Citazione di: Pensarbene il 13 Gennaio 2024, 08:28:12 AMLa fisica quantistica, i dati noti e...il buon senso esistenziale come pure l'ovvio terreno insegnano tutto quello che è utile sapere oggi per quanto riguarda la verità e la morte.Il problema che sollevi è uno dei fulcri essenziali della filosofia, sia che sia quella malvagia aristotelica, che quella nobile platonica.
La fisica quantistica ci dice che non si perde nessuna informazione, mai.
I dati di ogni ambito scientifico ci insegnano verità SEMPRE relative in ogni caso laddove la probabilità "gioca" un ruolo importante, ad esempio nel mondo subatomico.
Ma la probabilità e il caso giocano anche in modo diverso e spesso coperto anche nelobdo mediano nostro e nel macro cosmo.
Quando esplode una supernova la materia viene espulsa al 20% della velocità della luce, una velocità che ne determina una seppur minima variazione di massa. Questo in un'area perturbata gravitazionalmente
che genera radiazioni e onde gravitazionali in ogni direzione nello spazio.
In teoria,secondo la teoria del caos , se una Ipernova esplodesse in un certo momento e località potrebbe innestare una mutazione significativa a livello locale e poi zonale e cosmica..Lo stesso potrebbe essere capitato a una coppia di umani un milione di anni fa essendo finiti in una zona radioattiva a causa di un meteorite:le radiazioni non sono necessariamente fatali se non ci fosse radioattività non ci sarebbe vita.A volte le radiazioni possono innestare una mutazione inaspettata e minima ma tale da avviare un processo di riassestamento RNA significativo.
Quindi non esiste morte e non esiste vita,ma solo esistenza infinita in infinita trasformazione.
Noi,sulla terra, chiamiamo vita la forma e il livello di esistenza del pianeta ma dovremmo parlare di ESISTENZA TERRENA nel quadro di una ESISTENZA UNIVERSALE INFINITA E IN CONTINUA TRASFORMAZIONE SPAZIALE,TEMPORALE DIMENSIONALE.
Di più,non ci è dato di sapere!
Infatti noi sappiamo di sapere, ma questo sapere come si costruisce?
Ecco che magari la lettura di un buon manuale per i licei, potrebbe cominciare ad aiutare.
Se chiedi a me: non penso che il metodo, che questi manuali insegnano, riveli il vero compito della filosofia, che è eminentemente etico, ma può ben illustrare come arrivare a pensare comparativamente la validità di diversi sistemi e non di uno solo.
La teoria della complessità aiuta a capire come la filosofia facile dei non addetti ai lavori sbagli nell'indicare che tutto sia relativo, infatti la statistica è una branca rilevante, se non la maggiore, a livello contemporaneo, che sia impiegata nei grandi spazi, nei piccoli, o nella finanza, per stabilire modelli che sono il contrario del relativo, ma anzi concettualizzano una sana realtà ben tangibile e su cui lavorare.
Da una parte quindi apprezzo il tuo sforzo interpretativo perchè mi pare che vada nella giusta direzione, di una teoria dell'uno per usare vecchi termini ormai in disuso e totalmente ignari delle vette a cui il matema (la complessità delle scienze matematiche e fisiche) è arrivato.



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