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Messaggi - doxa

#856
Tematiche Spirituali / Re:Marcione, un eresiarca ?
29 Novembre 2020, 18:53:48 PM
Buonasera Bob, nel mio post precedente a questo ho anche citato il libro "Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana", pubblicato dalla "Pontificia Commissione Biblica". Il lungo testo è interessante. Lo puoi leggere e copiare per intero cliccando su questo link 

http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20020212_popolo-ebraico_it.html


Ipazia grazie anche a te. Bella la tua frase: "Per l'ateo il Nulla profuma d'incenso e della sua cortina fumogena che ne costituisce l'essenza ontologica". Anche questa  la metto in cornice.

Paul  condivido quanto hai evidenziato. Certamente le perplessità sono numerose.

Per quanto riguarda le profezie e le oniromanzie, entrambe le considero "facezie". L'oniromanzia cercava di decifrare nei sogni una sorta di grammatica teologica. In quel mondo ora dorato, ora drammatico, parallelo ma alternativo rispetto alla veglia, si celavano epifanie divine, messaggi occulti, oracoli profetici.

Hai scritto
CitazioneLa continuità storica è anche per stirpe; il Messia doveva nascere dalla genealogia di Davide della tribù di Giuda, e così fu.
Così fu ? Penso che così hanno voluto che sia.

Oltre a Marcione sarebbe interessante approfondire la figura del profeta iraniano Mani e la sua religione, il Manicheismo. L'influenza di Marcione su Mani è evidente ma non accettata.

Anche il manicheismo fu caratterizzato dallo spirito missionario.

Manicheo fu Agostino d'Ippona, poi si convertì al cristianesimo.

Il manicheismo e il marcionismo furono stroncati in Occidente nel VI secolo, dopo numerosi interventi contro di loro fin dai secoli precedenti per volere dei pontefici e  tramite gli editti di vari imperatori.
#857
Tematiche Spirituali / Re:Marcione, un eresiarca ?
28 Novembre 2020, 23:09:38 PM
Complimenti Bob per il tuo post. Mi piace !. 

In chiusura hai scritto:
CitazionePer il credente Dio sfuma nel Nulla. / Per l'ateo il Nulla profuma di Dio.
Queste tue  due frasi sono da incorniciare.

Credenti, agnostici, atei: un campo con tensioni e scontri; frontiera mobile  dove ci sono persone che credono di credere e persone che credono di non credere. C'è l'ateo che a volte per interesse culturale sconfina nell'area della fede, e c'è il credente che ha il fervore missionario e vuol tentare di redimere l'ateo per proselitismo.

C'è il non credente che è molto interessato alla fede, ad una o più religioni, e tanti credenti che hanno una fede fragile, formale, solo di "facciata".

L'ateismo non è una "fede" e non si propone di fare opera di de-conversione, di de-cristianizzazione, o di altro.

L'ateo, se può, evita di discettare su Dio con un convinto credente, perché sarebbe un dialogo inutile, inconcludente. 
 
Ci sono atei che evitano il teismo, anche se sono interessati all'argomento, perché metaforicamente bloccati dall'alfa privativo, che forma la parola "a-teismo".

Ma tornando a Marcione, c'è da dire che egli credeva nell'esistenza di due  dèi: 

quello che si è rivelato sin dall'inizio con la creazione dell'universo e dell'umanità cominciando con Adamo ed Eva,
 
e il Dio Padre, che si è manifestato in suo figlio Gesù Cristo, mandato per salvare l'umanità; solo il secondo è il vero Dio. Questa bizzarra visione teologica induce Marcione a chiedere l'indipendenza del Vangelo dalla Legge mosaica.

Nel 2001 l'allora cardinale Joseph Ratzinger nella prefazione del libro "Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana" (elaborato e pubblicato dopo anni di lungo lavoro della "Pontificia Commissione Biblica")  rivendica nella tradizione dei Padri della Chiesa la centralità "della questione dell'unità interiore dell'unica Bibbia della Chiesa, composta di Antico e Nuovo Testamento". Analizza successivamente con riferimento ad Agostino, le posizioni di chi ritiene, disprezzando l'Antico Testamento, che il Messia non aveva bisogno della testimonianza dei profeti ebraici. Senza entrare nel merito della discussione dei testi di Marcione, Origene e Agostino, Ratzinger evidenzia che " ... senza l'Antico testamento, il Nuovo Testamento sarebbe un libro indecifrabile, una pianta privata delle sue radici e destinata a seccarsi". Riconoscendo poi che l'ermeneutica cristiana dell'Antico Testamento è molto diversa da quella del giudaismo.

Comunque per chi vuol saperne di più su Marcione e sul Marcionismo consiglio di leggere il libro titolato: "Marcione. Il Vangelo del Dio straniero";   fu scritto dal teologo e storico delle religioni Adolf von Harnack,  edito da Marietti.

Benedetto XVI riferendosi a questo testo di Harnack disse che "Marcione rappresenta ad un tempo la più grande minaccia, ma anche la più grande sfida lanciata alla dottrina cristiana e rappresenta ancor oggi un passaggio obbligato per il dialogo ebraico-cristiano".

Un altro libro interessante è"Il Vangelo di Marcione", edito lo scorso anno da Einaudi e curato da Claudio Gianotto e Andrea Nicolotti. Questo testo consente di entrare dentro questioni importanti per la storia della Chiesa e della teologia, e di capire meglio il processo di formazione dei vangeli e del canone cristiano nei primi secoli.
#858
Tematiche Spirituali / Re:Marcione, un eresiarca ?
27 Novembre 2020, 21:21:30 PM
Ciao Socrate, t'invito a rileggere  meglio  sia l'ottavo capoverso del mio secondo post, dove ho scritto in grassetto il versetto dell'evangelista Matteo (11, 25 – 27) sia il nono capoverso. Mi sembra di aver preceduto la tua domanda.

CitazioneLe profezie dell'AT hanno un doppio livello di lettura, esse si riferiscono sia al contesto storico immediato in cui furono dette, ma prefigurano comunque la figura di Cristo.

Ovvio, come sempre le profezie hanno il "doppio livello di lettura", quella per i creduloni e quella per chi ne sa qualcosa.

Oltre i beneamati "Padri della Chiesa"  ci furono anche altri  a manipolare gli antichi testi. Lo sai  che i vangeli canonici furono  redatti in maniera definitiva nel III secolo, e più mani intervennero su di essi, anche per inserire  a posteriori delle parole adatte a far dire a Gesù delle frasi che forse non disse.

Citazionenell'Antico Testamento Dio mostrò maggiormente il suo lato duro e apparentemente crudele poiché prima della venuta di Cristo l'umanità viveva immersa nel peccato e quindi era necessario che Dio mostrasse una severità maggiore nel rivelarsi,

Il tuo Dio dell'Antico Testamento era crudele non solo perché l'umanità viveva immersa nel peccato (umanità ? meglio limitare al popolo denominato Israele) ma perché era politeista. Numerosi studiosi affermano che solo dopo molte incertezze e compromessi con le pratiche religiose dei popoli confinanti gli Ebrei  decisero di venerare un unico Dio, Yahweh: un Dio 'geloso' che non consentiva al suo popolo di adorare altre divinità.

CitazioneSecondo te invece chiunque è cattolico e segue la Chiesa sembra che sia un ignorante ingenuo e anacronista, degno più che altro di commiserazione se non di derisione.

Socrate i tuoi pregiudizi e il tuo fanatismo religioso t'inducono a fare illazioni sbagliate.

Mi sembra di aver  soltanto detto che sarebbe stato meglio se avesse vinto la tesi di Marcione e la sua scelta di un Nuovo Testamento disancorato dall'Antico Testamento.

Marcione non ammette alcuna continuità tra l'AT e il Nuovo Testamento, nega che l'AT sia una prefigurazione sistematica del Nuovo Testamento.

Secondo Marcione l'Antico Testamento ci presenta un Demiurgo del mondo che si comporta come il più capriccioso dei tiranni e che proclama la legge dell'odio tra i suoi sudditi: occhio per occhio, dente per dente. Questo Demiurgo ha tutte le caratteristiche di un essere inferiore, ed egli le ha trasmesse al mondo e all'uomo, "sua creatura", infelice.

Il  cristianesimo che attualmente conosciamo si basa sulle conclusioni del concilio di Nicea del 325 ma trae le sue origini dalla diatriba tra la parte della comunità cristiana che poi sarà definita ortodossa e le correnti eterodosse definite eretiche.

In definitiva tutto il cristianesimo odierno, dai cattolici ai testimoni di Geova si basa sulla concezione risultata vittoriosa della continuità tra l'AT ed il NT, concezione che presenta il NT, e quindi il messaggio cristico, come il completamento della Legge del VT.

Quindi nessuna contrapposizione per i cristiani tra YHWH degli Ebrei  ed il Padre di Gesù:  YHWH è il Padre di Yeshùa, Yeshùa è YHWH.  Tutti i cristiani attuali si riconoscono in questa verità che è incompatibile con la visione di Marcione e anche con quella degli gnostici.

Gesù era rispettoso delle leggi del suo popolo, ma le interpretava diversamente; il suo punto di riferimento non era la lettera del precetto, ma il bene dell'uomo. Per amore all'uomo non esitava a violare anche il sabato, per esempio, che pur era una parte importante della Legge.

Ecco un esempio di come Gesù  non  seguisse la Legge:

Mose aveva detto "Tutti i popoli della terra ti temeranno; il Signore ti concederà abbondanza di beni; ti metterà in testa e non in coda e sarai sempre in alto e mai in basso" (Dt 28,10-13). Invece Gesù proclamava beati i poveri, i perseguitati, gli oppressi, quindi diceva l'esatto contrario di quello che aveva detto Mosè, specialmente là dove annunciava per chi lo avesse seguito, sofferenza e persecuzioni. Il suo messaggio era in aperto contrasto con le Scritture, quindi con la Legge.

Marcione interpretando il teologo Paolo di Tarso era convinto che il messaggio di Gesù fosse antitetico al giudaismo e che il suo Dio non fosse Yhwh, ragion per cui il cristianesimo nulla avrebbe dovuto avere che fare con il VT. Ma se il pensiero di Marcione era questo, rimane il problema delle frasi attribuite a Gesù nei Vangeli, frasi che se vere evidenziano un pensiero opposto alla interpretazione di Marcione.
#859
Tematiche Spirituali / Re:Marcione, un eresiarca ?
27 Novembre 2020, 07:53:18 AM
/2

Nel 2° secolo circolavano molti scritti titolati Vangelo, Atti o Lettera rivendicando la paternità di un apostolo, ma alcuni soltanto di quei testi poi trovarono accoglienza nella catechesi o nella predicazione.

Verso la fine di quel secolo nelle comunità cristiane divenne abituale denominare "Nuovo Testamento" l'insieme degli scritti scelti come riferimento importante per la loro fede.

I primi cristiani non ebbero subito l'idea di associare i loro testi alla Bibbia degli israeliti ma comunque erano intrisi di riferimenti alla religione, tradizione e cultura ebraica, anche perché quello era il mondo in cui vissero Gesù di Nazaret e i suoi apostoli in Palestina.

Per distinguere i loro libri dalla Torah e dai profeti cominciarono a definirli "Nuovo Testamento".

La parola "Testamento" è la traduzione della parola greca usata per rendere il concetto di patto, l'alleanza del popolo ebraico con Dio, integrata e superata nell'avvenimento di Gesù Cristo, considerato dai cristiani il messia atteso, l'incarnazione di Dio, che stabilisce una nuova e definitiva alleanza.

Il Nuovo Testamento è innestato su quello Antico, ma questo viene interpretato dai cristiani come annuncio e cammino verso il Nuovo.

Nei primi  anni della nostra era con ardita immaginazione alcuni dotti credenti  cristiani estrapolarono frasi dalle profezie, scritte da autori diversi in diversi secoli, che prefigurano l'arrivo del Messia, per avallare la loro convinzione su Gesù Figlio di Dio e Dio stesso che si è fatto uomo per redimerci, "salvarci".

Comunque il Dio dell'Antico Testamento è anche il Dio del Nuovo Testamento. Infatti "In quel tempo Gesù disse: 'Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.  Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare" (Matteo 11, 25 – 27).

Jesus viene considerato il "ponte" che collega il Vecchio al Nuovo Testamento. I cristiani dicono che non si può capire il Dio del Vecchio Testamento, senza la rivelazione cristiana, perciò ogni giorno durante la Messa, viene prima letto un brano dell'Antico e poi  del Nuovo. E tutto come autentica "Parola di Dio".

Dopo 18 secoli debbo dire che Marcione aveva ragione. Se avesse vinto la sua tesi di distinguere l'Antico dal Nuovo Testamento, oggi la Chiesa cattolica non si troverebbe in affanno, non cercherebbe di affermare continuamente che "Dio è amore" tacendo le malefatte del Dio violento, o meglio indifferente al destino umano.

Con l'emancipazione delle masse dall'ignoranza, con la conoscenza di come stanno le cose, la Chiesa è costretta sulla difensiva, cerca di far credere l'inverosimile, e perde continuamente seguaci.
#860
Tematiche Spirituali / Marcione, un eresiarca ?
26 Novembre 2020, 18:24:27 PM
Se nel II secolo Marcione  invece di considerarlo eresiarca avessero accettato la sua tesi sull'esistenza di due divinità, il Dio degli Israeliti e il Gesù-Dio dei cristiani, forse non avremmo avuto nei secoli successivi la persecuzione degli Ebrei da parte dei cristiani, ma due religioni conviventi in modo pacifico, se si crede possibile la convivenza tra religioni e non la sopraffazione dell'una sull'altra per motivi di potere e di numero di seguaci.

Per Marcione c'è differenza tra IHWH degli Israeliti e il Dio Padre di Gesù Cristo, tra il dio autoritario, vendicativo e giustiziere dell'Antico Testamento, e il Dio dei Vangeli, un Padre buono e misericordioso.

Marcione rifiutava completamente la  tradizione ebraica e l'Antico Testamento, interpretandolo alla lettera e identificando nel Dio d'Israele una divinità malvagia  che punisce, un Dio crudele e dispotico, mentre interpretava in modo diverso gli insegnamenti di Gesù, ritenendo che il Dio predicato da Cristo è un Dio d'amore e pace, incline alla misericordia e al perdono, divinità diversa da quella d'Israele.

Nell'encliclica "Dives in misericordia" il pontefice Giovanni Paolo II tentò di chiarire  il rapporto tra giustizia e misericordia.

"Thèos agàpe estìn": "Dio è amore" (per chi ci crede) afferma l'evangelista Giovanni nella prima lettera a lui attribuita.

Nel quarto capitolo della lettera giovannea i versetti da 7 a 12 sono una guida dell'amore cristiano. Il verbo "amare" e i suoi derivati risuonano tredici volte in poche righe.

L' amore nella visione di Giovanni si presenta con due dimensioni  che s'intersecano: la prima è quella "verticale" ed è la fondamentale: l' amore è da Dio (per definizione "Dio è amore"); la seconda dimensione è "orizzontale" e nasce dalla precedente: se Dio ci ama, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

Tornando a Marcione, per sostenere  la sua dottrina raccolse il primo canone cristiano di cui si ha notizia, che comprendeva dieci lettere di Paolo di Tarso e il Vangelo di Luca, epurato di alcune parti, perciò detto "Vangelo di Marcione"; nel contempo respinse completamente la Bibbia ebraica.

Se fosse riuscito a far accantonare il Vecchio Testamento, successivamente si sarebbe dovuto  depurare il Nuovo Testamento dai molti riferimenti all'Antico.  Per la comunità cristiana di Roma ciò era inaccettabile. Con la sua teologia e interpretazione del Vangelo Marcione rischiava di minare la coesione e le basi stesse della Chiesa.  Le sue idee furono bocciate come eretiche e conseguentemente nel 144 fu espulso dalla Chiesa di Roma.

Comunque i suoi insegnamenti furono rilevanti nel cristianesimo  del II secolo e continuarono ad essere  influenti fino al V secolo. Essi  furono considerati come una notevole minaccia dai Padri della Chiesa, in particolare da quella di Roma, che poi emerse vittoriosa nella lotta contro le altre correnti dei primi secoli per essere confermata nel concilio di Nicea (325), anche con l'aiuto dell'imperatore Costantino I. 

Nulla rimane dei libri dei marcioniti e la loro memoria è stata a lungo offuscata.
#861
Ciao Freedom. A me non sembra che gli atei considerino la non esistenza di Dio una evidenza ma una convinzione razionale.

Dio e la sua "corte di santi e beati" non si occupano delle vicende umane, invece molti credenti sono rimasti ai tempi delle deità dell'Olimpo, che venivano invocati e propiziati con doni, sacrifici animali ed offerte. 

E' ateo chi non crede nell'esistenza di divinità,  invece molti cristiani ed altri  sono convinti al 100% dell'esistenza di Dio col suo corollario.

Purtroppo la loro granitica certezza, la loro verità  al 100%  (secondo quanto insegna la Chiesa) la vogliono diffondere erga omnes con spavalderia. Gli atei non fanno proselitismo.

Quando i cristiani si decideranno ad avere dubbi e far scendere al 50% la loro convinzione si potrà riaprire il "cortile dei gentili" per il dialogo con i non credenti.

La loro certezza deriva dalla lettura dei testi cosiddetti "sacri", che credono ispirati da Dio, secondo quanto insegnato loro dalla Chiesa cattolica e da altre Chiese. Per l'ateo quei testi furono invece scritti e riscritti da dotti rabbini, non per ispirazione divina, né sotto dettatura di Dio.
#862
Percorsi ed Esperienze / Re:Castalia
20 Novembre 2020, 15:55:02 PM
Buonasera Ipazia, come ringraziamento per avere illuminato anche me ti offro un virtuale tè pomeridiano in questo "bar dei filosofi" dipinto da Raffaello Sanzio.


Raffaello Sanzio, Scuola di Atene, 1509-1511, Musei Vaticani


(Filosofi, va bene, però mi piace immaginarli anche maldicenti, mentre si denigravano l'uno con l'altro sul sapere filosofico, come avviene in qualsiasi "bar dello sport" quando si parla dei risultati delle partite di calcio.
#863
Percorsi ed Esperienze / Re:Castalia
18 Novembre 2020, 18:07:20 PM
Grazie Phil e grazie Dante. Ho letto la trama del romanzo "il gioco delle perle di vetro", scritto da Hermann Hesse, ed ho capito l'allusione di Ipazia agli "illuminati di Castalia".



Nella trama ha un ruolo importante l'immaginario gioco con perle (palline) di vetro,  per rappresentare combinazioni astratte, ma non vengono spiegate le regole del complicato ludus, basato  su una sintesi dello scibile umano. I giocatori  devono stabilire relazioni fra soggetti apparentemente lontani fra loro, per esempio, un  concerto di Bach e una formula matematica.

In questo romanzo il fantastico fa da sfondo alla visione utopistica di una comunità spirituale, che unisce ascetismo e attività quotidiana  nella immaginaria regione di Castalia, protetta da mura che la isolano dal mondo esterno. 

Personaggio principale del romanzo è Josef Knecht. Da bambino per le sue doti intellettuali  viene notato dal maestro di musica,  che lo aiuterà  e gli consentirà di venire ammesso in Castalia oltre ad avere accesso fin da giovane alle scuole che formano "l'élite" dei giocatori di perle.

La natura dell'animo di Knecht colpisce i suoi insegnanti e i suoi amici, generando fiducia. In pochi anni al giovane studente gli vengono riconosciuti dei meriti  e affidati incarichi diplomatici importanti per la piccola comunità. Inoltre, viene nominato "Magister Ludi", la più importante onorificenza raggiungibile a Castalia, e con essa si accompagnano notevoli impegni e doveri che vengono svolti da  Josef in maniera esemplare.

Con il trascorrere del tempo Josef si convince che l'isolamento sociale non va bene, desidera tornare a vivere fuori da Castalia, desidera la libertà dopo i tanti anni dedicati a svolgere il ruolo di Magister. Vuole insegnare la musica a giovani studenti. Rinuncia alla prestigiosa carica,  rompendo una tradizione secolare e creando non poco scompiglio nella comunità, dove proprio grazie alle premonizioni di Knecht si inizia a intravedere un periodo di decadenza, che porterà all'inevitabile fine di questo pezzetto di mondo, che troppo si era astratto e arroccato su posizioni che nulla potevano contro  i cambiamenti epocali.

Josef abbandona la comunità e si  dedica all'insegnamento come precettore dell'adolescente di nome Tito, figlio problematico di un suo vecchio amico.

Ma la vita quotidiana fuori dalla protettiva regione di Castalia lo coglie impreparato. Dopo aver assaporato la bellezza e l'euforia della ritrovata libertà, Knecht perde la vita inseguendo il ragazzo in una sfida di nuoto nel freddo lago di Belpunt.
#864
Percorsi ed Esperienze / Re:Castalia
18 Novembre 2020, 15:46:58 PM
Buon pomeriggio Phil.

Ti ringrazio per avermi segnalato la Castalia del romanzo di Hermann Hesse. 

Avrei bisogno  anche di un chiarimento sul significato della proposizione scritta ad Ipazia:

CitazioneAnche una "verità senza sentieri" ha le sue contraddizioni e nella miglior ipotesi creerà una Castalia di illuminati più o meno prodotti in serie, unica alternativa a tante verità anarchiche

Stavo pensando di chiederlo a lei tramite posta privata, ma il tuo post Phil m'incoraggia a chiederlo nel forum, con la speranza che Ipazia non si offenda.  Debbo pensare che la Castalia citata da Ipazia si riferisca al romanzo di Hesse ?

Il chiarimento può indurmi a percorrere altri sentieri d'altura, ad inerpicarmi su crinali taglienti in un territorio accidentato e di frontiera per scoprire altri significati collegati a Castalia.
#865
Percorsi ed Esperienze / Castalia
18 Novembre 2020, 11:23:42 AM
Nel topic dedicato alla "Spiritualità atea" c'è il post n. 17, di Ipazia, la quale ha fra l'altro scritto
CitazioneAnche una "verità senza sentieri" ha le sue contraddizioni e nella miglior ipotesi creerà una Castalia di illuminati più o meno prodotti in serie,

Castalia ?  Chi era ? Qualcuno di voi si è fatto la stessa domanda o sapete chi è ?

Io ho cercato di saperlo. Vi offro il resoconto. Accettatelo come se fosse un caffè virtuale.

Per la mitologia greca Castalia era una ninfa amadriade, come tale viveva all'interno di un albero.

Il dio  Apollo si innamorò di lei, voleva concupirla, ma ella fuggì  e si suicidò gettandosi in una sorgente nel canyon tra le rupi Fedriadi del massiccio montano Parnaso, sacro ad Apollo e a Dioniso.

Secondo una variante della leggenda, Apollo la tramutò poi in una fonte nel Parnaso da cui scaturiva un'acqua capace di ispirare versi poetici in chi la beveva.

In quell'area ci sono i resti di due antiche fonti alimentate dalla sorgente:

quella arcaica, d'inizio VI sec. a. C., citata da  Pindaro ed Erodoto;


e quella di epoca  ellenistica o romana, forse del I sec. a. C., che  è circa 50 metri sopra la fonte arcaica.



resti della fonte arcaica


la fonte di epoca romana. Nella roccia si vedono delle nicchie. Venivano usate per depositare i doni votivi di chi si recava nel vicino santuario di Delfi.

La fonte di Castalia è citata come un luogo riguardante Apollo e il suo oracolo. L'acqua veniva usata per la purificazione rituale delle pizie e dei sacerdoti dell'oracolo. Inoltre, si purificavano nella fonte coloro che chiedevano un consulto all'oracolo.



Lucas Cranach il Vecchio, "Ninfa alla fonte", 1530-1534  circa, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza.

Qui l'artista ci mostra una mitica figura distesa in un bosco vicino una sorgente.
La posa della fanciulla distesa nel paesaggio evoca le figure di Venere.

La scritta che si vede in alto sulla sinistra  è un'ammonizione in lingua latina:  "Fontis nympha sacri somnum / ne rumpe. Quiesco" (= "Io, ninfa della fonte sacra, dormo. Non interrompete il mio sonno") .
#866
Estratti di Poesie d'Autore / Re:Covid e libertà
14 Novembre 2020, 10:21:47 AM
Debbo dire che non sono d'accordo con  quanto afferma Steiner nella prima strofa.

Posso non aver paura di  scontrarmi al semaforo e ignorare il  segnale rosso; ma questa mia libertà non può inficiare il diritto altrui di passare col verde e sentirsi al sicuro.


Le limitazioni alla libertà personale conseguenti al Covid sono incentrate su questo aspetto di interazione con gli altri, visto che siamo i veicoli del virus.

Nessuno toglie la libertà  di fumare in casa o all'aperto, ma impedisce di fumare in luoghi chiusi, dove il fumo passivo s'impone anche a chi non vuole, producendo un danno per la salute, che il fumatore attivo decide di ignorare.

https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/25176314/alessandra-ghisleri-giuseppe-conte-se-non-rispetti-gente-questa-ti-viene-prendere-sotto-casa.html
#867
Estratti di Poesie d'Autore / Covid e libertà
13 Novembre 2020, 21:51:04 PM

In questo tempo di  "distanziamento sociale" e di "confinamento sociale" causa Covid vi propongo la lettura di un testo titolato "Forgiando l'armatura", attribuito al filosofo ed esoterista Rudolf Steiner (1861 – 1925). Egli invita a non farsi affliggere, a non farsi condizionare dalla paura,  nel nostro caso dal contagio.
 
"Forgiando l'armatura"

"Mi rifiuto di sottomettermi alla paura
che mi toglie la gioia della libertà,
che non mi lascia rischiare niente,
che mi fa diventare piccolo e meschino,
che mi afferra,
che non mi lascia essere diretto e franco,
che mi perseguita e occupa negativamente la mia immaginazione,
che sempre dipinge cupe visioni.

Non voglio alzare barriere per paura della paura.

Io voglio vivere e non voglio rinchiudermi.

Non voglio essere amichevole per paura di essere sincero.

Voglio che i miei passi siano fermi perché sono sicuro
e non per coprire la paura.

E quando sto zitto,
voglio farlo per amore
e non per timore
delle conseguenze delle mie parole.

Non voglio credere a qualcosa
solo per paura di non credere.

Non voglio filosofare per paura
che qualcosa possa colpirmi da vicino.

Non voglio piegarmi
solo per paura di non essere amabile,
non voglio imporre qualcosa agli altri
per paura che gli altri possano imporre qualcosa a me;
per paura di sbagliare non voglio diventare inattivo.

Non voglio fuggire indietro verso il "vecchio"
per paura di non sentirmi sicuro nel "nuovo".

Non voglio farmi importante
perché ho paura di essere altrimenti ignorato.

Per convinzione e amore
voglio fare ciò che faccio
e smettere di fare ciò che smetto di fare.

Dalla paura voglio strappare
il dominio e darlo all'Amore.

E voglio credere nel Regno
che esiste in me.
#868
Tematiche Spirituali / Re:Spiritualità atea
12 Novembre 2020, 11:41:12 AM
InVerno ha scritto
Citazione  [ritengo stucchevoli i tentativi di ergere l'ateismo oltre a ciò che è, con dei "calendari di santini atei\laici", e di crearne davvero una posizione religiosa, e dando perciò legna da ardere a quelli che sostengono che l'ateismo altro non sia che "un altra fede". L'ateismo non è una posizione che si raggiunge, al massimo è una posizione a cui si ritorna: tutti i bambini del mondo nascono "atei" e tali rimangono a meno che non incontrino per imposizione la religione in voga nella regione. L'esistenza dell'ateismo, se considerata come una posizione filosofica ragionata, è di per se sufficiente a fornire prove logiche della non esistenza di Dio concepito come puro amore (argomento di J.L. Schellemberg e Theodore Drange) ma ancora è considerata in questi come una "eventuale posizione filosofica dell'adulto umano",  quando invece è la posizione filosofica di partenza di ogni nuovo nascituro sulla terra che continua fino in età adulta se esso ritiene di non aver trovato prove sufficienti a maturare diversa opinione, e quindi parafrasando il loro argomento "Se Dio esiste ed è amore puro, ogni nascituro crederebbe in esso, senza necessità di condizionamenti esterni"

Ciao Inverno, ma è normale che in questo forum ciò che scrivono gli "atei" è  "stucchevole" ? Oppure come ha scritto Freedoom nel precedente topic
CitazioneSono certo tutti concordiamo sulla noia mortale, sulla stucchevole e immensa rottura di scatole che ogni serio ricercatore subisce a sentire ripetere la stessa manfrina ogni tre per due

Invece ciò che scrivono i cosiddetti "credenti" (a modo loro) è interessante ed è la verità, l'unica verità ?

Per quanto mi riguarda i credenti possono credere in ciò che vogliono, ma non devono salire sul piedistallo per giudicare in modo negativo chi non crede nell'esistenza delle divinità. Devono avere l'umiltà di essere possessori della "verità" solo al 50%, l'altra metà spetta agli atei.

Dove sono in questo forum i "calendari di santini atei\laici" ?

E' passata la moda del Dio è amore. Nel tempo la Chiesa per sopravvivere riesce sempre a trovare slogan per fare proseliti.

Ora torno nella spiritualità. Per sperimentarla non è necessaria una religione. Serve all'individuo  per meditare, riflettere sul significato della vita e della morte, sull'universo, sulla Natura.  Il percorso spirituale aiuta a conoscersi meglio. Invece la religione indica un tipo di ricerca esteriore, formale, mentre per la spiritualità la ricerca dell'Assoluto avviene nel proprio intimo.
#869
Riflessioni sull'Arte / Re:Galatea e Aci
12 Novembre 2020, 09:56:54 AM
/2

Il mito narra che Galatea  era innamorata del giovane  pastore Aci, ma della ninfa  era "invaghito" anche il ciclope Polifemo. 

Un giorno  il ciclope sorprese insieme i due giovani amanti.  Il geloso Polifemo, adirato,  lanciò  un  macigno contro Aci, uccidendolo.

Il dio Poseidone, commosso dal dolore di Galatea trasformò il sangue del ragazzo in un corso d'acqua, che venne chiamato Aci: scendeva dall'Etna e giungeva al mare.  Oggi scorre sotterraneo nei pressi di Acireale.

In provincia di Catania, alle falde  vulcano nove toponimi  ricordano il mito: Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Catena, Aci Platani (frazione di Acireale)  Aci San Filippo (frazione di Aci Catena) Aci Sant'Antonio, Aci Santa Lucia (quartiere di Aci Catena), Aci Trezza (frazione di Aci Castello).

Ad Acireale, nella Villa Belvedere, c'è un gruppo scultoreo che raffigura  Galatea disperata vicino al corpo di Aci.


Rosario Anastasi, "Aci e Galatea", Villa Belvedere, Acireale. La ragazza col braccio destro sollevato inveisce contro Polifemo che ha ucciso Aci.


Acireale, ingresso principale di Villa Belvedere, dalla quale si può scorgere Taormina e la  montagna dell'Etna.



Antoine-Jean Gros, "Aci e Galatea",  1833, Chrysler Museum of Art, Norfolk, Virginia
I due giovani amanti si nascondono in una grotta per fuggire da Polifemo, che si vede su uno sperone roccioso al di fuori della spelonca.  Alcune ninfe, compagne di Galatea,  sono nel mare.
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Riflessioni sull'Arte / Galatea e Aci
12 Novembre 2020, 09:53:52 AM
Galatea e Aci, due personaggi della mitologia greca che evocano il Mar Ionio, le falde dell'Etna, nove toponimi nel catanese, ma anche Roma e la Villa Farnesina dove è raffigurato in affresco parietale il mito ovidiano.



Roma, Villa Farnesina.  In questo edificio c'è l'affresco raffaellesco "Trionfo di Galatea".

La dimora fu costruita dal 1506 al 1512  su progetto dell'architetto e pittore Baldassarre Peruzzi per il ricchissimo banchiere senese  Agostino Chigi.

All'epoca il complesso edilizio era denominato "Villa Chigi".

Con la morte del banchiere, nel 1520, la villa decadde e venne depauperata degli arredi e delle opere d'arte. Nel  1580 fu acquistata dal cardinale Alessandro Farnese e fu denominata "Villa Farnesina".



Il giardino all'italiana che completava la villa è stato molto alterato nel tempo.

Nel  1884 l'apertura del  Lungotevere comportò la distruzione di una parte dei giardini e della loggia sul fiume.

Dal  1927 l'edificio appartiene allo Stato italiano, che l'ha fatto restaurare. E' sede dell'Acccademia Nazionale dei Lincei, ma è visitabile.



La loggia serviva da palcoscenico per le feste e le rappresentazioni teatrali organizzate dal proprietario.
Per la decorazione interna Agostino Chigi chiamò i migliori artisti del tempo per eseguire negli spazi interni cicli di  affreschi.


Una delle sale contigue alla loggia è la "Sala di Galatea", con archi aperti sul giardino, che vennero chiusi nel  1650.
La sala deve il nome all'affresco di Raffaello Sanzio, che dipinse il "Trionfo di Galatea"







Roma, Villa Farnesina, "Sala di Galatea", nel riquadro sulla sinistra, sopra la porta d'ingresso, è raffigurato Polifemo, dipinto dal pittore veneziano Sebastiano del Piombo (1512 – 1513); invece sulla destra è rappresentato il "Trionfo di Galatea", la bella ninfa fu raffigurata nel 1512 circa da Raffaello circondata da tritoni, nereidi e amorini.



Sebastiano del Piombo, "Polifemo", Sala di Galatea
Il pittore raffigurò Polifemo nudo;  in seguito, per "decenza", parte del suo corpo  fu coperto con una specie di  body clothes di tonalità azzurra.


"Trionfo di Galatea"


Questo dipinto fu ispirato da un episodio nelle "Metamorfosi" di Ovidio.

L'affresco parietale mostra la bella ninfa Galatea fra tritoni, nereidi e amorini. La giovane è su una conchiglia che funge da  cocchio tirato da due delfini.

In alto, tre eroti con archi e frecce stanno per lanciare i dardi amorosi contro di lei. Un quarto putto, quasi nascosto da una nuvola,  tiene un fascio di frecce.



La scena si svolge in mare: Galatea è  l'unico personaggio in piedi.  indossa una veste rossa, gonfiata dal vento, simile a una vela; ha le braccia tese in avanti,  le sue mani sorreggono le briglie  che comandano due delfini che trainano sull'acqua il fantastico cocchio a forma di conchiglia, guidato dal putto alato Palemone. 

Guardando il dipinto,  sulla destra ci sono due suonatori, di cui uno è un  tritone;  sulla sinistra  è raffigurata una nereide col braccio destro sollevato mentre tenta di sottrarsi all'amplesso  di un tritone. 

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