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Messaggi - green demetr

#856
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
11 Gennaio 2024, 04:06:16 AM
Citazione di: anthonyi il 06 Gennaio 2024, 19:06:59 PMSembra che Twitter, riguardo alle informazioni sulla guerra, sia in top trend. La ragione é la voce per la quale in un attacco in Crimea sia stato ucciso il generale gerasimov, attualmente comandante di tutte le truppe dedicate all'operazione speciale, fino a poco tempo fa capo di stato maggiore di tutte le forze russe, propositore della nota dottrina gerasimov sulla guerra ibrida. Insomma il più competente militare russo.
Se la cosa é vera per l'Ucraina é il colpo più grosso dall'inizio della guerra.
Naturalmente il cremlino non conferma, ma ci siamo abituati.
Che ci faceva Gherasimov in Ucraina? Mi pare strano a dire poco.
#857
Tematiche Spirituali / Re: Agape > Carità
11 Gennaio 2024, 03:21:38 AM
Che topic meraviglioso e colorato.

Purtroppo associo la carità a quella dei poveri, che puntualmente si presentano alle mense dei poveri proprio sotto casa mia...
Un idillio molto poco colorato.

La carità è entrata però di forza nel mio pensiero sempre grazie a Platone.
Nella vecchia divisione dei lavori platonici, che nel frattempo ho scoperto essere tutt'altro che da dare per scontata, ma lasciamo perdere, la lettura dell'Eutifrone di Platone veniva messa come prima pietra per scalare l'edificio vertiginoso platonico.

Non so se sia la prima pietra perchè è un testo ostico, tutt'altro che giovanile.
A meno che con giovanile lo intendiamo all'altezza del Leopardi ventunenne.

E infatti per le cosidette sincronie su cui il fisico Pauli e Jung hanno lavorato, entrambi questi immensi autori parlano prorpio della carità.

La carità è ciò che scardina il mondo materiale e ci immette direttamente nel lavoro sia filosofico che spirituale.

Perchè in Dante arriva così tardi? Molte letture ci attendono per avere questa risposta.

Comunque si, spero che continui a "tediarci" con questo topic, che comunque faccio anche mio. Mi metterò anch'io a cercare qualche colore. Che bello! Che bella idea!

Complimenti Doxa! :)
#858
Penso che il cristo sia oltre il dolore, a partire proprio dalla croce che è testimianza del dolore.
Kierkegaard pensatore con cui ho avuto un difficile rapporto, un pò come Sant'Agostino, sono i massimi pensatori di questo approfondimento platonico-orfico.
Non giova il mio rapporto tossico con cristianesimo.
L'attraversamento della morte come TESTIMONIANZA del nuovo DIO.
Il DIO ORFEO divorato dalle erinni di DIONISO.
COME HA OSATO attraversare L'ADE?
Il rinato, il perfetto oltre il desiderio degli DEI, verso IL DIO UNICO.
Temi su cui sto riflettendo
Aiutato da un canale youtube...che abbia scoperto un altro maestro?
PER ASPERA AD ASTRA continiamo il lavoro spirituale.

E BUON ANNO ALLE ANIME IN VIAGGIO CON NOI E SENZA NOI.
#859
Io mi affido all'astrologia un pò come i potenti del mondo.
E infatti dicono che si aspettano le elezioni...io dico che si aspetta il volto del Dio che si presenterà FINALMENTE dopo 4 anni di inferno astrologico....a MARZO.
Chi si aspetta in chiave positiva, chi invece negativa...ecco metto la mia fiches sul positivo, piu che altro perchè un  altro anno di sfiga e mi dimetto da me stesso. :D


Se sopravviveremo....perchè l'atomica mi pare sempre piu vicina.
Chissà se qualcuno sta controllando i livelli di radioattività nell'aria.
PS
Buon anno a tutti. :)
#860
Tematiche Filosofiche / Re: Autorità e Verità
11 Gennaio 2024, 02:33:49 AM
Citazione di: bobmax il 03 Gennaio 2024, 11:38:03 AML'autorità si fonda sulla verità.
L'autorevolezza deriva dalla verità che viene espressa.
Tant'è vero che una autorità messa in discussione non è più autorità.
L'autorità deve infatti necessariamente essere percepita come animata dalla verità.

Diverso è l'autoritarismo, che viceversa esprime una violenza sulla verità.

L'attuale momento è caratterizzato da una diffusa carenza di autorità. Pressoché nessuno pare ormai degno di essere considerato autorevole.

Secondo me soprattutto a causa del cinismo dilagante. Alimentato da un verso dalla diffusa scarsa capacità critica, e dall'altro dagli dei che sono fuggiti e ormai ben lontani.

Ma poiché l'uomo è animale sociale, difficilmente riesce a vivere senza una guida. Cade così nel desiderare un autoritarismo, nella speranza fallace che si tratti comunque di verità.
Finendo magari per apprezzare un Putin o persino Hamas!

Le pecore sonnambule, perso il pastore si affidano al lupo.
Questa frase è medievale, e ricorda di come l'autorità dovesse essere quella di Aristotele.
Bizzarro che la nemesi di Platone, autoproclamato dall'industria culturale come allievo di Platone...bè un allievo bello asino direi.
A mio parere e lo penso da sempre autorità e autorovelezza sono la stessa medesima carta, la carta di chi bara in nome della verità contro la verità.
Perchè dare alla scienza ulteriore adito al potere? non ha già fatto abbastanza morti?
Orrore e delirio.
#861
Il tentativo di rendere "politico" Nietzche mi fa sorridere, e di certo non ho tempo da perdere con questo o quello intellettuale, sono tutti ugualmente ingiusti per non dir di peggio.
Pensavo di aver allontanato questi discorsi dal forum e invece come l'erba cattiva tornano ancora e ancora e ancora.
Ma poi lo sappiamo vero che il Nazismo era tutt'uno col crisitianesimo vero?
Per non parlare del fascismo.
Poi che il comunismo leninista abbia completamente travisato marx, basta leggere il pensatore di treviri, per accorgersene.
In marx l'unica cosa che conta è trovare una economia che possa dirsi socialista, e questa economia era quella capitalista.
Che poi le sinistre storiche invasate, dall'urss alla cina, e quelle naziste contemporanee ancor piu invasate e deliranti, sinistroidi per l'appunto, abbiano prodotto gli stessi deliri, mi paiono discorsi irrelati.

Tranne la codardia, ecco è questo che Nietzche non ha mai sopportato.
E i sottoprolet di cui parla Marx cosa sono se non questa masnada di dannati da girone infernale?
Lascia perdere Maurizio.
Se la gnosi si occupa del male, è perchè il male non ha nome, lo trovi ovunque.
Questa non è una buona idea per sottomettersi. Insisto.
#862
Tematiche Filosofiche / Re: Morte e Verità
11 Gennaio 2024, 01:34:38 AM
Citazione di: Ipazia il 10 Gennaio 2024, 07:47:39 AMNon vedo il sequitur. L'individuo non rimuove la morte ma la certifica e nel suo avere coscienza di ciò amplifica il valore della vita che ha avuto in sorte imparando, se ne ha la consistenza, ad amare e riempire di senso questo fato condiviso.

La morte blocca! cara Ipazia, bizzarro che ancora non l'hai capito.
#863
Tematiche Filosofiche / Re: Morte e Verità
11 Gennaio 2024, 01:32:34 AM
Citazione di: Koba II il 10 Gennaio 2024, 07:34:30 AMIl punto è specificare questa "sostanziale differenza tra ogni cosa del mondo".
Se effettivamente non si riuscisse a osservare alcuna "sostanziale" differenza, se tutto fosse veramente una cosa sola, e se le distinzioni fossero solo illusioni, allora non ci sarebbe vita, e quindi neanche morte.
Ma sembra un ragionamento paradossale che per guadagnare l'eternità divina perde la vita umana...
Perché non dovrebbe essere mai esistita la persona amata? Non ci sono solo i miei ricordi a testimoniarne l'esistenza, ma mille segni materiali del suo passaggio su questa terra. Dunque, perché dovrei convincermi che è tutta un'illusione, che la vita e la morte sono solo illusioni, che ogni cosa è Dio, che esiste solo Dio?
Non faccio alcuna esperienza di una cosa del genere, anzi. Quindi dovrei essere spinto a ribaltare le mie certezze solo a partire da un ragionamento convincente. Che per ora non vedo.
Qui credo che sia anche colpa del linguaggio blumaxiano.

Io ho interpretato l'esatto opposto. Ossia che l'amore persiste anche da morti.

Come dice Montale "avevamo inventato un fischio per riconoscerci da morti"

anche il soffio dell'amore è uno degli infiniti soffi

la materia non c'entra niente
#864
Tematiche Filosofiche / Re: Morte e Verità
11 Gennaio 2024, 01:26:41 AM
Citazione di: bobmax il 09 Gennaio 2024, 16:14:33 PMMa la certezza della morte può avere due modalità ben distinte.

Perché può essere una previsione, certa quanto si vuole, ma pur sempre una conclusione razionale che deriva dalla osservazione di come il mondo funziona.

Oppure questa certezza può invece derivare da una costatazione diretta, ti ritrovi davanti il morto! E non è più questione di ragionamento. Quel corpo prima era vivo e adesso è morto.

In entrambi i casi è indubbiamente la certezza della vita a donare certezza alla morte.
Ma nel secondo caso, vi è qualcosa in più...

E l'evidenza, di questo qualcosa in più, è in funzione del tuo amore. L'amore per il morto. Che prima era vivo.
Perché la morte, che hai davanti indubitabilmente, ti interroga.
E' la Medusa, che ti fissa, sfidandoti a sostenere il suo sguardo.

Allora, forse, potrà capitare che ti fai coraggio, e accetti la sfida.
Chi, cosa amavo e amo?
Dov'è finito l'oggetto del mio amore?
Prima c'era e ora è diventato nulla...

E più il tuo amore è sincero, e più cercherai l'amato in quel tempo che fu.
E la tua fedeltà non lo lascerà andare! Perché non vi è niente che l'amore lasci andare. L'amore tutto preserva.

Così, tenendo fermo l'amato nel tuo cuore, potrai forse intuire che non se n'è mai andato.
Per la semplice ragione che non c'è neppure mai stato. Non è mai esistito, quell'amato di cui ancora ricordi mille tipicità.

Vi è infatti, e vi è sempre stato, ben di più.
Quel Nulla, che traspare dietro la vita e la morte.
E quel Nulla è Dio.

A parte che questo nulla è il tutto, vale sempre ricordarlo ai non addetti al linguaggio blumaxiano.

Si e aggiungo che il corpo davanti a me, come nella lezione di tolstoj, non ci appare mai come lo STESSO CORPO che fino ad un attimo prima era abitato dal soffio divino.
Dove è andato quel soffio?
E' andato via come un vento che passa sul deserto che siamo, e che torneremo ad essere una volta morti.
Ma vivi, ed è quello che conta, è che siamo un deserto comunicante spazzato via dai venti e dalle tempeste del DIO, o meglio degli DEI.
Nietzche docet quello che l'ebraismo docet.
E ultimora ultimora quello che l'orfismo docet.
A presto verso nuovi poetici NULLA (plurale).

Perchè è ovvio e la filosofia sapienziale lo sa, che noi stessi siamo parte di quel soffio (non l'unico, ma uno degli infiniti soffi)
#865
Tematiche Filosofiche / Re: Morte e Verità
11 Gennaio 2024, 01:20:45 AM
Citazione di: Ipazia il 09 Gennaio 2024, 15:27:52 PMNo life, no party. E neppure verità. Tutti i viventi muoiono è il secondo postulato della verità.  Sotto il manto incontrovertibile di mamma Natura nel segno mai falsificato dell'immanenza biologica, che non offre appiglio alcuno all'immortalità individuale.

Al dubbio di @niko rispondo che una copia sincronica e/o diacronica di me non sono io e non vive la mia vita. Non vi è via d'uscita dall'unità psicosomatica nel regno biologico. Solo nella fantascienza, variamente semanticata.
Ma che è sta roba?
E quindi?
Il giorno in cui voi materialisti mi spiegherete in cosa consiste e dove è situato il pensiero umano, sarà sempre un bel giorno.
Ah beata immanenza della greggia.


#866
Tematiche Filosofiche / Re: Morte e Verità
11 Gennaio 2024, 00:57:30 AM
Citazione di: niko il 09 Gennaio 2024, 13:34:36 PMIo non ho dubbi sulla verita' della vita in se', e quindi neanche su quella della morte.

Ho dubbi sull'unita' intrinseca del mio psicosoma, ovvero, in due punti:

1) penso che la mia mente potrebbe "comandare", e muovere, un numero indefinito di "miei" corpi (corpi tutti uguali, tutti con dintorni uguali e tutti disseminati indefinitamente nello spazio e nel tempo) e io non me ne accorgerei, stante che quei corpi e i loro dintorni sarebbero tutti uguali, o tutti abbastanza simili da essere sensorialmente da me scambiati per uguali. Essendo un corpo vivente il risultato di una interazione con un ambiente (specificamente nel senso di una registrazione in cui e' coinvolta la coscienza) una volta posta e accettata l'identita' o la simitudine di una serie di corpi, l'identita' o la similitudine di una serie di mondi, abitati da quei corpi, semplicemente ne consegue, e viceversa. La vita, e dunque la coscienza, sa quello che le succede intorno entro una certa distanza spaziale o temporale, ma non sa con certezza, e riguardo a se stessa come fenomeno complessivo, di essere una vita unica, (spazialmente) collocata e (temporalmente) epocale, semplicemente, ai fini della sua stessa sopravvivenza, presume, di esserlo.

Ma la mia vita, dico, e con essa la mia coscienza, potrebbe benissimo essere una potenzialita' diffusa "trasversalmente" nella natura, e attivantesi nei dintorni spaziali o temporali di un certo numero indefinito di centri/corpo. E dunque non avere niente di unico, e conformarsi in ultima analisi alla struttura profonda di un universo a combinazioni finite e ripetute, infinitamente animato dallo stesso quanto di energia e/o infinitamente esteso, che nessun evento unico, di nessun tipo, contiene.

2) penso che a diversi e piu' di uno stati del mio corpo, assolutamente tra di loro distinti, potrebbe corrispondere uno e un solo stato della mia mente, e di nuovo, come nel punto precedente, non me ne accorgerei. Portato all'estremo, questo e' il problema, di implicazioni fantascientifiche, dell'universo simulato o del cervello in vasca. A un livello molto piu' terra terra, la mente non e' l'idea del corpo, o insomma, non e' l'idea adeguata del corpo (Spinoza in questo sbagliava, o meglio: indicava un ideale di difficile realizzazione), e non lo e' perche', e finquando, ci sono microtrasformazioni e microvariazioni del nostro corpo che sfuggono alla nostra mente.

Insomma, il succo di questi due punti e' che l'inganno del genio maligno di Cartesio, potrebbe non riguardare l'oggetto in se', della nostra percezione, ma l'unicita' numerica e fenomenica (la non disseminazione in un contesto piu' vasto), di tale oggetto, e anche di tale percezione stessa.

Non sappiamo se siamo unici, o se un orizzonte di ignoranza e conoscenza limitata ci rende, e ci fa auto-apparire, a noi stessi, unici. Oltre, tale orizzonte, potreppero esserci le nostre viventi "copie", le nostre etimologiche abbondanze.

Il problema e' che se cosi' fosse, la morte non solo non potrebbe distruggere le nostre vite, ma non potrebbe nemmeno minimamente modificarle. Quasi tutti quelli che non pensano che la morte verra' ad annullarli, ad esempio i credenti delle moderne religioni o i credenti nella reincarnazione, pensano (invece) che la morte verra' a cambiarli, in qualche modo. Paradiso, inferno, eccetera. Al di la', e piu' vasta e "capiente" della speranza di cambiare in meglio, nell'attimo della morte di un uomo, c'e' sempre la mera speranza di cambiare. Che riguarda pure gli atei senza ultraterrene speranze, che possono immagginare il trapasso come una "variazione", sia pure assoluta, dall'essere al nulla della loro coscienza del mondo. Un trapasso che e' pace, toglimento del dolore, la cui unica conseguenza retroattiva, e quindi il cui unico prezzo, e', o almeno, dovrebbe essere, la valorizzazione dell'effimero in quanto tale, il godersi la vita finche' si puo'. Eternizzandosi al limite solo nella storia, poetico/tribale, della comunita' umana di appartenenza, o solo nella plasmazione causale, sia pure dimenticata dai posteri, di un futuro glorioso indefinito,
o solo nella genetica, tanto per dire le tre speranze tra virgolette "ultraterrene", di rimedio al non senso della morte, tipiche anche degli atei occidentali.

Se invece assumiamo l'eterno ritorno di ogni vita, ne consegue che la morte non verra' a cancellarci, e questo puo' sembrare bello, ma nemmeno a cambiarci, non verra' in nessun senso a fare di noi qualcosa di diverso da quello che gia' siamo, dolore e orrore intrinseco alla vita compreso. E questo dovrebbe sembrare terribile, soprattutto se non ci accettiamo completamente per come gia' siamo. Siamo consegnati a noi stessi, al caso e agli altri viventi per quanto riguarda ogni variazione, ogni attraversamento di stato e movimento della nostra vita. Nel senso che la morte, in tutta questa danza, non e', e non sara', un ulteriore variazione, un ulteriore movimento. Ma il sigillo dell'eternita' ricadente sulla danza stessa. La misura e il limite di quello che siamo. Non esistono anestesie, non esistono trapassi indolori, non esistono valorizzazioni retroattive dell'effimero ai fini di un futuro immagginario e immagginato di qualche tipo, che sia esso un futuro di giudizio ultraterreno, o uno di annientamento e oblio non importa. E' la vita, a farci divenire, non la morte. Tutto il dolore, connesso al divenire, tutto il dolore di ogni perdita, e' destinato ad essere provato.



Il problema del genio maligno è quello che il mondo coincide con quanto percepiamo e percepiamo univocamente.
per questo cartesio aveva bisogno di dio.
per quanto riguarda il ritorno della materia vorrebbe dire che siamo in un universo chiuso.
concezione ottocentesca oggi ampiamente superata.
l'universo non è chiuso ma in costante espansione.
dunque nessun ritorno.

prima che qualcuno mi rimproveri il nietzche, si l'ho già detto, questa interpetazione nice la prese dal boscovich, pensatore croato.
E' una semplice cosmologia da cui nice prese spunto per pensare il tempo.
l'eterno ritorno non va da esser preso nel fisico, anche se nice questo errore macro lo fece. punto e a capo.
(lo fece pure einstein....)
#867
Tematiche Filosofiche / Re: Morte e Verità
11 Gennaio 2024, 00:49:56 AM
Citazione di: Pensarbene il 09 Gennaio 2024, 09:17:04 AMdal punto di vista della materia non esiste alcuna morte ma solo.una trasformazione
continua.
Per la materia energia esiste solo la vita,l'organica e  l'inorganico,niente morte,nessuna.

Non esiste il punto di vista della materia.
Siamo sempre in pieno transumanesimo globalista.
#868
Tematiche Filosofiche / Re: Morte e Verità
11 Gennaio 2024, 00:47:04 AM
Citazione di: bobmax il 09 Gennaio 2024, 08:12:31 AMLa verità ha a che fare con la certezza.
Nel senso, che ciò che è certo non ammette più alcun dubbio!

E non essendoci più alcuna possibilità di dubitare... il certo è la Verità che si fa sostanza, da trascendente si fa immanente.

E cosa c'è di più certo della morte?
La morte è, per antonomasia, la Verità in terra.

Epperò forse non ci accorgiamo che la verità della morte, cioè che la morte ci sia, dipende a sua volta da un' altra verità: la verità della vita, che la vita davvero ci sia.
La certezza della morte è condizionata da un'altra certezza, la certezza della vita.

Ma cos'è la vita, di cui sono così certo?
È pure, questa mia certezza sulla vita, una Verità in terra?
Ma Verità di che?

Vi è davvero qui la vita che, in quanto Verità, è incommensurabile rispetto a tutto il resto di ciò che c'è?

Perché se mi si insinua anche solo un piccolo dubbio, che non vi sia in realtà alcuna sostanziale differenza tra ogni cosa del mondo... allora questo dubbio fa inevitabilmente crollare pure la granitica certezza sulla morte.
Caro Bobmax leggiamo il Critone.
All'incontrario di quanto vorrebbe la critica dei "signori so tutto io".
Il discorso finale di Socrate in risposta alla chiamata all'onore di Critone, che cosa è?
Un delirio, che richiama quali fantasmi?
Di cosa ha paura Critone, di cosa ha paura Socrate, di cosa ha paura Omero?

E' ovvio che al suo iterno c'è la minaccia di morte.
Non tanto la morte in sè.
Quella è di poco conto: muori, fine del soggetto, dell'assoggettato.

Onore o Morte?Fra questi due capi del sommo Platone passa l'intero pensiero sapienziale.
La Grecia ci surclassa.

Non è un caso se tu invece scegli senza indugio la morte.
Che la morte sia poi nominalmente il contrario della vita cosa cambia?
E' infatti pur vero che potrebbe essere il contrario ed essere la vita mero nominalismo.
All'interno di questo paradigma assilantemente prodotto e riprodotto dalla industria culturale cosa si cela?

La paura. La paura che veramente la vita sia un niente rispetto alla vastità della morte.
Nel Critone Platone fa dire alla maschera di Socrate: " io non lo so".
E il delirio inizia.
Molto difficile da capire persino per uno come me.

La cosa che più mi impressiona è che se la maschera strilla, Platone non cede di un solo centimetro.
Il più grande dei Greci ci invita a un pensiero che va ben oltre i nostri limitatissimi orizzonti.
Il dubbio corrode ogni cosa caro Bobmax, a noi le palle quadrate e fumanti di saper reagire, per la vita, in nome della vita.
Fin quando si è vivi.
PS
come siamo caduti in basso rispetto alla grandezza del passato...è un incubo, qualcuno mi svegli  :D
#869
Citazione di: Koba II il 31 Dicembre 2023, 09:37:26 AMTu scrivi che la libertà viene schiacciata dall'individuo e dal desiderio. Purtroppo prima ancora di essere assoggettati da desideri estranei, la libertà si perde banalmente a causa di forze economico-sociali (il lavoro per esempio, nelle tipiche espressioni di questi tempi come super performance misurabile e rigorosamente controllata).
E poi essere liberi dal desiderio cosa significa? Essere in una specie di condizione di vuoto melanconico, senza vita.
Il problema semmai è sognare i propri sogni. Non regredire nei sogni prodotti su scala globale dall'industria dell'intrattenimento, ma sforzarsi di desiderare e di sognare ad occhi aperti ciò cui ci sentiamo affini.

La religione cristiana è piena di contraddizioni. Mentre la si è combattuta (e la si deve continuare a combattere) per la propria libertà quando assume la forma di potenze che ci vogliono soffocare, appare anche, nei suoi racconti notturni, come l'esatto opposto, ovvero liberazione radicale. Mostrare nelle storie di ascetismo che la fame è l'unico ostacolo che ci incatena a questo mondo, che una volta trovato il modo di conservarsi in vita il resto lo decido io, decido io se ha più valore vivere in una catapecchia con persone spezzate raccattate dalla strada o in una villetta a schiera con una famiglia tradizionale, significa iniziare a sognare in grande, o almeno preparare le condizioni interiori per un auspicabile mondo alla rovescia.

Nietzsche vedeva nell'ascetismo cristiano, nella rinuncia, nella sublimazione del desiderio sessuale, solo una strategia sotterranea della volontà di potenza. Come si sa, dopo il suo periodo illuminista, anche lui, nonostante la sua martellante critica alla metafisica si è fatto sedurre dal pensiero dell'Uno: così tutto è volontà di potenza, desiderio di dominare gli altri, di schiacciare gli altri. E così il debole si deve inventare forme alternative per arrivare in alto.
Non è sempre così, evidentemente.
Si ho sbagliato a scrivere "schiacciato".
Intendevo dire che la libertà deve decidere se essere individuo assoggettato (al desiderio sadico altrui) o libero in quanto assoggettato al proprio desiderio.
Il problema non ancora affrontato dall'intellettualità.
Se non i forme mitiche.
Demetra o Persefone? Zeus o Urano?
A chi dobbiamo la nostra lealtà?
Io feci già la mia scelta.
Ma oggi che ogni fonte del sapere mi si presenta corrotta fin dentro la radice?
Nietzche la ebbe questa forma di coraggio che chiede? O invece come in una forma classica paranoica la assume a qualcun altro? (io sono una goccia che cade che presagisce...etc...etc...)
Il merito sommo di Nietzche, di Freud e ora con somma sopresa anche di Platone è quello di non assumere l'altro fin tanto che la FOBIA sia sconfitta.
Anzi le FOBIE.
Sono già un paio di mesi che cerco di assimilare il CRITONE di Platone.
Sono esausto è evidente che mi surclassa.
Laddove viaggio leggero e mi soprendo della facilità di comprensione con cui attingo finalmente da Freud (nietzche è inevitabilmente sospeso per ora, cmq riesce difficile che nietzche pensi all'uno, vedremo) o da Nietzche negli anni in cui leggevo solo nietzche.
Vedi come i discorsi che diventano torrenziali, perchè hanno una storia torrenziale dietro, si aprono su inferni (le gehenna ebraica, il kav iarod ebraico, la luce oscura dentro l'oscurità ancora ebraica...ma che sottende chissà quali pensieri antichi) terreni e inferni celestiali (cosa vuole il Dio di Platone?).
Come negli scritti di dostoevsky o kafka, la realtà si apre sull'incubo.
E solo dall'incubo si cominciano a vedere i fiumi e le sorgenti che dalla gehenna scendono all'ADAM, all'uomo.
La mistica esclude tutto questo, non capisco proprio perchè continui a non parlarne.
La mistica è il suo contrario.
Se la gehenna, se l'inferno e l'incubo sono solo proiezioni sataniche, non rimane che la preghiera.
La preghiera si apre direttamente sui paradisi, che significa esattamente l'uscita dai mondi rappresentativi.
Come ti ho già detto io credo sia impossibile uscire dalla rappresentazione.
E la mia lettura della mistica è quella della rappresentazione della mistica.
Che finisce come dice Nietzche nell'accettazione del dolore.
Queste visioni irenaiche (come le attribuirono a caso a Montale), non sono mie caro amico.
Il mio mondo è abitato da demoni, e quel diavolo di Platone ne ha evocati di sconosciuti.
Ecco cosa mi fa paura.
Ecco cosa vuol dire assoggettati?
Certo che è ridicolo voler comprimere la filosofia e la sua saggezza a una mera frase mal scritta, non ci riescono nemmeno i poeti, che ne fanno una questione.
Non sappiamo nemmeno da cosa siamo assoggettati, questo dico!
E' questo lo scopo ultimo della cosidetta filosofia.

A futuri discorsi, risi, melanconie.
#870
Attualità / Re: Il nuovo kippur
10 Gennaio 2024, 23:56:53 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Gennaio 2024, 22:00:02 PML'Islam c'entra meno che niente col dominio criminale israeliano in Palestina. I sionisti hanno fatto di tutto per eliminare Arafat e l'OLP, organizzaziome laica che non allevava sicuramente fanatici islamisti.

Green queste fesserie te le puoi risparmiare.

Il pattume occidentale e i loro sicari sionisti hanno foraggiato i tagliagole islamisti contro tutti i regimi laici in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Palestina.

Al Queida, Hamas, Isis, sono creature del pattume occidentale e sionista, non della sacrosanta resistenza palestinese.
Come sacrosanta? che la materialista Ipazia col nuovo anno ha cambiato idea?
Ma non era poco tempo che fa che la resistenza araba ha prodotto cosa?
i fratelli mussulmani.
e tu dici che il corano non c'entra niente?
Naturalmente il corano degli imam, sappiamo come di sette nel mondo arabo sia pieno di varianti (idem nel mondo ebraico non fraintendere).
Piena libertà alla religione, ma quando questa diventa politica?
Solo l'occidente ha vissuto la separazione di laico e religioso.
Una separazione che ha visto morire milioni di vite.
Non diamola per scontata cara Ipazia.
ben ha fatto macron (e ho detto tutto...)