Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - sileno

#91
Citazione di: Sariputra il 03 Agosto 2018, 23:16:36 PM
cit.Sileno:
Nel tempo del raccolto
mi turba il ricordo
di qualcosa di non colto

Perché esitai, allora?
Ora mi rimorde:
chissà, se quella volta ...


Nel tempo che non colgo
mi turba il ricordo
di quello che raccolsi

Perché non esitai, allora?
Mi rimorde ancora:
perché, quella volta...?

Mi son 'permesso' di capovolgere la tua poesia...
Nella prima c'è rimpianto, nella secondo rimorso. :)
E ... sì, l'ho scritta io la poesia "Nostalgia", ma in realtà l'hanno scritta solo i ricordi...
Ciao







Nostalgia, rimpianto, rimorso: sono termini emozionali che si prestano a una certa ambiguità semantica, tutti e tre consequenziali alla memoria, su un passato che ha effetti anche notevoli sul presente.

Io ho commentato il saggiio di Borgna, una sua interpretazione, Il rimpianto può essere addirittura ossessivo, patologico, a differenza della una dolcezza malinconica della nostalgia.

Per rimorso in genere s'intende tormento per un male commesso ( senso di colpa) e può turbare molto. Si dice meglio rimpianti che rimorsi.

Io ci ho aggiunto il controffattuale, l'emozione più angosciosa  per un'azione o una mancata azione ( ah se avessi, o ah, se non avessi ... ) non sarebbe successo, avrei evitato, qualcosa di catastrofico, una perdita,un incidente, una malattia, ecc.

Comunque grazie per l'attenzione e per aver concesso di argomentare ancora su tale argomento.

Ciao
L'argomento si presterebbe anche al citare casi personali per inquadrare meglio  i termini. Talvolta basta un niente per evitare una disgrazia per perdere una fortuna,ecc.
#92
Citazione di: Phil il 03 Agosto 2018, 12:34:38 PM
Apro gli occhi,
ma è ancora notte;
ritorno a ieri...


Ho in mente un'amica d'infanzia 
che saltellava sul selciato 
con passo simile a danza 

Mi riconosce un dì un'anziana 
nostalgica del passato 
sul quale si discorre 

Volle che una sera 
- come allora - 
giocassimo al dottore
#93
Citazione di: Sariputra il 03 Agosto 2018, 00:55:38 AM
Nostalgia

In questi giorni penso al vento fra i tuoi capelli,
a ciò che vissi primi di conoscerti
e a quello che andrò ad incontrare senza di te.

A tutte le delusioni che non mi uccisero
ma che uccisero i sogni,
quelli più dolci perché
non vissero a lungo con me.

Ti ricordo nuda tra le ortensie,
curva sul libro che ti regalai,
nell'agonia infuocata del tramonto
d'agosto.

Abbiam vissuto insieme più di una vita,
ora devo porre sulla bilancia ogni cosa,
pesare ogni ricordo e
liberarmi da ogni sogno.

La nostalgia di ciò che fu il presente
tocca corde di dolore
che vibrano nella sera,
osservate dalle cicale.




Molto bella: è tua?

Nel tempo del raccolto
mi turba il ricordo
di qualcosa di non colto

Perché esitai, allora?
Ora mi rimorde:
chissà, se quella volta ...
#94
La nostalgia ferita diEugenio Borgna - 2018 - e Book

Ci sono nostalgie gioiose,altre che suscitano tristezza.
Memorie d'infanzia,di un volto,nostalgia della salute perduta.Nostalgia speranzosa o fissata nel passato.Nostalgie dolorose o rasserenanti: esempi letterari e poetici..
Intesa come recupero del passato, donazione di senso,antidoto al deserto delle emozioni.
Oggisi tende a rifiutare la propria interiorità a favore dell'occasionale.
Quanto è accaduto dà continuità alla nostra esistenza per affrontare presente e futuro, errori di ieri.
Pensiamo volentieri all'infanzia e adolescenza, riviviamo esperienze.O c'è il rischio di rifugiarsi nel passato?
Passato, presente,futuro si ricongiungono: fa luce sulla propria esistenza.
E' un'emozione dolce, ma fa anche ammalare, provoca depressione, angoscia, tristezza, che richiedono dialogo e farmaci.
Narcisisti, autistici, non danno spazio alla nostalgia, il loro mondo è senza passato e senza speranze.
Differente dal rimpianto: si ricorda piangendo perché non c'è più, siamo colpevoli di cose perdute.
Nostalgia: speranza che le cose perdute abbiano un senso, aiuta a ricostruire il tempo, il passato, riesuma ricordi lontani.

Citerei anche il lutto da elaborare per la giovinezza perduta., quando si hanno decenni di vita alle spalle.
Conosco la nostalgia per l'infanzia e adolescenza,il rimpianto di qualcosa di non colto,non coltivato.
E l'angosciante,ossessivo controffattuale: Se avessi ... non sarebbe successo ...
#95
Percorsi ed Esperienze / Re:Avere ragione
18 Maggio 2018, 16:14:37 PM
Citazione di: viator il 18 Maggio 2018, 13:06:30 PM
Salve. Per Sileno: Come vedi, hanno tutti ragione.





Più ragione di tutti ha Montale: il verso di una sua poesia dice "La più vera ragione è di chi tace". Le parole svelano il suo disagio, ma restano incomprese.
#96
La "lievità" nietscheana

La "lievità" di Nietzsche è un concetto noto anche ai pedagogisti come ipotesi educativa. Negli anni '80 m' interessò un' interpretazione proposta da studiosi cone G. M. Bertin, G. Deleuze, il germanista C. Magris, ecc. sull'"Oltre uomo", sia pure con aspetti allora problematici e paradossali. Oggi non più tali, essendo riconosciuto Nietzsche possibile educatore e imprescindibile per la cultura del '900 e oltre.

La "demonicità" nell'ottica di Nietzsche assume il significato della volontà di donare ( o di "potenza" correttamente interpretata) in una visione di lievità non intesa come superficialità e leggerezza, ma come antitesi alla pesantezza dei dogmi e della retorica degli eterni "valori" di una massa opportunista e volgare, passivamene integrata in una civiltà produttivo-consumistica, competitiva ,tecnologica.

L'uomo del "lieve" è in divenire superando anche se stesso ove opportuno, in un altruismo anticonvenzionale, perchè non avrebbe senso donare mediocrità e infelicità personale. Interagisce con l'altro per un arricchimento reciproco. I suoi valori sono contemplazione, ozio e solitudine proficui, in ampia accezione e profondamente meditativi. 
Pur non ignorando le sue suggestioni estetiche, mistiche e antidemocrtiche, a volte anche con interpretazioni di comodo. Nietzsche nichilista costruttivo e riformatore viene oggi interpretato come costruttore di una civiltà alternativa, dove "l'uomo che oggi non sa vivere vivrà nel modo migliore". Abbozzo dell'uomo del futuro: l'"oltreuomo"
#97
Un senso - Vasco Rossi


Voglio trovare un senso a questa sera
Anche se questa sera un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa vita
Anche se questa vita un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa storia
Anche se questa storia un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa voglia
Anche se questa voglia un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...

Voglio trovare un senso a questa situazione
Anche se questa situazione un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa condizione
Anche se questa condizione un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l'ha
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno



Voglio trovare un senso a questa sera
Anche se questa sera un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa vita
Anche se questa vita un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa storia
Anche se questa storia un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa voglia
Anche se questa voglia un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...

Voglio trovare un senso a questa situazione
Anche se questa situazione un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa condizione
Anche se questa condizione un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l'ha
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno
#98
Percorsi ed Esperienze / Re:Avere ragione
16 Maggio 2018, 14:07:51 PM
[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Siamo tutti così limitati che crediamo sempre di aver ragione.
(Johann Wolfgang Goethe)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non c'è più pazzo al mondo di chi crede d'aver ragione!
(Luigi Pirandello)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Avere ragione è una ragione in più per non aver alcun successo.
(Friedrich Nietzsche)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non basta avere ragione: bisogna avere anche qualcuno che te la dia.
(Giulio Andreotti)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]All'uomo irrazionale interessa solamente avere ragione. All'uomo razionale interessa imparare.
(Karl Popper)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Preoccupati di essere felice. Non di avere ragione.
(Buddha)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Se puoi scegliere tra avere ragione ed essere gentile, scegli la seconda.
(R. J. Palacio, Wonder)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non ci basta aver ragione: vogliamo dimostrare che gli altri hanno assolutamente torto.
(William Hazlitt)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Chi vuole avere ragione cerca sempre di avere l'ultima parola. Chi ha davvero ragione ha smesso di parlare da un pezzo.
(Anonimo)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Nelle dispute l'inferiore ha sempre ragione perché il superiore si è abbassato a disputare.
(Nicolás Gómez Dávila)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]In genere chi ha torto, non ti perdona di avere ragione.
(Pino Caruso)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Ci sono casi in cui la ragione o il torto sono quasi inequivocabilmente da una parte, ma sono rari. I motivi si confondono, i torti e le ragioni si incrociano di continuo.
(Andrea De Carlo)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell'una o dell'altro.
(Alessandro Manzoni)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Una moglie ti darà sempre ragione, se ammetterai di avere torto.
(Guido Rojetti)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Nemmeno con il Var puoi avere ragione con una donna.
(Plumbeer89, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Le donne preferiscono aver ragione piuttosto che essere ragionevoli.
(Ogden Nash)[/font]


[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Ma si sa che le donne hanno sempre ragione, d'altronde lo dice l'italiano: "La ragione" è femmina, "Il torto" è maschio.
(Geppi Cucciari)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Solo una cosa è più pericolosa di una donna che crede di avere ragione, una donna che ha ragione.
(Comeprincipe, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Ogni donna ha torto fino a quando scoppia a piangere, e poi, istantaneamente, ha ragione. (Thomas Chandler Haliburton)[/font]
[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Io mi siedo dalla parte della ragione perchè è pieno di donne.
(Zziagenio78, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Intuizione: quello strano istinto che dice a una donna che ha ragione. Sia che ce l'abbia o no.
(Anonimo)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Il nemico diventa temibile solo quando incomincia ad aver ragione.
(Jacinto Benavente)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Quando uno stupido mi dà ragione, allora non è più così stupido.
(Mirko Badiale)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Perdere la testa ed avere ragione.
si può.
(Buioscuro, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]La vita è un dare e avere.
Ragione.
(sonopazzaio, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Vorrei avere ragione sono se fosse convertibile in pizza o prosecco.
(ida_bauer, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Ad alcuni non interessa avere ragione, ma essere la ragione.
(alemarsia, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]La passione è uno strumento di difesa della ragione. Perché non basta avere ragione: bisogna anche, appassionatamente, difenderla.
(Vittorio Sgarbi)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non si sa mai chi ha ragione, ma bisogna sempre sapere a chi conviene darla.
(Arthur Bloch, Legge di Whistler, La legge di Murphy)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]In ogni grande organizzazione è molto, molto più sicuro sbagliare con la maggioranza che avere ragione da soli.
(John Kenneth Galbraith)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Quando si ha ragione ventiquattro ore prima degli altri, si passa durante quelle ventiquattro ore per una persona sprovvista di senso comune.
(Conte di Rivarol)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non c'è niente di peggio che avere ragione al momento sbagliato.
(sameaslife, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non c'è niente di più brutto della ragione quando non è dalla nostra parte.
(Lord Halifax)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]L'uomo di mala fede, non solo negherà la tua ragione, ma ancora t'imputerà il proprio suo torto.
(Arturo Graf)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Ho visto gente fare di tutto per avere ragione ed ho capito che l'unica ragione è avere torto.
(liquidizia, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Bisogna lasciare la ragione agli altri perché questo li consola del non avere altro.
(André Gide)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Ci sono molte persone che danno sempre ragione alla stessa parte e sempre torto ad altri. E questo è tutto ciò che so dell'ottusità.
(pellescura, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]La noia mortale che emana da quelli che hanno ragione e lo sanno. Chi è veramente intelligente nasconde di aver ragione.
(Elias Canetti)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Dio perdonali: sanno quello che fanno e credono pure di avere ragione.
(postofisso2012, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Pare che si possa avere ragione senza sentirsi onnipotenti.
(l'incompiuto, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non è vincere o perdere, e nemmeno avere ragione o torto.
È smettere di ragionare in termini di paragone.
Accettare di essere altro.
(ida_bauer)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]A me non me ne può fregar di meno di avere torto, ragione, torto e ragione io vorrei solo capire, migliorare, rimediare, risolvere
(Alice_why, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Aver ragione! aver torto! Che insignificante volgare problema.
(György Lukács)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Errore e verità hanno in comune la presunzione d'avere ragione.
(Alessandro Morandotti)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Se due litigano e uno ha un buon cinquantacinque per cento di ragione, benissimo. Non c'è motivo per prendersela. E se uno ha il sessanta per cento di ragione? È una meraviglia, una grande felicità. E può ringraziare il Buon Dio! E che dire del settantacinque per cento? I saggi affermano che è molto sospetto. Bene, e il cento per cento? Uno che dice di aver ragione al cento per cento è un violento e un brigante, è l'ultimo dei farabutti.
(Czeslaw Milosz)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Se scontenti alcuni se nel torto. Se scontenti tutti, hai sicuramente ragione.
(Marcosalvati, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non son io ad aver ragione. Sono gli altri che hanno torto.
(Roberto Gervaso)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Quando si è sicuri di avere ragione, non c'è bisogno di discutere con quelli che hanno torto.
(Georges Wolinski)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Un pessimista ha ragione più spesso di un ottimista, ma un ottimista si diverte di più – e nessuno dei due può fermare il corso degli eventi.
(Robert Anson Heinlein)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]E' meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che pessimisti ed avere ragione.
(Albert Einstein)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]E' meglio sbagliarsi in fretta che aver ragione troppo tardi.
(Yuri Gagarin)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Preferisco avere all'incirca ragione che precisamente torto.
(John Maynard Keynes)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Nessuno è più odioso di chi si ostina a voler avere ragione e poi in effetti ce l'ha.
(Maria Luisa Spaziani)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Ahimè, quanti sono stati perseguitati per il torto di aver avuto ragione?
(Jean-Baptiste Say)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Quando chiunque è contro di te significa che hai assolutamente torto, o assolutamente ragione.
(Albert Guinon)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non c'è condanna peggiore che avere ragione.
(manuela_reich, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Il problema è che non basta avere ragione, se non hai anche il potere per farla valere, la ragione.
(guidofruscoloni, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]La maggioranza ha sempre ragione, ma la ragione ha raramente la maggioranza alle elezioni.
(Jean Mistler)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Noi cristiani non abbiamo ragione contro nessuno: noi abbiamo ragione per tutti.
(Maurice Zundel)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]È pericoloso avere ragione in questioni su cui le autorità costituite hanno torto.
(Voltaire)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Nessun capo terrà mai un impiegato che ha sempre ragione.
(Arthur Bloch, La legge di Murphy)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non avete mai ragione o torto perché gli altri sono d'accordo con voi. Avete ragione perché i vostri dati sono esatti e il vostro ragionamento è corretto.
(Warren Buffett)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Succede anche a voi di avere ragione e sentire che fa male?
(BarbyeTurica, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]A volte, l'unico modo di avere ragione sta nel perderla.
(José Bergamin)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]In tribunale non è importante aver torto o ragione. E' importante vincere. Ad ogni costo.
(Dal film Schegge di paura)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Chi ha detto che il cliente ha sempre ragione, ti assicuro, era un cliente.
(Dal film Steve Jobs)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Il buono non pretende di avere ragione; chi pretende di avere ragione non è buono.
(Lao Tzu)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Entrambi hanno le proprie giustificazioni, sentono di avere ragione, ma dall'esterno tutto ciò appare una follia.
(David Grossman)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Le buone persone sono sempre convinte di avere ragione.
(ultime parole di B.E. Wood Graham prima di essere uccisa con la pena di morte)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]La domanda del nostro sondaggio è: "Ha torto la sinistra o ha ragione la destra?".
(Corrado Guzzanti)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Io dico che uno vince perchè ha avuto ragione, ma dico insieme che appena ha vinto ha finito di avere ragione: ha torto.
(Cesare Musatti)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Sono passato dalla parte del torto ed ho trovato gente serena a cui non fregava nulla di avere ragione.
(L'incompiuto, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]"Avete ragione voi" come stile di vita.
(Anonimo)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Ho ragioni per ogni cosa, ma non ho una sola certezza di avere ragione
(Carlos Marzal)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Una volta raggiunto il punto in cui tutti hanno ragione, la ragione muore.
(Victor Martin)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione.
(Henry Ford)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Non voglio avere ragione, voglio avere pace.
(ChiaraBottini, Twitter)[/font]

[font="Open Sans", Arial, sans-serif]Se discutessimo per capire, invece che per avere ragione, sarebbe tutto più semplice.
(Anonimo)[/font]
#99
Percorsi ed Esperienze / Re:Avere ragione
16 Maggio 2018, 10:30:04 AM
Citazione di: iano il 16 Maggio 2018, 09:10:21 AM
Citazione di: sileno il 26 Aprile 2018, 09:29:53 AM
Avere ragione

Per avere ragione non basta esibire prove inconfutabili,affermazioni ragionevoli e condivise dalla maggioranza, da fonti autorevoli citate.

Se tentiamo di far loro cambiare idea,le persone si irrigidiscono
Più mettiamo in dubbio le loro idee e più se ne convincono.
Far cambiare idea anche a persone concilianti è difficile; l'uomo è un conservatore cognitivo: tende a mantenere le proprie idee anche di fronte a prove che dimostrano il contrario: bisogna capire come e dove le sue idee hanno le radici.

Conta anche un' appartenenza a una comunità,la mentalità,visioni di vita, riferimenti, formazione di altro tipo,ecc.

Illusione della conoscenza profonda: si è convinti di sapere e non si va a fondo di un problema.

Uno dei luoghi meno adatti per dialogare sono i social network. La rete pullula di partecipanti che criticano gli altri senza convincenti, plausibili affermazioni.
Manca online il linguaggio corporeo per sintonizzarsi e correggere il discorso che prende una piega sbagliata.
Chi si espresso, scrivendo, in un senso e in pubblico, non ritorna più sulle proprie idee.
Mostriamo comprensione, senza sposare tesi altrui che a verifiche affidabili non hanno fondamento, sulla base di fatti perché
insistere sulla infondatezza di una convinzione ottiene solo di rinforzarla.
Una previsione che sembrava molto ragionevole , ma che è stata smentita dai fatti , era quella che l'avvento della rete avrebbe reso inattuali i grandi agglomerati urbani con tutte le loro problematicità.
Non solo le metropoli continuano a crescere , ma confermano anche i loro lati positivi , oltre ovviamente ai negativi , di cui la rete non riesce a prendersi carico.
Il punto centrale per spiegare ciò non sembra avere a che fare con la presenza o assenza di un contatto diretto che permette anche il linguaggio corporeo , ma ha a che fare con la scelta dei nostri interlocutori.
Sulla rete puoi scegliere i tuoi interlocutori, evitando quelli a te sgraditi , mentre nelle grandi metropoli contatti anche solo occasionali con questi ultimi non si possono evitare e ciò sembra avere risvolti positivi nella crescita e progresso della metropoli.Perche'?
Seppure  il desiderio di ognuno sarebbe quello di chiudersi in quartieri e vivere fra una cerchia di persone di nostro gradimento , ciò' nelle metropoli non è del tutto attuabile , e più l'agglomerato urbano è grande maggiore è la probabilità di contatti non desiderati.
Tale desiderio invece trova piena soddisfazione in rete , dove riesci ad avere contatti solo con chi vuoi .
Il risultato è la,radicalizzazione e la chiusura entro cerchie impenetrabili e impermeabili ad ogni "argomento ragionevole e no " che potrebbe minare l'esistenza della cerchia stessa, e anzi si ottiene l'effetto contrario.
Trovate questi argomenti ampiamente trattati sul numero di Aprile delle "Scienze".
Sembra quindi che il contatto accidentale , non cercato , con n chi è portatore di idee molto diverse , come avviene nelle metropoli , sia fonte di creatività e di ricchezza.
Ciò si verifica sistematicamente ed in un breve arco di tempo quando si verificano le condizioni adatte.
È successo ad Atene nell'arco di mezzo secolo ed ha dato sviluppo all' intera civiltà occidentale.
È successo nellInghilterra Elisabbettiana e recentemente nella Silicon Walley.
Questi fenomeni vengono studiati anche per capire come fare ad organizzare aziende che siano produttive , dove si cerca di riprodurre le condizioni favorevoli ad un rapido sviluppo.
Il genio è diffuso in ogni epoca e in ogni luogo ma non tutte le epoche e tutti i luoghi sono riusciti a promuoverlo in modo adeguato e la rete non sembra il posto migliore per farlo.
Le metropoli oltre ad essere fonte di diffusione di virus sembrano esserlo anche delle idee.
I virus siamo riusciti a controllarli , ma le idee no , per quanto ci si provi.
Chi l'avrebbe mai detto che avremmo dovuto tessere le lodo delle metropoli?
Ecco alcune linee guida virtuose che sembrano essere state individuate.
Riformare la scuola e approfittare dei lati positivi della immigrazione che dovrebbero essere evidenti da quanto sopra detto , quanto è parimenti evidente che si tratta di un evento non gradito quanto accidentale , quanto inevitabile.




Negli agglomerati urbani spesso si trovano famiglie etniche che fanno comunità con parenti e amici della loro origine.

E' vero che nei socila puoi evitare argomenti o interlocutori con cui non hai nulla in comune.

Nei social se fai troppo l'informato ( a ragione) la battaglia è persa, specie se scopri fallacie retoriche.

Buona regola è attenersi alle aspettative, stili di discussioni, temi privilegiati; se ti sono estraneti astienti dal partecipare. 

Ad esempio il vecchio "riflessioni" era diverso sotto vari aspetti e ho partecipato proficuamente in reciprocità.

Schopenhauer: "per essere ben visti si deve dimostrarsi sciocchi, se riveli di padroneggiare un argomento rinfacci l'altrui incapacità:
vittoriosa è la mediocrità.
Quindi devi proporre discorsi e risposte conformi alle attese di quel uditorio, l'estraneo è un "maestro arrogante".

Ogni interlocutore cerca con ogni mezzo di uscire indenne dalla discussione.

Ciao
#100
La vita non ha alcun senso. Questo e solo questo è il senso della vita. ( Boncinelli)
#101
Citazione di: Kobayashi il 15 Maggio 2018, 11:21:32 AM
Citazione da Sileno: "Il credente svaluta e mortifica la vita terrena e dovrebbe gioire per la morte che gli concede di raggiungere la vera vita ultraterrena"

Mi sembra una visione un po' stereotipata del credente...
La mortificazione riguarda la propria individualità, la propria autonomia, perché la salvezza, nell'ottica della fede, viene da Dio, il quale però chiama a raccolta un popolo.
Dunque, da una parte il credente è richiamato al riconoscimento dell'appello che Dio gli rivolge, dall'altra è spinto a viverne i frutti all'interno di una comunità.
Ciò a cui quindi si rinuncia è essenzialmente l'idea di potersi costruire un'esistenza sensata con le sole proprie forze.

Così come l'ateo è rapito dal dubbio che la spinta a una vita nobile che sperimenta di quando in quando possa rimandare a qualcosa che la tradizione religiosa chiama Dio, così il credente ogni tanto si domanda se il contenuto della sua fede non sia in fondo altro che un sogno.
Tutti vivono nel dubbio. Bisogna farsene una ragione.
Così come bisogna accettare la morte.
La morte è innocente, pura. E' liberazione per chi ha vissuto con fatica e dolore, è forza che dà serietà alla vita di chi è riuscito a realizzare qualcosa.





Infatti il credente dovrebbe gioire per la morte, ecc. ma non sempre è così: si racconta di alti prelati terrorizzati al momento della morte.

La vita terrena mortificata dovrebbe rendere più meritevoli del paradiso.

Suor Teresa di Calcutta rifiutava gli oppiacei ai terminali per rendere loro maggior merito nell'aldilà. Uso minimo in Italia per indicazioni ecclesiali.

"Nessuno è in grado di porgere agli altri Dio e il suo Regno, nemmeno il credente a se stesso. Tanto il credente quanto l'incredulo, ognuno a suo modo, condividono dubbio e fede, sempre beninteso che non cerchino di sfuggire a se stessi e alla verità della loro esistenza ( J. Ratzinger, Introduzione al cristianesimo . Lezioni sul simbolo apostolico, '69, pagg. 11 - 18

La morte si sconta vivendo, disse un Poeta,, un altro : Ed è la morte infine che ci aiuta a vivere.

I greci rivalutarono la vita terrena essendo l'Ade piuttosto sbiadita e poco accogliente.













#102
Citazione di: Elia il 14 Maggio 2018, 15:02:11 PM
Il senso della vita lo annulla la morte

Di fronte alla morte, specialmente quando giunge del tutto inaspettata, improvvisa, in momenti di gioia, e sconvolge il nostro stato emotivo catapultandoci in pochi secondi dalla gioia alla disperazione mette a dura prova chi ha fede o chi in qualche modo è alla ricerca di risposte che vanno oltre quelle che può fornirci la pur limitata scienza.
Non è la vita in sé a non avere senso, ma è l'invecchiamento e la morte (morte intesa anche come impossibilità) che cancellano qualsiasi senso noi vogliamo dare alla vita (l'invecchiamento è  l'anticamera della morte).
Tale mancanza di senso contribuisce a creare, anche se in piccola parte, il trauma psicologico per chi subisce l'improvvisa scomparsa di un proprio caro. E  per non impazzire, anche di fronte a questi traumi la nostra mente mette subito in atto i meccanismi di difesa: evitamento, annullamento, rimozione.

Il senso la vita ce l'ha quando vi è il desiderio e la volontà e insieme portano
all'azione, al movimento, alla crescita, allo sviluppo, alla ricerca, all'impegno nel superare gli ostacoli, nel risolvere i problemi. Il sogno e la speranza fanno da contorno e ne costituiscono l'alone magico.

Ma è l'impossibilità assoluta,  l'ineluttabilità, che toglie ogni speranza e soffoca ogni respiro e blocca ogni slancio e cancella quindi ogni senso della vita.

Morte che significa ultimo atto, fine senza nuovo inizio, sonno senza piú risveglio. Fine eterna di ogni possibilità.









Il "senso" della vita è un succedersi di riempitivi per passare il tempo finché arriva la morte.Ognuno potendo toglierebbe i momenti dolorosi conservandone i "felici"

Più che la morte fa paura il processo del morire e il dolore che in genere lo accompagna, come la vecchiaia periodo di malattie e sofferenze.

L'immortalità sarebbe noiosa e priva di significato, al caso la morte dà "senso" alla vita.

L'Occidendte rimuove l'evento estremo, nei necrologi nessuno "muore", e anche la vecchiaia:" diversamente giovani"

Il credente svaluta e mortifica la vita terrena e dovrebbe gioire per la morte che gli concede di raggiungere la vera vita ultraterrena
#103
Citazione di: viator il 12 Maggio 2018, 21:34:20 PM
Salve. Le considerazioni di questo autore (che non ho letto e non leggerò mai) sono fondate a livello sociologico e di costume. Cioè a livello di comportamenti collettivi, pubblici, quotidiani, superficiali.

In ambito invece di rapporti personali e privati tocca al singolo uomo dimostrare chi si è al di là di ogni apparenza, e la donna, approfondendo, sa benissimo qual è la gerarchia dei valori che le fa apprezzare un uomo.

Dopo essersi separata prima da un macho vanitoso e coglione ed una seconda volta da un uomo riservato ed intelligente, state sicuri che dimenticherà il primo e rimpiangerà il secondo.

Non si può generalizzare: c'è una saggistica  che afferma il contrario ( Donne che amano troppo, L'amore dannoso, ecc.) e affermazioni di donne famose:
"Misteri della seduzione: sensibili e colti non appaartengono all'immaginario sentimentale - erotico delle donne; ha successo il macho e villano ( Boralevi), "Più sono mascalzoni, più piaccione, volgare, maleducato, fragili, disagiati, autodistruttivi e violenti.
"Mi ama proprio perché m'ignora e m'insulta ( Sotis) e molte altre

Nella letteratura decine di esempi: le donne stanno a loro agio con i mediocri ( Ortega Y Gasset); Guillame: le donne si perdono con uomini di nessun conto"
Tarchetti: grandi passioni per uomini abbietti, mostri, sciocchi, cattivi. "Voi siete migliore ma vi amo di meno" ( Le notti bianche).
Hanno il consenso femminile uomini senz'anima, vita interiore.
Nel web parlano con chi piace e fa sentire a proprio agio, non con chi può amplare il proprio mondo. Potrei continuare a lungo con esempi tratti dalla vita, dalla cronaca, dalla letteratura.
A proposito di femminicidio, molte donne sono coatte a ripetere scegliendo sempre lo stesso tipo di uomo , disadattato, violento e scambiano le botte per segno d'amore.
#104
Ho letto "L'interiorità maschile", saggio di Duccio Demetrio. L'autore è molto critico verso l'atmosfera anticulturale e spoetizzata del nostro paese. Verso gli uomini "maschi" più che "uomini" , privi di vita interiore e orientati verso quelle tipicità di genere, che secondo l'autore sarebbe perfino preferita dall'universo femminile. Infatti, scrive: (...) ..."l'ampio consenso femminile che li eccita e conferma e ancora una volta li preferisce alle inquietudini e ai pallori dei poeti, di chi antepone il pensiero al fare ..." ecc. Per tradizione educativa non si dedicano ad alcun "esercizio di scrittura rievocativa, sulla propria infanzia, non scrivono di sé, del loro passato ... gli hanno insegnato che un uomo non deve lasciarsi andare a tentazione intimistiche. Prigionieri della loro solitudine e impotenza comunicativa ( ...) non hanno voglia e costanza d'indagare se stessi, penetrare nelle loro storie individuali, sapere ciò che non hanno mai voluto sapere, per diventare uomini e non solo "maschi". Disertano ogni luogo in cui si richiede di pensare, ascoltare, parlare, scrivere insieme ... refrattari a curiosità e stimoli. Non dediti a pensosità appassionate,a sensibilità verso i turbamenti dell'animo da esprimere, per imparare a rivelare qualcosa di se stessi. L'autore si chiede se alle donne può piacere ancora "un uomo a propensione interiore feconda", dote che può favorire "incontri 'giovani', tenerezze appassionate per il tempo che resta. 
Non si fanno domande su se stessi, non conoscono nemmeno cosa significa la locuzione "vita interiore", interessati solo al visibile. 

"L'uomo poetico non teme di incarnare tutti i diversi sessi e modi d'essere nelle stagioni diverse della vita" 

Incapaci di valorizzare quell'interiorità di genere femminile. Giudicano futilità quella sensibilità e cultura intimistica attribuita alle donne. 
La libertà individuale nel mondo maschile non è mai premiata. Gli appartati, liberi battitori,vogatori controcorrente, autosufficiente, hanno vita difficile. 
Eppure si diventa uomini solo se si coltiva la vita interiore e si realizza la propria più vera umanità.. 
La nobiltà d'animo consiste nell'essere sinceri con se stessi, scoprirsi, raccontarsi con pudicizia, guardarsi allo specchio per superarsi , per mirare ad altro da sé. La vita interiore è la terra promessa che richiede fatica, voglia di migliorarsi, trovare le parole giuste per raccontarsi. 


Il rimedio sono alcune conversazioni con le donne per avvicinarsi al linguaggio poetico, alla musicalità della parole,lo scambio di qualche libro di poesia, ecc. 
Eppure certa rozzezza fallica non cesserà mai di riscuotere consenso presso le donne. 
Per una scuola d'interiorità ogni luogo è buono se diventa tempo poetico, autocoscienza, raccoglimento meditativo. 
Ma l'autore teme che le donne siano contagiate da questa deteriore "maschilità" venendo a contatto con tali abitudini "maschiliste",con i loro noiosi eterni copioni. Il centro vitale è tutto ciò che ispira riflessioni imprevedibili e quella libertà che può dare una più densa vita interiore. 

I giudizi sono molto severi, e certo non si può generalizzare. Tuttavia, si tratta davvero di una tendenza diffusa? 
Davvero, alla luce anche di nostre esperienza, gli uomini rifuggono ogni confronto con la loro interiorità? E dovrebbero scoprire il valore educativo di una proficua meditazione in solitudine, per acquisire una virilità più problematica e profonda, imparando dalle donne? 
FFZ TRENDS
#105
LUOGHI E NON LUOGHI DELLE VACANZE

È ormai celebre la distinzione fra luoghi e non luoghi proposta oltre dieci anni fa dall'antropologo francese Marc Augé: "Se un luogo può definirsi come identitario, relazionale, storico, uno spazio che non può definirsi né identitario, né relazionale, né storico si definirà un non-luogo" . Sono non luoghi gli spazi relativi al transito e alla circolazione di persone, merci, denaro, informazioni: le stazioni ferroviarie, gli autogrill, i sotterranei della metropolitana, le sale d'attesa degli aeroporti, ma anche i supermercati, le banche, le grandi catene alberghiere e ristorative, i campi nomadi e profughi nelle periferie delle città. Laddove i luoghi esprimono una storia e un'identità precisa, un genius loci, i non luoghi sono privi di storia, anonimi, simili gli uni agli altri. Laddove i luoghi invogliano le persone a stabilire relazioni sociali, i non luoghi si affollano di individui che non comunicano: la vocazione dei non luoghi non è infatti quella di "creare identità individuali, relazioni simboliche e patrimoni comuni, ma piuttosto di facilitare la circolazione (e quindi il consumo) in un mondo di dimensioni planetarie"2 . Laddove i luoghi impongono i loro significati e la loro identità ad abitanti e visitatori, i non luoghi hanno senso solo per la loro funzione immediata (ristorazione, trasporto, sosta, ecc.) e sembrano per questo lasciare spazio alla personalità e inventiva di ciascun individuo, mentre invece dettano le stesse condizioni a tutti. I non luoghi però non sono una semplice negazione dei luoghi, qualcosa che esiste per sottrazione: sempre più spesso, infatti, luoghi e non luoghi si compenetrano. Da un lato spiagge, montagne, monumenti si trasformano inevitabilmente, se troppo frequentati e visti, in non luoghi: nell'affollamento e nella reiterazione perdono unicità e spessore storico, diventano piatte cartoline. Dall'altro autostazioni, metropolitane, aeroporti ecc. possono acquisire nel tempo un'identità storica, o diventare luoghi d'incontro e relazioni umane, con una loro individualità e densità simbolica. Nella seconda metà del Novecento il turismo ha progressivamente aumentato il numero di spostamenti di persone nel mondo. Gli statunitensi sono stati i primi a permettersi il viaggio all'estero; negli anni Sessanta è stata la volta degli europei, poi dei canadesi, giapponesi, australiani, finché negli anni Ottanta è esploso il turismo di massa nei paesi ricchi dell'Occidente e Nord del mondo. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), oggi si muovono fuori dai confini nazionali oltre 600 milioni di persone all'anno, ai quali vanno aggiunti spostamenti interni quasi 10 volte superiori a quelli internazionali, per cui le persone che ogni anno viaggiano per turismo sarebbero circa 5 miliardi. Gli spostamenti di massa hanno moltiplicato a dismisura i non luoghi del mondo, perché da un lato hanno trasformato in non luoghi molti di quelli che un tempo erano luoghi (dal Colosseo alla spiaggia caraibica, dalle Piramidi d'Egitto alle cascate del Niagara), dall'altro hanno indotto l'industria del turismo a costruire nuovi non luoghi: villaggi vacanze, complessi alberghieri e residenziali, campeggi. Da vent'anni gli operatori del turismo internazionale moltiplicano sistematicamente l'offerta di non luoghi, e lo fanno per una ragione molto semplice: i non luoghi dei viaggi e delle vacanze hanno un'attrattiva particolare, piacciono, sono desiderati dai più. Vediamo perché. Il non luogo non è mai del tutto nuovo. Lo si è già visto rappresentato in cartolina, sui cataloghi delle agenzie viaggi, sui media, sui souvenir portati a casa da amici e parenti che ci sono già stati. Così, vedere con i propri occhi un monumento celebre, visitare una città d'arte invasa dal turismo è soprattutto un atto di riconoscimento visivo. La gratificazione viene proprio da questo: non occorre sforzarsi troppo, non occorre neanche leggere o ascoltare le spiegazioni della guida turistica, perché riconoscendo dal vero ciò che abbiamo visto in foto ci sembra di sapere già quanto basta. Il non luogo ci fa girare il mondo senza metterci mai a confronto con le diversità che ci sono nel mondo, il che è molto rassicurante: possiamo dirci gran viaggiatori senza aver mai messo in discussione le nostre abitudini e i nostri pregiudizi, sempre più forti nella convinzione che "tutto il mondo è paese". I villaggi turistici e i grandi alberghi sono tutti simili fra loro, ovunque si trovino, anche quando gli operatori ne promuovono l'originalità, addirittura l'unicità, con lo stereotipo del "luogo esclusivo". In questi non luoghi si parla lo stesso esperanto (un inglese piatto e semplificato), si fanno le stesse cose (spiaggia, bar, un po' di sport, animazione), si mangiano gli stessi cibi (la cucina internazionale), si incontrano le stesse maschere (l'animatore, l'istruttore sportivo, l'addetta al baby club), si guardano gli stessi paesaggi (riquadri di spiagge fra palme e bungalow, sfondi di natura immancabilmente "incontaminata" e "rigogliosa", come dicono i cataloghi). Le varianti locali sono ridotte al minimo: un piatto più o meno speziato, una musica in sottofondo invece di un'altra, un verde più o meno brillante. Gli incontri con le popolazioni locali, con le loro storie e vite, sono sporadici e filtrati dalle gite organizzate, dalle escursioni fuori dal non luogo: andata e ritorno in giornata, dietro una guida locale ben ammaestrata a trattare con i turisti, a dare e dire ciò che vogliono. Non una parola sulle condizioni politiche, sociali ed economiche del paese in cui ci si trova, su dittature, persecuzioni, fame, malattie, così frequenti nel Sud del mondo. E così nei Caraibi si incontrano indigeni sempre "calienti", "poveri ma dignitosi", con "il ritmo nel sangue", in Oriente le persone sono sempre "sorridenti", in Africa i neri sempre "ospitali" e "contenti di vederci"3 . In sintesi, il non luogo è particolarmente adatto all'idea di vacanza, intesa come vuoto, come buco nel pieno della vita ordinaria: vuoto di esperienza, vuoto di differenze, vuoto di storia, di identità, di relazioni. Non a caso le persone che tornano da un non luogo di vacanza lamentano tutte che, una volta riprese le solite cose, i vissuti della vacanza svaporano in poche ore. Per forza: erano vissuti sotto vuoto. Eppure milioni di persone, nei paesi ricchi del mondo, lavorano tutto l'anno per concedersi qualche settimana di questi vuoti, e i non luoghi delle vacanze sono fra i più ambiti oggetti dei loro desideri e sogni: sono, appunto, vacanze "da sogno". (ARTICOLO di Giovanni Cosenza nel sito http://www.golemindispensabile.i


Si possono percorrere milioni di Km senza scalfire la superficialità dei luoghi. Il vero senso del viaggio sta nell'ascoltare storie.