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Messaggi - Garbino

#91
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Maral

Ti ringrazio per la precisazione e penso di aver capito l' errore di Kant a cui alludeva Nietzsche. Ma ha poca importanza. Rimane il fatto che Heidegger non prende in considerazione GDM per l' argomento e che sostanzialmente: o è veramente convinto che Nietzsche fraintenda Kant ( insieme a Schopenhauer ) o mente. Infatti ritengo che sia impossibile che non conoscesse molto bene Genealogia della Morale. E tutto ciò mi porta a considerare che Heidegger decida questa linea di comportamento per avere la possibilità, per quanto riguarda l' arte, di risalire a Platone, e riuscire così nel suo intento di far permanere Nietzsche nell' ottica della filosofia Metafisica tradizionale. E' l'unica spiegazione possibile, sempre a mio avviso. Ma sulla trattazione di Heidegger tornerò nel prossimo post, dal momento che non ho ancora terminato la lettura di La Volontà di Potenza Come Arte, anche se sono a buon punto.

Per quanto riguarda Nietzsche sono fondamentalmente d' accordo su tutto il resto. Sappiamo benissimo infatti il ruolo di Wagner nella sua vita e di Holderlin ne parla sempre bene. Anzi ricordo che lo cita come 'divino', il divino Holderlin, e se non erro nell' Inattuale di Strauss. Come del resto sono anche d' accordo sull' argomento trattato in Nascita della Tragedia, quell' Apollineo e Dionisiaco, di cui abbiamo già parlato e su cui, se ricordi e sempre a mio avviso, regna una certa incomprensione e o volontà di mistificazione. Su Heidegger non mi pronuncio perché non conosco i testi a cui ti riferisci, anche se sul suo tormento provocato da Nietzsche incomincio ad avere qualche barlume. Ma è ancora troppo presto. Grazie di nuovo.

X Eutidemo.

La questione femminile.

Sono pienamente d' accordo che per molti versi in Nietzsche ritroviamo parecchi riferimenti alla donna, al femmineo e al femminino; e che quasi costantemente il suo giudizio sia negativo. Ma il punto non è tanto se avesse ragione o meno, il punto, anzi i punti da prendere in considerazione sono altri.
Il primo è che Nietzsche a parte qualche piccola eccezione parla male di tutti. Che la sua frase più forte è che l' errore in cui si è incorso è quello di sbagliare come umanità. Sbagliare come umanità significa che si salva poco o nulla della Storia dell' uomo.
Il secondo è che mi sembra abbastanza ipocrita che ciò che è concesso a tutti gli altri filosofi in Nietzsche diventi motivo di problemi. Non dimentichiamo che lo stesso Schopenhauer definì la donna come strumento del diavolo.
Il terzo è che molte delle frasi di Nietzsche sulle donne sono prese da diverse culture, dove non esprimono un' opinione ma un modo di vivere, un modo di intendere il ruolo della donna nella vita sociale.
Il quarto è la demagogia che il nostro tempo usa proprio nei confronti della donna e non solo per prendere candidamente in giro noi e soprattutto la donna, ma proprio per nascondere qualcos' altro: i più basssi interessi commerciali di sfruttamento. 

Ma leggiamola la Storia con un minimo di buon senso!!! Negli Stati Uniti ha avuto luogo una guerra paurosa per la schiavitù dei negri ma ancora oggi il ruolo dei negri è quello che è. Si fanno guerre e si invadono paesi per portarvi, a detta loro, la democrazia, come se la democrazia fosse un sistema esportabile. Ma siamo pazzi???!!! Non è la democrazia che si vuole esportare e che comunque non è esportabile, l' unica cosa che si vuole esportare è il proprio potere e i propri interessi. Per altro determinando quassi sempre situazioni peggiori delle precedenti.
E non è forse vero che la donna finisce quasi sempre per fare la schiava sia sul lavoro che a casa? Non è forse vero? E non è la vittima designata di violenze inusitate e che spesso le viene sottratta anche la vita???

Caro Eutidemo ti ringrazio infinitamente di aver suggerito quello che tu hai citato come scherzo, ma che si riflette su una faccenda molto seria e che riguarda direttamente il ruolo e la situazione femminile nel mondo. Una situazione che ritengo estremamente tragica.

Grazie per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#92
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
08 Aprile 2017, 08:43:50 AM
Al di là dell' aldilà.

X Jean.

Ho effettuato delle ricerche sulla filosofia di Leibniz, devo ammettere che la mia conoscenza sul suo pensiero risale al periodo scolastico ed allora studiavo veramente poco, e mi sono ritrovato di fronte ad un vero e proprio delirio della ragione. Al cospetto cioè di un credente di grandissima intelligenza che supera il pensiero della morte attribuendo alle monadi l' immortalità. Una immortalità non solo fisica ma anche spirituale.

Ed è proprio in questa ottica che va interpretata la frase che tu citi. Il corpo umano perciò, secondo Leibniz, è una delle infinite forme che le monadi assumono, in un ciclo vitale che prevede una ascesa e una degradazione che porta ad una morte che è fine soltanto a livello apparente. 

Il delirio a cui mi riferisco si basa sul mio rapporto con la stessa possibilità che una forma di intelligenza possa sussistere, e che è legata indissolubilmente, sempre a mio avviso, ad un organo fisico in cui possa apparire. Il cervello umano è appunto questa forma. Pensare ad uno spirito che possa racchiudere una forma cosciente senza un organo specifico dal mio punto di vista è impossibile. 

E è da questo punto che si rende necessaria la fede. Qualsiasi tentativo di spiegare qualsiasi fenomeno metafisico attraverso la razionalità è destinato miseramente a fallire, compresa la teoria delle monadi di Leibniz.

Spero di essere stato chiaro.

Con stima Garbino Vento di Tempesta,
#93
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Maral.

La Volontà di Potenza Come Arte.

Nella rilettura dei capitoli relativi all' arte e al bello che seguono nel testo di Heidegger all' argomento iniziale, mi sono ritrovato di fronte al contesto della parte di Genealogia della Morale che si riferisce allo stesso argomento. E che vede come protagonisti gli stessi dell' opera di Nietzsche. E cioè lo stesso Nietzsche, Schopernhauer e Kant. Nella prima lettura ci avevo capito veramente poco, ma dopo aver letto attentamente Genealogia della Morale, ne so un po' di più e passo senz' altro a delineare il tema del bello, visto nell' ottica dell' arte come 'infusa' nella Volontà di Potenza e che Heidegger cerca di interpretare.

 Infusa nel senso appunto che trasmette al soggetto una ebbrezza che riesce a far sì che lo stesso si possa ritenere un artista capace di alta espressione artistica in tutto quello che fa.

Heidegger afferma che secondo lui non è solo Schopenhauer a fraintendere Kant, ma anche lo stesso Nietzsche. Ma lo sostiene non prendendo minimamente in esame i paragrafi di GDM ma sempre aforismi inediti della Volontà di potenza.

Secondo Heidegger, quel disinteresse necessario alla determinazione del bello dipende dal fatto che Kant lo ritiene indispensabile per la determinazione della forma più pura di bello. In altre parole penso che si possa interpretare come la forma in sé del bello. Pur non avendo molta dimestichezza con l' argomento arte, è veramente possibile poter pensare ad un bello in sé? Per altro Nietzsche afferma appunto che Kant nella sua definizione di bello ha incluso lo spettatore. Mentre cita Stendhal che definisce il bello: una promessa ( io ho aggiunto preludio ) di felicità.
Ma oltretutto specifica in GDM che ha in animo di redigere un' opera proprio sull' estetica che però sappiamo che non fu mai edita. E si può ritenere che proprio gli aforismi citati da Heidegger dovessero essere la base per tale opera.

Inoltre di una certa rilevanza giudico questo stralcio del par. 6 ( sempre GDM, terzo saggio ): Kant riteneva di rendere omaggio all' arte preferendo e mettendo in primo piano tra i predicati del bello, quelli che formano il vanto della conoscenza: impersonalità e validità universale. Non è questo il luogo per discutere se questo non sia stato in fondo un errore;.......-

Questo brano, a mio avviso contraddice ciò che Heidegger afferma. E cioè che Nietzsche non aveva affatto frainteso Kant ma che non riteneva quello il luogo adatto per stabilire quanto fosse valida l' impostazione di Kant. 

 Quello che io non riesco a capire, almeno per il momento, è perché Heidegger non faccia alcun riferimento a GDM in questo argomento, visto appunto che i personaggi e gli argomenti sono gli stessi sfiorati in GDM. Sfiorati ma anche abbastanza chiari, sempre a mio avviso, per il loro uso nel contesto affrontato da Heidegger.

Queste sono soltanto le prime impressioni perché è ovvio che dovrò rileggerlo con maggiore attenzione. Però mi chiedevo se tu abbia qualche idea sull' argomento.

Naturalmente mi sono rivolto a Maral perché avevamo già avviato la discussione sul Nietzsche di Heidegger, ma è ovvio che chiunque si senta di e o voglia dare un contributo è sempre il benvenuto.

Nel prossimo post cercherò di definire quale sia l' interpretazione di Heidegger sulla Volontà di Potenza e soprattutto sulla Volontà di potenza come arte.

Grazie per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#94
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
04 Aprile 2017, 12:42:02 PM
Al di là dell' aldilà.

Mio caro Jean,
di scuse non ce n' era bisogno, anche perché i post si susseguono a raffica e non c' era nulla di strano che potesse essere passato inosservato. Anzi ti ringrazio di avermi avvisato perché altrimenti e sempre per lo stesso motivo poteva passare inosservato anche a me.

Sarà quest' aria strana che fluttua da Marzo e che ha preso un po' tutti alla sprovvista, erano anni che non accadeva, ma mi sembra che vi sia anche una certa inquietudine che percorre un po' tutti i post e che comunque considero positiva. Infatti porta un po' ad esasgerare sulle proprie conoscenze e non sono rari i passi falsi, naturalmente anche da parte mia.

Ad esempio mi è molto piaciuta l' impostazione di MYFRIEND e ho molto volentieri visionato il video che ha consigliato e che ho trovato di una chiarezza eccezionale dato l' argomento. Chiarezza che però mi ha ancor più convinto della labilità della quantistica. MYFRIEND afferma di no, ma, a mio avviso, cosa se non una fede profonda sulla matematica come unica interpretazione della realtà può far credere che le cose stiano realmente così? Non so chi l' abbia visionato ma in pratica una funzione matematica è tutto quel che sappiamo sulla quantistica. Non ne conosciamo cioè né la forma né la sostanza, visto che non può ritenersi né un onda né un corpuscolo. E non sto inventando, è proprio ciò che nel video viene evidenziato senza possibilità di interpretazioni diverse.

Sono perfettamente d' accordo che la Storia ci parla dell' aldilà in mille ( forse ho esagerato ) modi diversi, e altrettanto ci viene narrato e dimostrato matematicamente sulla Scienza. Ma io le ritengo entrambe non vere, e di entrambe non solo non ho la benché minima sensazione, ma neanche la minima possibilità della loro veridicità a livello razionale. Come ho già detto altrove non ho fede. Non la avverto né ne provo necessità. Ecco perché mi è possibile come status quello di provare un sorriso ironico, non per beffa dell' altrui stato ma proprio perché non capisco la sua matrice negli altri se non immaginandola. Il che è tutto dire.

IL MINOTAURO

Come avrai immaginato è da molto tempo che uso addentrarmi nel mio abisso. E' ovvio che gli scotti da pagare sono pesanti, specialmente all' inizio. Col tempo, però si riesce a trarre notevoli vantaggi, almeno questo è il mio caso, perché sono riuscito a psicoanalizzarmi, grazie a Freud e a Dick, e sono riuscito a ripercorrere la mia vita fin all' asilo, e a liberarmi di diversi minotauri che avevo sepolto inconsciamente. 
Col passare del tempo sono anche riuscito a nascondervi altri Minotauri che rischiavano di impedirmi di essere quello che avevo intenzione di essere. Quelli cioè che mi si frapponevano tra me e le mie scelte. E che soprattutto erano malvisti dal mio istinto. Il mio istinto Garbino, Vento di Tempesta.
Infuria come un pazzo se provo a contrariarlo e da molto tempo lo ritengo molto più attendibile di molte scelte razionali. Quello è sicuramente il vento a cui penso che tu ti riferisca nella risposta, e in fondo la penso come te. Quella è l' energia vitale primaria. Quella che attraversa tutto il corpo, che scaturisce da ogni singola cellula, e che cerca anche di fluire nella psiche nonostante tutte le difficoltà che incontra sul suo cammino e che rendono la nostra vita psichica di quella complessità di cui Freud ha cercato di svelarne alcuni aspetti.

E quel Minotauro a cui mi riferivo nel post precedente è uno di quest' ultimi. Uno di quelli che ho rimosso volontariamente. Ed è l' unico che ogni tanto torna a tormentarmi. E trovo altrettanto ovvio che debba essere io a scendere e ad affrontarlo lì dov' è. Se lo lasciassi risalire si potrebbe determinare una situazione molto più delicata ed esplosiva.

Un saluto cordiale da Garbino, Vento di Tempesta.
#95
Nietzsche: L' uomo e il suo diritto al futuro.

La volontà di potenza.

Penso di aver risolto il problema inerente alla volontà di potenza. Devo confessare che Memento mi aveva fatto sorgere qualche dubbio e sono così andato alla ricerca di tutti i brani in cui la Volontà di potenza era presente. E in un primo momento mi sono trovato sempre di fronte a situazioni in cui la determinazione del modo in cui Nietzsche identificava la presenza della stessa non era mai determinante. Poi, neanche a farlo apposta, proprio nelle prime pagine del Nietzsche di Heidegger mi sono imbattuto in un aforisma che è mia opinione possa considerarsi talmente chiaro nella sua stesura che non lascia spazio ad interpretazioni diverse da quelle esposte da Maral e dal sottoscritto.
Ricordo inoltre che l' avevamo già preso in considerazione nella precedente discussione su Nietzsche, ma evidentemente proprio non mi tornava in mente. L' aforisma è il 702 della Volontà di potenza ( poi parleremo anche di questo ) e questo ne è l' estratto di Heidegger:
"- ciò che l' uomo vuole,ciò che vuole ogni minima particella di un organismo vivente, è un di più di potenza"
( VIII, III, 149 )
" Prendiamo il caso più semplice, quello del nutrimento primitivo: il protoplasma allunga i suoi pseudopodi per cercare qualcosa che gli si opponga - non per fame, ma per volontà di potenza. Poi fa il tentativo di vincerlo, di assimilarlo, di incorporarselo: ciò che si chiama 'nutrimento' è solo un fenomeno conseguente, una applicazione particolare di quella volontà originaria di diventare più forte"

Non ritengo che possa essere interpretato in modo diverso da come affermavo. E cioè che secondo Nietzsche la volontà di potenza attraversa tutta la vita, dal più piccolo al più grande organismo. Qualcuno potrebbe obiettare sul fatto che si trovi tra gli scritti non editi, ma ritengo che si possa obiettare soltanto nel caso che tra i suoi scritti sia editi che inediti non ci sia un' affermazione che la contraddica.

La malattia di Nietzsche

Anche su questo argomento ci siamo soffermati nella discussione precedente ma penso che sia opportuno tornarci per chiarire alcuni dettagli. 
L' argomento è trattato ampiamente ed esplicitamente in Ecce Homo. E precisamente nel capitolo: Perché sono così saggio.
Nel secondo paragrafo troviamo questa frase: Come summa summarum ero sano; ma nel dettaglio, nella peculiarità ero decadent. Ed è nella peculiarità che lui si ritiene perciò anche malato, ma sano nella sua capacità di prendersi per mano e di guarirsi.
E si guarì abbandonando l' insegnamento e la Germania per luoghi come l' Italia e il sud della Francia dove evidentemente trovò un clima ed una alimentazione migliore. Sulla malattia per altro sinceramente la mia opinione è che si trattasse di una forma allergica,. O al polline, o al cibo, o ad entrambe. I sintomi che descrive mi fanno appunto vertere su questa ipotesi.
Non so se il mio caro Green Demetr si riferisse a ciò quando ha parlato di malattia di Nietzsche e del fatto che lo avesse detto. Quello che mi sembra è che ne parli in un modo che poco si attiene a quanto affermato da Nietzsche stesso in Ecce Homo.

X Maral

Nei primi capitoli di La Volontà di potenza come arte, mi sono ritrovato a rilevare le stesse critiche di cui avevo parlato sulla insistenza di Heidegger sull' appartenenza di Nietzsche alla Metafisica grazie al suo insistere sull' essere. Ricordo che alla fine avevamo condiviso che il motivo principale non si dovesse rintracciare in un errore interpretativo dello stesso Heidegger, ma in un errore in gran parte voluto per raggiungere lo scopo di sottrarre al Nazismo non solo Nietzsche ma soprattutto la sua interpretazione mistificatrice. Se sbaglio correggimi perché ho l' intenzione di riprendere da quel punto.

Grazie a tutti per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#96
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Green Demetr.

Mio caro Green sono completamente d' accordo che uno scambio dialettico non può avvenire in modo fecondo senza una qualche reciproca ostinazione e sordità. Ma non vedo proprio come la Storia, e mi ripeto, possa essere modificata dal fatto che noi o pochi altri sappiano che è raccontata dai vincitori, da coloro che detengono il potere. Io so che queste considerazioni sono inutili. La Storia segue il suo corso comunque.
E quando io uso personaggi storici determinati, che comunque sono continuamente additati dallo stesso Nietzsche, lo faccio soltanto per cercare di fornire a chi legge un' idea dell' oltreuomo, per quanto distorta dal modo in cui ciascuno vede la Storia che gli altri raccontano, che rimane comunque l' unico termine di paragone possibile. Mentre ho già detto altrove che l' oltreuomo attraversa tutte le classi sociali come avviene anche per il sacerdote asceta. E comunque sia i personaggi che io cito sia gli altri che non hanno una connotazione storica perché non vi è alcun resoconto sul loro esistere, rimangono sempre degli oltreuomo in potenza che raggiungono un certo grado di oltreuomo soltanto in virtù di situazioni molto fortunate e molto circostanziali. Come per il genio di Ecce Homo, prima che Nietzsche scrivesse quest' opera.

Ma inoltre quello che chi riporta su internet i passi che tu hai citato non mira minimamente a prendere in considerazione che anche la Storia è quasi sempre dannosa, ad eccezione di quando il tipo uomo corrisponde al tipo di Storia che genera. In altre parole anche questi passi fanno parte del raccontare la Storia come la si vuole intendere e come fa più comodo a chi li riporta. Sempre di mistificazione si tratta. 
Ecco perché io affermo che non me ne importa proprio niente il chi la fa o il chi la racconta perché è sempre mistificazione e comunque non muta il corso della Storia.

Vivo a mio proprio credito, forse è solo un pregiudizio che io viva? ... In queste circostanze....la mia abitudine e ancor più l' orgoglio dei miei istinti si rivolta, dire cioè: Ascoltatemi! poiché io sono questo e quest' altro. E soprattutto non confondetemi con altri! ( Prologo Ecce Homo )

Ecce Homo, Sull' utilità e il danno della Storia per la vita e David Strauss: l' uomo di fede e lo scrittore. In altre parole: io sono quello che leggete in quest' opera, il senso storico di cui questo secolo è fiero è malattia, buttate al mare i filistei colti e ragionate con la vostra testa.

Mio caro Green, ciò che ti sei prefisso è molto arduo. Nietzsche non entra nella testa e ti modifica quando tu lo vuoi. Ci vuole tempo, quello che purtroppo manca, ma non vi è altra soluzione. Ciascuna persona recepisce Nietzsche in base alla propria esperienza, intelligenza e cultura. Ma sempre gradatamente. Ci sono resistenze che si frappongono continuamente a livello individuale per la sua interpretazione, tanto che quasi tutti lo distorcono a loro piacimento e lo fanno aderire alla propria forma mentis e al proprio pensiero filosofico.

Questo è quello che fanno i farisei colti. Si può imitare fino alla scimmiottatura ma per carità che non accada nulla di nuovo! Nulla di nuovo!!!! Il nuovo spaventa, innanzitutto perché tocca le loro tasche e i loro interessi.

Ma la cosa più nuova e che proprio non riesco a digerire è dove tu abbia preso questa benedetta comunità degli amici di cui tu parli!!!??? La colpa naturalmente è anche la mia. E lo è perché ho sempre sottovalutato, quando mi si presentava davanti nei tuoi interventi, il suo significato. Sinceramente ho sempre pensato che stessi dicendo a qualcun altro qualcosa di cui avevate già discusso. Mai pensando al futuro che Nietzsche immaginava con l' oltreuomo. Che per altro è un tema talmente particolare e indefinito che mi sembra prematuro parlarne. 

Mio caro Green, in quel post di cui discutiamo tu mi hai rivolto frasi che non solo sono arbitrarie se non false, ma che presuppongono che tu possieda la verità su Nietzsche. Noi non riusciamo a vedere, macché a sentire, macché a percepire il profumo del futuro che Nietzsche immagina e idealizza. 

Ma scherziamo!! Soltanto un genio, ma chi lo è?, può penetrare nell' abisso della sua filosofia, ed io sinceramente qualche volta vi ho gettato lo sguardo ma,,,,,,,,, Ripeto: ci vuole un genio.......

Ho ritirato il Nietzsche di Heidegger e probabilmente inserirò qualche argomento che la nuova lettura de: 'La Volontà di potenza come arte' mi susciterà.

Ringrazio tutti per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#97
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
29 Marzo 2017, 16:50:30 PM
Al di là dell' aldilà.

Eccomi qui caro Jean a contraccambiare la tua visita dalle mie parti. Sinceramente il post mi aveva incuriosito e l' ho anche seguito, non del tutto, ma l' ho seguito. Se ho desistito dalla voglia di rispondere è proprio perché non ti conoscevo e non sapendo con chi avevo a che fare avevo il timore di offenderti.

Non so cosa ne uscirà fuori ma spero di poter dare un piccolo contributo alla discussione. Piccolo perché già parlare di aldilà mi suscita un sorriso un po' ironico visto e considerato che non ho la minima sensazione che un tale luogo possa esistere. Ma al tempo stesso cerco quasi sempre, almeno che non sia provocato, di rispettare al massimo il pensiero e la fede altrui perché ciascuno ha un rapporto molto viscerale con ciò che crede irrazionalmente. 


Proprio ieri mi sono imbattuto in una coppia di giovani testimoni di Geova molto preparati e temo anche convinti di far un solo boccone del sottoscritto. Naturalmente la situazione l' ho resa da subito molto difficile per loro e non sono più riusciti a venirne a capo.

Ma torniamo dall' aldilà e parliamo dell' aldiquà. Infatti sempre ieri ho ottenuto una grande soddisfazione per ridimensionare uno dei minotauri del mio abisso. Un minotauro tosto, con cui ho dovuto fronteggiarmi a lungo. Non l' ho ancora propriamente sconfitto, ma sono dell' opinione di aver fatto un passo importante. Per molti versi quello è il mio aldilà. Il luogo oltre me stesso, ma che appartiene al mio inconscio. Anche se non so assolutamente spiegare l' effetto del vivere se non come una presenza cosciente quanto mai variegata e frantumata, e che, sempre a mio avviso, solo parzialmente rappresenta il seguito di un differente presente. 

Le uniche costanti le attribuisco ai miei dati genetici che determinano una certa linearità di carattere, e soprattutto di incapacità ad evitare di ricadere in vecchi errori, anche se provo un piacere enorme nel soddisfarli. E quando una cosa piace ed è desiderata, se si prova piacere a volte anche nella sofferenza, significa non solo che è molto difficile cambiare, tanto che inorridisco quando qualcuno afferma che è cambiato, perché o si ci trova al cospetto di un mostro, oppure quasi sempre a menzogne ritenute veritiere o a balle colossali, ma anche appunto che la caratteristica preponderante nell' uomo è la menzogna.

Garbino Vento di Tempesta.
#98
Aristotele e il populismo.

X Maral

Non ti nascondo che la tua ricostruzione sia alquanto fondata ed attinente, anche se mi permetto di obiettare che il sistema capitalistico, che fino a qualche tempo fa doveva fare i conti con l' esistenza di un' alternativa politica ispirata dai modelli sovietico e cubano, soltanto adesso sta mostrando il suo vero aspetto e al di là di un maggiore controllo sul potere che negli USA è effettivo, in quasi tutto il resto del mondo sta determinando disastri economici inauditi. Dell' Italia poi non parliamo perché forse è la nazione che è messa nel modo peggiore.

I popoli, la gente vive sempre peggio e non sembra che ci sia la benché minima volontà di una presa di posizione di stampo intellettuale che possa fare da riferimento per il crescente malcontento. Una situazione che disegna nubi sempre più fosche all' orizzonte. Anche se penso che comunque tutto questo ti sia già chiaro ed evidente.

Mentre vorrei spezzare una lancia per quanto riguarda l' ascesa di Mussolini e del fascismo. Per avere un' idea delle condizioni in cui vertevano le campagne in quel periodo bisognerebbe leggere Fontamara di Silone, mio conterraneo marsicano, e che trovò un grande successo specialmente oltrefrontiera proprio perché fu usato come propaganda antifascista anche negli Stati Uniti.  Il libro ebbe la prima edizione nel 1933. Ma in Italia si dovette attendere per la prima edizione il 1945.

Mussolini fu molto abile nella strategia rischiosa di arrivare al potere in modo democratico. La situazione prevedeva un coinvolgimento del re, della Chiesa e delle altre forze politiche. Il problema è che la rivoluzione d' Ottobre determinò un grande timore ed angoscia che la cosa potesse ripetersi anche in Italia, e le diverse figure coinvolte videro in Mussolini il personaggio che avrebbe potuto scongiurare un tale evento.

Non nascondo che vi fosse anche una certa adesione popolare al fascismo, ma soprattutto dei ceti agiati e dei molti voltagabbana che al domani della sua caduta passarono automaticamente dall' altra parte della barricata. Cosa che naturalmente non avvenne in Germania col nazismo perché era veramente sostenuto dalla popolazione intera, per varie cause su cui è meglio sorvolare.

E anche le resistenze interne vi furono, ma il clima di terrore instaurato dalle forze squadriste e tollerate dalle forze dell' ordine, anche con aggressioni  ripetute e pesanti nei confronti degli ambienti di sinistra e delle case sociali distribuite soprattutto al nord, e poi denunciate da Matteotti, determinarono un ripiego su altre forme di lotta e che sfociarono in seguito nella resistenza partigiana.

Mi sembrava giusto mettere in risalto queste poche cose.

Garbino Vento di Tempesta.
#99
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Memento.

Non conosco la tua opinione, ma ritengo che sia necessario affrontare anche gli argomenti fuori tema finché non avremo trovato una traccia condivisibile su tutti i temi trattati da Nietzsche, o almeno su quelli che i numerosi interlocutori ritengono importanti. E ciò lo ritengo necessario se vogliamo che questa riflessione prenda piede e non si articoli in un colloquio inutile tra sordi, dove ciascuno parte dal proprio punto di vista e lo difende a spada tratta, senza possibilità di ripensamenti e o accettazione di quella che è l' opinione altrui. Attendo comunque il tuo punto della situazione, che ritengo di un certo interesse, e su cui sono molto curioso per notare le differenze, se sussistono, con il mio.

Per quanto riguarda la volontà temo di essermi spiegato male e forse troppo sinteticamente ed adesso cercherò di porvi rimedio.
La confusione che spesso si fa, e che, a mio avviso, è da evitare, è tra la volontà umana e la volontà di potenza. Non sono cioè la stessa cosa. La prima è il risultato di complesse sinergie a livello psichico di ciascun individuo, la volontà di potenza, secondo Nietzsche, è qualcosa che appartiene ad ogni essere vivente. Assolutamente indifferenziata ed irrazionale. E' ciò che da all' organismo l' impulso di tendere sempre al suo massimo.

Ed è per questo che nell' aforisma che tu hai riportato si parla di una volontà che è l' artefice anche del pensiero. Ma sempre della volontà umana si parla. Volontà che però Nietzsche ha completamente stravolto e destrutturato negli aforismi che ho citato la volta precedente. Ed anche nell' aforisma 127 della Gaia Scienza, su cui avevo un segnalibro, si tratta della volontà degli organismi superiori non della volontà di potenza. Ed infatti lui afferma, nella frase finale, che la stragrande maggioranza degli organismi non ne sa niente. Ma questo è anche il motivo per cui in quelli inferiori la caratteristica fondamentale della vita sia quella di agire a livello irrazionale e sulla base del raggiungimento costante del loro massimo vitale, che li porta a vivere poco ma molto intensamente. Mentre in quelli superiori la volontà di potenza deve fare i conti con la stessa complessità dell' organismo di cui fa parte. Un fare i conti che è sempre e solo un manifestarsi a livello irrazionale, come tendenza di direzione di comportamento, ma mai come un agire relazionato ad esempio al pensiero umano.

In particolare nell' uomo troviamo forse la resistenza massima alla volontà di potenza, determinata appunto da un tendere ad una riduzione della carica vitale costante in funzione sia dell' adattamento che di una redistribuzione della carica vitale che provoca anche una dilatazione della durata della vita dell' organismo. Ma sempre come effetti, mai come cause razionali. Nel senso che i motivi o le dinamiche da cui scaturiscono questi fenomeni sono da ricercare altrove e la cui determinazione o ricerca esula dal contesto.

Spero di essere stato chiaro su quella che è la mia opinione sull' argomento. Comunque sai benissimo che sono sempre pronto a pormi con la massima apertura possibile nei confronti di opinioni diverse. Perciò se hai dei dubbi manifestali, anche perché ritengo questo argomento abbastanza cruciale nella comprensione del pensiero di Nietzsche.

Per quanto riguarda il mio sentire questo argomento della filosofia di Nietzsche come appartenente alla Metafisica, è indispensabile ritrovarsi su ciò che sia la Metafisica stessa. Cioè qualcosa che va oltre la fisica e che non è visibile, dimostrabile, ma soltanto concettualizzato e da Nietzsche ritenuto fondamentale e assolutamente vero. Ed inoltre se è possibile avere dei dubbi per quanto riguarda la volontà di potenza, mi sembra che l' Eterno Ritorno sia non solo Metafisica, ma una cosmogonia alquanto improbabile. Ricordo che, a mio avviso, il tempo non esiste. Esiste soltanto il presente, e a cui l' uomo ha affiancato passato e futuro per potersi relazionare con sé stesso. Infatti Severino addita Nietzsche come paladino del tempo, e perciò mi ritengo assolutamente critico su questo argomento tanto tenuto in considerazione da Nietzsche. 

Al di là di tutto, spero soltanto che uno dei motivi che lo hanno portato a non costruire un' opera su La volontà di potenza, sia proprio il fatto che possa aver avuto un ripensamento. Un ripensamento non tanto sulla volontà di potenza ma proprio sull' Eterno Ritorno. Se non altro infatti lui afferma in L' Anticristo che l' opera viene da lui considerata come la transvalutazione di tutti i valori. Su questo però capisco benissimo che ci sono seri problemi di interpretazione dal momento che il deterioramento psichico di Nietzsche sembra avere la precedenza assoluta su qualsiasi altra ipotesi. Ma questo è anche il motivo per cui ritengo i richiami agli scritti inediti siano da ritenere meno importanti di come, ad esempio anche Heidegger, vengono ritenuti da molti studiosi ed interpreti della filosofia di Nietzsche.

E ciò mi porta anche a considerare abbastanza discutibile tutta la costruzione che si è fatta intorno al Nichilismo, e soprattutto su di un Nichilismo positivo e uno negativo. Mentre sono completamente d' accordo con lo stesso Heidegger, ma mi sembra anche che la stessa opinione la ritroviamo in Severino, che da una crisi non si esce e che tutto tende sempre ad un costante peggioramento. In altre parole si può ritardare l' effetto finale deflagrante di una crisi ma non annullarlo.

Ringrazio per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#100
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Non riesco proprio a scriverlo questo post. Sono già due volte che senza volerlo lo cancello. 

X Jean.

Grazie per i complimenti e gli sproni a proseguire. Mi associo a Maral nel constatare, visto che prima d' ora non ti conoscevo, che in te sussiste quella saggezza atavica che non si può acquisire con l' esperienza. E' una dote che o la si ha, o la si possiede a livello genetico, oppure non la si ha. E comunque necessita sempre di essere coltivata, anche se nessuna esperienza per quanto negativa la possa annullare.

Continua a seguirci e criticaci se lo ritieni opportuno, perché a volte, per potersi armare a livello dialettico, accade che ci dimentichiamo anche della necessità della saggezza. Grazie ancora e ti informo che ho trovato il tuo post molto interessante.

X Green Demetr.

Vorrei dirti che ci troviamo sulla stessa lunghezza d' onda per quanto riguarda Nietzsche, ma non è così. Come pure sulla Storia. Non riesco a capire cosa possa entrarci quali siano le componenti e chi le racconta. Come se gli interpreti presi in esame possano diventare qualcosa d' altro nella mia affermazione. Non mi importa niente di loro e perché lo fanno, non è che non li vedo. Il fatto nel contesto storico non modifica lo svolgersi dinamico della Storia.  Mi parli di Sini che argomenta su un certo potere invisibile e non vedo proprio cosa questo abbia a che fare con Nietzsche.
Mio caro Green, il mio Nietzsche appartiene a me e soltanto a me. Severino a parte per la questione della volontà di potenza, non ho mai voluto leggere un commento di altri su di lui, se non molto superficialmente, e mai prima di leggere una sua opera. Ed è per questo forse che non mi ritrovo attualmente con nessuno di loro, Ferruccio Masini a parte, e se con tutti loro sono estremamente critico, Ferruccio Massini compreso.

Ti consiglio di leggere non una ma almeno una decina di volte Ecce Homo, una ventina tutte le Inattuali, specialmente quella su Strauss e quella sulla Storia, e poi ne riparliamo. Come ti ho già confermato altrove, UTU non è che una delle opere di Nietzsche, mentre sono tutte importanti. E ciascuna ha una sua dimensione nel suo rapporto temporale rispetto alle altre. Tu invece ti sei avvinghiato ad UTU e non riesci più a liberarti. Ma soprattutto cerca di evitare di leggere altrui interpretazioni e usa soltanto il tuo bagaglio acquisito che non è poco. In altre parole, fidati di te stesso, della tua intelligenza e capacità critica e speculativa.

E per quanta riguarda la contraddizione di cui tu parli del primo paragrafo della Prefazione io proprio non la riscontro. Lui si sente additare come uccellatore ed alla fine afferma che riprenderà a farlo. Lui non nega di esserlo all' inizio, perché comunque lo è, e poi dice che riprenderà a farlo. Dove tu veda la contraddizione proprio non so. Quello di cui si stupisce invece è proprio che tutti i suoi assalti da uccellatore provocano soltanto un effetto totalmente diverso da quello che lui si sarebbe aspettato. Tutti criticano come e cosa scrive ma nessuno riflette attentamente sugli argomenti presi in esame come quello della morale.

Comunque quello che tu vorresti è che si saltasse tutto e si passasse al cuore del pensiero di Nietzsche. Ma è ovvio che invece necessita tempo. 
Mentre invece ti chiedo di riflettere su Heidegger e sul motivo del suo angustiarsi nell' approfondire le sue ricerche nel pensiero di Nietzsche. Chi lo sa che tu non riesca nell' intento di immaginare ciò che lo ha provocato. Io nel frattempo ho di nuovo richiesto il suo Nietzsche e spero che questa volta, come mi è stato assicurato, lo possa visionare con più calma. Abbi pazienza Green, tutto ha un suo tempo. 

Ringrazio tutti per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#101
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Paul11

Per quanto riguarda il motivo per cui Nietzsche abbia scelto proprio questo personaggio ( Zarathustra ) per ricoprire il ruolo di colui che annuncia il superuomo ( o oltreuomo ), l' arcano lo svela lui stesso, mi sembra in Ecce Homo. Quando appunto afferma che la sua scelta è ricaduta su Zarathustra proprio perché la tradizione lo indica come l' inventore del bene e del male. E per contrappassso ritiene giusto che sia proprio colui che è stato la causa di molti mali, chi ne determina il superamento  ( bene e male = morale) attraverso l' annuncio  dell' oltreuomo.

A questo punto ci tengo a precisare che ritengo la tua interpretazione sull' oltreuomo di tutto rispetto, come ad esempio quella di Maral sulla Morte di Dio che ha tra i suoi sostenitori, non so Severino, ma sicuramente Ferruccio Masini che io ritengo uno dei migliori lettori ed interpreti della filosofia di Nietzsche.

Ma la mia interpretazione, per quel che può valere, è comunque diversa ed ora cercherò di indicare quali ne siano le motivazioni.
Non c' è dubbio che, scomparsa la tradizione religiosa Greca e Romana, Nietzsche sia più a favore di altre religioni piuttosto che del Cristianesimo. E quasi tutte orientali soprattutto perché quelle occidentali si richiamano troppo evidentemente al Cattolicesimo. Del resto anche l' Islamismo viene privilegiato perché lo indica come una religione che presuppone degli uomini ( L' Anticristo ). Ma il massimo, sempre secondo Nietzsche e sempre nell' Anticristo, è il culto a cui è collegato il codice Manu, che prevede norme altamente restrittive per i ciandala ( la categoria più infima della scala sociale ).  

Del resto anche in Genealogia della morale fa intendere che ritiene i culti orientali di classe superiore in rapporto all' infimità del Cristianesimo.
Ciò mi fa comunque vertere sul ritenere che usasse questi paralleli soltanto per porre in evidenza altre morali che potevano essere ritenute superiori al Cristianesimo. Ma sempre di morali si tratta. L' oltreuomo determina il superamento del tu devi e non la scelta del tu devi migliore. Per inciso ci tengo a precisare che, come risulta abbondantemente in Genealogia della Morale, fossero proprio i Greci ad aver creato i migliori dei in assoluto. Dei che si assumono la colpa, cosa da lui ritenuta nobile.

La bestia bionda, l' uomo rapace che lui contrappone all' uomo del reissentment è sicuramente contemplato da Nietzsche in modo positivo. Ma non bisogna dimenticare che è anche colui che inconsciamente ha determinato la nascita dello stato, Un' altra grande sciagura per l' evoluzione del tipo uomo. Non bisogna dimenticare infatti che lui ritiene che debba sussistere quanto meno stato possibile. All' uomo originale cioè manca la consapevolezza di esserre quel che è, consapevolezza che può dipendere soltanto dalla conoscenza. E' solo la conoscenza infatti, sempre a mio avviso, che può determinare nel cammello la ricerca del proprio deserto e nel leone la forza di affrontare il tu devi.

Del resto le pagine che Nietzsche dedica alla conoscenza e all' indispensabilità dello stato di ricercatore per ogni uomo di cultura, sono o almeno ritengo tra le più sentite del filosofo. Questo problema vibra in lui in modo profondo, tanto da farlo impegnare, nell' Inattuale su David Strauss, in un attacco furioso nei confronti dei filistei colti. E in generale di tutti i filistei del suo periodo storico. I filistei che rappresentano l' antitesi stessa dell' uomo di cultura ma che hanno nelle mani il potere culturale. 

Un oltreuomo fanciullo che si richiama all' uomo originale, sarebbe, sempre a mio avviso secondo Nietzsche, un uomo destinato a ripercorrere gli stessi errori dei suoi antenati. Ecco perché ritengo la conoscenza e la consapevolezza legate indissolubilmente allo schema di Nietzsche.

X Green Demetr

Mio caro Green Demetr, mi dispiace ma non riesco a ritrovarmi con quanto affermi. Non riesco a capire a cosa tu ti riferisca né con le premesse iniziali né con il tema dell' amicizia su cui ti chiedo per favore un chiarimento.

La storia. La storia non è mai esito di una verità precostituita. Strana frase. La Storia , ovverosia il presente sono sempre il risultato di tutte le componenti sia evolutive che involutive presenti nello stesso presente storico in cui si vive. Anche se bisogna precisare che non sempre le spinte evolutive sono positive, come non sempre sono negative quelle involutive. Una precostituzione sarebbe possibile solo se qualcuno avesse il potere di fermare tutto, cambiare ciò che non gli aggrada, anche nella mente degli individui, e poi ridare moto al processo. La Storia in altre parole è uno sviluppo dinamico che non può essere diverso da come esso è. Ed è per questo che è necessario secondo Nietzsche che avvenga qualcosa a livello interiore umano. Un uomo qual' è adesso l' uomo, qualunque indirizzo scelga di dare alla Storia, anche attraverso una rivoluzione, lo porterebbe a ripetere gli stessi errori del passato. Passato in cui alla fine chi ci guadagna sono sempre le stesse categorie di persone. Una delle poche eccezioni, ma che sempre a mio avviso è destinata all' oblio, è la rivoluzione cubana, proprio perché anche i potenti, i ricchi, i latifondisti cubani, avevano la consapevolezza che la scelta più giusta fosse quella di difendere il popolo cubano e non gli interessi dei capitalisti statunitensi. Ma in quegli anni, la componente fondamentale a livello mondiale, era la presenza delle idee di quello che poi diventerà di lì a poco presidente degli Stati Unit e che rappresenta la vera spinta, e che spinta!!, evolutiva a livello sociale. Senza di lui Il 68 e tutti i movimenti culturali del periodo probabilmente non ci sarebbero mai stati. Sto parlando naturalmente di quel grand' uomo che era John Fitzgerald Kennedy. E' opportuno rilevare che l' accostamento del termine oltreuomo a lui, al fratello Bob, a Martin Luther King e ad altri personaggi del periodo sia molto appropriata.

Grazie a tutti per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#102
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Paul11

Su quanto da te argomentato la mia interpretazione differisce nei seguenti punti:

Le Tre Metamorfosi. La prima trasformazione dello spirito è quella del cammello, perché a mio avviso rappresenta la forma animale che piegandosi può aspirare l' acqua della conoscenza. E' risaputa infatti la capacità del cammello di bere una quantità d' acqua veramente eccezionale. Acqua che negli 'oppure' identifica i diversi gradi e aspetti della conoscenza. La trasformazione in leone è automatica una volta che ha raggiunto il suo deserto. Un deserto che appunto identifica il raggiungimento dello stato ideale per trasformarsi in leone. Il leone è necessario perché con la sua forza può appropriarsi della sua conoscenza e dire io voglio affrontare il drago del tu devi. Il voglio comunque rimane sempre nell' ambito della destrutturazione della volontà. E cioè di una volontà che dice io voglio perché lo spirito-leone ubbidirà. E questo no energico detto al tu devi lo porta alla trasformazione in fanciullo, anch' essa per me automatica. Un dire sì alla terra, alla vita.

L' oltreuomo. Ho già detto in altre occasioni che nell' ottica di un già-fù torna in primo piano l' uomo greco, che più volte definisce fanciullo. Ma è un fanciullo tragico, un fanciullo che ha solo superato il pessimismo, e che non può giocare con la natura creando valori, grazie all' arte infusa nella forza creante volontà di potenza. Ed ecco perché precedentemente nell' uomo originario avevo pensato sbagliando che tu intendessi proprio l' uomo greco. Ciò non vuol dire che non possa essere esistito, certamente lo è, ma soltanto come caso fortunato, straordinario, come ad esempio: Alessandro, Cesare, Napoleone. Oltreuomini però a cui manca la consapevolezza di essere quel che si è.

Quello di cui non sono affatto convinto è che questo uomo originario a cui tu ti riferisci sia mai esistito, anche se può sembrare la cosa più ovvia che sia già esistito. Un uomo originario cioè che calzi a pennello con l' oltreuomo come lo intende Nietzsche.

Sono d' accordissimo sia sul fatto che la scelta dell' aristocrazia sia una scelta obbligata e non una scelta politica. Cosa che risulta ampiamente nella trattazione del primo saggio di Genealogia della Morale. Come pure che sia fondamentale amare sé stessi per poter donare amore agli altri.   

Grazie della cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#103
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Paul11

Caro paul, devo sinceramente confessare che i tuoi post mi hanno spiazzato. E i motivi sono diversi. Il primo è che mi sono reso conto di trovarmi di fronte ad opinioni di qualcuno che aveva meditato a lungo su Nietzsche avendo letto le sue opere. Il secondo è che molte delle tue opinioni erano a me sconosciute. Che forse mi ci ero già imbattuto ma in forma più criptica di quella semplice e chiara con cui tu le hai esposte. Cripticità di molti intellettuali che spesso nasconde il fatto che non si ha niente da dire. Il terzo è che alcune di queste si calano e aderiscono in modo ottimale al mio schema di interpretazione di Nietzsche, ma altre ne sono quasi completamente escluse.

Lasciando da parte le Tre Metamorfosi, su cui abbiamo opinioni chiaramente differenti, prendo in esame l' ultimo post che trovo completamente condivisibile tranne che nel concetto finale. E cioè quando affermi che Nietzsche cerca un linguaggio totalizzante che investa interamente l' uomo come totalità. 

La mia obiezione è che l' uomo che Nietzsche ha intenzione di investire è un particolare tipo d' uomo. L' unico cioè che secondo lui può rispondere al suo appello. L' uomo ben riuscito, l' uomo che ha in potenza la possibilità di divenire oltreuomo se non cade nel Nichilismo. Se incomincia a ritenere che il suo modo d' essere, la sua felicità, la sua bellezza interiore che si manifesta anche in bellezza esteriore, siano una mortificazione per l' altrui sofferenza, e determinino in lui la nausea per l' uomo e la compassione, che abbinati significano una parola sola: Nichilismo.

Ed è per questo che in Al di là del bene e del male auspica che ci sia qualcuno, e questo qualcuno sono i detentori delle monarchie che all' epoca erano presenti ancora in tutta Europa, decida di allevare questo tipo di persone per agevolare la loro riuscita. Ciò non toglie che il messaggio di Nietzsche possa raggiungere anche altre categorie di uomini, ma che le possibilità diminuiscono a livello esponenziale a mano a mano che si ci allontana da questo tipo.

Tutto ciò, a mio avviso, come ho già spiegato altrove, determina che fosse fin troppo rosea la sua previsione sui futuri due secoli di storia. Quando dopo quasi un secolo e mezzo siamo ancora a carissimo amico. Quando gli estimatori di Nietzsche e del suo pensiero e soprattutto di chi, come noi, l' ha letto a fondo, sia alquanto ridotto. La destra se ne è appropriata a suo modo e continua a rivendicarne il possesso. La sinistra fa altrettanto. I Cristiani cercano di portarlo dalla propria parte mistificando costantemente il suo messaggio. 

Nietzsche è scomodo per tutti. Ma tutti cercano di accaparrarselo per poterlo mistificare meglio. La battaglia è ardua, ma tutto porta a pensare che si tratti di una guerra persa in partenza. Ma non demordo. Domani è un altro giorno si vedrà....

Ringrazio per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#104
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero debole
21 Marzo 2017, 09:25:39 AM
Il pensiero debole.

X Anthonyi

Mi stimola questa tua richiesta di esprimere la propria opinione su questo limite che intenderebbe significare il rapporto matematico tra la conoscenza e la verità. Mi sembra di tornare al Liceo e non ti nascondo che è molto tempo che non mi esercito su tali funzioni, ma spero comunque di esprimere quello che penso in modo chiaro.

Prima di tutto bisogna premettere che non può avere una valenza matematica ma soltanto concettuale. E questo perché sia la conoscenza che la verità non sono grandezze misurabili ma concetti. E ciò ci porta alla determinazione che ci troviamo nella sfera della Metafisica. Ed anche se Kant, nell' Opus Postumum, per fare un torto ad Hegel, afferma che non è possibile usare la matematica nella Metafisica, noi ce ne infischiamo e andiamo avanti.

La conoscenza non è certo rappresentabile come una retta, ma senza dubbio come una curva di aspetto sinusoidale che possiamo autonomamente definire con il criterio che tende all' infinito.

La verità, nello schema relativistico, è possibile ritenere che abbia come logos l' infinito stesso, visto che la conoscenza tende ad essa senza mai raggiungerla.

Il postulato numero uno è così superato, come pure il secondo. Il terzo invece necessita di un' ulteriore criterio. E cioè che sia la conoscenza che la verità giacciano nello stesso campo matematico, e cioè con infiniti di grado uguale. Se ciò non fosse infatti non sarebbe corretta.

Date per scontate queste premesse, si può tranquillamente affermare che la funzione di limite da te ideata è sostanzialmente corretta.

Questo è tutto. Spero di aver risposto esaurientemente al tuo quesito.

Garbino Vento di Tempesta.
#105
Aristotele e il populismo.

Attualmente, come afferma giustamente Bookchin Murray in: L' Ecologia della Libertà, si è al cospetto di una forma politica che può essere definita oligarchia dei partiti. Nell' opera infatti egli sostiene che i partiti hanno soppiantato lo stato e troppo spesso il controllato è anche il controllore, da qui il vertiginoso aumento della corruzione che impoverendo ogni strato sociale a livello economico apre la strada ad un populismo molto pericoloso. Infatti non è lontana la possibilità di un restringimento ulteriore della libertà e dei diritti civili, anche se potrebbero essere mascherati in un contesto sociale che figurerebbe comunque come Democrazia.

Sono d' accordo con Eutidemo che la forma di stato migliore sarebbe l' anarchia, e cioè l' assenza completo dello stato. Anche se purtroppo ci vorrebbero altri uomini per poterla costruire. Non bisogna infatti dimenticare che l' attuale forma statale fornisce beni e servizi che una forma anarchica dovrebbe riuscire a fornirsi da sé, con tutti i problemi e difficoltà relativi alla nostra incapacità di essere autosufficienti. Di qualsiasi settore si stia parlando.

Ma al di là di questo, un' analisi più approfondita ci porta, a mio avviso, a renderci conto che il mondo finanziario stringe nelle sue mani i politici e ne fa quello che vuole. Non so se avete mai ascoltato un certo Serra che è legato a filo doppio con Renzi e con la ministra del referendum che avrebbe lasciato in caso di sconfitta ma che come Renzi tutto vuole fare meno che lasciare. Ministra figlia di una delle personalità più autorevoli del mondo finanziario e facente parte sempre della cordata Serra.

Ma torniamo ad Aristotele che è senz' altro meglio. Aristotele in fondo aveva ragione quando indicava che la forma migliore di governo era una democrazia diversa dalla Politeia, perché il rischio non era tanto demagogico, ma quello che la sua stessa determinazione poteva portare al soddisfacimento degli interessi di chi fosse al potere trascurando le esigenze delle minoranze. In pratica auspicava una democrazia dove fossero tutelati tutti gli interessi, compresi quelli delle minoranze.

Il populismo basa tutta la sua capacità di penetrazione sul grado di insoddisfazione e sulla diminuzione della tolleranza nei cittadini. E' soltanto allora infatti che ha sempre più possibilità e probabilità di successo. E se si pone l' accento sul fatto che, a mio avviso, il tessuto sociale nella sua complessità determina il tipo di società e o la forma di governo, ci si trova sempre di fronte ad una situazione storica determinata e che non può essere diversa da come essa è. Sono gli uomini che determinano il tipo di società che si costruisce ed ogni popolo, in fondo, merita il tipo di sistema socio-economico- politico in cui vive.

Grazie per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.