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Messaggi - Jean

#871
Per molte persone non c'è ombra... non c'è neppure la luce... e se i loro occhi non hanno mai visto non può esserci neppure il ricordo.

Eppure esse ci insegnano che il cuore può creare una luce accecante come il sole... che solo un altro cuore può vedere...

 https://www.youtube.com/watch?v=-F_W_zl61bI&list=RD-F_W_zl61bI#t=378
 
 
cordialmente
Jean
#872
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
07 Giugno 2016, 14:16:50 PM
-        Buongiorno... vedo dei cambiamenti, nuove statue... è cambiata la gestione?

-        Buongiorno a lei... da non molto, da quanto non viene, se mi permette di chiederglielo?

-        Oh... tanto che potrei dire quasi una vita fa... nel senso che son accadute tante cose, purtroppo non ho potuto venir prima... il precedente gestore doveva consegnarmi un blocco notes, per caso, ha il numero di telefono?

-        ... ho di più... se mi dice il suo nome...

-        Andrea.

-        Dottor Andrea, giusto?

-        Giusto...

-        Ecco qui il notes, sono stato incaricato di darglielo se fosse ritornato a chiederlo... è suo, tenga.

-        Grazie mille, quasi non ci speravo... come vanno le cose?

-        Non c'è male, anche se devo abituarmi ai ritmi di questa attività, sa, non era  il mio lavoro... ma oltre alla cameriera ho due amiche che mi aiutano... eccole là sedute... adesso non c'è granché da fare...

-        ... madre e figlia...?

-        Sembrano, eh... no, anche se qualcosa in comune ce l'hanno... mi scusi, ancora non l'ho servita, cosa desidera?

-        ... ho un po' di tempo e vorrei fermarmi per uno spuntino... dove posso sedermi?

-        ... al posto migliore, naturalmente, dove son sedute le mie signore che giusto ora si stan alzando per andarsene... ecco, han lasciato il tavolo libero, prego...
 
-        Andrea si siede e nel poggiare il notes sul tavolo si accorge di due elastici dimenticati dalle donne. Li prende in mano per darli al gestore all'arrivo della comanda e intanto apre la copertina del notes, leggendovi quello che pare un titolo: Perché spariscono gli elastici? Sorpreso dalla sincronicità decide di tenerli per sé, mettendoli proprio lì, e intanto comincia a leggere... http://www.riflessioni.it/forum/psicologia/14642-perche-spariscono-gli-elastici.html
 
Quasi non si rende conto del gestore che lo serve e continua a leggere mangiando e quando arriva al termine di quelle due paginette, un po' disorientato, riflette...
 
-"... mmh... questo Galvan sì è immaginato d'aver fatto cinque sedute con me... come abbia scelto la mia persona per quello che pare un tentativo di narrazione non riesco a immaginarlo... magari a caso sulle pagine gialle, ma... ci ha azzeccato su alcune cose che mi riguardano, come gli elastici che uso per tenere assieme le lettere... ma quello che mi lascia sgomento... sono i due elastici che ho trovato qui sul tavolo, come se ci trovassimo nella narrazione di quel momento... con il notes di Galvan al posto della sua persona..."
 

- ... allora, signor Andrea... andava bene lo spuntino? Caffè?

-... oh, mi scusi, ero assorto nei miei pensieri... certo, ottimo e sì, caffè lungo, grazie...

- bene, sono contento... il caffè glielo faccio portare dalla mia "aiutante"... così conosce anche lei...

- ah, bene... ancora grazie per il notes..!

- di nulla, si figuri... se si può dar una mano... arrivederci, io smonto per un pò...

- arrivederci...



 
-signor Andrea, il suo caffè...

-oh, grazie... anche per chiamarmi per nome... il suo?

- Vania... permette una domanda?

- certamente, dica...

- mi scusi, è davvero stupida... non ci faccia troppo caso... ho qualche piccola, inoffensiva mania... per caso... ha trovato degli elastici sul tavolo..?

-... degli elastici?

- si, uno mi pareva blu e l'altro... rosso... non valgono nulla, mi scusi ancora della domanda... ma per me che ci gioco e li... rubo... per ridere, eh... sono interessanti e mi dispiace perderli...

- ah... capisco... beh, anch'io ho un po' la sua, come giustamente ha detto, inoffensiva mania... sì, li ho trovati... e me li sarei tenuti se non fossero di una ragazza gentile qual è lei, eccoli qui... li ho messi tra le pagine del notes... ora lo apro...

-... Perché spariscono gli elastici?... mi scusi signor Andrea... che strano... c'è quella frase proprio dove li ha messi...

- ... assolutamente d'accordo con lei, davvero strano... sincronicità, vengono chiamate... le conosce..?

- certo... accadono spesso... se le raccontassi l'ultima non mi crederebbe...

- beh, per la mia professione son portato a credere oltre il credibile... sono psicologo, Dottor Andrea, mi presento...

-... ah... questa è ancora più dell'altra...

- ben due... perdoni la curiosità professionale... e umana... sarebbero...?

- permette se mi siedo un po' con lei?

- ops, mi scusi... certamente, prego...

- beh... la prima riguarda un incidente d'auto evitato per una telefonata che non avrebbe dovuto esserci... mi creda, io e il mio compagno saremmo quasi sicuramente morti o invalidi. Quella di adesso... accidenti, mi rendo conto che forse la riguarda...

-... mi riguarda... come cliente ladro d'elastici?

-... sa bene stemperare la tensione che sto provando... come se n'è accorto?

- beh, ci lavoro con queste cose, l'osservazione è la madre di tutto... ho capito che mi riguarda come psicologo, naturalmente... se vuole accennarmi qualcosa la ascolto... visto che il destino, a mezzo di un elastico, ci ha collegato...

-... accidenti... mi sa che dovevo proprio trovare uno come lei... beh, son problemi affettivi, le solite cose per lei, suppongo... rapporti con le persone...

- sono sempre le solite cose e sempre diverse... e sempre molto più profonde di quanto si possa immaginare... problemi col compagno?

- ... oh, no... beh, ogni tanto, come tutti, poi passa...

- ... ma stavolta qualcosa è rimasto, no..?

-... eh, ci piglia lei... è che ci sono altre persone coinvolte... insomma è una situazione complicata...

- ... molto più profonde, glielo avevo anticipato...

-... ha ragione... ho proprio bisogno di chiarirmi un po'... posso prendere un appuntamento con lei?

- certamente...

- grazie... senta... vede quelle statue là nell'angolo?

- la composizione..? Krshna con due Gopi... mi pare una pregevole esecuzione in legno dipinto...

- sì... naturalmente sa cosa rappresentano...

- un'allegoria dell'amore divino...

- ... pensa che l'uomo può sperimentarlo... qui sulla terra..?

- ... mmh... mai negare e mai dar nulla per scontato, occorre entrar nello specifico, nelle situazioni della vita reale... posso permettermi un suggerimento?

- ... magari...

-... ecco, mi affido a una certa intuizione professionale... attenda la nostra chiacchierata, non decida affrettatamente...

-... d'accordo... ultimamente mi sento così... inadeguata... mi sa che non è stato solo il caso a farci incontrare...

- ha ragione... è stato ben di più... un elastico, anzi un paio... ecco, posso darle quello rosso e tenere l'altro per me, in ricordo dell'evento?

- oh... può tenerli entrambi...

- no... quello indaco rappresenta per me la conoscenza e mi si addice... il rosso...

- ... l'amore, vero..?

- esatto... che può diventare anch'esso un problema... mentre si reputa che dovrebbe risolverli, i problemi...

- ...vuol dire che non è vero amore?

- ... no, non posso dir nulla... solo chi ama conosce l'amore... per gli altri è una parola come un'altra, di cinque lettere... troppo abusata e caricata d'aspettative... ma adesso devo proprio andare, mi telefoni per l'appuntamento, arrivederci...

- grazie, lo farò... e seguirò il suo consiglio, arrivederci...
 
 
...................................


 
Cordialmente

Jean
#873
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
04 Giugno 2016, 13:40:40 PM
-        ... se la montagna non va a Maometto... eccomi qua, son venuto io nella tua azienda... l'unico posto dove si può sperare di trovarti, visto che non frequenti più gli amici, la palestra... alle feste non si parla che di te... sapessi cosa si dice... vuoi saperlo?

-... accidenti...!!! Ora ricordo!

- Cosa ricordi, Gianni... che avevi un amico..?

- ... il sogno di questa notte... perbacco, adesso lo vedo come vedessi un film.. avevi pronunciato esattamente queste parole!

- come no... magari ti ricordi anche che ti avevo dato dello st... , vero?

- quello non lo ricordo... mi sa che me lo dici adesso, nel sogno mi informavi di quello che si dice di me nel nostro ambiente...

-        ... dai, sentiamo, prova a dirlo...

-        ... nuova compagna, problemi di salute, economici... e crisi religiosa...

-        ... perbacco... proprio quello che stavo per dirti... come hai fatto, solo immaginazione?

-        Te l'ho detto, l'ho visto nel sogno... e commentavo che sensualità, salute, soldi e spirito sono le quattro magiche "esse", poi chiedevo cosa tu avessi detto di me, il mio miglior amico...

-        ... credimi, nulla... appena qualcosa...

-        ... e rispondevi proprio con queste parole...

-        ... mmh... adesso sono io a non credere a te... che sia stato un sogno... mi sa che un po' ci stai giocando visto che hai azzeccato le prime mosse, vero?

-        ... ma come replicavo nel sogno replicherei ora... nutro fiducia che "appena qualcosa" non sia tutta la cosa, confidando nel tuo senso della privacy...

-        Puoi contare su di me, Gianni... sono sempre stato dalla tua parte, anche l'ultima volta, davvero difficile, ci ho rimesso un bel pò...

-        ... già, l'informazione non era giusta... ma ti sei ripreso, anzi, di più, eh... quella fu anche l'ultima volta che venisti qui, se ben ricordo...

-        Esatto, ma è acqua passata... bella la stampa alle tue spalle...

-        Modigliani... che strano, nel sogno era Van Gogh...

-        ... attento ai sogni, Gianni... ritorna nella terra... e magari in palestra, così riprendiamo a frequentare i nostri bei posti... suppongo che neppure sai che hanno cambiato il gestore del nostro bar... un tipo strano...

-        ...non lo sapevo... ha fatto dei cambiamenti... le statue..?

-        ... ci sono ancora, anzi, son aumentate di numero e oltre quelle del Buddha ne ha portate di induiste: Siva, Ganesa... ma il pezzo forte, per modo di dire... è la composizione...

-        Cioè..?

-        ... cioè chi non viene non lo sa...

-        ... ricattino..?

-        ... oh, no... visto che sogni le cose... 
 
-        ... hai ragione, ritornerò presto... una piccola anticipazione..?

-        ... mmh, che succedeva poi nel tuo sogno?

-        ... il nuovo capo magazziniere, quello dell'elastico... era anche un bravo  pittore e c'era una storia su un quadro falso che era un po' vero... ma lasciamo perdere, fantasie inconsce...

-        ... è interessante quell'uomo, devo ammettere... volevo giusto chiederti come procede...

-        Era...

-        ...?

-        ... non lavora più qui... c'ha provato per un po' e mi dispiace d'averlo perso... non solo per il rendimento... pian piano stava facendosi benvolere da tutti.

-        ... ah, forse troppo impegnativo per lui... com'è andata?

-        ... un giorno viene mia moglie...

-        La Maddi?

-        Che altre mogli ho... accidenti, me lo chiedi ogni volta ... e lo vede così indaffarato... insomma, non ha proprio un gran fisico e sai, non c'è un orario... fatto sta che la Maddi se l'è portato via... e mi pare d'averlo visto sollevato... forse aveva accettato per l'amicizia con lei.

-        Capisco...

-        Va beh... non si può avere tutto... il capo magazziniere che ti aumenta la produttività, armonizza i rapporti col personale e magari diventa anche amico... però mi dispiace... a proposito, non l'ho ancora aperto...!!

-        Che cosa?

-        Proprio lui, mi ha lasciato un pacco... come ricordo del suo lavoro qui da me... dove l'ho messo... ah, eccolo... non ho avuto un minuto per aprirlo, lo faccio adesso eh, così lo vediamo insieme...

-        Speriamo che non sia una trappola per mosche, quelle elettriche... ah, ah...

-        Già... ecco, adesso tagliamo col cutter tutto attorno che facciamo prima... ma quanto nastro ha messo... eh, qui è gratis... scherzo, eh...

-        ... Gianni... è una stampa... ma sì, un quadro...

-        ... è proprio un Van Gogh... campo di grano con volo di corvi... il quadro del sogno!!

-        ... dai, dimmi che è uno scherzo... che hai preparato per  farti due risate, vero?

-        ... te lo giuro, no... guarda... è una stampa a rilevo...

-        Sì, lo vedo... davvero realistica.

-        ... nel sogno... c'era una parte dov'era stato pennellato del colore...  gratta con l'unghia qui, appena un po' mi raccomando... bravo... vedi, ti è rimasto il giallo sul dito, la pittura è recente...

-        Forse è una stampa con colori ad olio... una tecnologia che non conoscevo, chissà dove si ordinano.

-        Caro amico... se gratti da qualsiasi altra parte, vedi... nessun colore... solo in questa zona è stato pennellato del vero colore...

-        ... riprendi a dirmi del sogno che hai fatto...

-        Adesso non ho tempo, ma lo scrivo e poi te lo do, d'accordo?

-        D'accordo, Gianni... ma me lo devi portare tu, eh...

-        Senz'altro, dove ci diamo appuntamento?

-        Gianni... al nostro bar, naturalmente...

-        ... a proposito, ha cambiato anche nome?

-        ... ci pigli troppo spesso..! Sì, magari l'indovini...

-        ... ha a che fare con le statue..?

-         Già... ma non te lo dico... perché mi dà un pò fastidio ritrovarmi un amico chiaroveggente o giù di lì...

-         ... e io non te lo chiedo, giusto?

-        ... giusto, non serve sapere troppo...

-        ... cosa serve sapere, secondo te?

-        ... che siamo amici, che altro?

-        ...hai ragione... è come un'arte...

-        Cosa, l'amicizia?

-        Eh sì... sei d'accordo?

-        ... chi è venuto qui oggi..?

-        Touchè...



 
Cordialmente

Jean
#874
Riflessioni sull'Arte / Re:Nuit etoilée
02 Giugno 2016, 22:08:25 PM
-        ... se la montagna non va a Maometto... eccomi qua, son venuto io nella tua azienda... l'unico posto dove si può sperare di trovarti, visto che non frequenti più gli amici, la palestra... alle feste non si parla che di te... sapessi cosa si dice... vuoi saperlo?

-        ... sentiamo...

-        ... cambio di farfallina, check up medico da KO, problemi economici... attento che qualcuno potrebbe approfittarne... e da ultima, crisi religiosa...

-        ... sensualità, salute, soldi e spirito... le quattro magiche "esse", non manca nulla... e tu che hai detto di me, visto che sei considerato il mio miglior amico?

-        ... credimi, nulla... appena qualcosa...

-        ... credere è una parola grossa, diciamo nutro fiducia che "appena qualcosa" non sia tutta la cosa... confido nel tuo senso della privacy...

-        Puoi contarci, Gianni... era tanto che non venivo nel tuo ufficio, bella la stampa alle tue spalle...

-        Van Gogh... campo di grano con volo di corvi... vieni vicino e guarda qui... lo spessore delle pennellate di colore...

-        ... perbacco, un falso perfetto!

-        ... direi un "vero" falso, piuttosto.

-        Che differenza fa?

-        Chi l'ha eseguito è riuscito a cogliere e far proprio qualcosa dello stile di Vincent, altrimenti sarebbe stato solo, come dici, un falso perfetto...

-        Mmh... che cosa ha colto?

-        ... l'atteggiamento, o almeno uno degli aspetti dell'atteggiamento di Vincent al lavoro.

-        ... scusami Gianni...  so che ti piace la pittura, ma non sei un critico... l'hai letto negli scritti di Van Gogh del suo "atteggiamento"?

-        ... no, giusto mi piace la pittura e non sarò mai uno studioso... so quello che mi ha detto chi ha realizzato questa copia :  
" All'inizio proprio non c'era verso di trovare la chiave per "entrare nella pennellata" che Van Gogh usava, nella sua tecnica.  C'è qualcosa di febbricitante nel suo modo di curvare il tratto, di distorcere la pennellata. L'uso di violenti contrasti mi dava la sensazione di un uomo che voleva vedere il mondo in modo "rigido", forse un tentativo di fare chiarezza in sè. Allora mi sono imposto di dipingere con rabbia, come se volessi girare un coltello affondato nel ventre di qualcuno. Subito  è venuta la tecnica giusta." ... e ho avuto la sensazione che c'avesse pigliato, come si dice...

-        Hai preso il quadro direttamente dall'esecutore... che ti ha raccontato la storia, ma se non l'avessi incontrato... pensi che avresti avuto quella sensazione?

-        ... non ho preso il quadro dall'esecutore... ho solo ascoltato la sua storia, che ti ho riproposto.

-        E dove cavolo l'hai preso il quadro... dal suo agente?

-        No, quel quadro, assieme ad altri, è proprietà di un ex ufficiale dell'esercito...

-        Ah... l'intreccio si infittisce... magari ci faccio un pensiero per i restanti, quanto te l'ha fatto pagare?

-        Né io né l'esecutore abbiamo idea di dove siano quadri e ufficiale... questo l'ho pagato qualche centinaio di euro.

-        ... tra le varie ipotesi riguardo al tuo stato mi sa che dovremo aggiungere un'altra "s"... schizofrenia... con chi sto parlando..?

-        Beh, parlando di Van Gogh un po' di follia ci sta...

-        Gianni... mi stai a... chi ha fatto questo dannato quadro?

-        È una stampa speciale a rilievo, non costa neppure tanto...

-        Ma allora, caro il mio esperto... non può esser un falso... perfetto sì, grazie tante, è una stampa!

-        Non ho detto che è un falso... ho detto che è un "vero" falso...

-        ...coionà... scusa il termine, ma quanno ce vò... stai a rigirare le parole, è una stampa e basta...

-        ... no, non è solo una stampa... gratta con l'unghia qui, appena un po' mi raccomando... bravo... vedi, ti è rimasto il giallo sul dito, la pittura è recente...

-        ... una stampa con colori ad olio... questa tecnologia non la conoscevo... solo qualche centinaio di euro... dove si ordinano?

-        Caro amico... se gratti da qualsiasi altra parte, vedi... nessun colore... solo in questa zona è stato pennellato del vero colore... hai capito adesso..?

-        ... senti Gianni... te l'eri preparato questo scherzo alle mie spalle? E comunque non l'ho capito...

-        Adesso ti spiego tutto... ricordi il capo magazziniere?

-        Quello delle mosche?

-        Sì... ha anche delle altre sorprendenti capacità... è lui il pittore che aveva fatto le copie dei Van Gogh, dopo avermi spiegato come c'era riuscito... ho sentito un po' di quella sensazione che mi prende quando vedo un dipinto o penso a Vincent. Qualcosa c'ha preso... mi piace pensare che sia un dono postumo di Vincent, e così...

-        Adesso ci sono... va beh, sono lento...  dopo aver ordinato la copia in rilievo gli hai chiesto di pennellare un po' di colore con "quell'atteggiamento"... così da poter affermare, per te e chi voglia crederti, che quest'opera che ammiriamo alle tue spalle sia un "vero" falso... dove la piccola parte di vero consiste in quelle pennellate... un dono dell'ispirazione, si potrebbe dire... beh, simpatico...


-        Amico mio... dov'è il quadro?


-        ... alle tue spalle...

-        ... non c'è nulla alle mie spalle, il quadro non è lì...

-        ... beh, nella mia mente, allora?

-        Neppure...

-        E allora dove?

-        ...nelle parole... quelle che hai sentito o che, scritte, qualcuno può leggere... le parole hanno evocato tutta la situazione, chi vi abbia partecipato ha visto il quadro e le pennellate... e tutto, all'interno dei limiti del gioco, è parso vero... ma ancora potrebbe non esser la conclusione...

-        ... quale sarebbe, la conclusione?

-        ... tu non sei venuto a trovarmi in Azienda... questo è un foglio che ho scritto pensando a te, a un amico, dopo essermi ricordato delle parole di Vincent :
 
"Più ci penso, più mi rendo conto che non c'è nulla di più veramente artistico che amare gli altri." 



cordialmente
Jean
#875
Nel seguire questa interessante discussione man mano qualcosa non mi tornava e credetemi, o abbiate fiducia, ora che lo dirò non è per introdurre elementi fuorvianti, bensì, se lo riterrete, per ampliarla.

In tutti gli interventi non è stato considerato che gli individui son ben diversi l'un dall'altro: per questioni genetiche, per malattia o problemi psichici... per traumi subiti, per appartenenza a comunità che abbiano ancora da sviluppare ragionamenti quali noi occidentali siamo avvezzi... o perché proprio non li hanno sviluppati e magari neppur si sognano dal farlo in futuro e magari ancora ne hanno sviluppati di completamente diversi dai nostri. 

Tolti tutti questi individui che neppur se costretti potrebbero dar conto di una eventuale scelta – tra credere o meno e in che percentuale – rimangono quelli, come voi, che ne hanno la capacità, di ragionare e disquisire, partendo dalle basi su cui si fonda un linguaggio condiviso... ma proprio laddove dovrebbe avviarsi la discussione sorgono i problemi, seri, di interpretazione dei mattoni del linguaggio, le parole. 

A significare che l'enorme potere del linguaggio è tuttavia impotente se le "macchine" (uomo) non elaborano l'informazione secondo un programma comune. Il programma comune è l'educazione, la cultura che abbiamo ricevuto e poi continuato a sviluppare per nostro conto mentre ci accadeva di viver la vita con tutte le sue sensazioni ed emozioni... e così facendo ci allontaniamo l'un dall'altro (differenti output per il medesimo input), ognuno ritenendo corretto il percorso della propria elaborazione. 

Tutti hanno ragione in se stessi e nessuno l'ha rispetto all'altro, ci saranno per quanto minime delle differenze, il credere di Duc non è il credere di Giona, di paul11 ecc., come è differente dall'altra parte il non-credere.

Ma per una gran numero di individui la questione neppur si pone come qui vien posta e questo dà il senso della limitata valenza di qualsivoglia conclusione.
All'interno dei limiti, dell'atmosfera ad esempio, si può volare, come gli uccelli o gli aerei... stupenda sensazione, immagino (mai salito su un aereo, chissà se avrò tempo...), ma ad andar troppo in alto la rarefazione dell'aria non sostien più il volo.


Oltre si può solo immaginare... e come l'uomo è andato sulla luna chissà che prima o poi anche all'unico nostro strumento, il pensiero, non accada un salto evolutivo (se c'è per esso un'evoluzione) che permetta di ragionar come si discute di matematica... nel caso rimpiangeremo queste belle discussioni e la passione dei partecipanti, considerato che la matematica è un po' fredda... per chi non sia un matematico, naturalmente. 


Cordialmente
Jean
#876
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
29 Maggio 2016, 23:51:11 PM
- Gianni... bentornato nel nostro bar... non ti si vede più in palestra e neppure rispondi al telefono... ma son passate due settimane dall'incidente... le cose son andate così, si va avanti... che hai fatto in questo tempo?

- ... scusami, problemi in azienda e... bisogno di riflettere...

- Che problemi hai in ditta?

- ... beh, riguarda il personale... ho assunto un nuovo impiegato ma i suoi colleghi d'ufficio non sembrano, anzi... son proprio scontenti della mia scelta...

- Strano, tu c'azzecchi sempre con i collaboratori... e riesci a pagarli anche meno di quel che valgono! Dove l'hai trovato, agenzia?

- ... no... ospedale...

- ... ospedale? Un amministrativo che cercava un nuovo lavoro?

- no, non ce l'aveva proprio un lavoro... gliel'ho offerto io...

- ma... mi spieghi?

- ... ci provo ma è un po' difficile... sai bene che guardo alla sostanza: titoli, competenze, esperienze, obiettivi... beh, è andata in tutt'altro modo... c'era questa persona... che accudiva degli anziani... non autosufficienti, neppure per mangiare... lo guardavo e mi è venuto da chiedermi se avrei potuto fare quello che stava facendo... assolutamente no, mi dispiace... ma nel caso posso pagare chi lo faccia al mio posto... ognuno ha i suoi limiti, no?

- eh sì, d'accordo...  

- d'accordo, certo... e un'altra volta è ritornata quella sensazione... d'inadeguatezza. Mi son subito risposto che le mie qualità son altre, in altri campi... ad esempio so capire, quasi al volo, chi sia adatto per un certo lavoro ...

- ... Gianni... ne hai sistemati un bel po', e allora?

- e allora ascolto questa persona rispondere a un'altra di non avercelo un lavoro e di sperare, son tempi difficili, che altro...

- ... non mi dire... gli hai offerto un lavoro, così, senza screening...?

- già... adesso tu rispondi a me, se cercassi una persona di cui fidarti, cosa guarderesti, il curriculum... se te lo manda chi sappiamo... insomma, cosa?

- ... ma, le competenze... e beh, anche l'aspetto... insomma, un badante che cavolo può  saper fare oltre a quello... è lui stavolta ad essere inadeguato... ognuno ha i suoi limiti, l'hai detto tu no?

- sì, l'ho detto... e non l'avrei non dico assunto... ma neppur parlato assieme... se non fosse...

- ... non fosse cosa..?

- ... che la persona cui diceva d'esser senza lavoro era Maddi...

- ... Maddalena, tua moglie?

- che altre mogli ho..? Ero andato all'ospedale... per sapere delle condizioni dell'uomo dell'incidente... e fatalità là incontro mia moglie, pare buona amica di quest'altra persona, il badante... tu sai cosa vuol dire karma..?

-... beh, solo che i conti van pareggiati, le azioni neutralizzate con altre azioni... poi ci son di mezzo le reincarnazioni...

- quelle non mi interessano... ma mia moglie, involontariamente o meno... ha salvato la vita mia e di Vania... ho un nuovo capo magazziniere, adesso...

- ... ma, purtroppo per te, ti sei accorto che non funziona... eh, la riconoscenza ha un prezzo, che ci vuoi fare...

- ... oh, no, tutt'altro... ci sa fare davvero bene, ha una pazienza a prova di bomba... non molla sin che non è tutto a posto..!

- ...ma hai detto che ti crea problemi con gli altri dell'ufficio...

- ... già, ma non per il lavoro... diciamo per... l'hobby che ha... un po' eccentrico, ahimè...

- ... quale hobby?

- elastico... e mosche... un colpo, un morto... il suo motto..

- ammazza le mosche con l'elastico in ufficio... come i bambini?!!

- ... no, le mosche le ammazzava prima... adesso le disegna su dei foglietti che appende e posa qui e la... dice che non è ancora il tempo di smettere... ma i colleghi non lo sopportano... e si chiedono come abbia fatto ad avere una raccomandazione più alta della loro, capisci, no..?

- ... certo che capisco... come pensi di risolvere la cosa?

- ... risolvere? A dir il vero mi torna davvero comodo... tutti pensano che sia intoccabile... e ho messo in giro la voce che potrebbe presto diventar capo del personale... il rendimento è aumentato neanche facessero gli straordinari... e poi, quando lo vedo col suo elastico... e i suoi colleghi che sobbalzano... scusami, ma mi vien da ridere che non riesco quasi a trattenermi... comunque se esagera gli mando la Roberta... al vederla, chissà perché, smette subito... oh, devo andare adesso, ci sentiamo...

- ... e in palestra... non ci torni?

- eh, no per il momento... lì sì che ero adeguato... e come vedi sto camminando sulla cattiva strada... o no..?

- ... take a walk of the wild side... quand'eravamo giovani...


-... ehi, io preferivo quella di De Andrè, come cattiva strada...

................

cordialmente
Jean
#877
Riflessioni sull'Arte / Nuit etoilée
28 Maggio 2016, 13:20:36 PM
La mia ammirazione per Vincent è sconfinata, l'artista mi tocca così profondamente che un po' mi pare d'esser il suo amato fratello che certamente ne ravvisava la grandezza, oltre i confini del nostro mondo.
 
Siamo in molti ad amarlo e lo omaggio con l'ispirata canzone di Don Mc Lean
https://www.youtube.com/watch?v=oxHnRfhDmrk

complimentandomi con l'esecutore del video per il pregevole lavoro.

Inizialmente pensavo di titolare questa discussione  "arte e follia", per ripercorrere la vita di alcuni artisti che ne hanno subito gli effetti, riportare le valutazioni degli  esperti (critici) e apporvi qualche commento personale. 
La critica (artistica) ha la sua ovvia valenza, ma a me, forse per la  mancanza degli strumenti specifici per comprenderla a fondo, mi reca l'impressione di una lettura parziale dell'intero che è (la vita di) un artista, dovendo necessariamente porsi l'obiettivo di classificare, inquadrare, giudicare, ecc..

Vincent è molto di più di quel che ha prodotto, egli aveva una lucida percezione della sua collocazione:

"Non sono avventuriero per scelta, ma per destino."

"Non posso cambiare il fatto che i miei quadri non vendono. Ma verrà il giorno in cui la gente riconoscerà che valgono più del valore dei colori usati nel quadro." 

"Non vivo per me, ma per la generazione che verrà."


Uno dei fatti straordinari è la gran quantità di materiale scritto che lo riguarda, soprattutto corrispondenza con il fratello, una mappa con la quale viaggiare alla ricerca del tesoro che aveva scorto:

"Guardare alle stelle mi fa sempre sognare, semplicemente come quando sogno sui punti neri che rappresentano le città e i villaggi in una mappa. Perché, mi chiedo, i puntini luccicanti del cielo non dovrebbero essere accessibili quanto i puntini neri sulla carta della Francia?"

"Se quel che si fa si apre sull'infinito, se si vede che il lavoro ha una sua ragion d'essere e che continua al di là, si lavora più serenamente." 


sino a giungere a toccarlo:

"Più ci penso, più mi rendo conto che non c'è nulla di più veramente artistico che amare gli altri." 


La comprensione della follia è una delle sfide dell'uomo e come tanti altri eventi non accade di punto in bianco... il più delle volte c'è un andar e venire da quella condizione, prima che si conclami del tutto strappando una persona da questo e trasportandola in un altro piano della realtà.

Vincent, forse suo malgrado, è stato un frequentatore di quella zona intermedia, di passaggio, e l'arte la barca con la quale muoversi tra le due sponde:

"Nella mia febbre cerebrale o follia, non so come chiamarla, i miei pensieri hanno navigato molti mari."


Una barca dev'esser condotta e sono i valori morali a permetterlo, una qualche forma di disciplina e saper sopportare le prove (e tempeste):
 
"A che sarei utile, a che potrei servire? C'è qualcosa dentro di me, ma cos'è?"

"Che cosa è il disegno?....
È lavorare attraverso una muraglia invisibile in ferro che sembra sorgere tra quanto si sente e quanto uno sa fare.
Come attraversare quel muro?
Bisogna minare subdolamente il muro, scavandovi sotto lentamente e pazientemente, a parer mio....
Le cose grandi non sono incidentali, devono essere opera della volontà"


"Soffrire senza lamentarsi è l'unica lezione da imparare in questa vita."


L'artista (lo scienziato e chiunque) realizzando la propria vocazione, dedicandovi la vita, cessa d'appartenere completamente a questo mondo, diventando riferimento a se stesso (senza rinnegare importanza e valore di chi lo precedette):

"Non soffocare la tua ispirazione e la tua immaginazione, non diventare lo schiavo del tuo modello."

"Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni."

 
Fai bene ciò che sai fare, qualunque cosa sia, aperta una porta...

"Spesso le persone fanno arte, ma non se ne accorgono."

"Se uno è maestro in una cosa e capisce bene una cosa, ha, nello stesso tempo, un'introspezione nella comprensione di molte cose." 



Vincent, per me, fu uno dei massimi maestri perché non è possibile scindere la sua arte dalla sua vita. 
Quando leggo le sue parole istantaneamente vedo le sue opere e viceversa, percepisco (o m'illudo di percepire... tanto il risultato non cambia) la sua peculiare qualità vitale, una sorta di vibrazione, un po' come quella evidenziata dal video (grazie) postato da Lou  in scienza... una turbolenza nella manifestazione, dopo la quale le cose non son più come prima. 

Ma l'uomo rimane quel che è, a saperlo e poterlo scorgere:

"Preferisco dipingere gli occhi degli uomini che le cattedrali, perché negli occhi degli uomini c'è qualcosa che non c'è nelle cattedrali."


Condividiamo, come umanità, il medesimo destino...  le singole storie di vita formano quella collettiva dove la nota di fondo, per tanti motivi,  è l'infelicità... forse senza fine.

"La tristezza durerà per sempre."
(Biglietto scritto prima di suicidarsi)
 

La follia ha sospinto Vincent a trarsi dal mondo... o l'ha preservato dal viverci senza la passione totalizzante che l'ha contraddistinto? 
La sua morte (leggete come visse gli ultimi giorni) fu un fuggir da qualcosa o il voler alfine incontrar quel qualcosa? 
  
"I pescatori sanno che il mare è pericoloso e la tempesta terribile, ma non hanno mai trovato in questi pericoli, una ragione sufficiente per restare a riva." 
 
Grazie, Vincent.
 

Cordialmente

Jean
#878
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
23 Maggio 2016, 22:32:11 PM
Durante il corso della vita
è ignoto il fin e la dipartita
mente e cuor l'hanno capita
 

Avete letto tre (miei) versi in rima baciata, volutamente privi di punteggiatura. Inserendola sono possibili diverse interpretazioni, ad esempio:
 
DURANTE IL CORSO DELLA VITA
È IGNOTO IL FIN E LA DIPARTITA.
Mente e cuor l'hanno capita.

-        - Con ciò affermando che della vita non si conosca né il fine (scopo) né il termine (morte).
 

Vediamo una seconda possibilità:
DURANTE IL CORSO DELLA VITA
È IGNOTO IL FIN, e la dipartita
mente e cuor l'hanno capita.

-        - Qui solo il fine (scopo) della vita rimane ignoto, mentre è conosciuto il termine (morte).
 

Una terza possibilità:
Durante,  il corso della vita
è ignoto. IL FIN E LA DIPARTITA
MENTE E CUOR L'HANNO CAPITA.

-        - Nel vivere la vita (durante) solo il corso (gli eventi) è ignoto, scopo e termine son conosciuti.
 

Gli stessi versi, con punteggiature diverse, producono significati diversi.
Siamo ancora al solo livello letterale... come accennato da Donquixote in un'altra discussione, possono esserci altri (livelli) sotto a questo: allegorico, morale, anagogico. 
Che, a meno non l'abbia fatto inconsapevolmente, non sono codificati nei miei  scarni versi... ben diversamente da quelli immortali del Poeta, Dante, diminutivo di Durante... informazione questa che permette un'ulteriore interpretazione letterale (o forse allegorica), la seguente:

Dante,  il corso della vita
è ignoto. IL FIN E LA DIPARTITA
MENTE E CUOR L'HANNO CAPITA.

 
Questo mio divertissement, dedicato a Eutidemo,  mi auguro vi abbia incuriosito, pregandovi di considerarlo con leggerezza e non come l'intendeva Pascal:  "in filosofia, il termine divertissement è caratteristico ad esempio del pensiero di Blaise Pascal (1623-1662) per indicare ciò che allontana inutilmente l'uomo dalle inquietudini profonde della sua vita."

Con un altro scopo, oltre quello d'intrattenervi.

I versi, richiamando Dante, si ricollegano alla domanda di Eutidemo, che riporto:

Il viaggio di Dante, invece, fu realmente "sovrasensibile"; anche se tradotto in termini di una superlativa concretezza sensibile; i suoi personaggi, infatti, seppur morti, sono più "corposi" e "sanguigni" di quelli ancora vivi.
Quanto alla "selva oscura", secondo l'interpretazione prevalente, si tratta della "selva del peccato".
Tu dici che potrebbe anche intendersi come la zona intermedia, la nostra stanza di passaggio? 
Non saprei; però propenderei per il no, visto che Dante si trovò ad affrontare tale selva nel pieno rigoglio della sua vita ("nel mezzo del cammin di nostra vita").


per rispondere alla quale necessariamente occorre accennare alla interpretazione della sua opera fondamentale. 

Ma di interpretazioni ce ne son diverse... io propendo per quella di Luigi Valli (Roma1878 – Roma1931critico letterario e docente universitario italiano

Prima discepolo poi amico fraterno di Giovanni Pascoli, si distinse come filosofo, poeta e studioso di Dante Alighieri, dedicando la gran parte della sua breve vita per rivelare al mondo il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore:

cit:  La tesi dell'esistenza di un linguaggio segreto convenzionale di carattere mistico-iniziatico che si sarebbe infiltrato nella poesia d'amore italiana del Duecento e del Trecento dandole un significato completamente diverso da quello apparente (tesi che la nostra tradizione scolastica aveva finora ignorata o derisa senza mai discuterla), è posta dunque nuovamente con formule più precise, con argomentazioni più solide e ben più ricca documentazione.
Il mio libro Il linguaggio segreto di Dante e dei «Fedeli d'Amore» [1] ha avuto accoglienza assai diversa da quella che ebbero quasi un secolo fa i libri di Gabriele Rossetti nei quali quella tesi fu posta per la prima volta. Delle sue opere, la principale fu semplicemente bruciata [2]; le altre furono sepolte sotto molti insulti e molte ironie mescolate a qualche pretesa confutazione, condotta con assai più alterigia che onestà e serietà di metodo.

http://www.classicitaliani.it/Valli/valli_linguaggio_segreto_dante_05.htm#Note_aggiunte


una bella lettura, prima ancora che per gli argomenti, per la preparazione e la limpidezza di pensiero dell'autore.

Anche su questa rivista, Riflessioni, potete trovare del materiale non convenzionale su Dante:

http://www.riflessioni.it/testi/dante.htm


e chi volesse ampliare la ricerca può giungere all'ermetismo, ad esempio (sempre su Dante):

http://www.scuolaermetica.it/index.php?option=com_content&view=article&id=403:pietro-negri-il-linguaggio-segreto-dei-fedeli-damore&catid=9:testi&Itemid=40&jjj=1463515651138


e molto ancora... per dire che si conosce sempre poco di quanto ha animato e anima il cammino di conoscenza dell'uomo. 
Molti di quei cammini erano (e sono) per iniziati, qual era Dante, e all'interno degli stessi ci son regole e pratiche.

L'interpretazione (prevalente) della selva oscura qual luogo del peccato è sul piano allegorico, ad esempio:

Interpretazione complessiva
Il canto I dell'Inferno è di introduzione all'intero poema, presenta quindi la situazione iniziale e spiega le ragioni del viaggio allegorico: Dante vi compare nella duplice veste di personaggio reale, che in un determinato momento storico si smarrisce in una selva (a metà della sua vita, quindi nell'anno 1300 quando stava per compiere 35 anni), e in quella di ogni uomo che in questa vita è chiamato a compiere un percorso di redenzione e purificazione morale per liberarsi dal peccato e guadagnare la beatitudine. Sul piano allegorico, dunque, la selva rappresenta proprio il peccato (essa è infatti descritta come selvaggia e aspra e forte, spaventosa al solo ricordo e poco meno amara della morte stessa), mentre su quello letterale è un luogo in cui chi compie un viaggio rischia realisticamente di smarrirsi per essere uscito dalla diritta via, per cui i lettori del tempo di Dante potevano trovare familiare un paesaggio simile (all'epoca le zone boscose erano assai estese e selvatiche, come per esempio in Maremma: cfr. Inf., XIII, 7-9). 

E tuttavia sono riportate differenti interpretazioni (sempre dalla stessa fonte):

Note e passi controversi
Il v. 1 è stato interpretato da alcuni come in quella metà della vita che si trascorre dormendo (Dante racconterebbe una visione avuta in sogno), ma l'autore si rifà quasi certamente a un passo biblico (Isaia, 38, 10) dove si dice in dimidio dierum meorum vadam ad portas Inferi, cioè «andrò presso la porta dell'Inferno a metà dei miei giorni». Dante stesso, in Conv., IV, 23 descrive la vita umana come un arco che inizia a declinare dopo i 35 anni di età, senza contare che descrive il suo viaggio come realmente avvenuto (egli è andato sensibilmente nell'Aldilà). In Ps., LXXXIX, 10 si legge inoltre che dies annorum nostrorum... septuaginta anni («la vita dell'uomo dura settant'anni»), per cui è evidente che Dante intende collocare il suo viaggio nella primavera dell'anno 1300.
http://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-i.html
 

Questa è la mia interpretazione:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. 


Allegoricamente, la zona intermedia, posta in mezzo tra la veglia (la via diritta, stato di veglia, il giorno) e il sonno. 


Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura! 


Un ambiente che pare più reale di quello quotidiano, nel quale gli elementi costitutivi appaiono ostili.                
              
                                     
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.  

    
Tutto è spiacevole, amaro al massimo grado... e tuttavia quel luogo conduce anche a (molto) altro.


Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai. 


Prima di iniziare a descrivere il suo "viaggio", dice che il "sonno" l'ha strappato del tutto alla possibilità di risvegliarsi. Una delle interpretazioni (tuttavia la più seguita) è:

cit. "Il sonno del peccato"
La metafora del sonno usata per indicare il peccato ha anch'essa diversi precedenti scritturali; ricordiamo tra essi la parabola delle vergini sagge e delle vergini dormienti (Matteo, 25) e la lettera di San Paolo ai Romani (XIII, 11): « hora est jam nos de somno surgere. Nunc enim propior est nostra salus, quam cum credidimus» [« è ormai tempo di svegliarci dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti» ]. 

Mi permetto di rilevare che ciò (nei versi di Dante) implica che il "peccato" dovrebbe aver a tal punto corrotto il Poeta da strapparlo del tutto alla retta via. 
Strano che invece d'essere condotto ad un cammino di redenzione gli venga (niente di meno) concesso un viaggio Divino. 
E nella vita reale Dante non si riteneva certo un peccatore di tal portata, tutt'altro.
 

Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m'avea di paura il cor compunto,      15

...........
così l'animo mio ch'ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.   
   27

un ultimo sguardo al passaggio... che a questo punto si palesa di tutt'altro tipo che quello prodotto dal sonno, ritrovandosi ora nell'aldilà, donde non si ritorna... a meno non si tratti di un aldilà non del tutto compiuto.

Nella prospettiva iniziatica ci sono prove al limite del possibile, dalle quali si ritorna cambiati. 
Come ritornano cambiate molte persone dopo un'esperienza di pre-morte.

Riassumendo, al percorrere una strada se ne aprono innumerevoli altre... ad esempio,  un'ipotesi sulla interpretazione della Commedia da parte del compianto Umberto Eco:
http://paolofranceschetti.blogspot.it/2010/06/il-nome-della-rosa-e-i-misteri-della.html

... un altro (poco conosciuto) cammino di conoscenza, che richiede studio e applicazione.
E forse, ancor più,  una certa dose di "flessibilità" che impedisca d'aderire del tutto a una sola direzione (di ricerca).
Tutte buone, tutte escluse... sinché non rimanga quella che ci sia peculiare, al di là di tutte le altre.

Abbiamo appena iniziato un viaggio.


 
Cordialmente

Jean 
#879
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
10 Maggio 2016, 23:03:59 PM
-        Oh, sei arrivato... se sapevo che tardavi avrei fatto la doccia con più calma...

-        Scusami davvero, ho avuto dei contrattempi. Prendiamo qualcosa... soliti tramezzini e birra, ti va?

-        Già ordinati, ho detto di portarli al tuo arrivo, eccoli infatti... (grazie,  cameriere). Gianni, stavolta non mi scappi, devi raccontarmela tutta..!

-        ... io posso raccontarla... ma tu potrai capirla..?

-        Che parlare è questo, mi stai dando dello scemo?

-        Per niente... ma quello che ti dirò è... un po' strano, diverso dai nostri usuali argomenti, dove eravamo rimasti..?

-        Che sei andato con...Vania dal suo amico buddista... e che hai letto un po' di un libro...

-        Vero per il libro... ma dall'amico di Vania...

-        ... stavolta io sto ascoltando ... sei tu che t'interrompi...

-        Già, hai ragione... sai, ogni volta che ci penso mi sembra diversa da come la ricordavo... quasi mi pare che non siano davvero miei ricordi... è come se li stessi leggendo, le parole stesse... mi pare che provengano da qualche parte, che non siano le mie parole...

-        ... mi sa che quel pezzo di libro che hai letto ti ha infettato... forse vengono da lì le parole... comunque, cosa t'è accaduto?

-        I fatti, dunque... visto che ti accontenti, eccoli...  son passato a prendere la Vania... beh, una piccola descrizione devo proprio farla... hai presente gli Hippy  di una volta? Ecco, era vestita a quel modo... e visto che ha vent'anni meno di me e ben sai come mi vesto... quando l'ho vista... beh, mi è venuta l'immagine del papà che porta la figlia al concerto... ed è successa una cosa strana...

-        ... una cosa strana... che sarebbe, su...

-        ... il forum che stava leggendo Maddalena... avevo appena dato un'occhiata  al titolo per dimenticarlo subito dopo... ed ecco che mi appare nella mente, quasi a commento della sensazione che provavo... sono un essere inadeguato... capisci quel che intendo?

-        mhmm...  beh, se eri vestito da Hippy anche tu...  o lei come si deve...

-        ... e magari avessi trent'anni  e non cinquanta...

-        Non li dimostri, dieci di meno garantiti!!

-        ... ma li ho... comunque non era una questione di età quanto di... come potrei dire, collocazione... capisci?

-        Non chiedermelo sempre per favore... tu capisci che ti capisco?

-        ... scusa... Beh, si sale in auto e sai, la Vania è affettuosa, sempre a giocare con i miei capelli, a dirmi che mi vuole bene... a chiedermi di andare domani là e poi in un altro posto... al mare, in montagna... che gli interessa delle filosofie, del buddismo ad una come lei che par nata per godersi la vita e volar come una farfalla?

-        Uno si interessa a quello che è distante da lui, dai suoi interessi... può essere, no?

-        ... come te... e me..?

-        Eh no, noi no... noi presidiamo il territorio, come si dice... consolidiamo i risultati dei nostri sforzi..!!

-        È in questo modo, allora, che ci godiamo la vita?

-        Esattamente... su, avanti...  che il tempo passa... stasera cena sulla terrazza di Natale!! ... ma insomma, che nome... e poi è appena maggio... ah, ah...

-        È appena maggio, già... insomma man mano guidando mi stavo rilassando, la sensazione di inadeguatezza evaporava e sentivo di essere al posto giusto, il mio... con la mia compagna... bella, giovane e affettuosa... e mi arriva una telefonata... rallento e vedo che è mia moglie...

-        Maddalena?

-        Che altre mogli ho..? Chissà perché me lo domandi ogni volta... non mi chiama mai, rallento ancora di più pensando sia accaduto qualcosa... e rispondo...

-        E dunque?

-        Mi ha chiesto un favore... è influenzata e deve star a casa, così mi ha domandato se potevo, all'occasione, passare in una libreria a ritirare un libro che ha ordinato... se c'è qualcosa che non mi sarei mai aspettato è questa....

-        ... mah, non mi pare niente di speciale...

-        Appunto, del tutto normale... una normalità che non esisteva più da anni tra noi riaffiora improvvisamente... mentre Vania mi sta accarezzando... ancora ritorna quella sensazione di essere inadeguato, fuor di posto... l'ho ascoltata, ho risposto che lo potevo fare, giusto quel giorno... il navigatore mi indicava una piccola deviazione di lì a breve,  questione di poco tempo. Le ho domandato come le sia venuto in mente di chiamarmi... ha diverse amiche che l'avrebbero fatto ancor prima di me...

-        ... e che ti ha risposto?

-        Che pensava, appunto, di aver fatto il numero di una sua amica... e invece aveva fatto il mio... ci credi?

-        ...beh, sì... Maddalena non è capace di mentire, la conosco bene, sai...

-        ...io sì invece ne sono capace... e a che livelli... anche tu eh! Sì che ci credo anch'io...  e pur sentendo la mia voce... sarà che aveva un po' di febbre... l'ha chiesto a me... e...

-        ...e?

-        Ci ha salvato la vita...

-        Vi ha salvato la vità? Ma che dici!?

-        Ho rallentato per rispondere e un'auto ci ha sorpassato... ed esattamente un minuto prima, il tempo perso a causa della telefonata... davanti a noi è accaduto un incidente terribile... un camion ha centrato in pieno, lateralmente, quell'auto che mi ha preceduto, di quel minuto...

-        ... ma... accidenti, davvero..? Scusa, certo che sì... adesso capisco perché sei così strano... ma la tua auto ha dieci airbag e una lamiera super... non credo che saresti morto... però feriti credo di sì...

-        Ti sbagli... saremmo sicuramente morti...

-        Come mai ne sei così certo?

-        ... non era la mia auto... non volevo mostrarla all'amico buddista, eravamo nell'auto di  Vania... piccolina ma moooolto carina... come dice lei...

-        ... accidenti!!! Che c... !!!

-        ... non è stato solo quello... mi sono fermato, scioccato... mi sono visto dentro quell'auto accartocciata e istintivamente son andato per dar una mano, far qualcosa... c'erano già molte persone, curiosi... il conducente era stato estratto e messo per terra, l'ambulanza era appena arrivata e un carabiniere teneva in pugno la situazione, gridava: "... non lo toccate, allontanatevi, nessuno lo tocchi!..."...

-        Era ancora vivo? Si è salvato..?

-        ... sì, era vivo e dopo abbiamo saputo che si è salvato... l'ho guardato bene,  prima che fosse portato dentro l'ambulanza... non l'avevo mai visto prima... ma ti giuro che mi pareva di conoscerlo... siamo rimasti là, ad aspettare... sembrava che il mondo si fosse fermato, Vania pregava per lui... e io... piangevo...

-        ... la tensione, capisco...

-        ... no, piangevo per lui, non volevo che morisse, non fosse stato per la telefonata sarebbe accaduto a noi... ti giuro, mi pareva che tutto fosse in quel modo perché il destino voleva mostrarmi qualcosa...

-        ... non ho parole... amico mio...

-        ... io non le ho da allora, ed era solo qualche giorno fa... non le ho più ritrovate, le parole... e la mia vita di prima...

-        Ah, sì... ci vuol tempo, eh...

-        ... vedremo...

-        E dopo, che avete fatto?

-        ... siamo andati a prendere il libro...

-        E dall'amico di Vania, il buddista, ci siete andati?

-        No... siamo andati in un giardino pubblico... e sotto un lampione ci siamo messi a sfogliare il libro... poi Vania mi ha abbracciato e si è addormentata sul mio petto... siamo rimasti ore così... mi pareva d'essere appena nato ed ero l'uomo più felice del mondo... la morte ci aveva risparmiato... e la vita, non l'ho mai sentita così bella...

-        ... accidenti, Gianni... che storia...

-        Già, una storia... forse...


..............................................................................



 
Cordialmente

Jean 
#880
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
10 Maggio 2016, 00:09:21 AM
@Duc

Grazie a te per aver condiviso la tua esperienza nella zona intermedia.
Ci sono ormai migliaia di testimonianze in merito, ognuno può farsene l'opinione che crede ma non negare che all'avvicinarsi a quella zona, accada pur se non per tutti qualcosa di non immediatamente spiegabile. 
Al pari d'altre esperienze, senza preconcetti e partito preso, occorre tenerle in considerazione man mano che ci si addentra nel mistero della vita arrivata al suo confine.
Toccherà ad ognuno di noi di passar per quella zona e al riguardo non mi dispiacciono né le testimonianze  né lo scetticismo più irriducibile.  
(... certo che i ceffoni a volte servono, eh...  ;)  )


 
@sariputra e paul

L'esercizio dell'interpretazione, della lettura, sia di un racconto che di un'esperienza di vita o di sogno, ha una doppia faccia. 
Quella rivolta all'ascoltatore (all'osservatore, al pensatore, allo sperimentatore ecc...) e quella rivolta a chi la produca; a entrambi rivela la profondità dalla quale origina, dal sedimento di tutta una vita di conoscenze variamente acquisite.
 
Tuttavia le stesse non basterebbero a dar conto di un valore aggiunto che ho riscontrato nelle vostre. 
In differenti passaggi e con diverse prospettive qualcosa di quanto avete scritto è risuonato in me, sì che la vostra visione si è amalgamata al racconto, come s'amalgamano gli ingredienti (e le sensazioni...) per produrre qualcosa che non è più farina e miele, ma una torta... un intero ch'è diventato maggiore della somma dei costituenti. 
Lo scrittore è stato letto e il giudizio, quale che sia, l'accompagnerà, da tale alchimia non si torna indietro.


 
@Eutidemo

Più avanti riprenderò quanto abbiamo iniziato a discutere, quanto segue è di nullo valore razionale e d'esagerato... relazionale.

Giusto ieri un amico si è dichiarato fortunato di conoscermi... non me lo sarei aspettato ma essendo egli una persona idealista e di gran cuore posso capire come abbia voluto accontentarsi di un'occhiata superficiale alla mia persona. 
Non credo, sinceramente, di meritarmi un tale apprezzamento... ma sospinto da quell'errore ne faccio uno a mia volta, troppo presto dichiarando d'esser stato sul punto di provar qualcosa di morbido al tono della tua ultima. 

Con ciò provando l'imbarazzo d'aver dichiarato che il discuter di quanto non ci sia al di là della vita equivalga a elucubrare sul sesso degli angeli. 
Mi scuso dei termini non appropriati. 
Ogni questione ha pari dignità,  la si può scansare o ignorare (per incompetenza o altri motivi) ma non giudicare, hai ragione.


 
A tutti un grazie per la vostra disponibilità

Jean
#881
Tuttavia uno dei problemi scientifici più attuali è che "la scienza della classificazione" si sta progressivamente allontanando da quello che è il percettibile umano e così la funzionalità pratica della classificazione sfuma nella completa alienazione, con migliaia di nomi pubblicati in riviste e libri scientifici assegnati ad "oggetti non identificabili" dai sensi umani.
 
Non so se intendo correttamente, ad esempio due persone con caratteristiche morfogenetiche simili (e perciò non distinguibili attraverso i 5 sensi umani) che a seguito di mappatura genica rivelino (a quel livello di indagine) delle differenze.

Intendi che fa parte del  "percettibile umano" anche (e soprattutto, in ambito scientifico) l'informazione ottenuta con l'uso di strumenti (nel caso la mappatura genica) permettendo in ultima una misura (di qualche tipo)?

In questo caso comprendo l'alienazione e la distanza rispetto agli addetti ai lavori per i quali le differenti misure non dovrebbero lasciar adito a dubbi (per loro è come veder un bianco e un nero, se rientra nella deviazione ammessa).
Certo la complessità aumenta ma parallelamente aumenta la potenza di confronto e calcolo (dei mezzi tecnologici) e prima o poi si arriverà a comparare misure di grandezze omogenee.

Uno dei punti cruciali della questione, per come la vedo, è il misurare cosa e a quale scopo.
La ricerca scientifica - resa possibile dalla classificazione, il tuo campo - è mossa prevalentemente da interessi economici (si possono avere opinioni diverse... ad es. su Monsanto, che seleziona e brevetta sementi ecc. per il bene dell'umanità) ai quali va ricondotta (in gran parte) la responsabilità (della scelta di) di qualità e quantità della misura, allo scopo, ovviamente, d'ottenerne un profitto (è una regola economica, logico che sia così).

Non ci sono scienziati liberi di scegliersi argomenti di ricerca e mezzi per condurla... (ne conosco uno solo, Grigory Perelman, che stimo profondamente, del quale si è parlato nel vecchio forum: http://www.riflessioni.it/forum/filosofia/14675-la-congettura-di-poincare-e-la-domanda-nascosta.html) ... forse c'è una speranza nella cosiddetta ricerca "libera"... ma la vedo dura.

A meno di non trovare come dici il "giusto compromesso" tra percettibile (e qui dici: accettabile dalla maggior parte della gente,che mi riporta il dubbio tu intendessi proprio parlare di percettibile sensoriale...) e misurabile, ci sarà sempre qualcuno a comandare la giostra. 
Ma tale compromesso chiama in causa dottrine estranee alla scienza, ad esempio l'etica... poiché, alla fine, si ragiona del futuro del genere umano e del suo bene (o almeno della sua sopravvivenza come specie).

Partecipo sentitamente ai tuoi dubbi perché conducono a ricercare il consenso rispetto alle azioni che una qualsiasi parte dell'umanità (nel tuo caso appartenente al mondo scientifico) pone in essere, stante che i risultati, a breve o lungo termine, la riguarderà per intero.
 

Per tornare al bel esempio dei bicchieri con liquidi differenti, si potrebbe allargare il campo a più fattori:

(1) scopo (o utilità), ad esempio: trovare la quantità di bevanda che permette la guida di un'auto dopo una cena con amici.

(2) L'Etica è naturalmente il rispetto della vita, propria e altrui.

(3) primo strumento (facoltà sensoriali): uomo (o donna, è uguale)

(4) secondo strumento (misura oggettiva): gascromatografo (sui liquidi) o etilometro (nel respiro, dopo l'assunzione).

E qui si potrebbe discutere di cosa accade provando a eliminare uno o più punti...
 
 


Contento dell'occasione avuta per dialogare con una rappresentante dell'altra metà del cielo, saluto cordialmente,  

Jean
#882
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
08 Maggio 2016, 10:53:56 AM
-... ti ho visto sai... hai lavorato poco oggi, che c'è, non stai bene?

-... no, no... è che non riesco a concentrarmi... ho dei pensieri che mi girano in testa da un po' di giorni...

-        Quelli bisogna lasciarli fuori dalla palestra, mio caro... o la tua bella tartaruga (muscoli addominali) metterà su pancia! Uhmm... a dir la verità non ti avevo mai visto così,  problemi in azienda... o con la nuova... farfallina..?

-        No, l'azienda è ok e... si chiama Vania e lo sai, almeno il nome... anche da lei nessun problema, patti chiari... vuoi davvero ascoltarmi, hai un po' di tempo?

-        Beh... devo passare dal sarto... ma sì dai, una mezzora... andiamo al bar, quello delle statue è qui vicino, intanto racconta...

-        Anch'io ho giusto quel tempo... beh, è cominciato dal concessionario...

-        Ahhh... lo sapevo, lo sapevo... il macchinone non piace alla f..  Vania!

-        ... magari puoi ascoltare un po'... senza tirare sempre in ballo la Vania... il Mercedes è ok, l'ho preso in due minuti, tanto lo paga la ditta... e non è quella l'auto per la Vania... non esageriamo, eh...   
 
-        Scusa, continua...

-        Nel salone mi son sentito strano... mi pareva d'essere osservato... in un modo particolare, era come se qualcosa mi si appiccicasse addosso... ma c'erano solo dei clienti che si interessavano alle auto... quella sensazione strana mi è rimasta addosso ed è cresciuta...

-        - ah... qualcosa di psicologico?

-        Mah, forse di più... ma veniamo al dunque, qualche giorno dopo, la sera... son andato a salutare mia moglie... lo sa della Vania, certo non il nome e i particolari... ma anche con lei patti chiari, la famiglia non la sfascio... ma carta bianca, ognuno la sua libertà...

-        Così si fa... grande! Come vorrei farlo anch'io con la mia... ma l'azienda è sua...

-        ... così si faceva... mia moglie stava leggendo qualcosa al pc e nell'avvicinarmi per salutarla ho dato un'occhiata... non che mi interessi quello che fa, m'è venuto... stava leggendo su un forum, un post dal titolo... sono un essere inadeguato... per carità, libri e scrittori mi hanno sempre dato l'orticaria... un saluto e son scappato, la Vania mi aspettava... dovevamo andare alla festa del suo amico buddista... non mi dire niente, erano tre mesi che mi assillava... ogni tanto devo pur accontentarla, no..? Dimmi, mi ci vedi, io, in mezzo agli spiritisti newage...?

-        ... per nulla... comunque è una religione, mi pare, non proprio new age. E allora?

-        E allora dovrai aspettare... la mezzora è passata, entrambi abbiamo un appuntamento...

-        Già, peccato... non abbiamo mai parlato così... tu dove vai, dalla f.. Vania!?

-        ... no, dal concessionario, per la Mercedes...

-        ... di già problemi?

-        ... affatto, un gioiello... ma la cambio...

-        ...ehh..? Con quale... non ce ne sono di migliori... BMW..?

-        ... non la scelgo io...

-        ... non la scegli tu..? E chi, tuo figlio?

-        ... mia moglie...

-        Maddalena..?

-        Che altre mogli ho..? Ma adesso devo andare...

-        Anch'io... ci rivediamo dopodomani in palestra  e mi racconti il seguito, eh...

-        Non ci vengo dopodomani...

-        Perché non vieni?

-        ... ho letto un libro...

-        Tu hai letto un libro... ma se ti hanno sempre dato l'orticaria..!!

-        Già... eppure l'ho letto, anche se non tutto... strano vero?

-        ...  ma che ti sta succedendo..!?

-        ... è tardi, davvero... ti chiamo quando ho un po' di tempo, anzi facciamo così, ci troviamo qui quando esci dalla palestra, va bene?

-        Ok allora, qui al bar delle statue, dopodomani... ciao e...

-        E..?

-        ... non morire, eh... sei l'unico vero amico che ho...

-        Beh, potevi scegliere di meglio..!

-        Anche tu, eh...

-        È vero, chi si somiglia si piglia... ciao...

-        Ciao...

..................................................................



 

Cordialmente

Jean
#883
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
07 Maggio 2016, 14:39:41 PM
@Eutidemo,

la tua gradita precisazione mi conferma dell'opinione  che la questione sia estremamente complessa, anche semanticamente, come ho scritto. 
Ma frequentando l'Accademia della Crusca  solo sporadicamente attraverso internet, non ho le competenze necessarie per tener alto in quell'ambito  il livello della discussione, per cui accetto benvolentieri il contributo di chi ne abbia di maggiori (ci vuol poco) delle mie.

Tuttavia leggo nelle prime righe del Tommaseo che mi hai proposto:  si scappa dal male che ci ha colti già, o quasi colti; si fugge il male temuto - rilevando che se il male ci ha quasi colti significa che ancora non l'ha fatto e se in quel mentre ne scappiamo è analogo a dire che  fuggiamo ciò che temiamo, non avendoci ancor colti.

Potrebbe darsi una gradazione che conduce all'evento, la seguente: non colto - quasi colto – colto, e magari ulteriori gradazioni tra queste... faccenda interessante (fuor di grammatica) perché potrebbe esser applicata anche all'aldilà:  aldiquà – non ancora aldilà – aldilà, con tutte le problematiche che sorgono nel definire e caratterizzare la zona intermedia.

Tutti conveniamo e constatiamo la differenza tra l'aldiquà di una persona (in vita) e il suo aldilà (da morta), ma la zona intermedia, per esempio in ambito medico, obbliga a dover definire la vita, separando il corpo dall'io-cervello e affermare che la fine delle funzioni cerebrali coincide con la fine dell'io. 
Quel corpo non ancora colto dall'aldilà ma sulla via d'esserlo, ha un qualche altro valore al di là del poterlo usare come serbatoio di pezzi di ricambio?

Per rispondere adeguatamente servirebbe conoscere cosa sia la vita, la cui definizione muta con i tempi e le conoscenze, ed è diversa per chi supponga (o creda) una qualche trascendenza. 
Da quel che scrive son certo che Duc  si attenda di cambiar location al termine della sua, augurandogli di cuore di trovar quella sulla quale ha scommesso, come dice.
Io penso che ci son molte più possibilità che pari o dispari... 2 è pari, 3 è dispari... e 2,1 o 2,7?      
In quella zona intermedia tra l'esser pari e il divenir dispari, che accade?

Anche la coscienza, per me il senso di presenza, ha la sua zona intermedia nel sonno e in quello nel sogno. 
Ricordo un film, "la zona morta" («Nella sua mente lui ha il potere di vedere il futuro. Nelle sue mani ha il potere di cambiarlo.».) dove a seguito di un coma, al risveglio Smith Johnny (non Smith Wesson) si ritrova in una condizione diversa,

qui la trama: https://it.wikipedia.org/wiki/La_zona_morta_(film)

sembra proprio che il frequentare tali zone sia alquanto "particolare", ho riportato un caso reale  qui http://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/'giochi'-di-luce-ed-ombra-(e-forme-di-comunicazione)/msg937/#msg937.

e colgo l'occasione per chiedere a Duc  se può dire qualcosa sulla sua esperienza.

Paul11, che ringrazio per aver proposto un'altra squisita lettura del racconto, ha ben colto tale zona nel racconto: "Una porta separa l'al di quà e l'aldilà." , la doppia porta di un vestibolo, una piccola stanza di passaggio tra un ambiente e l'altro.
(Chissà, magari un domani quella tra un forum e un bar, dove bere un caffè assieme.)
 
Cit.Eutidemo - Ed infatti, nei versi appena precedenti, Dante, rivolto ai compagni, dice: "..d'i nostri <<sensi>> ch'è del rimanente, non vogliate negar l'esperïenza"; cioè, non negate ai nostri "sensi" quello che rimane da vedere, dietro al sole (dietro all'orizzonte), nel mondo disabitato.
Per cui sta parlando solo di ciò che è "sensibile" (non sovrasensibile), al di qua e al di là dei confini geografici allora conosciuti.


Dante parla dell'ardore per la conoscenza a causa del quale smarrì la diritta via, che poi ritrovò per intervento della grazia, mentre Ulisse rimane confinato nella sfera sensibile, terrena del sapere.  

(Cit. wiki - Un parallelismo a questo punto si può istituire tra Dante e Ulisse: entrambi viaggiano spinti dall'ardore di conoscenza, entrambi si sono perduti (v. 3 del canto I: «ché la diritta via era smarrita»; vv. 83-84 di questo canto: «ma l'un di voi dica / dove per lui perduto a morir gissi»). Ma se Dante ritrova la via e accede a una conoscenza superiore, guidato dalla volontà divina, Ulisse non conosce questa grazia e rimane confinato entro la sfera puramente terrena, sensibile, del sapere: v. 115, «de' nostri sensi», e soprattutto vv. 97-99, «l'ardore / ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto / e delli vizi umani e del valore»: non vi è in lui nessuna tensione etica, morale, che rivolga la conoscenza verso un fine giusto (anzi, essa rimane sempre fine a sé stessa), e il suo desiderio diventa perciò negativo, tanto più che egli coinvolge in questo male i suoi compagni. Ed è così che egli supera le Colonne d'Ercole poste «a ciò che l'uom più oltre non si metta», infrange il divieto divino e viene da Dio sconfitto, «com'altrui piacque»).

Qui una domanda, la selva oscura potrebbe intendersi come la zona intermedia, la nostra stanza di passaggio? 
Così che il Poeta, descrivendo il periglioso viaggio di Ulisse al di là dei confini geografici di allora lo contrappone a quello da lui compiuto, quello sì sovrasensibile...
 
Eutidemo, come non si può esser d'accordo che l'io, per come lo conosciamo nello stato di veglia (uno degli uno, nessuno o centomila...), a seguito di un accidente o anestesia che danneggi il substrato organico che lo sostiene, non conserverà più le sue potenzialità e specifiche?

È del tutto ovvio: quell'io, nei modi che conosciamo, non comunicherà più alcunché ... ma in altri modi? 

http://www.ilmattino.it/societa/persone/palloncino_funerale_bimbo_mamma_scoppia_pianto_messico_video-1553070.html

Se sei del tutto certo della sua scomparsa, se sei certo di quel meccanismo naturale sul quale nutro dei dubbi (ne riparleremo):  (cit.) - Come ho detto sopra, infatti, è innato in tutti gli uomini un meccanismo naturale che ci impedisce di accettare la fine individuale del nostro piccolo "ego"; per cui, (quasi)tutte le civiltà si sono inventate le architetture culturali, religiose e filosofiche più fantasiose ed articolate, per "autoilludersi" del contrario.

posso comprendere come per te tutta la millenaria tradizione religiosa umana sia un'autoillusione , mentre per me in ogni evento, in ogni circostanza c'è qualcosa che non posso categoricamente definire, con ciò rimanendo aperto ad ogni possibilità.

Altrettanto condivido che:  Cit.- qualunque cosa abbia un inizio, deve PER FORZA finire. ... in quanto corrisponde all'esperienza quotidiana del divenire, ma sempre nel relativistico e scientifico mondo d'oggi è altrettanto e più esaustivo dire che qualunque cosa abbia un inizio si trasforma incessantemente, come l'energia da una forma in un'altra,  tu stesso non sei più formato dagli stessi atomi con cui sei venuto al mondo. 
Certo, poi il programma (vitale, codificato nei telomeri cromosonici, vedi Hayflick) arriva al termine, in modo naturale o accidentale e per i nostri ipertrofici ego individuali  - game over.

Considerandoli (gli ego individuali) anch'essi una forma di energia (cosa, in fondo, non lo è?) o supportati da una qualche forma d'energia, ecco che quella se ne ritorna nel grande mare di cui parli, il divenire ha prodotto quella piccola onda che è stata poi riassorbita... si è persa del tutto o non disponiamo della sensibilità strumentale o d'altro tipo per rilevarne qualche traccia?

Non ho certezze al riguardo, ma citavamo, amandolo entrambi, Dante, e guarda, Egli è qui con noi quando ne parliamo e questo ricorda qualcosa di religioso, la presenza del Maestro, del Cristo, Buddha, Shiva... non si può altrettanto non esser d'accordo che qualcosa, almeno nella coscienza, permane e si possa più o meno facilmente richiamare. 
Con un libro, un dipinto, un suono, il ricordo di qualcun altro... un anelito e per chi ne sia capace, una preghiera.

Non so se la musica c'era da prima, se c'è sempre stata e se noi si sia gli strumenti adeguati a suonarla a modo, la risposta a una tale domanda è troppo al di là delle mie possibilità. 
Però è bello porsela, ci tiene sul pezzo, come dicono i giornalisti... e incidentalmente si incontrano persone gradevoli ed appassionate come te.
 

Cordialmente

Jean
#884
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
07 Maggio 2016, 00:31:03 AM
Buonasera Eutidemo e grazie della visita,
 
le mosche sfuggono dall'inferno... ma il racconto non val al di là (a ritroso, nel caso) dello spazio temporale in cui accade la loro fuga, non fornendo indicazioni di come sia avvenuto che c'erano entrate. 
Anche per molte persone l'esistenza è un inferno, il regno del dolore, un'illusione e altre definizioni non proprio positive. Il più delle volte, a domandargli come sia successo s'ottiene in risposta che vi ci sono ritrovate, spesso loro malgrado; tuttavia altrettanto frequentemente si riscontra una qualche compartecipazione all'evento. 
Come che sia, per chi ritenga di trovarsi in un inferno la soluzione migliore è, ovviamente, quella di cambiare location...
 
Al di là di che?
Giustamente osservi che sia un punto che dev'essere preliminarmente chiarito molto bene.

Al di là (come afferma l'enciclopedia) presuppone un confine, il limite di quanto si può sperimentare e ho aggiunto: quale che sia, non esclusivamente riferito alla morte fisica.

A ben vedere l'al di là è straordinariamente presente, connaturato all'essere umano, oserei dire che ne sia il motore dello sviluppo (o per altri dell'evoluzione).

qualche esempio:

Al di là delle colonne d'Ercole 

«Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per inseguire virtute e canoscenza».Questi tre endecasillabi, tratti dal XXVI canto dell'Inferno della Commedia di Dante, esprimono in maniera efficace il desiderio, tipico della natura umana, di superare i propri limiti e di ampliare i propri orizzonti conoscitivi. E non casualmente vengono proferiti da Ulisse, l'eroe omerico simbolo dell'intelligenza scaltra e multiforme. È vivo nel sovrano di Itaca quell'anelito alla conquista del sapere e della perfezione che induce a compiere imprese ardite, oltre ogni limite. Imprese che talvolta divengono suscettibili di condanna, in quanto veri e propri atti di hýbris, tracotanza.
 
Immaginando le colonne, come Ercole oseremo compiere imprese eroiche degne di memoria;  come Platone andremo alla ricerca della nostra Atlantide; come Cristoforo Colombo sogneremo di approdare in terre straniere, percorrendo rotte alternative; come Ulisse, infine, progetteremo un "folle" volo alla ricerca della verità. Oltre ogni limite. 



 
... al di là degli attuali limiti fisici, nelle prestazioni sportive soggette a misurazione (tempo, spazio, velocità ecc.).
 
... per tutte le discipline scientifiche l'al di là è l'imperativo assoluto, la loro ragion d'essere, la stessa che abita e sospinge l'uomo che l'ha implementata in quelle precipue strutture conoscitive, amplificandone a dismisura il potere con il progresso della tecnica... con quest'ultima che, purtroppo, ha invaso il campo delle attività artistiche... sì che il confine si sta allontanando sempre più dal senso del bello e dell'armonico... ma se questa è la direzione non rimane che vedere dove conduce.
 
Quindi, riassumendo, l'(anelito all') al di là è una spinta insita e presente nell'essere umano e tutto proviene da essa. Non la identifico nella volontà di potenza di cui tanto s'è discusso nel vecchio forum.
 
Cosa ci sia al di là della vita è una faccenda più complessa... presuppone di conoscere, ammettendo sia possibile, cosa sia la vita... convengo che nessuno ha dimostrato incontrovertibilmente di conoscere la risposta (forse qualcuno lo sa ma non lo dice, o meglio non può provarlo... o forse non vuole, o lo sa ma non può esprimerlo usando il nostro linguaggio, o una volta che lo sappia non possa, per qualche motivo, condividerlo, ecc.) ma rifacendosi all'attuale concezione relativistica dell'universo (forse) lo sa ancora meno chi meno conosca la vita... è un'altra possibilità, che ci sposta in un terreno maggiormente praticabile, potendolo da vivi, appunto.
 
Già così come stanno le cose è dannatamente difficile... che complicarsele tentando di rispondere a cosa potrebbe non esserci, ragionando in negativo, non condurrebbe che ad elucubrare sul sesso degli angeli... presumo (ma potrei sbagliarmi) che Eutidemo non l'abbia mai visti ... eppure ci son tanti che ne parlano e che ne hanno parlato dalla notte dei tempi.
Io non ne so niente, ma mi astengo (Renzianamente) dal trivellar un giudizio.

La logica funziona aldiquà di quel confine ed essa è uno dei tanti strumenti disponibili, naturalmente tra i più importanti (la sto usando anch'io) ma non l'unico.
Volendo si può fare un bel mix, ad esempio prendendo con le dovute cautele le conoscenze di altre culture e tempi... per gli antichi egizi non era così evidente la nullità dell' "ego" individuale, rappresentato da memoria, volontà ed intelletto personali a causa della morte, tanto da aver descritto la scomposizione dell'"anima" nei suoi otto "ingredienti". 
Forse anche io considererei superstizioni e folclore tali "credenze" se non mi ponessi la questione: può una civiltà, protrattasi  per millenni,  con tutte le sue conoscenze  e capace d'aver edificato strutture architettoniche impossibili da replicare al giorno d'oggi, aver elaborato un imponente edificio concettual-spirituale al solo scopo di padroneggiare la paura della fine?
Non è che piuttosto non sappiamo interpretare il loro linguaggio e applichiamo il nostro a quanto appena scorgiamo?
 
Per il momento arrivo sin qui, non prima d'aver ringraziato Sariputra per la bella interpretazione del racconto.
 
In questo estratto: ... come Roberta ha messo in moto la ruota del karma negativo colpendo in gioventù con abilità la schiena del povero e giovane Destino, ha pure messo in moto la ruota del karma positivo...
 
mi piace immaginare quella ruota, negativa o positiva (beh, sarebbe meglio) messa in moto da qualcosa, da quell'anelito all'al di là , per spostarsi dalla presente condizione... e dopo un viaggio (in se stessa), trovare il senso del suo agire... nell'amor che move il sole e l'altre stelle...
 
(agli altri interventi rispondo in seguito, mi scuso)
 
Cordialmente

Jean  
#885
Tematiche Filosofiche / Al di là dell'aldilà
05 Maggio 2016, 20:15:28 PM
v- ... ascoltate, ho un piano!!

g- ... che vuoi dire... non sappiamo neppure cosa significa..

v- ... l'ho scoperto stamane!
Quando mi son destato è arrivato un pensiero... da solo, senza che mi ci applicassi... e c'erano parole e immagini... e un percorso che le collegava... e alla fine la libertà!

e- ... di grazia, da dove è giunto un tal pensiero..?

v- ... questo non so dirlo, era lì...

g- ... mmh... forse le nostre preghiere son state ascoltate... e dunque, cosa dobbiamo fare?

v- ... Roberta... ci può aiutare...

e-... la segretaria? Quella sarebbe anche peggio di Destino se avesse l'arma!!

v-... infatti!! Bisogna farle avere l'arma!

e- ... ti sei bevuto il microscopico cervello che ti ritrovi, se ci avviciniamo all'arma  verremo distrutti ancora prima!

g- ... un momento, ascoltiamolo... ma anche ammesso che riusciamo a dargliela... potrebbe renderla a Destino che diverrebbe ancor più atroce a causa dello smacco subito...

v- ... è vero... sottrarre l'arma ad un uomo è come privarlo del potere... ma nella visione del piano c'era qualcosa di inaspettato... Roberta non userebbe l'arma contro di noi...

e- ... che dici... qui tutti gli umani ci odiano e Roberta per prima, sempre a mettere trappole adesive ed elettriche, spray tossici, reti finissime... le manca solo l'arma finale...

v- ... "karma"...

g- ... che vuol dire?

v- non lo so, ma in quella parola c'è la salvezza... almeno per una parte di noi. A causa del "karma", Roberta rivolgerà l'arma contro Destino... così ho visto...

e- ... scompenso glicemico... il sudore di Destino, l'unico nostro cibo... ieri era troppo ricco di zuccheri... ecco la spiegazione del tuo farneticare...

g- ... siamo sempre meno e non avremo scampo comunque... forse questo pazzo piano è la nostra ultima possibilità, costi quel che costi io sono pronto... almeno morirò per aver cercato la libertà, in piedi (pardon, in volo...) e non colpito alle spalle, incollato, fulminato o avvelenato... Vladimiro (v), assumi il comando, non attenderemo un minuto di più...

e- ...noo... ascoltate, forse ce la facciamo a passare l'estate, nascondendoci ancor meglio... poi, ricordate, Destino col primo cambio di temperatura si ammala per qualche giorno... e debilitato potrebbe ritardare a chiudere le doppie porte del vestibolo... volando a livello del pavimento forse non ci vedrà e...

g-  vedi, Estragone (e)... è già successo nei tempi prima della tua nascita... Destino chiamò un operaio che sopraggiunse con uno spray tossico nel vestibolo... tutti quelli che avevano provato sono morti...

Vladimiro- ... allora si procede... vorrei salutarvi tutti, adesso... e se qualcuno alla fine si salverà, riuscendo a sfuggire da questo inferno, oltre le sue porte... beh, si ricordi del sacrificio del suo popolo.


Le donne e i bambini da una parte... Godot... tu sei il più anziano, a te il compito di guidarli oltre la soglia... se mai si aprirà... tutti gli altri con me, questo è quello che faremo...    


..................


Destino non si separava  mai dal suo grande elastico giallo, l'arma letale.
Come s'avvedeva di una mosca in un attimo l'estraeva e zac... un colpo, un morto.
Ormai in tal numero da aver modificato con le loro essenze corporee il colore sulla punta dell'elastico, diventato di un bruno terreo.
Venne il giorno, la comunità delle mosche era divisa in due gruppi, quello che avrebbe tentato di sfuggire all'esterno e i guerrieri, pronti a giocarsi la propria vita.

Destino entrò dalla porta principale e dopo averla richiusa cominciò ad aprire con circospezione quella del vestibolo, ché la sua personale guerra al popolo delle mosche iniziava con l'inizio del lavoro.

Tre  guerrieri guidati da Vladimiro entrarono prontamente dalla fessura, volandogli attorno alla testa.
In un attimo Destino armò la mano e l'elastico giallo sfavillò, tragico e micidiale come una spada.
Due guerrieri furono falciati in volo, il terzo vedendo Vladimiro nel mirino di Destino tentò di volargli sugli occhi... una mano e poi la notte delle mosche.
Al ché tutti i guerrieri entrarono e a loro volta puntarono il volto di Destino che istintivamente, lasciato cadere l'elastico si protesse schiacciandone a decine.
Altrettanto istintivamente cacciò un urlo e Roberta, sopraggiunta velocemente, vide mosche dappertutto... ma, stranamente... la sua attenzione fu catturata dall'elastico giallo a terra... l'aveva visto innumerevoli volte all'opera nelle mani di Destino e senza pensarci lo raccolse.

Tutte le mosche guerriere come rispondendo ad un segnale si raccolsero in un angolo in alto...

Destino- ... la porta adesso è chiusa... Roberta, dammi l'elastico...

Roberta- che ci vuoi fare..?

Destino- ... oh bella... far fuori una volta per tutte queste dannate mosche...
 
Roberta- ... scusa... ma mi fa un po' schifo, eh...

Destino-... ma dai... e tutte le tue carte moschicide, trappole elettriche e spray tossici... che c'è di diverso, entrambi le vogliamo morte, no? E poi con l'elastico è istantaneo...

Roberta- ... c'è qualcosa di strano... perché se ne stanno tutte in quell'angolo?

Destino –... han subito delle belle perdite e cercano di stare distanti... ma Roberta non perdona ...

Roberta -... che vuoi dire..? Perché non dovrei perdonare?

Destino- ... ma non te... mi riferivo all'elastico...

Roberta- ...hai dato il mio nome al tuo elastico..?

Destino- ...ma no... non in quel senso, perché tu odi le mosche...

Roberta- ... rispondi bene... hai dato il mio nome al tuo elastico imbrattato di mosche spiaccicate??

Destino- ... e va bene... e allora?

Roberta- ... allora questa cosa non mi piace... potrei non ridartelo...

Destino- è mio, lo rivoglio...

Roberta – le mosche di chi sono, di chi le ammazza?

Destino- le mosche sono mosche, chi se ne importa...

Roberta- ... anche loro provano paura, l'istintiva paura della morte... che le coglie col mio nome... se lo rivolgessi verso di te... e ti colpissi..?

Destino- stai andando un po' troppo oltre, mi pare...

Roberta- adesso ricordo... ti ho già colpito... eravamo a scuola...

Destino- ... quella era un'altra Roberta... ma come fai a saperlo?

Roberta- me l'hai detto tu... l'hai scritto... e tutte queste mosche spiaccicate intenzionalmente han creato karma...

Destino- che ne sai tu del karma..?

Roberta- solo che i conti van pareggiati, le azioni neutralizzate con altre azioni... vuoi l'elastico?

Destino- beh, non è più così importante... che dici... ci sarebbe un altro modo di sbarazzarci di queste mosche, no..?

Roberta- ... infatti... proviamo ad aprire la porta...
 

E in un attimo tutte le mosche sfuggirono dall'inferno.



..............................................


Il raccontino che avete letto (fornitomi da un utente del precedente forum) anche se può essere considerato storia a sé, in realtà è il seguito (e forse... la conclusione) di quello postato in un'altra sede... al di là  di dove ci troviamo.

Chi voglia accedere alla prima parte deve compiere un relativamente piccolo salto nello spazio-tempo, indirizzando la ricerca nel vecchio forum, nel serbatoio delle memorie passate, digitalizzate nel contesto informatico che ci ospita.

Per facilitarvi ecco il riferimento:

Rif. Psicologia – Perché spariscono gli elastici - post 11



Prima di sviluppare quanto intendo proporvi vi anticipo che ci vorrà del tempo, sia per lasciar spazio a chi volesse partecipare, sia a causa dell'autolimitazione che mi impongo per non appesantire troppo la lettura e sia a causa delle mie attuali possibilità.

Così in questo primo post mi limito a porre la questione, evidenziando alcune tracce che seguirò, cominciando con la grafia dei due termini del titolo, come riporta la Treccani:

AL DI LÀ O ALDILÀ?

In casi come questo non esiste una norma generale che regoli la scelta tra la grafia con univerbazione e la grafia separata. Nell'uso, tuttavia, è invalsa una distinzione tra:



– al di là, con grafia separata, si usa con valore di locuzione avverbialeo preposizionale: al di là del confine



– aldilà, con grafia univerbata, si usa in funzione di sostantivo maschile (con il valore di 'oltretomba', 'vita dopo la morte')

L'aldilà resta un mistero per ognuno di noi.

Storia

La locuzione al di là è rifatta sul francese au-delà. La forma italiana tradizionale è di là da, oggi ancora possibile come alternativa più elegante, ma di fatto poco usata, se non nella frase di là da venire.



Ciò  è quanto attesta la grammatica, anche se la distinzione non mi sembra del tutto esaustiva (come del resto per tutte le parole e la loro interpretazione, opinione personale, eventualmente da approfondire): al di là del confine può ben essere inteso riferendosi al confine tra la vita e la morte (in termini religiosi si usa sovente la parola "transito", quasi ad indicare una continuità di qualche tipo tra il percorso aldiquà e quello di là da venire. Viceversa riferendomi al racconto con aldilà intendo il vecchio forum e non l'otretomba umana... che presenta un vantaggio rispetto a quella, potendo darci un'occhiata e ritornar indietro... con delle informazioni.



Da questa semplice riflessione ne discende la collocazione qui in filosofia e non in spiritualità, visto che non tratterò l'argomento dal solo punto di vista della finitezza e speranza/scommessa/disillusione umana.



Per fare un altro esempio, nel racconto la comunità delle mosche anela a sfuggire dall'inferno dell'uomo, mentre per l'uomo son le mosche a ricordargli l'inferno e, vedi te, per risolvere la faccenda la prima opzione è lo sterminio (ricorda qualcosa, accaduta nell'ultima guerra...). Così nello stesso contesto, per caso, fatalità, genetica o scelta, c'è chi vive aldiquà e chi aldilà di un'arbitraria linea di confine, ovviamente tracciata dall'ente con maggior potere.
Raramente accade una soluzione come quella narrativamente prospettata... una soluzione che in qualche modo va oltre il confine, al di là dell'aldilà (perdonate il rincorrersi dei termini).  



Prima di accomiatarmi un'ultima osservazione, la più importante: perché una discussione come la presente?

Beh, intanto perché mancava, data la recente nascita del logos, ma la motivazione principale nasce dalla  riflessione su quale possa essere la domanda fondamentale che una persona curiosa dell'esistenza abbia da porsi.

Credo che sarà difficile metterci d'accordo, abbiamo valori, esperienze, culture e sensibilità diverse e non ultimo anche il fattore età ha la sua importanza.

Tuttavia molti han ritenuto e ritengono che l'essere umano sia chiamato a rispondere (come aveva iniziato a fare l'autore del raccontino) alla triplice questione interconnessa: da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo?

Così mi sono chiesto se ve ne sia una ancor prima di questa, che contenga la precedente e tutte le possibili, ed ecco che m'è apparsa la domanda fondamentale: cosa c'è al di là dell'aldilà?, confidando d'essermi spiegato chiaramente: non solo dal punto di vista della morte umana.

Ritengo che sia una questione estremamente complessa, anche semanticamente, avendo implicitamente a che fare con la conoscenza (in tutti gli ambiti, dal filosofico allo scientifico) sin qui accumulata dall'uomo. E con l'idea/ipotesi/sensazione/certezza di significati espressi tramite la conoscenza ma esperiti con altre facoltà, artistiche e trascendenti (per chi ne abbia accesso).


Cordialmente

Jean