Mill aveva anche ben compreso che una minoranza non vale l'altra: la minoranza epistocratica non "merita" valore eccedente il suo numero ridotto perché è minoranza, ma perché è qualitativamente epistocratica; che sia quantitativamente una minoranza è più un accidente irrilevante, per quanto comprensibile, che una "questione di principio". L'apologia delle minoranze in quanto tali, più o meno (in)difendibili e (in)determinate, è una moda tutta contemporanea, talvolta, a differenza del pensiero di Mill, poco qualitativa e razionale.
