Nel X libro delle "Leggi" Platone distingue tre forme di ateismo:
negazione della divinità, coincidente con il materialismo naturalistico;
negazione che la divinità possa curarsi delle vicende umane;
negazione che si possa propiziare la divinità attraverso doni, sacrifici ed offerte.
Gli atei credono che Dio o gli dèi siano costruzioni umane motivate dal bisogno del trascendentale.
Per quanto riguarda la spiritualità, questa è uno "spazio aperto", senza Chiese e senza dogmi imposti da un'ecclesia. Il protagonista è l'individuo. Invece la religione impone regole di vita, omaggi, venerazioni, genuflessioni, adorazioni.
La Chiesa cattolica ha finalmente smesso di scrivere dogmi da credere per fede, ma non dimostrabili, di qui la graduale decadenza del loro ascendente fra le masse, rivolte a dare fiducia alla scienza.
Pretendere che l'uomo contemporaneo assuma un'affermazione come certa, senza che gliene possa essere data una prova, una dimostrazione, appare oggi in contrasto con il sapere scientifico.
Ormai nelle religioni prevale l'aspetto rituale, sociale ed esteriore.
Per sperimentare la spiritualità non è necessaria una religione né del sacro.
Ancora Platone, nell'Alcibiade Maggiore, sostiene che per conoscere adeguatamente noi stessi, dobbiamo cercare il divino che è in noi, tramite un percorso spirituale interiore.
negazione della divinità, coincidente con il materialismo naturalistico;
negazione che la divinità possa curarsi delle vicende umane;
negazione che si possa propiziare la divinità attraverso doni, sacrifici ed offerte.
Gli atei credono che Dio o gli dèi siano costruzioni umane motivate dal bisogno del trascendentale.
Per quanto riguarda la spiritualità, questa è uno "spazio aperto", senza Chiese e senza dogmi imposti da un'ecclesia. Il protagonista è l'individuo. Invece la religione impone regole di vita, omaggi, venerazioni, genuflessioni, adorazioni.
La Chiesa cattolica ha finalmente smesso di scrivere dogmi da credere per fede, ma non dimostrabili, di qui la graduale decadenza del loro ascendente fra le masse, rivolte a dare fiducia alla scienza.
Pretendere che l'uomo contemporaneo assuma un'affermazione come certa, senza che gliene possa essere data una prova, una dimostrazione, appare oggi in contrasto con il sapere scientifico.
Ormai nelle religioni prevale l'aspetto rituale, sociale ed esteriore.
Per sperimentare la spiritualità non è necessaria una religione né del sacro.
Ancora Platone, nell'Alcibiade Maggiore, sostiene che per conoscere adeguatamente noi stessi, dobbiamo cercare il divino che è in noi, tramite un percorso spirituale interiore.










