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Messaggi - Alberto Knox

#856
l'uomo per essere sereno ha bisogno di tre cose ; umanità , bontà e gentilezza. Ma il primo che deve essere umano col prossimo , buono e gentile ovviamente sei tu. L'amore non ammette che non venga almeno un pochino corrisposto . Qualcosa torna  sempre indietro.
#857
noi abbiamo bisogno che le nostre azioni , nel tempo vengano riconosciute. Vogliamo venire pesati dal prossimo in base a quello che diciamo e che facciamo. E ne abbiamo bisogno per costruire la nostra identità. L'identità è prettamente un affare pubblico. Altro che no alle aspettative. Se vivi come un eremita può anche adare bene. Ma noi non siamo eremiti. Se una maestra dice "sei un somaro" allo studente e questo va a casa e i genitori gli dicono la stessa cosa allora comincia a pensare di non essere all altezza delle aspettative e comincia a nutrire senso di ineguatezza e di incapacità. Se invece viene aiutato con gentilezza e comprensione allora questo ragazzo non pensa di essere inadeguato. Non condivido l'idifferenza egocentrica (che sa di narcisismo) nei confronti delle critiche , cioè, quando le critiche sono negative le devo ignorare e quando sono belle invece le posso accogliere  . No per me è esercitare l'arte della gentilezza non di certo dell indifferenza.
#858
Mi rendo conto che oggi parlare di virtù suoni di antico e di sorpassato. Mi occuperò di riportarlo all attenzione delle coscienze partendo dall etimologia di ogni singola virtù in un altro topic.
Quello che mi sento di dire è che lo scopo delle virtù cardinali è di consentire il lavoro interiore, strettamente individuale. Anche quando si tratta della giustizia , che di certo è la più socialmente connotata fra le quattro virtù, a  essere in gioco non è la dimensione sociale e politica della vita ma la dimensione interiore; non è il fare le cose giuste , ma l'essere interiormente giusti. Il che significa che le virtù cardinali concernano la morale individuale, la quale , per quanto strettamente associata alla morale sociale, va da essa accuratamente distinta. Tutto ciò che è individuale proviene a livello ontologico dalle propie connessioni sociali. L'io di ognuno di noi è il risultato delle propie relazioni, già a partire dal corpo. Prima la relazione, quindi, poi la sostanza; prima la grande logica aggregativa , poi gli enti individuali. Il primato ontologico non spetta alla sostanza ma alla relazione. Tuttavia, il lavoro dell essere che a partire dalla logica aggregativa produce enti individuali è reale e gli individui generati sono irriducibili gli uni agli altri, sono unici, insostituibili, irripetibili. Ognuno di noi è determinato dalle sue relazioni , senza di loro non avremmo potuto essere ne potremmo rimanere all essere; tuttavia, noi non ci risolviamo interamente in esse. Crederlo è stato il grande errore del comunismo che bollava la coltivazione dell interiorità come "individualismo borghese" e lo è in genere di tutti i sistemi di pensiero materialistici , incapaci per statuto di comprendere i concetti che intendono esprimere la nostra interiorità quali "anima", "spirito" e "coscienza morale".
A nessuna logica del collettivo si può mai sacrificare il bene del singolo , in qualunque modo si chiami tale logica : ragione di stato, bonum ecclesiae , budget aziendale...
Nella morale individuale non sono in gioco i doveri verso gli altri, ma i doveri verso se stessi, i quali, a mio avviso, sono i più importanti doveri di un essere umano. Il che significa ; il primato ontologico spetta alla relazione e non alla sostanza , ma il primato etico, spetta alla morale individuale e non alla morale sociale.
#859
Citazione di: Ipazia il 13 Maggio 2023, 07:36:43 AMLa morale inizia da Due. Uno non basta.
Certo che la morale inizia da due. Pensate a come è nato il senso di colpa. Un uomo sente suo figlio piangere e lo  strangola . C'è sempre questo rapporto fra interiorità e mondo esterno, fra me stessso e il prossimo.
#860
la coscienza morale è qualcosa che si costruisce nell interiorità, non basta l' indrottinamento, l'istruzione scolastica, le leggi di un paese , il ciò che è moralmente condiviso, per fare un uomo giusto. A che serve la dottrina se poi non viene seguita?
il mio punto di vista è che non hai a che fare con l'ortodossia, cioè con l'indottrinamento, hai a che fare con l' ortoprassi. Cioè,  la morale, le virtù i valori , non vengono da soli, non vengono senza un tuo lavoro, senza la tua volontà. Ed è esattamente il contrario di quel che vuole far apparire qualcun altro laddove secondo questa persona  è la società etica che ti trasemtte i valori della morale , ma anche se così fosse , come potrebbe essere una morale autonoma. Kant chiamò questo tipo di morale "eteronoma" ovvero: "devi fare il bene perchè lo dice Dio, devi fare il bene perchè lo dice la chiesa, devi fare il bene perchè lo dice..." No, devi fare il bene per il bene stesso che è dentro di te . per la forza del bene che ti anima e che è la virtù (virtù significa forza)  che ti motiva e che ti da energia. Questa è la morale autonoma.
#861
Citazione di: Ipazia il 12 Maggio 2023, 23:30:45 PML'agire morale certamente, ma i contenuti ?
i contenuti vengono dall educazione sociale che abbiamo avuto ma questo non significa banalizzare l'interiorità che è decisiva nel coltivare un etica , e dei valori personali . Non siamo pupazzi idottrinati che vivono in un ingranaggio sociale . Siamo liberi e per illustrare questo mi servirò propio di kant e di Platone. Quindi se devi fare filosofia col martello (ad oltranza) vai a farla da un altra parte.
#862
Citazione di: Ipazia il 12 Maggio 2023, 22:44:15 PMNessuna morale individuale nasce sotto i funghi.
la morale non può che nascere dalla coscienza morale . E la coscienza morale è individuale.
#863
Citazione di: Ipazia il 12 Maggio 2023, 22:44:15 PMColoro che si opposero al nazismo lo fecero non per partenogenesi etica, ma perchè una precedente morale sociale aveva formato la loro morale individuale su principi incompatibili col nazismo.
Non per partenogenesi, ma semplicemente avevano visto quegli orrori dal vivo e ne rimasero umanamente contrariati.
La vediamo in modo diverso,pazienza, ma le cose che dico sono evidentissime.
#864
Citazione di: Ipazia il 12 Maggio 2023, 21:46:43 PMFunzionerebbe solo se la morale individuale non fosse il risultato della morale sociale. Contrapporle è come segare il ramo su cui si sta seduti. Può esserci certamente conflitto ma ogni morale individuale aspira a diventare morale sociale e solo in quel momento essa è appagata.
Hannah Arendt scrisse che quei pochi  che si rifiutarono di obbedire al fascismo e al nazismo non lo fecero perchè avevano detto a se stessi "questo non devo farlo" (morale sociale) quanto piuttosto perchè si erano detti :"questo non posso farlo" . Il che significa che l'infrazione dei valori per i quali si vive viene evitata perchè si sente dentro di sè di non poter procedere in quella direzione, dentro di sè, non fuori . Perchè se lo si facesse, si verrebbe meno a se stessi in primis e poi anche alla società, ma poi ,prima c'è la dimensione interiore individuale. Sempre la Arendt affermò che non poteva commettere un delitto non perchè avrebbe violato la legge della società , ma perchè poi avrebbe dovuto convivere con una delinquente dentro di sè . Questo per dire che il primato delletica   sta sempre alla coscienza individuale perchè viene prima di quella sociale.
#865
Citazione di: Ipazia il 12 Maggio 2023, 20:00:31 PMGià il concetto "natura umana" è la cosa più ingannevole che esista: i sociodarwinisti la spingono verso homo homini lupus e i primati, mentre gli spiritualisti la piazzano alla destra del Padre. In mezzo: di tutto e di più.
bhè cos'hanno in comune queste tre classi di persone? homini lupus , e uomini del padre celeste e in mezzo dove c'è di tutto e di più? . C'è una costante che accomuna tutti e che il  Buddha aveva visto e chiamato "dukkha" termine che significa "dolore", "sofferenza" .
Kant chiedeva "che cosa devo fare?"  nella seconda delle tre domande esistenziali presenti  nel libro della Critica della ragion pura. Ma prima di fare un essere umano deve innanzitutto stare nel senso di stare bene. Qualunque sia o siano la società a cui apparteniamo (famiglia , movimento, chiesa, azienda...) esse non devono mai divenire il fine supremo perchè il fine è sempre interno ad ognuno di noi , ed è il nostro stare bene, la nostra salute integrale. Nella realtà infatti nessuno di noi , di per sè , sta bene , tutti siamo più o meno malati e abbiamo bisogno di guarire.

Citazione di: Ipazia il 12 Maggio 2023, 20:00:31 PML'etica non può che fondarsi sulle relazioni umane che, tra le altre cose, si basano pure su calcoli di costi e benefici. Si può calcolare nel bene e nel male. Non tutti i calcoli si equivalgono.
Il fine ultimo è sempre la vita individuale , perchè il primato spetta alla morale individuale, non alla morale sociale
Citazione di: Ipazia il 12 Maggio 2023, 20:00:31 PMDa chi è composta la società ? Esistono umani fuori dalla società ? E società senza umani ? (inumane e disumane tante, senza umani ...)
Certo l'essere umano può essere una bestia,un lupo , un maiale oppure può scegliere di essere degno del termine "essere umano" è tutta questione di volerlo o no.

Citazione di: Ipazia il 12 Maggio 2023, 20:00:31 PML'etica emanata dallo Spirito Santo ?
Quello che fa la differenza fra uno che non crede in niente al di là di se stesso e le sue certezze materiali e una persona spirituale non è, o almeno non è per quanto attiene il mio discorso sulla spiritualità ,  il credere o  no in una religione ma il credere che vi sia qualcosa di più grande e di più importante di se stessi . Ne viene che da questa prospettiva , si diventa giusti non perchè lo si decide di essere (chi mai potrà farlo?) ma perchè chiamati, attratti e affascinati dalla giustizia . è lei, il suo ideale, a muovere il primo passo. Lo stesso vale per le altre virtù (ah, per chi non lo sapesse, Giustizia è una delle 4 virtù cardinali) in particolare per sophia , la sapienza , dal cui ascolto scaturisce ciò che la filosofia stoica chiama "Hegemonikon" e che io chiamo "coscienza morale" , la dimensione in cui si sommano intelligenza, bontà, senso della giustizia e fiducia nel senso della vita e che è la somma virtù di un essere umano. E così ho riposto anche alla domanda ; qual'è la virtù delle virtù? è questa , è esattamente questa dimensione dell essere.
#866
Citazione di: atomista non pentito il 12 Maggio 2023, 10:18:01 AMMa l'uomo ( il sapiens per intenderci ) non e' mica un "estraneo" alla natura.
certo, non c'è una divisione , del tipo noi da una parte e la natura dall altra . Purtroppo l'allontanamento da quelli che sono gli impulsi di un animale selvatico , i quali si volgono a benificio del singolo e della specie in cui appartiene, è andata perduta ad opera della nostra attività mentale.
#867
Citazione di: Ipazia il 11 Maggio 2023, 18:05:18 PMCapisco che di fronte a tale groviglio, una natura dolcemente addomesticata possa dare quella serenità che non si trova tra gli umani, e che condivido.
Non serve che mi addolcisci la pillola per dirmi che il pensiero che ho presentato è inadeguato  e ingenuamente illusorio. Non voglio nemmeno essere una specie di guru della natura che indica il combustibile che genera motivazione. Perchè l'etica , e qui lo dico, non si può fondare sulla natura umana e la sua capacità di calcolo dell utile . Perchè tale natura calcolante non è disinteressamente equa ma è sempre più o meno interessata , quindi di parte ,e quindi incapace di un calcolo obbiettivo dell utilità tale da costruire la base per un etica degna di questo nome .
Che la natura umana sia buona in se stessa e quindi capace di calcoli utili a sè e agli altri è la convinzione di coloro per i quali il male deriva dalla corruzione della società , sicchè per risolvere il problema basterebbe tornare alla natura , o , come avrebbe voluto fare il comunismo, cambiare radicalmente la società. Io non la penso così ; a mio avviso il problema non è esterno all uomo ma interno; non politico ma esistenziale, o forse meglio, spirituale. Ritengo quindi che l'etica non si possa basare sulla natura umana e sulla sua capacità di calcolo, ma che aspetti semmai all etica il compito di raddrizzare la natura umana e la sua capacità di calcolo, sempre troppo interessata e tale da presentare calcoli contraffatti quando c'è di mezzo gli interessi personali.
#868
...e ma i sistemi fisici e il sistema sociale sono due cose diverse...
è un esempio, è una analogia , non so come chiamarla meglio. è un guardare la natura e trarne qualcosa di utile .
....e ma la natura non pensa dici...
e va bene non pensa, questo non significa che il giardinaggio non sia curitativo al benessere , non significa che io non possa parlare alle piante o emozionarmi vedendo l'animale là distante che vive la sua vita. E trarre insegnamento da quello che vedo e da quello che sento quando sono immerso nella natura. Dici che la natura non pensa, bene , Io, sono...natura.

p.s.
non sono uno che abbraccia gli alberi e ci parla ma ad esempio nella cura di un ciliegio qualche parolina mi è capitato di dirla.
#869
Citazione di: Ipazia il 10 Maggio 2023, 22:36:37 PMLa questione etica decisiva è cominciare a capire cos'è l'etica e come funziona. (Se rispondi: "Dio" o "Natura", la risposta è sbajata; tanto per non perderci in fronzoli).
ma io non ho risposto Dio o natura , ho introdotto la natura come esempio guida dell armonia  dei sistemi fisici applicati al sistema sociale . Noi siamo sistemi! e quanto più intruduciamo armonia nelle realzioni sociali, famiglia, gruppo , amici, lavoro, che sono anch'essi sitemi, tanto più noi staremo bene.
Il problema è quello che ho esposto, il creare sistemi porta a un noi che si definisce rispetto a un non-noi. Come risolvere il problema? etica, virtù, giustizia . Tutte cose che sapendo come funzionano ci possono aiutare ma poi è la volontà che fa il resto e se non c'è carburante nella tua volontà tu non combini niente di tutte queste belle nozioni. Come ho detto la questione non può venire confinata in un problema teoretico , è pratico e d'è prettamente un problema di motivazioni.
#870
Citazione di: Ipazia il 09 Maggio 2023, 23:14:29 PMCiascuno può provare a rinchiudere la natura nelle sue camicie di forza metafisiche, ma gli esiti sono tali e tanti che assumerci le nostre responsabilità, lasciando in pace la natura, forse è la scelta più saggia. Certo che l'equità è più giusta della giustizia, ma la natura le ignora entrambe e procede per tentativi lasciando alle cavie il compito di sfangarsela. E a noi umani le nostre leggi e i nostri conflitti.


è chiaro che se non si ha nient'altro da dire sulla natura allora hai ragione .Ma io non ho fatto nessuna forzatura sulla natura , ho detto, trovami qualcosa che non sia un sistema. A partire dall aria che respiri, l'acqua che bevi, il corpo grazie al quale ti muovi, il suono ,la luce ,la musica , il pensiero, la voce.
Nel legame ionico che si creano in atomi di diverso tipo in un sistema stabile come ad es una molecola ho individuato l 'interezione dei componenti  microscopici e tradotto in  aggregazione armonica (quando il sistema è stabile) . Ora le particelle fra di loro non relazionano, semplicemente interagiscono  spinte da forze, repulsione , attrazione energetica. Chi relaziona? i sistemi sociali , gli esseri viventi,e che cosa sono a loro volta? sistemi.  allora ho introdotto (o tradotto) cambiando interazione armonica in relazione armonica come logica costitutiva naturale dell essere . é una camicia di forza che ho messo alla natura?

" ma la natura le ignora entrambe e procede per tentativi " vero, ma è solo un aspetto della totalità della natura. Il fondamento, come ho già sostenuto è la generazione , la nascita. Il pesce grande mangia il pesce piccolo perchè deve nutrirsi per vivere ma il fine ultimo della sua sopravvivenza è la riproduzione . Natura, ciò che sempre deve nascere. E  certo che ho una visione romantica della natura quando dico che la natura non è soltanto estensione, ma è anche pensiero. E non mi aspetto che tutti siano d'accordo.

" e a noi umani le nostre leggi e i nostri conflitti" ma a noi umani servono le leggi per capire cosa è giusto e cosa è sbagliato? vogliamo andare al sodo senza troppi fronzoli? vogliamo dirlo che noi lo sappiamo benissimo quando stiamo facendo una cosa ingiusta e che sappiamo anche come dovremmo invece comportarci? lo sappiamo, e tuttavia spesso il saperlo non basta, perchè?
Rispondere a questa domanda significa affrontare il problema etico vero e propio, che non è teoretico, non riguarda cioè l 'intelligenza ma è pratico e riguarda la volontà . In partcolare la volontà di essere giusti , di dove trovarla, di come alimentarla. Emerge da qui la centralità del concetto di virtù come forza del bene, cioè come spinta che ci motiva ad agire per la giustizia ,laddove motivo e motivazione hanno la stessa radice di moto e di motore , cosi chè la virtù sia quindi il carburante che accende e fa viaggiare il veicolo che siamo noi e facendolo transitare sul ponte che collega la nostra interiorità con la realtà a noi esterna in modo tale da promuovere l'autenticità della vita.
La questione etica decisiva non è sapere o non sapere cosa è giusto e cosa no, ma piuttosto quella di come alimentare il motore che genera in noi motivazione.