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Messaggi - Jacopus

#886
Attualità / Re: Dire qualcosa di sinistra
19 Agosto 2023, 09:51:52 AM
Pio. Il link è pieno di temi veramente squallidi e surreali, come quello che pretende di affermare che la comunità Lgbtq+ sia favorevole alla schiavitù. Il problema credo che sia l' arretratezza culturale dell'Italia, del radicato moralismo e bigottismo diffuso da secoli di dominazione violenta da parte della chiesa cattolica, il che ci assimila ai paesi dell'est Europa piuttosto che a quelli dell'ovest. Consiglio tutti di vedere un film, "girl", che parla della condizione di una ragazza trans in Belgio. Vi renderete subito conto che il paragone con l'Italia è deprimente in termini di civiltà e di rispetto  per la dignità altrui.
#887
Attualità / Re: Dire qualcosa di sinistra
19 Agosto 2023, 00:57:04 AM
Forse è chiaro a tutti ma per sicurezza lo esplicito. Il concetto di genere è una cosa, e non credo che Niko o chiunque di buon senso e non bigotto, sia contro questo concetto. L'ideologia di genere è l'esatto contrario, ovvero far apparire il concetto di genere come una ideologia e quindi come un percorso falso, venato da interessi laidi, poco chiari, finanziari o complottisti. A me risulta che si vendono magliette con la stampa di Che Guevara e quindi per questo Che Guevara è un fottutissimo servo del
Sistema? Idem per il concetto di genere o per i gadget dedicati a Greta o alle pantere nere.
#888
Attualità / Re: Dire qualcosa di sinistra
18 Agosto 2023, 00:37:17 AM
Non vedo perché un discorso sui diritti materiali (lavoro, servizi pubblici, redistribuzione della ricchezza) non possa camminare di pari passo con i diritti civili. Questa è un'altra e forse la più grave responsabilità dei partiti progressisti in Europa. Aver abdicato alle battaglie sui diritti materiali ed averli barattati con le battaglie sui diritti civili, ha reso questi ultimi insopportabili, quasi un marchio di fabbrica dei "radical chic buonisti". Eppure non vedo una scissione fra le due battaglie.   Dovrebbero essere condotte insieme.
Per Ipazia: le teorie di genere sono un grande passo avanti in termini di civiltà, poiché siamo una specie imperfetta e può capitare di trovarsi imprigionati in un corpo che non ci rappresenta. Le tue imprecazioni non hanno niente a che fare con il capitalismo ma sono tue convinzioni profonde. La sinistra dovrebbe sempre schierarsi con i più deboli, con chi non ha parola o con chi non è riconosciuto e fra questo ci sono i trans e i "ricchioni" (a meno che tu non ti voglia accodare ai deliri dei transolesbomofobi, per i quali le reali vittime sono i cisgender). In questi tuoi tormentoni mi immagino sempre certi cartelloni dell'era sovietica con gli uomini nerboruti mentre forgiano dagli altiforni e accanto sorridenti e formose Tatiane Ivanova Michailcov, con grembiule e guanti da cucina, mentre accudiscono tre pargoli biondi e giocosi.
#889
A giudicare dalla mole di risposte mi sembra di aver toccato un tasto sensibile ;D.
Mi piacerebbe rispondere a molte delle questioni sollevate ma, conoscendomi, dovrei a questo scopo tirar fuori una decina di libri per sparare un pò di cannonate erudite. Mi affiderò così all'emisfero destro rispondendo alla sola Claudia K.

Citazione" Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro " : questa è l'attuale firma forumistica di Inverno.

La trovo così radicalmente vera da risultare ovvia.
E...appunto : ...non ci si salva da un inferno, sposandone un altro...è proprio il principio ispiratore di quanti (tanti) non considerano affatto "perfetto" questo sistema, ma hanno chiarissimo (anche grazie alla Storia) che <altri> sarebbero ben più drammaticamente definibili  inferni.
Condivisibile. Ed infatti ripeto che aver citato Gramsci non fa di me un marxista-leninista. La reductio ad Leninum è un trucchetto tipico della destra, ma spero che qui si riesca ad essere un pò più raffinati. il problema si può ricondurre alla mancanza di una concorrenza culturale al capitalismo. Concorrenza che in passato era rappresentata dal socialismo reale. Socialismo reale che era per molti versi, nella sua realtà storica, una dittatura ma che permetteva di barattare la mancanza di libertà con la sicurezza (sicurezza intesa come possibilità di vivere dignitosamente). Che Sigmund mi perdoni, ma il socialismo reale poteva essere considerato una sorta di bizzaro super-Io, in grado di controllare i cosiddetti "animal spirits" del capitalismo che oggi hanno preso il potere effettivo.
Attualmente, la sconfitta del socialismo reale ha fatto credere che si potesse spingere sempre più l'acceleratore sulla libertà riducendo le componenti della sicurezza (sicurezza, ripeto come stato sociale o welfare, ma anche come strumenti per imporre il rispetto delle leggi). E tutto ciò mi fa dire: "d'accordo non avremo mai un sistema perfetto, ma questo sistema per molteplici ragioni, non solo non è perfetto, ma non va neppure nella direzione della perfettibilità, anzi va verso la direzione opposta della disgregazione dei legami sociali, delle sperequazioni insostenibili dei livelli di ricchezza materiale.
In realtà i miei appelli sono molto socialdemocratici e molto poco marxisti, perchè sono consapevole dei danni di un pensiero unico, che esso sia comunista o cattolico o islamico, poco importa. Ma proprio di questo sto parlando, del fatto che il capitalismo è ora "il pensiero unico dominante" e se non cambia qualcosa, semplicemente si strozzerà con le sue mani.
Quello che prenderà il suo posto non credo sarà il marxismo o qualche governo teocratico anche se non posso essere certo di quel che sarà. Immagino invece una regressione ad una fase alto-medioevale in chiave cyber-punk, con la destrutturazione di ogni potere pubblico. Le prove di questa fase sono già in corso in Iraq, in Somalia, in Libia.
In tutto ciò forse una causa importante di questo cambio di paradigma del modello capitalistico, lo ha la riduzione di importanza del pensiero cristiano, che fungeva in qualche modo da redistributore della ricchezza (anche se spesso in modo ben poco razionale).
Resta il fatto che mi sento come in cima ad uno strapiombo. Siamo arrivati così in alto per dover precipitare di nuovo in una vita di insicurezza e violenza diffusa? E non è neppure una nostalgia di una ipotetica età dell'oro, ma mi domando sempre di più se il pensiero occidentale, da Ulisse a Diderot non abbia dentro di sè un germe distruttivo che inevitabilmente ci ha condotto dove siamo ora. E nello stesso tempo, nel nome di Ulisse e Diderot, mi chiedo, cosa possiamo fare ora per evitare questa catastrofe? O se volete "cto delat?".
#890
Anthonyi.
Citazionegli esseri umani sono individualisti per natura, in quanto individui che devono sopravvivere.
Non ti chiedo le fonti di questa affermazione perché sicuramente se ne possono trovare, come si possono trovare quelle che affermano l'esatto contrario. La mia posizione personale ritiene che senza solidarietà ed altruismo le società umane non si sarebbero sviluppate. Ovvio che una specie così sofisticata non può essere incasellata nè nel homo homini lupus nè nel homo homini deus. Siamo noi e le nostre ideologie a creare il nostro destino. E l'ideologia capitalistica non fa eccezione. Possiamo idealisticamente contabilizzare i pregi e i difetti del capitalismo, storicamente inteso, il quale  ha manifestato sia gli uni che gli altri. Senza capitalismo e ascesa della borghesia non avremmo avuto la scienza e neppure la visione critica della religione. Ma se osserviamo la situazione attuale, è evidente che la pagina dei difetti si sta ampliando in modo preoccupante. A mio avviso non è neppure una questione di destra/sinistra. Ho citato Gramsci perché mi sembrava calzante ed anche perché trovare pensatori decenti di destra è difficile (Nietzsche e poi? Nietzsche ovviamente con tutta la discussione che si porta appresso). Oggi è una questione di sopravvivenza di un modo di vivere decente.
L'individualismo non è indolore e ti faccio un esempio, col rischio di annoiarti. Recentemente un migrante a Rovereto ha fatto fuori una povera donna che andava dalla madre anziana. Un migrante che tutti sapevano fosse disturbato. Con tutti i passaggi del caso. Pronto soccorso, Carabinieri, comunità di prima accoglienza, carcere, centro di salute mentale, e poi di nuovo, in una sorta di via crucis con tappe definite e fatalisticamente indirizzate verso la violenza. Una società non individualista avrebbe visto in quella persona un proprio fratello e tutte le istituzioni, dove lavorano i suoi fratelli, lo avrebbero aiutato come fratello e come istituzioni. Ma per fare questo occorrono due cose, una visione non individualistica ma relazionale fra le persone e risorse sufficienti, che si ottengono dalle tasse, le quali individualisticamente sono da combattere in quanto fanno riferimento a valori e strumenti estranei al singolo individuo.
Senti come stona questo discorso. Sembra una fantasia, un sogno o magari un buonismo peloso alla Bibbiano. Eppure è  questa necessità di coniugare individuo e società che fu trascritta persino nel motto più famoso della più famosa rivoluzione borghese. Ed è questo che il capitalismo ha distrutto, il senso dell' affiliazione e della compassione. Ma si tratta del capitalismo del XXI secolo, molto diverso dai capitalismi precedenti. E non penso neppure che il marxismo nelle sue versioni storiche sia stato diverso. Ma ciò non cambia il problema che abbiamo davanti. Vogliamo continuare a privilegiare il nostro rapporto monadico ed hi-tech con la vita oppure vogliamo riconoscerci come fratelli, e possibilmente indipendentemente dal credo religioso e politico?
Si tratta di un cambiamento gigantesco e credo che non avverrà, ma lo vedo come l'unica soluzione. L'alternativa è un progressivo deterioramento dell'ambiente fisico e sociale fino al punto che le istituzioni non saranno più in grado di tenere l'entropia dilagante e quindi avverrà un movimento di implosione che toccherà sempre più vicino il centro del mondo occidentale e noi, essendo di esso una marca di confine, sentiremo gli effetti di questo tsunami anche prima.
#891
Siamo sull'orlo di una catastrofe. Questa è la mia percezione. Eventi drammatici come l'incendio alle Hawaii (con mille dispersi e un centinaio di morti), la guerra in Ucraina, l'esodo di milioni di africani (quaranta milioni all'anno sembra), la grandine grossa come palline da tennis, la Sars/COVID-19 sono tutti tasselli di uno stesso quadro. E la causa è tutta nei rapporti predatori e individualistici che il capitalismo ha fatto trionfare nella mente di ognuno di noi.
Fino a 50 anni fa, pur con qualche sinistro scricchiolío, sembrava possibile un "mondo nuovo", nel quale le contraddizioni si sarebbero sciolte e vi sarebbe stata una nuova armonia globale.
La realtà è stata un'altra: abbiamo sempre più scaricato sulla natura la nostra avidità, la nostra fame di oggetti inutili, fino a rendere la nostra fame astratta, perché basata sulla ricchezza finanziaria. Si sarebbe potuto proseguire su quella strada della speranza in un "mondo nuovo", se il pianeta terra fosse inesauribile e omeostatico. Ovviamente non è così ed ora i nodi vengono al pettine. Molti tendono ad ignorarli, altri se la prendono con gli obiettivi sbagliati, e così via ma il redde rationem è sempre più vicino.
Eppure l'attuale classe dirigente è cieca oppure nega il problema e persino attacca quelle minoranze che hanno una maggiore consapevolezza. Basti pensare al termine "ripartenza", usato per il dopo-covid, come se il covid fosse stato un intermezzo, una battuta d'arresto, dopo la quale tutto è come prima. Oppure all'altro termine della "transizione ecologica", come se i problemi possano essere risolti da nuove mirabolanti innovazioni tecnologiche, il che risulta in realtà la stessa cosa di chi vuole combattere il fuoco con il fuoco o di chi vuole recuperare una nave che sta affondando, buttandoci dentro dell'acqua. Tutto ciò è drammatico, perché ci rende consapevoli di come siano forti e potenti i meccanismi di virtualizzazione del mondo attuale , dominato dalla tecnosfera e dall'infosfera, le quali paradossalmente, assumono delle fisionomie ancora più concrete della biosfera stessa. Biosfera che ovviamente risponde con gli incendi alle Hawaii di cui sopra o con il COVID-19.
Perché questa cecità? Per un meccanismo di cui ha scritto a lungo Gramsci, ovvero per il concetto di "egemonia": "quando in una società i valori della classe dirigente diventano i valori indiscussi di tutta la società, allora quella classe dirigente non ha più bisogno della forza per controllare la società". Oggi assistiamo a questa egemonia del capitalismo, con derive trash e populiste o criminali, ma tutte votate ad alcuni principi indiscutibili e sacri: ricchezza di beni materiali, individualismo, concorrenza fra tutti per emergere e vincere sugli altri, derisione di ogni spinta verso la collettività ( Tatcher, profeta di questo mood, dichiarava coerentemente che non esistono società ma individui). Siamo talmente dentro questi meccanismi culturali mortali che appunto li neghiamo o colpevolizziamo dei capri espiatori a caso. Servirebbe un profondo mutamento di paradigma e di visione del mondo, ma non vedo nulla di tutto ciò. Anzi vedo un progressivo imbarbarimento, una sempre più evidente incapacità e non volontà di affrontare questi problemi.
#892
Estratti di Poesie d'Autore / Adesso
11 Agosto 2023, 08:22:24 AM
Diremo io o noi? E quanto grande il noi, quanto popolato? Che delicata mano
ci vuole ora e che passo leggero e mente
acuta, pensiero spalancato al bene. Studiamo.
Impariamo dal fiore, dall'albero piantato,
da chi vola. Hanno una grazia che noi
dimentichiamo. Cura d'ogni cosa,
non solo dell'umano. Tutto ci tiene in vita.
Tutto fa di noi quello che siamo.

Mariangela Gualtieri. "Adesso".
#893
Tematiche Filosofiche / Re: Sò di non sapere.
10 Agosto 2023, 14:24:05 PM
Citazione di: Socrate78 il 10 Agosto 2023, 14:00:33 PMSocrate secondo me esprime una razionalità estrema che vuole conoscere tutto ma siccome il mondo è caotico e irrazionale e i valori sono relativi non può essere mai pienamente compreso da una ragione che si chiede sempre "Che cos'è il giusto?", "Che cos'è il bello?", anzi, agire in questo modo crea una sorta di dogmatismo in cui si stabiliscono valori assoluti per tutti e questo uccide l'individualità umana. Dovrei forse cambiare il mio nick in quanto sto esponendo una posizione antisocratica!
Cosa è il bello non lo so, ma cosa è il giusto, Socrate lo ha stabilito attraverso le modalità della sua morte, unendo teoria e prassi in una sorta di marxismo ante-litteram.
#894
Scienza e Tecnologia / Re: L' universo come non è
08 Agosto 2023, 16:47:53 PM
Che l'Universo non sia davvero come lo vediamo neppure con i più sofisticati strumenti astronomici, non è una novità. C'è chi, come Guido Tonelli, ritiene che per comprendere davvero l'universo occorra una nuova matematica, ancor prima di raccogliere le osservazioni, perchè la matematica che usiamo ora è adatta per comprendere eventi e fatti ripetibili di un universo "non perturbato", mentre invece la regola del cosmo (cosmos in greco = ordine), è la compresenza di chaos e cosmos, di ordine e disordine(e quindi servirebbe una matematica che riesca a comprendere in sè sia cosmos che caos). In effetti la tesi di Tonelli è che, essendoci noi evoluti in un'epoca priva di eventi caotici (sulla terra l'ultimo è avvenuto 65 milioni di anni fa), abbiamo forgiato gli strumenti matematici e matematico-sperimentali come se la regola dell'universo fosse fondata sull'ordine. Fa una metafora molto illuminante, in questo senso: l'universo è paragonabile ad un grande teatro dove l'uomo paragonato ad una pulce, vede un microbo, e valuta quel teatro come un luogo per microbi, senza riuscire a vedere tutto il resto del teatro.

https://www.youtube.com/watch?v=DjiW-HA_VRE
#895
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
07 Agosto 2023, 23:22:42 PM
CitazioneE' questo il problema, voi confondete le opinioni con la realtà. Nella realtà la guerra é tra Russia e ucraina, é la russia che ha invaso, é l'Ucraina che sta resistendo. Cosa c'entrano Cina e usa? Gli usa forniscono le armi all'ucraina, e con questo? L'Europa non é danneggiata dalle armi fornite dagli USA ma dalla guerra stessa, che é ai suoi confini, e il responsabile della guerra é Putin, questi sono i fatti oggettivi, non elucubrazioni dietrologiche.
Quanto al "rispetto" per la Russia il mondo é fatto così, hai quello che meriti, anche perché quello é il solo modo per far capire a chi sbaglia i suoi errori. 
Io penso, ma posso sbagliarmi, che gli USA abbiano molto da guadagnare da questa guerra e quindi se non c'è il loro zampino direttamente, perlomeno non hanno alcun interesse ad interromperla. Fa parte del gioco geopolitico, dove non esiste pietà o umanità ma solo calcolo e dove eventualmente anche la pietà e l'umanità possono essere conteggiate nella partita doppia del dare/avere. La Russia è stata posta di fronte ad un vicolo cieco e non ha risposto in modo elegante, come fece a suo tempo la Gran Bretagna quando dismise il suo immenso impero. Putin ha le sue responsabilità ma non credo che gli altri interlocutori siano degli innocentini. Fingono di esserlo perchè è una parte che rende e gli USA questa parte la conoscono fin troppo bene, fin dai tempi di Pearl Harbour, che fu sicuramente un atto imperialista del Giappone da condannare, ma che fu l'unica risposta possibile che poteva dare quell'imperialismo all'imperialismo americano, poichè questo si trattava. Storia ripetuta in modo molto meno riuscito con le "armi di distruzione di massa" irachene e così via. A chi piace essere definito aggressore? A nessuno. Persino Hitler inscenò l'incidente di Gleiwitz per far passare i poveri polacchi come aggressori. Questa è la realtà della geopolitica, esattamente come illustrata da Machiavelli in poi. E l'Europa tramite la combo "Brexit" più "guerra in Ucraina" ha capito quale è il suo ruolo in questa commedia o dramma; quello del comprimario. Del resto a paesi che possiedono dai duecento a quattrocento carri armati a testa contro le decine di migliaia di USA, Russia e Cina, che ruolo si può dare, quando la guerra diventa "calda"?
Quindi definire la causa della guerra Ucraina come una guerra voluta da Putin è come dire che la seconda guerra mondiale fu voluta solo da Hitler. Una visione obiettabile. Vi erano oppositori nella Germania nazista e vi sono oppositori nella Russia, ma anche fanatici followers dei loro leaders, altrimenti non si spiegherebbe la resistenza dell'esercito. Tutti sottomessi e impauriti dai progrom della Nomenklatura? In parte sì, ma credo che vi siano anche altre possibili e contemporanee interpretazioni. Ho sempre diffidato delle visioni storiche secondo le quali c'è un cattivo che si piglia tutte le colpe.
#896
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
07 Agosto 2023, 16:55:14 PM
Anthonyi. In realtà non sono così esperto della situazione ucraina. La reductio ad Hitlerum è sempre un po' fragile come prima percezione. In un mondo ideale bisognerebbe garantire l'autodeterminazione dei popoli, ma forse neppure questo sarebbe sufficiente. Personalmente a me quello che infastidisce è che di fronte ad una guerra fra due imperi (USA e Cina), chi ci rimetterà di più sarà l'Europa. In termini di Realpolitik, se vuoi anche opportunisticamente, bisognerebbe riuscire a trovare un compromesso. Stiamo comunque parlando di Russia. La Russia non è solo Putin, evidentemente con la stoffa del tiranno, ma un paese glorioso e millenario, ricco di cultura, confinante con l'Europa e con il quale i buoni rapporti gioverebbero ad entrambi. Se poi invece vogliamo (da entrambe le parti) pigiare l'acceleratore sul binomio amico/nemico, allora buona fortuna. Comunque non sottovaluterei la Russia e cercherei di rispettarla, allo stesso modo di come ho sempre rispettato ed onorato l'Italia anche quando al governo vi era un tizio da barzelletta.
#897
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
07 Agosto 2023, 15:10:33 PM
ma infatti Atomista. Ho provato a fare qualche intervento nel senso di affermare le responsabilità di entrambe le parti, ma qui il gioco è davvero molto polarizzato, con il bene da una parte e il male dall'altra a seconda dello schieramento scelto. A noi occidentali resta in più la possibilità di criticare il nostro sistema, opportunità (importantissima) che manca ai sistemi asiatici, ma è proprio su tale base che poi dovrebbero esserci i cambiamenti, mentre invece ormai, dopo la critica, non discende alcun cambiamento reale, limitandosi ad una sorta di sfogatoio. Mala tempora.
#898
Anthonyi. La bomba di Nagasaki fu sganciata tre giorni dopo quella di Hiroshima. Anche la più veloce diplomazia non avrebbe fatto in tempo a chiedere la pace ed anche se avesse iniziato il 6 agosto, il 9 agosto non si sarebbe firmato granché. Quindi la seconda bomba fu sganciata non a causa della ritrosia giapponese a chiedere la pace. Detto questo, riportare anche qui la " reductio ad marxismus" mi sembra riduttivo. Gli USA non sono l'impero del bene, tanto quanto non lo è l'attuale Russia o la precedente URSS. Vi sono state motivazioni stringenti di realpolitik alla base del lancio delle bombe. Ma a mio parere, uno dei motivi, seppure probabilmente non quello più importante, fu proprio la possibile resistenza del Giappone. In Giappone l'imperatore non aveva il monopolio del potere ed era possibile in quella situazione anche che potesse essere deposto o comunque bypassato dalle frange oltranziste dell'esercito. Fermo restando che questa fu probabilmente una ragione molto meno stringente della necessità di mostrare in modo inequivocabile il potere militare degli USA anche al fine di delimitare le rispettive aree di influenza.
#899
Cinema, Serie TV e Teatro / Full Metal Jacket
06 Agosto 2023, 22:47:27 PM


Vi sono moltissime recensioni di questo film in rete e su carta. Questo vuole solo essere un mio insignificante riconoscimento rispetto ad un film monumentale. Ed è anche una lettura indicata solo per chi ha visto il film almeno due volte, perchè non ne farò una storia o una sintesi, ma mi soffermerò solo su alcuni momenti fondamentali. Per la precisione i momenti sono tre e sono quelli che sono corredati da una colonna sonora fatta di rumori piuttosto che da suoni, rumori inquietanti come di fischi o di porte arrugginite che si aprono a fatica.
Il primo momento è quello relativo all'aggressione collettiva e notturna di tutti i commilitoni contro "Leonard Lawrence Palla di Lardo", reo di non essere in grado di soddisfare il sergente istruttore Hartman, che pertanto puniva tutto il plotone per le mancanze di Palla di Lardo. Il secondo momento culminante è quello dell'omicidio-suicidio di Palla di Lardo e del sergente istruttore Hartmann. Ed il terzo, infine, è quello dello scontro a fuoco con la cecchina vietnamita al termine del film. In solo questi tre spezzoni viene usata questa colonna sonora inquietante e disturbante e pertanto vi deve essere un filo che li collega.
Ed il filo è il "tradimento". I commilitoni puniscono Palla di Lardo, tradendo il cameratismo, perchè a loro volta puniti dal sergente istruttore. Palla di Lardo tradisce sè stesso, uccidendosi e Jocker tradisce la sua personalità non violenta, uccidendo la cecchina vietnamita.
Non è possibile dare una interpretazione autentica di cosa volesse dimostrare o rappresentare Kubrick e del resto tutte le grandi opere diventano autonome dal loro autore e mandano i più disparati messaggi a secondo delle epoche e degli interpreti.
A me sembra che il messaggio che voglia dare Kubrick in merito a questi tradimenti, sia la loro inevitabilità, poichè collegati con le istituzioni che li organizzano e che disciplinano i traditori. Lo stesso Jocker, uccidendo la cecchina dimostra che, finito il tempo dei giochi intellettuali, alla fine è la violenza a muovere la storia e le istituzioni umane ed è una violenza che nasce dalla organizzazione sociale e non dalla struttura psicologica innata dell'uomo.
Sarebbe bello poter intervistare Kubrick su questi argomenti, ma si intuisce una certa vicinanza con un modello rousseauiano ed anti-hobbesiano nei confronti della vita. L'uomo, buono di nascita, viene piegato dalla società a diventare cattivo, captivus, ovvero prigioniero, prigioniero come si sente spesso il soldato di leva e metaforicamente tutti coloro che vivono nelle società complesse della storia. Al termine del film, mentre il plotone si inoltra verso il fiume dei Profumi, Jocker, dopo aver ucciso la cecchina, significativamente dice "ed ora non ho più paura". Ha in realtà finalmente accettato il Leviatano che lo gestisce, e grazie ad esso non ha più quella paura, che era il meccanismo fondamentale da cui Hobbes traeva la necessità della costituzione delle organizzazioni di potere (Lo stato reale assolutista, nel caso specifico).
Attraverso questi temi, Full Metal Jacket racconta la stessa trama di "Apocalypse Now" e di "La Sottile Linea Rossa", nei quali ancora una volta il tema è il dissidio fra libertà ed istituzioni, fra potere e violenza. In tutti e tre i film, l'unica possibilità di redenzione però è data dalla morte. Non c'è mai un lieto fine. Kubrick ci aggiunge una nota grottesca e iperealistica, solo sulla quale si potrebbe scrivere una seconda recensione, allorquando il plotone inizia a cantare la canzone d'infanzia "viva Topolino".
Invidio chi non ha ancora mai visto questo film, perchè mi piacerebbe rivederlo come se fosse la prima volta.

https://www.youtube.com/watch?v=LqNVBDuZuQE
#900
Neppure io conoscevo la trama Giappone/Unione Sovietica e la posizione da realpolitik degli USA. Penso però che potrebbero aver contribuito molte ragioni al lancio della bomba atomica e non solo i manéggi Giappone/URSS. I giapponesi avevano già dimostrato in più occasioni di tenere di più al loro onore in battaglia che alla loro vita. Una tradizione che affonda nella storia del Giappone, nella figura del Samurai, pronto ad uccidersi (Seppoku) se sconfitto o disonorato. Durante la battaglia di Iwo Jima, soprattutto, gli americani dovettero confrontarsi con quanto erano capaci i giapponesi se fosse stato invaso il loro paese (Iwo Jima faceva parte del territorio giapponese). A fronte di un esercito americano da sbarco di75000 uomini, il Giappone aveva una forza di 20000 uomini. Morirono in 19.000, mentre gli americani ebbero fra morti e feriti 25.000 perdite. Fu straordinario perché gli USA avevano il completo controllo di mare e aria, e potevano bombardare a piacimento l'isola con batterie da 380, che non sputano fiorellini. Penso che uno dei motivi, anche se non l'unico fu proprio la considerazione che in invasione del territorio giapponese avrebbe comportato una grande spesa di uomini ma anche di ricostruzione delle infrastrutture, cui avrebbe dovuto farsi carico la potenza vincitrice, come avvenne in Europa occidentale.