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Messaggi - bobmax

#91
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
06 Agosto 2024, 14:42:40 PM
Non esiste nessuna legge umana che sia assoluta. Né potrà mai esistere.

Se esistesse... sarebbe la fine della esistenza.
Perché l'esistenza consiste proprio nella ricerca etica in noi stessi.

Dio, la Verità, ha bisogno di me.
Che io ne sia testimone.
Solo in questo modo l'Essere, Dio, può diventare certezza a me stesso.

L'imperativo categorico non è una verità certa a cui semplicemente mi devo adeguare.
Ma è ciò che preme in me per venire alla luce. 

Ma anche solo per palesarsi, ha bisogno di me.
Che cioè si rompa la scorza del mio esistere, che lo tiene sepolto in me.
Questo provare ad aprire una crepa, nella mia dura scorza, è forse l'unica autentica libertà che, come esistenza, mi è concessa.

Ed è dolore.
#92
Citazione di: Lou il 05 Agosto 2024, 17:40:04 PMSulla distinzione tra essere ed esistere negli autori che citi la trovo una operazione a posteriori, certamente non teorizzata in pieno dagli stessi ( o non consapevole a parlare con le nostre categorie odierne - scusa ma un tot una prospettiva genealogica  ) sebbene sottesa, a mio modo di intendere,nel pensiero presocratico, in ogni caso è fonte di dibattito.
Sulla contrapposizione tra i due sono quasi in totale accordo, con i dovuti distinguo: il mutamento eracliteo non presenta gli stessi caratteri di quello parmenideo. Parlando di "Uno" sotteso diciamo con con Eraclito si sottoscrive una permanenza che è garante dell'impermanenza (perció parlavo di mutamento quale permanere) con Parmenide l'impermanenza pare qualcosa di effimero, trascurabile, come se non avesse nulla a che fare con la realtà.
La citazione finale è immensa, per ció che penso attualmente è il leit motiv che innerva accompagna la filosofia e la poesia da cui siamo nati.

P.s. La mia citazione precedente era per sottolineare come Platone ( non Socrate, o il Socrate di Platone, facciamo così ) rielabori il pensiero eracliteo ( a suo uso e consumo ? ) per sostenere altre tesi, estranee a mio pare, a chi scrisse quel frammento.

Sì, Lou, penso anch'io che vi siano sfumature diverse tra i due.
Ma ho l'impressione che ciò dipenda da una qual ritrosia, una esitazione a prendere davvero il toro per le corna.

Così Parmenide insiste sull'"essere è il non essere non è"
Mentre Eraclito osserva che "tutto diviene".

Ma cos'è che resta implicito in entrambi, sebbene non espresso?

Perché nella esistenza, l'essere è tale solo in quanto qualcosa diviene... Mentre il divenire necessita che qualcosa permanga...

E allora?

L'indicibile:
Essere = Nulla

D'altronde questi magnifici pensatori per quale motivo si sono messi a riflettere sul Fondamento?

Secondo me, per l'etica.
È l'etica che li sospinge.

Così almeno capita a me.
#93
Sì, Eutidemo, come un'onda del mare.
Tuttavia la metafora può essere, secondo me, anche fuorviante.
Come d'altronde lo sono un po' tutte le metafore.

Perché il mare dà l'idea di un qualcosa di grande, immenso, in cui mi diluisco, scompaio, non sono più...
L'onda prima c'era e dopo non c'è più. Va beh è tornata a essere mare, ma a me, cioè all'onda, in sostanza che frega?

Sarei perciò più propenso a vederla diversamente.
Cioè che in realtà nessuno muore, per la semplice ragione che non c'è nessuno.
Nessuno nasce, nessuno muore.
E tu... sei.
#94
Citazione di: Lou il 05 Agosto 2024, 16:16:29 PMEsattamente il mutamento è ciò che permane.

Il molteplice e il divenire fondano l'esistere.
Ma l'esistere non è l'Essere.
Ed è questo che facevano notare sia Eraclito sia Parmenide.
Che non erano affatto in contrapposizione, come invece spesso erroneamente interpretati.

Infatti entrambi affermavano l'Uno.
Parmenide facendo notare come l'Essere non potesse essere molteplice.
Eraclito mostrando l'unità sottostante ogni mutamento: vi è sempre e solo l'Uno

"Immortali mortali, mortali immortali, viventi la morte di quelli, morienti la vita di questi"
#95
Citazione di: Scimmia Disadattata il 04 Agosto 2024, 15:20:56 PMSe la coscienza è un'illusione, ok che resta una realtà oltre la coscienza, ma come fai ad "illuderti di essere cosciente" nell'ipotesi in cui la coscienza sia un'illusione e quindi negando ciò che ti permette di essere "cosciente di qualcosa". Serve poter essere coscienti per potersi illudere di una qualsiasi cosa, altrimenti quella illusione (ed ogni illusione) sarebbe impossibile. Esisterebbe solo la realtà senza di noi e senza nessuno ad illudersi. A me risulta logicamente impossibile quello che cerchi di sostenere..

L'illusione è possibile nel momento in cui io in realtà non esisto.
Sono, ma non esisto.
È l'esistenza ad essere una illusione.

Cioè esisto in quanto individuo separato da tutto il resto. Ma questa separazione è illusoria.
E la coscienza che altro è se non coscienza della separazione?

Ho visto che nel tuo blog tratti del libero arbitrio.
Ecco, l'Essere trapela non appena provi a mettere in discussione il libero arbitrio.
Lasciando perdere discorsi come il determinismo, che non fanno che confondere, ma affrontando la questione esistenzialmente.
Chi sono io, se il libero arbitrio è una illusione?
E poiché natura e libertà sono del tutto incompatibili, se sono comunque libero... chi sono io?
#96
In effetti sono stato un po' troppo sintetico, la differenza tra essere e esistere è fondamentale.
D'altronde ritenevo fosse scontata in una riflessione filosofica.

L'esistere è ciò che sta. E ciò che sta è sempre e soltanto qualcosa.
Il qualcosa è tale perché c'è qualcos'altro. È il qualcos'altro a fare in modo che il qualcosa sia.
L'esistere è perciò sostanzialmente una scissione, che in ultima analisi è la scissione soggetto/oggetto.

Viceversa l'essere è ciò che permette l'esistere, cioè l'esserci di qualcosa. Ma l'essere non è a sua volta qualcosa. Proprio non può esserlo, perché necessiterebbe altro da sé.

Nulla significa soltanto non esistenza.
Non ha alcun altro significato il nulla, se non il non esistere.
E ciò che non esiste non è qualcosa.

Perciò il Nulla non è qualcosa.
E pure l'Essere non è qualcosa.

Di modo che, seppur paradossalmente ma non troppo...
Essere = Nulla

PS
Mi scuso per la mia estrema sintesi precedente, ma sto ribadendo una infinità di volte la differenza fondamentale esistere-essere.

Non è un discorso di lana caprina.
Bensì sommamente etico.
Perché riguarda il bene e il male.
#97
Tutto quello che c'è può essere illusione. Anche la coscienza, che c'è solo in quanto testimone di qualcosa.
La coscienza è sempre e solo coscienza di.
Nessuna cosa, nessuna coscienza.

Il supporre illusione la coscienza, non significa però negare la realtà. Semplicemente pone il reale oltre la coscienza.
Perciò oltre l'esistenza.

È l'Essere, che non deve mai essere assimilato all'esistere!
Difatti la esistenza, tutta l'esistenza, compresa perciò la coscienza, può essere illusione. Ma non l'Essere.
Perché esiste sempre e solo qualcosa, mentre l'Essere non è qualcosa.
Non essendo qualcosa, l'Essere non esiste.
L'Essere è!

E poiché ciò che non esiste è nulla...

Essere = Nulla

PS
Non si può costruire una filosofia sulle particelle. Perché ciò significherebbe dare loro valore metafisico. Cioè le particelle sarebbero il tramite tra la esistenza e l'Essere.
Mentre le particelle non sono che modalità di interpretazione dei fenomeni della esistenza.

La metafisica, e la filosofia o è metafisica o non è, inizia nel porsi di fronte alla interpretazione scientifica del mondo, scrutando il Nulla che dietro traspare.
#98
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 03 Agosto 2024, 19:14:39 PMIo credo che si chiami collaborazione, che anche secondo me è molto importante. Io conosco il risultato della mancanza di collaborazione, perché lo vivo sulla mia pelle. Quindi credo di comprendere e condivido l'intervento n 9!

Sì, collaborazione.
E non per una utilità.

Non è l'utile il motivo.
Semplicemente lo si deve.

E perché lo si deve?
Il perché è racchiuso nell'essere.
È l'imperativo categorico.
È la scelta tra essere o non essere.

Perciò non è un dare per ricevere. Non c'entra la "convenienza".
Lo sviluppo della umanità, il benessere della società, sono tutte cose secondarie. Importanti, ma secondarie.

È invece semplicemente Essere.
#99
Citazione di: Aral il 26 Luglio 2024, 13:49:58 PMTutto ciò che possiamo raggiungere individualmente ha senso solo se poi viene messo a disposizione degli altri. Ciò che imparo, devo insegnarlo, foss'anche con il solo mio muto esempio. La vita perisce, ciò che non muore mai è l'insieme delle nostre esistenze, che continuamente si rinnova e si tramanda, dobbiamo pensare a favorire l'esistenza, in generale, attraverso la nostra personale.

Per quale motivo?
#100
Tematiche Filosofiche / Re: Al di là dell'aldilà
01 Agosto 2024, 14:42:05 PM
Citazione di: Jean il 01 Agosto 2024, 11:14:20 AM

«Shen Hsiu, un uomo di grande cultura e di grande realizzazione nella disciplina e nella meditazione [...] scrisse:
"Il corpo è l'albero dell'illuminazione,
La mente è come il piedistallo di uno specchio limpido;
Puliscilo molto spesso con diligenza,
Non lasciare che vi sia della polvere."

Hui Neng invece, che allora lavorava nel tempio, compose questa poesia:
"L'illuminazione non è fondamentalmente un albero,
E lo specchio della mente non è un piedistallo,
In origine non c'è nessuna cosa -
[...] Dove mai c'è della polvere?"»

.......

Polvere siamo e tal ritorneremo,
al trovarla convien farsela amica
che venga dalle stelle o dalle stalle
essa sol rimane, tutti moriremo.

Per quanto fai, per quanto se ne dica
i giorni son contati e dalle spalle,
che sia d'oro o straccio ben consunto,
alfine cadrà l'ultimo tuo scialle.
Non v'è differenza in chi è defunto.

https://youtu.be/PbFlVf2lB3I

Solo perché credi nella polvere.
Mentre, non c'è nessuna polvere.
Né prima, né dopo.

All'origine non c'è nessuna cosa.
E perciò neppure alla fine.
Altro che polvere... Nulla!

Non dalla polvere, bensì dal Nulla veniamo e nel Nulla torniamo.

E poiché nulla si origina dal nulla...

Ma non è proprio questa nullità di ogni cosa a salvarci dalla morte e... dalla vita?
Non è forse l'amore ciò che davvero conta?
E non è il Nulla il suo fondamento?

Amore sempre insufficiente in vita e vano rimpianto per chi non c'è più.
Ma se tutto è nulla... allora non si vive e non si muore.
Sì è.

Essere = Nulla

#101
Ben arrivato Scimmia!

Non vedo nel tuo profilo il link al tuo blog, immagino sia questo: https://lascimmiadisadattata.blogspot.com/?m=1
#102
Tematiche Spirituali / Re: Conosci te stesso!
30 Luglio 2024, 07:10:38 AM
Con "conoscere" qualcosa, si intende di solito il poter attribuire della caratteristiche a questo qualcosa.
Sono infatti i suoi attributi che lo fanno essere e quindi conoscere.
La conoscenza è perciò un possesso. Più si possiedono nozioni sulle caratteristiche di qualcosa e più si conosce quel qualcosa.

Tuttavia la conoscenza può essere pure di ben diversa natura.
Laddove cioè non mi accontento delle caratteristiche, degli attributi, ma voglio proprio sapere cos'è quel qualcosa!, la sua essenza.

Questo desiderio nasce da una mia insoddisfazione, perché il qualcosa è in definitiva sempre sfuggente. Rimanda ogni volta ad altro, non è mai proprio se stesso.

Il mistero che avvolge il qualcosa, si ripresenta inevitabilmente quando il qualcosa che cerco è me stesso.
Chi sono io?

Anche in questo caso vedo tanti attributi che descrivono ciò che appaio a me stesso. Ma io non sono mai quegli stessi attributi. Che possono esserci ora e domani non più, o esserci allora ma non adesso. Mentre io sono sempre io.
Di modo che la conoscenza di me stesso si traduce nella conoscenza di ciò che non sono.
Io non sono quello!

E poiché niente è mai me stesso, io propriamente non ci sono.

"Conosci te stesso. E conoscerai te stesso e Dio"
#103
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 17:49:21 PM
Il significato è il segno lasciato da qualcosa su di noi.
Questo segno può accentuarsi nel tempo, perché confermato più volte, oppure può ridursi, fino persino a svanire, quando altri segni lo cancellano.

Ciò avviene attraverso l'accordo o non accordo tra di loro.
È il meccanismo della induzione. Dove il segno è verità probabilistica.
Che è poi la verità tout court nell'esserci mondano.
In quanto il "vero" nell'esserci è sempre relativo.

Relativo a che cosa?
Ad altro considerato "vero".
Ossia ai segni che maggiormente ci marcano.

Quindi il significato è la verità.
Che è verità mai assoluta. Perché vi è sempre la possibilità che compaiano altri segni che la neghino.
Infatti la verità, nell'esserci, è negazione di ogni possibile falsità contraria. E questo è il suo limite.

Viceversa la Verità assoluta non necessita di negare alcunché.
È negazione della negazione.
Perciò prescinde da significati, e quindi da segni. Ma li racchiude in sé permettendone il gioco.
#105
Varie / Re: Rastislav e l'enigma del cucchiaio
26 Luglio 2024, 16:01:14 PM