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Messaggi - sgiombo

#856
Citazione di: everlost il 27 Gennaio 2019, 17:42:22 PM
Citazione di: sgiombo il 27 Gennaio 2019, 09:24:37 AM
NOn vorrei che il termine "razza" tenda ad essere abolito in quanto malinteso (dai razzisti) come spregiativo per sostituirlo con pseudoeufemismi, che poi si logorano riacquisendo, presso chi ha la coda di paglia, gli stessi connotati negativi dei termini che sostituiscono.

Esattamente come il termine "negro" presso chi in fatto di razzismo (cioé presunzione di congenite superiorità e inferiorità e non di differenze non quantificabili fra i gruppi umani) ha la coda di paglia é stato sostituito dai ridicoli "di colore" o "nero" (fino al prossimo pseudoeufemismo).
Non vorrei contraddirti, però sinceramente non mi pare questione di coda di paglia.
Sono i "negri" a offendersi di brutto se li chiami così! Non vogliono neanche sentirsi definire "di colore" o "nero", l'unico termine che accettano in America è "afroamericano". Qui da noi perciò si dovrebbe dire afroitaliani, afrotedeschi secondo il luogo in cui vivono.  Se non li vuoi vedere imbufaliti...
Citazione
NOn credo che andrò mai negli USA (per lo meno finché resterà in vigore l' obbligo di firmare una dichiarazione di "amore e fedeltà" al loro paese e di fatto ai loro governi (tutti, "democratici" e repubblicani" ugualmente)  criminali, guerrafondai, golpisti in tutto il mondo (e finché resterà aperto il lager di Guantanamo: -campa cavallo!- perché la stupidità degli sbirri di tutto il mondo é arcinota: gli può magari passare sotto il naso Bin Laden e gli danno un' amichevole pacca sulla spalla, ma magari si accaniscono conto un inerme cittadino cui piace semplicemente dire ciò che pensa).

Comunque se mai dovesse succedere, colà terrò conto dei tuoi suggerimenti.
Nella mia Italia, anche se loro (quasi tutti, bianche e negri con pochissime lodevolissime eccezioni di entrambi i colori) credono di essere i padroni del mondo,  pretendo che eventuali ospiti statunitensi (bianchi o negri che siano) rispettino il significato che le parole italiane hanno nei dizionari italiani (a meno che si tratti di energumeni...).



Lo so, ti pare eccessivo. Potresti obiettare che noi non ci offendiamo ad essere chiamati "bianchi", però c'è una piccola differenza: il colore chiaro della pelle finora non è stato mai considerato in senso dispregiativo, anzi in un passato recente era segno distintivo di qualità e bellezza raffinata. Fino a pochi anni fa, nessuno usava l'aggettivo "bianco" come insulto, se mai come complimento. Al contrario di "negro", "nigger" e "negher". :-X
Citazione
Non certo da parte mia (non ho code di paglia).




Elisabetta I si spalmava di biacca per avere un volto cereo e lunare, molte dame anche nostrane nel settecento lo facevano, le giapponesi odierne hanno il mito del bihaku (bel candore). Forse perché i dominatori e le loro mogli avevano la pelle chiara,  come gli aristocratici che, non trascorrendo le giornate nei campi come i contadini, rispetto a quelli potevano vantare un'epidermide meno arsa dal sole.
Citazione
Allo stesso modo mi dicono che il presentatore televisivo Carlo Conti sta ore e ore sotto la lampada a raggi ultravioletti per scurirsi la pelle (a rischio di beccarsi un melanoma).



CitazioneIo continuo imperterrito a dire "negro" perché per me non é mai stata una parolaccia).

O i termini "cieco" e "handicappato", presso chi in fatto di handicap ha la coda di paglia sono sati sostituiti da "non vedente" e "disabile", poi "diversamente abile" ...fino al prossimo pseudoeufemismo. Io continuo imperterrito a dire "cieco" e "handicappato" perché per me non sono mai state parolacce.
Prego, fa' pure...ma non ti lamentare se poi ti arriva qualche pugno in faccia!  ;D
Ah già, per tua fortuna non frequenti la scuola dell'obbligo...magari se parli con tua moglie ti racconterà cosa succede con certi genitori e colleghi un po' intolleranti.   :o
Citazione
NOn sono una mezzasega e so difendermi (nè sono così scemo da sfidare due o tre energumeni per volta anche se sono loro nel torto marcio: non vale la pena).
#857
Tematiche Filosofiche / Re:Esiste l'immateriale?
27 Gennaio 2019, 17:46:58 PM
Citazione di: Apeiron il 27 Gennaio 2019, 12:13:32 PM
@cvc,

ritengo che l'immateriale (inteso come ciò che 'non è fisico') esista. E che la 'prova' che qualcosa di 'immateriale' esista è semplice. Abbiamo un'esperienza soggettiva. Ovvero, 'proviamo' qualcosa. Dunque, almeno la nostra coscienza esiste e quindi almeno una 'cosa' è 'immateriale'.
A meno che non si accetti l'elimativismo (alla Dennet, se non erro) per il quale la coscienza semplicemente non esiste e che quindi l'unica cosa da scoprire sono i comportamenti che possono essere descritti 'oggettivamente', c'è il cosiddetto problema difficile della coscienza ("hard problem of consciousness", espressione introdotta, se non ricordo male, da Chalmers). In pratica, come si spiega che si 'provi qualcosa' scientificamente se la scienza si occupa di qualcosa che è 'oggettivo' (o almeno, 'inter-soggettivo')? In sostanza, il problema difficile della coscienza sembra indicare che non è possibile spiegare la coscienza (il fatto che 'si provi' qualcosa) in termini puramente oggettivi.

Personalmente, ritengo che l'eliminativismo sia una posizione assurda. Infatti, se conosciamo una 'realtà oggettiva' la conosciamo, appunto, tramite la nostra esperienza soggettiva. Dunque, se è illusoria la nostra esperienza soggettiva deve essere anche illusoria la conoscenza di una tale 'realtà oggettiva'. Quindi, quello che sostiene l'eliminativismo mi sembra una completa assurdità.

Una domanda però: perché ritieni che ciò che non è 'materiale', debba essere immutabile? Secondo me non è necessario che sia così. Infatti, personalmente, non credo che la 'mente' sia qualcosa di immutabile (non dico che non ci possa essere qualcosa di immutabile ed immateriale, ma non capisco perché ciò che è immateriale deve essere immutabile).  


Concordo.
E, se posso permettermi, confermo circa l' eliminativismo di Dennett (e dei Churchland) e il problema difficile di Chalmers (che apprezzo molto).

Per risponderti nell' altra discussione anche a me, pur essendo pensionato (alla faccia dei governi e dell' EurOOOOOOOOOOpa!) serve tempo.



Ciao!
#858
Per me si tratta di ben altro che di "particolari"!
#859
Citazione di: Ipazia il 27 Gennaio 2019, 16:16:05 PM
Il significato del "non fingo ipotesi" di Newton è: non costruisco teoremi arbitrari su quello che non so. Non li spaccio per paradigmi.

Sul tempo concordo con viator: esso è parametro fondamentale per i viventi, ma non per il mondo inanimato di cui si occupa la fisica. Se vogliamo fissare l'universo in una funzione fisica totalizzante (parmenidea  ;D )  possiamo fare a meno di f(t) . Questo è null'altro dice il fisico teorico Rovelli.

Concordo infine con Apeiron sul fatto che la scienza, indipendentemente da tutte le speculazioni filosofiche, deve considerare reale la sua materia di studio. A questo postulato dobbiamo i suoi miracoli. Ed anche alcuni misfatti. Errare humanum est. Ció che è diabolico è perseverare .

Il determinismo scientifico non va da 0 a infinito, ma da 2 a 3 poi 2-4, poi 1-4...Poi trova un sistema di calcolo diverso e riparte. Ma nel frattempo produce risultati tangibili e lascia la "verità incontrovertibile ", perché ci si scottino bene, ai filosofi  :P


Risponderò con più calma ad Apeiron

Qui mi preme rilevare:

Sul fatto che il tempo sarebbe parametro fondamentale per i viventi, ma non per il mondo inanimato di cui si occupa la fisica. Se vogliamo fissare l'universo in una funzione fisica totalizzante (parmenidea  ;D )  possiamo fare a meno di f(t) . Questo è null'altro dice il fisico teorico Rovelli., sono proprio curiosi di leggere Rovelli.
Se mi dimostrerà questa stupefacente (in maniera coerente con la sensatezza, non autocontraddittorietà della credenza nella conoscenza scientifica in generale, ovviamente) ci crederò.
Constato fin da ora che mi sembra x lo - problematico far coesistere in maniera logicamente corretta, sensata, il reale (x lo - nel suo apparire) divenire nel tempo esperito dai viventi con l' assenza di tempo e di divenire che sarebbe propria del mondo inanimato di cui si occupa la fisica (ma del quale fanno parte a pieno titolo uomini e animali cui attribuiamo una coscienza e dunque un divenire temporale)

Anch' io ho sempre concordato con tutti voi sul fatto che la scienza, indipendentemente da tutte le speculazioni filosofiche, deve considerare reale la sua materia di studio (e anche -per parte mia- presupporre determinate tesi indimostrabili come l' intersoggettività del mondo fenomenico fisico - materiale e il suo divenire ordinato, come insegnatoci dal mio sommo maestro): deve "fare il suo mestiere".


Il determinismo della scienza (anche a volerlo considerare semplicemente "metodico", sospendendo il giudizio sull' ontologia, ovvero evitando di interessarsi di filosofia) non può che essere esteso all' infinito: non avrebbe senso considerare non falsificata una teoria dalle adeguate osservazioni empiriche se quanto queste rilevano anziché essere conseguenza del divenire universalmente e costantemente ordinato (deterministico x l - d) senza limiti spaziotemporali proprio della natura materiale potessero in linea di principio anche essere contingenti (casuali) conseguenze di qualcosa che da distanza spaziotemporale infinita interagisce non deterministicamente (ma "miracolisticamente" in senso letterale") con ciò che appunto rileviamo empiricamente.
#860
Citazione di: Ipazia il 27 Gennaio 2019, 16:55:36 PM
Direi di più: mentre alcuni ebrei sono sopravvissuti al genocidio nazista al punto di poter fondare uno stato

Citazione
Purtroppo!
(Per parte mia).
E l' unico gravissimo errore di Stalin l' averlo favorito in misura determinante (nessuno é perfetto).

Ma non erano Ebrei qualsiasi, bensì Sionisti (che stanno agli Ebrei esattamente come i Nazisti stanno ai Tedeschi (e gli Arabi Palestinesi di oggi -e chissà fino a quando?- agli Ebrei dei secoli scorsi fino ad Aushcwitz compresa).
Checché millantino con una propaganda letteralmente "goebbelsiana" i cultori politicamente corretti del "giorno della memoria" e de  "la shoa" come fatto unico nella storia: mica un orrendo tentativo di genocidio come gli altri, ma invece assolutamente "unico" (sottinteso: avendo per vittima  non un popolo come gli altri, ma invece un popolo razzisticamente unico nella sua superiorità).


, ben più misera fu la sorte dei nativi nordamericani il cui genocidio, compiuto da democratici liberali con la Bibbia in tasca, rimane il più efficiente e impunito della storia umana.
#861
Citazione di: 0xdeadbeef il 27 Gennaio 2019, 16:14:27 PM
A Jacopus
No, riflettevo un pò in generale, e non mi riferivo particolarmente a te.
Senonchè, questo discorso dell'empatia/simpatia mi sembra un pò il nocciolo della questione; perchè effettivamente
se esiste un essere umano nel quale sono presenti questi naturali impulsi verso l'"altro" (l'amico Sgiombo si
spinge addirittura a definire la mancanza degli stessi "evidente patologia")
Citazione
NO, scusa, qui mi hai frainteso di brutto.

Non ho mai negato nell' uomo (contro-) tendenze antietiche assolutamente altrettanto fisiologiche delle tendenze etiche.

Ho solo affermato che di fatto tendenze etiche sono sempre presenti (anch' esse) salvo forse casi decisamente patologici.





, basterà lasciarli liberamente
esprimere affinchè non tutto sia lecito (e pur nell'inesistenza di Dio).
Citazione
No, occorrerà anche lottare per il progresso civile in una guerra dall' esito non scontato e senza esclusione di colpi da parte dell' avversario (di qui la mia avversione per i moralisti che pretendono di non sporcarsi le mani -o la coscienza immacolata- e la mia grandissima ammirazione per Machiavelli sul piano teorico e per Stalin anche su quello pratico).



Curiosissime, a parer mio, certe evidenti analogie con i dettami della filosofia anglosassone, che nella forma
politica del "liberalismo" teorizza appunto un mercato che si autoregola da sè e per il meglio (appunto se lasciato
"libero"). E del resto è evidentissimo che questa è esattamente la teoria morale teorizzata da Adam Smith...
Citazione
Da quanto appena più sopra ho accennato mi sembra evidentissima una opposizione "diametrale" fra liberalismo anglosassone e marxismo.
#862
Citazione di: Ipazia il 27 Gennaio 2019, 14:13:34 PM
Le armi di distruzione di massa hanno aumentato la quantità della barbarie umana, ma non necessariamente la sua qualità. La sorte riservata agli ebrei dalla cattolocissima Isabella non è molto diversa da quella di Hitler.


E anche quella riservata ai musulmani (e ben diversa da quella di cristiani e musulmani nella precedente spagna dei Mori: gli antenati di Baruch Spinoza erano vissuti e prosperati per secoli in Spagna prima che la "conquista" cattolica li costringesse a cercare scampo dall' annientamento con l' esilio nei Paesi Bassi).

Inoltre i numeri maggiori del sangue versato nel novecento andrebbero rapportati alla popolazione umana esistente nei vari secoli e alla potenza trasformativa (sia in senso costruttivo che distruttivo) dei mezzi a disposizione: i conquistadores spagnoli e i coloni portoghesi, inglesi e francesi  dell' America non disponevano della bomba atomica, ma non sono stati da meno degli yanqui dell' agosto 1945.

Quanto a crudeltà e malvagità "qualitativa" i torquemada dell' inquisizione non erano certo secondi a nessuno (hanno perfino inventato l' inferno come orribile supplizio di durata infinita, quale loro "ideale" di tortura).
#863
Citazione di: 0xdeadbeef il 27 Gennaio 2019, 11:42:56 AM
Citazione di: sgiombo il 27 Gennaio 2019, 10:44:06 AM
Ciao Mauro (Ox per chi ancora non o sapesse).


Francamente non credo proprio di compiere forzature, ma di constatare tendenze comportamentali umane innate (e ben spiegate -non: dimostrate essere vere- dalla biologia) di fatto (non "di diritto") universalmente diffuse nell' umanità (salvo evidenti patologie) nelle loro "grandi linee" e storicamente mutevoli "nei particolari e dettagli".
...sarà per il mio fortunatissimo ottimismo.

Ciao Sgiombo
Ci vuole davvero un grandissimo ottimismo per pensare ad universali tendenze comportamentali dell'uomo verso
l'empatia per i propri simili (addirittura "salvo evidenti patologie").
Perdonami l'irriguardoso e "blasfemo" accostamento, ma sembra di sentire la teoria morale del Reverendo Adam
Smith...
Beh, se è così, cioè se l'uomo è "homo homini deus", l'evoluzione avrebbe dovuto condurre ad un evidente
progresso morale, ma così chiaramente non è.
Non che io, all'opposto, pensi che l'uomo sia "homo homini lupus". No, penso che sia una questione di "misura",
e che l'uomo non abbia una "natura" ben definita (come invece hanno gli animali); piuttosto che la "natura"
dell'uomo sia la capacità di "fare cultura".
Dovessi insomma dire in due parole cos'è l'uomo nella sua "essenza" mi dichiarerei d'accordo con il "primo"
Heidegger: "l'esserci- dell'uomo nel mondo - progetta il suo essere in possibilità".
E questa "possibilità"; questo "progettare" che caratterizza l'uomo, il quale non è "in sè" né buono né cattivo.
saluti

L' umo é homini homo, né necessariamente lupus né necessariamente deus.
Dipende dalle circostanze lato sensu ambientali (naturali e culturali; macro- e micro- sociali e per certi versi anche individuali) e dal fatto che a seconda dei casi esse favoriscono in varia misura il prevalere delle tendenze comportamentali etiche o delle (contro-) tendenze antietiche.
 
E a dimostrare che le credenze religiose o meno con tutto ciò c' entrano assai poco sta il fatto del tutto evidente che era esattamente così anche quando Dio era "vivo e vegeto".
O sei talmente pessimista da credere che fino a tre - quattro secoli fa vivevamo in un età dell' oro in cui homo homini deus per poi essere precipitati, in seguito alla morte di Dio, in' epoca di barbarie mostruosamente sanguinosa?
 
Oggi l' uomo può fare sia tantissimo più bene che tantissimo più male che prima dello sviluppo industriale semplicemente perché in generale può fare tantissimo di più: ha mezzi molto più potenti di prima che può usare sia a fin di bene che a fin di male.
Concordo infatti che l' uomo non ha infatti "natura" ben definita (come invece hanno gli animali), dal momento che la sua natura é "culturale", tale da svilupparsi senza minimamente violare le leggi naturali ma di epoca storica in epoca storica secondo un limitato ventaglio di possibilità (apparenti: alla fine tutto é natura e dunque determinismo) "scandito" (determinato in senso "lasso", quello delle "scienze umane") in ultima analisi dalla dialettica fra sviluppo delle forze produttive e rapporti di produzione e dalla lotta di classe.
Oggi questo "ventaglio di apparenti possibilità" é stretto; uno spazio angusto, compreso fra realizzazione del comunismo ed estinzione dell' umanità (fine della storia umana nell' ambito della storia naturale) persistendo oltre un limite sempre più drammaticamente vicino l' attuale sviluppo quantitativo "distorto" (capitalistico) delle forze produttive (o meglio: trasformative, ovvero produttive - distruttive) sociali umane.
#864
Ciao Mauro (Ox per chi ancora non o sapesse).


Francamente non credo proprio di compiere forzature, ma di constatare tendenze comportamentali umane innate (e ben spiegate -non: dimostrate essere vere- dalla biologia) di fatto (non "di diritto") universalmente diffuse nell' umanità (salvo evidenti patologie) nelle loro "grandi linee" e storicamente mutevoli "nei particolari e dettagli".
...sarà per il mio fortunatissimo ottimismo.
 
MI sembra evidente che per un nazista la propria (o del proprio beneamato governo nazista) volontà di potenza se ne freghi dell' etica, (non la ignori, ma invece) la violi superando ogni scrupolo (che ritengo innegabile anche fra costoro, per quanto represso da una sorta di "ferrea disciplina per certi versi similascetica" volta a mettere a tacere gli imperativi etici istintivi comunque presenti).
 
Credo che non esista una alternativa secca (tertium datur, in questo caso) fra "Dio" come metafora di ciò che è indiscutibile; di una verità; di una giustizia; non soggetta al "divenire" relativistico. E non soggetta ad un divenire "individualistico" sempre più prepotente... e amoralità; e che sia costituito dalle caratteristiche comportamentali umane dovute all' evoluzione biologica.
 

Credo che, come anche in analoghi frangenti storici, l' attuale dilagare di violazioni dell' etica (=/= inesistenza dell' etica: anche quando Dio era "vivo e vegeto" l' etica "assolutistica e graniticamente immutabile" e assolutamente indiscutibile era violata più o meno spesso e volentieri) sia conseguenza del persistere "in avanzato stato di putrefazione" di rapporti sociali oggettivamente di gran luna superati dallo sviluppo raggiunto dalle forze produttive sociali.
#865
Citazione di: iano il 26 Gennaio 2019, 23:57:43 PM

Ma allora non sarà che il problema della comprensione della realtà altro non è che un problema di ordine pratico ?
Ma allora perché continuiamo a pensare alla comprensione della realtà come a un fine in se' , con eventuali ricadute pratiche?
Citazione
Perché così ci piace, siamo fatti in modo da agire così.

Perché la selezione naturale, contrariamente a quella artificiale, non é una sistematica eliminazione di tutto quanto sia non perfettamente adattivo all' ambiente (che cambia continuamente), ma per nostra fortuna fa diffondere anche molto di semplicemente "non troppo antiadattivo".
Fra gli innumerevoli altri esempi possibili, nell' uomo i sublimi piaceri della musica (sebbene mentre si gusta un ottimo brano musicale si sia distratti e più facilmente vittime di predatori) e della conoscenza fine a se stessa (anche mentre si medita sulla meccanica quantistica é più facile venire sbranati da un leone o -per essere più realisti e meno metaforici- inciampare in una buca sulla strada e farsi male; magari fino a morire o almeno diventare sessualmente impotenti: che sfiga!).






Ma è pur vero che le ricerche scientifiche di maggior successo sono quelle non rivolte a un fine pratico , ma ad una comprensione della realtà.🤨💁
Citazione
Ed é per questo che l' atteggiamento verso la ricerca scientifica (sbilanciatissimo verso la applicata ai danni ella "pura") oggi prevalente fra i governanti occidentali (sembrerebbe per fortuna almeno non in Cina) é disastrosamente gretto, meschini, scarsamente lungimirante, dannoso.
#866
Di solito a cercare di fare assolvere innocenti e/o condannare colpevoli.
Ma nei casi migliori per l' appunto a cercare di venire a conoscenza per quanto possibile proprio della verità circa la realtà intersoggettivamente constatabile.

A parte la battutaccia (chiedo scusa in particolare all' ottimo Eutidemo; mi piace parlar male anche dei miei colleghi medici, anche perché so che non bisogna mai fare di tutte le erbe un fascio) gli avvocati si occupano di vicende umane, non di scienze naturali.

Le verità giudiziarie sono un po' diverse dalle verità scientifiche, e anche da quelle filosofiche.
#867
...Si dice persino che una volta i suoi allievi lo sorprendessero in un bordello.

(Tanto per riderci su, che fa sempre bene)

Ciao!
#868
Citazione di: Eutidemo il 27 Gennaio 2019, 07:16:49 AM
Citazione di: sgiombo il 26 Gennaio 2019, 22:51:58 PM
La questione giuridica non mi interessa.

So solo che Salvini é un obbrobrioso reazionario razzista al servizio della più bieca reazione e dei più vergognosi privilegi.

E che piddini e i loro portatori d' acqua ("Rifondazione Anticomunista" et similia) lo sono ancor di più e peggio.

Secondo me, la questione giuridica è sempre importante; ed infatti, in via generale, senza ASSOLUTAMENTE voler fare nessun paragone con il caso di Salvini, se non ci fosse stato il processo di Norimberga, i criminali nazisti sarebbero ancora a spasso...o morti di vecchiaia (o linciati)!
Ed invero, senza entrare nel merito delle varie critiche che possono muoversi a tale processo...molto meglio quello che un linciaggio pubblico.
Almeno, secondo il mio modo di vedere!
IUSTITIA OMNIUM EST DOMINA, ET REGINA VIRTUTUM

Però -guarda caso!- il processo di Norimberga non ha toro un capello agli autori dei crimini (non meno efferati di quelli nazisti) di Dresda, Hiroshima e Nagasaki (per non parlare dei campi di concentramento per originari della Germania e del Giappone in USA; e anche di non improbabili eccessi di repressione un URSS).
Che infatti hanno continuato e continuano imperterriti a perpetrare i loro orrendi crimini contro l' umanità.
#869
Citazione di: InVerno il 27 Gennaio 2019, 08:44:42 AM
Citazione di: sgiombo il 26 Gennaio 2019, 22:32:12 PMComunque mi sembra necessario precisare che fantomatiche "superiorità o inferiorità attitudinali", pretese (ideologicamente) essere geneticamente determinate, delle più diverse tipologie, compreso quell' obbrobrio reazionario antiscientifico che il grande Stephen Jay Gould ha dimostrato essere il cosiddetto "Q.I.", non sono affatto necessariamente implicate nella eventuale (continuo a restare in dubbio; almeno per ora) distinzione degli uomini in differenti razze (in nessun senso necessariamente "superiori" o "inferiori", ma casomai soltanto relativamente diverse).
Non vorrei difendere una cosa che non apprezzo particolarmente, cioè i test Q.I. , tuttavia la costanza con cui essi misurano "qualcosa" - anche se credo sia difficile capire esattamente cosa - difficilmente può essere scartato con Gould il cui problema fondamentale è il concetto di ereditarietà, non tanto la validità dei test che infatti ad oggi sono riconosciuti validi dalla comunità scientifica, anzi tra gli strumenti più precisi secondo molti. E i risultati che mostrano quando si fanno studi su scala globale sono sempre motivo di vergogna da parte di tutti, perchè i risultati di alcune parti del mondo imbarazzano non poco. E' un punto estramente interessante perchè da una parte c'è l'uomo che si confronta con le proprie pretese egualitaristiche, dall'altra c'è il sospetto di estendere un bias culturale in uno strumento considerato scientifico, il tutto coperto dall' omertà di un tema che nessuno vuole affrontare apertamente per non buttare alle ortiche la propria carriera. Q.I. e razza è un tema così poco discusso e studiato che difficilmente penso che affidarsi a Gould o Murray possa essere sufficiente per avere una posizione definitiva.

MI riferivo agli originari test inventati in Francia e abusati in America e soprattutto all' uso ideologico che ne é stato fatto, da Gould giustamente stigmatizzati.

Ma ammetto benissimo (e volentieri) di avere enfaticamente esagerato in proposito e che possano esserne stati proposti di più scientificamente rigorosi e corretti e soprattutto correttamente intesi.
#870
Citazione di: donquixote il 27 Gennaio 2019, 01:33:44 AM
Citazione di: Socrate78 il 26 Gennaio 2019, 13:06:49 PMUn quesito più importante è semmai un altro: come mai non si concede a chi è "razzista" ( significa per me sostenitore della superiorità morale o intellettiva di un gruppo etnico) la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero? Chi dice di esserlo o lo fa capire in maniera evidente è spesso accusato di barbarie, vede il suo pensiero censurato, viene sanzionato dai dirigenti scolastici o dai rettori se è un insegnante, bannato dai forum di discussione. In una reale democrazia tutte le tesi meritano di essere argomentate e discusse, anche l'ipotesi razzista non dovrebbe essere oggetto secondo me di una censura a priori. In realtà non esiste nessuna dimostrazione logica che la tesi razzista sia FALSA, nessuno ha mai dimostrato che in realtà non esista realmente una superiorità intellettiva o anche morale tra i diversi gruppi etnici. Anzi, potrebbero forse persino esserci indizi del contrario, infatti a me sinceramente non risulta che un africano (dell'Africa nera) abbia mai conseguito un Nobel per meriti scientifici, il continente nero non mi sembra abbia prodotto molte menti geniali. Estendendo il discorso all'aspetto morale, io ritengo che non si possa dire, allo stato attuale almeno, che tutte le civiltà siano allo stesso livello etico: una tribù islamica ad esempio che ammette e anzi considera l'infibulazione cosa buona e giusta, assieme ai matrimoni imposti, all'emarginazione della donna, secondo me è molto indietro moralmente da un popolo che condanna tali pratiche, ora non è detto che quella tribù non si sviluppi eticamente, ma dire che è allo stesso livello di chi condanna tali cose è semplicemente falso.

Allo stesso modo molti popoli del mondo sono convinti che vincere un Nobel per meriti scientifici non sia nota di merito ma di demerito, perché ritengono che il loro dovere sia di conservare il mondo così com'è per i propri figli e non hanno la pretesa di renderlo un "posto migliore in cui vivere" riducendolo nei fatti nelle penose condizioni odierne,  e nessuno in quei popoli si sognerebbe mai di lavorare per ottenere un tale "riconoscimento", e ritengono inoltre che trattare le donne come fa l'occidente attuale sia segno di profonda decadenza e non certo di civiltà. Ognuno è razzista a modo suo, e se un popolo si organizza in una certa maniera è perché è convinto che quella sia la migliore possibile e dunque quelle diverse sono necessariamente peggio. Come ha spiegato chiaramente Claude Levi-Strauss nei suoi lavori non può esistere alcuna superiorità morale di una cultura (o di una etnia) rispetto ad un'altra perché ogni cultura trova in se stessa le proprie giustificazioni e i propri equilibri per cui paragonare aspetti particolari di culture diverse è cosa senza senso. Se dunque ogni popolo è, a suo modo, razzista, la diversità con il razzismo occidentale sta nel fatto che l'occidente, con la sua secolare ossessione di voler "migliorare il mondo", trasforma quella che è una normale caratteristica culturale in un "progetto" che prevede la "conversione" di coloro che non si adeguano a ciò che l'occidente ritiene essere "il meglio" oppure la loro eliminazione. Con l'intenzione di esportare la "civiltà",  a partire dalle idee razziste di Voltaire e Kant e da quelle dei loro seguaci si sono eliminate intere popolazioni appartenenti a cosiddette "razze inferiori" che appunto non volevano "convertirsi" o "evolversi", e se si condanna il razzismo nazista perché voleva purificare la "razza ariana" si continua però a praticare il razzismo che intende purificare la "razza umana" assimilando tutti i popoli del mondo al modello occidentale della democrazia liberale di mercato e dei "diritti umani". D'altronde se si vuol parlare di "superiorità intellettuale" bisogna ammettere che le più elevate speculazioni filosofiche vengono dall'oriente (a cui anche i greci e Platone hanno attinto copiosamente) e per quanto riguarda quella morale basterebbe guardare quanto la morale in occidente sia cambiata negli ultimi decenni per farsi sorgere più di qualche dubbio.

Il discorso é complesso.

LO condivido solo in parte (per quanto riguarda il rilievo dei danni mostruosi arrecati al mondo dall' imperialismo occidentale e anche, a considerare bene le cose, secondo me, per quanto riguarda i trattamenti prevalenti delle donne nell' occidente attuale come segno di profonda decadenza e non certo di civiltà).

Non condivido (lo segnalo come invito alla riflessione autonoma di ciascuno, senza pretendere di poterlo dimostrare in una discussione nel forum; cosa che non cerco nemmeno donchisciottescamente di fare) la valutazione di Levi-Strauss, ma da marxista credo esista un oggettiva tendenza al progresso morale e civile nell' umanità (secondo me non tutte le culture sono equivalenti, ma alcune sono più umanamente, civilmente più sviluppate di altre).

Progresso morale e civile che peraltro:

- non impone certamente un' uniformità "inderogabile" nella storia dei popoli, prevedendo anche positive differenziazioni ("qualitative" non confrontabili quantitativamente a "parità sostanziale di progresso"); e

- é contrastata da controtendenze, cosicché la storia conosce anche fasi di regresso;  inoltre gruppi umani e concetti, istituzioni, pratiche, ecc. ieri progressive oggi o domani possono diventare regressive (e forse, almeno in qualche misura, pure viceversa).