Citazione di: viator il 20 Dicembre 2018, 22:21:51 PM
Salve. Per Baylham (tua risposta nr 7) : "Ogni scelta è positiva o meno negativa, è bene o meno male, è giusta o meno ingiusta per chi la fa.
La scelta altruistica può essere un bene in sé per chi la fa, senza attesa, calcolo o speranza di effetti positivi o negativi."
Vera la tua considerazione circa la motivazione di fondo di qualsiasi nostro comportamento. Gratificazione attraverso l'acquisizione di un vantaggio oppure autotutela tendente ad evitare o limitare un danno.
Guarda però che calcoli attese, speranze, vantaggi, utilità, soddisfazioni, gratificazioni non sono solo quelli palpabili, evidenti, materiali dei quali sembra tu stia trattando.
Anzi, l'egoismo intrinseco dell'altruismo è proprio costituito dalla gratificazione psichica ottenuta dell'avere fatto ciò in cui crediamo (autostima etica, morale, il placare dei rimorsi, l'adempiere ad un precetto religioso, ilguadagnarsi l'empatia di chi abbiamo aiutato e via con altre più o meno indirette motivazioni pur sempre rivolte all'autogratificazione) Saluti.
Sono d'accordo che nell'azione altruistica ci sia la gratificazione, soddisfazione, a volte anche il calcolo utilitario del donante. E' il senso, significato della mia prima proposizione.
Essere nella posizione del donante e non in quella del donatario è già una gratificazione. Infatti la maggioranza dei commenti si immedesima in questa posizione. Provate ad immaginare di trovarvi invece nella posizione del donatario, non è proprio l'ideale. Il donatario cerca di chiudere il cerchio attraverso la restituzione del dono, il ritorno ad una relazione di reciprocità, alla pari.
La gratificazione del donante è comunque positiva, sostiene azioni, gesti, comportamenti altruistici, che migliorano le relazioni umane, e non solo, in termini di convivialità e benessere.
Indipendentemente dalla ambivalenza delle motivazioni rimane la possibilità di distinguere la prevalenza dell'azione altruistica da quella egoistica.