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Messaggi - daniele22

#871
Se un amico affetto da disagio psichico mi chiedesse consiglio su testi da consultare gli darei un Linus forse, ma proprio se l'avessi lì a portata di mano. Non gli consiglierei alcun testo perché riterrei che abbia probabilmente più bisogno di risposte che di domande, e un testo è fondamentalmente muto. Cioè, parla, ma non può essere interrotto da domande che hanno sicuramente due basi scatenanti: primo la traduzione del pensiero esposto pure se è della stessa lingua del lettore e secondo, domande perché si avrebbe bisogno di una disambiguazione, oppure che riflettono una contrarietà che non può risolversi per certo. Questa mancanza si potrebbe in parte compensare discutendo il testo col terapeuta .... chissà dove arriva il conto, sempre ammesso che il terapeuta sia d'accordo.
Detto ciò non penso che la filosofia produca malanni essendo un campo del sapere umano. Semmai sarà chi la strumentalizza a propri fini, come lo si fa con la scienza del resto, e magari tra questi manipolatori può cascarci pure qualche additato filosofo. Seguendo comunque il filone "più filosofia" bisognerebbe innanzitutto fare un distinguo tra conoscenza della storia della filosofia e atteggiamento filosofico. Sarei quindi propenso a dire che sarebbe quest'ultimo a doversi esprimere assecondando il "più filosofia". Io ho fatto il liceo scientifico e ho molte lacune in storia della filosofia, ma non è che mi sfuggano i problemi filosofici. Dico ... non ci vuole mica molto a farsi un'idea. D'altra parte, l'atteggiamento filosofico non è cosa che si trovi facilmente per strada giacché richiederebbe, a mio giudizio, un senso di distacco dalla mondanità intesa questa come espressione del proprio lavoro/professione e non quindi come espressione di mera socialità. Sarebbe tale distacco, da ascriversi ad una propensione individuale e non certo collettiva, a permettere al filosofo di osservare il mondo come quasi lo vedesse da fuori e a cercare di trovare risposta a quella che riterrei essere la domanda filosofica per eccellenza, cioè ... Chi siamo? E' poi naturale che ognuno che non abbia un atteggiamento filosofico possa avere domande di natura esistenziale diverse che corrispondono a filosofie diverse nella pratica, ma costui dovrà pure rendersi conto che siamo tutti sempre in difetto, filosofo compreso, e questo difetto a rigor di logica si dovrebbe pagare prima o dopo. A chi si paga? A chi possiede meno difetti, ovviamente, e questo assecondando la logica democratica, fermo restando che l'ecumenizzazione si risolve solo rispondendo al "Chi siamo?"
Un saluto
#872
Ciao Eutidemo, quando parli del Sé universale sappi che per me tale entità corrisponde senz'altro ad un'immagine fideistica argomentabile finché vuoi, ma priva di ogni consistenza salvo il fatto, se ho capito almeno in parte tale concetto, che probabilmente i caratteri individuali che si esprimono nel nostro mondo possano essere in numero abbastanza esiguo da poterli recintare in un concetto simile al tuo o della religione induista non so. Tra l'altro, se la visione fosse uguale/simile in chiave solipsista che bisogno ci sarebbe del Sé universale? Cioè, se ne potrebbe parlare anche qui in terra, e infatti ho cercato di parlarne nelle tematiche filosofiche "SOLIPSISMO 2".
Tornando in tema.
L'avevo detto già che si trattava di piacere sessuale, mi sembra. E appunto, quando parlo di dolore nel sogno mi riferisco allo stesso dolore fisico che proviamo nel nostro presunto reale, non ad un presunto dolore onirico che debba distinguersi dal dolore reale. Infatti il mio amico era propenso a credere che se percepisse in sogno un dolore di sicuro si sveglierebbe constatando così che il dolore c'è di fatto pure da sveglio.
Eutidemo, a me interessava e interessa risolvere questo interrogativo, non sentire ulteriori disquisizioni come quelle sulla fede e l'allucinazione che a mio vedere sarebbero pure claudicanti. Se ci fosse qualcuno nel forum che dica "io sento il dolore nel sogno come lo percepisco nello stato di veglia" la faccenda si chiuderebbe lì ... insomma, non proprio ... diciamo che sarebbe meglio che qualcuno del forum dicesse che c'è un testo che tratta proprio di quello di cui mi interesso ... e morta lì
Un saluto
#873
Ciao Eutidemo, sono più che altro affascinato dalla questione del dolore nel sogno, tanto che stamattina durante una passeggiata con un'amica che tra l'altro svolge la professione di psicoterapeuta entrai in argomento. Lei mi disse che aveva ricordo del piacere, ma non del dolore. Le feci pure presente della distinzione che facevo tra maschio e femmina, fantasie mie che comunque lei in un certo senso approvava con una buona dose di giusta diffidenza, ma in ogni caso riferì la mia stessa esperienza circa il ricordo. Per me si tratta di una nuova ricerca e infatti anche oggi a pranzo interpellai un amico il quale riferì ancora la stessa cosa. Magari basterebbe sfogliare un buon manuale per risolvere immediatamente la faccenda, ma figurati se mi metto in moto in questo senso.
Giusto per inquadrare la questione allucinatoria in relazione alla realtà, quando dico allucinatorio faccio senz'altro riferimento a qualcosa che assomiglia ad una forma di fede. E infatti, prima di Natale avemmo un piccolo dialogo in cui tu parli di fede in relazione alla realtà nel suo presentarsi come noumeno e fenomeno e di cui riporto uno stralcio:
Parla Eutidemo:
Aggiungerò soltanto, in generale, che, il fatto che "la nostra percezione sia il risultato di una nostra interazione con la realtà esterna", è senz'altro possibile; però si tratta soltanto di una mera "congettura", in quanto ciò che "esperiamo" è solo mentale.
***
Ed infatti tutto dipende dalla nostra fede nel "nesso di causalità" tra il presunto "noumeno" (cioè il "fuoco in se stesso"), ed il "fenomeno" (cioè il "fuoco per come si presenta alla nostra mente" la luce, il calore ecc.); cioè noi diamo per scontato che l'oggetto esterno "fuoco", per via sensoriale e poi percettiva, provochi l'effetto mentale interno "fuoco".
***
Ovviamente, lo do per scontato anch'io, però mi rendo conto che è solo una "congettura"; come è una "congettura" l'esistenza del resto del mondo, il mio stesso corpo, amici, parenti, scienziati, medici, psicologi e membri di LOGOS compresi, perchè di nessuna di queste cose io ho mai avuto una "esperienza" veramente "diretta".
E' tutta roba che mi si manifesta solo al livello mentale!
Risposta mia:
Il nesso causale tra il noumeno ed il fenomeno può essere certamente una fede mentale, ma sarebbe in prima battuta una fede sul fatto che se lasci la mano sul fuoco te la bruci.
Replica di Eutidemo:
.... Pertanto mi limito alla tua ultima osservazione: "Il nesso causale tra il noumeno ed il fenomeno può essere certamente una fede mentale, ma sarebbe in prima battuta una fede sul fatto che se lasci la mano sul fuoco te la bruci."
***
Il che mi ricorda l'aneddoto di quel saggio indù, il quale cercava di convincere un re che il mondo era illusorio; allora il monarca gli scatenò contro una tigre, ed il saggio indù non perse tempo ad arrampicarsi in fretta e furia su un albero per sfuggirgli.
Allora il re gli chiese: "Se è vero che è tutto un sogno, perchè, non appena ho scatenato la tigre, ti sei arrampicato in tutta fretta su quell'albero?"
E il saggio indù gli rispose: "Perchè anche in sogno, se mi vedo aggredito da una tigre, mi arrampico in tutta fretta su un albero. Tu no?"
***
Pertanto se metto una mano sul fuoco me la brucio senz'altro:
- o a livello "onirico psicologico", se mi sto sognando la cosa come un "io individuale" che dorme, e che ancora non si è risvegliato, nel suo letto, alla sua coscienza "individuale";
- ovvero a livello "onirico fenomenologico", se mi sto sognando la cosa come "Sè universale", che che ancora non si è risvegliato alla sua vera natura cosmica, non avendo ancora perso la sua illusione "individuale".
***
In entrambi i casi, evito sempre di mettere la mano sul fuoco!
Escludendo la tua ultima battuta "In entrambi i casi, evito sempre di mettere la mano sul fuoco!" ci troveremmo in uno stato di sintonia di pensiero (eccezion fatta per il Sè universale che però è ininfluente nella questione). Allora, io insisto sul dolore, mentre tu dirigi verso altre vie che hanno a che fare con un mondo coerente e costante. Ma non è che quando si vive in un sogno ti chiedi se vivi in un mondo coerente e costante ... semplicemente vivi il flusso del sogno adattandoti a questo nei modi che ti sono possibili nel tuo vivere il sogno, quindi pure con un bagaglio di conoscenza in possesso del sognatore. Nel sogno, intendo, è difficile vivere la sensazione di stupore, da intendersi nel senso che ti aspettavi una cosa e ne succede un'altra. Per essere più precisi, nel sogno, mi sembra che non si viva in una dimensione speculativa a meno che non sia il sogno stesso a richiederla, tipo uno che deve risolvere un problema e magari poi finisce male. Ma tutto questo nostro rendersi conto che attuiamo nel nostro stato di realtà ordinaria non renderebbe comunque distinguibile il mondo del sogno dal mondo ordinario, anche se tu, nella realtà ordinaria, sai che ti è possibile sognare. Forse, l'unica prova che ti sarebbe concessa, tenendo buono l'indizio che nello stato di veglia tu sai che puoi sognare, sarebbe quella che si costituisce qualora tu vada a contrariare nel sogno la famosa battuta "In entrambi i casi, evito sempre di mettere la mano sul fuoco!". Allora, visto che io l'ho fatto in senso metaforico, ti chiedo: può essere che nel sogno tu metta la mano sul fuoco? E se la metti, per quale motivo la metteresti?
Un saluto
#874
@Iano. Anche quando concordi con me riesco difficilmente a seguirti ... no problem. Preciso una cosa quindi: nella realtà ordinaria diciamo, esiste una sensazione ad esempio il dolore e qualcosa che la genera. E' chiaro che tu puoi non imbroccare la causa o le cause che la determinano. Nel sogno e nell'allucinazione non so però se uno vada in cerca delle cause che abbiano determinato qualcosa che sta succedendo durante il sogno o una fase allucinatoria. Di sicuro invece puoi trovarti in situazioni in cui una causa agisce e tu cerchi magari una soluzione. Infine, in merito al tuo pensiero: "La mappa non sarà mai il territorio , ma a volte si tratta della mappa sbagliata, o meglio di una mappa inutilizzabile". E' vero, però è difficile, a certi livelli, che nella vita quotidiana ci si trovi di fronte ad una mappa inutilizzabile ... nel senso che se ha funzionato fino ad oggi funzionerà probabilmente pure domani
@Eutidemo. Ok, lasciamo perdere il post mortem sul quale è perfettamente inutile discutere a livelli razionali. Resta il fatto che, a prescindere dalle mie osservazioni sul dolore, non esistano di fatto miraggi all'interno di altri miraggi, esistendo invece solo miraggi. Rimarrebbe comunque la domanda in sospeso su come mai noi si creda di più al miraggio "ordinario" piuttosto che agli altri. In ogni caso sarei comunque curioso di sentire testimonianze, in particolare maschili, ma non necessariamente, di altri forumisti in merito al ricordo del dolore e/o del piacere nel sogno. Un saluto
#875
Arriciao Eutidemo, ti dirò ....; mi ero evidentemente sbagliato tratto in inganno da certe tue espressioni sulle quali è inutili riflettere dato pure che dici: "Ciò non toglie che, secondo me, anche la "realtà fenomenica", a livello "noumenico" (o "metafisico", se preferisci) è una sorta di "allucinazione" e di "sogno"; dal quale ci risveglieremo quando il nostro corpo morirà."
Ecco ... quello che non accetto è proprio questo tuo ricorrere, non è la prima volta, al fatto che ci risveglieremo quando il nostro corpo morirà. Proprio non la digerisco. Perché non prima? Tant'è che mi piacerebbe che tu riflettessi su questa cosa che ti contesto in merito alla tua argomentazione: se è vero che tu consideri la realtà fenomenica ordinaria già come uno stato allucinatorio questo non ti autorizzerebbe a dire come dici in seguito: "Ma si tratta solo di miraggi all'interno di un miraggio!". Sarebbero invece tutti solo miraggi; e noi crediamo di più a quello "ordinario" perché sarebbe quello che meglio si conforma al fatto che, pur immersi nel miraggio, quando ci diamo una martellata in un dito sentiamo male sempre. In altri miraggi può anche non accadere dato che il martello non avrebbe la consistenza materiale ... e tra l'altro, a pensarci un po', tu hai mai sentito il dolore in sogno? A me personalmente sembrerebbe di no, però il piacere sì ... quello sessuale.
Per quel che riguarda la mia esperienza non ne conosco la causa, però mi riesce difficile non connetterla ad una esplosione della mia crisi esistenziale. So che la riconobbi come un momento di una grande intuizione di cui non vedevo i contorni e che fu governato con molta difficoltà nelle sue fasi iniziali e più acute. Un saluto
#876
Meglio la filosofia, che pur facendo confusione mantiene almeno intatta la velleità consentita ad un individuo di conoscere abbastanza bene la giustezza del proprio pensiero. Certo che se costui lo fa studiando il pensiero di altri magari invaghendosene entrerebbe di sicuro in conflitto ... in parole povere, sarebbe auspicabile un confronto serio con altri attori, ma il più delle volte gli attori sono irraggiungibili se non per i loro testi o discorsi a senso unico. E qui casca pure lo studioso della mente, lo psicologo, il quale, per quel che ne so, non si pone in rapporto paritetico col paziente. Forse che lo psicologo non è pure lui ignorante tanto quanto lo è il filosofo? E questa ignoranza, della quale proprio lui in quanto psicologo che si interessa del disagio mentale dovrebbe rendersi umilmente conto, detta ignoranza appunto e chiedo, non sarebbe assimilabile al disagio del paziente psichiatrico che ignora le cause del suo disagio, e che forse pretenderebbe che lo studioso della psiche glielo risolvesse? Si metta dunque pure il terapeuta nella condizione del disagiato e discutano assieme dei propri problemi.
Sarebbe proprio da dare un bel calcio nel sedere a tutti questi acrobati imbonitori, filosofi o psicologi che siano ... sempre elevati a mito da noi stessi ovviamente, me escluso naturalmente. Un saluto
#877
Citazione di: Eutidemo il 23 Marzo 2023, 17:04:21 PM
Dopo l'intervento che ho subito nel 2013 per una asportazione di un tumore al cervello, ricordo di essermi risvegliato nel "reparto di terapia intensiva" con uno strano senso di euforia; però, per qualche minuto, non ho sperimentato altro.
Dopodichè ho avuto come la sensazione di "levitare", lentamente, verso il soffitto; però sempre in posizione supina, per cui non potevo vedere il letto.
Quello che, invece, vedevo sempre più ravvicinate, erano delle crepe sul soffitto; le quali, ormai, alla (presunta) distanza di circa venti centimetri, potevo esaminare nitidamente in tutti i loro dettagli.
Sembravano due velieri affiancati, che passavano sotto un ponte!
Poi, piano piano, sono ridisceso nel letto, per cui l'immagine delle crepe è diventata sempre meno distinta, fino a sparire del tutto a causa della distanza.
Però, poichè io sono "scettico" per natura, mi sono ripromesso di verificare in seguito cosa veramente era accaduto.
***
Ed infatti:
a)
A parte il fatto che non credo affatto nella "levitazione", ero tutto "intubato"; per cui, se io fossi fisicamente levitato fino al soffitto, si sarebbero staccati tutti i tubi delle "flebo" e quello del "catetere".
Cosa che, invece, non si era verificata!
b)
Per cui, ammesso e non concesso che il fenomeno fosse reale, doveva necessariamente trattarsi di una cosiddetta "OBE" ("Out of Body Experience", ovvero "Esperienza Fuori dal Corpo"); ma io non credo neanche a quella.
Per cui ho cercato di memorizzare meglio che potevo:
- sia le immagini che avevo visto ravvicinate sul soffitto;
- sia la posizione del letto;
per poter meglio verificare in seguito.
***
Però, una volta dimesso, e tornato in ospedale (San Filippo Neri) per una visita medica di controllo, mi hanno impedito di entrare nel "reparto di terapia intensiva" per verificare; ed infatti l'accesso a tali locali è consentito solo al personale medico.
Però mi hanno garantito che, sul soffitto del reparto di terapia intensiva, non poteva esserci nessuna crepa, perchè era stato ritinteggiato  poco prima che io vi venissi ricoverato; e quindi era assolutamente impossibile che ci fossero le crepe che credevo di aver visto io (in modo estremamente vivido).
***
Il mio medico curante, peraltro, mi spiegò che, dopo l'operazione, mi avevano indotto in uno stato di "coma farmacologico"; cioè, mi avevano imbottito di "droghe", il cui effetto attenuato prosegue anche dopo il risveglio.
Per cui, evidentemente, il mio era stato soltanto un "trip"; cioè certamente era stato un "viaggio", ma non fuori dal "corpo", bensì soltanto al di fuori di uno "stato di coscienza ordinario".
Cioè, si era trattato soltanto di una "allucinazione"!
***
Però, per curiosità, ho approfondito un po' la questione delle OBE ("Out of Body Experiences", ovvero "Esperienze Fuori dal Corpo"), ed anche delle NDE ("Near-Death Experiences", ovvero "Esperienze in Prossimità della Morte").
Ed ho potuto rilevare quanto segue:
1)
Nella quasi totalità dei casi (come nel mio), il soggetto si trovava o in uno stato di "incoscienza comatosa" in uno "stato alterato di coscienza", in quanto "imbottito di droghe"; per cui avrebbe potuto immaginarsi qualunque cosa, la quale gli sarebbe sembrata perfettamente reale.
2)
Non risulta documentalmente "provato" nessun caso, nel quale il soggetto abbia riferito di aver visto e/o sentito cose che, nella sua condizione, gli sarebbe stato impossibile vedere o sentire; ad esempio, che uno dei medici attorno al suo letto, visto dall'alto, aveva una "alopecia" sulla sommità del capo.
Racconti e storie di tal genere, in verità, si sprecano; però neanche una che possa dirsi verificata con certezza!
***
Tuttavia nelle NDE ("Near-Death Experiences", ovvero "Esperienze in Prossimità della Morte") c'è un elemento che dà veramente da pensare; ed infatti si somigliano tutte molto, nonostante siano state sperimentate da persone diverse, in tempi diversi, ed in tutte le parti del mondo.
I genere, infatti, si vede un "tunnel con una luce in fondo", si hanno incontri con parenti defunti, depersonalizzazione, ecc.ecc..
***
Tuttavia occorre considerare che:
- tutti quanti conosciamo tali racconti per averli letti ovunque, e quindi, in uno stato che riteniamo prossimo alla morte, essi possono tornarci vividamente alla mente come se riguardassero "realmente" noi;
- sembra che molti di essi siano spiegabili a livello neurologico.
***
In realtà la prossimità alla morte non è necessaria perché si manifestino NDE; è infatti sufficiente la percezione soggettiva che si stia per morire.
Quindi:
- in alcuni casi, tali fenomeni potrebbero essere frutto di mera autosuggestione;
- in altri casi, invece, potrebbero essere provocati da effettive alterazioni neurologiche del cervello.
***
In particolare,  la circostanza che le persone vedano una luce brillante in fondo ad un tunnel, probabilmente indica che la "corteccia visiva" del cervello, in quel momento, è iperattiva; ed infatti è stato dimostrato sperimentalmente che l'aumento di onde gamma avviene in particolare nel "sito più alto" della "corteccia visiva", proprio nel punto più idoneo a provocare tale "visione luminosa" cerebrale.
***
Proprio per questo le persone che descrivono le loro NDE spesso parlano di visioni ed emozioni "più reali della realtà"; ed invero, la vividezza di una esperienza soltanto mentale, può trarre in inganno rispetto alla sua "attendibilità oggettiva".
***
Questo posso testimoniarlo di persona, anche sotto giuramento!
***
Ed infatti, proseguendo nel raccontare le mie esperienze personali, prima di subire l'operazione al cervello, a causa del tumore, spesso mi accadeva di udire distintamente una musica nell'"orecchio sinistro" (il ""Degüello""); e, altre volte, ma più di rado, delle parole senza senso compiuto, ma pronunciate in modo assolutamente nitido.
E vi assicuro che non c'era la benchè minima differenza tra una musica o delle parole "vere"; ciò in quanto il mio cervello le percepiva esattamente come se fossero "reali" e provenienti dall'ambiente circostante!
Tuttavia, ragionando, capivo da me che si trattava di allucinazioni:
- per il fatto che le udiva solo il mio orecchio sinistro (anche tappato con la mano);
- perchè vedevo che non c'era nessun altro nella stanza, nè un grammofono o una radio accese (come mi accadde di credere la prima volta che mi capitò tale "sinistro" fenomeno).
***
Tutto questo, ovviamente, non ha niente a che vedere nè con le OBE nè con le NDE; se non per quel che riguarda l'impossibilità di distinguere una "allucinazione" molto vivida dalla "realtà"; a meno che non ci soccorra il "ragionamento" logico!
***
Ed invero, se ragioniamo "lucidamente", non si può parlare di una vera e propria "esperienza pre-morte", se il soggetto che l'ha sperimentata si è risvegliato per raccontarcela; il che vuol dire, ovviamente, che "non era morto affatto" (anche se lo sembrava, o sembrava sul punto di esserlo)!
La circostanza che fosse in procinto di morire, è solo un'ipotesi; la quale, comunque, di fatto non si verificata,
Nessuno che sia morto in modo inequivocabile (magari decapitato), è mai resuscitato; per raccontarci, con la testa sotto al braccio, ciò che ha provato "in procinto di morire"!
***
Però, tutto può essere! ;)
***

Ciao Eutidemo ... Ho letto attentamente il tuo post, ineccepibile e interessante. Non ho mai fatto esperienze del genere, intendo OBE e NDE, e non ho letto molto al riguardo, però ne ho fatta una, di esperienza, della durata di una manciata di secondi in cui la mia mente entrava all'interno di un elicoidale che a poco a poco per la velocità con cui scorreva si trasformò in un tunnel, ma mancava la luce .... alla fine del tunnel, dopo una sensazione di viaggio circolare al quale mi abbandonai quasi rassegnato a morire, rientrai di botto in me. Ero senz'altro allucinato, ma non per quel che riguardava la percezione sensoriale, ero proprio allucinato mentalmente. Detto ciò volevo dire che se vuoi venirne a capo penso che tu debba considerare che le percezioni allucinatorie appartengono alla realtà, alla tua personale realtà vissuta da drogato farmacologico, o da paziente affetto da tumore che percepiva una canzone. Non dovresti quindi gettarle come fossero spazzatura. Tanto per dire, sei a conoscenza se vi siano delle connessioni tra la realtà immaginata, realtà sognata e realtà allucinata? Un saluto
#878
Premetto che questo tema voleva mettere in luce un aspetto filosofico di quello che per me sarebbe un falso problema: ovvero il problema del complottismo in generale. Sarebbe questo un aspetto importante poiché evidenzierebbe come le parti in lotta si reggano alla fine appoggiandosi l'una all'altra; questo varrebbe infatti tanto per gli additati complottisti quanto per quelli non additati che però di fatto fanno fronte comune versus gli additati.
Dice bene Ipazia, ma non fino in fondo, affermando:
Citazione di: Ipazia il 27 Marzo 2023, 00:20:25 AMMi pare un modo riduttivo di intendere la filosofia. Sarebbe come limitare la critica delle religioni ai testi sacri senza potersi occupare del tipo di organizzazioni religiose che da quei testi sono nate, spesso discordanti tra loro per motivi che oltrepassano la sfera teorica.
Ma dice bene pure davintro, che non conosco e saluto, quando risponde:
Citazione di: davintro il 27 Marzo 2023, 11:32:47 AMMeglio avere un'idea riduttiva, ma ben chiara e delimitata, della filosofia ....
Ho messo i puntini perché non sono del tutto d'accordo col prosieguo del pensiero.
Cioè, il compito della filosofia, a mio vedere, sarebbe quello di risolvere una volta per tutte la questione della metafisica. Vedo comunque di buon occhio che Cacciari e altri vadano in tv schierandosi apertamente ... Mi chiedo infatti cosa potrebbe fare mai di più concreto un filosofo della nostra epoca, il quale non possiede nemmeno gli strumenti che la ragione gli offrirebbe per essere decisivo al fine di criticare determinate scelte politiche, e soprattutto la validità dell'interpretazione dei dati che si riscontrano nelle discipline scientifiche.
Dico però ad Ipazia che ci si dovrebbe occupare pure di quello che produsse le religioni e i testi sacri e la scienza, ma questi argomenti sembrano essere un tabù per tutti. E credo ben, vedi dominio sulla materia vs dominio su ... ehm ehm ... sulla metafisica?
Allora, se la metafisica fosse un prodotto giustificato da una volontà di sapere quello che non si sa, resterebbe da chiedersi almeno due cose: uno, cosa vogliamo sapere, e due, a chi affideremmo questa pretesa di sapere. L'affidiamo alla credenza in Dio, oppure, senza metterci la credenza, se proprio si vuole calpestare la propria intelligenza, alla Scienza, oppure alla Filosofia? Ovviamente io dico alla filosofia ... Credo nella filosofia, va ben? ... l'ho detto. Se la filosofia non ritorna a comprendere la scienza, per me significa che è inutile oppure non è una buona filosofia. E siccome son quasi due anni che lo dico senza averlo detto, comincio a dubitare di avere puntato sul cavallo giusto. Allora quello giusto sarebbe quello della guerra, anche lei forse logora, ma capace ancora di manifestazioni catastrofiche. Chissà quante cose sapremo in più a guerra finita? Pensate saranno sufficienti ad appagare quello che non si sa?
#879
Varie / Re: Il test dello Jedi
28 Marzo 2023, 09:00:21 AM
Probabilmente perché sono un copernicano ho pensato a 3,4 e a una stella marina ... poi ho provato con la mente tolemaica e mi è venuto un numero che non dico e la patata
#880
Citazione di: atomista non pentito il 23 Marzo 2023, 11:34:54 AMPerché non basta ? Per il semplice fatto che il "depistaggio" dell'individuo dall'attenzione sulle cose importanti e' come un volano ben lanciato che fino a quando non si schiantera' contro qualcosa di piu' "potente" ( cambiamenti climatici , guerre per l'acqua ecc ?) NON MOLLERA' LA PRESA. Alla fine se ho la pancia piena e sto al caldo non avro' tutto 'sto stimolo a ragionare sui migranti morti ( a ragionarci seriamente intendo , non con gli inutili alti lai che si sentono ogni volta) o ad altri aspetti NOSTRI del tipo morire in attesa di un'ecografia o indecenti pensioni sociali ecc ecc. "Panem et circenses" funziona sempre meglio ragazzi.
Ciao atomista, innanzitutto mi scuso con te proprio perché dimostri di non essere affetto da analfabetismo funzionale, sempre per quel che possano valere le mie tesi. Infatti la tua risposta è perfetta. Ovviamente cassare la politicanza italiota come difetto da cui sarebbe avulsa la ricercanza scientifica, economica, italiota o mondiale che sia, sarebbe un limite dell'osservatore poco accorto. Da un certo punto di vista è peraltro abbastanza facile sparare sui politici, ma proprio perché siamo noi, io no pure se debbo sottostare ai risultati elettorali, ad eleggere i politici, dovremmo pur prendere atto che saremmo fatti della loro stessa stoffa, e se tanto mi dà tanto ... non aggiungo oltre.
Detto questo, l'assurdità del complottismo starebbe, a mio vedere, nel non rendersi conto di qualcosa. Tempo fa si era parlato della legge del più forte. Comunque, partendo da distante, penso sia condivisibile sostenere che l'idea di Dio fu messa in discussione ufficialmente dalla nascita della Filosofia. Ebbene ... secondo te ... E' possibile vedere in questo fenomeno il coacervo del complotto? Cioè, si riesce a scorgere in questa nascita lo sfogo di un sentimento di ribellione della propria ragione nei confronti della ragione di Dio? Un saluto
#881
Citazione di: Claudia K il 22 Marzo 2023, 21:29:11 PMCiao Daniele.
I "precedenti" (ricordiamolo) sono che tu hai espresso al mio indirizzo concetti e domande che non sempre ho compreso, e quando non li comprendo...più che dirtelo non posso.
Più in generale, e visto che hai più presente tu l'antologia dei miei scritti qui di quanto l'abbia io, mi sembra ti sia sfuggito un dettaglio piuttosto importante di decodifica, e cioè che - vuoi per indole, vuoi per formazione, e vuoi anche per la mia pratica in parecchi forum - se c'è una cosa che non mi sposta di un capello è l'altrui tentativo di provocazione.
Non solo : se da più giovincella la imperturbabilità dinanzi alla provocazione mi richiedeva un qualche impegno razionale ed emotivo, oggi e non da oggi vivo la provocazione come un personale successo a prescindere, perchè chi provoca (e tanto più quanto più gratuitamente lo faccia)  dimostra solo (oltre al non avere argomenti) di avere un bisogno matto della mia reazione, laddove io della sua azione posso sorridere e persino divertirmi, senza ovviamente sentire alcuna necessità di comunicarglielo.
Non l'avevi capito questo, di me? 
Un saluto
Dici: "Più in generale, e visto che hai più presente tu l'antologia dei miei scritti qui di quanto l'abbia io". E' proprio questo il guaio che ti inguaia. O è perché le bugie hanno le gambe corte, oppure vedi tu che tanto è lo stesso. Io comunque mi ricordo di quello che dicono le persone con cui parlo, almeno in linea generale, cose del genere che ho menzionato le ricordo. Pertanto, a meno che non accadano miracoli penso che sarà molto difficile che io replichi a qualsiasi altro tuo intervento che farai. Ti dirò pure che non ho proprio bisogno della tua reazione, anzi, in tutta sincerità mi da solo fastidio. A te sembra che a me sfugga un dettaglio importante di decodifica della tua personalità di forumista. Beh, ti dirò che non mi sfugge proprio. I tuoi sofismi costellati di superlativi, quanto le tue omissioni parlano per te. Di argomenti ne hai ben pochi visto che sei in contraddizione permanente. Devo peraltro dire che hai proprio una bella faccia di bronzo, tanto che un quarto di un decimo della metà bastano e avanzano.. Ovviamente ti sei ben guardata dal dire qualcosa in merito a quella abnorme idiozia che hai detto sui timidi ... ma non preoccuparti che tra un paio di giorni tra il rifiorir dei temi verrà tutto macinato come sempre. Tanto che a fare brutta figura sarò io, forse tra una decina di giorni, quando magari farai in modi molto abili un intervento al quale si dovrebbe rispondere e che per certo invece non vi risponderò ... ma vai a sapere. Vattene pure per la tua via e visto che ha messo un like portati pure Pensarbene, l'uomo che predica bene, ma neanche tanto, e razzola male. Tra zoppi si zoppica meglio.
Toh! ho messo anche il punto.
#882
Tematiche Filosofiche / Re: Chuang Tzu
22 Marzo 2023, 21:14:35 PM
Citazione di: Pensarbene il 22 Marzo 2023, 19:07:29 PMIl leader intellettuale del Taoismo.
Scrive:"questa notte ho sognato di essere una farfalla.Adesso non so se sono Chuang Tzu che ha sognato una farfalla o una farfalla che sogna di essere Chuang Tzu"
A me piace il Taoismo non perché lo trovi vero, ma perché mi libera da tutto ciò che vorrebbe costringermi a sapere e dire solo quello che è...Vero!
 

Un solipsista consapevole come me, stato al quale certamente tu non appartieni, apprezza certamente il taoismo, ma mi sa che tu predichi bene e razzoli male, per come agisci nel forum.

Citazione di: Pensarbene il 22 Marzo 2023, 19:07:29 PMMi spiego:ognuno di noi è un essere umano,non un computer quantistico o un programmato androide,un chissàchiechecosa!
Quindi sa,pensa e dice solo quello che sa e non pretende di Sapere,Dire e Pensare,questo per me è molto importante!
Giusto, il guaio è che quel che sa corrisponde il più delle volte con delle pretese di sapere. Questo fatto sembra quasi paradossale riferendolo ad una teoria della conoscenza, se vuoi se ne può parlare ... non si parla del tao.

Citazione di: Pensarbene il 22 Marzo 2023, 19:07:29 PMSe esistesse un essere umano su questa Terra che sapesse,pensasse veramente l',essenza di quello che si può sapere e pensare...meglio stia zitto e usi il contagocce,se ama la sua salute...
Concordo, sarebbe veramente meglio che stesse zitto, e infatti mi sembra di vivere in una giungla di ammalati, nel corpo e nella psiche ... mi preoccupa di più la psiche, ma pure il corpo è importante ... "mente sana in corpo sano". Un saluto


#883
Perdonate se potete l'accusa, sono un provocatore e non so quanto valga la mia accusa, ma il dato c'è. Comunque, iano, dovrai darmi atto che ho per certo il coraggio di sbagliare fino in fondo. Volevo dire che se le istituzioni producono servizi di pessima qualità, a me vien da dire la scuola (ma non sono in grado di giudicare), ma basti pensare alla tutela degli stipendi, alle liste d'attesa nella sanità pubblica e non parliamo della giustizia che è meglio ... volevo dire infine che le congiure, i complotti, sono in realtà un problema del cazzo. Non basta forse il disastro per dire che le cose vanno male a prescindere dai complotti e che dovrebbero quindi cambiarsi? No, evidentemente non basta, e allora provo a chiedere ora perché non basta, ma non penso che qualcuno risponderà, ovviamente. Un saluto
#884
Citazione di: Claudia K il 22 Marzo 2023, 00:08:23 AMSolo mio punto di vista, ma più che a una realtà...a me fa pensare solo ad una soggettivissima sindrome persecutoria.

Non perchè creda nella filantropia diffusa (tutt'altro, e poi ci torno), ma...detta così mi fa pensare anzitutto a quella che qualche geniaccio definì "la stratosferica presunzione dei timidi", che consiste nella loro fissa di essere così interessanti da meritare la costante osservazione e  il conseguente continuo giudizio del mondo, quando è altissimamente più probabile che... non se li fili nessuno.
Ciao Claudia, ti rispondo, nonostante i precedenti.
Un giorno parlavi con Eutidemo e dicevi sostanzialmente che preferivi non mettere "avvisi al pubblico" esposti in cui si rendesse noto all'interlocutore di essere audio/video ripreso ... denunciavi, tra l'altro sempre in relazione al fatto che le persone esprimono il dubbio (diffidenza), puntuali tentativi di corruzione e altro. Per fortuna non rivesti però carica di pubblico ufficiale, come detto da te ... per fortuna lo dico io naturalmente. Io non so che mestiere tu faccia signora superlativo assoluto, ma se quello che dici sui "timidi" riferendoti al geniaccio corrisponde al tuo pensiero direi che siamo proprio messi male anche a livelli professionali. Ma dove le peschi simili idiozie? Claudia, dimmi un po', hai pensato per caso che mi fossi innamorato di te per via dell'accenno al caro saluto e al sempre più caro saluto e alla scomparsa del saluto? A questo punto mi aspetterei pure questo dato il tuo incipit, comunque la mia era solo una notazione sulla psicologia del tuo scrivere cha annunciava la crisi del dialogo che avevo percepito e di cui quei piccoli dettagli erano i sintomi. Sono spesso i piccoli dettagli a parlare. Un saluto
#885
Ciao Socrate, uno dei motivi per cui la gente tende a mentire è generato anche da quello che ho scritto pochi minuti fa nel tema dedicato al complottismo. Un saluto