occorre limitare il proprio ego, capendo parimenti che è solamente con la collaborazione che si può ambire alla perfezione, intesa come squadra dell'umanità. Forse, proprio il fatto di non essere mai riuscito a camminare come i miei simili, in un certo qual modo, mi ha costretto ad indirizzare la mia attenzione verso altre attività. Ormai per me è diventato quasi un gioco da ragazzi (a dispetto dell'età) pensare, parlare e scrivere, mentre camminare è diventato assai problematico, nonostante gli sforzi quotidiani per evitare il peggio. Ecco in questo senso la mia abilità (chiamiamola così)  nelle attività che non richiedono il movimento delle gambe, può essere utile ad altri che, viceversa, corrono ma non sanno come mettere insieme due frasi, giusto per fare un esempio.



Citazione di: daniele22 il 07 Gennaio 2022, 10:58:37 AM

Buon 2022 a tutti. Buongiorno Aspirante filosofo. Come già disse Viator, mi sembra, le tue istanze assomigliano più che altro a riflessioni esistenziali/sociali più che filosofiche. Da un punto di vista filosofico mi sembra che Kobayashi abbia posto bene la domanda chiedendo "quale sia la forza che dovrebbe indurre alla compensazione dei propri limiti tramite le virtù dell'altro e viceversa".
Io non so suggerirti alcun filosofo avendo solo vaghi ricordi di storia della filosofia, ma di sicuro in me puoi trovare un eretico dilettante del comune pensare. Di fatto potrei suggerirti più di qualche idea che possa corroborare almeno in parte il tuo pensiero, però mi sembra che tu parta da presupposti che richiedono una dose di fede a mio vedere eccessiva. Voglio cioè dire che un quantum di fede in qualche verità più o meno importante sia sempre presente nei nostri discorsi. Ricorrere però a concetti come "vita eterna", oppure postulare un'umanità perfetta evidenziando imperfezioni in un certo senso vaghe, a mio giudizio non corrisponde ad un approccio filosofico al tema che tu proponi. Ripeto, c'è del vero in quel che affermi, ma dovresti esplicitarlo in modo diverso. Potresti intanto cercare di dire dove dovremmo trovare queste parti che all'interno dell'umanità non collaborano. Chi è che non collabora? La mafia? La politica? La filosofia? I media? La scienza? Il papa?
Per come la vedo io la storiella che ha postato Ipazia potrebbe dare qualche buon spunto di riflessione.
Ci sentiamo
#864
Proprio perché io sono a conoscenza del risultato cui porta la mancanza di collaborazione, ho deciso di fare della collaborazione il mio cavallo di battaglia. Avete idea di cosa si provi nel vedere i propri coetanei correre, saltare. arrampicarsi sugli alberi, senza poter agire come loro? Io sì. So che non è facile e mi sento come nel Vangelo di San Giovanni, una "voce di uno che grida nel deserto", però questo è il mio scopo di vita, la mia missione. Non avendo mai potuto camminare correttamente, e dovendo studiare dei metodi per riuscire, seppur con fatica, a svolgere i compiti che altri svolgono agevolmente, ho imparato a pensare.
#865

Io credo che l'evoluzione abbia avuto inizio e quindi perché mai non dovrebbe avere un punto di arrivo? Perché mai non potrebbe esserci tra x anni una perfezione? In ogni caso io mi riferisco alla perfezione come umanità e non come singolo. Su Kasparov non mi pronuncio, visto che non ho letto il libro.

Citazione di: Kobayashi il 06 Gennaio 2022, 08:02:39 AM
Citazione di: Jacopus il 04 Gennaio 2022, 21:45:13 PM
Ti consiglio un libro e un autore molto interessante. Telmo Pievani, Imperfezione, Cortina editore. La sua tesi è che l'imperfezione è il motore dell'evoluzione della vita. Non può esserci vita senza imperfezione, perchè l'imperfezione trasmuta i viventi e prova nuovi modi vitali. Non è propriamente la tua tesi ma è comunque interessante concepire la nostra vita cosiddetta "perfetta", dipendere dalle imperfezioni. Ascolta l'esempio iniziale che riguarda lo scontro fra Kasparov e il Computer intelligente.


https://www.youtube.com/watch?v=j7Nu01PuT_I

Con i termini perfezione-imperfezione a me sembra che l'evoluzionista faccia rientrare dalla finestra ciò che aveva cacciato a calci dalla porta: ovvero il finalismo.
A meno di intendere "perfezionamento" come passaggio ad una maggiore capacità di sopravvivenza.
Ma l'insistenza su un termine come "perfezione", che implica un'immagine di modello completo, compiuto nel suo sviluppo, è sintomatico del fatto che si vuole rifuggire da una visione scientifica dell'evoluzione (un processo puramente casuale risultante dall'incontro di pressioni ambientali con le mutazioni genetiche casuali) per introdurre qualcosa di più umano.

Ambigue anche le osservazioni che fa su Kasparov-deep blue. Kasparov avrebbe sfruttato le sue imperfezioni di calcolo? È un'imperfezione non essere un computer?
In realtà l'uso che fa Kasparov di strategie di gioco imprevedibili sono lo sfruttamento non di imperfezioni ma di armi che la mente umana ha a disposizione: perché dovrebbero essere viste come compensazioni di limiti se non di fronte all'immagine della macchina presa come espressione della perfezione?
#866

In realtà io ho scritto già nel titolo del topic. imperfezione umana e perfezione dell'umanità, proprio perché ciò che manca a Tizio può essere compensato da ciò che ha Caio, e via di questo passo, fino al coinvolgimento dell'umanità. Io vedo l'umanità non come una somma di mancanze, bensì come una somma di ciò che ogni componente ha e può mettere a disposizione dell'umanità intera, per compensare le mancanze di altri. Così, una persona che non ci vede, può comunque portare sulle spalle una persona che non cammina- Questa indicherà a quella la strada, la guiderà e i due potranno arrivare lontano. Secondo me ogni essere umano nasce plurihandicappato e la vita altro non è che il continuo superamento delle varie forme di handicap che ognuno ha, indistintamente, alla nascita. Cosa sa fare un neonato, se non piangere? Quando piange non è nemmeno così sicuro che gli adulti capiscano il messaggio che vuol comunicare col pianto. E' così per tutti. Poi c'è chi si libera di certe forme di handicap, e chi di altre. Mettendo insieme ciò che ciascuno ha, si può compensare ciò che manca ad ognuno. Mettendo insieme le varie abilità si possono superare le varie disabilità. Pensiamo ad un veicolo e alle varie parti che lo compongono, ognuna delle quali ha uno scopo ben preciso. E' graze al funzionamento di ogni singola parte, per quanto di sua competenza, che il veicolo può muoversi. Ecco: l'umanità sta al veicolo come i singoli esseri umani stanno alle singole parti del veicolo. [size=78%] [/size]

Citazione di: JE il 05 Gennaio 2022, 15:58:19 PM
Ciao Aspirante,


ti pongo un quesito volutamente provocatorio, ma che mi sembra una contraddizione inevitabile da notare in questo tuo pensiero.


Se le tue parti imperfette di corpo non ti permettono di avere una totalità corporea perfetta,


cosa ti fa pensare che le imperfezioni dell'umanità porteranno ad una sua perfezione (limite tra l'altro astratto)?  :)


Posto questo,


Mi sembra che tu parta da causa finalis, cioè teleologia cosmica, cioè ragioni per scopo dell'universo assunto a priori.


Io credo piuttosto che sia l'intelligenza a porre la propria causa finale, e lo fa sempre comprendendo meglio e riprogrammandosi da questa base. Non mi baserei per questo sulle imperfezioni o debolezze del singolo ma sulle sue forze per spiegare il cammino verso l'arcobaleno della perfezione: Cosi il cieco perfeziona l'udito e può aiutare altri a fare lo stesso. Piuttosto di parlare di arcobaleni luminosi ma irraggiungibili mi sembra il caso di parlare di forze e debolezze, in questo caso per esempio la tua disabilità ti può portare ad una forza che altri non hanno motivo di sviluppare. Tuttavia questo cammino non è la somma delle debolezze, ma delle forze che si possono sviluppare su tali basi.
#867
Dalle risposte ricevute mi è parso di capire che in genere si intenda per vita quella terrena attuale, non considerando invece l'eventualità di una vita eterna, prima della nascita e dopo la morte. Se la vita fosse solamente quella attuale e non vi fosse nulla né prima, né dopo, sarebbe un'ingiustizia. Io faccio riferimento alla mia vita, senza tuttavia trascurare casi al pari o peggiori del mio.


Faccio due ipotesi:


1) siamo qui per un disegno divino: ciò mi creerebbe un problema, ossia quello di un Dio creatore, perfetto, onnipotente e infinitamente buono  che crea a sua immagine e somiglianza, esseri che di fatto non sono simili a Lui: non sono perfetti, né buoni, né onnipotenti.


2) siamo qui per caso: anche questo a mio avviso sarebbe un problema. Nasciamo, viviamo, invecchiamo, soffriamo, moriamo. Perché?  Che senso avrebbe ciò? Perché mai qualcuno dovrebbe navigare nell'oro e qualcun altro vivere di stenti? Perché qualcuno dovrebbe avere un fisico atletico e qualcun altro un fisico che non riesca nemmeno a reggersi in piedi?


A 63 anni, con le cadute sempre più gravi e disastrose dalle quali sono sempre riuscito a rialzarmi (e spero di riuscirvi ancora per molto), credo sia normale interrogarsi sul senso di tutto ciò. La paralisi cerebrale infantile mi ha costretto a vedere la vita in modo diverso dalla "normalità". Se io ho dovuto affrontare prove consistenti, titaniche, per poter vivere in una società sempre più frettolosa e distratta, se ho trovato dentro ii me, la forza per superare gli ostacoli sul cammino della mia vita, non può essere merito di un disegno divino, né tantomeno un caso.


Il fatto di non essere riuscito MAI a camminare correttamente, come invece accade di norma agli esseri umani, mi ha fatto pensare.  Ho interrogato esperti di neurologia, fisioterapisti, e altri esperti per capire a cosa fosse e sia dovuta questa mia incapacità. Dalle loro spiegazioni scientifiche ho dedotto che il mancato funzionamento sia dovuto alla NON collaborazione tra le varie parti del corpo. Ho trasferito il discorso dal mio corpo all'umanità. Con una sorta di equazione sono giunto alla conclusione che: così come il mio copro non funziona correttamente a causa della mancanza di collaborazione, così è per l'umanità i cui componenti non collaborano. 


Quindi ho immaginato la perfezione come umanità, esattamente come la perfezione del corpo umano fa l'atleta. Prendiamo per esempio una squadra, sia essa sportiva, di lavoro, ecc... mettendo insieme le conoscenze e le capacità di ciascun componente, la squadra funziona perfettamente, a dispetto delle imperfezioni di ognuno. Quindi, perché non vedere il discorso anche a livello di umanità, globalmente intesa?


L'imperfezione è uno stimolo a migliorarsi, è vero. E' proprio il continuo miglioramento di ogni singolo componente a rendere perfetta l'umanità. Sarà forse perché io mi trovo in una situazione di svantaggio dal punto di vista fisico, rispetto alla maggior parte dell'umanità, o forse per altri motivi che ora non mi vengono in mente, ma non temo il passaggio dall'ambito spazio/tempo in cui viviamo a quello di infinito/eternità da cui secondo me proveniamo e in cui torneremo.  Basta effettuare un volo sopra le nuvole, per capire come spazio e tempo siano relativi: le nuvole sembrano tutte uguali e tolgono ogni punto di riferimento che ci farebbe capire dove ci troviamo. 
#868

Grazie, proverò a cercarlo e a leggerlo.



Citazione di: Jacopus il 04 Gennaio 2022, 21:45:13 PM
Ti consiglio un libro e un autore molto interessante. Telmo Pievani, Imperfezione, Cortina editore. La sua tesi è che l'imperfezione è il motore dell'evoluzione della vita. Non può esserci vita senza imperfezione, perchè l'imperfezione trasmuta i viventi e prova nuovi modi vitali. Non è propriamente la tua tesi ma è comunque interessante concepire la nostra vita cosiddetta "perfetta", dipendere dalle imperfezioni. Ascolta l'esempio iniziale che riguarda lo scontro fra Kasparov e il Computer intelligente.


https://www.youtube.com/watch?v=j7Nu01PuT_I
#869
Buon giorno e buon anno a tutti! Dopo un periodo impegnativo, rieccomi... Come ho già avuto modo di raccontare, la mia situazione fisica (che chiamano disabilità) è dovuta alla mancanza di collaborazione tra alcune parti col resto del corpo; per cui ho iniziato ad accarezzare l'idea che l'insieme degli esseri umani imperfetti, possa portare alla perfezione dell'umanità.. E' un po' come in un puzzle, in cui i pezzi, tutti delle stesse dimensioni e forma (a parte quelli sul perimetro e quelli angolari) non siano realmente intercambiabili, ma abbiano un posto ben preciso da occupare. Diversamente non si riuscirebbe a comporre il puzzle correttamente. Vi risulta che qualche filosofo sia giunto a queste conclusioni?  In caso affermativo, mi dite quale filosofo? Grazie.
#870
Citazione di: bobmax il 27 Aprile 2021, 23:20:49 PM
Gli indizi che hai interpretato come possibile reincarnazione, possono in realtà indicare una verità ben più profonda. Essendo però questa di difficile accettazione, è naturale dedurre che queste reminiscenze si riferiscano a vite passate.

L'idea delle vite passate nasce perché si cerca di dare un senso a queste esperienze, cercando però di salvare l'io.
Ma l'indizio che porta alla metempsicosi in realtà non conferma che il medesimo io abbia vissuto un'altra vita.
E' soltanto la percezione...  di un'altra vita!
Senza che si debba necessariamente trattare del medesimo io.

Perché l'io è frutto di questa unica vita.
Non vi è un io di per se stesso. Perché l'io è un prodotto di questa vita.

Tuttavia vi sono degli indizi...
Ma cosa indicano allora? Se non riguardano l'io?

Indicano ciò che sei veramente.
E' la non dualità che a tratti erompe nel mondo duale, mostrando l'unicità del tutto.
Per cui sì, hai sentore di altre vite, ma queste non sono le vite del tuo io attuale.
Queste vite sono tutte le vite possibili di ogni essere.

Tu sei l'Uno.


Che senso avrebbero le sofferenze di questa mia vita (tante, molte, forse troppe) se io non avessi vissuto altre volte e se queste sofferenze non fossero legate a miei errori (o comunque comportamenti negativi) riferiti proprio a vite passate?