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Messaggi - daniele22

#856
Attualità / Re: Il nuovo kippur
29 Ottobre 2023, 22:27:58 PM
Citazione di: anthonyi il 29 Ottobre 2023, 19:49:51 PMQueste sono interpretazioni molto discutibili. Nello stesso articolo cui fai riferimento é precisato che non vi sono discriminazioni sui diritti individuali.
Viene sostenuta una sorta di discriminazione sui diritti collettivi nell'impossibilità di cambiare il principio che Israele sia "lo stato degli ebrei", e quindi non di quelli che ebrei non sono, direi che sul piano dei diritti civili, politici ed umani abbiamo tante di quelle emergenze prioritarie che ci potremo occupare della cosa forse nel prossimo secolo.
Certo anthonyi. Sarà come dici. Ti illustro il mio punto di vista. Perdona, ma io vado a spanne per quel che penso di sapere, data pure una certa ignoranza. Comunque si tratterebbe appunto di razzismo religioso. In connessione, fatalità ... dio stramaledica gli inglesi... ci si trova difronte ad un razzismo aristocratico-religioso. Guarda ben che gli inglesi sarebbero proprio loro degni compari, degli ebrei dico, però, al contrario di questi non hanno subito la diaspora, non hanno perduto il tempio. E fu così che, invece di chiudersi, attuarono il colonialismo. In ogni caso, la camera alta è la house of lords, no niente, e gli americani hanno fatto la guerra di secessione, giustamente, conducendo per altre vie e in altri modi, degni figli, le loro ribalderie. Quelli che non ho nominato ovviamente hanno fatto lo stesso ... eh! ci mancherebbe ... e qualcuno invece è stato spazzato via prepotentemente e impunemente. Ti dirò che gli italiani faranno anche ridere, ma gli inglesi non sono da meno ... ma hai visto che razza di storia quand'è morta la regina? Ma questi hanno ancora la fissa del sangue, come gli sciiti tanto per dire ... Iran, mescolati con gli adoratori del fuoco. Turchia, l'osso che non si fa rodere, e intanto rode. Russia,  non mi intrigo. Non so poi se sia vero che gli ebrei usavano dire che non c'è guerra senza Egitto e non c'è pace senza Siria. Comunque, "C'è chi corre e chi fa correre, e c'è chi non lo sa! Io so solo che ... quando tocca a te, tocca a te.", canta Ligabue. Alla fine, uno può pure sbagliarsi, ma gli vien proprio da dire ... ma quale ragione? Un saluto 
#857
Tematiche Filosofiche / Re: La realtà è un continuo.
29 Ottobre 2023, 11:20:41 AM
Citazione di: Ipazia il 28 Ottobre 2023, 21:48:20 PMLa scelta è tra un logos-physis ante hominis e un logos-logos post-hominis.

Io scelgo la prima strada e cerco di adeguare la mia psiche e il mio logos antropologico al grande evento evolutivo, altri sceglieranno diversamente completando a dosi crescenti di metafisica il suolo mancante.

La via eraclitea mi pare meno complicata e chiaccherona: ascoltare e vedere piuttosto che cianciare.

In physis c'è già quasi tutto. Basta aggiungere il canonico grano salis.

P.S. Se uno non comprende lo spirito sapienziale dell'antica filosofia è meglio che cambi mestiere, non per polemos ma per pudore.
Penso che un verace estremista di destra non farà fatica a saltare sul carro del vincitore. Perché noi, e comprendo pure i comunisti, abbiamo conservato l'estremismo mentale, ciascuno per la sua via vivendola eventualmente anche in modo compromettente da un punto di vista della legalità. Quelli che forse saranno più confusi saranno i moderati mentalmente, che sono quelli che più si sono compromessi con le maschere ... la zona grigia, e guarda in giro quanta c'è n'è. E mi vengono in mente le titolazioni acido base ... Fortuna vuole però, o volle spero, strano modo di usare il tempo, che almeno costoro siano moderati pure nelle buone maniere, quelle dei salotti mondani e anche delle caritatevoli famiglie. Aspettiamo
#858
Attualità / Re: Il nuovo kippur
28 Ottobre 2023, 23:19:43 PM
Che si diano in fretta una regolata gli ebrei. E che imparino a diffidare più dei cristiani che degli arabi. E che pensino a come fosse la loro convivenza con gli arabi prima della tragedia dell'esistenza di Israele. E che pensino al trauma che hanno generato in terra di Palestina che scatenò nell'immediato una guerra civile. E da ultimo che rinuncino tranquillamente al loro ingiustificato razzismo religioso. Un saluto
#859
Tematiche Filosofiche / Re: La realtà è un continuo.
28 Ottobre 2023, 12:37:58 PM
Il logos, così come l'essere, è un'invenzione umana che sottende alla più che lecita pretesa di descrivere physis. Questo è il fondamento dei nostri discorsi. Il guaio è che pure physis è un'invenzione umana che sottende alla più che lecita pretesa di fantasticare. Siamo fatti così, e la giustificazione è recuperabile indagando nella natura del linguaggio. La lingua, dunque è colei che ha generato tutte queste cose e noi ci troveremmo su un terreno assai traballante, o instabile come ha suggerito Alberto Knox. Il professor Cacciari, nei minuti che vanno dal quindici al venti lancia la sua provocazione agli altri suoi colleghi ... chissà che ambientino! Giusto proprio così per il suo famoso armonizzarsi con l'avversario in merito alla distinzione tra polemos e bellum. Beh, vedremo come se la sfanga ... Lancia comunque la sua provocazione ritenendola importante e decisamente radicale. E chiede: "cosa decidete?". La domanda ha evidentemente un valore politico tant'è che lui dice che alla prima decisione se ne pone in necessaria successione altra. Insomma, o si sta di qua o si sta di là. Lui sembra sottintendere cioè che da una parte c'è la monarchia con la sua pretesa di governare gli essenti, di considerarli mucchio. E dall'altra parte sta l'anarchia, ossequiosa al governo del cosmo. Sembra quindi a noi che la democrazia sia la forma più giusta di governo. La decisione nostra pertanto sarà manifesta scegliendo una democrazia orientata alla monarchia, oppure una democrazia orientata all'anarchia. Questo sarebbe lo spartiacque netto che impone la decisione. La zona grigia è quella del caos. Ovvio che io sto per la seconda. Un saluto
Ps: la continuità e la discontinuità sta nei nodi più o meno elastici che il campo di esistenza dell'ente mette in mostra nelle sue relazioni con "altro da sé " comprendendo queste anche le nostre misurazioni e/o altre manipolazioni
#860
Citazione di: Eutidemo il 27 Ottobre 2023, 11:19:14 AMLe tue considerazioni sono senz'altro  fondate, a parte quella della crocefissione; ed infatti, tale tipo di supplizio, in voga ai tempi dei Romani per i solo schiavi, al tempo di Rastislav e di Mastislav non si usava più. ;)

Caspita Eutidemo, potevo saperlo, ma allora pure tu hai l'enciclopedia? Magari non quella dei patafisici, pur se anche tu hai evidenza di Mastislav. Un saluto
#861
Tematiche Filosofiche / Re: La realtà è un continuo.
27 Ottobre 2023, 17:54:09 PM
Citazione di: iano il 27 Ottobre 2023, 11:32:27 AMSe la divisione del continuo in parti può essere casuale, è invece necessario il collegamento fra quelle parti, perchè se diversi sono i modi di divedere, uno solo, quindi obbligato, è il modo di ricomporre, è ciò spiega perchè in un mondo che appaia come fatto di essenti , che in quanto tali appaiono a priori indipendenti fra loro, questi siano legati da leggi di natura che non appaiono come necessarie, e quindi inattese e perciò sorprendenti.

Se è noto il modo in cui il continuo è stato diviso, per il modo inverso lo si può ricomporre.
Se non è noto possono comunque scoprirsi le leggi cui sottostanno le parti che dimostrano la loro non effettiva indipendenza ( a causa dell'origine comune) , come se la loro esistenza fosse presa a prestito a tempo indeterminato.
Così, continuo e discontinuo, caso e necessità, convivono.

Non ho scritto quanto sopra sotto l'effetto di fumi allucinogeni,  per quanto mi sembrava di sentire odore di baccalà, e deve essere stato veramente buono se ho sentito l'odore fin da qua,
 esempio di come il logos possa farsi almeno fumo, se non arrosto.
Ottimo iano, però non l'ho fatto io, me l'hanno regalato.
Se la divisione del continuo in parti può essere casuale, (anche se di fatto non lo sarebbe in quanto fondata su una buona base di intersoggettivitá) è invece necessario il collegamento fra quelle parti, perchè se diversi sono i modi di divedere (divedere, nuova invenzione iano? ... patafisica pura), uno solo, quindi obbligato, è il modo di ricomporre (immagino di sì, ma non è che dobbiamo costruirlo noi) e ciò spiega perchè in un mondo che appaia come fatto di essenti , che in quanto tali appaiono a priori indipendenti fra loro, questi siano legati da leggi di natura che non appaiono come necessarie, e quindi inattese e perciò sorprendenti.
Si iano, per conto mio caso e necessità si compenetrano al punto di poterle comprendere in una parola sola: spontaneità. Spontaneità nel reagire alla causa e spontaneità nel rispondere; caso e necessità quindi come estremi. Ovviamente noi continueremmo a parlare di caso e necessità, ma accettando questa idea (della spontaneità) il nostro pensiero ne sarebbe certamente influenzato.
A renderci di ostica comprensione l'idea "spontaneità" nel senso suddetto direi la stessa cosa che dissi nei primi miei post in questo forum, quando espressi l'idea che il nostro istinto umano, inteso come specie umana, comprendesse il ragionamento, trovando cioè poco corretto separare istinto e ragione. Comunque, per chiarezza, a me sono antipatici i comunisti, i capitalisti, inglesi, ebrei e quant'altro, ma il mio pensiero non prescrive proprio nulla. Chiede solo di decidere. Un saluto
#862
Tematiche Filosofiche / Re: La realtà è un continuo.
27 Ottobre 2023, 09:49:14 AM
Pensavo che l'apertura di questo tema nella sezione filosofia potesse riferirsi al fatto che in natura non esistano leggi che esprimono una successione fatale di fenomeni, cioè che avesse attinenza con l'arbitrio ... comunque oggi,  voglia la buona sorte, brinderò con polenta e baccalà ... Ascoltato infatti l'allegato linckato, mi sembra che un professionista della ragione si sia finalmente risvegliato dal sonno, non sogno in questo caso, della ragione ... sembra ... perché la sua lingua rimane a tratti poco chiara ad un animale selvatico quale mi reputo, ma l'animale selvatico si affida più al senso che al significato  ... e quindi brindo!!!
https://m.youtube.com/watch?v=yTdTfLJg1pI
#863
Nella mia enciclopedia in-folio che in realtà non è mia bensì dell'accademia reale-irreale dei patafisici Veneto sud occidentali dove lo spartiacque est-ovest si costituisce nel tratto veneto della già strada statale 16 Padova-Otranto denominata Adriatica, si narra che il prigioniero scelse la via della segmentazione eutidemica. Egli aveva peraltro visto la soluzione espostagli da Phil la quale a un breve esame sembrava la migliore, ma optò per la via segnata da Eutidemo. Il rischio era grande, ma la sua prova lo salvò dall'ira montante in cui precipitò il principe Rastislav di fronte a cotanta impudenza. Il prigioniero infatti sapeva che il principe millantava grandi studi di geometria e invero gli si gelò il sangue quando lo vide andare su tutte le furie; non era infatti prevista tanta furia. Fortuna volle che il principe si ricompose abbastanza in fretta mettendo contestualmente in mostra un macabro sorriso trionfante. Segnò allora quel semicerchio fatto da Eutidemo dicendo, "E adesso come la metti?, Pensavi di poterti mettere a fare il furbo con me?". A quel punto il prigioniero, soddisfatto che la sua supposizione di natura psicologica si fosse avverata, avendola cioè presa in considerazione come contromossa del tiranno, lo affondò con breve argomentazione e il principe non potè più nulla, soprattutto perché il duca Mastislav, il suo acerrimo rivale forse pure più crudele di lui, sarebbe riuscito in breve a spodestarlo crocifiggendolo nella collina del disonore. Un saluto
#864
Citazione di: Eutidemo il 26 Ottobre 2023, 12:19:35 PMRastislav entra nella cella del nuovo prigioniero, e gli mostra la seguente piantina:

***
Poi gli dice:
- Se tu, per arrivare da A a B, scegli il percorso con meno svolte di tutti gli altri possibili percorsi, avrai salva la vita; altrimenti verrai decapitato!-
***
Quale percorso suggerireste voi al prigioniero?
***
Ciao Eutidemo, gli suggerirei di andare tranquillamente al suo destino, si dice che sia molto ferrato in orienteering. Forse questo potrà salvarlo. Poco incoraggiante da parte mia, lo ammetto, ma il principe Rastislav, che da quanto intesi da puntate precedenti non saresti tu, avrà pur le sue buone ragioni. Un saluto
#865
Tematiche Filosofiche / Re: La realtà è un continuo.
26 Ottobre 2023, 14:53:43 PM
Citazione di: Ipazia il 26 Ottobre 2023, 08:54:10 AML'indeterminismo è spesso nient'altro che l'incapacità di determinare:

https://www.media.inaf.it/2023/10/24/ligo-frequency-dependent-squeezing/?fbclid=IwAR0uWxRMg2QWja8yOPmF5J1SkFnjbFTCYTOFn_8jvQDBhYZletoOv7cP2uI

Un problema più di risoluzione che ontologico. Inducendo da ciò che mettere cappelli metafisici all'episteme è una pretesa comica che, giustamente, fa venire da ridere.

Strana-mente penso di aver inteso quello che dici. "Ontologico" è un concetto che capisco, ma non so usare o forse non mi azzardo ad usare. Siamo stracolmi di dati e "l'incapacità di determinare" emerge più che mai come una problematica "specialmente umana". Nel mio caso particolare, il problema, in termini razionali, l'ho risolto, e questo mi produce calma mentale, sicurezza nel pormi con l'altro da me. Pur tuttavia tale calma mentale non corrisponde ad altrettanta calma interiore. Si tratta in fondo di una irrequietezza che non riesco a comprendere, a conoscere. Essa corrisponde al classico osso che vorresti rodere, ma che non si fa rodere, al punto che ti sorge il dubbio che esso esista davvero. Di sicuro invece esiste, almeno per quel che mi riguarda, e la testimonianza è proprio l'irrequietezza da me intuibile che mi porto addosso e che mi porta a non abbandonarmi al fato pur avendo compreso per esperienza che questa sarebbe l'unica cosa saggia da farsi. Misteri della vita.
In merito al continuo discontinuo si potrebbe prendere atto che se viene percepita una causa da un gruppo umano, la stessa causa venga riflessa verso l'ambiente dai singoli individui che, esposti alla critica dell'osservatore, manifestano ai suoi occhi la molteplicità degli individui intuendola dalla particolare varietà delle sue produzioni di sottocause (effetti dal suo punto di vista), manifestando cioè ai suoi occhi la parte della causa che riguarda il riflesso sull'ambiente. Sostanzialmente abbiamo sotto gli occhi uno spettro. Resterebbe però parzialmente invisibile, almeno nelle situazioni in cui la causa non sia devastante per il gruppo umano, sia tal causa cioè di natura psicologica ... Resterebbe dunque parzialmente invisibile all'osservatore come sia stato rifratto in termini sia quantitativi che qualitativi l'impatto che la causa ha prodotto all'interno del singolo osservato. Un altro spettro suppongo 
Un saluto
#866
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
25 Ottobre 2023, 10:20:30 AM
Non c'è nessun solco Bobmax, perdona i miei toni ironici e canzonatori, ma se non faccio così dovrei lasciare il forum ... Comunque Ipazia dice che la pietà ce la deve mettere l'individuo, e sottoscrivo, ma sarebbe giusto dargli un incentivo. Gli è infatti che molti non ci sentono proprio. Perché non ci sentono proprio? Perché nella nostra civiltà a matrice giudaica la ragione, la razionalità, è dominante a torto. E possiede il capitale in virtù dell'esercizio di cotal ragione. Ordunque, è altrettanto evidente, almeno a noi due, che la pietà non alberghi in questo nostro mondo. Aggiungici pure che io vi accuso di esser tolemaici denunciando ripetutamente il grave fallo della ragione che non si vuol considerare. Succede così pertanto che dovresti dare a quelli che "non ci sentono proprio" una ragione altissima-me-mente razionale al fine che costoro possano considerare, forse in un giorno piovoso, tale ragione, magari gli cade il foglietto dal tavolo ... e che poi ... e che poi detta ragione li costringa pure, dopo presa visione del foglietto e forse anche un po' loro malgrado, a decidersi di esercitare infine la pietà ... Ti renderai ben conto che si parla delle classiche possibilità che concede al prigioniero il principe Rastislav quando si sveglia male ... memento audere semper però ... Dovranno giocare non più a tressette!, bensì a tressette a chi fa meno, altresí detto ciapinò. Dovranno premiare i debiti. Alta finanza! Stop. Rivalutazione della ragione. La ragione ci ha tirato dentro ai guai e la ragione dovrà tirarci fuori dai guai ... ci vuol sudore, un minimo di cuore, c'è chi corre e chi fa correre ... fede, coraggio, altruismo e fantasia.
Entrando nel merito specifico:
- L'idea dell'anarchia me la sono formata e ben educata pure riflettendo soprattutto sui miei comportamenti trasgressivi. Non ho testi di riferimento se non in termini di personaggi romanzeschi anche realmente esistiti. Il trattato del ribelle del noto nazista mi ha vagamente affascinato, ma nemmeno a metà l'ho chiuso. Comunque, anarchico ci resto, anche se nel mio ambiente sono fin troppo democratico, e se vi fosse una democrazia degna di tale nome potrei pure sostenerla anche col voto.
- Stupro come forma di amore? C'è gente molto particolare in giro, molta da mettere in conto ad una ragione già equivoca di suo e molta altra affetta da forme acute in cui verrebbe esaltato questo equivoco di fondo. Come dici tu è la fede a fare la differenza, la fede nella propria verità. E fino ad oggi, tutto sommato, questa è riuscita a tenere in piedi la baracca. Per la tua domanda la mia era un'iperbole non proprio iperbolica per dire che è diffuso anche un esagerato amore verso se stessi. Fede va bene, amore è un pochino ambiguo.
- Valore del portafoglio: essendo il mio e non solo il mio un'incognita tendente più a zero che ad infinito, ti assicuro che più ci si avvicina allo zero più tanti buoni propositi vanno dove sai ben possano andare. Su questo non ci piove.
- Comunismo: a dire il vero ho parlato di comunismo come ideale di giustizia, e questo è quello che sostenevi nel tema. E la critica di anthonyi esordiva proprio criticando tale ideale di giustizia. In ogni caso, quale ideale di giustizia potrà mai essere garantito da uno stato che pretenda di governare gli individui? Esiste la mediazione e per fortuna che almeno sulla carta è ancora così.
- Libero arbitrio: se parliamo di libero arbitrio puro, quando fai una scelta sei fregato in partenza. In senso religioso non penso che ci si allontani di molto, però penso che si possa prendere tempo, si possa cioè dissipare la carica di violenza che ineluttabilmente a volte coglie l'essere umano. Questi dovrebbe lavorare sul proprio contenimento.
- l'io e il linguaggio: non ho capito bene quello che intendi. Io appoggio in parte quello che chiamano il determinismo linguistico, ma lo estenderei ad un determinismo del comportamento, il quale fonderebbe la lingua nella sua struttura che regola i tempi verbali e contestualmente influenzerebbe il pensiero tramite l'uso dei sostantivi che fungono da appiglio al pensiero. A mio vedere cioè il sostantivo nasce come sostantivo verbale. L'io, pronome, sarebbe secondo me successivo in termini evolutivi. Mi sembra comunque che i bambini lo apprendano prima di avere ben chiara la struttura del tempo, segno dei tempi, segno dell'insegnamento dei genitori. Un saluto
#867
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
24 Ottobre 2023, 10:28:22 AM
Tutto sul personale. A me mi vien molto spesso da ridere ... Ciao Greeeeen! ... si, sono un razionalista col culo in pista che si comporta senza molto pensare ... tendenza alla spontaneità ... Pensando col senno di poi, durante la mia vita ho sempre cercato inconsciamente il gesto che sconfigge la ragione,  e il godimento che provavo dopo un eventuale successo era più che soddisfacente. Per cosa credi che mi sia manifestato filo russo? Primo perché mi è antipatico il mondo in cui vivo, poi perché mi sono antipatici gli inglesi, perché mi piace la cultura russa senza mai essere stato in Russia e da ultimo perché pensavo che i russi portassero avanti il mio pensiero. Per inciso comunque, a favore della causa palestinese lo sono da sempre,  e fatalità anche lì c'entrano o c'entrarono di fatto gli inglesi. In merito ai russi, ferma restando la mia antipatia nei confronti del mio mondo, fortuna volle che sia intervenuto inVerno, il quale non so se prendendomi in giro mi ha ridotto a meno temerarie considerazioni sul pensar dei russi. Comunque sia, tanto per parlar personalmente di tali soddisfazioni ... parliamo di me appunto ... nell'intreccio tra il legale e l'illegale, un amico molto versato alle vie illegali un giorno si complimentò con me dicendomi che ero stato completamente matto, ma proprio matto, e che lui non avrebbe avuto il coraggio di osare tanto. Tra l'altro, la sua linea di pensiero era che le cose fatte alla cazzo di cane fossero quelle che venivano meglio. Alta scuola! Per quel che riguarda iano e Ipazia, Ipazia la lascio stare, la percepisco come l'enigma della sfinge ... insomma non capisco molto la sua lingua, a parte quando, con molta precisione devo dire, spiattella le evidenze del sogno della ragione. Iano l'ho un po' trascurato, ma mi ha detto pure bravo a onor del vero, penso che ci assomigliamo. Attendo nel frattempo Bobmax, l'uomo che non si rende conto del valore del portafoglio ... tanto che forse per risolvere la faccenda ha pensato di inneggiare al comunismo come ideale di giustizia, peraltro subito stroncato con semplice efficacia da anthonyi. Debbo dire che Bobmax in quel frangente mi ha sorpreso. Un saluto
#868
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
23 Ottobre 2023, 19:50:51 PM
Citazione di: bobmax il 23 Ottobre 2023, 04:59:55 AMOgnuno di noi ha un campo minato in cui non vuole entrare.
Una zona comune un po' a tutti, di questo campo, è la messa in discussione dell'io.
Il permanere di una nostra idea, per esempio, ha come presupposto il permanere dell'io.

Ma tu sei davvero tu?
A = A?

O non è invece l'io una mera invenzione del corpo, che ne ha bisogno per poter operare?
Un corpo, attenzione!, che non è mai identico a se stesso. Neppure nei suoi più minuti componenti.

Che l'io sia una illusione, è confermato dalla constatazione che pure il libero arbitrio individuale non ha alcuna ragion d'essere.

Altra zona minata, quella del libero arbitrio individuale...
Ma che occorra attraversarla non lo richiede forse l'amore sincero?
L'amore che vuol credere solo nella sua Verità. E così ti sospinge a mettere il piede su quella terra minacciosa.

Ti spinge a essere.
Costi quello che costi.
Ti dirò che per quel che riguarda il (mio?) pensiero non voglio negare l'esistenza dell'assoluto qui in terra; essendo anarchico ben allenato, secondo me tanto vale per l'anarchia quanto vale per l'assoluto: rappresentano un'utopia, ovvero il luogo dove cessa, o se vuoi dove viene superata la problematica posta in essere nel chiedersi cosa sia vero o cosa sia falso. Il luogo dove per segrete vie cessa infine il desiderio della domanda rivolta al tempo, sia essa volta alla verità da certificare, oppure volta a stabilire la giustezza o no del nostro agire. In relazione all'anarchia va considerato il fatto che se segui la via dell'amore puoi trovarti pure davanti a uno che ama violentare le persone ... della serie lo lasciamo fare o no?
Entrando nel merito del dialogo penso che l'io sia una costruzione inconsapevole costretta, non un'illusione. Costretta dal linguaggio, dalla lingua. In due parole, noi pensiamo di essere attivi, ma saremmo invece attivi partendo da una passività di fondo, da un subire il mondo. In questo senso in post precedenti, fraintendendomi forse, hai detto che la lingua riflette la nostra mancanza di verità. Intendevo dire che la lingua riflette la sua mancanza di verità, non la nostra, anche se per affermarla ricorriamo alla menzogna, cosa più che giustificabile almeno fino ad un certo punto. Questo pensare di essere attivi ci sarebbe indotto da quel velo di maya rappresentato dalla lingua stessa, ma in che modo? Ti ho sentito affermare in altri interventi, con Green mi sembra, che noi saremmo tutti innocenti. E hai perfettamente ragione. Se è vero il fenomeno e potenzialmente fallaci le sue spiegazioni, la lingua ci avrebbe ingannati alla grande facendoci credere che la via giusta a svelare gli insorti grandi dilemmi umani fosse l'indagine sul cosa vi fosse là fuori, sull'altro da te. E come non sarebbe potuto accadere? Sembrava facile, la via più semplice, guarda poi quanti bei gingilli tecnologici che saltano fuori, ed eccoci qua ... no coment ... È proprio il caso di dire che finora abbiamo guardato il dito invece che guardare la luna. A parte il fatto che la luna spiega quel che può spiegare ... tra le altre, non sai mai chi sei, si pensa solo di saperlo ... sarebbe ovvio che la luna è dentro di te, ipse dixit l'oracolo di Delfi da tutti osannato, da pochi praticato. E lì dentro alla luna nel pozzo troverai, come dici tu, il campo minato, l'abisso, meglio il campo minato va là, rende più l'idea ... sembra quasi un giallo fiction filosofico ah ah ah aah! E l'oracolo dice pure che quest'atto di conoscenza interiore sarebbe liberatorio, ci farebbe conoscere il pensiero degli dei ... È lecito affermare che la materia oscura muove il mondo per mezzo dell'implicata materia chiara? Non si può ammettere pubblicamente l'esistenza e la potenzialità di azione di ciò che reca dentro di se l'individuo e che non è misurabile dall'osservatore? In tal senso vi sarebbero delle componenti concrete, discrete,  a formare il campo minato.
"Per ogni ora passata in campo, E non ti sporchi neanche la maglietta, Ci vuol sudore e un minimo di cuore, Se non vuoi lo zero a zero" canta Ligabue in "Quando tocca a te". Siccome l'individuo sta perdendo uno a zero sarebbe opportuno almeno pareggiare. Poi si vede. Un saluto
#869
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
22 Ottobre 2023, 19:19:14 PM
Citazione di: bobmax il 22 Ottobre 2023, 15:57:25 PMSì, il divenire è la "verità" per antonomasia: tutto diviene.
Tuttavia, se vogliamo tenere i piedi per terra, dovremmo chiarire bene cosa significhi divenire.
Divenire non significa forse "cambiamento"?
Ma il cambiamento non necessita forse sempre di un qualcosa che, permanendo, lo permetta?

Il mio corpo diviene continuamente.
Ma questo suo divenire consiste nel movimento di componenti che di per sé stessi restano identici, cioè non divengono.

Il divenire è possibile perché vi è qualcosa che non diviene.
Magari diverrà in futuro, ma non in questo caso.
E quando pure anch'esso diverrà, lo potrà fare solo perché qualcos'altro, non divenendo, lo permette.

Quindi intendendo con "essere" ciò che non diviene, questo essere è necessario per lo stesso divenire.

Diverso è l'Essere, che prescinde da ogni permanere o divenire. Questo Essere coincide con il Nulla.

Tutto questo ragionamento seguendo un percorso logico.

Ma vi è un modo ben più profondo per mettere in discussione la "verità" del divenire.
Che procede meditando sul nostro amore.
Affrontando spassionatamente l'effettiva realtà del nostro oggetto d'amore.

Chi, cosa amo veramente?
Cos'è che permane, cosa è l'essere dell'oggetto del mio amore?
Non è forse l'amato mai identico a se stesso?

Potrò allora iniziare sospettare che il mio amore è rivolto in realtà al Nulla.
E quel Nulla è l'autentico Essere, è l'Uno.
Mi sembra di essermi già speso, comunque la permanenza non è mancanza di moto nel tempo, dato che il moto temporale viene realizzato da un osservatore che rileva nel tempo la presenza di moto e permanenza. La personalità,  ad esempio te la porti immutata o quasi durante tutta la vita, forse con intensità diverse. Comunque, dato che riconosco in parte le ragioni dell'essere ti propongo uno stralcio di pensiero che già postai il 22 dicembre scorso:
"L'essere è fatto della stessa sostanza del divenire, solo che l'essere non si mostra e il divenire è invece percepibile (dal corpo-mente). Se è vero che tutto quel che la nostra mente può realizzare può farlo solo se ciò che realizza riesce ad inquadrarlo in qualche misura nel divenire, questo significa pure implicitamente che la mente ha realizzato l'esistenza di una causa che sarebbe quella che l'oggetto realizzato produce nei confronti nostri e/o di altre cose. Allora, visto che "l'essere" è comunque un oggetto mentale (una parola, un sintagma, un qualcosa di cui si può parlare anche a vanvera) e quindi per forza di cose realizzato dalla nostra mente, questo significherà per quanto detto prima che la nostra mente, o forse la prima mente che lo espresse in forma di parola, tale mente appunto avrebbe colto in qualche misura il suo divenire. Allora, quale sarebbe 'sto benedetto divenire dell'essere? Il divenire dell'essere sta nel considerarlo come la sua possibilità di percepire una causa e, assimilandone l'effetto, in successione temporale produrre vari effetti che a loro volta, nel proseguire del divenire diverranno altre cause. Questo marchio invisibile, che si potrebbe chiamare il logos dell'essere, è lo stesso marchio che sta in ciascuna cosa, noi stessi compresi, che è percepibile dalla mente tramite i sensi nel suo divenire, e che noi enti umani esterniamo tramite il nostro logos umano: il verbo, la parola, il discorso"
Sarebbe cioè chiaro, almeno a me, che la permanenza, la pausa, sta in quella assimilazione della potenziale causa. Visto che tale pensiero lo ripropongo come buono osservo pure che ad oggi rimane permanente. Un saluto 
#870
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
21 Ottobre 2023, 21:28:43 PM
Citazione di: bobmax il 20 Ottobre 2023, 18:26:18 PMGrazie per la solidarietà. Non penso c'entri la considerazione, piuttosto mi sa che dipenda dalle corde che si vanno a toccare a causa del nostro modo di porci. Normalmente riscontro che il mio comportamento suscita facilmente amori o odii, difficile la via di mezzo...
Mi spiace che sia sembrato paternalismo verso Damiano (ritengo che a lui ti riferivi con "Stefano"). Non era certo mia intenzione essere paternalista, semplicemente era un atteggiamento affettuoso verso chi ha poco più  di un terzo dei miei anni.

Beh, il divenire non può essere considerato Verità assoluta.
Ma neppure la sua assenza.
Cioè se con essere intendiamo il non mutamento, allora questo essere si fonda proprio sulla negazione del divenire. E viceversa, il divenire sulla negazione dell'essere.
Ma è un gioco senza fine.
Perché il divenire ha senso soltanto se qualcosa permane, se no cos'è che diviene?
E allo stesso tempo l'essere ha senso solo ammettendo il divenire, in quanto se nulla divenisse che essere sarebbe?

Diverso è l'Essere, che prescinde sia dal divenire sia dal permanere.
È l'Essere che permette la esistenza, ossia permette essere diveniente.
Questo Essere è assoluto. E evidentemente non esiste.
Per la esistenza:
Essere = Nulla

......

Il fatto che tu voglia tenere i piedi saldi per terra dimostra, a mio parere, la tua volontà di non ingannarti.
Questo è richiesto dalla fede nella Verità.
Epperò, secondo me, dovresti pure verificare la consistenza di questa terra su cui ti credi saldo.
È davvero sicuro il suo sostegno?
Non sostengo che il divenire sia l'assoluto, intendendolo solo come un postulato, un punto di partenza arbitrario; proprio così come il buddismo dice che esiste la sofferenza io dico che esiste il fenomeno. Nel caso in esame, "vero è il fenomeno" intende significare che la percezione mentale dell'azione è ciò che permette alla ragione di funzionare. Quello che inoltre mi induce a postularlo a guisa di pietra angolare dell'apprendere, del conoscere, deriva pure dal fatto che ad altri senzienti accadrebbe di ritenerlo vero, il fenomeno appunto, magari non rendendosene conto.  Ben fondato sarebbe pertanto il mio stare coi piedi per terra. Altrettanto ben fondata non sarebbe invece l'idea dell'essere, e infatti tu lo eguagli al nulla, salvo poi dire che, diversamente, esiste un essere assoluto che prescinde dall'essere e dal divenire e che anch'esso evidentemente non esiste. Un bel guazzabuglio. Comunque, non può essere allo stesso tempo che il divenire neghi l'essere e l'essere neghi il divenire. Nel senso che uno dei due nega solo di riflesso verso una pretesa dell'altro. A negare, invece, può essere solo uno dei due e a deciderlo sarebbe la successione temporale con cui si sono presentate in vita l'idea del divenire e quella dell'essere. E come già detto, dato che pure altri senzienti si attengono al fenomeno e il fenomeno rimanda all'idea del divenire, mi sembra che il divenire corrisponda all'idea più antica, e ben piantata quindi coi piedi per terra. Un saluto