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Messaggi - Eutidemo

#91
Attualità / Re: L'Italia e la Russia
08 Dicembre 2024, 09:05:14 AM
Citazione di: niko il 07 Dicembre 2024, 20:49:34 PMMe ne sbatto, io sono eurasiano, penso che il muro sia crollato dalla parte sbagliata e cio' pure la maglietta del kgb.

E adesso vammi a denunciare.



Esempio perfetto di TROLL,  grazie per avermelo fornito. :)
Ma non ti denuncerò di certo, perchè ritenersi eurasiano e indossare una maglietta del KGB non costituisce affatto un reato; ed infatti, a differenza della Russia, nel nostro Paese esiste la libertà di espressione.
Però fammi avere una tua foto nella piazza Rossa con indosso una maglietta della CIA! :D
***
P.S.
Ti ritenevo di sinistra, per cui mi sorprende molto che tu tifi per Putin, il quale ha decorato in pompa magna, come "eroi del popolo", non pochi "nazifascisti" dichiarati, con SVASTICA e mostrine SS tatuati sul petto come UTKIN.
Ma possibile che non hai ancora capito che PUTIN è un criminale di ESTREMA DESTRA?
***
Questa la foto del  giorno della decorazione!
#92
Attualità / Re: L'Italia e la Russia
07 Dicembre 2024, 19:52:19 PM
LA MAFIA RUSSA ED IL SUO BOSS PUTIN.
Peraltro, all'indomani dell'invasione criminale ed estesa dell'Ucraina del febbraio del 2022, l'Unione Europea, gli Stati Uniti e tutti i partner occidentali hanno costantemente allargato i pacchetti di sanzioni contro personalità, entità, società e istituti bancari russi. 
Ed in effetti, nel primo anno del conflitto, le maglie strette della vigilanza internazionale e la capacità di riorganizzazione lenta del regime di Putin hanno permesso di fiaccare l'economia russa e depotenziarla nella sua produzione bellica.
***
Tuttavia, tra i venti della propaganda putiniana e una stanchezza delle classi politiche di alcuni Paesi del G7, le sanzioni vengono costantemente aggirate e la Russia in questi mesi ha messo in campo un'economia alternativa, costituita come abbiamo raccontato da un circuito valutario composto da criptovalute, scambi commerciali con Paesi terzi non interessati dalle sanzioni e un circuito di riciclaggio gestito dalla MAFIA RUSSA, che vede Alexander Torshin, ex vicegovernatore della Banca centrale russa e uomo di punta della feroce organizzazione mafiosa "Taganskaya Gang", regista delle operazioni.
***
Le sanzioni europee, ad esempio, sul settore delle telecomunicazioni sono state nel corso del tempo aggirate dagli espedienti della MAFIA RUSSA .
***
LE UNIVERSITA'
In Italia, ad esempio, oltre al fatto che i corrispondenti russi continuano a lavorare ed essere iscritti all'associazione Stampa Estera come se nulla fosse, le università italiane hanno ripreso in modo soft programmi di cooperazione non con gli atenei russi ma con strutture alternative, come associazioni, case editrici e personalità legate a doppio filo alle istituzioni russe.
***
I cosiddetti veicoli informali che riescono a sfuggire alle sanzioni in realtà sono frutto della negligenza e del controllo dei Paesi occidentali, che hanno delegato esclusivamente ai poteri ordinari delle forze di polizia una campagna che avrebbe necessitato di coordinamento e di piani di sorveglianza comuni.
***
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LA FLOTTA OSCURA
Ma la storia più incredibile e significativa è quella della flotta oscura e della flotta grigia della Russia, una sorta di compagnia marittima composta da circa duemila petroliere acquistate aggirando le sanzioni, per vendere il petrolio, esportare merci, armi e denaro. 
Navi vecchie, rimesse in sesto nei cantieri navali dei Paesi africani o arabi, riverniciate, battenti bandiera liberiana e dotate di un sistema satellitare Ais. Questo sistema di geolocalizzazione viene disattivato e così questi vascelli mercantili navigano su rotte commerciali che sarebbero vietate, riuscendo ad esportare illegalmente milioni di barili di petrolio. Ma come fanno le navi a dialogare con autorità portuali e con la cellula di monitoraggio russa?
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Ovviamente grazie ad una modalità criptata chiamata Dlt (Distributed ledger technologies), che sfrutta il principio della blockchain per trasferire le informazioni di spostamento e di trasferimento dei beni senza avere un server centrale, in questo modo le navi fantasma possono dialogare con unità esterne senza essere intercettate dalle autorità marittime, e possono condividere il diario di bordo con le organizzazioni criminali che attendono i carichi per portarli a destinazione.
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I numeri sono impressionanti, secondo Vortexa, una società di analisi che si è occupata di catalogare le due flotte putiniane, rappresentano il diciotto per cento della flotta mondiale di carichi umidi. La flotta grigia conta circa novecento unità e rappresenta una brigata navale semiclandestina, che scompare e riappare sui radar, utilizzando false posizioni satellitari per deviare i controlli delle autorità
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Queste navi trasportano di tutto, secondo gli esperti della sicurezza marittima che abbiamo consultato. Oltre al petrolio, le navi russe portano pezzi di ricambio di macchine agricole, armi, munizioni, materiali metallici di alta precisione utilizzati dall'industria bellica del Cremlino. I porti del Mediterraneo sono meta di attracco, e in particolar modo quelli del sud Italia, dove in molti container vengono stipate merci registrate con altri codici di viaggio rispetto al contenuto originale.
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A ogni carico corrisponde una società che ha messo in atto una strategia criminale. In Italia sono molte le realtà aziendali, anche insospettabili, che utilizzano società fittizie in paesi come l'Oman, Dubai, il Kazakistan per aggirare le sanzioni, incassare i pagamenti e far spedire la merce che viene poi stoccata nel territorio russo. Questo meccanismo di rimbalzo viene intercettato spesso dalle banche europee, che nei limiti del possibile bloccano le transazioni, quando sono sospette o evidenziano volumi inediti verso Paesi terzi. Ma la lotta è impari, mancando un'unità finanziaria di intelligence europea centralizzata che riesca a coordinare in modo efficace i milioni di dati che ogni giorno i circuiti bancari generano tramite la tariffa doganale comune, il volume delle transazioni e l'esposizione geografica.
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ITALIANI, SVEGLIATEVI, FATE APPELLO ALO VOSTRO CERVELLO E CERCATE DI INFORMARVI MEGLIO!!!! (e se siete pagati dai Russi, almeno chiedete un aumento di paga)!
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#93
Attualità / Re: L'Italia e la Russia
07 Dicembre 2024, 19:50:17 PM
B) OGGI
Ultimamente i "traditori" sembrano triplicati, perchè le Russia di Putin è esattamente la stessa "DITTATURA ANTIDEMOCRATICA" dei sui infami predecessori "pseudocomunisti" (se non peggio).
Per cui, se avete qualche sospetto, non indugiate a comunicarlo immediatamente all'AISE; altrimenti sareste dei TRADITORI anche voi!!!
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Ed invero, a tutt'oggi, molte cose risultano quantomeno sospette.
1)
In italia esiste una galassia di sigle, piccoli gruppi formali e informali, consolati onorari, ex deputati, consiglieri regionali, giornalisti, "influencer" e analisti dietro all'imponente (più o meno indotta e pagata) propaganda putiniana in Italia.
Quello che da molti anni il nostro Paese vive e che si è acutizzato dall'invasione estesa dell'Ucraina è frutto dell'applicazione delle cosiddette «misure attive».
Lo spiega un ex diplomatico russo, fonte del nostro controspionaggio, che per anni ha lavorato a Roma e ora si occupa di protezione dei dissidenti nei Paesi del Baltico: «Le misure attive sono una serie di operazioni riservate che hanno lo scopo di rovesciare e sovvertire un Paese e la sua opinione pubblica, sono di difficile individuazione perché coinvolgono tanti piani diversi tra di loro, con soggetti lontani ma che sono unificati da uno scopo unico. Per esempio sul caso dei manifesti propagandistici questo è molto chiaro».
***
E, in effetti, ripercorrendo l'inizio di questa vicenda troviamo molti protagonisti che da almeno due anni e mezzo sono il perno di questa modalità operativa.
Ad esempio il primo evento in cui il manifesto della campagna "La Russia non è il mio nemico" fa capolino in occasione della conferenza sulla figura di Marco Polo promossa, tra le altre, da due entità finanziate direttamente dal Cremlino, il "Movimento Russofilo Internazionale" e l"'Associazione Veneto Russia" capitanata da Palmarino Zoccatelli (e finanziata dall'FSB, cioè, l'ex KGB)
***
2)
Il Movimento è stata fondato a Mosca nel 2023 alla presenza del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, della sua portavoce Maria Zakharova, dell'oligarca-filantropo Konstantin Malofeev e il leader del movimento russofilo bulgaro Nikolai Malinov.
Il movimento essendo finanziato da Malofeev  (sebbene in realtà dai sevizi di spionaggio russo) è sottoposto a sanzioni, ma come racconta la nostra fonte «grazie alle matrioske associative e a un giro di soldi contanti e sponsorizzazioni di azienda in odore di sanzioni, il movimento anche in Italia fa girare molti soldi».
***
Aziende come la "Albrigi Tecnologie" che è sponsor ufficiale dell'associazione Veneto Russia di Zoccatelli, che fatturava all'ombra del Cremlino <<milioni di euro>> e che ora cerca di dare sostegno alla campagna contro le sanzioni. «Spesso le operazioni di finanziamento sono svolte direttamente dalle aziende che hanno ancora interessi in Russia o da privati che hanno partite di giro. Ma la fonte madre è sempre in via Gaeta, lì esiste una rete, anzi una ragnatela di associazioni, fondazioni, enti caritatevoli i cui nomi sono facilmente reperibili. Per esempio, il Rossotrudnichestvo, l'Istituto russo di scienza e cultura, uno degli istituti che è finanziato dall'ambasciata, con centinaia di migliaia di euro all'anno, a Roma il suo responsabile Oleg Ossipov è una sorta di bancomat per tutti i filoputiniani, fuori dalla sede c'era quasi la fila. E poi sua figlia è stata assunta al Senato, capite, al Senato della Repubblica italiana». Il riferimento è a Irina Ossipova, assunta dopo regolare concorso presso la seconda istituzione italiana; sul caso ci furono molte polemiche.
Ed infatti, qui in fotografia, si vede  abbracciata ad un terrorista di destra, mercenario russo in Ucraina,  ricercato dall'INTERPOL, di nome Andrea Palmeri
***
Qui in Ucraina con il suo gruppo di mercenari:
***
Ma come funziona, esattamente la redistribuzione delle risorse finanziarie tra la galassia putiana in Italia?
Dalle carte che risultano, si comprende la presenza di una struttura concentrica dove l'Ambasciata russa finanzia i suoi centri di cultura, le associazioni, i consolati, insomma le strutture ufficiali che provvedono a smistare a loro volta ad altre associazioni o privati cittadini somme di denaro variabili che servono per mantenere le strutture putiniane, fare convegni, lanciare campagne come quella dei 6×3.
***
3)
«Questo schema è universale e difficilmente tracciabile, anche se è possibile con pazienza –dice l'ex funzionario del contropspionaggio– i soldi sono dati sotto forma di gettoni di presenza. I finanziamenti a questi enti ufficiali che danno il via a tutto il circolo di finanziamento di solito erano effettuati tramite bonifici, ma dopo l'invasione  del 2022 si è tornato al vecchio metodo dei "borsoni" (cash).
Da qualche tempo però hanno sposato anche metodi diversi».
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I metodi di cui parla la fonte in questione, sono messi in evidenza anche dalle dichiarazioni di questi giorni dei responsabili della campagna romana di affissioni e vanno dalla cosiddetta colletta fino al metodo "hawala" ovvero il prestito d'onore.
Potendo contare su una rete imprenditoriale molto vasta, garantita anche dai numerosi uffici dei consoli onorari su tutto il territorio nazionale, che a loro volta hanno nel corso del tempo aperto associazioni tra imprese, una delle tecniche più usate di finanziamento consiste nel versamento di piccole società, cooperative o professionisti, che vengono rifondate successivamente da commesse parallele maggiorate della parte investita.
E poi c'è la rete, "Telegram" e le "criptovalute", un universo di cui si avvalgono soprattutto i propagandisti travestiti da giornalisti (che sono tanti).
***
Ed ecco come la rete russa di propagandisti inquina subdolamente il dibattito pubblico italiano
Criptovalute, soldi cash ritirati ai bancomat, sanzioni aggirate, e ora anche un piano per la Generazione Z. Così Mosca ha reso l'Italia un terreno fertile per bugie, infiltrazioni, e prese per i culo (in cui cadono anche persone esperte).
***
La guerra ibrida e non lineare della Federazione Russa <<CONTRO>> l'Italia e l'Unione europea ha avuto nel corso del tempo un piano di azione suddiviso per fascia d'età ed elettorato e specificità geografica.
Ed infatti, «A partire dal 2000 – racconta l'ex funzionario dell'ambasciata russa-, oggi attivo nella protezione internazionale dei dissidenti – la Federazione ha messo in campo un piano di "soft e hard power" in Europa che mirava a destabilizzare, consolidare e inondare di denaro sporco tutto il Paese.
L'Italia è stata ed è la "LAVATRICE" del denaro sporco russo (così come Trump in USA),
E, quando si parla di "mafia russa" si parla di "Stato russo", lo sosteneva anche Giovanni Falcone; ed ora (s)Putin è a capo di entrambe!
***
È da ricercare proprio negli anni della guerra fredda la creazione di una struttura alternativa nel Paese, una struttura che col crollo del Muro di Berlino si converte totalmente nei traffici illeciti e nel sodalizio con Cosa Nostra , Mafia Siciliana e Mafia Russa (Organizacija).
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4)
I rapporti tra mafia russa e italiana sono ricordati anche da Claudio Martelli che in un'intervista a Maria Antonietta Calabrò dice: «Stepankov (procuratore generale russo, ndr) parlò a Falcone anche di accadimenti nuovi, della trasformazione della mafia russa che – gli disse e Falcone me lo raccontò – aveva ormai preso in mano lo Stato russo.
Non c'era più bisogno di corrompere o di infiltrare: i mafiosi russi erano diventati lo Stato, avevano una completa mano libera perché lì era caduto giù tutto».
Putin ne è il capo inconstratato (in affari con Trump)
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Questo inquadramento storico non appare superfluo se notiamo che la rete economica e di sodalizi criminali è ormai rodata, solo i poco esperti non sono in grado di vederla.
Il percorso di denaro sporco che finanzia associazioni, finti enti caritatevoli, piccoli partiti, movimenti e imprenditori si muove sulle rotte già battute ed è stata incrementata dal versante delle criptovalute (soprattutto BITCOIN), le monete migliori per pagare i propagandisti. Il proliferare di canali Telegram, di sedicenti corrispondenti dai fronti del Donbas, della Crimea e di altri teatri attenzionati dal Cremlino.
Canali con centinaia di migliaia di bot, che servono come copertura per le transazioni fantasma, con finte raccolte fondi che servono a coprire agli occhi dell'opinione pubblica il movimento di denaro e per creare quella coperta di omertà che accompagna i propagandisti occidentali. «Tutti tutti questi personaggi, sono mantenuti tramite pagamenti in criptovalute, non tracciate e che possono essere movimentate da paesi non sottoposti a sanzioni – rivela la citata fonte – vi siete mai chiesti chi paga gente che vive sui social network a propagandare le fesserie di Zakharova?».
TROLL (più o meno a pagamento)!!!
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E infatti il sistema di interscambio economico coi soldi sporchi in valuta digitale ha funzionato così bene che la Duma russa (o meglio del gangster PUTIN) ha approvato una legge, che permette il pagamento in criptovalute per le transazioni commerciali internazionali.
Un metodo per aggirare le sanzioni che ha funzionato per tutto l'asset della propaganda, insieme al cash liquido, come riportato dal report 2024 dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia.
***
Tra le pagine del rapporto, purtroppo non divulgato a sufficienza, perchè la gente usa la pancia più che il cervello, si legge che nel corso degli scorsi mesi sono state effettuate ingenti operazioni di prelievo con carte di credito emessi da intermediari russi; l'Unità ha rilevato che sono stati prelevati soldi da bancomat italiani attraverso un "circuito cinese" molto dubbio.
Inoltre sono state individuate pesanti movimentazioni di denaro che dall'Italia sono passate a Paesi terzi e poi sono finiti in Russia; guarda un po'!!!
E come dimenticare il prelievo di milioni di euro in contanti effettuato dall'ambasciata russa di Roma all'indomani dell'invasione dell'Ucraina?
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«Quando vedete Andrea Lucidi che viaggia e lavora per il Cremlino come agente della disinformazione, secondo voi come viene pagato? Come vive? È pagato da questo sistema, i suoi datori di lavoro si avvolgono di questa rete.
Ed ora la scaltra Zakharova sta elaborando un piano per la GenZ sui social, cercando di unire le rivendicazioni più "trend" come quella palestinese a quella russa, per confondere il Diavolo con l'acqua santa!
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La stessa filiera, secondo la nostra fonte, è alle spalle del propagandista Amedeo Avondet, segretario di "Italia Unita" e noto informatore dei servizi segreti russi, protagonista di recente di una campagna contro il Dipartimento di Stato americano. «Quello del sito de "Il corrispondente" di Avondet – dichiara – è un vecchio metodo di disinformazione. Il Kgb ti dà una notizia, tu la metti in giro su un falso giornale ed ecco che viene presa come scoop».
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Tuttavia la rete di coperture che queste personalità hanno è molto vasto anche perché in Italia, nonostante la grande capacità investigativa dei nostri servizi di intelligence, che lavorano a pieno regime, tutti sembrano avere la possibilità di eludere le sanzioni e di partecipare al dibatto pubblico copn colossali cazzate, come se niente fosse.
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Oltre ai propagandisti ospitati da Rai, Mediaset e La7, i giornalisti delle testate russe sanzionate dall'Unione Europea continuano a svolgere il loro lavoro senza nessun impedimento di sorta, veicolando in Russia i risultati della propaganda del Cremlino.
È il caso ad esempio di Asya Emelyanova, corrispondente della Tv Russia-1, che sul suo canale Telegram e sui social controlla, traccia e scheda i giornalisti italiani, offende giornaliste coraggiose come Stefania Battistini e sembra veicolare ad agenzie stampa storie provenienti dai territori ucraini occupati, che, invece, sono completamente false.
I corrispondenti delle testate russe, inoltre, continuano ad essere iscritti all'Associazione Stampa Estera di Roma, mentre dovrebbero essere cacciati a calci in culo, in quanto soltanto mezzi di propaganda di una dittatura illiberale.
***
Insomma, l'Italia ormai è  un territorio senza regole e senza restrizioni per chi viola costantemente leggi, aggira sanzioni e attacca ogni giorno chi lavora con rispetto e lealtà verso le istituzioni democratiche, facendo subdolamente propaganda e spionaggio per la Russia (come ai tempi della "guerra fredda", sopra citati)
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#94
Attualità / Re: L'Italia e la Russia
07 Dicembre 2024, 19:49:15 PM
LE INFILTRAZIONI SPIONISTICHE DELLO LO "STATO APPARATO" RUSSIA  IN ITALIA.
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A) Il DOSSIER MITROKHIN.
Premesso che, come ho potuto constatare di perona, non c'è stata la benchè minima differenza tra  LO "STATO APPARATO" RUSSIA della guerra fredda e LO "STATO APPARATO" RUSSIA della guerra attuale (tanto e vero che Putin, mio coetaneo, era un agente del KGB con licenza di uccidere), in primo luogo ritengo opportuno ricordare il DOSSIER MITROKHIN.
***
Al riguardo, dalla lettura di tale Dossier, risultarono conniventi con il KGB;
- Carlo Fortunati, quando lavorava alla cifratura presso l'ambasciata italiana a Mosca;
- Bonifacio Pansini - console onorario austriaco a Bari;
- Angelo Travaglini - funzionario del Ministero degli Esteri e segretario dell'ambasciata italiana in Camerun;
- Mario Colombo - addetto all'ambasciata italiana di Sofia e poi al consolato italiano di Saarbrücken (ex Repubblica Federale Tedesca), che da Sofia avrebbe passato messaggi cifrati al KGB e sottratto documenti all'ambasciata e dalla città tedesca sarebbe stato "coltivato" dai servizi bulgari;
- Corrado Mancioni - addetto al dipartimento NATO del Ministero degli affari esteri, che avrebbe dovuto collocare microspie in tale ufficio, oltre che nella villa di Ginevra occupata dalla delegazione italiana per la conferenza CSCE sul disarmo;
- Giuseppe De Michelis di Slonghello - funzionario del dipartimento politico del Ministero degli Esteri;
-"Petrov" - ufficiale della Marina che avrebbe collaborato spontaneamente col KGB e che nel 1983 avrebbe fornito materiale concernente la NATO ed altro;
-"Vittorio" - addetto all'Istituto per la relazioni culturali tra Italia e Messico, che sarebbe stato addestrato dal KGB con l'intenzione di inviarlo in Cina sotto gli auspici del Ministero degli Esteri;
-Fernando Rizzo – funzionario del Ministero dell'Interno, che sarebbe stato avvicinato dallo spionaggio polacco e successivamente reclutato dal KGB;
-"Suza" e "Venetsianka", due sorelle italiane al servizio del KGB, la prima avrebbe lavorato alle dipendenze del Ministero degli Affari esteri e poi sarebbe divenuta collaboratrice del consigliere diplomatico Lucioli, con accesso ai documenti che Lucioli riceveva dal Ministero degli Esteri e dagli ambasciatori italiani; la seconda avrebbe fatto parte dell'ambasciata italiana in Francia e poi nella Repubblica Federale Tedesca (scheda 137); Suza dovrebbe essere Maria Collavo;
-"Graf" - l'agente del KGB appartenente al consolato italiano a Le Havre;
- Mario Babic – generale, addetto aeronautico presso l'ambasciata a Mosca. Sarebbe stato costretto a collaborare col KGB mediante una reazione inscenata da parte di un ufficiale che si sarebbe spacciato per il marito di una donna russa con cui Babic conviveva e che avrebbe minacciato di comprometterlo adducendo anche un falso aborto. Poi Babic si sarebbe pentito della collaborazione, chiedendo la distruzione del documento da cui risultava il suo intrappolamento, ma sarebbe stato nuovamente raggirato, in quanto gli sarebbe stata consegnata una copia del documento con cui si impegnava a collaborare, fatta passare per originale: egli non se ne sarebbe accorto e, come risulta dalla scheda 152, rientrava nei sistemi del KGB per "indurre o forzare un individuo a collaborare minacciando di rivelare le sue vulnerabilità", peraltro, in questo caso, sulla base di fatti falsi e costruiti ad arte;
-"Demid" (agente reclutatore), "Kvestor" (cifratore) e "Tsenzor" (funzionario dell'ufficio radio) - funzionari del Ministero degli Esteri che sarebbero stati usati per ottenere chiavi criptate del Ministero degli Esteri e del Ministero dell'Interno, informazioni sui movimenti delle flotte NATO nei porti italiani, informazioni sui controlli esercitati sul PCI con sottrazione di documenti segreti dalle casseforti del capo del controspionaggio del Ministero dell'Interno;
-"Tibr" - dipendente del Ministero dell'Interno che avrebbe fornito informazioni sulla NATO e che sarebbe stato addestrato come operatore radio per operare in una sede illegale;
-"Kapa" - segretario steno-dattilografo, anch'egli in servizio al Ministero dell'Interno (scheda 165).
-Gianluigi Pasquineili - segretario dell'ambasciata italiana a Berna, "ripagato con costose ricompense" (scheda 3);
-"Polatov" - vice addetto navale all'ambasciata italiana a Mosca e ufficiale dei SIOS, "reclutato" (e quindi, retribuito) dal secondo direttorato generale del KGB. Dietro questo nome in codice si nasconde presumibilmente Armando Vigilano (scheda 9);
-Ermanno Squadrilli - funzionario del Ministero degli Esteri, "reclutato" dalla rezidentura del KGB a Roma (scheda 10);
-Giuseppe Planchenti - addetto all'ambasciata italiana di Mosca, avvicinato dal KGB. Una agente avrebbe finto di innamorarsi di lui convincendolo ad avviare un rapporto di convivenza: la donna avrebbe quindi simulato una gravidanza ed un aborto, costringendo Planchenti a rendersi disponibile al KGB. Planchenti avrebbe fornito dettagli sulle strutture e sulle misure di sicurezza dell'ambasciata italiana, ritratti a penna di appartenenti ad essa, indicazioni sugli appartenenti ai servizi speciali (scheda 17);
-Enrico Aillaud - consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri, poi capo del gabinetto di Amintore Fanfani e, successivamente, ambasciatore italiano in Cecoslovacchia, Polonia, Austria e DDR. Sarebbe stato reclutato dai servizi cecoslovacchi ricattandolo per una relazione con una donna di facili costumi e per speculazioni monetarie. Avrebbe fornito informazioni circa la NATO, la CEE, la Cina e membri dei corpi diplomatici a Mosca; sarebbe stato ricompensato con preziosi regali e con battute di caccia a Mosca (scheda 21);
-Giovanni De Luca - funzionario del Ministero per il Commercio estero, il quale, trovandosi in difficoltà economiche, sarebbe stato aiutato da un emissario italiano del KGB ad ottenere mansioni meglio retribuite nella segreteria del ministro e sarebbe stato poi coinvolto nella preparazione del materiale per l'agenzia ADN Kronos, con una retribuzione di 50.000 lire, per cui avrebbe passato documenti segreti al KGB (scheda 33);
-"Enero", non identificato - funzionario del Ministro degli affari Esteri, indicato come agente del secondo direttorato Generale del KGB (scheda 41);
-Francesco Virdia - ufficiale cifratore del Ministero degli Affari esteri, dove sarebbe stato assegnato da un appartenente al KGB, che gli avrebbe fatto regali valutabili ciascuno fino alle 20.000 lire, e poi (dal 1952) gli avrebbe fatto corrispondere uno stipendio mensile di lire 10 000, elevate poi a lire 15.000. Nella scheda si parla di telegrammi cifrati che Virdia avrebbe comunicato al KGB prima oralmente, poi trasmettendone copia. Nel 1953 avrebbe fornito, dietro compenso di lire 100 000, i codici cifrati adoperati dalle prefetture, dai carabinieri, dalle missioni italiane all'estero e dallo stato maggiore (SIFAR), il codice DANTE usato per le reti interne italiane, e, per il 1964, il codice ROMA (scheda 53);
-"Denis" - ufficiale cifratore della rezidentura dello spionaggio italiano in Libano, "manipolato" e "reclutato" dal KGB nel 1961 (scheda 71);
-Mario Prezioso - impiegato presso l'ufficio anagrafe di Villanova (vicino a Roma), il quale - previe ricompense - avrebbe fornito allo spionaggio bulgaro (che fungeva da tramite per il KGB) informazioni sugli abitanti del distretto che si recavano all'estero (scheda 76);
-Velia Fratelli - dattilografa del dipartimento stampa del Ministero degli Esteri, "reclutata" dal KGB (scheda 139);
-"Topo" - altra dattilografa del Ministero degli Esteri, reclutata dal KGB e in diretto contatto con la rezidentura romana, cui per 15 anni avrebbe fornito "informazioni documentarie" (scheda 140);
-"Inga" - anch'essa dattilografa del Ministero degli Esteri, reclutata dal KGB, cui nel 1971 sarebbe stata amputata una gamba, elemento determinante per la sua identificazione (scheda 141);
-Luciano Raimondi - addetto culturale presso l'ambasciata italiana in Messico, di nota fede comunista, reclutato dal KGB (scheda 150);
-Libero Rovaglio - funzionario del Ministero degli Esteri, tramite il KGB sarebbe stato reclutato dai servizi albanesi. Poi avrebbe fornito al KGB codici, cifrari, documenti e copie provenienti dall'ambasciata italiana, circolari segrete ed istruzioni del Ministero della Difesa e di quello degli Esteri (scheda 178);
-Giorgio Conforto - già dipendente del Ministero degli Esteri, il quale avrebbe reclutato "Topo", "Inga", "Suza" e "Venetsianka". Nel 1968 sarebbe stato "congelato" dal KGB e gli sarebbe stata assegnata una pensione a vita di 180 rubli. Nel 1975, a ricompensa di 40 anni di collaborazione con il KGB, egli e la moglie furono insigniti dell'ordine della Stella rossa. Nel 1979 la di lui figlia Giuliana fu arrestata con due terroristi delle Brigate Rosse (Valerio Morucci e Adriana Faranda), cui aveva offerto ospitalità, e nella casa fu ritrovata una mitraglietta dello stesso tipo di quella impiegata per uccidere Aldo Moro. La stessa scheda (scheda 142) tuttavia afferma che "La donna aveva funto da custode di un appartamento adoperato dai terroristi e, come si chiarì in seguito, era stata usata dal KGB a sua insaputa. Conforto non sapeva del legame di sua figlia con i terroristi e si trovava nell'appartamento della figlia quando questa venne arrestata insieme alle altre due terroriste", negando quindi un loro coinvolgimento con le BR. Proprio a causa di questi avvenimenti Conforto fu nuovamente "congelato" nel timore che eventuali indagini relative all'arresto della figlia si estendessero anche a lui.
-Italo Papini - funzionario del Ministero degli Affari esteri accreditato all'ambasciata italiana a Mosca. Era sposato con una cittadina sovietica. A Mosca gli sarebbe stato teso un tranello, in quanto sarebbe stato attirato in una relazione segreta da una donna agente del KGB ed i loro incontri sessuali sarebbero stati fotografati. Un altro agente avrebbe strumentalizzato tale relazione, inventando il fatto che la donna, rimasta incinta, era stata operata ed era rimasta invalida ed i suoi parenti erano intenzionati a rivolgersi all'ambasciata italiana. Avrebbe aggiunto che vi erano altre fotografie che riproducevano rapporti sessuali di Papini con una sua domestica, anch'essa sovietica. Sarebbe stato così costretto a fare l'informatore del KGB ed avrebbe parlato di manipolazioni finanziarie dell'ambasciata italiana (rubli contrabbandati all'estero). Poi avrebbe collaborato con il KGB dall'Italia, venendo retribuito con 500 dollari (scheda 173);
-Vincenzo Marazzuita ("Metsenat") - prefetto con incarico importante presso la presidenza del Consiglio, indicato come agente del KGB, che sarebbe stato retribuito con 170 rubli mensili, e pensionato nel 1980 con una liquidazione di 1 500 dollari. Strelkov Vladimir Evgenijevic, interprete russo della lingua italiana che lavorava per il KGB, in un interrogatorio ha dichiarato che Marazzuita veniva retribuito con 40-60 000 lire mensili per le informazioni fornite (scheda 214);
-Carlo Castagnoli, fisico docente all'Università di Torino, è citato sia all'interno del Dossier Mitrokhin (sotto il nome di copertura "Kars")[6], sia nel Rapporto Impedian 18[7].
ecc.ecc.
***
#95
Attualità / Re: L'Italia e la Russia
07 Dicembre 2024, 19:47:35 PM
LO "STATO APPARATO" RUSSIA
Ho premesso quanto sopra, al fine di chiarire che io non ce l'ho affatto con -  lo "STATO COMUNITA'"  russa, costituita dall'insieme dei cittadini sottoposti all'autorità dello Stato "apparato" russo, in quanto:
- in alcune occasioni ci hanno soccorsi per primi in occasione dei nostri peggiori disastri (come il terremoto di Messina del 1908);
- persino nell'ultima guerra sono stati molto generosi con i nostri soldati in ritirata (sebbene i soccorritori fossero Ucraini, e non Russi, due etnie ben diverse, ad onta quello che sostiene Putin).
***
A mio avviso, purtroppo, sebbene lo "STATO ORDINAMENTO" Russo, che è costituito dall'l'insieme delle norme giuridiche poste da un medesimo potere sovrano, sia abbastanza mutato, sebbene in "secolare ritardo" (la "servitù della gleba" fu abolita in Russia addirittura nel 1861, circa mezzo millennio dopo che fu abolita nel resto dell'Europa), tuttavia l'autocratico "STATO APPARATO" russo, che  è sempre stato costituito degli apparati burocratici, militari e di polizia (ufficiale e segreta), è rimasto sempre esattamente lo stesso: "AUTOCRATICO" E "TOTALITARIO".
Ed infatti, a parte la breve parentesi (parziale) di Lenin, Gorbaciov e Ieltsin, la Russia di Putin è  ormai diventata la stessa di Stalin, se non peggiore, e, cioè:
- nazionalista;
- imperialista;
- militarista;
- espansionista.
***
Mi sorprende che ci sia ancora qualche "BABBEO", che, in buona fede, non abbia ancora compreso una cosa così ovvia; ma la madre degli imbecilli è sempre incinta!
***
Sostenere che la Russia abbia aggredito (senza avviso) l'Ucrania per evitare dI essere "accerchiata" dalla NATO, e come sostenere che una tigre abbia aggredito i guardiani dello zoo, per evitare che la chiudessero in gabbia per evitare che aggreddisse con le sue zanne feroci i visitatori del giardino zoologico.
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Però, purtroppo, la Russia non è affatto in gabbia come una tigre, per cui le spie ed agenti segreti e/o propagandistis possono liberamente agire oltre le sbarre!
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#96
Attualità / L'Italia e la Russia
07 Dicembre 2024, 19:44:53 PM
PREMESSA
Al riguardo, almeno secondo me, è necessario distinguere tra:
- lo "STATO ORDINAMENTO" che è costituito dall'l'insieme delle norme giuridiche poste da un medesimo potere sovrano;
- lo "STATO APPARATO", che  è costituito degli apparati burocratici, militari e di polizia (ufficiale e segreta), che compongono l'organizzazione di uno Stato e mediante i quali viene esercitata la sua sovranità sia  all'interno e all'estero;
-  lo "STATO COMUNITA'", che  è costituito dalla società civile, ossia dall'insieme dei governati, cittadini e non cittadini, sottoposti all'autorità dello Stato "apparato".
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Ciò premesso, occorre considerare che:
- l'Italia è una NAZIONE, cioè una entità etnica sostanzialmente omogenea da parecchi secoli, resa coesa da una stessa religione, da una stessa lingua e da comuni costumi (sebbene sussistano varianti locali, soprattutto nelle località di confine);
- La Russia, invece, non è affatto una NAZIONE, bensì è un IMPERO (sebbene eufemistamente ed ipocritamente denominato "confederazione"), nel quale "l'etnia Russa" domina tutte le altre etnie con lingue, religioni e costumi diversi.
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Un po' come nell'antica Roma; tanto è vero che il (criptozar) Putin definisce Mosca la "Terza Roma".
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#97
Avete tutti ragione  :)
#98
PREMESSA
A mio avviso un "Politically correct" veramente "serio", e che non degeneri nel "ridicolo", deve tenere conto principalmente di due fattori:
- il "termine linguistico" utilizzato.
- ma anche il "contesto" (ed il tono) in cui esso viene utilizzato.
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Ad esempio l'espressione "figlio di puttana",  in sè stessa è indubbiamente "offensiva"; per cui, se fermo per strada uno sconosciuto e lo appello così, mi può denunciare per ingiuria (nella migliore delle ipotesi).
Però, almeno dalle mie parti, "a fijo de 'na mignotta" è un'usuale ed amichevolissima forma di saluto; che, di solito, ci si scambia tra due vecchi amici (romani) che non si incontrano da parecchio tempo.
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Poi ci sono anche altri fattori da considerare, ma non voglio farla troppo lunga.
Farò solo un esempio molto comune, che, di solito, da luogo ad accanite discussioni tra i "giovani e i "vecchi"; i quali, non di rado, parlano lingue diverse.
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IL TERMINE "NEGRO".
In primo luogo, in tal caso, innanzitutto occorre distinguere se tale termine:
- è diretto da un individuo di colore nero ad un altro individuo di colore nero (il che, di solito, avviene ovviamente in modo amichevole);
- è diretto da un individuo di colore bianco o giallo,  ad un individuo di colore nero.
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Nel quale secondo caso, occorre distinguere se l'individuo di colore bianco o giallo (o Pellerossa):
- abbia o meno intenzione di offendere quello di colore nero, nel pronunciare tale termine;
-  abbia o meno un tono insultante nel pronunciare tale termine.
Soprattutto se se ne parla in terza persona, e senza intenti razzisti!
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Comunque, una cosa che molti non sanno, è che in lingua inglese l'individuo di colore nero si denomina "NEGRO" senza alcun intento offensivo (salvo, ovviamente, il tono ed il contesto); allo stesso modo di come si chiamava in Italia prima dell'insorgere di un ignorante "Politically correct".
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Ed infatti se consultiamo l'"ENCYCLOPEDIA BRITANNICA", troviamo scritto quanto segue circa il termine inglese "NEGRO":
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E la meno aulica "WIKIPEDIA", avvisa "lippis et tonsoribus", di non confondere la parola inglese "NEGRO" (di carattere generalmente neutro ed etnico), con la parola inglese "NIGGER" (negraccio), che, invece, costituisce un insulto; salvo che scambiata scherzosamente tra persone dello stesso colore o tra amici di colore diverso.
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D'altronde, anche sul "TRADUTTORE DI GOOGLE", l'italiano "NEGRO" puro e semplice, senza intenti dispregiativi viene tradotto "NEGRO"; tale e quale anche in inglese.
Sul "TRADUTTORE DI GOOGLE", invece, è soltanto l'italiano l'italiano "NEGRO" con "aggettivi spregiativi", ad essere tradotto con il "NIGGER" spregiativo inglese.
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Ma allora come mai adesso il "Politically correct" italiano pretende l'uso del termine "nero", se è vero che in inglese risulta espressamente offensivo soltanto il termine "nigger", e non necessariamente il termine "negro"!
Al riguardo si possono fare svariate ipotesi; ma la più plausibile, almeno secondo me, riguarda i "traduttori italiani dall'inglese".
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Ed infatti, dai tempi del "BLACK POWER", negli USA ha preso piede il termine "BLACK" per definire l'individuo di colore nero, in quanto la denominazione "NEGRO" è alquanto desueta da quella parti (e poi suona troppo simile a "NIGGER", pronunciata maldestramente).
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Però i nostri traduttori, almeno secondo me, potevano tranquillamente continuare ad usare la parola "NEGRO", perchè in Italia non era (e non è) affatto nè desueta nè offensiva, invece di tradurre alla lettera "BLACK" con "NERO"!
Però, a forza di scrivere "NERO" dappertutto tale distorta moda linguistica derivata dallo slang USA ha ormai preso piede; condannando in pochi anni a morte una parola del tutto innocua, quale "NEGRO", che in Italia si usava da secoli senza nessun intento offensivo.
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Ma questa è solo la mia opinione.
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P.S.
E se riesumassimo la locuzione "MORO" (in inglese shakespeariano "MOOR"), sarebbe da considerare offensiva anch'essa?
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Per non citare l'Ariosto:"Io canto le donne, i cavalieri, le imprese militari, gli amori, le imprese cortesi e audaci che ci furono nel tempo in cui i MORI d'Africa passarono il mare"
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#99
Non è certo mia intenzione ricostruire come si sia "strategicamente" svolta la cosiddetta "Battaglia di Valle Giulia" del 1° Marzo i968, in quanto, pur avendovi partecipato personalmente, io non ho mai avuto la benchè minima parte direttiva e/o organizzativa nella medesima: ed infatti avevo soltanto 17 anni, ed ero solo un "combattente".
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Ricordo soltanto che ad organizzarla e dirigerla, fu Giuliano Ferrara (che allora era comunista), Paolo Liguori, Aldo Brandirali, Ernesto Galli della Loggia, Marco Lombardo Radice e Oreste Scalzone; tra i poliziotti c'era invece il futuro attore Michele Placido, mentra Pasolini era a favore dei poliziotti!
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Comunque, dal mio piccolo punto di vista, ricordo che stavamo lentamente facendo arretrare lo schieramento dei questurini, a sinistra nella mappa; i quali erano schierati a testuggine, come una legione Romana.
Però io avevo molta "paura", essendo disarmato, sebbene riuscissi a controllarla abbastanza bene!
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Poi, da via Aldrovandi, in discesa, ci prese alle spalle una carica dei Carabinieri a cavallo, i quali menavano fendenti di piatto con sciabole vere, oppure finte (questo non lo so).
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Era la tattica del "martello" di Alessandro Magno.
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A quel punto la mia "paura" si trasformò in "panico", una sensazione che non avevo mai provato, nè prima nè dopo, in tutta la mia vita; ed infatti fu come se lo spavento ed il terrore si fossero trasferiti in me, in modo misterioso, dalla folla.
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Quindi, essendo nato e vissuto a poche centinaia di metri da lì, a Casino del Graziano, e, quindi, conoscendo come le mie tasche Villa Borghese, fuggii con la  mia ragazza su per la scalinata che portava al Giardino del Lago; e lì ci imbarcammo su un natante dove non ci avrebbero potuto seguire nè i questurini, nè, tantomeno, i carabinieri a cavallo.
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Pensavo di sbarcare e di nasconderci sull'isoletta di «Ἀσκλήπιῳ Σωτήρι» (Asclepioi Soteri = (dedicato) ad Esculapio Salvatore), ma, per fortuna, non fu necessario!
#100
Secondo Svetonio, il famoso saluto: "Ave imperator, morituri te salutant!" non era affatto pronunciata dai "gladiatori professionisti",  bensì dai "condannati alla pena capitale", i quali erano costretti a combattersi vicendevolmente fino alla morte; ma, almeno nella maggioranza dei casi, non erano affatto esperti nell'uso delle armi, e, quindi, durante i loro scontri, il pubblico usciva dall'arena per andare a fare colazione, trattandosi di uno spettacolo molto noioso.
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Ben diversamente, i "gladiatori professionisti", ben esperti nell'uso delle armi, avevano buone probabilità di andare in pensione incolumi , perchè il loro incontri non erano propriamente truccati, ma "quasi".
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Ed infatti i "lanisti" e le "scholae gladiatorum" non avevano alcun interesse a che i loro costosi ""gladiatori professionisti" ci lasciassero la pelle (con grave perdita dei loro investimenti finanziari), per cui la tecnica di combattimento loro impartita consisteva principalmente:
- nel far sembrare il più credibile, verosimile ed avvincente possibile  l'intero combattimento;
- nel far sembrare il più credibile e convincente possibile la prestazione del perdente (solo ferito, e pressochè quasi mai ucciso in combattimento).
In tal modo speravano che, nella maggior parte dei casi, quest'ultimo sarebbe stato risparmiato dalla folla.
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Ben conoscendo la mentalità imprenditoriale in qualunque epoca, di questo sarei già stato sicuro per conto mio! ;)
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In ogni modo George Ville, utilizzando le prove delle lapidi dei gladiatori del I secolo d.c., ha calcolato una mortalità media "tra tutti coloro che entravano nell'arena" di circa il 19/100 in tutta la loro carriera; tuttavia, tra il primo e secondo secolo, il rischio  di morte per i gladiatori sconfitti aumentò da 1/5 a 1/4, in tutta la loro carriera.
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Molto più alta, invece, era la mortalità degli "aurighi", poichè, in tal caso, essi erano spinti al rischio estremo dalla tifoseria delle varie fanatiche consorterie  blu, verde, rossa o bianca; e non c'era di mezzo nessun "profitto imprenditoriale" ( o quasi).
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#101
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
02 Dicembre 2024, 11:55:35 AM
Ciao a tutti. :)
Innanzitutto vi ringrazio per i vostri interventi, tutti interessanti e degni di considerazione; però, purtroppo, non ho il tempo per rispondere a tutti, bensì soltanto, sia pur sempre in modo molto sommario, per esprimere un po' più circostanziatamente la mia "idea".
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La quale, a ben vedere, assomiglia moltissimo (e quasi corrisponde) a quella di San Bernardo ne "I Gradi dell'Umiltà" (9 - 11), che qui vi riporto.
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L'unica differenza tra quanto penso io e quanto scrive San Bernardo, è che:
- secondo San Bernardo Gesù era sempre consapevole che l'"io" individuale in cui si era incarnato, era contemporaneamente anche il suo "" universale (cioè Dio);
- secondo me, invece, almeno per quello che trovo scritto nel Vangelo, forse Gesù non era sempre consapevole che l'"io" umano in cui si era incarnato, era contemporaneamente anche il suo "sè" universale (cioè Dio), in quanto ho l'impressione che tale consapevolezza fosse un po' "a corrente alternata".
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Ed infatti, non di rado, in Gesù prevale la componente religiosa MONOTEISTICA, ma decisamente  DUALISTICA della religione ebraica, a cui apparteneva come "essere umano"; altrimenti, per Lui, non avrebbe avuto alcun senso "pregare", in quanto "nessuno prega la sua stessa persona" (a parte la "concezione trinitaria", di cui nei vangeli non c'è traccia esplicita, e che meriterebbe una trattazione a parte).
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In altri casi, invece, in Gesù prevale la componente MONISTICA, priva di qualsiasi DUALISIMO o PLURALISMO,  in quanto si rende conto di essere "UNO" con "l'ESSERE DIVINO" (che lui, con metafora umana, chiama "padre"); come, d'altronde, lo siamo tutti noi (senza neanche lontamente rendercene conto), per cui, parlando davanti ad una folla di molte persone, Gesù dice: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola" (Gv 17 21).
Cioè, come diceva San Paolo: "Omnia in omnibus".
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Avendo letto molto al riguardo, ho trovato svariate interpretazioni di quanto sopra; ma quella che mi convince di più è quella che vi ho esposto.
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Però, ripeto, si tratta solo della mia opinione!
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#102
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
02 Dicembre 2024, 07:02:56 AM
Ciao Anthonyi
Io non ho mai detto di non essere cristiano; ed infatti ci sono molti modi di essere cristiano.
Ad esempio, la Chiesa cattolica, la Chiesa ortodossa, il protestantesimo, l'Anglicanesimo e la Chiesa Copta e molte altre forme di "cristianesimo" che non rientrano nelle categorie principali;  tra le quali molte di carattere individuale, così come la mia.
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In altra sede ho spiegato più in dettaglio il mio genere di cristianesimo, che somiglia molto a quello della "mistica renana" (ed al "Vedanta"); ed il mio modo di vedere non è neanche tanto lontano dal "diofisismo cattolico" (dal greco δύο [dyo], "due" e φύσις [physis], "natura"),  che sostiene la coesistenza in Gesù Cristo delle due nature (o essenze, l'umana e la divina), in base a quanto deciso nel 451 al IV Concilio ecumenico di Calcedonia.
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Detto in estrema sintesi, cioè, io ritengo che tutti gli individui non siano altro che epifenomeni dell'UNO (ovvero dell'ESSERE o di DIO che dir si voglia), ma che, però, non se ne rendano conto; Gesù, invece, almeno secondo me, è stato l'unico uomo che, per una sorta di "corto circuito" ontologico, ha compreso contemporaneamente di essere uomo e Dio.
Come si evince, a volte, dal suo modo di esprimersi grammaticalmente inconsulto, come, ad esempio: "Prima che Abramo fosse, io SONO!" (Gv 8, 58); cioè è stata l'unica onda che ha capito di essere mare!
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Però la mia non è una fede, è solo un'opinione!
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Un cordiale saluto!
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#103
Tematiche Spirituali / La fede in Dio
01 Dicembre 2024, 18:40:58 PM
Secondo San Paolo: "Est fides sperandarum substantia rerum, et argumentum non apparentium" (Lettera agli Ebrei (XI, 1); cioè, "La fede è sostanza di cose sperate, ed argomento di quelle che non appaiono."
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Il che viene molto più poeticamente tradotto da Dante nei seguenti versi:
"Fede è sustanza di cose sperate
e argomento de le non parventi;
e questa pare a me sua quiditate"
(Paradiso XXIV, 64) .
La "quiditas" o "quidditas", nella terminologia scolastica significa l'"essenza delle cose".
***
Dante invoca la grazia affinché gli consenta di esprimersi di fronte al fondatore della Chiesa, quindi recita la definizione della fede scritta da san Paolo, in base alla quale essa è sostanza di cose sperate e dimostrazione di quelle che non sono manifeste.
San Pietro, però, gli  ribatte che tale definizione è corretta, a patto che il poeta sappia perché san Paolo ha parlato di "sostanza" e di "dimostrazione".
Dante si difende dicendo che i misteri divini, che ora gli sono "manifesti" (trovandosi in Paradiso), sulla Terra sono "invisibili" e "non sperimentabili";  e, perciò possono essere oggetto solamente di "fede", su cui si fonda la "speranza" della beatitudine.
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A mio parere, invece, se sulla Terra alcune cose "ultraterrene" sono "invisibili" e "non sperimentabili", esse possono essere frutto solo di "speranza", e non certo di  "fede".
Ciò in quanto:
- la "speranza" è solo l'effetto di un "desiderio";
- la "fede", invece, è l'effetto (o almeno dovrebbe) di una di una "dimostrazione", ovvero della "testimonianza" di persone degne di  "fiducia".
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Ora, senza neanche starci a perdere troppo tempo:
- nessuno è mai stato in grado di dimostrare l'esistenza di Dio;
- tuttavia ci sono stati alcuni i quali sostengono di averla potuta testimoniare (gli apostoli nei Vangeli).
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Al riguardo, occorre considerare che FIDUCIA e FEDE, sebbene connesse, sono due cose diverse.
Per cui, per poter prestare FEDE a quanto racconta qualcuno, occorre previamente, aver FIDUCIA nella sua personale credibilità; per cui, almeno personalmente, mi sembra semplicemente RIDICOLO E ASSURDO poter prestare FIDUCIA a quanto raccontano quattro o cinque ebrei ignoranti del primo secolo; a prescindere dal fatto che sembra ormai assodato che i Vangeli non sono stati nemmeno scritti da loro, e che, Gesù, personalmente, non ha mai scritto NIENTE!
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In realtà, la nostra presunta FEDE, è soltanto un meccanismo psicologico derivante dai cosiddetti "specula teatri", collegati al tipo di cultura del luogo in cui siamo nati e educati; e, cioè, alla TRADIZIONE.
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Ed infatti, altrimenti, ditemi che non è vero, non si spiegherebbe come mai, nel 98% dei casi:
- chi è nato a La Mecca ha fede in Maometto;
- chi è nato a Roma ha fede in Gesù.
 :D
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Il che vuol dire che quella che noi chiamiamo "fede", è solo frutto di un mero "condizionamento culturale" (che, benintesteso, condiziona anche me, perchè io sono cristiano)
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Secondo me, invece, poichè è assolutamente PRESUNTUSO presumere di poter credere in un DIO o in un altro (ovvero in nessun Dio), l'unica cosa cosa che possiamo nutrire al riguardo sono soltanto OPINIONI, non certo FEDI.
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A meno che, salvo autoinganno, possa aversi una una esperienza mistica diretta della Divinità; che è senza nome, ma che è l''UNITA' di tutte le cose, visibili e invisibili (senza etichette ebree, cristiane, musulmane ecc,).
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Ma non si tratta FEDE, bensì di ESPERIENZA MISTICA (per chiè tanto fortunato da poterla sperimentare)!
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#104
Storia / Le ultime parole di Cesare
30 Novembre 2024, 18:12:34 PM
In uno dei suoi usuali "orgasmi enfatici", l'ineffabile Cazzullo, formula così la sua ennessima "cazzulata" circa l'assasinio di Cesare.
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Al riguardo osservo:
1)
Cesare non poteva  in nessun modo "menare fendenti in ogni direzione", in quanto era "sprovvisto di armi da taglio"; in realtà, invece, si difese (efficacemente), soltanto con il suo "stiletto da scrittura", con il quale, ovviamente, poteva infliggere soltanto improvvisati "colpi di punta", e non certo "fendenti".
2)
Cesare non disse mai "Tu quoque, Brute, fili mi" in latino,  ma, come scrive Svetonio, Cesare morendo fu udito da molti dei congiurati dire "in greco",  riconoscendo Bruto tra i suoi assassini: "καὶ σύ, τέκνον "(anche tu, figlio), perché quella era la lingua adottata dall'élite romana quando parlavano tra di loro.
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Tuttavia questa versione dei fatti è poi messa in dubbio dallo stesso Svetonio, secondo il quale Cesare, in quel fatidico giorno delle idi di marzo del 44 a. C., probabilmente emise soltanto un "gemito", senza riuscire a proferire parola.
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#105
Ai tempi degli antichi Romani, quella che oggi si chiama "SCOZIA", si chiamava "CALEDONIA"; ed era composta da un gruppo di tribù appartenente alla popolazione dei "PITTI", (che, sembra, fossero "autoctoni", e, comunque, "pre-indoeuropei").
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L'"IRLANDA", invece, si chiamava "SCOTIA"; ed era composta da un gruppo di tribù appartenente alla popolazione degli "SCOTI", (che, invece, erano "indoeuropei", di etnia celtica).
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Poi, pare circa nel sesto secolo (ed anche da prima), gli "SCOTI" si trasferirono dall'"IRLANDA" in "CALEDONIA"; la quale, dopo la fusione tra "SCOTI" e "PITTI", assunse, molto progressivamente, l'attuale nome di "SCOZIA" ("Scotland" per le tribù germaniche delgli Juti, degli Angli e dei Sassoni, che invasero la parte sud-orientale dell'Isola, dopo che i Romani ritirarono le loro truppe dalla Britannia, dove risiedevano i "BRITANNI").
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Il "Regno di Scozia" tra la morte di Donald II (Domnall mac Causantin) nel 900, e quella di Alessandro III nel 1286, assunse, però, anche la denominazione di "Regno di Alba" (in gaelico: "Rìoghachd na h-Alba"), ovvero di "ALBANIA".
Il quale non deriva dall''"alba solare", bensì da una radice indoeuropea che significa "altura", "monte" oppure "pascolo collinare"; e dalla quale radice sembra che trasse il suo nome anche "Alba Longa", che era a capo della confederazione dei "popoli latini", detti anche "populi albenses", (però tale etimologia è controversa).
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In "ALBANIA", ossia nelle Highlands ("terre alte", cioè montuose) a nord del fiume Forth, si parlava il "gaelico scozzese",  mentre nelle Lowlands ("terre basse", cioè pianeggianti) a sud del Forth, colonizzate dagli Anglosassoni (Germanici) e dai Norreni (Vichinghi), si parlava il "germanico scozzese", molto simile  all'"inglese".
Però il termine Scotland per indicare tutta l'attuale Scozia iniziò in modo diffuso e costante solo verso la fine del medio evo.
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Questo in estrema sintesi!
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